Per la prima volta un live dei REM I Backstreet Boys

Per la prima volta
un live dei R.E.M.
I Backstreet Boys
sono rimasti in 4
E’ uscito nelle sale
l’attesissimo
“Ratatouille”
Rivoluzione o
fuoco di paglia?
Ciao ragazzi, eccoci ancora
quì, come al solito anche questo mese leggermente in ritardo, ma visto l’affetto con cui
continuate a seguirci evidentemente ci perdonate tutto. Sappiate che comunque ci stiamo
rendendo conto da un anno a
questa parte di quanti problemi
e quante complicazioni ci siano
nella realizzazione di una rivista,
se pur piccola come la nostra.
Quindi tanto di cappello a tutti
quelli che lo fanno di mestiere...
Tornando a noi ci teniamo solamente a ringraziarvi per il grandissimo successo che ottenuto il
nostro ultimo numero; per noi è veramente una soddisfazione e
Uno sprone a dare sempre di più.
Tornando alla rivista che state per sfogliare si tratta
di un numero veramente interessante. Prima di tutto
non potevamo non occuparci del nuovo disco dei
Radiohead, che tanto scompiglio ha portato
nell’ambiente; abbiamo fatto qualche piccola riflessione su questo ma soprattutto ci siamo soffermati
sul fattore musicale che forse è stato un po’ sommerso in tutto quel mare di chiacchere e congetture. Per fare altre riflessioni ci sarà spazio nel forum
che speriamo sarà finalmente attivo a giorni. Poi
parliamo del primo cd dal vivo dei R.E.M., Del ritorno
dei Backstreet Boys privi di un elemento e del nuovo
disco di Britney Spears, che dopo una valanga di
gossip e prime pagine e pronta a tornare a cantare
nel suo nuovo lavoro in uscita a fine mese.
Un’intervista interessantissima con Ferdinando Altavilla, frontman di una delle cover band italiane più
importanti e conosciute, la Merqury Band. Poi ancora Ratatouille, le recensione dei dischi e dei film appena usciti, e poi basta, non voglio rovinarvi oltre la
sorpresa, andate avanti a sfogliare la rivista per trovare un sacco di rubriche ed argomenti interessanti.
Dunque ci lasciamo qui e ci vediamo il prossimo mese, questa volta puntuali intorno al quindici (lo promettiamo!) Comunque vi ricordiamo che se volete
essere sempre avvisati all’uscita di ogni nuovo numero potete iscrivervi gratuitamente e senza impegno
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Ciao e Buona lettura.
Anno 2 - numero 14
Direttore generale
Roberto Virgilio
Responsabile musica
Mr Bugs!
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Responsabile spettacoli
Dj HnF
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Responsabile rubriche
sir3n3tta
[email protected]
Redazione:
Chef Mene
Betty
Valeriano
Si ringrazia per l’estrema
disponibilità:
Ferdinando Altavilla e tutta
la Merqury Band
Web editor
Valeriano
Redazione
[email protected]
Manoscritti, anche se non pubblicati, non saranno restituiti.
E’ vietata la riproduzione anche parziale di testi e foto.
News............................................... pag 6
Tutte le ultime novità dal pianeta musica
Radiohead Revolution................... pag 10
Il nuovo disco in vendita solo on line
Il primo cd live dei R.E.M............. pag 18
E’ uscito nei negozi REM Live
Anderview...................................... pag 22
Questo mese Ferdinando Altavilla
Meno Uno .................................... pag 32
I Backstreet Boys sono rimasti in quattro
Finalmente Britney....................... pag 38
Dopo voci e gossip vari finalmente al dunque
Storia della Dance......................... pag 43
Un nuovo capitolo: il 1985
Classifiche..................................... pag 46
I dischi più venduti nelle ultime settimane
Recensioni..................................... pag 48
Le ultime uscite discografiche ascoltate per voi
Testo del mese.............................. pag 52
Le parole delle canzoni più ascoltate
On the Road.................................. pag 54
I concerti più interessanti del mese
Ai - Tek......................................... pag 68
Scopri tutti i segreti della Tecnologia
Notizie dal Web........................... pag 69
Le curiosità più interessanti dalla rete
Le risposte ai vostri dubbi............. pag 69
Il suggerimento che migliora la vita tecnologica
Botteghino..................................... pag 56
I film più visti negli ultimi giorni
News.............................................. pag 57
La Festa di Roma e molto altro
Recensioni..................................... pag 60
Il Gioco del mese.......................... pag 70
L’uscita più interessante
Spuntino........................................ pag 72
Come sorprendere in cucina col minimo sforzo
S.O.S. Cuoco................................. pag 73
Gli ultimi film usciti in sala visti per voi
Chef Mene dà una soluzione ai vostri problemi
culinari
Coming Soon................................. pag 63
DiAry............................................. pag 74
Casa arriverà a breve nei cinema
Telecomando................................. pag 64
Le ultime novità dal tubo catodico
Teledipendente............................. pag 66
Esilio finito: Daniele Luttazzi su La7
In bianco e nero......................... pag 67
La tv dei ricordi
FM................................................. pag 67
I programmi più belli da seguire in radio
Cosa accadeva nel mondo in questo mese
Cronache Marziane....................... pag 76
Notizie assurde ma realmente accadute
Mercatino...................................... pag 78
Curiosità, idee regalo, oggettistica varia
C’è post@ per Ary......................... pag 80
Vuoi raccontarci qualcosa, vuoi sfogarti o hai bisogno
di un buon consiglio? La nostra Ary ti da voce
Foto del Mese................................ pag 82
Il mondo raccontato per immagini
Eminem in Dvd
Release imperdibile il mese prossimo
Per il nuovo album bisognerà aspettare ancora
un po', ma Eminem ha deciso di tenere in caldo i
fan con un DVD che arriverà nei negozi a novembre. Il rapper di Detroit pubblicherà "Live
In New York City", resoconto del concerto svoltosi nel 2005 al Madison Square Garden di New
York. In occasione della release imminente, Eminem ha lasciato un post sul suo sito ufficiale:
"Per un po' non sono tornato in studio", si legge,
"Ho passato un periodo personale difficile, ma
ora sto meglio ed è bello ritrovare la creatività".
Dunque le recording session del seguito di
"Encore" potrebbero essere dietro l'angolo.
Pink Floyd da collezione
Nuovo inedito sodalizio artistico in vista
E’ stata annunciata la prossima pubblicazione di uno speciale cofanetto
dedicato ai Pink Floyd che pare destinato ai collezionisti più incalliti. Si
tratta di “Pink Floyd: mini-vinyl studio box set” (il titolo a quanto pare
non è definitivo), una raccolta in CD di tutti i dischi di studio della formazione britannica la cui peculiarità risiede nel fatto che ogni singolo CD è
la riproduzione esatta (copertina, adesivi, inserti) di quello che fu il corrispettivo su vinile. La raccolta contiene questi titoli: “The piper at the gates
of dawn”, “A saucerful of secrets”, “More”, “Ummagumma” (2CD),
“Atom heart mother”, “Meddle”, “Obscured by clouds”, “The dark side
of the Moon”, “Wish you were here”, “Animals”, “The wall” (2CD),
“The final cut”, “A momentary lapse of reason”, “The division bell”. Nel
cofanetto sarà incluso anche un DVD del quale per il momento non vi
sono particolari significativi. La pubblicazione dovrebbe avvenire alla fine
di novembre e pare che la tiratura sarà limitata a soli 10.000 esemplari.
Il Boss non è antiamericano
Stoici Linkin Park
"Non sono un antiamericano ma da quando
George W. Bush è al potere non ho mai cambiato
la mia posizione, che è
sempre stata fortemente
critica". Parola di Bruce
Springsteen, idolo del
rock identificato, spesso
erroneamente, come icona
dell'American dream. Tornato nei negozi da pochi
giorni con l'album
"Magic", il Boss ha nuovamente attaccato la gestione Bush criticando
soprattutto i metodi di
detenzione e sorveglianza
di Guantanamo e l'operato della Cia nella lotta al
terrorismo.
Spiacevole incidente durante un concerto per i Linkin Park. Chester Bennington, cantante della band
americana, si è rotto un braccio cadendo dal palco
durante uno show a Melbourne. In un momento
particolarmente concitato della performance, giunta al quarto pezzo, Chester ha saltato troppo il là
del consentito ed è caduto dal palco. La cosa sensazionale è che il cantante, nonostante la frattura, è
riuscito a portare a termine il concerto. Le date
internazionali del tour dei Linkin Park continueranno senza interruzioni.
Van Wood accusa i Coldplay
Ora voglio un milione di euro!
Conosciuto dai più come esperto di
oroscopi, ma con una carriera musicale alle spalle di tutto rispetto
(prima chitarrista di Carosone, poi
artista solista), Peter Van Wood ha
accusato i Coldplay di avergli
"rubato" una composizione poi diventata una hit mondiale: in particolare, l'eclettico musicista olandese ha
accusato la band inglese di aver trasformato la sua "Caviar and champagne", composta nell'ormai lontano
1982, nella fortunatissima "Clocks",
uno dei maggiori successi dei Coldplay, che ha venduto milioni di copie in tutto il mondo dalla sua uscita,
nel 2002, inclusa nel secondo
album del gruppo capitanato da
Chris Martin, "A rush of blood
to the head". All'altezza del
(supposto) plagio la richiesta di
risarcimento avanzata dal veterano (classe 1927) compositore:
Van Wood, riporta Tgcom.it,
esige ora la bellezza di un milione di euro.
Peter Van Wood, estroso chitarrista classe 1927, sbarcò in Italia
alla fine degli anni Cinquanta entrando nel trio di Renato Carosone (con
Gegè Di Giacomo alla batteria). Popolarissima diventò "Butta la chiave", un brano nel quale si rivolgeva
cantando a una donna che non voleva farlo entrare in casa e, con la chitarra, riproduceva le risposte di lei.
Alla fine degli anni Sessanta alla musica affiancò un'altra passione, quella
per l'astrologia, scrivendo rubriche e
oroscopi sui giornali più popolari
dell'epoca. Poi il recente successo
grazie alla partecipazione a "Quelli
che il calcio" con Fabio Fazio e Marino Bartoletti.
Un gravissimo lutto a colpito nelle
ultime ore la famiglia del popolarissimo cantautore Lorenzo Jovanotti. C’è
stato uno schianto mortale nel pomeriggio dello scorso 22 ottobre a Latina, dove un aereo ultraleggero è precipitato,
forse a causa del forte vento di tramontana.
Due le vittime: Bruno Bianchella, 37 anni,
pilota, e Umberto Cherubini, 45 anni, istruttore, fratello del cantante appunto. Era istruttore di volo presso la scuola "Touchandgo" di
Anguillara, vicino Roma.
Il noto rapper italiano Fabri Fibra
torna con un nuovo singolo dal titolo
'Bugiardo' che anticipa l'omonimo
album in uscita il 9 novembre. Provocatorio e paradossale come sempre,
Fabrizio Tarducci (questo il vero nome del
rapper di Senigallia) invita ancora una volta a
riflettere sulla realtà, alla sua maniera. Il
brano è prodotto e mixato da Big Fish e masterizzato da Marco Zangirolami. Fabri Fibra
cerca di bissare il successo ottenuto lo scorso
anno grazie al suo album “Tormento”, che lo
ha portato dal sottobosco musicale fino alle
prime posizioni delle classifiche di vendita.
Fino al 17 ottobre il video di “La
glaciazione”, primo brano estratto
dal nuovo attesissimo album della
band torinese, è stato in streaming
esclusivo sul profilo:
www.myspace.com/subsonica. Per la prima
volta, il lancio del nuovo video del fenomeno
di massa venerato dal grande pubblico, è
avvienuto sul web e non attraverso i consueti
canali televisivi.
Radiohead con il nuovo album solamente (per ora) in download, Charlatans anche. Ma per i Kaiser Chiefs
nessun disco da scaricare. Il gruppo
di Leeds, ancora non si comprende
bene se per contrastare la moda dilagante o
se per trovata pubblicitaria, ha deciso di vendere il nuovo singolo sì online, ma chi lo
ordinerà si vedrà recapitare un disco in vinile. E, in più, stavolta niente iTunes o negozi
digitali: il singolo, “Love is not a competition
(but I’m winning)”, potrà essere ordinato
esclusivamente sul website ufficiale dei
Chiefs, http://www.kaiserchiefs.co.uk.”Love
is not a competition” sarà l’ultima emissione
del 2007 del gruppo. E’ intanto quasi interamente all’insegna del “tutto esaurito” il tour
che la band intraprenderà in Gran Bretagna
nel corso dei mesi di novembre e dicembre.
In arrivo il best of delle Spice Girls
Nei negozi a partire dal 9 novembre
Raggiungerà i negozi di dischi il prossimo 9 novembre
il "Greatest hits" delle Spice
Girls: la raccolta dedicata
alla girl band appena riunitasi includerà anche i brani
inediti
"Voodoo"
e
"Headlines (Friendship never ends)", scelta dall'associazione benefica Children
In Need come colonna sonora della campagna 2007.
Il disco verrà reso disponibile anche sotto forma di
Cd + DVD (contenente
tutti i video abbinati ai bra-
ni) e box set comprendente - oltre ai supporti audio
e video - anche un Cd extra con le versioni remix
e karaoke dei brani, un
braccialetto e delle cartoline. La release anticipa di
circa un mese la partenza
del tour delle Spice Girls,
che prenderà il via il prossimo 2 dicembre da Vancouver. Una buona occasione per tutti i fan per
ripassare i vecchi successi
della band in vista degli
imminenti concerti.
Live Earth in DVD
Dal 20 novembre un cd+dvd con il meglio dell'evento del 7.7.07
Dal prossimo 20 novembre sarà disponibile
nei negozi "Live Earth: The Concerts for a
Climate in Crisis". Trattsi di 1 CD + 2 DVD
pubblicati dalla Warner Bros. che raccolgono il meglio del concerto-evento tenutosi lo
scorso 7 luglio in diversi paesi, promosso da
Al Gore per sensibilizzare la popolazione sui
problemi dell'ambiente.Il disco, che sarà disponibile in versione digitale dal 6 novembre, conterrà alcune delle performance più
significative tra le quali si contano quelle di
Madonna, Foo Fighters, Kelly Clarkson,
Keith Urban, Beastie Boys e Rihanna. L'album sarà anticipato dal singolo "Bleed It
Out" dei Linkin Park, che si sono esibiti a
Maduhari Messe in Giappone. I proventi otte- si occupa di informare sulla necessità sempre
nuti dalla vendita del disco andranno all'Allian- più imminente di sviluppare soluzioni per risolce For Climate Protection, un'associazione che vere il problema della crisi ambientale.
Vanilla Sky VS Rihanna
Sicuramente la canzone Umbrella di Rihanna
(interpretata in compagnia di Jay-Z) e' stato uno
dei grandi tormentoni musicali di quest'estate
2007. I romani Vanilla Sky, reduci dal buon successo
che
sta
avendo
l'album
"Changes" (trainato dall'ottimo singolo "Break
It Out") hanno deciso di rivedere (in chiave ovviamente piu' rock e aggressiva) il pezzo. Fino a
pochi giorni fa il pezzo era ascoltabile in streaming (e scaricabile in maniera gratuita) visitando
il loro myspace del gruppo. Ora l’esilarante video è sbarcato anche in tutte le tv musicali italiane.
Si tratta veramente di una rivoluzione del mercato
discografico e l’inizio della fine della grandi major
internazionali oppure si può prevedere che rimarrà,
almeno per il momento, un singolo episodio isolato?
Questo per ora forse è ancora un po’ troppo presto
per dirlo, certo che quando il segnale arriva da uno
dei gruppi più importanti e rappresentativi
dell’ultimo ventennio il piccolo campanello d’allarme
forse dovrebbe iniziare a diventare una rumorosissima sirena. Quante volte negli ultimi anni, anche sulle
stesse pagine di Andergraund, abbiamo parlato di
quanto il fenomeno internet stia diventando un aspetto niente affatto trascurabile per quanto riguarda
il mondo della musica e i canali alternativi di diffusione. Ormai si è liberi di ascoltare ciò che si vuole,
conoscere gruppi semisconosciuti dall’altra parte del
globo senza dover necessariamente dipendere da ciò
che i grandi network radiofonici o i canali televisivi
tematici decidono di farci ascoltare. E siamo veramente così lontani dal fatto di poter acquistare direttamente dal sito dell’artista i brani che ci interessano
che altrimenti, attraverso i canali di distribuzione
abituali, non riusciremmo mai a procurarci? Secondo
me non manca poi molto alla fine, e ribadisco, se un
gruppo potente e conosciuto in tutto il mondo come
i Radiohead, che potrebbe avere un mercato potenziale vastissimo, decide di poter fare a meno di un
contratto discografico, c’è da fare più che una riflessione approfondita. E lo dice una persona che venera ancora il disco in quanto oggetto da collezione da
conservare e custodire! Non potrei farne a meno,
ma questo è un altro discorso, e soprattutto non
voglio dilungarmi oltre su questi aspetti di fantamercato musicale che richiederebbero pagine e pagine di
discussione su un argomento talmente vasto, oltre
all’intervento dei rappresentanti delle diverse parti
interessate che in questa sede non abbiamo modo e
l’intenzione di sviluppare, ma che magari nei prossimi mesi riprenderemo con maggior calma e attenzione, in quanto i possibili scenari che si profilano
all’orizzonte sono veramente vastissimi.
Ma torniamo, anzi cominciamo ad occuparci in maniera seria dei Radiohead e del travagliato parto del
loro ultimo lavoro in studio dal titolo “In Rainbow”.
Partiamo come al solito con una carrellata veloce
sulla carriera del gruppo per poi arrivare fino ai giorni nostri. I Radiohead sono una delle maggiori rock
band britanniche, forse la più rappresentativa
dell’ultimo decennio, e si sono messi insieme nel
1986 con il nome originario di On a Friday. I componenti della band sono tutti musicisti provenienti
dall'Oxfordshire. Il primissimo nucleo della band è
composto da Thom Yorke, voce e leader induiscusso del gruppo e Colin Greenwood, compagni di
scuola alla Abingdon School di Oxford, una scuola
privata solo per maschi frequentata da tutti i futuri
cinque membri della band. Nel 1986 i due, insieme a
Ed O'Brien e Phil Selway, fondarono una band che
chiamarono "On a Friday" (in riferimento al giorno
della settimana in cui il gruppo si riuniva per le prove nell’aula di musica della scuola).m Ben presto,
entrò nel gruppo anche Jonny Greenwood, fratello
minore di Colin. Fu proprio l'ultimo arrivato a dare
al gruppo il valore aggiunto che serviva: Jonny sin
dall'infanzia aveva dimostrato un grande talento per
la musica, e già intorno ai 13 anni (età in cui iniziò a
gravitare intorno alla band del fratello e dei suoi
amici) sapeva suonare numerosi strumenti con versatilità, essendo il più musicalmente istruito del
gruppo. Il primo concerto della band si tenne alla
“Jericho Tavern” di Oxford nel 1986. Jonny Greenwood, all’inizio, suonava la tastiera ma in seguito
sarebbe diventato il lead guitarist della band. A differenza di molte altre college band, scioltesi con la
fine del periodo scolastico gli On A Friday decisero
di continuare a suonare insieme, riunendosi in tutte
le occasioni possibili per provare, nonostante molti
di loro si fossero allontanati da Oxford per motivi
di studio. Nel 1991, quando tutti i membri tranne
Jonny avevano completato i corsi universitari, gli
On a Friday si ricomposero, anche se per un breve
periodo il loro nome cambiò in "Shindig". La band
registrò dei demo tape, come Manic Hedgehog, e
incominciarono a suonare dal vivo attorno ad O-
xford, divenendo abbastanza famosi da apparire
sulla copertina del magazine locale di musica
"Curfew". Come aumentò il numero di concerti,
case discografiche e produttori incominciarono a
manifestare interesse su di loro. Nel 1991, dopo che
Yorke si fu laureato, gli On A Friday registrarono
un nuovo demo, omonimo, con tre canzoni nuove;
tra coloro che lo ascoltarono ci fu anche il produttore Chris Hufford, co-propietario dei "Courtyard
Studios" di Oxford, che assistette ad uno dei primi
concerti della band alla taverna "Jericho". Impressionato dalla band, produsse, insieme al suo partner
Bryce Edge, un nuovo demo tape e divenne con
quest’ultimo manager degli On a Friday. Ancora
oggi, sono i manager dei Radiohead. Nel frattempo,
grazie alla diffusione di Manic Hedgehog, la fama
degli On A Friday si era diffusa, così al concerto di
novembre furono numerosi i discografici presenti, e
nei giorni successivi all'esibizione il gruppo ricevette
numerose offerte di contratti. L'ebbe vinta la EMI,
con cui la band siglò nell’inverno del 1991 un contratto per la registrazione di sei album. Contratto
che nacque grazie ad un incontro fortuito fra Colin
Greenwood e Keith Wozencroft, il rappresentante
della casa discografica, al negozio di dischi dove il
bassista della band lavorava. Su richiesta della EMI,
la band cambiò il nome in Radiohead, inspirata dal
titolo di una canzone dell’album dei Talking Heads
intitolato True Stories. I Radiohead rilasciarono il loro
primo singolo, "Creep" nel 1992, tratto dall’album di
debutto Pablo Honey (1993). La canzone fu un inaspettato successo mondiale, e almeno all'inizio, la
band venne etichettata come una one-hit wonder.
L'album, seppur ben accolto negli Stati Uniti, passò
quasi inosservato in Inghilterra. Il successo in patria
arrivò solo con il secondo album, The Bends (1995),
che fece guadagnare alla band numerosi fans. La reputazione del gruppo crebbe ancor di più con l’uscita
del terzo album; caratterizzato da un suono più esteso
e dal tema ricorrente dell’alienazione moderna, OK
Computer (1997) è riconosciuto da diversi critici come una pietra miliare nella musica rock degli anni ‘90.
Con i loro due album Kid A (2000) e Amnesiac
(2001), usciti a distanza di soli otto mesi l'uno dall'altro, la popolarità dei Radiohead arrivò ai massimi livelli. Con questi dischi cambiò radicalmente lo stile
musicale, fortemente influenzato dalla musica classica
contemporanea, dal free jazz e dall'elettronica più
sperimentale. Il loro ultimo album, Hail to the Thief
(2003), caratterizzato da testi maggiormente rivolti
all'attualità; è sembrato mescolare influenze da tutta la
carriera della band.
E poi finalmente si arriva ai giorni nostri. A quattro
anni dall’ultimo album “Hail to the Thief” i Radiohead si sono trovati con un nuovo album praticamente pronto ma senza nessun contratto discografico, in quanto, scaduto quello che li legava alle EMI
per sei dischi, evidentemente non si sono trovate le
condizioni ideali per un rinnovo. A questo punto si
sono scatenate febbrili trattative con tutte le più
importanti major internazionali, ma nonostante le
numerose interessantissime offerte (chi non farebbe
carte false per annoverare i Radiohead nella propria
scuderia di artisti?) Tom Yorke e soci non hanno
trovato nessun contratto che facesse al caso loro. E
poi improvvisamente quando tutto sembrava bloccato, e l’uscita dell’album era data ormai per scontata il prossimo anno, ecco che i ragazzi di Oxford
hanno messo a punto il colpo che nessuno francamente si sarebbe mai aspettato. Lo scorso primo
Ottobre i Radiohead hanno comunicato ufficialmente che il nuovo album “In Rainbows” sarebbe
uscito il mercoledì successivo, ovvero il dieci ottobre! Soltanto online. Ebbene sì, con una mossa che
ha spiazzato tutti, i fan e soprattutto il mercato discografico Thom Yorke e soci hanno deciso di fare
da soli di tornare in modo assolutamente non convenzionale. Soltanto in un secondo tempo, a dicembre precisamente, il seguito di "Hail To The Thief",
arriverà fisicamente nelle case dei fan. Tuttavia si
tratterà di un formato deluxe, in doppio CD e vinile
1. Pablo Honey
(1993)
2. The Bends
(1995)
3. OK Compute
(1997)
4. Kid A
(2000)
5. Amnesiac
(2001)
6. Hail to the Thief
(2003)
7. In Rainbows
(2007)
e dunque assai dispendioso. L'album sarà in vendita
sul sito www.inrainbows.com in due formati, doppio vinile e doppio CD (chiamato Discobox), e digitale. Il Discobox del valore di 40 sterline sarà spedito il 3 dicembre, ma, al momento dell'acquisto, verrà fornito anche un link dove, dal 10 ottobre, sarà
scaricabile l'intero disco e la sua grafica. Questa terza opzione non ha un prezzo definito, infatti, cliccando sul box del prezzo, si viene invitati, incredibile ma vero, ad offrire una cifra a seconda delle proprie possibilità. Un dirigente discografico sentito da
"Time" ha ammesso d'essere rimasto choccato dalla
decisione dei Radiohead. "Suona come una campana a morto", ha detto. "Se uno dei migliori gruppi
del mondo decide di non aver più bisogno delle
etichette discografiche, temo che per noi sia rimasto
ben poco mercato".
Radiohead Ok Computer
1997
12
Capitol - EMI
Ecco la tracklist di "In Rainbows":
"15 Step"
"Bodysnatchers"
"Nude"
"Weird Fishes/Arpeggi"
"All I Need"
"Faust Arp"
"Reckoner"
"House of Cards"
"Jigsaw Falling Into Place"
"Videotape"
Airbag
Paranoid Android
Subterranean homesick alien
Exit music (for a film)
Let down
Karma police
Filter happier
Electioneering
Climbing up the walls
No surprises
Lucky
The tourist
“Ok Computer” è un album fondamentale nella storia
del rock non solo perchè destinato a entrare a far parte
a pieno titolo dei capolavori della musica contemporanea, ma anche perchè segna il punto di svolta decisivo
nella musica e nello stile dei Radiohead. Se infatti prima di “Ok Computer” sono piuttosto evidenti le influenze del post-punk e del brit-pop, questo album
possiamo dire che rappresenti uno spartiacque verso
sonorità decisamente più elettroniche e sperimentali,
evoluzione che sarà resa in maniera più compiuta a
partire dagli album successivi e in particolare in “Kid
A”. Quindi non si tratta di una cesura netta con il recente passato ma un graduale avvicinamento a stili sonori totalmente diversi da quelli quasi completamente
acustici che caratterizzavano il precedente "The
Bends". "Avevamo ascoltato Ennio Morricone, i Can e
un sacco di roba caratterizzata da un abuso di tecniche
di studio. Volevamo provare anche noi", spiegò all'epoca Thom Yorke. Il risultato è un album innovativo,
visionario, cupo, contraddistinto da atmosfere tristie
malinconiche e da un'avvolgente linea melodica. I Radiohead sono quindi riusciti perfettamente nell'impresa
di rifondare dalla base, attingendo dal passato, ma con
un occhio sempre rivolto alle avanguardie sonore fine
anni ‘90. I testi di “Ok Computer” sono stati esaminati
e studiati in diverse università prestigiose tanto moderne e complesse sono le tematiche affrontate. La sensibilità artistica e poetica di Yorke raggiunge qui la sua
piena maturità. Uno degli elementi di eccezionalità di
Ok Computer risiede nella sua impressionante capacità
di fondere in maniera perfetta testi e suoni. Il successo
è immediato: il disco balza in testa alle classifiche inglesi e in top ten in quelle americane. Poche sono le parole per definire questo terzo lavoro dei Radiohead: Capolavoro.
tanto in vhs, il prossimo 16 novembre uscirà in formato
dvd, impreziosita da quattro brani provati dalla band durante il soundcheck e da varie immagini inedite dal backstage.
In Italia il live è stato trasmesso per la prima volta circa dieci anni fa, infatti è stato il primissimo programma trasmesso
da MTV Italia nel lontano 1997. E’ considerato da gran
parte della critica e del pubblico una pietra miliare della musica degli anni novanta, grazie soprattutto all'intensa interpretazione di Kurt Cobain, indiscusso frontman e icona di
un’intera generazione. La bellezza, la sincerità e l'amore per
la musica di quel genere chiamato grunge, crocevia fondamentale per il rock dei '90, sono emersi chiaramente quando certi gruppi hanno tolto le distorsioni da brani diventati
famosi proprio per la loro fragorosità e incuria negli arrangiamenti e si sono trasfigurati in vere e proprie gemme capaci di trasmettere anche emozioni e sensazioni differenti.
E i Nirvana ci regalano una performance davvero entusiasmante, con una band in forma e un Cobain che, oltre a
cantare alla grande è disponibile perfino allo scherzo, cosa
non molto usuale conoscendo il carattere dell’artista. Straordinario, emozionate, viscerale, è uno show in cui Cobain ci
mette davvero tutta l'anima in quella musica, quella stessa
musica che è stata la sua gioia e il suo dolore, la sua cura e la
sua malattia, la sua vita e, purtroppo, la sua morte. Un documento preziosissimo, un oggetto che sicuramente non si
lasceranno sfuggire i fan di vecchia data dei Nirvana, ma
consigliatissimo anche tutti le nuove generazioni che magari conoscono il gruppo solo per la loro “immagine” e meno
per la loro musica.
Erano i primi anni Novanta. Ragazzi e ragazze
vestivano soltanto con anfibi, camicioni a quadri e
jeans rovinati. L’eco di Seattle era giunta ovunque
e la musica dei Nirvana imperversava. Alla fine del
1994 non c’era un adolescente che non avesse in
casa il cd dello storico concerto newyorkese della
band eseguto in esclusiva per il pubblico di Mtv.
“Unplugged in New York” è più di un album, è
uno status symbol: il tributo della cosiddetta Generazione X al suo eroe musicale. Il cd fu infatti il
primo lavoro postumo del gruppo: registrato il 18
novembre del 1993 venne pubblicato e messo in
commercio un anno dopo, a sei mesi dalla morte
di Kurt Cobain. I componenti della band sono
affiancati da Pat Smear, ex chitarrista dei Germs,
già aggiuntosi al gruppo in qualità di seconda chitarra a partire dal tour di "In Utero", e dalla violoncellista Lori Goldson. Il concerto vede i Nirvana rivisitare in chiave acustica alcuni loro grandi
successi, e cover di canzoni di vario genere, dai
Vaselines in "Jesus doesn't want me for a sunbeam" ai Leadbelly "in Where did you sleep last
night?", passando da David Bowie. In scaletta anche tre pezzi dei Meat Puppets, gruppo musicalemente ispiratore per Cobain, in cui i tre di Seattle
si fanno affiancare nell'esecuzione degli stessi fratelli Kirkwood, fondatori del gruppo. La registrazione video del concerto, disponibile finora sol-
Ecco la tracklist del DVD:
"About a Girl" - "Come As You Are" - "Jesus Doesn't
Want Me for a Sunbeam" - "The Man Who Sold the
World" - "Pennyroyal Tea" - "Dumb" - "Polly" - "On a
Plain" - "Something in the Way" - "Plateau" - "Oh Me" "Lake of Fire" - "All Apologies" - "Where Did You Sleep
Last Night"
Sentimenti contrastanti sono quelli con i quali i fan dei
R.E.M. accolgono questo primo cd dal vivo della storica formazione di Athens, uscito in tutti negozi nei
giorni scorsi. Gioia e soddisfazione perchè per la prima volta potranno avere a disposizione su cd alcuni
dei pezzi storici della band in versione dal vivo, delusione e tristezza perchè la notizia di questa release,
venuta fuori un po’ per caso negli ultimi mesi ha tanto
il sapore di un contentino dato ai fan in attesa febbrile
del nuovo album ormai da oltre tre anni, e il cui tempo
di lavorazione evidentemente si è prolungato un po’
più del previsto. I R.E.M. infatti stanno lavorando al
seguito di “Around The Sun” del 2004 ormai dallo
scorso gennaio e hanno già presentato dal vivo la maggior parte dei pezzi che saranno presenti nel prossimo
album, ancora senza nome, nel corso di cinque esclusivissime serate dal titolo “Working Reharsal” che si
sono tenute lo scorso luglio a Dublino. Sulla base di
queste informazioni in molti avevano quindi dato per
certa la release del nuovo album già per quest’autunno,
fino a che l’annuncio dell’uscita di questo live ha gelato un po’ gli animi dei numerosi fan sparsi in giro per
il mondo. Niente di tremendo comunque, qualche
piccolo ritardo è normale in queste cose, e tutto dunque rimandato, questa volta dovrebbe essere più che sicuro,
alla primavera del 2008. Guardando quindi le cose dal lato
positivo, va accolta con calore anche l’uscita di questo
“R.E.M. Live”, il primo live realizzato dopo 27 anni di carriera. In realtà dei dvd esistevano già, l’ultimo dal titolo
“Perfect Square” era uscito non molto tempo fa, e racchiudeva la registrazione di uno show tenuto n Germania durante il World Tour del 2003, però questa è la prima volta che
un intero concerto viene inciso anche su cd. In realtà Stipe e
soci nel corso degli anni non si erano mai dimostrati particolarmente interessati all’idea di pubblicare un disco dal vivo.
Infatti alle domande specifiche degli intervistatori sul tema
avevano sempre risposto di non essere troppo ansiosi di
pubblicare un live primo perchè i fan posseggono
un’enorme quantità di materiale dal vivo sotto forma di bootleg, e secondo perchè le versioni live di alcuni dei loro pez
zi più conosciuti erano già disponibili racchiuse
come b-sides all’interno di diversi singoli usciti nel
corso degli anni. In ogni caso questa rappresenta
anche una buona occasione per tutti quelli che magari non sono fan sfegatati dei R.E.M. di potersi
avvicinare per la prima volta alla loro dimensione
dal vivo, sicuramente uno degli ambiti della loro arte
in cui riescono ad offrire il meglio al pubblico.
L’album comprende 22 delle più famose e apprezzate canzoni del gruppo registrate lo scorso 27 febbraio 2005 al Point Theatre di Dublino durante il
tour di “Around the sun” e gli unici di quel periodo
ad essere ripresi da telecamere. Quindi, non quelli
dello scorso luglio, in cui la band aveva provato
all’Olympia Theater 11 canzoni nuove nel corso di 5
serate e di cui abbiamo parlato prima. L’album
(doppio) è anche accompagnato da un dvd che rac-
“I Took Your Name”
“So Fast, So Numb”
“Boy In The Well”
“Cuyahoga”
“Everybody Hurts”
"Electron Blue"
“Bad Day”
“Ascent Of Man”
chiude l’intero spettacolo con la regia del talentuoso
Blue Leach (già al lavoro con Depeche Mode e
Snow Patrol), che ha fatto un lavoro veramente
spettacolare. La tracklist è abbastanza buona, però a
mio modo di vedere, sicuramente non una delle migliori di quel tour. E’ vero che i pezzi storici come
“Losing My Religion”, “Imitation of Life”, “Leaving
New York”, “Man on The Moon”, “The Great Beyond”, “Everybody Hurts” ecc... non mancano, però a mio modo di vedere si è indugiato un po’ sui
brani dell’ultimo disco trascurandone alcuni secondo me irrinunciabili (basta pensare che manca
“Daysleeper” per capire cosa intendo dire...). Comunque, sviste a parte, sicuramente si tratta di un
ottimo lavoro, emozionante e coinvolgente. Da
comprare o regalare a tutti gli amanti della buona
musica.
“Great Beyond”
“Leaving New York”
“Orange Crush”
“I Wanted To Be Wrong”
“Final Straw”
“Imitation Of Life”
“The One I Love”
“Walk Unafraid”
“Losing My Religion”
“What's The Frequency,
Kenneth?”
“Drive”
“(Don't Go Back To) Rockville”
“I'm Gonna DJ”
“Man On The Moon"
Sesta Puntata
Intervista a cura di: Chef Mene
Testi: Bugs!
Se chiudete gli occhi per un momento e provate ad ascoltare un pezzo dei Queen interpretato dal vivo da loro, sicuramente rimarrete
senza parole di fronte alla perfezione dell’interpretazione e alla bravura dei musicisti. Se non si è particolarmente attenti o degli espertissimi cultori della musica dei Queen, il rischio di non riconoscere che
si tratti di una cover è dietro l’angolo. Se poi si aprono gli occhi e si
dà un’occhiata a cosa succede sul palco l’impatto è ancora più forte.
Per un attimo ci si sente disorientati e si arriva a pensare che quello
sul palco sia realmente Freddie Mercury. E credetemi non sto esagerando... La prima volta che li ho visti dal vivo sono rimasto letteralmente a bocca aperta di fronte a una tale somiglianza, non solo fisica, ma anche nella voce, nelle movenze, nei gesti e nei costumi. Si
capisce subito quanto lavoro e quante ore di studio ci siano dietro un
esibizione della Merqury Band, questo il loro nome, cover band dei
Queen che dal 2001 gira ininterrottamente per l’Italia portando i
suoi sensazionali spettacoli sui palchi dei locali e delle piazze di mezzo paese. E non solo, ultimamente sono riusciti nell’impresa di esportare i loro live anche oltre i confini italiani. Ma procediamo con
ordine.
Nel 1997 Ferdinando Altavilla, sicuramente il maggior interprete della musica del grandissimo Freddie Mercury che abbiamo in Italia,
incontra Fabrizio Palermo e Danny Conizzoli, che all’epoca suonavano già insieme, e decidono di trovarsi occasionalmente per fare delle
serate insieme. Ad accomunare i tre musicisti, naturalmente, non ci
sarebbe nemmeno bisogno di dirlo, una grandissima passione per la
musica dei Queen. Nasce così un sodalizio artistico che culmina nel
2001 con la formazione definitiva e ufficiale della Merqury Band. Al
progetto prendono parte anche il chitarrista Cristian Comizzoli e il
batterista Marco Ferranti. Il 15 novembre al Propaganda di Milano si
tiene il primo concerto ufficiale della neonata formazione.
Da quel momento in poi la strada è sempre stata in
discesa. Il gruppo si è creato una certa popolarità
nell’ambiente, e da allora ad oggi hanno eseguito
centinaia di spettacoli in Italia e all’estero. La particolarità che contraddistingue la Merqury Band dalle
altre cover band in circolazione è sicuramente, come già accennato, la grandissima fedeltà con la quale sono in grado di riprodurre situazioni e atmosfere
tipiche dei live dei Queen, oltre alla bravura dei musicisti, tutti artisti con diversi anni di esperienza alle
spalle, anche con cantanti di fama nazionale. La
caratteristica peculiare è sicuramente la cura, oserei
dire quasi maniacale, dei particolari, in tutto, non
solo per quanto riguarda l’esibizione in sé (musica,
voce, movenze, somiglianza fisica), ma anche per
quanto riguarda gli altri aspetti della performance
come le scenografie (tutte disegnate dallo stesso
Ferdinando, che nella vita è scenografo) e i costumi.
Nonostante l’abbandono del gruppo nel 2005 di
Fabrizio Palermo, che ha deciso di intraprendere
altre strade sempre rimanendo nell’ambiente musicale, la voglia di dare sempre di più del gruppo non
si è fermata, e qualche mese fa, dopo anni di duro
lavoro, è nato lo spettacolo teatrale “Queen are the
Champions”, nel quale attraverso i racconti e la musica ripercorrono tutta la gloriosa carriera di Mercury e soci, dagli inizi fino alla scomparsa di Freddy
e oltre. Insomma, un gruppo tutto da scoprire, e di
cui non aggiungiamo altro per non anticipare troppo delle cose di cui Ferdinando ci ha parlato
nell’interessantissima e dettagliatissima intervista
che avuto la gentilezza di rilasciarci. Per questo un
ringraziamento enorme naturalmente va a lui e a
tutta la band, oltre che alla signora Angela che ha
trovato il tempo per noi e ha reso possibile questo
articolo. Grazie di cuore!
A tutti i lettori, invece, come solito, appuntamento
al prossimo mese!
Come è nata la tua passione per i "Queen"? A che età hai cominciato ad ascoltarli? Hai mai visto il gruppo dal vivo? C'è
una loro canzone che ami in particolare?
La mia passione per i "Queen" è nata da ragazzino, ascoltavo quasi
tutta la musica rock, successivamente il mio interesse si è fatto più
forte verso questo gruppo in particolare. Sono più di vent'anni ormai
che ascolto le canzoni di questo gruppo e anche più recentemente,
dopo la scomparsa di Freddie Mercury, la mia passione per la band
inglese non è mai calata. Ho assistito ben sedici volte alle performance live dei "Queen", partecipai anche al mitico concerto al
"Wembley Stadium" nel 1986! Oggi per me è praticamente impossibile raccontare le emozioni di allora, l'evento fu reso particolare grazie alla cornice di gente che vi prese parte, non fu solo lo spettacolo
stesso ad essere un'emozione unica, anche tutte le fasi di preparazione al di fuori dello stadio e nelle vicinanze, fatte da parte del pubblico, furono incredibili! Mi ricordo che io stesso, con il mio gruppo di
amici, decisi di dormire in una tenda al di fuori dello stadio! Più recentemente, ho assistito al tour dei "Queen" avvenuto nel 2005, li ho
inseguiti con lo stesso entusiasmo di quando ero più giovane ed è
stato sensazionale per me, vedere che la gente ha fatto lo stesso, capendo la voglia di continuare a suonare di Brian May, che mantiene
viva la band legata al suo più ben noto personaggio. Una loro canzone che amo in particolare? Sarebbe banale dirti tutte, vista la mia
passione per il piano, strumento che prediligo suonare, ti posso dire
"Bohemian Rhapsody", brano che 1975 portò alla ribalta il gruppo
inglese anche per l'originalità del video. Ultimamente ho trovato
molto interessanti i nuovi pezzi proposti dalla band e tra le mie
"nuove" canzoni preferite c'è sicuramente "Wilderness" di Brian
May.
Ti sei accorto da subito della tua sbalorditiva somiglianza con
l'artista inglese, oppure è frutto di un percorso che è avvenuto
in seguito ad una passione condivisa con gli altri membri della
band?
La mia somiglianza con Freddie Mercury, è nata con il tempo e tengo precisare che non mai utilizzato metodi artificiali per assomigliarli
di più. E' nato quasi tutto per scherzo, la gente mi fermava per strada e mi ferma tutt'ora dicendomi: "Sai che somigli a…". Una delle
mie caratteristiche principali che ha dato il via al mio aspetto così
simile a quello del cantante inglese, sono senz'altro i denti sporgenti,
poi ho lasciato crescere il baffo ed infine la mia rotondità della faccia, hanno reso il mio aspetto vicino a quello del personaggio che
interpreto.
Il tutto è avvenuto un po' per caso, così che non posso definirlo un
percorso, sicuramente la passione per la musica dei "Queen" che c'è
tra me e i membri della band ha fatto il resto e non era nei miei progetti cercare componenti del gruppo che somigliassero agli originali.
Come cantante, come è stato il tuo esordio nel mondo della
musica? Hai sempre ricoperto il ruolo di Freddie?
I miei esordi nel mondo della musica, probabilmente sono lontani
da quello che le persone potrebbero immaginare conoscendomi.
Sono un grande estimatore di Claudio Baglioni e Renato Zero: le
mie prime serate come cantante sono stati dei tributi per questi due
grandi ed intramontabili musicisti italiani. Poi ho avuto un'evoluzione musicale, scegliendo di cantare in inglese, appassionandomi sempre di più ad Elton John e George Michael, tra l'altro anch'essi coinvolti in qualche modo con le vicende dei "Queen".
Chi è Ferdinando Altavilla quando scende dal Danny e Christian Connizzoli, li ho trovati musicalmente interessanti ed ho cominciato a seguirli, fino a
palco?
quando è nata la nostra collaborazione reciproca.
Ottima domanda direi…
Ero molto entusiasta per il loro metodo di suonare e
Innanzitutto ci tengo a precisare che ci sono "due"
ho subito pensato che potevano essere loro le perFerdinando: l'interprete ed il comune mortale. Come
sone più appropriate per il mio tipo di spettacoli. Le
interprete sono Ferdy, salgo sul palco e per passione
prime ospitate ci hanno dato da subito ragione, raccanto le canzoni dei "Queen". Ultimamente non mi
cogliendo le grazie del pubblico. Abbiamo cominpiace quando la gente mi chiama Freddie, perché io
ciato suonando musica rock, fino ad arrivare poi a
non voglio essere solo un sosia, la mia interpretazioconcentrarci solo sui "Queen".
ne va ben oltre che la semplice imitazione di un perL'abbandono da parte di Fabrizio Palermo ha sicusonaggio. Per me questo significa mischiare la mia
ramente modificato il nostro aspetto musicale e tecimmagine di "attore" con quella della mia vita di
nico. E' stata una scelta ben precisa non rimpiazzare
tutti i giorni.
il nostro bassista con un'altra persona, il non arrivo
D'altro canto, come comune mortale, sono semplidi un quinto componente, ha fatto si che la nostra
cemente Ferdinando Altavilla, un anonimo disegnaband sia più somigliante all'originale: infatti i
tore di Video Games, il mio lavoro ufficiale. Nel"Queen" erano composti da quattro elementi. Tuttal'ambiente musicale sono anche noto come scenovia non posso nascondere che musicalmente parlangrafo, anche se il mio nome risuona molto di più
do abbiamo perso leggermente un po' di qualità: il
come interprete. Ultimamente mi occupo a 360°
nostro gruppo è formato da un batterista e due chidella band in quanto scenografo, anche se prima mi
tarristi, quest'ultimi si devono alternare nei pezzi di
dividevo con altri gruppi musicali. Ho una piccola
basso e non avendo le appropriate conoscenze tecazienda a Verona, dove nascono tutte le scenografie
niche, forse alcuni passaggi non sono proprio tra i
per i miei spettacoli: sono tutte frutto della mia fanmigliori.
tasia, così come il nostro logo che ho voluto riportare anche sulla nostra batteria.
Per quanto sia forte la vostra passione per i
"Queen", non vi sarebbe piaciuto creare qualPrima di fondare la "Merqury Band", ognuno
cosa per conto vostro?
di voi aveva già un certo tipo di carriera alle
spalle. Come vi siete incontrati? Come è nata Ultimamente stiamo lavorando a nuovi pezzi che
l'idea di creare una cover-band? Cosa è cambia- vorremmo inserire nei nostri spettacoli in modo
to nel gruppo dopo l'abbandono di un compo- sempre più costante. Recentemente ne abbiamo
inseriti due a metà spettacolo, una sorta di omaggio
nente importante come Fabrizio Palermo?
alla grande musica dei "Queen" che noi riproponiaCi siamo incontrati parecchio tempo fa e come ben
mo, con delle nostre versioni a volte rivisitate. Non
sottolinei nella domanda, tutti noi avevamo già un
posso nasconderti l'idea che tra uno o due anni ci
bel ruolo nel mondo della musica. Ognuno dei comvedrà cambiare verve, utilizzando nelle nostre perponenti era più o meno per i fatti suoi, ci esibivamo
formance live che proponiamo, sempre più musica
cantando per conto proprio nei nostri gruppi.
nostra.
Un giorno mi sono imbattuto nel duo formato da
Come "Merqury Band" non avete pubblicato nessun ormai da diversi anni.
Non avendo più la possibilità di incrementare la nostra quodisco, come mai questa scelta?
ta di fan in Italia, che ormai ha raggiunto un certo livello di
Pubblicare un disco come tributo è un qualcosa che esiste
stabilità per quanto riguarda anche la nostra presenza nei
già. La nostra idea di cover-band è di diffondere tra la gente
locali, è una delle ultime sfide per far giungere la nostra pouna passione ed un interesse per quello che era la musica
polarità anche nei paesi esteri, che ultimamente da timida
dei "Queen" in modo che si possa riavvicinare agli originali.
presenza, si sta sempre più rinforzando. Lo show in se che
Come "Merqury Band", ci piacerebbe pubblicare qualcosa
proponiamo nei teatri italiani, sono una sorta di prove per
di nostro che sentiamo nostro!!! I nuovi brani a cui stiamo
quello che poi sarà in effetti la nostra esibizione in tour per
lavorando e come ti ho già detto che saranno inseriti seml'Europa.
pre più nei nostri spettacoli, sono già in via di registrazione
L'idea principale è quella di creare un tour supportato da
presso la S.I.A.E.
tecnici, scenografi e una struttura di persone che ci possa
supportare nei nostri spostamenti, con mezzi di trasporto
Sappiamo però che ora è in lavorazione il DVD con la
che riportino anche il nostro logo disegnato. L'effetto sceniregistrazione di "Queen are the Champions", al quale
co che speriamo di raggiungere e dal quale ci stiamo ispiranabbiamo assistito, e che vi è costato anni di duro lavodo, è l'evento che ha caratterizzato la carriera musicale dei
ro.
"Queen": il loro concerto vestiti completamente di bianco,
Come mai avete fatto questa scelta? Vuoi raccontare ai
tenutosi al "Metropolitan Opera" di New York. Lo spettanostri lettori cosa ha di particolare questo progetto?
colo stesso che vogliamo proporre è qualcosa che dovrà
Siete soddisfatti del risultato?
essere eccezionale per i fan che ci seguiranno in questa imLo spettacolo teatrale di "Queen are the Champions" è un presa ambiziosa.
progetto veramente ambizioso alla quale stiamo lavorando
Ferdinando, tu sei considerato sicuramente il
miglior sosia ed interprete del mitico Freddie
Mercury in Italia, come studi il personaggio per
poi risultare così fedele all'originale? Una curiosità: dove trovi i tuoi numerosi abiti di scena
che sono identici a quelli utilizzati da Freddie?
Il mio non è esattamente uno studio sul personaggio
che imito. Io mi definirei più volentieri come interprete, ossia un attore sul palco, non mi sento esattamente un sosia perché la mia somiglianza con Freddie Mercury è frutto del caso.
Io stesso sono un fan dei "Queen", per questo mi è
così "naturale" l'interpretazione che eseguo, successivamente per motivi legati di più alla professionalità, mi sono dovuto dedicare ad uno studio maniacale di alcuni particolari ed aspetti che voglio trasmettere al pubblico che mi guarda. Freddie è un tipo
particolare e molti dei suoi aspetti ho imparato ad
imitarli grazie ai suoi video che molte volte sono più
che pazzeschi!
I costumi di scena??? Si potrebbe scrivere un libro
su come sono nati!
Agli inizi della mia carriera come Ferdy, eravamo io
e la mia ragazza i creatori e disegnatori dei costumi
di scena che utilizzavo per i miei spettacoli. Ci aiutavamo con giornali specializzati per le ricerche dei
tagli più adatti e consultavamo migliaia di foto e
video dei "Queen" per essere più fedeli possibile agli
originali. Per me non era sufficiente indossare un
giubbino giallo e un paio di Adidas per somigliare a
Freddie Mercury, data la mia meticolosità ero io
l'addetto alla macchina da cucire, credo che questo
sia un gran scoop per "Andergr@und Mag@zine"!!!
Successivamente le cose cominciarono ad ingrandirsi, così decidemmo di avvalerci della collaborazione
di una nostra grande amica costumista: Anna Trevisan, soprannominata da tutti noi "Mosley", come la
vera costumista di Freddie.
Durante le tue performance live, traspare chiaramente al pubblico che la tua esibizione va ben
oltre l'imitazione di un personaggio. Quali sono
le emozioni che provi durante l'impersonificazione dell'artista inglese?
Le emozioni che provo sul palco, sono quelle che
Ferdinando sente imitando Freddie Mercury!!! Durante le mie performance poi, sicuramente anche il
pubblico con il suo interesse che dimostra con gli
applausi, mi gratifica e mi emoziona allo stesso tempo. L'impersonificazione dell'artista inglese è senz'altro un ruolo di grande responsabilità, che cerco
sempre di onorare nel migliore dei modi, dando
sempre il massimo di me stesso, meritandomi come
interprete la mia buona parte di applausi.
Forse non tutti sanno, perché la differenza è impercettibile, che la colonna sonora di uno spot pubblicitario della Q8 è una vostra cover del brano "I
want it all": è particolare come scelta, come mai è
stata usata al posto del brano originale?
L'agenzia incaricata dello spot pubblicitario aveva chiesto ai "Queen" la possibilità di utilizzare il brano originale, per un'offerta che probabilmente non è stata accettata. Nonostante ciò i "Queen" decisero di firmare una
liberatoria per permettere l'utilizzo di una versione cover
del brano "I want it all". A questo puntò partì una specie
di concorso che vide coinvolte tutte le cover e tribute
band dei "Queen" in Italia. Tutti parteciparono ai provini e tutte le versioni cantate dai gruppi furono registrate,
compresa la nostra. Non fu mai ufficializzato quale brano fosse stato utilizzato tra quelli interpretati, così ogni
band cominciò a dire e scrivere che si trattasse del suo.
Attualmente noi siamo ancora sotto contratto con l'agenzia e con la stessa Q8 che ce lo ha anche rinnovato
per il prossimo anno. Sinceramente posso dirti che nello
spot trasmesso in televisione riconosco la mia voce, perché io conosco la mia voce mentre canto!!!
La tua notorietà è strettamente dipendente a quella
di un grandissimo e compianto musicista. Quanto
sei grato a Freddie per il successo ottenuto? Vuoi
lanciare un messaggio ai tuoi fan e a tutti quelli dei
"Queen"?
Io sono e sarò sempre grato per l'immagine regalatomi
da Madre Natura.
E' bello essere fermati per strada e sentirsi dire che il
proprio aspetto sia simile, e in alcuni particolari, uguale a
quello di un grandissimo personaggio del mondo della
musica come lo è stato Freddie Mercury. Anche a lui
sono e sarò sempre grato per la notorietà che ho raggiunto e conquistato, al quale dedico molti degli applausi
e gratificazioni che ricevo nei miei spettacoli.
Magari un giorno la "Merqury Band" non ci sarà più, ma
il nostro spirito sarà comunque lo stesso di chi ha voglia
di fare musica.
Ai nostri fan chiedo di non smettere mai di ascoltare i
"Queen" perché sono un gruppo che è saputo entrare
nel mondo della musica lasciando un segno indelebile
nella storia, mentre spero che i fan dei "Queen" apprezzino i nostri innumerevoli sforzi per far rivivere la gloria
di un gruppo musicale che non è mai tramontato nel
tempo!
Un grosso in bocca al lupo per la vostra rivista!
Per saperne di più sulla Merqury Band:
www.merquryband.it
www.myspace.com/merquryband
Queen Live at Wembley Stadium
2003 (doppio cd)
13 + 15
EMI Records
CD1
1. One vision
2. Tie your mother down
3. In the lap of the gods
4. Seven seas of Rhye
5. Tear it up
6. A kind of magic
7. Under pressure
8. Another one bites the dust
9. Who wants to live forever?
10. I want to break free
11. Impromptu
12. Brighton rock solo
13. Now I’m here
CD2
1. Love of my life
2. Is this the world we created?
3. (you're so square) baby I don't care
4. Hello Mary Lou (goodbye heart)
5. Tutti frutti
6. Gimme some lovin’
7. Bohemian rhapsody
8. Hammer to fall
9. Crazy little thing called love
10. Big spender
11. Radio ga ga
12. We will rock you
13. Friends will be friends
14. We are the champions
15. God save the Queen
Live at Wembley '86 è sicuramente uno dei live più
conosciuti e apprezzati dei Queen, distribuito originariamente su vhs, ne è uscita successivamente una versione in un dvd e una versione audio su doppio CD. Il
concerto è stato registrato dal vivo allo stadio di Wembley di Londra per l’appunto, il 12 luglio 1986 durante
una tappa del tour europeo fatto della band prima
dell’uscita di “A Kind of Magic”, pubblicato per la prima volta il 2 giugno 1992. È davanti ad una cornice di
migliaia di fan entusiasti, che non nascondono la loro
passione per il gruppo e l’eccitazione per
l’indimenticabile spettacolo, che Mercury, May, Deacon e Taylor danno il meglio di loro stessi sfoderando i
loro ferri del mestiere: il risultato è rimasto nel cuore di
tutti coloro che vi assistettero dal vivo e anche di chi lo
vide in televisione. Album in realtà postumo, in quanto
uscito un anno dopo la morte di Freddy Mercury, il
Live at Wembley riesce a cancellare i ricordi di un periodo non troppo luminoso costellato di critiche per
alcuni album precedenti e facendo balzare alle stelle il
successo iniziato a maturare solo negli ultimi tempi.
Proprio con Wembley i Queen si consacrano ufficialmente come band culto in Europa ma non solo, anche
in America latina e in Giappone. Ciò che gli impedisce
di diventare una band mondiale è la popolarità al massimo discreta negli USA, un mercato dove i Queen non
riuscirono mai a sfondare sul serio. Due dischi per un
totale di quasi due ore di pura musica Queen ininterrotta, in un’atmosfera live grandiosa e con una pulizia
sonora impeccabile. Setlist che spazia attraverso l’intera
storia dei Queen, accostando ai consueti classici dei
Queen, come la onnipresente We Will Rock You, anche brani meno famosi come Big Spender o Tear it up.
Le novità più gradite sono forse le inedite cover come
Tutti frutti, un tributo al rock’n’roll anni ’50 che Mercury interpreta magistralmente. Merita un encomio
anche la tenacia mostrata dal gruppo nel giungere a
fine concerto ignorando la stanchezza che sul finire
inizia a sentirsi, soprattutto nella voce di Mercury che
ha dato tutto per ciascuno dei minuti del live. Intenso,
adrenalinico, imperdibile. Nella storia del rock!
Ormai manca davvero poco: “Unbreakable”, il
nuovo album dei Backstreet Boys, in Italia sarà
nei negozi a partire dal 26 ottobre. Inutile stare a
ripetere i soliti dati (75 milioni di copie dei loro
CD venduti nel mondo, e così via), tanto i loro
fan ben li conoscono. Anticipato dal singolo
“Inconsolable”, ballata al pianoforte che promette di spezzare molti cuori, il disco rappresenta un
vero e proprio punto di svolta nella carriera di
una delle boyband più famose e longeve della
storia della musica pop. Infatti si tratta del primo
disco registrato senza l’apporto di Kevin Richardson, uno dei due componenti fondamentali del
gruppo che insieme al cugino Brian Littrell, entrambi di Lexington, nel Kentucky, cominciò a
cantare fin da bambino; si esibirono nei cori parrocchiali e nei vari festival di paese dove fanno
doo-wop e cavalcano la nuova ondata r'n'b iniziata dai Boyz II Men, fino all’incontro con gli
altri tre del gruppo, conosciuti a Orlando, in Florida, con i quali decisero di formare un quintetto.
E così, dopo 10 anni di carriera, ha deciso di abbandonare il gruppo, per dedicarsi n maniera seria a progetti alternativi. Se si tratta di un abbandono momentaneo o
definitivo ancora non si sa, probabilmente dipenderà
dall’esito dei suoi progetti da solista; qualcosa ci fa sospettare però, visto l’esito degli esperimenti degli altri componenti del gruppo, che ben presto Kevin tornerà a divertirsi coi
suoi vecchi compagni di gioco. Il cantante ha dato l'annuncio con un messaggio ufficiale rivolto ai fan: "Me ne vado
per seguire altri progetti", si legge "E' stata una decisione
difficile ma necessaria per aprire un nuovo capitolo della
mia vita". Archiviato il colpo dell’inaspettata decisione del
compagno di viaggio, Nick Carter, Howie Dorough, Brian
Littrell e AJ McLean hanno ripreso in quattro il loro cammino e finalmente escono con il loro nuovo album, successore di “Never gone” del 2005, che sarà disponibile sia in
versione standard sia deluxe; quest’ultima contiene due brani in più, “Downpour” e “In pieces”. La notizia della release di “Unbreakable” è stata rivelata da Nick Carter nel blog
della band su myspace. "So che è molto tempo che non ci
facciamo sentire", ha detto il cantante, "Ma fidatevi di me, il
nuovo disco è fantastico; non possiamo dire molto
ma abbiamo è la cosa migliore che abbiamo mai fatto". Per questo nuovo, attesissimo album, i Backstreet Boys si sono avvalsi di collaborazioni prestigiose.
Hanno infatti lavorato con John Shanks (Ashley
Simpson e Sheryl Crow), E-Man, Rob Wells e Billy
Man (Pink). Si tratta di un ritorno alle origini per il suono del gruppo: come confessano gli stessi boys infatti, dopo la parentesi
“rock” di "Never Gone", hanno sentito la
necessità di tornare al sound di
“Millennium”: un mix perfetto di pop-rock,
r'n'b e dance. Vedremo se questo ritorno ad
uno stile più “boyband” sarà accolto con
entusiasmo dal pubblico, che, nonostante le
vendite discrete, non aveva decretato un
successo stratosferico al precedente "Never
Gone", che aveva segnato il loro ritorno
sulle scene dopo una lunga pausa.
Nel frattempo anche i cugini dei Backstreet
Boys, i Take That sono tornati in queste
ultime settimane a farsi sentire: in attesa del
loro eventuale nuovo album infatti, sono in
radio e in rotazione nelle televisioni musicali con un nuovo pezzo inedito. Si tratta di
"Rule the world", una canzone che i TT
hanno assemblato per la colonna sonora
del film "Stardust" i cui attori principali
sono Robert De Niro, Sienna Miller e Michelle Pfeiffer. Il ritrovato gruppo, tornato
al successo lo scorso anno con l'album
"Beautiful world", eseguirà il brano ai Na-
tional Movie Awards che si svolgeranno il prossimo
28 settembre alla Royal Festival Hall di Londra.
"Rule the world" sarà regolarmente pubblicata nel
prossimo ottobre: dal 19 come download, dal 22
come CD. Non resta che attendere anche il loro
nuovo album allora!
primo estratto, e anche dei singoli successivi, tra
cui per esempio ricordiamo lo scatenato “Hard to
Beat”, ha avuto una discreta fortuna un po’ ovunque; il disco infatti ha venduto quasi un milione di copie soltanto nel Regno Unito.
Ora i quattro ragazzi inglesi cercano di bissare il
successo del lavoro d’esordio con un nuovissimo
album che sarà in vendita in tutti i negozi a partire
dal prossimo 28 settembre, dal titolo "Once Upon A Time In The West". La stampa britannica
ha già definito "Once Upon A Time In the West"
un album dal grande sound con un potenziale che
attirerà l'attenzione sia di chi ama i Clash sia di
coloro che seguono la musica dance e il fatto che
proprio in questi giorni il disco debutta direttamente al Numero Uno degli album più venduti in
UK testimonia che anche il pubblico la pensa allo
stesso modo. "Suburban Knights", il primo singolo, è in radio da noi solo da poche settimane ma
già si sta muovendo bene ed è già ben programmato in molte emittenti radiofoniche, così come il
video che lo accompagna, già in high rotation
nella playlist di MTV e di tutti i canali musicali
satellitari. La band è attesa a breve in Italia per
alcuni importanti appuntamenti promozionali.
Alzi la mano chi non si ricorda degli Hard-Fi! Magari
il nome adesso come adesso non vi dice niente eppure si tratta di storia recente: sarà infatti passato
meno di un annetto e mezzo da quando questi quattro sconosciuti, che hanno interamente registrato e
prodotto il loro primo album all’interno della cantina
di una cantina, hanno conquistato il mondo e le classifiche di mezza Europa con una canzone rock molto commerciale e piacevole, che parlava di un banco-
mat! Sì, proprio ad un bancomat, con tanto di geniale video ambientato all’interno della famosa macchinetta, un mondo immaginario che ricordava tanto
una piccola miniera, con carrellni adibiti al trasporto
di contante e piccoli omini addetti alla stampa delle
banconote. Adesso cominciate a ricordarvi qualcosa
vero!? “Cash Machine” è stato un grande successo,
che ha anticipato l’uscita del primo disco degli HardFi “Stars of CCTV”, che grazie alla spinta del suo
Il titolo dell’album, “Blackout” è un’evidente
richiamo all’invito a bloccare la negatività al
fine di farsi trasportare dal coinvolgente e vorticoso sound del disco, abbracciando pienamente la vita. La cover del nuovo album è una
rielaborazione grafica del singolo di lancio del
disco,"Gimme more", con un tocco di colore
digitale e di motivi molto anni 60. Di sicuro la
Spears non appare al meglio di sé, c'è solo da
sperare che i contenuti siano migliori dell'aspetto e che anche questo nuovo lavoro della
cantante americana possa essere all'altezza dei
precedenti. In realtà, a proposito, il “Times”
riferisce d’avere avuto in esclusiva mondiale la
prima copia di “Blackout”, il nuovo album di
Britney Spears. Il quotidiano londinese, dopo
una introduzione in cui il recensore Pete Paphides ripercorre le tappe del cammino di Brit,
passa ad una veloce (probabilmente il giornale
era in chiusura) analisi del disco. Questi i punti
forse più interessanti. “Su ‘Why should I be
sad’, scritta da Pharrell Williams, ed invero anche su parecchie delle canzoni che precedono il
pezzo, quella di Britney è una presenza incorporea; la sua voce, ‘trattata’ pesantemente, è
sospesa in un’aria viziata e ghiacciata di accordi
minimi. Se si deve dire la verità, certi pezzi non
sarebbero parsi troppo differenti se la sua parte
vocale fosse stata completamente cancellata.
(…) ‘Perfect lover’ e ‘Toy soldier’ sono semplicemente due dei pezzi più meravigliosamente
strani ad essere usciti quest’anno su qualsiasi
disco; sono degli esercizi sonici che si assumono molti rischi e che, fino ad ora, mai si erano
agganciati ad un album di Britney Spears”. Voto: 4/5. Niente male tutto sommato!
A causa delle numerose anticipazioni musicali apparse su Internet, con canzoni diffuse illegalmente online, la data di uscita del nuovo album di Britney Spears, "Blackout", è stata anticipata a fine ottobre (in
Italia sarà venerdì 26), due settimane prima della
data originalmente fissata. Negli ultimi tempi erano
circolati online vari provini dell'album, canzoni incomplete che però hanno costretto i discografici
della Jive Records ad anticipare la pubblicazione.
Intanto si continua a parlare della Britney "privata".
Si spererebbe così di riuscire a parlare di musica e
dimenticare per qualche settimana le vicende private
c riguardanti la reginetta del pop che hanno rempito
le pagine dei giornaletti scandalistici negli ultimi mesi. Dall’improvviso taglio di capelli all’infinita vicenda del divorzio con l’ex marito Kevin Federline, per
arrivare alla recente battaglia per l’affidamento dei
figli della coppia. Evidentemente ci illudevamo: E’
notizia delle ultime ore il nuovo gossip circolato su
Britney: la popstar avrebbe chiesto, probabilmente
per scherzo, di fare la barista al Viceroy Hotel in
California. Ma il posto le sarebbe stato negato. In
effetti non sembrerebbe proprio un lavoro adatto
per una persona che, per ordine del giudice, deve
stare lontana il più possibile dagli alcolici. Realizzato
al fianco di produttori ed autori di primo livello, il
risultato sonoro di “Blackout” è un misto di arrangiamenti futuristici con un’evidente strizzata
d’occhio anche alla musica di affinità dance del passato (in particolare agli anni 90). Il primo singolo
“Gimme More”, prodotto da Nate “Danja” Hills
(Nelly Furtado e Timbaland)svetta in USA: entrato
oggi nella TOP 5 di BILLBOARD, si è anche guadagnato il primo posto della classifica dei singoli di
iTunes. Risultati di questa portata non si ottenevano
dall’uscita di “Baby One More Time”. All’interno
dell’album vi sono brani del calibro di “Heaven on
Earth” prodotto dai promettenti Freescha e Kara
DioGuardi che si sono già fatti conoscere grazie a
“Walk Away” di Kelly Clarkson.
1. Gimme More
7. Freakshow
2. Piece of MeIl
8. Toy Soldier
3. Radar
9. Hot As Ice
4. Break The Ice
10.Ooh Ooh Baby
5. Heaven On Earth
11.Perfect Lover
6. Get Naked (I Got A Plan)
12. Why Should I Be Sad
In una tua intervista dici che le tue canzoni il più delle volte sono
autobiografiche, in un tuo testo del nuovo album scrivi: “I never left
bridges behind me, always moving on” (Non ho mai lasciato ponti
dietro di me, sono sempre andato avanti), quale sarà il tuo prossimo
ponte da passare?
E’ interessante che tu abbia scelto questo testo. I ponti sono buoni per
due motivi: Andare avanti o tornare indietro. Con la coscienza di poter
tornare indietro un uomo può lavorare duro per un futuro successo. Inconsciamente il ponte che proverò a passare prossimamente è
tornare sul palco con i China all’età di 45 anni. E una volta detto sì
per qualcosa non sarà mai nella mia mente correre indietro per salvarmi
nel altro lato del ponte.
(da Anderview, Andergraund n.8)
Lavorare ancora con questo gruppo di persone sembra molto naturale, non
abbiamo pressioni e questo
ci aiuta a trovare le cose
divertenti.
Nell’ultima intervista che ci hai rilasciato, hai parlato della tua sfida personale di suonare ancora con i
“China” durante un tour estivo. Puoi
raccontarci questa tua esperienza personale?
Approfittiamo di questa pagina per un piccolo aggiornamento sui progetti di un’artista che a noi sta
molto a cuore. Vi ricordate tutti di Eric St. Michaels, che qualche mese fa si è prestato a fare da cavia
per la prima puntata della nostra rubrica Anderview? Evidentemente ci siamo portati fortuna a vicenda. Lui a noi perchè la rubrica che ha tenuto a
battesimo sta avendo un grande successo e ottimi
riscontri da parte di voi lettori. Ma anche noi magari
abbiamo portato un po’ di fortuna a lui! Infatti, è
proprio in quell’intervista che Eric ci aveva anticipato dell’imminente reunion col suo storico gruppo, i
China, ai quali si sarebbe unito per un tour estivo.
Evidentemente le cose devono essere andate parti-
colarmente bene, tanto qualche settimana fa, imbattendoci nel loro myspace, abbiamo appreso con
piacere che sta per uscire un nuovo album firmato
China, dal titolo “Rock Never Dies”. Così non abbiamo potuto fare a meno di ricontattarlo per farci
spiegare come sono le andate e com’è stato tornare
a suonare dopo anni con il gruppo che più di tutti lo
ha lanciato, e ci ha raccontato diverse cose interessanti. Comunque se vi siete persi la prima parte della storia e volete tornare ad approfondirla, trovate
tutto, articolo e intervista sul numero 8 di Andergraund, disponibile nella sezione arretrati del sito,
oppure direttamente nella sezione Anderview raggiungibile dal menù principale.
Beh, voltarsi indietro non è poi così spaventoso dopo tutto.
Ho preso lezioni di canto insieme ad un istruttore, che mi
aiutasse a ritrovare la mia voce di una volta e ho cominciato
a giocare a tennis, così da poter correre per tutto il palco! I
fan ci hanno aiutato molto, sostenendoci e acclamandoci in
fronte a noi. Non abbiamo avuto la possibilità di pianificare
al meglio i nostri concerti, così abbiamo suonato al massimo per 60 minuti soltanto.
Il prossimo anno pianificheremo al meglio gli eventi, così
avrò molto lavoro da svolgere per essere pronto per questi.
Parlaci di “Rock Never
Dies!” (Il Rock Non
Muore Mai!): di che tipo
di album si tratta? E’ un
ritorno al rock sound
tipico dei “China”? Cosa
c’è di nuovo rispetto al
passato?
Rock Never Dies è soltanto il nome del tour. In un certo senso un motto. Non è il
titolo di un album. Ho iniziato ad usare questa frase per
descrivere il perché sia possibile fare musica di nuovo insieme. Le cose si ripetono, le mode ritornano.
Sento che questo sia il momento giusto. Con rispetto al
passato, penso che non vogliamo perdere i nostri vecchi
fan, ma abbiamo bisogno di raggiungere un pubblico nuovo. Penso che le nostre cose “nuove” avranno l’effetto desiderato.
Progetti futuri: state programmando come “China”
Sappiamo che state lavorando insieme per un nuovo altre date dal vivo? Possiamo pensare a una riunione
album. Come è nata l’idea e come è stato lavorare di definitiva?
nuovo insieme dopo così tanti anni?
Siamo tutti d’accordo di non fermarci questa volta. Stiamo
Un nuovo album ha bisogno di canzoni, così dopo le prime valutando proposte a non finire per concerti futuri. Per il
prove abbiamo cominciato a suonare in giro e Claudio ha momento stiamo cavalcando un’onda di entusiasmo e queavuto alcune buone idee, che abbiamo potuto tutti provare. sta è la cosa migliore che ci potesse accadere.
Abbiamo preparato tre nuove canzoni per i nostri show dal Ci sarà molto da aspettarsi dalla band più che mai.
vivo e sono in ascolto anche sulle pagine del nostro MySpace all’indirizzo: myspace.com/chinamusic.
Tu Eric, stai progettando nuovi album come solista?
L’idea è quella di continuare insieme adesso, preparando un
No, penso che posso lavorare meglio in una band.
intero album. Abbiamo avuto un riscontro positivo a partire dai fan per quanto riguarda le nostre nuove canzoni e
Bene, allora grazie ancora e in bocca al lupo per tutto.
questo è stato un fattore motivante.
Era scomparso dalla circolazione mentre la sua dolce passato, e che svuotando case abbandonate raccoglie
metà (Ambra Angiolini, of course) guadagnava primi oggetti che raccontano delle storie e diventano man
mano le sue memorie. All’epoca non avevo neppure completato la prima canzone, ‘Ferro e cartone’ appunto. Ma da lì in poi i due lavori sono
proceduti in parallelo, culminando in due progetti collegati: undici sono le canzoni e anche i
capitoli del ‘romanzo’. Ho preso in mano la penna perché pensavo che fuori dalla gabbia di una
canzone di tre minuti, lontano dalle costrizioni
della metrica e della rima avrei avuto più libertà.
Pensavo anche che, senza metterci di mezzo la
mia faccia e la mia voce, avrei potuto nascondermi più facilmente. E invece non è stato così:
tutti hanno cominciato a prendere per confessioni autobiografiche quel che ho scritto, persino Ambra ne è rimasta turbata e mi ha chiesto
se davvero sto così male! E’ stata una sorpresa
anche per me, in verità e lo sarà per la mia famiglia…Ma questa non è la mia storia personale:
anche se nel libro emergono le mie inquietudini,
le mie zone d’ombra, il mio caos interiore, la mia
piani e lodi sperticate nel ruolo di attrice emergente e tensione continua tra due poli opposti, la famiglia
di bella ragazza pensante. Ma non è che in questi due come luogo a cui ritornare e la voglia di scappare.
anni di esilio volontario abbia pensato soltanto a fare Per questo in fondo al disco ho messo un pezzo
il papà e il casalingo, Francesco Renga: che infatti come ‘Dove finisce il mare’: volevo lasciare un mestorna di gran carica con, in rapida sequenza, un libro saggio di speranza, alla fine”. Giura che non ritenterà
(“Come mi viene – vite di ferro e cartone”, esordio l’esperimento, Francesco, ma intanto ammette che il
“letterario” che Feltrinelli pubblica il 4 ottobre), un libro “è stata l’occasione per fare un passo avanti,
disco (il quarto da solista, “Ferro e cartone”, nei ne- per raccontarmi in maniera diversa dal solito. Un
gozi il 12 dello stesso mese) e un concerto “evento” rischio, mi rendo conto, perché il mio mestiere è di
(al DatchForum di Assago, il 4 dicembre) preparato- fare il cantante. Persino lo scrivere canzoni è venuto
rio di un tour che avrà luogo nei primi mesi di conseguenza, come compendio all’espressività
dell’anno prossimo: tre momenti legati da un pensie- della voce”. Una voce che in “Ferro e cartone” si
circonda di suoni nuovi,
ro unico, da un intimo rap“internazionali”: completato
porto e un’ispirazione coil lavoro di preproduzione a
mune, anche se all’autore
Milano, Renga ha raggiunto
non piace usare il desueto
a San Francisco Corrado
termine di “concept”. “Non
Rustici, incaricato della prolo è, perché quando ho iniduzione. Come Ligabue
ziato il viaggio che mi ha
("che mi ha fregato il vocal
portato fin qui non sapevo
trainer...", scherza), come i
dove sarei andato a finire.
Negramaro (“che però sono
Non c’era nulla di calcolato
arrivati da lui dopo di me,
e preordinato, quando sono
anche se il loro disco è usciandato dall’editore, ormai
to prima”). “Corrado, per
quasi tre anni fa, avevo in
me, è il miglior produttore
testa poche idee e confuse:
italiano”, spiega Francesco
la storia di un uomo che si
ai giornalisti di Rockol.
lascia alle spalle ricordi e
“Forse l’unico, anzi, perché gli altri si limitano a
fare gli arrangiatori. Quando mi ha chiesto cosa
volessi da lui non sapevo cosa rispondergli. Ci ho
pensato su e gli ho chiesto di aiutarmi a fare un
disco maturo, da quarantenne, che rispettasse la
mia dignità artistica. Mi ha subito proposto di rinunciare all’orchestra, proprio a me che avevo vinto Sanremo! Mi ha insegnato che è meglio suggerire che spiegare tutto all’ascoltatore, così abbiamo
lavorato con musicisti veri (tutti stranieri, ndr). Pochi strumenti e poche take. Rustici è anche riuscito
a dare un suono diverso alla mia vocalità molto
italiana, rispettosa della tradizione del Bel Canto. In
pezzi come ‘Preda dei venti’ non ho rinunciato al
fraseggio virtuosistico, ma grazie a lui ho evitato
l’enfasi un po’ tronfia che avevano certe mie cose
del passato. Corrado salirà sul palco anche a Milano, e sarà un bel regalo perché mi ha aiutato a rielaborare in maniera nuova anche il mio vecchio repertorio”. Qualcosa dei Timoria, magari, oggi che il
gruppo non c’è più e certe ruggini sono acqua passata? “Ce ne sarebbero di belle cose da riprendere…Ma no, non l’ho mai fatto e non lo farò neanche questa volta, mi metterebbe in imbarazzo e ne
sarei persino un po’ timoroso. Però ho ascoltato il
box uscito da poco e devo dire che sono orgoglioso di quel periodo, a parte certe mie foto oscene
che ci sono nel libretto.. Al di là delle stonature e
degli strumenti scordati, in quei dischi c’era
l’energia irripetibile dei vent’anni. Magari tradotte
male per inesperienza, c’erano idee fresche e nuove. E anche come cantante penso di avere aperto
una strada per gente come Giordano dei Negramaro e Francesco de Le Vibrazioni: nessuno, prima,
usava quel modo di spiegare la voce…Giordano,
per esempio, è uno che sa cantare, peccato che i
Negramaro non si siano presi il tempo necessario
per pubblicare il nuovo disco: dentro ci sono delle
belle cose ma l’hanno dovuto fare in fretta e si sente”. Lui non ha avuto questo problema: “No, ci sto
attento perché sono convinto che la crisi del mercato discografico sia una crisi creativa. La gente è
semplicemente stufa di dischi brutti, in cui i pezzi
buoni sono uno o due. Volevo fare un album che
reggesse dall’inizio alla fine. Che suonasse vero,
che facesse capire la fatica, il sudore, le emozioni e
le motivazioni che ci stanno dietro”. Tra queste
anche una rinnovata religiosità con cui, dice, “ho
ricominciato a fare i conti da quando sono nati i
miei figli e ho cantato ‘Angelo’. Nel libretto del cd
cito un verso dal Vangelo secondo Luca, scoperto
accompagnando un giorno mio padre alla messa.
‘Sapete giudicare l’aspetto della terra e del cielo,
come mai questo tempo non sapete giudicarlo? E
perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?’
Non ho mai sentito niente di più lucido, forte e
rivoluzionario, in tempi di confusione politica e
morale come questi”.
E '
l'anno di
Madonna,
impossibile negarlo, con 6 hit nella classifica dei primi 100 singoli
più venduti diventa la "Regina"
d e l l a
Dance anni '80... eccoli in ordine:
Into the groove - Gambler - Crazy for you - Dress
you up - Like a virgin, e Material girl. Parlare di Madonna è fuori dalla mia portata, ma comunque gli è
dovuto il massimo rispetto. Un'artista che negli anni
ha fatto moda, spettacolo, animazione, forse in maniera un po' stravagante, ma da sempre ha piazzato il
brano giusto al momento giusto, con grinta da vendere non ha avuto tempo per arrendersi di fronte
alle critiche, alle reazione negative di qualcuno che
considerava la sua immagine un'oltraggio. Una grande carriera che gli ha permesso di creare un piccolo
impero economico anche a chi gli ha dato fiducia sin
dai primi dischi (un Dj che risponde al nome di Jellybean Benitez). I Duran Duran continuano la loro
ascesa con A view to a kill, e fanno un tentativo parallelo sotto il nome di Arcadia che riesce anche bene (7° posto). Si sentono già rumori di fondo che
danno i Duran Duran sciolti... ma nessuno ci crede.
Al contrario, i Band AID rappresentano l'unione
artistica e la sensibilità umana verso i bambini di
tutto il mondo che stanno soffrendo. L'intero ricavato di Do they know it's Christmas? infatti, ha l'intento di alleviare queste sofferenze. Voi, a suo tempo,
lo avevate comprato ? Evviva l'Italia... che ci regala
ancora grandi successi. I Righeira piazzano l'ultimo
brano della loro storia con L'estate stà finendo, un
saluto alla stagione che ha loro portato tanta fortuna
anni prima con Vamos a la playa. Clamoroso il successo ottenuto da Baltimora con la sua Tarzan boy, e
finalmente arriva la consacrazione di Martinelli, un'ottimo compositore di musica Dance che fino a
questo momento aveva lavorato molto, senza ottenere la giusta ricompensa, arrivata, quasi come una
fiaba, con Cinderella. Chi lavora molto e bene, è
invece il nostro Claudio Cecchetto che continua a
piazzare sue produzioni come Taffy, Tipinifini e
Sandy Marton, quest'ultimo ottiene la più alta posizione con Camel by camel (29°). Ma è con grande
entusiasmo (ecco un'altro mio preferito) che mi accingo ad annunciare l'entrata in classifica di Den
Harrow, che ci regala due splendidi brani quali Future brain e Mad desire. Per l'Italia insomma, una buona annata anche questa volta. Dall'estero arriva "il
massacro". Partiamo con i Simple minds un gruppo
che fino a questo momento poco aveva a che fare
con il mondo della Disco Music, ma riscuotono talmente tanto successo che i Dee Jay sono costretti ad
inserirli nelle scalette musicali, e i ragazzi ballano
sulle note di "Don't you" e Alive and kicking. Come
al solito autori estranei al mondo della Dance si ritrovano a fare i conti con questo pubblico, è il caso
di Sting con If you love somebody e di Phil Collins
Sussudio, Tina Turner con We don't need another
hero, Grace Jones con Slave to the rhythm, Bryan
Ferry con Slave to love e Huey Lewis & the News
con The power of love. Ma chi puo' godere di un
grande successo sono i Dead or Alive con You spin
me round e Lover come back to me, i Simply red
con l'elegantissima Moneys too tight, così come i
Tears for Fears che piazzano due favolose hit Shout
e Everybody wants to rule the world. Chi si riconferma a pieni voti è Howard Jones ormai un veterano
della Dance, con Things can only get better e Look
mama, forse i suoi ultimi successi. Una meteora invece è King con Alone without you e Love and pride, brani comunque rimasti nella memoria dei frequentatori di discoteche nel 1985.
Ma le vere sorprese arrivano
dal
nordeuropa: una è
Sandra con Maria Magdalena e
In the heat of
the night, e i
Modern Talking
con Chery chery
lady e You're
my heart you're
my soul. Il resto degli occupanti della classficia di vendita
del 1985 sono degni di essere menzionati, qualcuno lascia
solo un gran bel ricordo, e qualcun'altro continua la sua
carriera in modo più o meno brillante, comunque da riascoltare e riballare sono: 19 di Paul Hardcastle, Ghostbusters- Ray Parker jr., The neverending story - Limahl (ex
leader dei Kajagoogoo)Last Christmas - Wham!, (un gruppo
destinato a lasciare un gran bel ricordo negli anno '80),
Rock me Amadeus - Falco (un gradito ritorno di un re della
Dance dei primi anni '80), Samurai Michael Cretu
(produttore di Sandra e degli Enigma che scopriremo poi),
Live is life - Opus, Girl's got a brand new toy - T.X.T.,
Johnny come home - Fine Young Cannibals, One night in
Bangkok - Murray Head (ex Abba), P.Machinery - Propaganda, Imagination - Belouis Some, The riddle - Nik Kershaw, Don't mess with doctor dream - Thompson Twins,
Square rooms - Al Corley, Clouds across the moon - Rah
Band, Endicott - Kid Creole & the Coconuts, e scusate se è
poco. Insomma il 1985 vede come grande protagonista la
musica Dance e le discoteche, ma attenzione, perché da
adesso in poi vedremo un netto cambiamento nel genere
Dance Music. Avendo consensi cosi' clamorosi da parte del
pubblico, nasce dentro l'animo ambizioso di tanti ragazzi, la
voglia di "provarci". Molti Dee Jay di talento e non spingono i produttori discografici a produrre brani creati da loro.
E grazie alla una genialità e ad un orecchio musicale innato,
per alcuni, è il momento di uscire dalla nicchia e di sfondare
nel grande mondo dello spettacolo. Sta' per nascere la
"House Music".
FERRO E CARTONE - Francesco Renga - (Mercury) Universal
NOMADI - Nomadi & Omnia Symphony Orch. - (Atlantic) W.M.I.
MAGIC -Bruce Springsteen - (Columbia) Sony BMG
HIGH SCHOOL MUSICAL 2 - Soundtrack - (Walt Disney) EMI
TODAVIA - Mina - (PDU/Epic) Sony BMG
ALL THE LOST SOULS - James Blunt - (Atlantic) W.M.I.
Grandissima performance per Francesco Renga
che con il suo nuovo album “Ferro e Cartone”
entra in classifica direttamente al primo posto
scalzando un mostro sacro come Bruce Springsteen, spinto al terzo
posto anche grazie al
supporto di uno storico
gruppo italiano, i Nomadi, che con il loro album
orchestrale si piazzano
direttamente sul secondo
gradino del podio. Una
bella rivincita per la musica italiana!
NON SIAMO SOLI - Ramazzotti & Martin - (Ariola) Sony BMG
1973 - James Blunt - (Atlantic) W.M.I.
VASCO EXTENDED PLAY - Vasco Rossi - (Capitol) EMI
KINGDOM - Dave Gahan - (Virgin) EMI
DO IT WELL - Jennifer Lopez - (Epic) Sony BMG
DOMO MIA - Tazenda & Ramazzotti - (Radiorama) Deltadischi
PAVAROTTI FOREVER - Luciano Pavarotti - (Decca) Universal
SHUT UP AND DRIVE - Rihanna (Def Jam) - Universal
PAPITO - Miguel Bosé - (Carosello) W.M.I.
LOVE TODAY - Mika - (Island) Universal
SCREAM - Tokio Hotel - (Island) Universal
INCONSOLABLE - Backstreet Boys - (Jive) Sony BMG
VICKY LOVE - Biagio Antonacci - (Iris) Universal
INTO THE NIGHT - Santana - (Arista) Sony BMG
R.E.M. LIVE - R.E.M. - (Warner Bros) W.M.I.
MONSOON - Tokio Hotel - (Island) Universal
SONGS OF MASS DESTRUCTION - Annie Lennox - (RCA) Sony
ALLEVI LIVE - Giovanni Allevi - (Ricordi) Sony BMG
LIFELINE - Ben Harper & The Innocent Criminals - (Virgin) EMI
Si piazza direttamente in
prima posizione della
single chart l’inedita collaborazione tra Eros Ramazzotti e Ricky Martin
col singolo “Non Siamo
Soli”
BEAUTIFUL GIRLS - Sean Kingston - (Beluga Heights) Sony BMG
HEY THERE DELILAH - Plain White T'S - (EMI)
DAMELA Sì - Anamor - (A&A Entertainment) Universal
INTO THE WILD - Eddie Vedder - (J Records) Sony BMG
THE SINGLES COLLECTION - Vasco Rossi - (Capitol) EMI
KILL TO GET CRIMSON - Mark Knopfler - (Mercury) Universal
RELAX, TAKE IT EASY - Mika - (Island) Universal
THE NIGHTFLY - Vari - (RCA) Sony BMG
WHEN YOU'RE GONE - Avril Lavigne - (RCA) Sony BMG
BRAVE - Jennifer Lopez - (Epic) Sony BMG
DO IT - Nelly Furtado - (Geffen) Universal
LA FINESTRA - Negramaro - (Sugar) W.M.I.
VOCI SU VOCI - Studio 3 - (New Music) Edel
DYLAN - Bob Dylan - (Columbia) Sony BMG
DENTRO ME TI SCRIVO - Mango - (Columbia) Sony BMG
Dopo oltre cinque anni dall’ormai classico “The
Rising”, un disco interamente pervaso dalle ombre dell’11 settembre, finalmente il Boss torna al
rock e lo fa nel modo in cui gli riesce meglio, ovvero avvalendosi del supporto e della collaborazione dell’inossidabile E Street Band. Non è più
tempo di sperimentare, per questo c’è stato tempo negli ultimi cinque anni (ricordiamo che tra i
due dischi con la E Street Band, sono passati un
disco totalmente acustico, Devils and Dust, e un
album dal sapore decisamente country-folk, , oltre a diversi live). Ora è arrivato il momento per
tornare a divertirsi e a farlo nel modo più tradizionale possibile. Per questo in Magic ritroviamo i
suoni classici che hanno caratterizzato la produzione springsteeniana fin dai primi album della
sua carriera. Niente di rivoluzionario o innovativo
quindi, ma una buona raccolta di pezzi rock, tanta chitarra, qualche assolo di sassofono e spazio
ai sentimenti. Le ombre degli attentati dell’11
settembre ormai sono dissolte e si può tornare a
tematiche più classiche come l’amore. Forse il
disco manca un po’ di quella grinta che avrebbe
valorizzato il lavoro, ma va bene anche così. Ottimo il primo estratto Radio Nowhere, potente energico, graffiante. Ci piace.
Il fatto che l’album dei Radiohead sia uscito solo
su internet e dei vari discorsi connessi (ne abbiamo parlato anche noi, gli spunti di riflessione sono
troppo ghiotti) ha dato sì grande rilevanza
all’uscita del disco, d’altro canto però, rischia di
offuscare la notizia sicuramente più rilevante: ovvero, finalmente è uscito il nuovo disco dei Radiohead! Un album molto atteso da tutti, dai fan, che
da anni aspettano il seguito di Hail to the Tief;
Magic
Bruce Springsteen
Columbia - Sony
11 + 1
In Rainbows
Radiohead
Autoprodotto
10
Echoes, Silence...
Foo Fighters
RCA Records
12
Nuovo album per i Foo Fighters ma solito vecchio
dilemma: ritorno ai vecchi fasti rock dei primi
album o definitiva virata verso suoni e atmosfere
più acustiche e mature? Nell’indecisione Dave
Grohl e soci rimandano nuovamente la scelta definitiva e sfornano un album che si piazza a metà,
con l’intenzione di accontentare tutti, ma che forse entusiasmerà in pochi. Attenzione: Echoes,
Silence, Patience & Grace non è un cattivo lavoro, semplicemente presenta uno schema prevedibile e fin troppo simile a quello degli ultimi lavori
della band. Un singolone perfetto, potente, energico, adrenalinico, e una raccolta di brani che si
susseguono uno dopo l’altro in maniera piuttosto
uniforme, senza sorprese o scossoni, tutti caratterizzati da un inizio lento e acustico e da un finale più elettrico e tirato. Un paio di sorprese arri-
dagli addetti ai lavori, perchè sicuramente è una
delle uscite più interessanti dell’anno, ma anche
dai comuni fruitori di musica in quanto i Radiohead sono uno dei gruppi che suscitano maggior
curiosità e fascino. Infatti sono stati capaci negli
anni di passare con disinvoltura da un onesto britpop ad un rock più visionario e psichedelico, fino
agli esperimenti con l’elettronica che hanno caratterizzato gli ultimi lavori. Quest’ultima fase in particolare, per ora sembra essersi conclusa. La batteria di Phil Salway è tornata protagonista in un
album dai toni fortemente acustici e malinconici.
Nonostante l’anima casereccia, gli arrangiamenti
sono ricchi e la produzione poco invadente e molto ben curata. Un ritorno al pop classico, un pop
con la p maiuscola, con importanti venature rock;
emozionale e intimo, che conferma la forma straordinaria di un gruppo ancora molto brillante.
Once Upon a time..
Hard-Fi
Necessary Records
11
vano solo alla fine del disco: in “Status” un Dave
Grohl stranamente popeggiante si destreggia tra
pianoforte e arrangiamenti orchestrali in un atmosfera leggera e spensierata, mentre in
“Home”, ballata per voce e piano, è l’intensità
dell’interpretazione a sbalordire l’ascoltatore.
Semplicemente emozionante. Un buon disco, ma
quel qualcosa in più che ci aspettavamo e non è
arrivato rappresenta un punto a suo sfavore.
Per una volta la critica sembra stranamente unanime sul giudizio da attribuire a questa seconda
prova degli Hard-Fi: ovvero loro sono (cito testualmente due degli aggettivi più ricorrenti) dei
ruffiani e dei furbetti. In effetti non si può non
essere almeno in parte d’accordo. Senza evitare
di essere drastici o cattivi, il lavoro tutto sommato
è fresco e piacevole, ma l’appunto più evidente
che va fatto agli Hard-Fi e che visto il buon suc-
cesso del loro primo Stars of CCTV, che presentava diversi spunti interessanti, si siano chiusi in
studio con lo scopo di creare un album decisamente radio friendly, cercando di imitare i singoli
che ne hanno decretato il suo successo, producendo bombe ad alto potenziale commerciale.
Quindi non mi sento nè di promuovere, nè categoricamente di bocciare questo Once upon a
Time in the West. Il problema è che il gruppo si è
posto in maniera molto pericolosa su un confine
tra indie-rock e pop rock da classifica, e questo
alone di ambiguità impedisce al disco di decollare
in maniera decisiva. Una raccolta di pezzi che risultano un po’ troppo studiati e plasticosi, ma comunque ascoltabili. Un buon sottofondo per una
serata tra amici ma niente di più. Per essere ricordati nel mondo della musica occorre più coraggio.
Sorpresa sorpresa, questa volta il ribelle e chiaccheratissimo Pete Doherty ha messo la testa a posto,
almeno musicalmente parlando, e ha sfornato un
album che ha spiazzato un po’ tutti: intenso, maturo, emozionante, piacevole. Prima annotazione, i
pezzi sono molto meno rumorosi del solito, molto
più classici, puliti negli arrangiamenti; in una parola
belli, e molto vari tra di loro. Percorrendo la tracklist
le atmosfere cambiano piuttosto frequentemente: si
passa dal tipico indie-rock di “Carry on up the Morning” al rock classico del piacevolissimo singolo
“Delivery”, passando per le atmosfrere più spensierate di “You Talk”, per il punk di “Side of the road”
fino al blues di “Crumb Begging”; non mancano poi
le struggenti ballatone rock lente ed emozionanti.
Insomma, un disco molto vario, con un paio di pezzi
più in stile Libertines, ma in generale un album mol-
to rilassato e rilassante, a tratti malinconico e un po’
cupo (influisce su questo l’autobiograficità dei testi).
Un album che ci ha veramente stupiti, in cui un Pete
Doherty in splendida forma da veramente il meglio
di sé. Un lavoro profondo e melodioso, di una poesia che stupisce, lieve e sognante. Che altro si può
aggiungere su un disco del genere? Forse i vecchi
fan dei Libertrines delle origini si sentiranno un po’
traditi da questo nuovo Doherty, ma a noi piace un
sacco. Andate avanti su questa strada!
In Italia le radio stanno iniziando ora a trasmettere
uno dei lori pezzi dal titolo “Hey There Delilah”, romanticissima ballata per voce e chitarra che sicuramente ha il merito di averli portati sotto i riflettori
anche qui in Italia. In realtà quel pezzo, ormai vecchiotto (risale infatti ad un paio d’anni fa e nel Regno Unito all’epoca è stato un vero e proprio tormentone), che sicuramente spopolerà anche da noi,
ci dà il la per parlare del nuovo album dei Plain White T’s, questo il loro nome, dal titolo “Every Second
Shotter’s Nation
Babyshambles
Regal - EMI
12
Every Second Counts
Plain White T’s
Hollywood/Disney
12
Salmon Dance
Chemical Brothers
Dom & Nic
Hourglass
Dave Gahan
Mute - Virgin
10
Dave Gahan è in pausa dai Depeche Mode e ne approfitta per dar sfogo alla sua creatività, forse un
pelo repressa nella band in cui canta da oltre 25
anni. In realtà sappiamo bene che i malumori degli
ultimi anni sono stati proprio determinati da Martin
Gore, accusato da Gahan di non lasciare spazio alle
idee degli altri. E così il buon David, dopo Paper
Monsters ci riprova con questo Hourglass
(clessidra), realizzato proprio in combutta con i due
turnisti che hanno accompagnato i Depeche nel
lungo tour mondiale dello scorso anno, ovvero Christian Eigner (batteria) e Andrew Phillpott (chitarra).
Hourglass è un buon disco, piacevole, con alcune
punte davvero di buon livello. Il problema è che
suona come un disco dei Depeche Mode senza arrivare mai alle vette di un disco dei Depeche Mode.
Seppure molto meglio di Paper Monsters (è meno
Counts”. Se avete in testa “Hey There Delilah” dimenticatevela, accantonatela, perchè non è la chiave giusta per capire il genere dei PWT’s; il loro suono infatti è piuttosto diverso: un rock piuttosto melodico e popeggiante, molto tendente all’emo, allegro e spensierato che poco ha a che vedere con le
atmosfere cupe e malinconiche di Delilah. Chitarre
elettriche, basso e batteria, ritmo e vivacità, motivetti accattivanti che entrano in testa dal primo ascolto e rallegrano la giornata. Un bel disco elettro
pop, niente di particolarmente impegnato e impegnativo, semplicemente una raccolta ci canzoni allegre, fresche e divertenti, un album particolarmente
estivo nonostante l’autunno che avanza. E non guasta per riprendersi un po’ dal grigiore di questo
freddo fine ottobre. Piacevole nella sua leggerezza e
semplicità.
Un altro bel video quello che vi proponiamo queste mese, che questa volta arriva direttamente
da uno dei gruppi più importanti degli ultimi
tempo, i Chemical Brothers. Un idea semplice
ma dalla resa efficacissima. Un ragazzino lasciato
a casa da solo incappa in fenomeni inspiegabili.
Esempio: l’acquario del salotto prende vita e i
pesci si trasformano per l’occasione in veri e
propri dj. Ottima l’animazione. Effetto assicurato.
introverso, meno forzato nel cercare di smarcarsi
dai Depeche Mode dandosi una propria identità),
Hourglass non decolla mai sul serio. Da apprezzare
e da godere su tutte Deeper and Deeper e il singolo
Kingdom, oltre all’apertura di Saw Something, ma
per il resto ci sono un sacco di mezze canzoni che
s’affidano più che a vere e proprie idee musicali a
un sound già ben conosciuto e soprattutto ben riconoscibile, quello dei Depeche Mode, appunto.
Walls fall Down
Bedouin Soundclash
Side One Dummy
Terzo album per una band canadese, in Italia ancora semi sconosciuta, che si dimostra ogni volta
capace di sorprendere per impegno e innovazione
nel progetto musicale portato avanti fin dal 2000.
Il Reggae, davvero importantissimo come sound,
viene esaltato dai Bedouin Soundclash, questo il
loro nome. Le musiche del nuovo album dal titolo
"Street Gospels" sono un mix di Ska, Rock, Soul,
Punk con abbondante dose di Reggae e la caldissima voce del chitarrista Jay Malinowski ne fanno
una raccolta di tutto rispetto. "Walls Fall Down",
singolo di lancio del
nuovo cd, che viene trasmessa in
questi giorni sui
maggiori network,
risulta
estremamente piacevole ed
al contempo stesso
molto affascinante.
AVRIL LAVIGNE
EROS RAMAZZOTTI (FEAT. RICKY MARTIN)
When You’re Gone
Non siamo soli
Avril Lavigne
Eros Ramazzotti
The Best Damn Thing
E2
EMI Music
Arista
I always needed time on my own
I never thought I'd need
you there when I cry
And the days feel like years when I'm alone
And the bed where you lie is made up on your side
Ho sempre avuto bisogno di tempo per me
non ho mai pensato che avrei avuto
bisogno che tu fossi lì quando piangevo
e i giorni sembrano anni quando sono sola
e il letto dove sei disteso è messo a posto dal tuo lato
When you walk away I count the steps that you take
Do you see how much I need you right now
quando vai via conto i passi che fai
vedi quanto ho bisogno di te adesso?
When you're gone
The pieces of my heart are missing you
When you're gone
The face I came to know is missing too
When you're gone
The words I need to hear to always get me through the
day and make it ok
I miss you
quando sei lontano
i pezzi del mio cuore sentono la tua mancanza
quando sei lontano
manca anche il volto che conoscevo
quando sei lontano
mi mancano le parole che ho bisogno di sentire per farmi
sempre andare avanti fino alla fine della giornata
mi manchi
I've never felt this way before
Everything that I do reminds me of you
And the clothes you left, they lie on the floor
And they smell just like you, I love the things that you do
When you walk away I count the steps that you take
Do you see how much I need you right now
I've never felt this way before
Everything that I do reminds me of you
And the clothes you left, they lie on the floor
And they smell just like you, I love the things that you do
non mi sono mai sentita così prima d'ora
tutto ciò che faccio mi ricorda te
ed i vestiti che hai lasciato sono sul pavimento
ed hanno il tuo profumo, amo le cose che fai
eravamo fatti l'uno per l'altra, quaggiù per sempre
so che lo eravamo, sì
tutto quello che volevo era che tu sapessi
che in tutto ciò che faccio metto il cuore e l'anima
riesco a malapena a respirare,
ho bisogno di sentirti qui con me
Quando Sei Lontano
Dentro un libro che nessuno ha scritto mai,
leggo le istruzione della vita,
anche se so che poi non le seguirò,
farò ciò che sento…
Supera I confini di qualunque ideologia,
l’emozione che ci unisce in una grande idea
Un altro mondo possibile c’è
E lo cerco anch’io e lo voglio anch’io come te… come te
Non mi sono mai sentita così prima d'ora
tutto ciò che faccio mi ricorda te
ed i vestiti che hai lasciato sono sul pavimento
ed hanno il tuo profumo, amo le cose che fai
quando sei lontano
i pezzi del mio cuore sentono la tua mancanza
quando sei lontano
manca anche il volto che conoscevo
quando sei lontano
mi mancano le parole che ho bisogno di sentire per farmi
sempre andare avanti fino alla fine della giornata
mi manchi
E’ la voglia di cambiare la realtà,
che mi fa sentire ancora vivo
E cercherò tutti quelli come me
che hanno ancora un sogno in più…un sogno in più
Oltre le distanze, noi non siamo soli
figli della stessa umanità
Anime viaggianti in cerca di ideali,
il coraggio non ci mancherà
Nelle pagine lasciate in bianco noi,
diamo spazio a tutti I nostri sogni
nessuno mai il futuro ruberà,
dalle nostre mani…
Quando vai via conto i passi che fai
vedi quanto ho bisogno di te adesso?
When you're gone
The pieces of my heart are missing you
When you're gone
The face I came to know is missing too
When you're gone
The words I need to hear to always get me through the
day and make it ok
I miss you
We were made for each other
Out here forever
I know we were, yeah
All I ever wanted was for you to know
Everything I'd do, I'd give my heart and soul
I can hardly breathe I need to feel you here with me
Continua il successo della ribella
rocker canadese che questa volta si
preesnta al pubblico con una struggente ballata con pianoforte in
primo piano. Secondo singolo
estratto dall’album successo di
vendite “The Best Damn Thing”.
Oltre le distanze, noi non siamo soli
senza più certezze e verità
Anime confuse, cuori prigionieri
con la stessa idea di libertà… libertà
Nuova fatica per Eros ramazzotti
che questa volta propone un doppio cd di inediti, rarità e vecchi
successi riarrangiati dal titolo E2.
Anticipa la sua uscita il singolo
“Non siamo soli”, cantato in coppia con la pop star internazionale
Ricky Martin.
Oltre le distanze, non siamo soli
l’incertezza non ci fermerà
Supera I confini, non conosce geografia
l’emozione che ci unisce in una grande idea
Oltre le distanze noi non siamo soli,
sempre in cerca della verità
Anime viaggianti, cuori prigionieri,
con la stessa idea di libertà
Un altro mondo possibile c’è
e lo sto cercando insieme a te
Anch’io con te
Insieme a me
E tu con me…
Ligabue 7+7 Tour
Roma, Palalottomatica
Milano, Forum
Roma: 17,18,20,21,23,24 e 26 / 10
Milano: 12,14,15,17,18,20 e 21 / 12
Ticketone.it
www.friendsandpartners.net
Dopo 10 mesi di silenzio dall’ultimo concerto (il 22 dicembre
dell’anno scorso si consumava l’atto finale del Nome e Cognome/Tour 2006, iniziato nei club, proseguito nei palasport e negli
stadi e terminato nei teatri), Luciano Ligabue tornerà a novembre sulle scene con una serie di concerti e il primo 'Best of' della
sua ventennale carriera con 7 date a Roma e 7 a Milano.
Dolores O'Riordan
Editors
12/11 Modena, Vox
13/11 Firenze, Saschall
22/11 Roma, Piper
23/11 Bologna, Estragon
The New Story
Bruce Springsteen
08/11 Bologna, Covo Club
09/11 Roma, Alpheus
10/11 Roncade (TV), New Age
28/11 Milano, DatchForum
Mattafix
06/11 Milano, Magazzini Generali
Max Pezzali
03/11 Rimini, 105 Stadium
05/11 Perugia, Palasport
06/11 Roma, Palalottomatica
10/11 Firenze, Mandela Forum
14/11 Ferrara, Palasport
16/11 Roseto degli Abruzzi (TE), Palasport
17/11 Napoli, Palapartenope
21/11 Acireale, Palasport
22/11 Palermo, Palasport
24/11 Andria (BA), Palasport
25/11 Taranto, Palasport
29/11 Verona, Palasport
30/11 Treviso, Palaverde
Deep Purple
09/11 Pordenone, Palasport
10/11 Mantova, Palasport
12/11 Varese, Palasport
Rufus Wainwright
24/11 Milano, Conservatorio, Sala Verdi
Bloc Party
18/11 Nonantola (MO), Vox
19/11 Venaria Reale (TO), Teatro della Concordia
The Fray
12/11 Milano, Alcatraz
Negramaro
10/11 Cesena, Carisport Teatrale
13/11 Piacenza, Teatro Politeama
16/11 Milano, Conservatorio
20/11 Napoli, Teatro augusteo
23/11 Firenze, Saschall
25/11 Roma, Auditorium Santa Ceclia
28/11 Lecce, Teatro Politeama
My Chemical Romance
03/11 Milano, PalaSharp
Chemical Brothers
27/11 Bologna, Palamalaguti
Buena Vista Social Club
15/11 Milano, Alcatraz
Zucchero
13/11 Roma, Palalottomatica
20/11 Firenze, Mandela Forum
23/11 Torino, MazdaPalace
Festa del Cinema di Roma
Tra i Vip le vincitrici morali sono le Winx
Ratatouille
1
€ 4.411.095
SMS - Sotto mentite spoglie
2
€ 1.044.337
Molto incinta
€ 657.259
Michael Clayton
1
3
€ 504.904
Stardust
2
€ 491.708
Resident Evil: Extinction
€ 409.122
Quel treno per Yuma
€ 376.240
Un'Impresa da Dio
€ 191.223
La giusta distanza
€ 172.786
Hairspray
2
1
4
1
4
€ 163.097
Box Office del weekend dal 19/10/2007 al 21/10/2007
Box office prevedibilmente dominato
dall’uscita del nuovo cartone della Disney Ratatouille, capolavoro dell’animazione firmato Pixar interamente ambientato nelle cucine di un
lussuosissimo ristorante, in cui un giovane
“sguattero” tuttofare diventa un grande cuoco
grazie all’aiuto e alla complicità di un simpatico
ratto genio assoluto dell’arte culinaria. Scivola al
secondo posto della classifica dei film più visti
dell’ultimo week-end la pellicola campione
d’incassi della settimana scorsa, ovvero la commedia brillante diretta e interpretata da Vincenzo Salemme SMS, sotto mentite spoglie. Entra
direttamente al terzo posto della classifica la
commedia americana “Molto Incinta”, ennesima fatica realizzata dai produttori di altri film di
grande successo come “40 anni vergine”. Al
quarto posto il nuovo film di George Clooney
Michael Clayton, recentemente presentata
all’ultima edizione del Festival del Cinema di
Venezia. Altre new entry della settimana al settimo posto “Quel treno per yuma” e al non posto “La giusta distanza”. Chiude la classifica al
decimo posto “Hairspray”, musical americano
ambientato nei favolosi anni ‘70 con un irriconoscibile John Travolta nei panni di una donna.
Erano tante le star attese sul red carpet della II edizione della Festa internazionale del cinema, in programma
a Roma dal 18 al 27 ottobre. Avevano confermato la loro presenza tra gli
altri dieci premi Oscar tra cui: Cate
Blanchett, Sean Penn, Halle Berry e
Reese Whiterspoon. Tra le star nostrane Loren e Bellucci. In realtà le
defezioni dell’ultimo minuto sono
state numerosissime. A Roma sono
tanti i divi che mancano o mancheranno all'appello. E altrettante sono
le polemiche. I divi sono impegnati
altrove sui set o ammalati senza il
permesso di viaggiare in aereo - come
Sidney Lumet, regista di "Before the
Devil Knows you're dead", bloccato
da un'otite e presente solo con un
videomessaggio in cui si scusa e ripete: "Vorrei tanto essere lì con voi.
Amo Roma e l'Italia. So che questo
mio film è difficile, ma spero sia lo
stesso apprezzato''. Purtroppo però a
Roma, quasi tutto il cast di "Before
the Devil Knows you're dead" è
mancato all'appello, da Philip Seymour Hoffman, a Marisa Tomei e
Ethan Hawke. Pure Robin Williams
eco-vendicatore di "Noise" ha saltato
la Festa, mentre per il bollente
"Things we lost in the fire" di Susanne Bier nei prossimi giorni arriverà
Halle Berry ma non Benicio Del Toro. La sequela di forfait è cominciata
il primo giorno, con Daniel Auteil,
lasciando alla bionda Monica Bellucci
il red carpet, mentre dopo Meryl
Streep, è toccato a Keira Knightley
(Interprete di "Seta") declinare l'invito, perché impegnata in Inghilterra
nelle riprese del film in costume "La
duchessa di Saul Dibb". Sabato non è
arrivata, perchè impegnata su un set,
neppure Isabelle Huppert per presentare "L'amour cache" di Alessandro
Capone, in concorso. A risollevare le
sorti di un Festival povero di nomi
(almeno in carne ed ossa) saranno,
salvo novità dell'ultima ora, Tom
Cruise e Robert Redford, attesi a Roma per presentare il film "Leoni per
Agnelli". Dunque non un successone
per questa seconda edizione che però
a sorpresa a decretato già un vincitore morale, anzi delle vincitrici: tutto
esaurito per le "Winx", le trendy fatine, di cui è stato proiettato il film in
3D, "Winx Club - Il segreto del Regno Perduto", in sala dal 30 novembre. Il film racconta quello che la
terza serie tv non ha mai spiegato: la
ricerca delle origini di Bloom. "E' un
inno alla positività - spiega il suo ideatore, Iginio Straffi, - una storia in
cui la magia non è la potenza, ma la
solidarietà". In sala, accolto con un
gran tifo, l'ideatore del fenomeno
Winx Iginio Straffi, che ha portato
tra l'altro l'azienda di Loreto, la Rainbow, all'imminente quotazione in borsa a dicembre.
Tra i tanti genitori, anche
qualche vip come Maria
Grazia Cucinotta con la
figlia Giulia, mentre Luca
Cordero di Montezemolo
aveva accompagnato le figlia Guia e Maria alla
"Merenda con le Winx" nel
villaggio di Alfea allestito in
cima all'Auditorium. ''Spero
di non deludere le attese di
tutti'', ha detto il quarantenne Straffi che in meno di
quattro anni ha saputo creare con le Winx un fenomeno mondiale capace di battere le Barbie.
Appars a all'Intern at ional
Horror and Sci-Fi Film Festival,
Linda Blair, storica protagonista
de L'esorcista di William Friedkin, ha lasciato intendere che
un remake del film originale potrebbe
essere in lavorazione. In attesa di conferme ufficiali, vi ricordiamo che la prima pellicola ha avuto due seguiti ufficiali, nel 1977 L'esorcista II : L'eretico e nel
1990 L'esorcista III, più un prequel, L'esorcista : La genesi nel 2004.
Il ritorno di Rambo nei cinema
americani a gennaio con Rambo
To Hell and Back potrebbe non
essere un caso isolato. Pare infatti che Sylvester Stallone voglia sfruttare un suo accordo per altri
due film da regista, realizzando non soltanto il suo biografico Poe (le cui riprese
dovrebbero iniziare in primavera), ma
anche un Rambo 5. Il copione di questo
film coinciderebbe con uno di quelli
scartati inizialmente per il quarto episodio. La trama dovrebbe vedere Rambo
alle prese con il rapimento della figlia.
A quanto pare gli sceneggiatori
di Superman, Michael Dougherty e Dan Harris, non scriveranno il copione del Superman
2. Corre voce che la casa voglia
impostare il film in modo diverso dal
precedente, non tenendone conto affatto, per via degli incassi deludenti del
primo Superman di Bryan Singer. La
voce è stata comunque smentita almeno
ufficialmente dalla Warner, che assicura
di voler nuovamente coinvolgere il protagonista Brandon Routh.
Nicole Kidman è conosciuta
per essere una delle più sottili
attrici di Hollywood. Ebbene,
per il prossimo film, "The reader" Nicole sarà costretta a fare
come Renee Zellweger in "Bridget Jones": ingrassare. Per fortuna non dovrà
prendere troppi chili, all’incirca 5.
Remy è un topolino dotato di un olfatto straordinario e di un talento naturale per la buona cucina. Dopo una serie di rocamboleschi accadimenti, si
trova separato dalla sua colonia e finisce a Parigi, sede del ristorante
che porta il nome del suo Chef preferito: il famoso Gusteau. Qui
Remy fa conoscenza con il giovane ed imbranato Linguini, un timido
sguattero, che, grazie ai consigli del topo-chef, diventa ben presto famoso e celebrato. I due sembrano invincibili ma resta da superare il
giudizio del temibile Anton Ego, il più feroce tra i critici culinari francesi…. Parlar bene di un film Pixar è ormai esercizio di mera routine,
ma mai come nel caso di Ratatouille, la casa guidata dall'illuminato
John Lasseter ha superato se stessa ed ogni complimento appare ridondante ed incapace di descrivere appieno la magia che
traspare letteralmente da ogni singolo fotogramma.
Se la tecnica, incredibile, raggiunta dagli animatori
Pixar (i peli dei ratti sono impressionanti e così pure
le vedute sulla skyline di Parigi) permette ai personaggi di acquisire un realismo tangibile, Brad Bird
(già regista dell'ottimo Gli Incredibili) conferisce ad
essi un surplus di umanità, grazie ad una
serie di trovate narrative e sceniche originali
e convincenti. La sceneggiatura è perfetta,
i n - novativa, mai banale e ricchissima di spunti
su cui riflettere: si pensi ad esempio alla difficoltà, denunciata dall'unica protagonista di
sesso femminile del film, di riuscire ad
entrare e farsi largo in un mondo prevalentemente maschile come è quello
della cucina "d'elite" o la mercificazione di un marchio di qualità, quale è quello
di Gusteau, svilito per soldi e associato a
prodotti precotti da banco. A fare ronzare le
orecchie dei "critici" di professione (culinari,
ma non solo…) c'è poi la geniale e lucida analisi
autocritica che il feroce Anton Ego fa della sua
professione…e potremmo continuare all'infinito. Ratatouille diverte e parecchio, ma non
cerca mai la risata facile o grossolana, mancano finalmente gag basate su flatulenze, rutti e
tutto il campionario proposto da qualsiasi altro
film di animazione recente e passato (Shrek in
testa). Al pubblico non resta quindi che andare
verso il nuovo senza arroccarsi su inutili preconcetti e querule dicerie.
“Ratatouille” fa innamorare all’istante. Uno
vede il bellissimo trailer, pensa “avranno
messo le scene migliori”, poi va al cinema e
trova che ogni cosa è all’altezza. Per quasi
due ore, lunghezza inusuale quando si tratta
di animazione.
Mariarosa Mancuso - Il Foglio
E’ un film d’animazione della Disney-Pixar
fatto benissimo, anche grandioso, e con varianti inedite. (...) il film è vivace, dinamico,
tecnologicamente perfetto, e l’animazione è
ottima (bisogna vedere l’efficiente velocità
con cui il topo taglia a dischetti carote o zucchine).
Lietta Tornabuoni - La Stampa
Con i suoi 70 mila disegni, il film è una grande festa di effetti verosimili, di movimenti di
macchina, e di sottigliezze psicologiche un
tempo impensabili. (...) Raccontando con
ritmo indiavolato e incastri da maestro, il
divertente cartoon di Brad Bird ci porta a
spasso negli stili di cinema, imitando i tempi
brillanti delle commedie di Black Edwards e
dando spazio a una gag da cinema muto chapliniano (...). (...) anche se è un po' lungo, è
una riserva di intelligenza variopinta (...)
Maurizio Porro - Corriere
SCHEDA DEL FILM
SCHEDA DEL FILM
nazione Italia
anno 2007
regia Marco Martani
genere Thriller
durata 93 min
distribuzione 01 Distribuzione
cast G. Faletti (Il Primario) • N. Vaporidis
(Diego) • C. Crescentini (Asia) • D. Cassini
(Silvio) • M. Urzia (Samuele) • N. Davoli
Ammirevole tentativo, mal riuscito, di far rivivere un genere, quello del noir cittadino, sul
quale sembra non siamo più molto ferrati.
Questo è il primo film diretto da Marco Martani, che deve la sceneggiatura a Fausto Brizzi
(che già fu in “Notte prima degli esami”). E di
“Notte prima degli esami”, Martani prende il
volto di Nicolas Vaporidis per il bel Diego,
bulletto di quartiere, dall’aria prepotente e dai
modi coatti, sempre pronto a fare a pugni. Poi
si scopre – con una piacevole ripresa dall’alto –
l’amore della sua vita: la solare Asia (Carolina
Crescentini), bellezza che non passa inosservata, neanche al cattivo della pellicola, “Il Primario”, a cui presta volto e movenze risolute, ed
esageratamente impassibili, il discreto Giorgio
Faletti. I tre angoli di amore-sesso-odio si uniscono a formare un triangolo di incontri, che
fruttano inattendibile casualità e zero sorpresa.
Una nota di merito va a Maria Paiato, nel ruolo
di una mamma ancora in attesa del suo uomo
che, per il figlio, “è stato come sto posacenere
qua dentro che non fuma nessuno”.
Il merito se non è nei dialoghi sta di sicuro nella scelta dell’esordiente regista di non perdersi
ad immortalare una città apparsa sullo schermo, troppe volte, in veste di cartolina.
Forse “Cemento armato” spazza via il luogo
comune che la prima garanzia per un incasso
lodevole ai botteghini è la presenza di un attore
ben voluto dal pubblico, di stampo medio adolescenziale. È successo per Scamarcio, ma per
Vaporidis non è lo stesso e il cemento armato,
oltre a soffocare, non lascia niente, se non il
sapore di una ulteriore, amara, sconfitta del
cinema giovane. “Fuori dalla finestra solo cemento armato”, intona ad un certo punto
Giorgio Faletti, di fronte alla finestra, perdendosi in elenchi e descrizioni di strade e località
della capitale che ricordano un certo fare pasoliniano. L’immagine del traffico di Roma rimane nella memoria: almeno quello è reale. Purtroppo.
LA TRAMA
Diego e Asia sono belli, giovani ed innamorati. Lui è
un “bulletto” della Garbatella, che si guadagna il rispetto degli altri con la prepotenza; lei è una ragazza dolce
e decida, che si guadagna da vivere lavorando in una
modesta trattoria. Quando i due decideranno di andare
a vivere insieme, uno strano caso del destino unirà la
loro strada a quella di un losco personaggio della Roma
dei traffici di droga e della prostituzione. Sarà un in-
nazione U.S.A.
anno 2007
regia Frank Oz
genere Commedia
durata 90 min
distribuzione Mikado Film
cast M. MacFadyen (Daniel) • R. Graves (Robert) •
A. Tudyk (Simon) • D. Donovan (Martha) • K. Marshall (Troy) • A. Nyman (Howard)
La locandina (la mano del defunto che sbuca fuori
dalla fossa facendo un paio di corna) già mette in
guardia chi si aspetta di vedere confermato il luogo
comune sul carattere sofisticato della commedia inglese; il film non smentisce l’aspettativa che questo tipo
di pubblicità può aver creato. Lo stile “American Pie”
esce ancora vincente, cavalcando la consueta comicità
demenziale e di grana grossa fatta di nani, escrementi,
allucinogeni, nudità (stavolta, incredibilmente, solo
maschili) e una scorrettezza programmatica: che c’è di
più blasfemo che scherzare coi morti? E dopo la carnevalata, immancabilmente, vengono fuori i buoni
sentimenti: arriva un figlio, la vita ricomincia e tutti
imparano qualcosa. Come ha giustamente scritto Paolo Mereghetti, c’è una non indifferente dose di conformismo anche dietro alle trivialità più enormi, che
spunta giusto in tempo per rimettere le cose al loro
posto: come dire, è stato tutto uno scherzo, bene rientrare nei ranghi. Ma senza esasperare questa pur evidente ambiguità di messaggio, ci si deve semplicemente porre la questione se il film, al di là della convenzionalità del soggetto, faccia ridere. La risposta è sì, ma
con moderazione. Il regista, Frank Oz, è un veterano
di Hollywood, ma dirige in modo sostanzialmente anonimo. Lo sceneggiatore, Dean Craig, è per parte sua
un esordiente, e non è difficile accorgersene per via
della meccanicità di molti passaggi narrativi. Ma altre
cose sono migliori: la scena della rivelazione sulla seconda vita del morto, in cui per la prima volta Daniel
(Matthew Macfayden) si accorge, nello studio del padre, di tutti gli indizi che aveva sotto gli occhi e a cui
evidentemente non aveva mai dato peso, è davvero
un’ottima trovata. E piace il fatto che il film non cali
di tensione col procedere della trama, anzi sia sicuramente migliore nella seconda parte, con l’accavallarsi
degli eventi fino al botto finale davanti alla bara. Gli
attori non sono indimenticabili; i due comprimari Peter Vaughan e Peter Dinklage, invece, se la cavano più
che bene. Può far pensare il fatto che, in un film che
gira attorno a un morto, la morte sia in effetti così poco presente, nelle singole battute come nello spirito
complessivo della rappresentazione: sarebbe interessante sapere se si tratta soltanto di una scelta stilistica.
LA TRAMA
Una sconclusionata famiglia inglese si riunisce al funerale del
patriarca nella grande casa natale. Le tensioni familiari crescono e vecchi conflitti mai sopiti tornano a galla. Ma la situazione esplode quando un uomo misterioso si presenta al
funerale e ricatta i figli minacciando di rivelare l’oscuro segret o
d e l
d e f u n t o .
I due figli faranno di tutto per evitare che la vergognosa notizia trapeli e che i parenti vengano a conoscenza di tale segreto. Quello che dovrebbe essere un giorno di raccoglimento si
trasforma così in una rocambolesca catastrofe
SCHEDA DEL FILM
SCHEDA DEL FILM
nazione USA
anno 2007
regia Tony GilRoy
genere Drammatico
durata 119 min.
distribuzione Medusa Film
cast G. Clooney (Michael Clayton) • T. Wilkinson (Arthur Edens) • T. Swinton (Karen
Hauer) • S. Pollack (Marty Bach) • J. Ehle
(Brini Glass) • M. O'Keefe (Barry Grissom) •
K. Howard (Don Jefferies)
“Michael Clayton” segna il debutto alla regia
per Tony Gilroy che firma, anche da sceneggiatore, il suo primo lungometraggio. Da scrittore
Gilroy deve la sua celebrità ai precedenti successi blockbuster della trilogia di Jason Bourne/Matt Damon e al più datato “Armageddon”.
“Costruire la verità è il suo lavoro”. Così recita
il sottotitolo del film del regista newyorkese presentato quest’anno in Concorso alla 64.ma
Mostra veneziana del Cinema – nel quale Gilroy ha la fortuna di dirigere un interprete del
calibro di George Clooney, non indifferente al
pubblico e alla critica. E la sua interpretazione
è di certo la nota più alta di tutta la pellicola,
costruita su una buona idea narrativa che – tralasciando il lungo flashback – viene raccontata
senza troppa originalità. Clooney è Michael
Clayton, un “faccendiere” di 45 anni che risolve i problemi degli altri: tutto lavoro e niente
casa. La sua figura è sicura, professionale, obbligatoriamente in nero, sempre i movimento,
elegante e distinto. I dialoghi sono ben pensati
ma a volte si colorano di un sottile cinismo,
troppo cinematografico, che gli fa perdere veridicità. Interessante la continua ricerca di un
equilibrio da parte del protagonista tra la vita
professionale e quella privata: due dimensioni
che non riescono a convivere sullo stesso pia-
no, tanto che gli impegni finiscono per soffocare il privato e lo allontanano dal rapporto con il
figlio. È un po’ quello che fa il regista che, per
saziare la sua ossessione per il mondo del lavoro, si concentra troppo su “quello che fa la
gente, su quanto guadagna e su come lo fa”, e –
nonostante un montaggio pulito ma senza particolari scelte tecniche - appesantisce la pellicola. Intrighi, intercettazioni telefoniche e note
ben ritmate sono costruiti ad hoc, ma manca la
tensione e inevitabilmente ci si chiede perché.
Chiuso il suo ultimo lavoro “sporco” Michael
Clayton sale su un taxi e chiede di guidare “fino
a 50 dollari, senza meta”. Camera fissa dentro
l’auto e inquadratura del volto di Clooney sono
gli ingredienti per un bel finale, che esalta la
bravura di un attore che sa dar prova di far trapelare - in pochi istanti - gioia, tristezza, interrogativi e serenità. Peccato solo che si debba
aspettare per 125 minuti e l’inquadratura, la
migliore, è “macchiata” dai titoli di coda.
LA TRAMA
Michael Clayton è un “aggiusta tutto”, dai piccoli furti
delle casalinghe ai problemi dei poliziotti e a quelli dei
politi corrotti e lavora per conto di un’importante studio
legale di New York: Il suo lavoro però non riesce più a
dargli soddisfazioni e continua a farlo solo per sanare i
debiti accumulati nel gioco d’azzardo. Un giorno si imbatte in qualcosa di molto più grande per la quale metterà in gioco se stesso fino a rischiare la propria vita. Sarà
allora che Clayton capirà qual è il prezzo da pagare per
difendere la verità.
nazione USA
anno 2007
regia Tom Shadyak
genere
Commedia
durata 90 min
distribuzione UIP
cast S. Carell (Evan Baxter) • M.
Freeman (Dio) • J. Goodman
(Long) • L. Graham (Moglie di Evan) • W. Sykes (Rita)
musiche J. Debdny
“Un’impresa da Dio”, sequel del modesto ma divertente “Una settimana da
Dio”, patisce oltremodo la mancanza di
Jim Carrey ma soprattutto di idee valide e
inedite. Il piacevole ma inefficace Steve
Carell non regge il peso di una sceneggiatura di una classicità disarmante, che usa
tutti i cliché della commedia americana
disponibili e cerca a forza di infilare moralità in ogni fessura. Il film, inoltre, è
così povero di eventi – ripetuti oltretutto
– che ci si chiede come abbia fatto a durare addirittura 90 minuti. Morgan Freeman incarna ancora una volta Dio, o meglio la visione di Dio che hanno la gran
parte degli americani, ma né lui né il corpulento John Goodman riescono a dare
prova
delle
loro
qualità.
Tutto ruota attorno a un’arca che EvanNoè deve costruire in previsione
dell’alluvione predettogli dal Signore in
persona. Seguono, così, trovate per lo più
animalesche – che oramai cominciano ad annoiare – e noiosissime questioni legate all’unità famigliare (ma
sono davvero così affascinanti le famiglie del mulino bianco?). Piuttosto
irritante, inoltre, la parentesi sul messaggio ecologista, inserita ormai nella
maggior parte dei film “da ridere”
statunitensi. Questi temi, delicati e
rilevanti, oltre a essere fuori luogo sono
trattati con una superficialità spesso cont r o p r o d u c e n t e .
Prevedibile, ripetitivo, noioso. Classico
esempio di sequel prodotto per spremere
fino in fondo il successo della pellicola
primigenia e forse anche le tasche degli
ignari spettatori. Avvertiti!
LA TRAMA
Il film è il seguito di "Una settimana da Dio".
Evan Baxter, giornalista televisivo da poco eletto
nel congresso di Washington D.C. riceve una
chiamata ancora più importante. Nella sua incredulità, Evan, si vede scelto da Dio in persona,
per svolgere un compito di fondamentale importanza per l'umanità, costruire la nuova "Arca"
come alcuni millenni fa fece Né. Il nuovo incarico é pieno di responsabilità e comporta molte
scelte difficili per Evan che ha delle responsabilità sia verso la propria famiglia sia nei confronti
di chi lo ha eletto al congresso. Riuscirà Evan a
portare a termine la sua opera?
Il duello a distanza Henger - Mammucari
La bella e dolce Eva si sfoga a Tgcom
Eva Henger contro “il Rosicone”. Ossia Teo Mammuccari. “Scusi, ha detto
Rosicone”, ha subito incalzato il giornalista di Tgcom alla bionda show girl
interpellata telefonicamente. “Certo,
risponde. E’ così che chiamiamo Teo
nell’ambiente. Non c’è conduttore e
programma che gli vadano bene. Ha
qualcosa da dire su tutti e tutto. E’ un
Rosicone. Per lui l’unico conduttore
bravo che esiste sulla faccia della terra
si chiama Mammucari”. E’ affranta la
Henger dopo le dichiarazioni fatte dal
mattatore qualche giorno fa in riferimento agli ospiti mancanti di Distraction (in onda il lunedì sera in
prima serata su ItaliaUno). “Sono francamente un
po’ stufo dei vip”, ha detto Mammucari. “Ho interpellato una serie di persone magari famose solo
perché avevano fatto un calendario e mi hanno risposto che dovevano curare la loro immagine o che
ci dovevano pensare. Per esempio Eva Henger”.
Piccolo particolare la Henger non ha mai detto di
no. Anzi stando a quello che racconta lunedì scorso
sarebbe dovuta essere lei l’ospite della puntata. Gli
accordi tra la sua agenzia e il programma sono gia stati presi da tempo. Sarebbe dovuta. Perché dopo le dichiarazioni velenose dell’amico Eva non ci è
voluta più andare. “E a pensarci, ho
anche accettato, nonostante il cachet
fosse molto basso, pur di dare una mano a Teo che mi sembra non stia avendo tanto successo con la nuova edizione del programma. Mi ha stufato. Non
ne posso più. E’ almeno la settima volta che parla male di me e che mi offende. Dice cose non vere, che mi ha sdoganata dal porno, che sono diventata famosa grazie
a lui in tv ecc ecc. Ma quando mai? Quando lui ha
condotto Libero, e io ero spesso sua ospite l’unica
sua esperienza erano i villaggi turistici e non lo conosceva nessuno. Io ero già Eva Henger”, spiega
risentita. Per non parlare di tutte le volte che mi ha
detto che ero una pessima conduttrice e che il mio
ruolo, al cinema non poteva essere altro la spalla. Se
ci penso a tutte le cose orrende che mi ha detto mi
viene ancora la rabbia”. Insomma, tra lei e il conduttore la rottura sembra definitiva.
Questa settimana non parliamo di
qualche spot in particolare ma di un
evento importantissimo che riunisce
tutti i più grandi appassionati del
mondo della pubblicità. Torna infatti l'appuntamento con La Notte dei
Pubblivori! Dopo il successo della
passata edizione si replica anche
quest'anno con un calendario più
ricco: MILANO: 26 e 27 ottobre
BOLOGNA: 9 novembre FIRENZE: 10 novembre ROMA: 16 novembre BARI: 24 novembre Per
acquistare i biglietti sarà necessario
rivolgersi a TicketOne. Costo: 10
euro. Per chi non lo sapesse, cos’è
la notte dei pubblivori... La notte
dei pubblivori è uno spettacolo nato
in Francia nel 1981 ad opera di Jean
Marie Boursicot, il più grande collezionista di spot pubblicitari di tutto
il pianeta. Durante un'intera notte
vengono proiettati gli spot più belli
provenienti da tutto il mondo, siano
essi recenti o di parecchi anni fa. In
Italia è stato solitamente proiettato
presso il cinema Orfeo di Milano e
riproposto in televisione da Enrico
Ghezzi durante gli anni ottanta, su
Rai Tre. Sino al 2005 è stato possibile vederlo in TV sulle reti Mediaset nella notte seguente il Galà della
Pubblicità, sfortunatamente interrotto da parecchi intermezzi pubblicitari reali. Attualmente non è trasmesso in televisione.
La notizia è di quelle che meritano
attenzione. George Lucas, il creatore
di Star Wars, ha intenzione di ritornare agli antichi fasti e si accinge a produrre degli episodi televisivi tratti
dalla famosa saga intergalattica. La critica è
sicura che si tratterà della "madre" di tutti i
serial, ma è lo stesso Lucas ha fare uso di
prudenza: "Non ci saranno i personaggi classici della saga e questo potrebbe non essere
gradito al grande pubblico". "L'idea centrale
che animerà i nuovi episodi - racconta l'autore-produttore - è di dare spazio all'universo
'espanso' di Star Wars, ai personaggi minori e
alle situazioni più inusitate e meno conosciute. Ad esempio la vita dei robot, la loro creazione e l'importanza che assumono nella
trama dei racconti". I produttori di Network
sono in fermento e tradiscono anche qualche
apprensione data la fama di anticonformista
sfranato che possiede Lucas. "So bene quel
che pensano le teste d'uovo dei Network dice il papà di Stars Wars - che troppe novità
non hanno mai fatto bene agli indici d'ascolto, ma il mio prodotto non ha mai seguito
delle regole particolari e non lo farà anche
questa volta".
Happy Birthday MTV !!!
Quest’anno faticano proprio i telefilm di Italia1 , che dopo essersi fatta
soffiare il Dott. House da Canale5 se
la deve vedere con un “Heroes” che
nonostante le buone aspettative proprio non decolla e con “Una Mamma
per Amica”, che nonostante gli altri
anni se la sia sempre cavata egregiamente quest’anno evidentemente è
partito col piede sbagliato, tanto che
è sparito misteriosamente dal palinsesto. Meno male che rimane sempre
Grey’s Anathomy...
Vale Tutto
Lo storico canale musicale f esteggia i l suo primo quarto di seco lo
Il quiz visto dagli occhi di Mtv
Sarà ripetitiva come cosa eppure
siamo sempre qui a parlarne, non
possiamo farne a meno. Non pensiate che chi scrive, fedele appassionato della serie fin dal primo
episodio sia un po’ di parte. E’ che
sicuramente, ancora una volta si
rivela lui il vincitore assoluto di
questa stagione televisiva. Naturalmente parliamo di dott. House, che
nella prima settimana di trasloco
su Canale5 (non succedeva dai
tempi di Twin Picks che un telefilm conquistasse la prima serata
della rete ammiraglia mediaset) ha
incrementato il suo share abituale
di circa 8 punti, battendo nel periodo di sovrapposizione il rivale più
agguerrito, l’isola dei famosi, con
un ottimo 23% di share.
I quiz visti finora
si assomigliano un
po' tutti: uno studio con decine di
fari, dei concorrenti ingessati davanti a un monitor e un conduttore che fa delle domande. Se sai le
risposte, vinci, mentre se sbagli te
ne vai a casa. È ora di cambiare: è
arrivato il primo quiz di MTV!
Lo scopo del gioco è rispondere a
nove domande in sessanta minuti
e fin qui Vale Tutto non sembra
molto diverso da tanti altri game
show se non fosse che i concorrenti prendono parte al gioco nel
bel mezzo delle loro attività quotidiane e comunicano con i conduttori per mezzo di un notebook,
che i conduttori non sono in uno
studio televisivo
ma si trovano in
un ascensore che
sale di un piano
ad ogni livello
superato e che il
premio in palio
viene scelto dal
concorrente stesso. Formula di
gioco innovativa, location innovativa e persino scelta del premio
finale innovativa, sembra proprio
che Vale Tutto abbia ben poco in
comune con i game show a cui
siamo abituati se a ciò si aggiunge
la conduzione di due vj esordienti
ma di successo come Matteo Maffucci e Thomas De Gasperi, gli
Zero Assoluto, le premesse risultano davvero interessanti. Appuntamento dal lunedì al venerdì alle
ore 14.30 su Mtv.
''Ci troviamo bene qui a La7, ma devo dire che.... non è la Rai''. Gianni
Boncompagni si auto-cita parlando
con Piero Chiambretti, ospite della
prima puntata di Bombay, nuovo
programma in diretta de La7 di e con Boncompagni e Giovanni Benincasa. La tv si
sposta dietro le quinte e così lo show va in
onda dalla cabina di regia, dove i due autori
dirigono con la loro vena goliardica e nonsense telecamere e ospiti, circondati da una
folta rappresentanza di giovanissime, tanto
amate dal papa di Non è la Rai. Innovazione
nelle pause pubblicitarie durante le quali lo
schermo è sdoppiato e i fuori onda si possono
seguire in una finestra più piccola dello
schermo mentre gli spot scorrono.
Restyling e nuovi conduttori per il
Tg5. Da lunedì 5 novembre, il telegiornale diretto da Clemente Mimun,
cambierà aspetto: nuovo studio, grafica rinnovata, rubriche inedite e 10
nuovi arrivi alla conduzione delle cinque
edizioni. Arrivano alla conduzione,
nell’edizione delle ore 20.00, lo stesso Clemente Mimun e Giuseppe De Filippi.
Luttazzi: "Non diffamerò nessuno"
Nuove indiscrezioni sul suo ritorno in tv
Dieci puntate di ''politica, sesso, religione e morte'', con un titolo boccaccesco, Decameron, e contenuti da ''varietà satirico per adulti'': sono i
pochi elementi "ufficiali" che annunciano il ritorno in tv di Daniele Luttazzi, dal 3 novembre in seconda serata su La7, a cinque anni e mezzo di
distanza dal suo allontamento dalla Rai.
Li conosciamo già tutti:
tre irriverenti animaletti
tutti neri con gli inseparabili occhialini da sole
che nascondono lo
sguardo da furbe ienette.
Ridono alle affermazioni
dei politici, cantano canzoncine all’insegna della
parolaccia e scovano la
verità e gli inghippi del
nostro bel Paese…
Bocche cucite a La7, che comunque ha dato all'attore carta bianca e si è
impegnata a non controllare i testi, e poche le indiscrezioni che circolano, a
parte qualche anticipazione concessa dallo stesso Luttazzi nei giorni scorsi:
Decameron ospiterà gli sketch di attori o attrici di teatro, comunque non
comici: avrà come sigle di apertura e chiusura due brani del suo ultimo
album, School is boring, scaricabili anche dal suo sito.
"Non diffamerò nessuno'', ha promesso Luttazzi. E del resto nella
sua unica apparizione sugli schermi Rai in questi anni di esilio, il
30 aprile scorso a RT-Rotocalco televisivo, il programma di
Enzo Biagi in onda su Raitre, aveva detto, parlando di un
suo possibile ritorno in tv: ''Se fosse per me, io aprirei le
cataratte e farei uscire tutta la bile che mi si è accumulata in questi anni. Ma poi me ne pentirei, e quindi cercherei di centellinare la bile con battute ad hoc''. Su La7
probabilmente non raggiungere grandi platee come ai
tempi di Satyricon, ma almeno ha trovato le porte aperte alla satira che, ama ripetere Luttazzi, è ''per definizione faziosa'' e ''libera''. Non a caso al nuovo appello lanciato qualche giorno fa a Berlusconi e Prodi da Michele
Santoro, che già l'anno scorso gli aveva offerto uno
spazio fisso ad Annozero, per un suo rientro sulla tv
pubblica, l'attore ha risposto: ''Grazie Michele, ma è troppo tardi''. E soprattutto, ''finché i partiti occupano la Rai,
non potrà esserci spazio per la satira''.
Questo mese rispondiamo volentieri alla
mail di Simone, un nostro affezionatissimo
lettore, che ci chiede di tirare fuori dal cassetto dei ricordi catodici un programma
intitolato “The Lion Network”. Allora,
Lion Network è stata una trasmissione
televisiva d'intrattenimento degli anni novanta, andata in onda su TMC2. Il nome
deriva dal fatto che la trasmissione era
sponsorizzata dagli snack Lion. La particolarità del programma era quella di ospitare
un gioco interattivo all'interno del suo spazio, il primo della TV italiana: i partecipanti potevano partecipare ad un videogioco
muovendo la mascotte "Lion" nelle varie
avventure, grazie all'utilizzo della tastiera
di un telefono a toni. La conduttrice delle
prime serie fu Adriana Volpe, e i servizi
esterni erano curati da Andrea Besana.
L'ultima edizione del Lion Network (19992000) fu condotta da Eleonora Di Miele. Il
programma, approdato su VideoMusic nel
1998, in realtà era l'erede di un programma
in onda su TMC negli anni precedenti che
si chiamava LION TROPHY SHOW
presentato da Emily
De Cesare. Oltre a
cambiare il titolo, il
trasferi men to
su
TMC2 (allora ancora
Video Music) ha portato a un cambiamento dei contenuti, dello
studio e della conduttrice. Programma veramente innovativo
nel suo genere, aveva
già un occhio anche rivolto al mondo di
internet, allora ancora poco diffuso nelle
case degli italiani: infatti era molto importante l'interazione con il sito internet e con
la rete in generale, punto di partenza per
gli argomenti di ogni puntata. La formula
negli anni è rimasta invariata e ha confermato di anno in anno il successo ottenuto
nell'edizione precedente. I motivi di questo successo? Fondamentalmente The
Lion Trophy Show è stata la rappresentazione televisiva del sogno di ogni teenager
dell’epoca: la possibilità di cimentarsi con
un gioco graficamente massiccio mentre
una donna bella e simpatica incita a prendere l'ultimo bonus. Il programma si presenta come una interessante variante dei
giochi televisivi via telefono: al posto dei
classici quiz, il giocatore prende il controllo di Lion, la mascotte dell'omonimo
snack caramellato, in un videogioco in
piena regola. Una telefonata alla trasmissione e, dopo aver preso la linea, si poteva
controllare il leone tramite la tastiera a toni
del telefono, affrontando la breve avventura premendo al momento giusto i tasti
che apparivano velocemente sul televisore.
In questo modo il
giocatore faceva avanzare Lion per il percorso, prendendo il
maggior numero di
bonus possibili per
alzare il proprio punteggio.
Avrete già capito che
stiamo parlando del Trio
Medusa, inconfondibile
sia sullo schermo che alla
radio. La formula è semplice: un flusso di coscienza a tre voci ricco di
umorismo e informazione che intrattiene l’intero
pubblico di Chiamate
Roma Triuno Triuno
su RadioDeeJay.
Forse pochi sanno che il
famoso trio nasce proprio
fondando
un’emittente radiofonica
che trasmetteva sigle di
cartoni animati:
Radio
Medusa naturalmente...
Ci sono varie tecnologie assodate per l’identificazione automatica: bar code,
magnetico, MICR ( riconoscimento dei caratteri con inchiostro magnetizzato ), OCR ( riconoscimento dei caratteri in modo ottico ), Identificazione a
radiofrequenza, riconoscimento della voce, sistemi di visione e smart cards.
Ogni anno inoltre emergono nuove tecnolgie e soluzioni nuove; ma il Codice a Barre risulta di gran lunga la tecnologia dominante, risultando essere
oltre la meta' del mercato.
Pivo2: l'abitacolo ruota su se stesso
Il codice a barre è un
sistema di codifica delle
informazioni, basato su
una sequenza di righe
di diverso spessore che
identificano il prodotto
a cui è applicato.
L’insieme delle righe
che costituisce il codice a barre rappresenta una
sequenza di bit (cifra della numerazione binaria)
costituita in modo tale da rendere possibile
l’identificazione del produttore, del paese e del singolo prodotto.
Questo metodo di codifica permette, quindi, di avere un codice a barre distinto per ciascun prodotto,
per tutti i prodotti esistenti.
Introdotto negli USA e in
Gran Bretagna nel 1970, il
codice a barre si è diffuso
enormemente nei grandi
magazzini e in generale nei
sistemi di distribuzione
delle merci grazie alla parallela diffusione dei lettori ottici, che permettono
l’acquisizione delle informazioni del codice in frazioni di secondo. La sequenza di bit, letta per esempio alla cassa di un supermercato, viene fornita a un computer centrale
che associa a quel prodotto il suo prezzo corrente e,
contemporaneamente, riduce il conteggio delle
scorte di quel prodotto di un’ unità.
In Europa vige il sistema EAN (European Article
Number) che definisce i parametri del codice a barre nei vari paesi.
Si tratta di un codice pluridimensionale: sono presenti 4 diversi spessori di barre/spazi, ognuno multiplo del modulo unitario. Lo spessore nominale del
modulo è di 0.33mm con la tolleranza 20%/+100% (quindi da 0.264 a 0.66mm). È continuo, ovvero sono significativi sia gli spazi che le
barre. È leggibile nei 2 sensi, e può rappresentare un
numero fisso di caratteri. Esistono 2 versioni principali, l'EAN 13 e l'EAN 8.
EAN 13, che utilizza 13 caratteri, viene utilizzato
per la marcatura di prodotti destinati al mercato
globale: le prime tre cifre del codice identificano di
solito la nazione di produzione, le successive cinque
identificano il produttore; le rimanenti il prodotto e
vengono stabilite dalle aziende stesse. L'ultima cifra
rappresenta il cosiddetto "check digit" (codice di
controllo), che viene calcolato tramite uno specifico
algoritmo. Le barre portano le stesse informazioni
delle cifre e vengono lette secondo un codice binario da un lettore ottico: lo 0 corrisponde allo spazio
bianco, l’ 1 alla barra.
L’ EAN 8 (otto caratteri) invece è utilizzato per
marcare i prodotti destinati al mercato interno.
Le cifre utilizzate per identificare per esempio
l’Italia sono comprese tra 800 - 839.
L’algoritmo per calcolare il codice di controllo è
calcolato sulla base delle restanti 12 o 7 cifre con
l'algoritmo seguente (le posizioni dei caratteri sono
numerate da destra verso sinistra):
Operazione 1: Partendo dalla posizione 2 sommare
i valori dei caratteri in posizione pari.
Operazione 2 : Moltiplicare per 3 il risultato dell'operazione 1.
Operazione 3 : Partendo dalla posizione 3 sommare
i valori dei caratteri in posizione dispari.
Operazione 4 : Sommare i risultati delle operazioni
2 e 3.
Operazione 5 : Il check digit e' il piu' piccolo numero che sommato al risultato dell'operazione 4 da un
numero multiplo di 10.
Esempio :
Esempio di codice: 4 2 7 6 2 2 1 3 5 7 4 6 C Posizione del carattere: 13 12 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1
Operazione 1: 2 + 6 + 2 + 3 + 7 + 6 = 26
Operazione 2: 26 * 3 = 78
Operazione 3: 4 + 7 + 2 + 1 + 5 + 4 = 23
Operazione 4: 78 + 23 = 101
Dopo il successo della Pivo, la Nissan ha presentato, durante il Tokyo Motor Show, la seconda versione del suo straordinario prototipo in grado di ruotare l'abitacolo per facilitare le manovre. La Pivo è ispirata
al Tamagochi e alla sua realizzazione ha collaborato addirittura l'artista Takashi Murakami, definito l'Andy Warhol giapponese. L'abitacolo ruota completamente facendo perno sul telaio: e "perno", in inglese, si dice appunto
"pivot" - di qui il nome del concept. I sofisticati sistemi Nissan "drive-bywire" aboliscono le connessioni meccaniche tra scocca e comparto passeggeri, e consentono di parcheggiare
guardando sempre davanti a sé., risolvendo così moltissimi problemi di
parcheggio, movimento e manovra.
La prima versione è stata presentata
due anni, ma la recente Pivo2 (a tre
posti) invece ruota a 360°.
Sebbene si tratti di una versione evo-
Le Mosche-Robot
I ricercatori dell’università di Harvard hanno creato un robot insetto che imita in tutto e per tutto il volo naturale di una mosca. Il
robot pesa solamente 60 grammi e potrebbe un giorno essere usato per sorveglianze segrete e rilevare prodotti chimici nocivi. Il progettista, Rafal Zbikowski, ritiene che potrebbero essere operative entro una decina d'anni. Zbikowski, che ha già realizzato un prototipo che riproduce il battito d'ali d'una
mosca in volo, pensa che i minuscoli robo-insetti, in grado di aggirarsi per
spazi chiusi e affollati come palazzi, trombe delle scale, tunnel e grotte, potranno essere utilizzati per individuare terroristi nascosti o per localizzare le vittime
di disastri naturali come i terremoti.
Mentre l'esercito degli Stati Uniti, che in
parte finanzia la ricerca, ha interesse all'uso
delle mosche volanti per il trasporto di piccole cariche d'esplosivo. I piccoli robot,
infatti, saranno in grado di distruggere un
obiettivo specifico, ad esempio un computer, senza dover bombardare l'intera struttura.
Vocabolario
Bit: la parola bit ha due significati
molto diversi, a seconda del contesto
in cui rispettivamente la si usa:
- un bit è l'unità di misura dell'informazione (dall'inglese "binary unit"),
definita come la quantità minima di
informazione che serve a discernere
tra due possibili alternative equiprobabili.
- un bit è una cifra binaria, (in inglese
"binary digit") ovvero uno dei due
simboli del sistema numerico binario,
classicamente chiamati zero (0) e uno
(1)
Le risposte ai vostri
dubbi
Questo mese mi è stato chiesto da
Alberto da Torino qual è il significato delle cifre del codice a barre e
come vengono codificate.
Per rispondere a questa domanda, ho
pensato di scrivere un articolo (nella
pagina precedente) in modo da poter
delineare, in maniera dettagliata, gli
elementi che caratterizzano il codice a
barre. Qui di seguito, invece, un breve
riassunto.
Ideato già negli anni ‘50 in seguito alla
necessità di automatizzare le operazioni di cassa di un'azienda americana del
settore alimentare, il codice a barre
soddisfa quattro caratteristiche fondamentali: attendibilità, automazione,
precisione e velocità. Per questo motivo, questa tecnologia di identificazione univoca di un prodotto è, oggi,
ampiamente diffusa nella grande distribuzione, nel settore industriale e
anche in quello farmaceutico. Anche
l'identificazione, per esempio, di convogli in transito in alcune tratte ferroviarie o nelle linee della metropolitana,
delle pubblicazioni, dei periodici, avviene tramite codice a barre.
Per domande, suggerimenti Ai-Tek
potete inviare un’ e-mail all’indirizzo
[email protected]
SCEE
69,00 €
Xbox / PlayStation3/Ps2/Pc/Ds
E' da troppo tempo ormai che
Pro Evolution Soccer raccoglie la stragrande maggioranza
di preferenze degli utenti di
tutto il mondo. E' da qualche
tempo che la simulazione calcistica targata Konami riesce ad
entrare nelle case degli amanti
del calcio e dei videogiochi
con una facilità disarmante
rispetto all'avversario FIFA,
fino ad oggi fin troppo
"arcade" per certi versi e mai
all'altezza del capolavoro nipponico. Konami ha saputo
cavalcare l'onda del successo
proponendo il suo gioco anche per più piattaforme oltre
alla "patria" PlayStation. E' da
molto meno tempo, invece,
(dallo scorso anno per essere
esatti), che il gioco di calcio della casa di Snake tentenna
non poco nel passaggio dalla generazione precedente a
quella attuale. In concomitanza con il periodo del Tokyo Game Show 2007 è stata rilasciata sul Marketplace
di Xbox Live, una demo giocabile di Pro Evolution
Soccer 2008 (da ora in poi PES 2008). Konami abbandona l'ordine numerico e affianca l'anno di riferimento
al gioco, un po' come FIFA. E proprio un po' come
quest'ultimo, Konami ha deciso di rivedere le caratteristiche
tecniche
del
gioco.
Inizialmente sembra non essere cambiato molto nei
menù: come al solito Konami non riesce a stupire in
quanto ad interfaccia del menù di selezione delle opzioni, ma risulta comunque tutto molto pratico e funzionale, se non altro. La demo permette di giocare una partita completa con tutti i livelli di difficoltà tra le squadre
messe a disposizione per l'occasione: Brasile, Argentina, Spagna, Portogallo, Turchia e Francia. Abbiamo
modo dunque sin da subito di testare il livello grafico del
gioco, anche con i poligoni dei giocatori più celebri.
Inutile dire che graficamente
sembrava, almeno all'inizio, non
essere cambiato quasi nulla. Bella
l'inquadratura iniziale, i volti dei
giocatori sono piuttosto fedeli
alle loro controparti reali ma
nulla
di
eclatante.
Si inizia a giocare con la telecamera predefinita lunga, piuttosto comoda. Dopo una prima
titubanza si viene immediatamente rapiti dalla formula vincente che il gioco riesce a proporre ancora una volta. E' tutto
piuttosto entusiasmante, "tutto
molto bello"(cit.), fasi concitate e
sequenze di gioco che non lasciano spazio ad ulteriori commenti.
Si gioca e basta, un po' come
avveniva su PlayStation 2 per gli
episodi
precedenti.
Le movenze dei giocatori sembrano aver acquistato
maggiore plasticità e un migliore realismo. I giocatori
sono tutti piuttosto ben realizzati, anche se la corsa risulta ancora essere un tantino troppo "artificiale", quasi
come se i calciatori fossero dei robot telecomandati,
come se il team di sviluppo non fosse riuscito ad approfittare della potenza delle attuali console per risolvere
una volta per tutte un problema antico e mai superato.
Le migliorie grafiche riguardano soprattutto il campo di
gioco e gli spalti. Belle le tribune e le curve, colme di un
pubblico poligonale poco vario però, e discreto il terreno di gioco, con textures a volte realistiche, altre volte
piuttosto grezze e incomplete. Il replay rivelerà un manto erboso leggermente meglio implementato rispetto a
PES 6 per Xbox 360, e così anche scarpe e tacchetti,
completini e accessori, tutti piuttosto ben realizzati.
Bene anche per quanto riguarda le capigliature, anche se
alcune (quella di Puyol su tutte) sembrano ancora texture incollate sulla testa e lasciano un po' l'amaro in bocca.
Sono aumentate le finte a disposizione, effettuabili con il
tasto R2. Riusciremo a riconoscere ogni singolo giocato-
re dalle mosse e dalle caratteristiche peculiari di ognuno.
La marcatura automatica dei compagni si effettua adesso
tenendo premuto il tasto adibito al tiro.
I falli adesso sono sanzionati in maniera più intelligente
e, in generale, ogni scelta dell'arbitro sarà più oculata e
ponderata che in passato. A proposito dell'arbitro: in
campo sarà presente il direttore di gare, con movenze
realistiche e anche i guardialinee sono stati curati e perfezionati.
I tempi di caricamento sono praticamente inesistenti e
sono scomparsi anche quei rallentamenti dopo aver deciso il cambio dei giocatori, che di tanto in tanto facevano urlare, in maniera eccessivamente apprensiva.
Belle le esultanze dei calciatori, tutte fedeli alle reali manifestazioni di gioia delle controparti reali. I portieri
sono sembrati un tantino troppo indeboliti rispetto alle
precedenti edizioni. E' come se certe volte si comportassero da ebeti, facendosi scappare in maniera clamorosa
la palla dalle mani, specie se il tiro è forte.
Un'altra novità che forse Konami avrebbe potuto risparmiarsi è la nuova visuale per parare i calci di rigore. Se il
rigore viene fischiato in nostro favore, sarà facile, in
maniera del tutto simile alle precedenti stagioni, battere
la punizione, con la porta in posizione frontale rispetto
alla telecamera e il nostro giocatore pronto sul dischetto,
non ci resta altro che decidere la direzione del tiro e
piazzare il gol, con un po' di fortuna. E fin qui tutto
bene, tutto come al solito. Se il rigore però dovesse essere fischiato in nostro sfavore, e dovessimo dunque vestire i panni del portiere, la visuale cambierà, e vedremo
non più la porta di fronte a noi ma il battitore del rigore,
con la telecamera alle spalle del portiere. Tutto ciò garantirà anche una maggiore spettacolarità dell'azione, ma
senza dubbio riduce la praticità e la comodità, anche se
forse si tratta solo di farci l'abitudine. Nulla da dire sul
reparto sonoro, o meglio, niente di rilevante, considerando che le tracce audio presenti nella demo sono poche e totalmente sconosciute (e neanche troppo azzeccate per la verità). Impossibile valutare la telecronaca poiché la demo non ce ne offre l'opportunità. Possiamo
esprimere, in questa sede, solo un giudizio sommario sui
cori del pubblico, piuttosto ben realizzati ma anche li,
nulla di nuovo o sconvolgente - vi rimandiamo ad una
valutazione del reparto audio più approfondita in occasione della recensione della versione completa. In conclusione Pro Evolution Soccer 2008 propone la stessa
"musica" anche quest'anno, con qualche miglioria grafica che non fa urlare al miracolo tecnologico ma che anzi
ci saremmo aspettati già l'anno scorso. Una giocabilità
ottima e le rose aggiornate di tutte le squadre del mondo
(o quasi) garantiranno ore e ore di puro divertimento,
giorni e giorni, ma diciamo anche mesi e mesi...insomma
un anno, in attesa del prossimo aggiornamento. Gli amanti della serie apprezzeranno questo nuovo episodio,
pur tenendo presente che, dalla parte opposta del mondo una certa EA Sports, quest'anno, si è riaffacciata prepotentemente sul mondo dei simulatori calcistici con
FIFA 08, meno arcade degli anni precedenti. In ogni
caso dal punto di vista del puro gameplay PES occupa
ancora il gradino più alto del podio ma certamente le
distanze rispetto al rivale si sono accorciate senza contare che FIFA offre sicuramente un comparto grafico e
sonoro di maggior spessore. Si direbbe che finalmente,
quest'anno, c'è più sfida, e gli appassionati di calcio potrebbero magari optare per un doppio acquisto.
Ingredienti:
(per 6 persone)
225g cioccolato 70%, 125g burro,
4 uova intere, 50g zucchero,
150g nocciole piemontesi;
Per la Salsa:
5 tuorli, 70g zucchero,
350g latte,
120g pistacchi sgusciati.
Il dolce che vi propongo per il mese di Ottobre, ci accompagna verso i mesi
freddi, in quanto a base di cioccolato e arricchito dalla presenza delle nocciole.
Non preoccupatevi delle calorie in esso presente, in quanto la ricetta che vi
propongo è in altro modo alleggerita, infatti la particolarità di questa torta è
che è priva di farina, quindi il suo consumo è possibile anche se qualcuno di
Voi lettori ha particolari allergie come ad esempio quella al glutine, da cui deriva la celiachia.
Per la perfetta riuscita di questo dolce, è importante non risparmiare troppo
sui due ingredienti principali: consiglio per il cioccolato di non acquistare barrette troppo economiche per il semplice motivo che quest’ultime hanno una
percentuale elevata di burro di cacao rispetto
alla massa stessa. I migliori cioccolati che
suggerisco di utilizzare devono almeno avere
la presenza del 70% di cacao, molto buoni
come marche sono quelli della “Novi” e
“Lindt”, facilmente reperibili in ogni supermercato grande o piccolo che sia.
Le nocciole sarebbe meglio se nazionali e piemontesi, che sono le migliori che si possono
comprare, dal gusto deciso e forte, in ogni
caso qualsiasi nocciola può andare bene senza compromettere il risultato finale del dolce.
ESECUZIONE:
In un piccolo recipiente, far sciogliere insieme il cioccolato e il burro, potete
utilizzare sia il micro-onde o il vecchio sistema a bagnomaria, mescolando di
tanto in tanto, facendo si che il composto risulti bello liquido e lucido. Nel frattempo tritare le nocciole e unirle in seguito al composto di cioccolato e burro.
Con l’aiuto di un robot da cucina (oppure semplicemente di una frusta) montare a neve le 4 uova intere con lo zucchero, unendole successivamente al mix
non eccessivamente caldo, altrimenti le uova smonteranno troppo velocemente. Versare l’impasto in una teglia rivestita con carta oleata e lasciar cuocere in
forno a 180°C per 18-20 minuti circa.
Durante l’attesa per la cottura del dolce, preparare la salsa.
Mescolare insieme i tuorli e lo zucchero, usando le quantità indicate per la salsa e versare poco a poco il latte portato a ebollizione. Unire i pistacchi e frullare il composto prima di rimetterlo sul fuoco. Far ridurre la salsa fino a raggiungere il primo bollore, è importante non far superare alle uova i 70°C, altrimenti
esse cucineranno troppo
creando un effetto grumoso poco piacevole. Prima di
servire la salsa, lasciarla
raffreddare per qualche
minuto.
Servire la torta tiepida e
non eccessivamente calda,
con un cucchiaio di salsa
non troppo fredda, che
creerà un contrasto piacevole per il palato.
A piacere, se la torta è abbastanza fredda, cospargere con lo zucchero a velo.
Un saluto a tutti Voi al di là dello
schermo dal Vostro Chef preferito!!!
Siamo di nuovo insieme sulle pagine di Andergr@und Mag@zine,
che mese dopo mese continua a
migliorare! Nuova veste grafica
per il secondo anno, dopo il primo
pieno di successi, una redazione
sempre più attiva, che vi terrà
costantemente aggiornati su ogni
tipo di interesse a cui ci siamo
dedicati!
Mi scuso anticipatamente con
“Ciano e Ciliegia” che tempo fa
hanno lasciato un messaggio nel
nostro Guest-Book, col quale
chiedevano a gran voce la ricetta
della mia torta al cioccolato! Bene, ho voluto aspettare il mese
opportuno per presentarvi questo
piatto, introducend olo nel
magazine come ricetta del mese.
Quindi a questa coppia di
“assaggiatori milanesi” dedico
loro il mio spazio riservato per l’
“S.O.S. Cuoco” e inoltre quello
della ricetta!
Consigli in cucina? Ti piacerebbe sapere una ricetta? Vuoi sorprendere i tuoi
amici? Cosa aspetti, manda una e-mail
al mio indirizzo
[email protected],
sarò lieto di rispondere a tutti gli
“S.O.S. Cuoco”!!!
Il Congresso degli Stati Uniti fonda il Yosemite National
Park
La striscia Peanuts di Charles M. Schulz viene pubblicata
per la prima volta
Disastro aereo di Linate
Al Capone viene condannato per
evasione fiscale
L'Italia inizia le trasmissioni radiofoniche
Elio e le Storie Tese tentano di
entrare nel Guinness dei primati suonando per 12 ore consecutive "Cara, Ti Amo"
A New York apre al pubblico il Guggenheim
Museum progettato da Frank Lloyd Wright
Una
Viene trasmessa in Italia la prima puntata
del famoso carton animato Ken il Guerriero
Le famose 7 stelle
di Hokuto
visuale del museo Newyorkese
Walt e Roy Oliver Disney
fondano la Walt Disney
Company
Vietare ad un cane di abbaiare è come imporre ad un pesce il
divieto di balneazione in uno specchio d'acqua. Nonostante
tutto questo possa sembrare assurdo, una nuova legge americana vieta agli amici a quattro zampe di latrare. Certo, qualora
dovessero farlo, non sarebbero loro i diretti responsabili del folle gesto ma i rispettivi padroni che sarebbero denunciati. A rendere effettiva la nuova norma è stata la Florida. In realtà, a
Mount Dora, sempre in Florida, una norma del genere già esisteva, ma si limitava a vietare i latrati che si prolungavano per
oltre 5 minuti. Questa nuova disposizione, invece, risulta esser
ancora più restrittiva. Il latrato dei cani, anche se si prolungherà
per pochi secondi, sarà considerato disturbo alla quiete pubblica come la musica a tutto volume o il rumore causato da apparecchiature elettriche.
Udienza movimentata quella che si è
tenuta in un'aula del tribunale di Columbus, nell'Ohio. Un imputato particolarmente focoso ha preso a calci il proprio avvocato davanti agli occhi increduli del giudice. Per riuscire a calmarlo
gli agenti della sicurezza hanno dovuto
usare i taser, delle speciali pistole in
grado di stordire il bersaglio con potentissime scariche elettriche. Evidentemente la strategia scelta dalla difesa
non era di suo gradimento. L'uomo,
una volta ripresosi dalla scarica elettrica, è stato riportato in aula. Per evitare
nuovi problemi l'imputato è stato ammanettato ed imbavagliato.
C'e' una donna che nella
vita di tutti i giorni lavora
a Lecco come operatrice
sociosanitaria, ma nel suo
paese d'origine e' regina.
Una regina che ha un
grande sogno, realizzare
un'azienda agricola in cui
impiegare le 400 persone
del suo villaggio. Un'orga-
nizzazione internazionale
ha creduto in questo progetto e la sta aiutando a
realizzarlo. E' la storia di
Belinda Comfort Damoah,
nata nel 1956 in Ghana.
Ha fatto l'operaia e la badante, ma non ha mai
smesso di occuparsi della
sua gente.
Gli rapina casa ma il proprietario gli
offre una tazza di caffè, lo abbraccia e
prega con lui. È successo pochi giorni
fa in Texas, San Antonio. Sorpreso a
svaligiargli la casa un proprietario texano non si ha perso la calma davanti
al rapinatore che, con tanto di coltello
e pistola tra le mani, stava per portare
via gioielli, argenti e valori in grandi
quantità. Così ha preparato una buona
tazza di caffè e ha fatto accomodare in
salotto il giovane per capire fino in
fondo le ragioni di un simile comportamento. Il caso umano è saltato subito
fuori: non ho soldi per mangiare, per
me e i miei figli. Così il proprietario di
casa lo ha consolato, ha pregato con
lui e gli ha permesso di lasciare l'appartamento con una parte del bottino.
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condizioni climatiche del momento. Il mezzo, di certo estremamente innovativo e sportivo,
è caratterizzato da un motore
14mila di cilindrata, 1200 cavalli
di potenza e da un prezzo non
certo popolare pari a circa 2 milioni di dollari. Prodotta esclusivamente in edizione limitata.
Eh insomma… è sempre difficile dover criticare una persona così lontana dal nostro
immaginario, on una vita così diversa dalla nostra…
Eppure ne siamo sempre capaci e ci arrabbiamo pure, siamo indignati…
Chi può volercene per questo?!? Britney è una delle persone con visibilità maggiore
al mondo, la sua vita è costantemente sotto i riflettori e sotto gli occhi di noi tutti,
non possiamo esimerci dall’esprimere anche se senza cattiveria il nostro punto di
vista…
Cara Ary
sono sconvolta!!! Alla veneranda età di 25 anni mi ritrovo a scuotere la testa
di fronte ad Mtv e a sentirmi un po’ vecchia per
questo...
Ho avuto la malaugurata idea di non cambiare
subito canale quando è spuntato fuori il video di
Britney Spears...
Eppure sorge il dubbio che proprio questo sia il problema maggiore: la massima visibilità. Lo stress che una persona così sotto i riflettori dovrà quotidianamente sopportare dovrà pur sfogare da qualche parte! Beh c’è chi picchia i paparazzi e chi se la
prende con la propria vita rovinandola…
Condiamo il tutto con la “cattiva compagnia” di una ragazza che sbagli ne ha fatti
molti e “pare” essere rinsavita dopo una breve ma intensa sosta in un penitenziario
(sappiamo tutti di chi parlo).
Questo dovrebbe bastare a giustificare gli insani comportamenti dell’ex reginetta del
pop, ma nulla toglie che avrebbe dovuto rendersi conto dell’influenza negativa che
avrebbe potuto esercitare sulle menti delle ragazzine che la seguivano. Quindi in parte su questo punto ti do ragione, ma è pur vero che confido nella capacità di ognuno
(e parlo delle piccole fans di Britney) di discernere il giusto dallo sbagliato…
Detto questo ti dico una piccola curiosità: un folto gruppo di ex collaboratori di Britney sembra aver indetto una petizione allo scopo di boicottare il nuovo album della
Spears finché la star non si sarà rimessa in sesto richiedendo anche la firma dei fans.
Boicottare una persona non mi sembra il metodo migliore per aiutarla ad uscire da
un periodo di crisi, ma prendo atto di questo evento e te ne do notizia…
Ti mando un grosso saluto e spero di ricevere altre lettere da te.
Quanto può risultare triste vedere una persona Ma vogliamo poi parlare del fatto che ormai è
così bella, con (seppur discutibili) qualità ca- madre di due creature e che avrebbe dovuto
mettere la testa a posto?
nore riuscire a cadere nel baratro del nulla?!?
Si perché “nulla” è quello che io ho visto nel Eh passi la pettinatura a palla di cannone, e
video: una serie di ancheggiamenti poco deco- passi lo scorazzare libera e felice come una
farfalla (priva di slip) … ma
rosi intorno ad un palo
tutto il resto? L’esibizione fare ammiccamenti che
locca agli Mtv Video Music
poco
lasciano
Awards è stata la conferma
all’immaginazione…
della rovinosa fine di una star
Ma non era l’idolo delche seppur con i suoi difetti ha
le bambine e delle
dominato la scena del pop per
teen-ager?!? Non era
parecchi anni… Non che io ne
presa da esempio come
senta la mancanza, ma non mi
“artista” da una genepiace proprio l’esempio che è
razione di 15enni che
riuscita a dare a chi la seguiva
sognavano i capelli della sua tinta e di indossacon affetto…
re quella strettissima tutina rossa che la fasciaUn Bacione Delusissimo
va in uno dei suoi video più famosi?
Il cattivo esempio di
una persona che dalla vita ha avuto tutto...
Cosa penseranno adesso tutte quelle piccole
fans di lei?
Ary
Mettetevi in contatto con me anche
al numero :
346.7266591
Vi aspetto nel prossimo numero!!!
Un asino torna carico
e sfinito nella stalla.
Ad di là della staccionata il maiale lo
guarda impettito :
"Ma guarda che vita
che fai ! Sempre a
sgobbare dalla mattina
alla sera, sempre carico e sfinito mentre
io qui mi rilasso e
mangio alla grande!"
L'asino "Ma tu non sei
quello dell'anno scorso!!!"
La moglie:
“Caro, ti va di passare
una bella serata?”
Il marito:
“D'accordo cara, rientro domani. Ciao!”
Una mela marcia…
L’altra cammina...
Un birillo e una cartolina andavano a scuola,
ma l'uno veniva sempre
bocciato e l'altra sempre rimandata.
Camilla
Un contadino pianta
mais ma ha un magro
raccolto.
L'anno seguente pianta
cardi e ne raccoglie
tantissimi.
MORALE: Meglio cardi
che mais!!!