Per la prima volta un live dei R.E.M. I Backstreet Boys sono rimasti in 4 E’ uscito nelle sale l’attesissimo “Ratatouille” Rivoluzione o fuoco di paglia? Ciao ragazzi, eccoci ancora quì, come al solito anche questo mese leggermente in ritardo, ma visto l’affetto con cui continuate a seguirci evidentemente ci perdonate tutto. Sappiate che comunque ci stiamo rendendo conto da un anno a questa parte di quanti problemi e quante complicazioni ci siano nella realizzazione di una rivista, se pur piccola come la nostra. Quindi tanto di cappello a tutti quelli che lo fanno di mestiere... Tornando a noi ci teniamo solamente a ringraziarvi per il grandissimo successo che ottenuto il nostro ultimo numero; per noi è veramente una soddisfazione e Uno sprone a dare sempre di più. Tornando alla rivista che state per sfogliare si tratta di un numero veramente interessante. Prima di tutto non potevamo non occuparci del nuovo disco dei Radiohead, che tanto scompiglio ha portato nell’ambiente; abbiamo fatto qualche piccola riflessione su questo ma soprattutto ci siamo soffermati sul fattore musicale che forse è stato un po’ sommerso in tutto quel mare di chiacchere e congetture. Per fare altre riflessioni ci sarà spazio nel forum che speriamo sarà finalmente attivo a giorni. Poi parliamo del primo cd dal vivo dei R.E.M., Del ritorno dei Backstreet Boys privi di un elemento e del nuovo disco di Britney Spears, che dopo una valanga di gossip e prime pagine e pronta a tornare a cantare nel suo nuovo lavoro in uscita a fine mese. Un’intervista interessantissima con Ferdinando Altavilla, frontman di una delle cover band italiane più importanti e conosciute, la Merqury Band. Poi ancora Ratatouille, le recensione dei dischi e dei film appena usciti, e poi basta, non voglio rovinarvi oltre la sorpresa, andate avanti a sfogliare la rivista per trovare un sacco di rubriche ed argomenti interessanti. Dunque ci lasciamo qui e ci vediamo il prossimo mese, questa volta puntuali intorno al quindici (lo promettiamo!) Comunque vi ricordiamo che se volete essere sempre avvisati all’uscita di ogni nuovo numero potete iscrivervi gratuitamente e senza impegno alla nostra newsletter direttamente sull’homepage di Andergraund.it. Ciao e Buona lettura. Anno 2 - numero 14 Direttore generale Roberto Virgilio Responsabile musica Mr Bugs! [email protected] Responsabile spettacoli Dj HnF [email protected] Responsabile rubriche sir3n3tta [email protected] Redazione: Chef Mene Betty Valeriano Si ringrazia per l’estrema disponibilità: Ferdinando Altavilla e tutta la Merqury Band Web editor Valeriano Redazione [email protected] Manoscritti, anche se non pubblicati, non saranno restituiti. E’ vietata la riproduzione anche parziale di testi e foto. News............................................... pag 6 Tutte le ultime novità dal pianeta musica Radiohead Revolution................... pag 10 Il nuovo disco in vendita solo on line Il primo cd live dei R.E.M............. pag 18 E’ uscito nei negozi REM Live Anderview...................................... pag 22 Questo mese Ferdinando Altavilla Meno Uno .................................... pag 32 I Backstreet Boys sono rimasti in quattro Finalmente Britney....................... pag 38 Dopo voci e gossip vari finalmente al dunque Storia della Dance......................... pag 43 Un nuovo capitolo: il 1985 Classifiche..................................... pag 46 I dischi più venduti nelle ultime settimane Recensioni..................................... pag 48 Le ultime uscite discografiche ascoltate per voi Testo del mese.............................. pag 52 Le parole delle canzoni più ascoltate On the Road.................................. pag 54 I concerti più interessanti del mese Ai - Tek......................................... pag 68 Scopri tutti i segreti della Tecnologia Notizie dal Web........................... pag 69 Le curiosità più interessanti dalla rete Le risposte ai vostri dubbi............. pag 69 Il suggerimento che migliora la vita tecnologica Botteghino..................................... pag 56 I film più visti negli ultimi giorni News.............................................. pag 57 La Festa di Roma e molto altro Recensioni..................................... pag 60 Il Gioco del mese.......................... pag 70 L’uscita più interessante Spuntino........................................ pag 72 Come sorprendere in cucina col minimo sforzo S.O.S. Cuoco................................. pag 73 Gli ultimi film usciti in sala visti per voi Chef Mene dà una soluzione ai vostri problemi culinari Coming Soon................................. pag 63 DiAry............................................. pag 74 Casa arriverà a breve nei cinema Telecomando................................. pag 64 Le ultime novità dal tubo catodico Teledipendente............................. pag 66 Esilio finito: Daniele Luttazzi su La7 In bianco e nero......................... pag 67 La tv dei ricordi FM................................................. pag 67 I programmi più belli da seguire in radio Cosa accadeva nel mondo in questo mese Cronache Marziane....................... pag 76 Notizie assurde ma realmente accadute Mercatino...................................... pag 78 Curiosità, idee regalo, oggettistica varia C’è post@ per Ary......................... pag 80 Vuoi raccontarci qualcosa, vuoi sfogarti o hai bisogno di un buon consiglio? La nostra Ary ti da voce Foto del Mese................................ pag 82 Il mondo raccontato per immagini Eminem in Dvd Release imperdibile il mese prossimo Per il nuovo album bisognerà aspettare ancora un po', ma Eminem ha deciso di tenere in caldo i fan con un DVD che arriverà nei negozi a novembre. Il rapper di Detroit pubblicherà "Live In New York City", resoconto del concerto svoltosi nel 2005 al Madison Square Garden di New York. In occasione della release imminente, Eminem ha lasciato un post sul suo sito ufficiale: "Per un po' non sono tornato in studio", si legge, "Ho passato un periodo personale difficile, ma ora sto meglio ed è bello ritrovare la creatività". Dunque le recording session del seguito di "Encore" potrebbero essere dietro l'angolo. Pink Floyd da collezione Nuovo inedito sodalizio artistico in vista E’ stata annunciata la prossima pubblicazione di uno speciale cofanetto dedicato ai Pink Floyd che pare destinato ai collezionisti più incalliti. Si tratta di “Pink Floyd: mini-vinyl studio box set” (il titolo a quanto pare non è definitivo), una raccolta in CD di tutti i dischi di studio della formazione britannica la cui peculiarità risiede nel fatto che ogni singolo CD è la riproduzione esatta (copertina, adesivi, inserti) di quello che fu il corrispettivo su vinile. La raccolta contiene questi titoli: “The piper at the gates of dawn”, “A saucerful of secrets”, “More”, “Ummagumma” (2CD), “Atom heart mother”, “Meddle”, “Obscured by clouds”, “The dark side of the Moon”, “Wish you were here”, “Animals”, “The wall” (2CD), “The final cut”, “A momentary lapse of reason”, “The division bell”. Nel cofanetto sarà incluso anche un DVD del quale per il momento non vi sono particolari significativi. La pubblicazione dovrebbe avvenire alla fine di novembre e pare che la tiratura sarà limitata a soli 10.000 esemplari. Il Boss non è antiamericano Stoici Linkin Park "Non sono un antiamericano ma da quando George W. Bush è al potere non ho mai cambiato la mia posizione, che è sempre stata fortemente critica". Parola di Bruce Springsteen, idolo del rock identificato, spesso erroneamente, come icona dell'American dream. Tornato nei negozi da pochi giorni con l'album "Magic", il Boss ha nuovamente attaccato la gestione Bush criticando soprattutto i metodi di detenzione e sorveglianza di Guantanamo e l'operato della Cia nella lotta al terrorismo. Spiacevole incidente durante un concerto per i Linkin Park. Chester Bennington, cantante della band americana, si è rotto un braccio cadendo dal palco durante uno show a Melbourne. In un momento particolarmente concitato della performance, giunta al quarto pezzo, Chester ha saltato troppo il là del consentito ed è caduto dal palco. La cosa sensazionale è che il cantante, nonostante la frattura, è riuscito a portare a termine il concerto. Le date internazionali del tour dei Linkin Park continueranno senza interruzioni. Van Wood accusa i Coldplay Ora voglio un milione di euro! Conosciuto dai più come esperto di oroscopi, ma con una carriera musicale alle spalle di tutto rispetto (prima chitarrista di Carosone, poi artista solista), Peter Van Wood ha accusato i Coldplay di avergli "rubato" una composizione poi diventata una hit mondiale: in particolare, l'eclettico musicista olandese ha accusato la band inglese di aver trasformato la sua "Caviar and champagne", composta nell'ormai lontano 1982, nella fortunatissima "Clocks", uno dei maggiori successi dei Coldplay, che ha venduto milioni di copie in tutto il mondo dalla sua uscita, nel 2002, inclusa nel secondo album del gruppo capitanato da Chris Martin, "A rush of blood to the head". All'altezza del (supposto) plagio la richiesta di risarcimento avanzata dal veterano (classe 1927) compositore: Van Wood, riporta Tgcom.it, esige ora la bellezza di un milione di euro. Peter Van Wood, estroso chitarrista classe 1927, sbarcò in Italia alla fine degli anni Cinquanta entrando nel trio di Renato Carosone (con Gegè Di Giacomo alla batteria). Popolarissima diventò "Butta la chiave", un brano nel quale si rivolgeva cantando a una donna che non voleva farlo entrare in casa e, con la chitarra, riproduceva le risposte di lei. Alla fine degli anni Sessanta alla musica affiancò un'altra passione, quella per l'astrologia, scrivendo rubriche e oroscopi sui giornali più popolari dell'epoca. Poi il recente successo grazie alla partecipazione a "Quelli che il calcio" con Fabio Fazio e Marino Bartoletti. Un gravissimo lutto a colpito nelle ultime ore la famiglia del popolarissimo cantautore Lorenzo Jovanotti. C’è stato uno schianto mortale nel pomeriggio dello scorso 22 ottobre a Latina, dove un aereo ultraleggero è precipitato, forse a causa del forte vento di tramontana. Due le vittime: Bruno Bianchella, 37 anni, pilota, e Umberto Cherubini, 45 anni, istruttore, fratello del cantante appunto. Era istruttore di volo presso la scuola "Touchandgo" di Anguillara, vicino Roma. Il noto rapper italiano Fabri Fibra torna con un nuovo singolo dal titolo 'Bugiardo' che anticipa l'omonimo album in uscita il 9 novembre. Provocatorio e paradossale come sempre, Fabrizio Tarducci (questo il vero nome del rapper di Senigallia) invita ancora una volta a riflettere sulla realtà, alla sua maniera. Il brano è prodotto e mixato da Big Fish e masterizzato da Marco Zangirolami. Fabri Fibra cerca di bissare il successo ottenuto lo scorso anno grazie al suo album “Tormento”, che lo ha portato dal sottobosco musicale fino alle prime posizioni delle classifiche di vendita. Fino al 17 ottobre il video di “La glaciazione”, primo brano estratto dal nuovo attesissimo album della band torinese, è stato in streaming esclusivo sul profilo: www.myspace.com/subsonica. Per la prima volta, il lancio del nuovo video del fenomeno di massa venerato dal grande pubblico, è avvienuto sul web e non attraverso i consueti canali televisivi. Radiohead con il nuovo album solamente (per ora) in download, Charlatans anche. Ma per i Kaiser Chiefs nessun disco da scaricare. Il gruppo di Leeds, ancora non si comprende bene se per contrastare la moda dilagante o se per trovata pubblicitaria, ha deciso di vendere il nuovo singolo sì online, ma chi lo ordinerà si vedrà recapitare un disco in vinile. E, in più, stavolta niente iTunes o negozi digitali: il singolo, “Love is not a competition (but I’m winning)”, potrà essere ordinato esclusivamente sul website ufficiale dei Chiefs, http://www.kaiserchiefs.co.uk.”Love is not a competition” sarà l’ultima emissione del 2007 del gruppo. E’ intanto quasi interamente all’insegna del “tutto esaurito” il tour che la band intraprenderà in Gran Bretagna nel corso dei mesi di novembre e dicembre. In arrivo il best of delle Spice Girls Nei negozi a partire dal 9 novembre Raggiungerà i negozi di dischi il prossimo 9 novembre il "Greatest hits" delle Spice Girls: la raccolta dedicata alla girl band appena riunitasi includerà anche i brani inediti "Voodoo" e "Headlines (Friendship never ends)", scelta dall'associazione benefica Children In Need come colonna sonora della campagna 2007. Il disco verrà reso disponibile anche sotto forma di Cd + DVD (contenente tutti i video abbinati ai bra- ni) e box set comprendente - oltre ai supporti audio e video - anche un Cd extra con le versioni remix e karaoke dei brani, un braccialetto e delle cartoline. La release anticipa di circa un mese la partenza del tour delle Spice Girls, che prenderà il via il prossimo 2 dicembre da Vancouver. Una buona occasione per tutti i fan per ripassare i vecchi successi della band in vista degli imminenti concerti. Live Earth in DVD Dal 20 novembre un cd+dvd con il meglio dell'evento del 7.7.07 Dal prossimo 20 novembre sarà disponibile nei negozi "Live Earth: The Concerts for a Climate in Crisis". Trattsi di 1 CD + 2 DVD pubblicati dalla Warner Bros. che raccolgono il meglio del concerto-evento tenutosi lo scorso 7 luglio in diversi paesi, promosso da Al Gore per sensibilizzare la popolazione sui problemi dell'ambiente.Il disco, che sarà disponibile in versione digitale dal 6 novembre, conterrà alcune delle performance più significative tra le quali si contano quelle di Madonna, Foo Fighters, Kelly Clarkson, Keith Urban, Beastie Boys e Rihanna. L'album sarà anticipato dal singolo "Bleed It Out" dei Linkin Park, che si sono esibiti a Maduhari Messe in Giappone. I proventi otte- si occupa di informare sulla necessità sempre nuti dalla vendita del disco andranno all'Allian- più imminente di sviluppare soluzioni per risolce For Climate Protection, un'associazione che vere il problema della crisi ambientale. Vanilla Sky VS Rihanna Sicuramente la canzone Umbrella di Rihanna (interpretata in compagnia di Jay-Z) e' stato uno dei grandi tormentoni musicali di quest'estate 2007. I romani Vanilla Sky, reduci dal buon successo che sta avendo l'album "Changes" (trainato dall'ottimo singolo "Break It Out") hanno deciso di rivedere (in chiave ovviamente piu' rock e aggressiva) il pezzo. Fino a pochi giorni fa il pezzo era ascoltabile in streaming (e scaricabile in maniera gratuita) visitando il loro myspace del gruppo. Ora l’esilarante video è sbarcato anche in tutte le tv musicali italiane. Si tratta veramente di una rivoluzione del mercato discografico e l’inizio della fine della grandi major internazionali oppure si può prevedere che rimarrà, almeno per il momento, un singolo episodio isolato? Questo per ora forse è ancora un po’ troppo presto per dirlo, certo che quando il segnale arriva da uno dei gruppi più importanti e rappresentativi dell’ultimo ventennio il piccolo campanello d’allarme forse dovrebbe iniziare a diventare una rumorosissima sirena. Quante volte negli ultimi anni, anche sulle stesse pagine di Andergraund, abbiamo parlato di quanto il fenomeno internet stia diventando un aspetto niente affatto trascurabile per quanto riguarda il mondo della musica e i canali alternativi di diffusione. Ormai si è liberi di ascoltare ciò che si vuole, conoscere gruppi semisconosciuti dall’altra parte del globo senza dover necessariamente dipendere da ciò che i grandi network radiofonici o i canali televisivi tematici decidono di farci ascoltare. E siamo veramente così lontani dal fatto di poter acquistare direttamente dal sito dell’artista i brani che ci interessano che altrimenti, attraverso i canali di distribuzione abituali, non riusciremmo mai a procurarci? Secondo me non manca poi molto alla fine, e ribadisco, se un gruppo potente e conosciuto in tutto il mondo come i Radiohead, che potrebbe avere un mercato potenziale vastissimo, decide di poter fare a meno di un contratto discografico, c’è da fare più che una riflessione approfondita. E lo dice una persona che venera ancora il disco in quanto oggetto da collezione da conservare e custodire! Non potrei farne a meno, ma questo è un altro discorso, e soprattutto non voglio dilungarmi oltre su questi aspetti di fantamercato musicale che richiederebbero pagine e pagine di discussione su un argomento talmente vasto, oltre all’intervento dei rappresentanti delle diverse parti interessate che in questa sede non abbiamo modo e l’intenzione di sviluppare, ma che magari nei prossimi mesi riprenderemo con maggior calma e attenzione, in quanto i possibili scenari che si profilano all’orizzonte sono veramente vastissimi. Ma torniamo, anzi cominciamo ad occuparci in maniera seria dei Radiohead e del travagliato parto del loro ultimo lavoro in studio dal titolo “In Rainbow”. Partiamo come al solito con una carrellata veloce sulla carriera del gruppo per poi arrivare fino ai giorni nostri. I Radiohead sono una delle maggiori rock band britanniche, forse la più rappresentativa dell’ultimo decennio, e si sono messi insieme nel 1986 con il nome originario di On a Friday. I componenti della band sono tutti musicisti provenienti dall'Oxfordshire. Il primissimo nucleo della band è composto da Thom Yorke, voce e leader induiscusso del gruppo e Colin Greenwood, compagni di scuola alla Abingdon School di Oxford, una scuola privata solo per maschi frequentata da tutti i futuri cinque membri della band. Nel 1986 i due, insieme a Ed O'Brien e Phil Selway, fondarono una band che chiamarono "On a Friday" (in riferimento al giorno della settimana in cui il gruppo si riuniva per le prove nell’aula di musica della scuola).m Ben presto, entrò nel gruppo anche Jonny Greenwood, fratello minore di Colin. Fu proprio l'ultimo arrivato a dare al gruppo il valore aggiunto che serviva: Jonny sin dall'infanzia aveva dimostrato un grande talento per la musica, e già intorno ai 13 anni (età in cui iniziò a gravitare intorno alla band del fratello e dei suoi amici) sapeva suonare numerosi strumenti con versatilità, essendo il più musicalmente istruito del gruppo. Il primo concerto della band si tenne alla “Jericho Tavern” di Oxford nel 1986. Jonny Greenwood, all’inizio, suonava la tastiera ma in seguito sarebbe diventato il lead guitarist della band. A differenza di molte altre college band, scioltesi con la fine del periodo scolastico gli On A Friday decisero di continuare a suonare insieme, riunendosi in tutte le occasioni possibili per provare, nonostante molti di loro si fossero allontanati da Oxford per motivi di studio. Nel 1991, quando tutti i membri tranne Jonny avevano completato i corsi universitari, gli On a Friday si ricomposero, anche se per un breve periodo il loro nome cambiò in "Shindig". La band registrò dei demo tape, come Manic Hedgehog, e incominciarono a suonare dal vivo attorno ad O- xford, divenendo abbastanza famosi da apparire sulla copertina del magazine locale di musica "Curfew". Come aumentò il numero di concerti, case discografiche e produttori incominciarono a manifestare interesse su di loro. Nel 1991, dopo che Yorke si fu laureato, gli On A Friday registrarono un nuovo demo, omonimo, con tre canzoni nuove; tra coloro che lo ascoltarono ci fu anche il produttore Chris Hufford, co-propietario dei "Courtyard Studios" di Oxford, che assistette ad uno dei primi concerti della band alla taverna "Jericho". Impressionato dalla band, produsse, insieme al suo partner Bryce Edge, un nuovo demo tape e divenne con quest’ultimo manager degli On a Friday. Ancora oggi, sono i manager dei Radiohead. Nel frattempo, grazie alla diffusione di Manic Hedgehog, la fama degli On A Friday si era diffusa, così al concerto di novembre furono numerosi i discografici presenti, e nei giorni successivi all'esibizione il gruppo ricevette numerose offerte di contratti. L'ebbe vinta la EMI, con cui la band siglò nell’inverno del 1991 un contratto per la registrazione di sei album. Contratto che nacque grazie ad un incontro fortuito fra Colin Greenwood e Keith Wozencroft, il rappresentante della casa discografica, al negozio di dischi dove il bassista della band lavorava. Su richiesta della EMI, la band cambiò il nome in Radiohead, inspirata dal titolo di una canzone dell’album dei Talking Heads intitolato True Stories. I Radiohead rilasciarono il loro primo singolo, "Creep" nel 1992, tratto dall’album di debutto Pablo Honey (1993). La canzone fu un inaspettato successo mondiale, e almeno all'inizio, la band venne etichettata come una one-hit wonder. L'album, seppur ben accolto negli Stati Uniti, passò quasi inosservato in Inghilterra. Il successo in patria arrivò solo con il secondo album, The Bends (1995), che fece guadagnare alla band numerosi fans. La reputazione del gruppo crebbe ancor di più con l’uscita del terzo album; caratterizzato da un suono più esteso e dal tema ricorrente dell’alienazione moderna, OK Computer (1997) è riconosciuto da diversi critici come una pietra miliare nella musica rock degli anni ‘90. Con i loro due album Kid A (2000) e Amnesiac (2001), usciti a distanza di soli otto mesi l'uno dall'altro, la popolarità dei Radiohead arrivò ai massimi livelli. Con questi dischi cambiò radicalmente lo stile musicale, fortemente influenzato dalla musica classica contemporanea, dal free jazz e dall'elettronica più sperimentale. Il loro ultimo album, Hail to the Thief (2003), caratterizzato da testi maggiormente rivolti all'attualità; è sembrato mescolare influenze da tutta la carriera della band. E poi finalmente si arriva ai giorni nostri. A quattro anni dall’ultimo album “Hail to the Thief” i Radiohead si sono trovati con un nuovo album praticamente pronto ma senza nessun contratto discografico, in quanto, scaduto quello che li legava alle EMI per sei dischi, evidentemente non si sono trovate le condizioni ideali per un rinnovo. A questo punto si sono scatenate febbrili trattative con tutte le più importanti major internazionali, ma nonostante le numerose interessantissime offerte (chi non farebbe carte false per annoverare i Radiohead nella propria scuderia di artisti?) Tom Yorke e soci non hanno trovato nessun contratto che facesse al caso loro. E poi improvvisamente quando tutto sembrava bloccato, e l’uscita dell’album era data ormai per scontata il prossimo anno, ecco che i ragazzi di Oxford hanno messo a punto il colpo che nessuno francamente si sarebbe mai aspettato. Lo scorso primo Ottobre i Radiohead hanno comunicato ufficialmente che il nuovo album “In Rainbows” sarebbe uscito il mercoledì successivo, ovvero il dieci ottobre! Soltanto online. Ebbene sì, con una mossa che ha spiazzato tutti, i fan e soprattutto il mercato discografico Thom Yorke e soci hanno deciso di fare da soli di tornare in modo assolutamente non convenzionale. Soltanto in un secondo tempo, a dicembre precisamente, il seguito di "Hail To The Thief", arriverà fisicamente nelle case dei fan. Tuttavia si tratterà di un formato deluxe, in doppio CD e vinile 1. Pablo Honey (1993) 2. The Bends (1995) 3. OK Compute (1997) 4. Kid A (2000) 5. Amnesiac (2001) 6. Hail to the Thief (2003) 7. In Rainbows (2007) e dunque assai dispendioso. L'album sarà in vendita sul sito www.inrainbows.com in due formati, doppio vinile e doppio CD (chiamato Discobox), e digitale. Il Discobox del valore di 40 sterline sarà spedito il 3 dicembre, ma, al momento dell'acquisto, verrà fornito anche un link dove, dal 10 ottobre, sarà scaricabile l'intero disco e la sua grafica. Questa terza opzione non ha un prezzo definito, infatti, cliccando sul box del prezzo, si viene invitati, incredibile ma vero, ad offrire una cifra a seconda delle proprie possibilità. Un dirigente discografico sentito da "Time" ha ammesso d'essere rimasto choccato dalla decisione dei Radiohead. "Suona come una campana a morto", ha detto. "Se uno dei migliori gruppi del mondo decide di non aver più bisogno delle etichette discografiche, temo che per noi sia rimasto ben poco mercato". Radiohead Ok Computer 1997 12 Capitol - EMI Ecco la tracklist di "In Rainbows": "15 Step" "Bodysnatchers" "Nude" "Weird Fishes/Arpeggi" "All I Need" "Faust Arp" "Reckoner" "House of Cards" "Jigsaw Falling Into Place" "Videotape" Airbag Paranoid Android Subterranean homesick alien Exit music (for a film) Let down Karma police Filter happier Electioneering Climbing up the walls No surprises Lucky The tourist “Ok Computer” è un album fondamentale nella storia del rock non solo perchè destinato a entrare a far parte a pieno titolo dei capolavori della musica contemporanea, ma anche perchè segna il punto di svolta decisivo nella musica e nello stile dei Radiohead. Se infatti prima di “Ok Computer” sono piuttosto evidenti le influenze del post-punk e del brit-pop, questo album possiamo dire che rappresenti uno spartiacque verso sonorità decisamente più elettroniche e sperimentali, evoluzione che sarà resa in maniera più compiuta a partire dagli album successivi e in particolare in “Kid A”. Quindi non si tratta di una cesura netta con il recente passato ma un graduale avvicinamento a stili sonori totalmente diversi da quelli quasi completamente acustici che caratterizzavano il precedente "The Bends". "Avevamo ascoltato Ennio Morricone, i Can e un sacco di roba caratterizzata da un abuso di tecniche di studio. Volevamo provare anche noi", spiegò all'epoca Thom Yorke. Il risultato è un album innovativo, visionario, cupo, contraddistinto da atmosfere tristie malinconiche e da un'avvolgente linea melodica. I Radiohead sono quindi riusciti perfettamente nell'impresa di rifondare dalla base, attingendo dal passato, ma con un occhio sempre rivolto alle avanguardie sonore fine anni ‘90. I testi di “Ok Computer” sono stati esaminati e studiati in diverse università prestigiose tanto moderne e complesse sono le tematiche affrontate. La sensibilità artistica e poetica di Yorke raggiunge qui la sua piena maturità. Uno degli elementi di eccezionalità di Ok Computer risiede nella sua impressionante capacità di fondere in maniera perfetta testi e suoni. Il successo è immediato: il disco balza in testa alle classifiche inglesi e in top ten in quelle americane. Poche sono le parole per definire questo terzo lavoro dei Radiohead: Capolavoro. tanto in vhs, il prossimo 16 novembre uscirà in formato dvd, impreziosita da quattro brani provati dalla band durante il soundcheck e da varie immagini inedite dal backstage. In Italia il live è stato trasmesso per la prima volta circa dieci anni fa, infatti è stato il primissimo programma trasmesso da MTV Italia nel lontano 1997. E’ considerato da gran parte della critica e del pubblico una pietra miliare della musica degli anni novanta, grazie soprattutto all'intensa interpretazione di Kurt Cobain, indiscusso frontman e icona di un’intera generazione. La bellezza, la sincerità e l'amore per la musica di quel genere chiamato grunge, crocevia fondamentale per il rock dei '90, sono emersi chiaramente quando certi gruppi hanno tolto le distorsioni da brani diventati famosi proprio per la loro fragorosità e incuria negli arrangiamenti e si sono trasfigurati in vere e proprie gemme capaci di trasmettere anche emozioni e sensazioni differenti. E i Nirvana ci regalano una performance davvero entusiasmante, con una band in forma e un Cobain che, oltre a cantare alla grande è disponibile perfino allo scherzo, cosa non molto usuale conoscendo il carattere dell’artista. Straordinario, emozionate, viscerale, è uno show in cui Cobain ci mette davvero tutta l'anima in quella musica, quella stessa musica che è stata la sua gioia e il suo dolore, la sua cura e la sua malattia, la sua vita e, purtroppo, la sua morte. Un documento preziosissimo, un oggetto che sicuramente non si lasceranno sfuggire i fan di vecchia data dei Nirvana, ma consigliatissimo anche tutti le nuove generazioni che magari conoscono il gruppo solo per la loro “immagine” e meno per la loro musica. Erano i primi anni Novanta. Ragazzi e ragazze vestivano soltanto con anfibi, camicioni a quadri e jeans rovinati. L’eco di Seattle era giunta ovunque e la musica dei Nirvana imperversava. Alla fine del 1994 non c’era un adolescente che non avesse in casa il cd dello storico concerto newyorkese della band eseguto in esclusiva per il pubblico di Mtv. “Unplugged in New York” è più di un album, è uno status symbol: il tributo della cosiddetta Generazione X al suo eroe musicale. Il cd fu infatti il primo lavoro postumo del gruppo: registrato il 18 novembre del 1993 venne pubblicato e messo in commercio un anno dopo, a sei mesi dalla morte di Kurt Cobain. I componenti della band sono affiancati da Pat Smear, ex chitarrista dei Germs, già aggiuntosi al gruppo in qualità di seconda chitarra a partire dal tour di "In Utero", e dalla violoncellista Lori Goldson. Il concerto vede i Nirvana rivisitare in chiave acustica alcuni loro grandi successi, e cover di canzoni di vario genere, dai Vaselines in "Jesus doesn't want me for a sunbeam" ai Leadbelly "in Where did you sleep last night?", passando da David Bowie. In scaletta anche tre pezzi dei Meat Puppets, gruppo musicalemente ispiratore per Cobain, in cui i tre di Seattle si fanno affiancare nell'esecuzione degli stessi fratelli Kirkwood, fondatori del gruppo. La registrazione video del concerto, disponibile finora sol- Ecco la tracklist del DVD: "About a Girl" - "Come As You Are" - "Jesus Doesn't Want Me for a Sunbeam" - "The Man Who Sold the World" - "Pennyroyal Tea" - "Dumb" - "Polly" - "On a Plain" - "Something in the Way" - "Plateau" - "Oh Me" "Lake of Fire" - "All Apologies" - "Where Did You Sleep Last Night" Sentimenti contrastanti sono quelli con i quali i fan dei R.E.M. accolgono questo primo cd dal vivo della storica formazione di Athens, uscito in tutti negozi nei giorni scorsi. Gioia e soddisfazione perchè per la prima volta potranno avere a disposizione su cd alcuni dei pezzi storici della band in versione dal vivo, delusione e tristezza perchè la notizia di questa release, venuta fuori un po’ per caso negli ultimi mesi ha tanto il sapore di un contentino dato ai fan in attesa febbrile del nuovo album ormai da oltre tre anni, e il cui tempo di lavorazione evidentemente si è prolungato un po’ più del previsto. I R.E.M. infatti stanno lavorando al seguito di “Around The Sun” del 2004 ormai dallo scorso gennaio e hanno già presentato dal vivo la maggior parte dei pezzi che saranno presenti nel prossimo album, ancora senza nome, nel corso di cinque esclusivissime serate dal titolo “Working Reharsal” che si sono tenute lo scorso luglio a Dublino. Sulla base di queste informazioni in molti avevano quindi dato per certa la release del nuovo album già per quest’autunno, fino a che l’annuncio dell’uscita di questo live ha gelato un po’ gli animi dei numerosi fan sparsi in giro per il mondo. Niente di tremendo comunque, qualche piccolo ritardo è normale in queste cose, e tutto dunque rimandato, questa volta dovrebbe essere più che sicuro, alla primavera del 2008. Guardando quindi le cose dal lato positivo, va accolta con calore anche l’uscita di questo “R.E.M. Live”, il primo live realizzato dopo 27 anni di carriera. In realtà dei dvd esistevano già, l’ultimo dal titolo “Perfect Square” era uscito non molto tempo fa, e racchiudeva la registrazione di uno show tenuto n Germania durante il World Tour del 2003, però questa è la prima volta che un intero concerto viene inciso anche su cd. In realtà Stipe e soci nel corso degli anni non si erano mai dimostrati particolarmente interessati all’idea di pubblicare un disco dal vivo. Infatti alle domande specifiche degli intervistatori sul tema avevano sempre risposto di non essere troppo ansiosi di pubblicare un live primo perchè i fan posseggono un’enorme quantità di materiale dal vivo sotto forma di bootleg, e secondo perchè le versioni live di alcuni dei loro pez zi più conosciuti erano già disponibili racchiuse come b-sides all’interno di diversi singoli usciti nel corso degli anni. In ogni caso questa rappresenta anche una buona occasione per tutti quelli che magari non sono fan sfegatati dei R.E.M. di potersi avvicinare per la prima volta alla loro dimensione dal vivo, sicuramente uno degli ambiti della loro arte in cui riescono ad offrire il meglio al pubblico. L’album comprende 22 delle più famose e apprezzate canzoni del gruppo registrate lo scorso 27 febbraio 2005 al Point Theatre di Dublino durante il tour di “Around the sun” e gli unici di quel periodo ad essere ripresi da telecamere. Quindi, non quelli dello scorso luglio, in cui la band aveva provato all’Olympia Theater 11 canzoni nuove nel corso di 5 serate e di cui abbiamo parlato prima. L’album (doppio) è anche accompagnato da un dvd che rac- “I Took Your Name” “So Fast, So Numb” “Boy In The Well” “Cuyahoga” “Everybody Hurts” "Electron Blue" “Bad Day” “Ascent Of Man” chiude l’intero spettacolo con la regia del talentuoso Blue Leach (già al lavoro con Depeche Mode e Snow Patrol), che ha fatto un lavoro veramente spettacolare. La tracklist è abbastanza buona, però a mio modo di vedere, sicuramente non una delle migliori di quel tour. E’ vero che i pezzi storici come “Losing My Religion”, “Imitation of Life”, “Leaving New York”, “Man on The Moon”, “The Great Beyond”, “Everybody Hurts” ecc... non mancano, però a mio modo di vedere si è indugiato un po’ sui brani dell’ultimo disco trascurandone alcuni secondo me irrinunciabili (basta pensare che manca “Daysleeper” per capire cosa intendo dire...). Comunque, sviste a parte, sicuramente si tratta di un ottimo lavoro, emozionante e coinvolgente. Da comprare o regalare a tutti gli amanti della buona musica. “Great Beyond” “Leaving New York” “Orange Crush” “I Wanted To Be Wrong” “Final Straw” “Imitation Of Life” “The One I Love” “Walk Unafraid” “Losing My Religion” “What's The Frequency, Kenneth?” “Drive” “(Don't Go Back To) Rockville” “I'm Gonna DJ” “Man On The Moon" Sesta Puntata Intervista a cura di: Chef Mene Testi: Bugs! Se chiudete gli occhi per un momento e provate ad ascoltare un pezzo dei Queen interpretato dal vivo da loro, sicuramente rimarrete senza parole di fronte alla perfezione dell’interpretazione e alla bravura dei musicisti. Se non si è particolarmente attenti o degli espertissimi cultori della musica dei Queen, il rischio di non riconoscere che si tratti di una cover è dietro l’angolo. Se poi si aprono gli occhi e si dà un’occhiata a cosa succede sul palco l’impatto è ancora più forte. Per un attimo ci si sente disorientati e si arriva a pensare che quello sul palco sia realmente Freddie Mercury. E credetemi non sto esagerando... La prima volta che li ho visti dal vivo sono rimasto letteralmente a bocca aperta di fronte a una tale somiglianza, non solo fisica, ma anche nella voce, nelle movenze, nei gesti e nei costumi. Si capisce subito quanto lavoro e quante ore di studio ci siano dietro un esibizione della Merqury Band, questo il loro nome, cover band dei Queen che dal 2001 gira ininterrottamente per l’Italia portando i suoi sensazionali spettacoli sui palchi dei locali e delle piazze di mezzo paese. E non solo, ultimamente sono riusciti nell’impresa di esportare i loro live anche oltre i confini italiani. Ma procediamo con ordine. Nel 1997 Ferdinando Altavilla, sicuramente il maggior interprete della musica del grandissimo Freddie Mercury che abbiamo in Italia, incontra Fabrizio Palermo e Danny Conizzoli, che all’epoca suonavano già insieme, e decidono di trovarsi occasionalmente per fare delle serate insieme. Ad accomunare i tre musicisti, naturalmente, non ci sarebbe nemmeno bisogno di dirlo, una grandissima passione per la musica dei Queen. Nasce così un sodalizio artistico che culmina nel 2001 con la formazione definitiva e ufficiale della Merqury Band. Al progetto prendono parte anche il chitarrista Cristian Comizzoli e il batterista Marco Ferranti. Il 15 novembre al Propaganda di Milano si tiene il primo concerto ufficiale della neonata formazione. Da quel momento in poi la strada è sempre stata in discesa. Il gruppo si è creato una certa popolarità nell’ambiente, e da allora ad oggi hanno eseguito centinaia di spettacoli in Italia e all’estero. La particolarità che contraddistingue la Merqury Band dalle altre cover band in circolazione è sicuramente, come già accennato, la grandissima fedeltà con la quale sono in grado di riprodurre situazioni e atmosfere tipiche dei live dei Queen, oltre alla bravura dei musicisti, tutti artisti con diversi anni di esperienza alle spalle, anche con cantanti di fama nazionale. La caratteristica peculiare è sicuramente la cura, oserei dire quasi maniacale, dei particolari, in tutto, non solo per quanto riguarda l’esibizione in sé (musica, voce, movenze, somiglianza fisica), ma anche per quanto riguarda gli altri aspetti della performance come le scenografie (tutte disegnate dallo stesso Ferdinando, che nella vita è scenografo) e i costumi. Nonostante l’abbandono del gruppo nel 2005 di Fabrizio Palermo, che ha deciso di intraprendere altre strade sempre rimanendo nell’ambiente musicale, la voglia di dare sempre di più del gruppo non si è fermata, e qualche mese fa, dopo anni di duro lavoro, è nato lo spettacolo teatrale “Queen are the Champions”, nel quale attraverso i racconti e la musica ripercorrono tutta la gloriosa carriera di Mercury e soci, dagli inizi fino alla scomparsa di Freddy e oltre. Insomma, un gruppo tutto da scoprire, e di cui non aggiungiamo altro per non anticipare troppo delle cose di cui Ferdinando ci ha parlato nell’interessantissima e dettagliatissima intervista che avuto la gentilezza di rilasciarci. Per questo un ringraziamento enorme naturalmente va a lui e a tutta la band, oltre che alla signora Angela che ha trovato il tempo per noi e ha reso possibile questo articolo. Grazie di cuore! A tutti i lettori, invece, come solito, appuntamento al prossimo mese! Come è nata la tua passione per i "Queen"? A che età hai cominciato ad ascoltarli? Hai mai visto il gruppo dal vivo? C'è una loro canzone che ami in particolare? La mia passione per i "Queen" è nata da ragazzino, ascoltavo quasi tutta la musica rock, successivamente il mio interesse si è fatto più forte verso questo gruppo in particolare. Sono più di vent'anni ormai che ascolto le canzoni di questo gruppo e anche più recentemente, dopo la scomparsa di Freddie Mercury, la mia passione per la band inglese non è mai calata. Ho assistito ben sedici volte alle performance live dei "Queen", partecipai anche al mitico concerto al "Wembley Stadium" nel 1986! Oggi per me è praticamente impossibile raccontare le emozioni di allora, l'evento fu reso particolare grazie alla cornice di gente che vi prese parte, non fu solo lo spettacolo stesso ad essere un'emozione unica, anche tutte le fasi di preparazione al di fuori dello stadio e nelle vicinanze, fatte da parte del pubblico, furono incredibili! Mi ricordo che io stesso, con il mio gruppo di amici, decisi di dormire in una tenda al di fuori dello stadio! Più recentemente, ho assistito al tour dei "Queen" avvenuto nel 2005, li ho inseguiti con lo stesso entusiasmo di quando ero più giovane ed è stato sensazionale per me, vedere che la gente ha fatto lo stesso, capendo la voglia di continuare a suonare di Brian May, che mantiene viva la band legata al suo più ben noto personaggio. Una loro canzone che amo in particolare? Sarebbe banale dirti tutte, vista la mia passione per il piano, strumento che prediligo suonare, ti posso dire "Bohemian Rhapsody", brano che 1975 portò alla ribalta il gruppo inglese anche per l'originalità del video. Ultimamente ho trovato molto interessanti i nuovi pezzi proposti dalla band e tra le mie "nuove" canzoni preferite c'è sicuramente "Wilderness" di Brian May. Ti sei accorto da subito della tua sbalorditiva somiglianza con l'artista inglese, oppure è frutto di un percorso che è avvenuto in seguito ad una passione condivisa con gli altri membri della band? La mia somiglianza con Freddie Mercury, è nata con il tempo e tengo precisare che non mai utilizzato metodi artificiali per assomigliarli di più. E' nato quasi tutto per scherzo, la gente mi fermava per strada e mi ferma tutt'ora dicendomi: "Sai che somigli a…". Una delle mie caratteristiche principali che ha dato il via al mio aspetto così simile a quello del cantante inglese, sono senz'altro i denti sporgenti, poi ho lasciato crescere il baffo ed infine la mia rotondità della faccia, hanno reso il mio aspetto vicino a quello del personaggio che interpreto. Il tutto è avvenuto un po' per caso, così che non posso definirlo un percorso, sicuramente la passione per la musica dei "Queen" che c'è tra me e i membri della band ha fatto il resto e non era nei miei progetti cercare componenti del gruppo che somigliassero agli originali. Come cantante, come è stato il tuo esordio nel mondo della musica? Hai sempre ricoperto il ruolo di Freddie? I miei esordi nel mondo della musica, probabilmente sono lontani da quello che le persone potrebbero immaginare conoscendomi. Sono un grande estimatore di Claudio Baglioni e Renato Zero: le mie prime serate come cantante sono stati dei tributi per questi due grandi ed intramontabili musicisti italiani. Poi ho avuto un'evoluzione musicale, scegliendo di cantare in inglese, appassionandomi sempre di più ad Elton John e George Michael, tra l'altro anch'essi coinvolti in qualche modo con le vicende dei "Queen". Chi è Ferdinando Altavilla quando scende dal Danny e Christian Connizzoli, li ho trovati musicalmente interessanti ed ho cominciato a seguirli, fino a palco? quando è nata la nostra collaborazione reciproca. Ottima domanda direi… Ero molto entusiasta per il loro metodo di suonare e Innanzitutto ci tengo a precisare che ci sono "due" ho subito pensato che potevano essere loro le perFerdinando: l'interprete ed il comune mortale. Come sone più appropriate per il mio tipo di spettacoli. Le interprete sono Ferdy, salgo sul palco e per passione prime ospitate ci hanno dato da subito ragione, raccanto le canzoni dei "Queen". Ultimamente non mi cogliendo le grazie del pubblico. Abbiamo cominpiace quando la gente mi chiama Freddie, perché io ciato suonando musica rock, fino ad arrivare poi a non voglio essere solo un sosia, la mia interpretazioconcentrarci solo sui "Queen". ne va ben oltre che la semplice imitazione di un perL'abbandono da parte di Fabrizio Palermo ha sicusonaggio. Per me questo significa mischiare la mia ramente modificato il nostro aspetto musicale e tecimmagine di "attore" con quella della mia vita di nico. E' stata una scelta ben precisa non rimpiazzare tutti i giorni. il nostro bassista con un'altra persona, il non arrivo D'altro canto, come comune mortale, sono semplidi un quinto componente, ha fatto si che la nostra cemente Ferdinando Altavilla, un anonimo disegnaband sia più somigliante all'originale: infatti i tore di Video Games, il mio lavoro ufficiale. Nel"Queen" erano composti da quattro elementi. Tuttal'ambiente musicale sono anche noto come scenovia non posso nascondere che musicalmente parlangrafo, anche se il mio nome risuona molto di più do abbiamo perso leggermente un po' di qualità: il come interprete. Ultimamente mi occupo a 360° nostro gruppo è formato da un batterista e due chidella band in quanto scenografo, anche se prima mi tarristi, quest'ultimi si devono alternare nei pezzi di dividevo con altri gruppi musicali. Ho una piccola basso e non avendo le appropriate conoscenze tecazienda a Verona, dove nascono tutte le scenografie niche, forse alcuni passaggi non sono proprio tra i per i miei spettacoli: sono tutte frutto della mia fanmigliori. tasia, così come il nostro logo che ho voluto riportare anche sulla nostra batteria. Per quanto sia forte la vostra passione per i "Queen", non vi sarebbe piaciuto creare qualPrima di fondare la "Merqury Band", ognuno cosa per conto vostro? di voi aveva già un certo tipo di carriera alle spalle. Come vi siete incontrati? Come è nata Ultimamente stiamo lavorando a nuovi pezzi che l'idea di creare una cover-band? Cosa è cambia- vorremmo inserire nei nostri spettacoli in modo to nel gruppo dopo l'abbandono di un compo- sempre più costante. Recentemente ne abbiamo inseriti due a metà spettacolo, una sorta di omaggio nente importante come Fabrizio Palermo? alla grande musica dei "Queen" che noi riproponiaCi siamo incontrati parecchio tempo fa e come ben mo, con delle nostre versioni a volte rivisitate. Non sottolinei nella domanda, tutti noi avevamo già un posso nasconderti l'idea che tra uno o due anni ci bel ruolo nel mondo della musica. Ognuno dei comvedrà cambiare verve, utilizzando nelle nostre perponenti era più o meno per i fatti suoi, ci esibivamo formance live che proponiamo, sempre più musica cantando per conto proprio nei nostri gruppi. nostra. Un giorno mi sono imbattuto nel duo formato da Come "Merqury Band" non avete pubblicato nessun ormai da diversi anni. Non avendo più la possibilità di incrementare la nostra quodisco, come mai questa scelta? ta di fan in Italia, che ormai ha raggiunto un certo livello di Pubblicare un disco come tributo è un qualcosa che esiste stabilità per quanto riguarda anche la nostra presenza nei già. La nostra idea di cover-band è di diffondere tra la gente locali, è una delle ultime sfide per far giungere la nostra pouna passione ed un interesse per quello che era la musica polarità anche nei paesi esteri, che ultimamente da timida dei "Queen" in modo che si possa riavvicinare agli originali. presenza, si sta sempre più rinforzando. Lo show in se che Come "Merqury Band", ci piacerebbe pubblicare qualcosa proponiamo nei teatri italiani, sono una sorta di prove per di nostro che sentiamo nostro!!! I nuovi brani a cui stiamo quello che poi sarà in effetti la nostra esibizione in tour per lavorando e come ti ho già detto che saranno inseriti seml'Europa. pre più nei nostri spettacoli, sono già in via di registrazione L'idea principale è quella di creare un tour supportato da presso la S.I.A.E. tecnici, scenografi e una struttura di persone che ci possa supportare nei nostri spostamenti, con mezzi di trasporto Sappiamo però che ora è in lavorazione il DVD con la che riportino anche il nostro logo disegnato. L'effetto sceniregistrazione di "Queen are the Champions", al quale co che speriamo di raggiungere e dal quale ci stiamo ispiranabbiamo assistito, e che vi è costato anni di duro lavodo, è l'evento che ha caratterizzato la carriera musicale dei ro. "Queen": il loro concerto vestiti completamente di bianco, Come mai avete fatto questa scelta? Vuoi raccontare ai tenutosi al "Metropolitan Opera" di New York. Lo spettanostri lettori cosa ha di particolare questo progetto? colo stesso che vogliamo proporre è qualcosa che dovrà Siete soddisfatti del risultato? essere eccezionale per i fan che ci seguiranno in questa imLo spettacolo teatrale di "Queen are the Champions" è un presa ambiziosa. progetto veramente ambizioso alla quale stiamo lavorando Ferdinando, tu sei considerato sicuramente il miglior sosia ed interprete del mitico Freddie Mercury in Italia, come studi il personaggio per poi risultare così fedele all'originale? Una curiosità: dove trovi i tuoi numerosi abiti di scena che sono identici a quelli utilizzati da Freddie? Il mio non è esattamente uno studio sul personaggio che imito. Io mi definirei più volentieri come interprete, ossia un attore sul palco, non mi sento esattamente un sosia perché la mia somiglianza con Freddie Mercury è frutto del caso. Io stesso sono un fan dei "Queen", per questo mi è così "naturale" l'interpretazione che eseguo, successivamente per motivi legati di più alla professionalità, mi sono dovuto dedicare ad uno studio maniacale di alcuni particolari ed aspetti che voglio trasmettere al pubblico che mi guarda. Freddie è un tipo particolare e molti dei suoi aspetti ho imparato ad imitarli grazie ai suoi video che molte volte sono più che pazzeschi! I costumi di scena??? Si potrebbe scrivere un libro su come sono nati! Agli inizi della mia carriera come Ferdy, eravamo io e la mia ragazza i creatori e disegnatori dei costumi di scena che utilizzavo per i miei spettacoli. Ci aiutavamo con giornali specializzati per le ricerche dei tagli più adatti e consultavamo migliaia di foto e video dei "Queen" per essere più fedeli possibile agli originali. Per me non era sufficiente indossare un giubbino giallo e un paio di Adidas per somigliare a Freddie Mercury, data la mia meticolosità ero io l'addetto alla macchina da cucire, credo che questo sia un gran scoop per "Andergr@und Mag@zine"!!! Successivamente le cose cominciarono ad ingrandirsi, così decidemmo di avvalerci della collaborazione di una nostra grande amica costumista: Anna Trevisan, soprannominata da tutti noi "Mosley", come la vera costumista di Freddie. Durante le tue performance live, traspare chiaramente al pubblico che la tua esibizione va ben oltre l'imitazione di un personaggio. Quali sono le emozioni che provi durante l'impersonificazione dell'artista inglese? Le emozioni che provo sul palco, sono quelle che Ferdinando sente imitando Freddie Mercury!!! Durante le mie performance poi, sicuramente anche il pubblico con il suo interesse che dimostra con gli applausi, mi gratifica e mi emoziona allo stesso tempo. L'impersonificazione dell'artista inglese è senz'altro un ruolo di grande responsabilità, che cerco sempre di onorare nel migliore dei modi, dando sempre il massimo di me stesso, meritandomi come interprete la mia buona parte di applausi. Forse non tutti sanno, perché la differenza è impercettibile, che la colonna sonora di uno spot pubblicitario della Q8 è una vostra cover del brano "I want it all": è particolare come scelta, come mai è stata usata al posto del brano originale? L'agenzia incaricata dello spot pubblicitario aveva chiesto ai "Queen" la possibilità di utilizzare il brano originale, per un'offerta che probabilmente non è stata accettata. Nonostante ciò i "Queen" decisero di firmare una liberatoria per permettere l'utilizzo di una versione cover del brano "I want it all". A questo puntò partì una specie di concorso che vide coinvolte tutte le cover e tribute band dei "Queen" in Italia. Tutti parteciparono ai provini e tutte le versioni cantate dai gruppi furono registrate, compresa la nostra. Non fu mai ufficializzato quale brano fosse stato utilizzato tra quelli interpretati, così ogni band cominciò a dire e scrivere che si trattasse del suo. Attualmente noi siamo ancora sotto contratto con l'agenzia e con la stessa Q8 che ce lo ha anche rinnovato per il prossimo anno. Sinceramente posso dirti che nello spot trasmesso in televisione riconosco la mia voce, perché io conosco la mia voce mentre canto!!! La tua notorietà è strettamente dipendente a quella di un grandissimo e compianto musicista. Quanto sei grato a Freddie per il successo ottenuto? Vuoi lanciare un messaggio ai tuoi fan e a tutti quelli dei "Queen"? Io sono e sarò sempre grato per l'immagine regalatomi da Madre Natura. E' bello essere fermati per strada e sentirsi dire che il proprio aspetto sia simile, e in alcuni particolari, uguale a quello di un grandissimo personaggio del mondo della musica come lo è stato Freddie Mercury. Anche a lui sono e sarò sempre grato per la notorietà che ho raggiunto e conquistato, al quale dedico molti degli applausi e gratificazioni che ricevo nei miei spettacoli. Magari un giorno la "Merqury Band" non ci sarà più, ma il nostro spirito sarà comunque lo stesso di chi ha voglia di fare musica. Ai nostri fan chiedo di non smettere mai di ascoltare i "Queen" perché sono un gruppo che è saputo entrare nel mondo della musica lasciando un segno indelebile nella storia, mentre spero che i fan dei "Queen" apprezzino i nostri innumerevoli sforzi per far rivivere la gloria di un gruppo musicale che non è mai tramontato nel tempo! Un grosso in bocca al lupo per la vostra rivista! Per saperne di più sulla Merqury Band: www.merquryband.it www.myspace.com/merquryband Queen Live at Wembley Stadium 2003 (doppio cd) 13 + 15 EMI Records CD1 1. One vision 2. Tie your mother down 3. In the lap of the gods 4. Seven seas of Rhye 5. Tear it up 6. A kind of magic 7. Under pressure 8. Another one bites the dust 9. Who wants to live forever? 10. I want to break free 11. Impromptu 12. Brighton rock solo 13. Now I’m here CD2 1. Love of my life 2. Is this the world we created? 3. (you're so square) baby I don't care 4. Hello Mary Lou (goodbye heart) 5. Tutti frutti 6. Gimme some lovin’ 7. Bohemian rhapsody 8. Hammer to fall 9. Crazy little thing called love 10. Big spender 11. Radio ga ga 12. We will rock you 13. Friends will be friends 14. We are the champions 15. God save the Queen Live at Wembley '86 è sicuramente uno dei live più conosciuti e apprezzati dei Queen, distribuito originariamente su vhs, ne è uscita successivamente una versione in un dvd e una versione audio su doppio CD. Il concerto è stato registrato dal vivo allo stadio di Wembley di Londra per l’appunto, il 12 luglio 1986 durante una tappa del tour europeo fatto della band prima dell’uscita di “A Kind of Magic”, pubblicato per la prima volta il 2 giugno 1992. È davanti ad una cornice di migliaia di fan entusiasti, che non nascondono la loro passione per il gruppo e l’eccitazione per l’indimenticabile spettacolo, che Mercury, May, Deacon e Taylor danno il meglio di loro stessi sfoderando i loro ferri del mestiere: il risultato è rimasto nel cuore di tutti coloro che vi assistettero dal vivo e anche di chi lo vide in televisione. Album in realtà postumo, in quanto uscito un anno dopo la morte di Freddy Mercury, il Live at Wembley riesce a cancellare i ricordi di un periodo non troppo luminoso costellato di critiche per alcuni album precedenti e facendo balzare alle stelle il successo iniziato a maturare solo negli ultimi tempi. Proprio con Wembley i Queen si consacrano ufficialmente come band culto in Europa ma non solo, anche in America latina e in Giappone. Ciò che gli impedisce di diventare una band mondiale è la popolarità al massimo discreta negli USA, un mercato dove i Queen non riuscirono mai a sfondare sul serio. Due dischi per un totale di quasi due ore di pura musica Queen ininterrotta, in un’atmosfera live grandiosa e con una pulizia sonora impeccabile. Setlist che spazia attraverso l’intera storia dei Queen, accostando ai consueti classici dei Queen, come la onnipresente We Will Rock You, anche brani meno famosi come Big Spender o Tear it up. Le novità più gradite sono forse le inedite cover come Tutti frutti, un tributo al rock’n’roll anni ’50 che Mercury interpreta magistralmente. Merita un encomio anche la tenacia mostrata dal gruppo nel giungere a fine concerto ignorando la stanchezza che sul finire inizia a sentirsi, soprattutto nella voce di Mercury che ha dato tutto per ciascuno dei minuti del live. Intenso, adrenalinico, imperdibile. Nella storia del rock! Ormai manca davvero poco: “Unbreakable”, il nuovo album dei Backstreet Boys, in Italia sarà nei negozi a partire dal 26 ottobre. Inutile stare a ripetere i soliti dati (75 milioni di copie dei loro CD venduti nel mondo, e così via), tanto i loro fan ben li conoscono. Anticipato dal singolo “Inconsolable”, ballata al pianoforte che promette di spezzare molti cuori, il disco rappresenta un vero e proprio punto di svolta nella carriera di una delle boyband più famose e longeve della storia della musica pop. Infatti si tratta del primo disco registrato senza l’apporto di Kevin Richardson, uno dei due componenti fondamentali del gruppo che insieme al cugino Brian Littrell, entrambi di Lexington, nel Kentucky, cominciò a cantare fin da bambino; si esibirono nei cori parrocchiali e nei vari festival di paese dove fanno doo-wop e cavalcano la nuova ondata r'n'b iniziata dai Boyz II Men, fino all’incontro con gli altri tre del gruppo, conosciuti a Orlando, in Florida, con i quali decisero di formare un quintetto. E così, dopo 10 anni di carriera, ha deciso di abbandonare il gruppo, per dedicarsi n maniera seria a progetti alternativi. Se si tratta di un abbandono momentaneo o definitivo ancora non si sa, probabilmente dipenderà dall’esito dei suoi progetti da solista; qualcosa ci fa sospettare però, visto l’esito degli esperimenti degli altri componenti del gruppo, che ben presto Kevin tornerà a divertirsi coi suoi vecchi compagni di gioco. Il cantante ha dato l'annuncio con un messaggio ufficiale rivolto ai fan: "Me ne vado per seguire altri progetti", si legge "E' stata una decisione difficile ma necessaria per aprire un nuovo capitolo della mia vita". Archiviato il colpo dell’inaspettata decisione del compagno di viaggio, Nick Carter, Howie Dorough, Brian Littrell e AJ McLean hanno ripreso in quattro il loro cammino e finalmente escono con il loro nuovo album, successore di “Never gone” del 2005, che sarà disponibile sia in versione standard sia deluxe; quest’ultima contiene due brani in più, “Downpour” e “In pieces”. La notizia della release di “Unbreakable” è stata rivelata da Nick Carter nel blog della band su myspace. "So che è molto tempo che non ci facciamo sentire", ha detto il cantante, "Ma fidatevi di me, il nuovo disco è fantastico; non possiamo dire molto ma abbiamo è la cosa migliore che abbiamo mai fatto". Per questo nuovo, attesissimo album, i Backstreet Boys si sono avvalsi di collaborazioni prestigiose. Hanno infatti lavorato con John Shanks (Ashley Simpson e Sheryl Crow), E-Man, Rob Wells e Billy Man (Pink). Si tratta di un ritorno alle origini per il suono del gruppo: come confessano gli stessi boys infatti, dopo la parentesi “rock” di "Never Gone", hanno sentito la necessità di tornare al sound di “Millennium”: un mix perfetto di pop-rock, r'n'b e dance. Vedremo se questo ritorno ad uno stile più “boyband” sarà accolto con entusiasmo dal pubblico, che, nonostante le vendite discrete, non aveva decretato un successo stratosferico al precedente "Never Gone", che aveva segnato il loro ritorno sulle scene dopo una lunga pausa. Nel frattempo anche i cugini dei Backstreet Boys, i Take That sono tornati in queste ultime settimane a farsi sentire: in attesa del loro eventuale nuovo album infatti, sono in radio e in rotazione nelle televisioni musicali con un nuovo pezzo inedito. Si tratta di "Rule the world", una canzone che i TT hanno assemblato per la colonna sonora del film "Stardust" i cui attori principali sono Robert De Niro, Sienna Miller e Michelle Pfeiffer. Il ritrovato gruppo, tornato al successo lo scorso anno con l'album "Beautiful world", eseguirà il brano ai Na- tional Movie Awards che si svolgeranno il prossimo 28 settembre alla Royal Festival Hall di Londra. "Rule the world" sarà regolarmente pubblicata nel prossimo ottobre: dal 19 come download, dal 22 come CD. Non resta che attendere anche il loro nuovo album allora! primo estratto, e anche dei singoli successivi, tra cui per esempio ricordiamo lo scatenato “Hard to Beat”, ha avuto una discreta fortuna un po’ ovunque; il disco infatti ha venduto quasi un milione di copie soltanto nel Regno Unito. Ora i quattro ragazzi inglesi cercano di bissare il successo del lavoro d’esordio con un nuovissimo album che sarà in vendita in tutti i negozi a partire dal prossimo 28 settembre, dal titolo "Once Upon A Time In The West". La stampa britannica ha già definito "Once Upon A Time In the West" un album dal grande sound con un potenziale che attirerà l'attenzione sia di chi ama i Clash sia di coloro che seguono la musica dance e il fatto che proprio in questi giorni il disco debutta direttamente al Numero Uno degli album più venduti in UK testimonia che anche il pubblico la pensa allo stesso modo. "Suburban Knights", il primo singolo, è in radio da noi solo da poche settimane ma già si sta muovendo bene ed è già ben programmato in molte emittenti radiofoniche, così come il video che lo accompagna, già in high rotation nella playlist di MTV e di tutti i canali musicali satellitari. La band è attesa a breve in Italia per alcuni importanti appuntamenti promozionali. Alzi la mano chi non si ricorda degli Hard-Fi! Magari il nome adesso come adesso non vi dice niente eppure si tratta di storia recente: sarà infatti passato meno di un annetto e mezzo da quando questi quattro sconosciuti, che hanno interamente registrato e prodotto il loro primo album all’interno della cantina di una cantina, hanno conquistato il mondo e le classifiche di mezza Europa con una canzone rock molto commerciale e piacevole, che parlava di un banco- mat! Sì, proprio ad un bancomat, con tanto di geniale video ambientato all’interno della famosa macchinetta, un mondo immaginario che ricordava tanto una piccola miniera, con carrellni adibiti al trasporto di contante e piccoli omini addetti alla stampa delle banconote. Adesso cominciate a ricordarvi qualcosa vero!? “Cash Machine” è stato un grande successo, che ha anticipato l’uscita del primo disco degli HardFi “Stars of CCTV”, che grazie alla spinta del suo Il titolo dell’album, “Blackout” è un’evidente richiamo all’invito a bloccare la negatività al fine di farsi trasportare dal coinvolgente e vorticoso sound del disco, abbracciando pienamente la vita. La cover del nuovo album è una rielaborazione grafica del singolo di lancio del disco,"Gimme more", con un tocco di colore digitale e di motivi molto anni 60. Di sicuro la Spears non appare al meglio di sé, c'è solo da sperare che i contenuti siano migliori dell'aspetto e che anche questo nuovo lavoro della cantante americana possa essere all'altezza dei precedenti. In realtà, a proposito, il “Times” riferisce d’avere avuto in esclusiva mondiale la prima copia di “Blackout”, il nuovo album di Britney Spears. Il quotidiano londinese, dopo una introduzione in cui il recensore Pete Paphides ripercorre le tappe del cammino di Brit, passa ad una veloce (probabilmente il giornale era in chiusura) analisi del disco. Questi i punti forse più interessanti. “Su ‘Why should I be sad’, scritta da Pharrell Williams, ed invero anche su parecchie delle canzoni che precedono il pezzo, quella di Britney è una presenza incorporea; la sua voce, ‘trattata’ pesantemente, è sospesa in un’aria viziata e ghiacciata di accordi minimi. Se si deve dire la verità, certi pezzi non sarebbero parsi troppo differenti se la sua parte vocale fosse stata completamente cancellata. (…) ‘Perfect lover’ e ‘Toy soldier’ sono semplicemente due dei pezzi più meravigliosamente strani ad essere usciti quest’anno su qualsiasi disco; sono degli esercizi sonici che si assumono molti rischi e che, fino ad ora, mai si erano agganciati ad un album di Britney Spears”. Voto: 4/5. Niente male tutto sommato! A causa delle numerose anticipazioni musicali apparse su Internet, con canzoni diffuse illegalmente online, la data di uscita del nuovo album di Britney Spears, "Blackout", è stata anticipata a fine ottobre (in Italia sarà venerdì 26), due settimane prima della data originalmente fissata. Negli ultimi tempi erano circolati online vari provini dell'album, canzoni incomplete che però hanno costretto i discografici della Jive Records ad anticipare la pubblicazione. Intanto si continua a parlare della Britney "privata". Si spererebbe così di riuscire a parlare di musica e dimenticare per qualche settimana le vicende private c riguardanti la reginetta del pop che hanno rempito le pagine dei giornaletti scandalistici negli ultimi mesi. Dall’improvviso taglio di capelli all’infinita vicenda del divorzio con l’ex marito Kevin Federline, per arrivare alla recente battaglia per l’affidamento dei figli della coppia. Evidentemente ci illudevamo: E’ notizia delle ultime ore il nuovo gossip circolato su Britney: la popstar avrebbe chiesto, probabilmente per scherzo, di fare la barista al Viceroy Hotel in California. Ma il posto le sarebbe stato negato. In effetti non sembrerebbe proprio un lavoro adatto per una persona che, per ordine del giudice, deve stare lontana il più possibile dagli alcolici. Realizzato al fianco di produttori ed autori di primo livello, il risultato sonoro di “Blackout” è un misto di arrangiamenti futuristici con un’evidente strizzata d’occhio anche alla musica di affinità dance del passato (in particolare agli anni 90). Il primo singolo “Gimme More”, prodotto da Nate “Danja” Hills (Nelly Furtado e Timbaland)svetta in USA: entrato oggi nella TOP 5 di BILLBOARD, si è anche guadagnato il primo posto della classifica dei singoli di iTunes. Risultati di questa portata non si ottenevano dall’uscita di “Baby One More Time”. All’interno dell’album vi sono brani del calibro di “Heaven on Earth” prodotto dai promettenti Freescha e Kara DioGuardi che si sono già fatti conoscere grazie a “Walk Away” di Kelly Clarkson. 1. Gimme More 7. Freakshow 2. Piece of MeIl 8. Toy Soldier 3. Radar 9. Hot As Ice 4. Break The Ice 10.Ooh Ooh Baby 5. Heaven On Earth 11.Perfect Lover 6. Get Naked (I Got A Plan) 12. Why Should I Be Sad In una tua intervista dici che le tue canzoni il più delle volte sono autobiografiche, in un tuo testo del nuovo album scrivi: “I never left bridges behind me, always moving on” (Non ho mai lasciato ponti dietro di me, sono sempre andato avanti), quale sarà il tuo prossimo ponte da passare? E’ interessante che tu abbia scelto questo testo. I ponti sono buoni per due motivi: Andare avanti o tornare indietro. Con la coscienza di poter tornare indietro un uomo può lavorare duro per un futuro successo. Inconsciamente il ponte che proverò a passare prossimamente è tornare sul palco con i China all’età di 45 anni. E una volta detto sì per qualcosa non sarà mai nella mia mente correre indietro per salvarmi nel altro lato del ponte. (da Anderview, Andergraund n.8) Lavorare ancora con questo gruppo di persone sembra molto naturale, non abbiamo pressioni e questo ci aiuta a trovare le cose divertenti. Nell’ultima intervista che ci hai rilasciato, hai parlato della tua sfida personale di suonare ancora con i “China” durante un tour estivo. Puoi raccontarci questa tua esperienza personale? Approfittiamo di questa pagina per un piccolo aggiornamento sui progetti di un’artista che a noi sta molto a cuore. Vi ricordate tutti di Eric St. Michaels, che qualche mese fa si è prestato a fare da cavia per la prima puntata della nostra rubrica Anderview? Evidentemente ci siamo portati fortuna a vicenda. Lui a noi perchè la rubrica che ha tenuto a battesimo sta avendo un grande successo e ottimi riscontri da parte di voi lettori. Ma anche noi magari abbiamo portato un po’ di fortuna a lui! Infatti, è proprio in quell’intervista che Eric ci aveva anticipato dell’imminente reunion col suo storico gruppo, i China, ai quali si sarebbe unito per un tour estivo. Evidentemente le cose devono essere andate parti- colarmente bene, tanto qualche settimana fa, imbattendoci nel loro myspace, abbiamo appreso con piacere che sta per uscire un nuovo album firmato China, dal titolo “Rock Never Dies”. Così non abbiamo potuto fare a meno di ricontattarlo per farci spiegare come sono le andate e com’è stato tornare a suonare dopo anni con il gruppo che più di tutti lo ha lanciato, e ci ha raccontato diverse cose interessanti. Comunque se vi siete persi la prima parte della storia e volete tornare ad approfondirla, trovate tutto, articolo e intervista sul numero 8 di Andergraund, disponibile nella sezione arretrati del sito, oppure direttamente nella sezione Anderview raggiungibile dal menù principale. Beh, voltarsi indietro non è poi così spaventoso dopo tutto. Ho preso lezioni di canto insieme ad un istruttore, che mi aiutasse a ritrovare la mia voce di una volta e ho cominciato a giocare a tennis, così da poter correre per tutto il palco! I fan ci hanno aiutato molto, sostenendoci e acclamandoci in fronte a noi. Non abbiamo avuto la possibilità di pianificare al meglio i nostri concerti, così abbiamo suonato al massimo per 60 minuti soltanto. Il prossimo anno pianificheremo al meglio gli eventi, così avrò molto lavoro da svolgere per essere pronto per questi. Parlaci di “Rock Never Dies!” (Il Rock Non Muore Mai!): di che tipo di album si tratta? E’ un ritorno al rock sound tipico dei “China”? Cosa c’è di nuovo rispetto al passato? Rock Never Dies è soltanto il nome del tour. In un certo senso un motto. Non è il titolo di un album. Ho iniziato ad usare questa frase per descrivere il perché sia possibile fare musica di nuovo insieme. Le cose si ripetono, le mode ritornano. Sento che questo sia il momento giusto. Con rispetto al passato, penso che non vogliamo perdere i nostri vecchi fan, ma abbiamo bisogno di raggiungere un pubblico nuovo. Penso che le nostre cose “nuove” avranno l’effetto desiderato. Progetti futuri: state programmando come “China” Sappiamo che state lavorando insieme per un nuovo altre date dal vivo? Possiamo pensare a una riunione album. Come è nata l’idea e come è stato lavorare di definitiva? nuovo insieme dopo così tanti anni? Siamo tutti d’accordo di non fermarci questa volta. Stiamo Un nuovo album ha bisogno di canzoni, così dopo le prime valutando proposte a non finire per concerti futuri. Per il prove abbiamo cominciato a suonare in giro e Claudio ha momento stiamo cavalcando un’onda di entusiasmo e queavuto alcune buone idee, che abbiamo potuto tutti provare. sta è la cosa migliore che ci potesse accadere. Abbiamo preparato tre nuove canzoni per i nostri show dal Ci sarà molto da aspettarsi dalla band più che mai. vivo e sono in ascolto anche sulle pagine del nostro MySpace all’indirizzo: myspace.com/chinamusic. Tu Eric, stai progettando nuovi album come solista? L’idea è quella di continuare insieme adesso, preparando un No, penso che posso lavorare meglio in una band. intero album. Abbiamo avuto un riscontro positivo a partire dai fan per quanto riguarda le nostre nuove canzoni e Bene, allora grazie ancora e in bocca al lupo per tutto. questo è stato un fattore motivante. Era scomparso dalla circolazione mentre la sua dolce passato, e che svuotando case abbandonate raccoglie metà (Ambra Angiolini, of course) guadagnava primi oggetti che raccontano delle storie e diventano man mano le sue memorie. All’epoca non avevo neppure completato la prima canzone, ‘Ferro e cartone’ appunto. Ma da lì in poi i due lavori sono proceduti in parallelo, culminando in due progetti collegati: undici sono le canzoni e anche i capitoli del ‘romanzo’. Ho preso in mano la penna perché pensavo che fuori dalla gabbia di una canzone di tre minuti, lontano dalle costrizioni della metrica e della rima avrei avuto più libertà. Pensavo anche che, senza metterci di mezzo la mia faccia e la mia voce, avrei potuto nascondermi più facilmente. E invece non è stato così: tutti hanno cominciato a prendere per confessioni autobiografiche quel che ho scritto, persino Ambra ne è rimasta turbata e mi ha chiesto se davvero sto così male! E’ stata una sorpresa anche per me, in verità e lo sarà per la mia famiglia…Ma questa non è la mia storia personale: anche se nel libro emergono le mie inquietudini, le mie zone d’ombra, il mio caos interiore, la mia piani e lodi sperticate nel ruolo di attrice emergente e tensione continua tra due poli opposti, la famiglia di bella ragazza pensante. Ma non è che in questi due come luogo a cui ritornare e la voglia di scappare. anni di esilio volontario abbia pensato soltanto a fare Per questo in fondo al disco ho messo un pezzo il papà e il casalingo, Francesco Renga: che infatti come ‘Dove finisce il mare’: volevo lasciare un mestorna di gran carica con, in rapida sequenza, un libro saggio di speranza, alla fine”. Giura che non ritenterà (“Come mi viene – vite di ferro e cartone”, esordio l’esperimento, Francesco, ma intanto ammette che il “letterario” che Feltrinelli pubblica il 4 ottobre), un libro “è stata l’occasione per fare un passo avanti, disco (il quarto da solista, “Ferro e cartone”, nei ne- per raccontarmi in maniera diversa dal solito. Un gozi il 12 dello stesso mese) e un concerto “evento” rischio, mi rendo conto, perché il mio mestiere è di (al DatchForum di Assago, il 4 dicembre) preparato- fare il cantante. Persino lo scrivere canzoni è venuto rio di un tour che avrà luogo nei primi mesi di conseguenza, come compendio all’espressività dell’anno prossimo: tre momenti legati da un pensie- della voce”. Una voce che in “Ferro e cartone” si circonda di suoni nuovi, ro unico, da un intimo rap“internazionali”: completato porto e un’ispirazione coil lavoro di preproduzione a mune, anche se all’autore Milano, Renga ha raggiunto non piace usare il desueto a San Francisco Corrado termine di “concept”. “Non Rustici, incaricato della prolo è, perché quando ho iniduzione. Come Ligabue ziato il viaggio che mi ha ("che mi ha fregato il vocal portato fin qui non sapevo trainer...", scherza), come i dove sarei andato a finire. Negramaro (“che però sono Non c’era nulla di calcolato arrivati da lui dopo di me, e preordinato, quando sono anche se il loro disco è usciandato dall’editore, ormai to prima”). “Corrado, per quasi tre anni fa, avevo in me, è il miglior produttore testa poche idee e confuse: italiano”, spiega Francesco la storia di un uomo che si ai giornalisti di Rockol. lascia alle spalle ricordi e “Forse l’unico, anzi, perché gli altri si limitano a fare gli arrangiatori. Quando mi ha chiesto cosa volessi da lui non sapevo cosa rispondergli. Ci ho pensato su e gli ho chiesto di aiutarmi a fare un disco maturo, da quarantenne, che rispettasse la mia dignità artistica. Mi ha subito proposto di rinunciare all’orchestra, proprio a me che avevo vinto Sanremo! Mi ha insegnato che è meglio suggerire che spiegare tutto all’ascoltatore, così abbiamo lavorato con musicisti veri (tutti stranieri, ndr). Pochi strumenti e poche take. Rustici è anche riuscito a dare un suono diverso alla mia vocalità molto italiana, rispettosa della tradizione del Bel Canto. In pezzi come ‘Preda dei venti’ non ho rinunciato al fraseggio virtuosistico, ma grazie a lui ho evitato l’enfasi un po’ tronfia che avevano certe mie cose del passato. Corrado salirà sul palco anche a Milano, e sarà un bel regalo perché mi ha aiutato a rielaborare in maniera nuova anche il mio vecchio repertorio”. Qualcosa dei Timoria, magari, oggi che il gruppo non c’è più e certe ruggini sono acqua passata? “Ce ne sarebbero di belle cose da riprendere…Ma no, non l’ho mai fatto e non lo farò neanche questa volta, mi metterebbe in imbarazzo e ne sarei persino un po’ timoroso. Però ho ascoltato il box uscito da poco e devo dire che sono orgoglioso di quel periodo, a parte certe mie foto oscene che ci sono nel libretto.. Al di là delle stonature e degli strumenti scordati, in quei dischi c’era l’energia irripetibile dei vent’anni. Magari tradotte male per inesperienza, c’erano idee fresche e nuove. E anche come cantante penso di avere aperto una strada per gente come Giordano dei Negramaro e Francesco de Le Vibrazioni: nessuno, prima, usava quel modo di spiegare la voce…Giordano, per esempio, è uno che sa cantare, peccato che i Negramaro non si siano presi il tempo necessario per pubblicare il nuovo disco: dentro ci sono delle belle cose ma l’hanno dovuto fare in fretta e si sente”. Lui non ha avuto questo problema: “No, ci sto attento perché sono convinto che la crisi del mercato discografico sia una crisi creativa. La gente è semplicemente stufa di dischi brutti, in cui i pezzi buoni sono uno o due. Volevo fare un album che reggesse dall’inizio alla fine. Che suonasse vero, che facesse capire la fatica, il sudore, le emozioni e le motivazioni che ci stanno dietro”. Tra queste anche una rinnovata religiosità con cui, dice, “ho ricominciato a fare i conti da quando sono nati i miei figli e ho cantato ‘Angelo’. Nel libretto del cd cito un verso dal Vangelo secondo Luca, scoperto accompagnando un giorno mio padre alla messa. ‘Sapete giudicare l’aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo? E perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?’ Non ho mai sentito niente di più lucido, forte e rivoluzionario, in tempi di confusione politica e morale come questi”. E ' l'anno di Madonna, impossibile negarlo, con 6 hit nella classifica dei primi 100 singoli più venduti diventa la "Regina" d e l l a Dance anni '80... eccoli in ordine: Into the groove - Gambler - Crazy for you - Dress you up - Like a virgin, e Material girl. Parlare di Madonna è fuori dalla mia portata, ma comunque gli è dovuto il massimo rispetto. Un'artista che negli anni ha fatto moda, spettacolo, animazione, forse in maniera un po' stravagante, ma da sempre ha piazzato il brano giusto al momento giusto, con grinta da vendere non ha avuto tempo per arrendersi di fronte alle critiche, alle reazione negative di qualcuno che considerava la sua immagine un'oltraggio. Una grande carriera che gli ha permesso di creare un piccolo impero economico anche a chi gli ha dato fiducia sin dai primi dischi (un Dj che risponde al nome di Jellybean Benitez). I Duran Duran continuano la loro ascesa con A view to a kill, e fanno un tentativo parallelo sotto il nome di Arcadia che riesce anche bene (7° posto). Si sentono già rumori di fondo che danno i Duran Duran sciolti... ma nessuno ci crede. Al contrario, i Band AID rappresentano l'unione artistica e la sensibilità umana verso i bambini di tutto il mondo che stanno soffrendo. L'intero ricavato di Do they know it's Christmas? infatti, ha l'intento di alleviare queste sofferenze. Voi, a suo tempo, lo avevate comprato ? Evviva l'Italia... che ci regala ancora grandi successi. I Righeira piazzano l'ultimo brano della loro storia con L'estate stà finendo, un saluto alla stagione che ha loro portato tanta fortuna anni prima con Vamos a la playa. Clamoroso il successo ottenuto da Baltimora con la sua Tarzan boy, e finalmente arriva la consacrazione di Martinelli, un'ottimo compositore di musica Dance che fino a questo momento aveva lavorato molto, senza ottenere la giusta ricompensa, arrivata, quasi come una fiaba, con Cinderella. Chi lavora molto e bene, è invece il nostro Claudio Cecchetto che continua a piazzare sue produzioni come Taffy, Tipinifini e Sandy Marton, quest'ultimo ottiene la più alta posizione con Camel by camel (29°). Ma è con grande entusiasmo (ecco un'altro mio preferito) che mi accingo ad annunciare l'entrata in classifica di Den Harrow, che ci regala due splendidi brani quali Future brain e Mad desire. Per l'Italia insomma, una buona annata anche questa volta. Dall'estero arriva "il massacro". Partiamo con i Simple minds un gruppo che fino a questo momento poco aveva a che fare con il mondo della Disco Music, ma riscuotono talmente tanto successo che i Dee Jay sono costretti ad inserirli nelle scalette musicali, e i ragazzi ballano sulle note di "Don't you" e Alive and kicking. Come al solito autori estranei al mondo della Dance si ritrovano a fare i conti con questo pubblico, è il caso di Sting con If you love somebody e di Phil Collins Sussudio, Tina Turner con We don't need another hero, Grace Jones con Slave to the rhythm, Bryan Ferry con Slave to love e Huey Lewis & the News con The power of love. Ma chi puo' godere di un grande successo sono i Dead or Alive con You spin me round e Lover come back to me, i Simply red con l'elegantissima Moneys too tight, così come i Tears for Fears che piazzano due favolose hit Shout e Everybody wants to rule the world. Chi si riconferma a pieni voti è Howard Jones ormai un veterano della Dance, con Things can only get better e Look mama, forse i suoi ultimi successi. Una meteora invece è King con Alone without you e Love and pride, brani comunque rimasti nella memoria dei frequentatori di discoteche nel 1985. Ma le vere sorprese arrivano dal nordeuropa: una è Sandra con Maria Magdalena e In the heat of the night, e i Modern Talking con Chery chery lady e You're my heart you're my soul. Il resto degli occupanti della classficia di vendita del 1985 sono degni di essere menzionati, qualcuno lascia solo un gran bel ricordo, e qualcun'altro continua la sua carriera in modo più o meno brillante, comunque da riascoltare e riballare sono: 19 di Paul Hardcastle, Ghostbusters- Ray Parker jr., The neverending story - Limahl (ex leader dei Kajagoogoo)Last Christmas - Wham!, (un gruppo destinato a lasciare un gran bel ricordo negli anno '80), Rock me Amadeus - Falco (un gradito ritorno di un re della Dance dei primi anni '80), Samurai Michael Cretu (produttore di Sandra e degli Enigma che scopriremo poi), Live is life - Opus, Girl's got a brand new toy - T.X.T., Johnny come home - Fine Young Cannibals, One night in Bangkok - Murray Head (ex Abba), P.Machinery - Propaganda, Imagination - Belouis Some, The riddle - Nik Kershaw, Don't mess with doctor dream - Thompson Twins, Square rooms - Al Corley, Clouds across the moon - Rah Band, Endicott - Kid Creole & the Coconuts, e scusate se è poco. Insomma il 1985 vede come grande protagonista la musica Dance e le discoteche, ma attenzione, perché da adesso in poi vedremo un netto cambiamento nel genere Dance Music. Avendo consensi cosi' clamorosi da parte del pubblico, nasce dentro l'animo ambizioso di tanti ragazzi, la voglia di "provarci". Molti Dee Jay di talento e non spingono i produttori discografici a produrre brani creati da loro. E grazie alla una genialità e ad un orecchio musicale innato, per alcuni, è il momento di uscire dalla nicchia e di sfondare nel grande mondo dello spettacolo. Sta' per nascere la "House Music". FERRO E CARTONE - Francesco Renga - (Mercury) Universal NOMADI - Nomadi & Omnia Symphony Orch. - (Atlantic) W.M.I. MAGIC -Bruce Springsteen - (Columbia) Sony BMG HIGH SCHOOL MUSICAL 2 - Soundtrack - (Walt Disney) EMI TODAVIA - Mina - (PDU/Epic) Sony BMG ALL THE LOST SOULS - James Blunt - (Atlantic) W.M.I. Grandissima performance per Francesco Renga che con il suo nuovo album “Ferro e Cartone” entra in classifica direttamente al primo posto scalzando un mostro sacro come Bruce Springsteen, spinto al terzo posto anche grazie al supporto di uno storico gruppo italiano, i Nomadi, che con il loro album orchestrale si piazzano direttamente sul secondo gradino del podio. Una bella rivincita per la musica italiana! NON SIAMO SOLI - Ramazzotti & Martin - (Ariola) Sony BMG 1973 - James Blunt - (Atlantic) W.M.I. VASCO EXTENDED PLAY - Vasco Rossi - (Capitol) EMI KINGDOM - Dave Gahan - (Virgin) EMI DO IT WELL - Jennifer Lopez - (Epic) Sony BMG DOMO MIA - Tazenda & Ramazzotti - (Radiorama) Deltadischi PAVAROTTI FOREVER - Luciano Pavarotti - (Decca) Universal SHUT UP AND DRIVE - Rihanna (Def Jam) - Universal PAPITO - Miguel Bosé - (Carosello) W.M.I. LOVE TODAY - Mika - (Island) Universal SCREAM - Tokio Hotel - (Island) Universal INCONSOLABLE - Backstreet Boys - (Jive) Sony BMG VICKY LOVE - Biagio Antonacci - (Iris) Universal INTO THE NIGHT - Santana - (Arista) Sony BMG R.E.M. LIVE - R.E.M. - (Warner Bros) W.M.I. MONSOON - Tokio Hotel - (Island) Universal SONGS OF MASS DESTRUCTION - Annie Lennox - (RCA) Sony ALLEVI LIVE - Giovanni Allevi - (Ricordi) Sony BMG LIFELINE - Ben Harper & The Innocent Criminals - (Virgin) EMI Si piazza direttamente in prima posizione della single chart l’inedita collaborazione tra Eros Ramazzotti e Ricky Martin col singolo “Non Siamo Soli” BEAUTIFUL GIRLS - Sean Kingston - (Beluga Heights) Sony BMG HEY THERE DELILAH - Plain White T'S - (EMI) DAMELA Sì - Anamor - (A&A Entertainment) Universal INTO THE WILD - Eddie Vedder - (J Records) Sony BMG THE SINGLES COLLECTION - Vasco Rossi - (Capitol) EMI KILL TO GET CRIMSON - Mark Knopfler - (Mercury) Universal RELAX, TAKE IT EASY - Mika - (Island) Universal THE NIGHTFLY - Vari - (RCA) Sony BMG WHEN YOU'RE GONE - Avril Lavigne - (RCA) Sony BMG BRAVE - Jennifer Lopez - (Epic) Sony BMG DO IT - Nelly Furtado - (Geffen) Universal LA FINESTRA - Negramaro - (Sugar) W.M.I. VOCI SU VOCI - Studio 3 - (New Music) Edel DYLAN - Bob Dylan - (Columbia) Sony BMG DENTRO ME TI SCRIVO - Mango - (Columbia) Sony BMG Dopo oltre cinque anni dall’ormai classico “The Rising”, un disco interamente pervaso dalle ombre dell’11 settembre, finalmente il Boss torna al rock e lo fa nel modo in cui gli riesce meglio, ovvero avvalendosi del supporto e della collaborazione dell’inossidabile E Street Band. Non è più tempo di sperimentare, per questo c’è stato tempo negli ultimi cinque anni (ricordiamo che tra i due dischi con la E Street Band, sono passati un disco totalmente acustico, Devils and Dust, e un album dal sapore decisamente country-folk, , oltre a diversi live). Ora è arrivato il momento per tornare a divertirsi e a farlo nel modo più tradizionale possibile. Per questo in Magic ritroviamo i suoni classici che hanno caratterizzato la produzione springsteeniana fin dai primi album della sua carriera. Niente di rivoluzionario o innovativo quindi, ma una buona raccolta di pezzi rock, tanta chitarra, qualche assolo di sassofono e spazio ai sentimenti. Le ombre degli attentati dell’11 settembre ormai sono dissolte e si può tornare a tematiche più classiche come l’amore. Forse il disco manca un po’ di quella grinta che avrebbe valorizzato il lavoro, ma va bene anche così. Ottimo il primo estratto Radio Nowhere, potente energico, graffiante. Ci piace. Il fatto che l’album dei Radiohead sia uscito solo su internet e dei vari discorsi connessi (ne abbiamo parlato anche noi, gli spunti di riflessione sono troppo ghiotti) ha dato sì grande rilevanza all’uscita del disco, d’altro canto però, rischia di offuscare la notizia sicuramente più rilevante: ovvero, finalmente è uscito il nuovo disco dei Radiohead! Un album molto atteso da tutti, dai fan, che da anni aspettano il seguito di Hail to the Tief; Magic Bruce Springsteen Columbia - Sony 11 + 1 In Rainbows Radiohead Autoprodotto 10 Echoes, Silence... Foo Fighters RCA Records 12 Nuovo album per i Foo Fighters ma solito vecchio dilemma: ritorno ai vecchi fasti rock dei primi album o definitiva virata verso suoni e atmosfere più acustiche e mature? Nell’indecisione Dave Grohl e soci rimandano nuovamente la scelta definitiva e sfornano un album che si piazza a metà, con l’intenzione di accontentare tutti, ma che forse entusiasmerà in pochi. Attenzione: Echoes, Silence, Patience & Grace non è un cattivo lavoro, semplicemente presenta uno schema prevedibile e fin troppo simile a quello degli ultimi lavori della band. Un singolone perfetto, potente, energico, adrenalinico, e una raccolta di brani che si susseguono uno dopo l’altro in maniera piuttosto uniforme, senza sorprese o scossoni, tutti caratterizzati da un inizio lento e acustico e da un finale più elettrico e tirato. Un paio di sorprese arri- dagli addetti ai lavori, perchè sicuramente è una delle uscite più interessanti dell’anno, ma anche dai comuni fruitori di musica in quanto i Radiohead sono uno dei gruppi che suscitano maggior curiosità e fascino. Infatti sono stati capaci negli anni di passare con disinvoltura da un onesto britpop ad un rock più visionario e psichedelico, fino agli esperimenti con l’elettronica che hanno caratterizzato gli ultimi lavori. Quest’ultima fase in particolare, per ora sembra essersi conclusa. La batteria di Phil Salway è tornata protagonista in un album dai toni fortemente acustici e malinconici. Nonostante l’anima casereccia, gli arrangiamenti sono ricchi e la produzione poco invadente e molto ben curata. Un ritorno al pop classico, un pop con la p maiuscola, con importanti venature rock; emozionale e intimo, che conferma la forma straordinaria di un gruppo ancora molto brillante. Once Upon a time.. Hard-Fi Necessary Records 11 vano solo alla fine del disco: in “Status” un Dave Grohl stranamente popeggiante si destreggia tra pianoforte e arrangiamenti orchestrali in un atmosfera leggera e spensierata, mentre in “Home”, ballata per voce e piano, è l’intensità dell’interpretazione a sbalordire l’ascoltatore. Semplicemente emozionante. Un buon disco, ma quel qualcosa in più che ci aspettavamo e non è arrivato rappresenta un punto a suo sfavore. Per una volta la critica sembra stranamente unanime sul giudizio da attribuire a questa seconda prova degli Hard-Fi: ovvero loro sono (cito testualmente due degli aggettivi più ricorrenti) dei ruffiani e dei furbetti. In effetti non si può non essere almeno in parte d’accordo. Senza evitare di essere drastici o cattivi, il lavoro tutto sommato è fresco e piacevole, ma l’appunto più evidente che va fatto agli Hard-Fi e che visto il buon suc- cesso del loro primo Stars of CCTV, che presentava diversi spunti interessanti, si siano chiusi in studio con lo scopo di creare un album decisamente radio friendly, cercando di imitare i singoli che ne hanno decretato il suo successo, producendo bombe ad alto potenziale commerciale. Quindi non mi sento nè di promuovere, nè categoricamente di bocciare questo Once upon a Time in the West. Il problema è che il gruppo si è posto in maniera molto pericolosa su un confine tra indie-rock e pop rock da classifica, e questo alone di ambiguità impedisce al disco di decollare in maniera decisiva. Una raccolta di pezzi che risultano un po’ troppo studiati e plasticosi, ma comunque ascoltabili. Un buon sottofondo per una serata tra amici ma niente di più. Per essere ricordati nel mondo della musica occorre più coraggio. Sorpresa sorpresa, questa volta il ribelle e chiaccheratissimo Pete Doherty ha messo la testa a posto, almeno musicalmente parlando, e ha sfornato un album che ha spiazzato un po’ tutti: intenso, maturo, emozionante, piacevole. Prima annotazione, i pezzi sono molto meno rumorosi del solito, molto più classici, puliti negli arrangiamenti; in una parola belli, e molto vari tra di loro. Percorrendo la tracklist le atmosfere cambiano piuttosto frequentemente: si passa dal tipico indie-rock di “Carry on up the Morning” al rock classico del piacevolissimo singolo “Delivery”, passando per le atmosfrere più spensierate di “You Talk”, per il punk di “Side of the road” fino al blues di “Crumb Begging”; non mancano poi le struggenti ballatone rock lente ed emozionanti. Insomma, un disco molto vario, con un paio di pezzi più in stile Libertines, ma in generale un album mol- to rilassato e rilassante, a tratti malinconico e un po’ cupo (influisce su questo l’autobiograficità dei testi). Un album che ci ha veramente stupiti, in cui un Pete Doherty in splendida forma da veramente il meglio di sé. Un lavoro profondo e melodioso, di una poesia che stupisce, lieve e sognante. Che altro si può aggiungere su un disco del genere? Forse i vecchi fan dei Libertrines delle origini si sentiranno un po’ traditi da questo nuovo Doherty, ma a noi piace un sacco. Andate avanti su questa strada! In Italia le radio stanno iniziando ora a trasmettere uno dei lori pezzi dal titolo “Hey There Delilah”, romanticissima ballata per voce e chitarra che sicuramente ha il merito di averli portati sotto i riflettori anche qui in Italia. In realtà quel pezzo, ormai vecchiotto (risale infatti ad un paio d’anni fa e nel Regno Unito all’epoca è stato un vero e proprio tormentone), che sicuramente spopolerà anche da noi, ci dà il la per parlare del nuovo album dei Plain White T’s, questo il loro nome, dal titolo “Every Second Shotter’s Nation Babyshambles Regal - EMI 12 Every Second Counts Plain White T’s Hollywood/Disney 12 Salmon Dance Chemical Brothers Dom & Nic Hourglass Dave Gahan Mute - Virgin 10 Dave Gahan è in pausa dai Depeche Mode e ne approfitta per dar sfogo alla sua creatività, forse un pelo repressa nella band in cui canta da oltre 25 anni. In realtà sappiamo bene che i malumori degli ultimi anni sono stati proprio determinati da Martin Gore, accusato da Gahan di non lasciare spazio alle idee degli altri. E così il buon David, dopo Paper Monsters ci riprova con questo Hourglass (clessidra), realizzato proprio in combutta con i due turnisti che hanno accompagnato i Depeche nel lungo tour mondiale dello scorso anno, ovvero Christian Eigner (batteria) e Andrew Phillpott (chitarra). Hourglass è un buon disco, piacevole, con alcune punte davvero di buon livello. Il problema è che suona come un disco dei Depeche Mode senza arrivare mai alle vette di un disco dei Depeche Mode. Seppure molto meglio di Paper Monsters (è meno Counts”. Se avete in testa “Hey There Delilah” dimenticatevela, accantonatela, perchè non è la chiave giusta per capire il genere dei PWT’s; il loro suono infatti è piuttosto diverso: un rock piuttosto melodico e popeggiante, molto tendente all’emo, allegro e spensierato che poco ha a che vedere con le atmosfere cupe e malinconiche di Delilah. Chitarre elettriche, basso e batteria, ritmo e vivacità, motivetti accattivanti che entrano in testa dal primo ascolto e rallegrano la giornata. Un bel disco elettro pop, niente di particolarmente impegnato e impegnativo, semplicemente una raccolta ci canzoni allegre, fresche e divertenti, un album particolarmente estivo nonostante l’autunno che avanza. E non guasta per riprendersi un po’ dal grigiore di questo freddo fine ottobre. Piacevole nella sua leggerezza e semplicità. Un altro bel video quello che vi proponiamo queste mese, che questa volta arriva direttamente da uno dei gruppi più importanti degli ultimi tempo, i Chemical Brothers. Un idea semplice ma dalla resa efficacissima. Un ragazzino lasciato a casa da solo incappa in fenomeni inspiegabili. Esempio: l’acquario del salotto prende vita e i pesci si trasformano per l’occasione in veri e propri dj. Ottima l’animazione. Effetto assicurato. introverso, meno forzato nel cercare di smarcarsi dai Depeche Mode dandosi una propria identità), Hourglass non decolla mai sul serio. Da apprezzare e da godere su tutte Deeper and Deeper e il singolo Kingdom, oltre all’apertura di Saw Something, ma per il resto ci sono un sacco di mezze canzoni che s’affidano più che a vere e proprie idee musicali a un sound già ben conosciuto e soprattutto ben riconoscibile, quello dei Depeche Mode, appunto. Walls fall Down Bedouin Soundclash Side One Dummy Terzo album per una band canadese, in Italia ancora semi sconosciuta, che si dimostra ogni volta capace di sorprendere per impegno e innovazione nel progetto musicale portato avanti fin dal 2000. Il Reggae, davvero importantissimo come sound, viene esaltato dai Bedouin Soundclash, questo il loro nome. Le musiche del nuovo album dal titolo "Street Gospels" sono un mix di Ska, Rock, Soul, Punk con abbondante dose di Reggae e la caldissima voce del chitarrista Jay Malinowski ne fanno una raccolta di tutto rispetto. "Walls Fall Down", singolo di lancio del nuovo cd, che viene trasmessa in questi giorni sui maggiori network, risulta estremamente piacevole ed al contempo stesso molto affascinante. AVRIL LAVIGNE EROS RAMAZZOTTI (FEAT. RICKY MARTIN) When You’re Gone Non siamo soli Avril Lavigne Eros Ramazzotti The Best Damn Thing E2 EMI Music Arista I always needed time on my own I never thought I'd need you there when I cry And the days feel like years when I'm alone And the bed where you lie is made up on your side Ho sempre avuto bisogno di tempo per me non ho mai pensato che avrei avuto bisogno che tu fossi lì quando piangevo e i giorni sembrano anni quando sono sola e il letto dove sei disteso è messo a posto dal tuo lato When you walk away I count the steps that you take Do you see how much I need you right now quando vai via conto i passi che fai vedi quanto ho bisogno di te adesso? When you're gone The pieces of my heart are missing you When you're gone The face I came to know is missing too When you're gone The words I need to hear to always get me through the day and make it ok I miss you quando sei lontano i pezzi del mio cuore sentono la tua mancanza quando sei lontano manca anche il volto che conoscevo quando sei lontano mi mancano le parole che ho bisogno di sentire per farmi sempre andare avanti fino alla fine della giornata mi manchi I've never felt this way before Everything that I do reminds me of you And the clothes you left, they lie on the floor And they smell just like you, I love the things that you do When you walk away I count the steps that you take Do you see how much I need you right now I've never felt this way before Everything that I do reminds me of you And the clothes you left, they lie on the floor And they smell just like you, I love the things that you do non mi sono mai sentita così prima d'ora tutto ciò che faccio mi ricorda te ed i vestiti che hai lasciato sono sul pavimento ed hanno il tuo profumo, amo le cose che fai eravamo fatti l'uno per l'altra, quaggiù per sempre so che lo eravamo, sì tutto quello che volevo era che tu sapessi che in tutto ciò che faccio metto il cuore e l'anima riesco a malapena a respirare, ho bisogno di sentirti qui con me Quando Sei Lontano Dentro un libro che nessuno ha scritto mai, leggo le istruzione della vita, anche se so che poi non le seguirò, farò ciò che sento… Supera I confini di qualunque ideologia, l’emozione che ci unisce in una grande idea Un altro mondo possibile c’è E lo cerco anch’io e lo voglio anch’io come te… come te Non mi sono mai sentita così prima d'ora tutto ciò che faccio mi ricorda te ed i vestiti che hai lasciato sono sul pavimento ed hanno il tuo profumo, amo le cose che fai quando sei lontano i pezzi del mio cuore sentono la tua mancanza quando sei lontano manca anche il volto che conoscevo quando sei lontano mi mancano le parole che ho bisogno di sentire per farmi sempre andare avanti fino alla fine della giornata mi manchi E’ la voglia di cambiare la realtà, che mi fa sentire ancora vivo E cercherò tutti quelli come me che hanno ancora un sogno in più…un sogno in più Oltre le distanze, noi non siamo soli figli della stessa umanità Anime viaggianti in cerca di ideali, il coraggio non ci mancherà Nelle pagine lasciate in bianco noi, diamo spazio a tutti I nostri sogni nessuno mai il futuro ruberà, dalle nostre mani… Quando vai via conto i passi che fai vedi quanto ho bisogno di te adesso? When you're gone The pieces of my heart are missing you When you're gone The face I came to know is missing too When you're gone The words I need to hear to always get me through the day and make it ok I miss you We were made for each other Out here forever I know we were, yeah All I ever wanted was for you to know Everything I'd do, I'd give my heart and soul I can hardly breathe I need to feel you here with me Continua il successo della ribella rocker canadese che questa volta si preesnta al pubblico con una struggente ballata con pianoforte in primo piano. Secondo singolo estratto dall’album successo di vendite “The Best Damn Thing”. Oltre le distanze, noi non siamo soli senza più certezze e verità Anime confuse, cuori prigionieri con la stessa idea di libertà… libertà Nuova fatica per Eros ramazzotti che questa volta propone un doppio cd di inediti, rarità e vecchi successi riarrangiati dal titolo E2. Anticipa la sua uscita il singolo “Non siamo soli”, cantato in coppia con la pop star internazionale Ricky Martin. Oltre le distanze, non siamo soli l’incertezza non ci fermerà Supera I confini, non conosce geografia l’emozione che ci unisce in una grande idea Oltre le distanze noi non siamo soli, sempre in cerca della verità Anime viaggianti, cuori prigionieri, con la stessa idea di libertà Un altro mondo possibile c’è e lo sto cercando insieme a te Anch’io con te Insieme a me E tu con me… Ligabue 7+7 Tour Roma, Palalottomatica Milano, Forum Roma: 17,18,20,21,23,24 e 26 / 10 Milano: 12,14,15,17,18,20 e 21 / 12 Ticketone.it www.friendsandpartners.net Dopo 10 mesi di silenzio dall’ultimo concerto (il 22 dicembre dell’anno scorso si consumava l’atto finale del Nome e Cognome/Tour 2006, iniziato nei club, proseguito nei palasport e negli stadi e terminato nei teatri), Luciano Ligabue tornerà a novembre sulle scene con una serie di concerti e il primo 'Best of' della sua ventennale carriera con 7 date a Roma e 7 a Milano. Dolores O'Riordan Editors 12/11 Modena, Vox 13/11 Firenze, Saschall 22/11 Roma, Piper 23/11 Bologna, Estragon The New Story Bruce Springsteen 08/11 Bologna, Covo Club 09/11 Roma, Alpheus 10/11 Roncade (TV), New Age 28/11 Milano, DatchForum Mattafix 06/11 Milano, Magazzini Generali Max Pezzali 03/11 Rimini, 105 Stadium 05/11 Perugia, Palasport 06/11 Roma, Palalottomatica 10/11 Firenze, Mandela Forum 14/11 Ferrara, Palasport 16/11 Roseto degli Abruzzi (TE), Palasport 17/11 Napoli, Palapartenope 21/11 Acireale, Palasport 22/11 Palermo, Palasport 24/11 Andria (BA), Palasport 25/11 Taranto, Palasport 29/11 Verona, Palasport 30/11 Treviso, Palaverde Deep Purple 09/11 Pordenone, Palasport 10/11 Mantova, Palasport 12/11 Varese, Palasport Rufus Wainwright 24/11 Milano, Conservatorio, Sala Verdi Bloc Party 18/11 Nonantola (MO), Vox 19/11 Venaria Reale (TO), Teatro della Concordia The Fray 12/11 Milano, Alcatraz Negramaro 10/11 Cesena, Carisport Teatrale 13/11 Piacenza, Teatro Politeama 16/11 Milano, Conservatorio 20/11 Napoli, Teatro augusteo 23/11 Firenze, Saschall 25/11 Roma, Auditorium Santa Ceclia 28/11 Lecce, Teatro Politeama My Chemical Romance 03/11 Milano, PalaSharp Chemical Brothers 27/11 Bologna, Palamalaguti Buena Vista Social Club 15/11 Milano, Alcatraz Zucchero 13/11 Roma, Palalottomatica 20/11 Firenze, Mandela Forum 23/11 Torino, MazdaPalace Festa del Cinema di Roma Tra i Vip le vincitrici morali sono le Winx Ratatouille 1 € 4.411.095 SMS - Sotto mentite spoglie 2 € 1.044.337 Molto incinta € 657.259 Michael Clayton 1 3 € 504.904 Stardust 2 € 491.708 Resident Evil: Extinction € 409.122 Quel treno per Yuma € 376.240 Un'Impresa da Dio € 191.223 La giusta distanza € 172.786 Hairspray 2 1 4 1 4 € 163.097 Box Office del weekend dal 19/10/2007 al 21/10/2007 Box office prevedibilmente dominato dall’uscita del nuovo cartone della Disney Ratatouille, capolavoro dell’animazione firmato Pixar interamente ambientato nelle cucine di un lussuosissimo ristorante, in cui un giovane “sguattero” tuttofare diventa un grande cuoco grazie all’aiuto e alla complicità di un simpatico ratto genio assoluto dell’arte culinaria. Scivola al secondo posto della classifica dei film più visti dell’ultimo week-end la pellicola campione d’incassi della settimana scorsa, ovvero la commedia brillante diretta e interpretata da Vincenzo Salemme SMS, sotto mentite spoglie. Entra direttamente al terzo posto della classifica la commedia americana “Molto Incinta”, ennesima fatica realizzata dai produttori di altri film di grande successo come “40 anni vergine”. Al quarto posto il nuovo film di George Clooney Michael Clayton, recentemente presentata all’ultima edizione del Festival del Cinema di Venezia. Altre new entry della settimana al settimo posto “Quel treno per yuma” e al non posto “La giusta distanza”. Chiude la classifica al decimo posto “Hairspray”, musical americano ambientato nei favolosi anni ‘70 con un irriconoscibile John Travolta nei panni di una donna. Erano tante le star attese sul red carpet della II edizione della Festa internazionale del cinema, in programma a Roma dal 18 al 27 ottobre. Avevano confermato la loro presenza tra gli altri dieci premi Oscar tra cui: Cate Blanchett, Sean Penn, Halle Berry e Reese Whiterspoon. Tra le star nostrane Loren e Bellucci. In realtà le defezioni dell’ultimo minuto sono state numerosissime. A Roma sono tanti i divi che mancano o mancheranno all'appello. E altrettante sono le polemiche. I divi sono impegnati altrove sui set o ammalati senza il permesso di viaggiare in aereo - come Sidney Lumet, regista di "Before the Devil Knows you're dead", bloccato da un'otite e presente solo con un videomessaggio in cui si scusa e ripete: "Vorrei tanto essere lì con voi. Amo Roma e l'Italia. So che questo mio film è difficile, ma spero sia lo stesso apprezzato''. Purtroppo però a Roma, quasi tutto il cast di "Before the Devil Knows you're dead" è mancato all'appello, da Philip Seymour Hoffman, a Marisa Tomei e Ethan Hawke. Pure Robin Williams eco-vendicatore di "Noise" ha saltato la Festa, mentre per il bollente "Things we lost in the fire" di Susanne Bier nei prossimi giorni arriverà Halle Berry ma non Benicio Del Toro. La sequela di forfait è cominciata il primo giorno, con Daniel Auteil, lasciando alla bionda Monica Bellucci il red carpet, mentre dopo Meryl Streep, è toccato a Keira Knightley (Interprete di "Seta") declinare l'invito, perché impegnata in Inghilterra nelle riprese del film in costume "La duchessa di Saul Dibb". Sabato non è arrivata, perchè impegnata su un set, neppure Isabelle Huppert per presentare "L'amour cache" di Alessandro Capone, in concorso. A risollevare le sorti di un Festival povero di nomi (almeno in carne ed ossa) saranno, salvo novità dell'ultima ora, Tom Cruise e Robert Redford, attesi a Roma per presentare il film "Leoni per Agnelli". Dunque non un successone per questa seconda edizione che però a sorpresa a decretato già un vincitore morale, anzi delle vincitrici: tutto esaurito per le "Winx", le trendy fatine, di cui è stato proiettato il film in 3D, "Winx Club - Il segreto del Regno Perduto", in sala dal 30 novembre. Il film racconta quello che la terza serie tv non ha mai spiegato: la ricerca delle origini di Bloom. "E' un inno alla positività - spiega il suo ideatore, Iginio Straffi, - una storia in cui la magia non è la potenza, ma la solidarietà". In sala, accolto con un gran tifo, l'ideatore del fenomeno Winx Iginio Straffi, che ha portato tra l'altro l'azienda di Loreto, la Rainbow, all'imminente quotazione in borsa a dicembre. Tra i tanti genitori, anche qualche vip come Maria Grazia Cucinotta con la figlia Giulia, mentre Luca Cordero di Montezemolo aveva accompagnato le figlia Guia e Maria alla "Merenda con le Winx" nel villaggio di Alfea allestito in cima all'Auditorium. ''Spero di non deludere le attese di tutti'', ha detto il quarantenne Straffi che in meno di quattro anni ha saputo creare con le Winx un fenomeno mondiale capace di battere le Barbie. Appars a all'Intern at ional Horror and Sci-Fi Film Festival, Linda Blair, storica protagonista de L'esorcista di William Friedkin, ha lasciato intendere che un remake del film originale potrebbe essere in lavorazione. In attesa di conferme ufficiali, vi ricordiamo che la prima pellicola ha avuto due seguiti ufficiali, nel 1977 L'esorcista II : L'eretico e nel 1990 L'esorcista III, più un prequel, L'esorcista : La genesi nel 2004. Il ritorno di Rambo nei cinema americani a gennaio con Rambo To Hell and Back potrebbe non essere un caso isolato. Pare infatti che Sylvester Stallone voglia sfruttare un suo accordo per altri due film da regista, realizzando non soltanto il suo biografico Poe (le cui riprese dovrebbero iniziare in primavera), ma anche un Rambo 5. Il copione di questo film coinciderebbe con uno di quelli scartati inizialmente per il quarto episodio. La trama dovrebbe vedere Rambo alle prese con il rapimento della figlia. A quanto pare gli sceneggiatori di Superman, Michael Dougherty e Dan Harris, non scriveranno il copione del Superman 2. Corre voce che la casa voglia impostare il film in modo diverso dal precedente, non tenendone conto affatto, per via degli incassi deludenti del primo Superman di Bryan Singer. La voce è stata comunque smentita almeno ufficialmente dalla Warner, che assicura di voler nuovamente coinvolgere il protagonista Brandon Routh. Nicole Kidman è conosciuta per essere una delle più sottili attrici di Hollywood. Ebbene, per il prossimo film, "The reader" Nicole sarà costretta a fare come Renee Zellweger in "Bridget Jones": ingrassare. Per fortuna non dovrà prendere troppi chili, all’incirca 5. Remy è un topolino dotato di un olfatto straordinario e di un talento naturale per la buona cucina. Dopo una serie di rocamboleschi accadimenti, si trova separato dalla sua colonia e finisce a Parigi, sede del ristorante che porta il nome del suo Chef preferito: il famoso Gusteau. Qui Remy fa conoscenza con il giovane ed imbranato Linguini, un timido sguattero, che, grazie ai consigli del topo-chef, diventa ben presto famoso e celebrato. I due sembrano invincibili ma resta da superare il giudizio del temibile Anton Ego, il più feroce tra i critici culinari francesi…. Parlar bene di un film Pixar è ormai esercizio di mera routine, ma mai come nel caso di Ratatouille, la casa guidata dall'illuminato John Lasseter ha superato se stessa ed ogni complimento appare ridondante ed incapace di descrivere appieno la magia che traspare letteralmente da ogni singolo fotogramma. Se la tecnica, incredibile, raggiunta dagli animatori Pixar (i peli dei ratti sono impressionanti e così pure le vedute sulla skyline di Parigi) permette ai personaggi di acquisire un realismo tangibile, Brad Bird (già regista dell'ottimo Gli Incredibili) conferisce ad essi un surplus di umanità, grazie ad una serie di trovate narrative e sceniche originali e convincenti. La sceneggiatura è perfetta, i n - novativa, mai banale e ricchissima di spunti su cui riflettere: si pensi ad esempio alla difficoltà, denunciata dall'unica protagonista di sesso femminile del film, di riuscire ad entrare e farsi largo in un mondo prevalentemente maschile come è quello della cucina "d'elite" o la mercificazione di un marchio di qualità, quale è quello di Gusteau, svilito per soldi e associato a prodotti precotti da banco. A fare ronzare le orecchie dei "critici" di professione (culinari, ma non solo…) c'è poi la geniale e lucida analisi autocritica che il feroce Anton Ego fa della sua professione…e potremmo continuare all'infinito. Ratatouille diverte e parecchio, ma non cerca mai la risata facile o grossolana, mancano finalmente gag basate su flatulenze, rutti e tutto il campionario proposto da qualsiasi altro film di animazione recente e passato (Shrek in testa). Al pubblico non resta quindi che andare verso il nuovo senza arroccarsi su inutili preconcetti e querule dicerie. “Ratatouille” fa innamorare all’istante. Uno vede il bellissimo trailer, pensa “avranno messo le scene migliori”, poi va al cinema e trova che ogni cosa è all’altezza. Per quasi due ore, lunghezza inusuale quando si tratta di animazione. Mariarosa Mancuso - Il Foglio E’ un film d’animazione della Disney-Pixar fatto benissimo, anche grandioso, e con varianti inedite. (...) il film è vivace, dinamico, tecnologicamente perfetto, e l’animazione è ottima (bisogna vedere l’efficiente velocità con cui il topo taglia a dischetti carote o zucchine). Lietta Tornabuoni - La Stampa Con i suoi 70 mila disegni, il film è una grande festa di effetti verosimili, di movimenti di macchina, e di sottigliezze psicologiche un tempo impensabili. (...) Raccontando con ritmo indiavolato e incastri da maestro, il divertente cartoon di Brad Bird ci porta a spasso negli stili di cinema, imitando i tempi brillanti delle commedie di Black Edwards e dando spazio a una gag da cinema muto chapliniano (...). (...) anche se è un po' lungo, è una riserva di intelligenza variopinta (...) Maurizio Porro - Corriere SCHEDA DEL FILM SCHEDA DEL FILM nazione Italia anno 2007 regia Marco Martani genere Thriller durata 93 min distribuzione 01 Distribuzione cast G. Faletti (Il Primario) • N. Vaporidis (Diego) • C. Crescentini (Asia) • D. Cassini (Silvio) • M. Urzia (Samuele) • N. Davoli Ammirevole tentativo, mal riuscito, di far rivivere un genere, quello del noir cittadino, sul quale sembra non siamo più molto ferrati. Questo è il primo film diretto da Marco Martani, che deve la sceneggiatura a Fausto Brizzi (che già fu in “Notte prima degli esami”). E di “Notte prima degli esami”, Martani prende il volto di Nicolas Vaporidis per il bel Diego, bulletto di quartiere, dall’aria prepotente e dai modi coatti, sempre pronto a fare a pugni. Poi si scopre – con una piacevole ripresa dall’alto – l’amore della sua vita: la solare Asia (Carolina Crescentini), bellezza che non passa inosservata, neanche al cattivo della pellicola, “Il Primario”, a cui presta volto e movenze risolute, ed esageratamente impassibili, il discreto Giorgio Faletti. I tre angoli di amore-sesso-odio si uniscono a formare un triangolo di incontri, che fruttano inattendibile casualità e zero sorpresa. Una nota di merito va a Maria Paiato, nel ruolo di una mamma ancora in attesa del suo uomo che, per il figlio, “è stato come sto posacenere qua dentro che non fuma nessuno”. Il merito se non è nei dialoghi sta di sicuro nella scelta dell’esordiente regista di non perdersi ad immortalare una città apparsa sullo schermo, troppe volte, in veste di cartolina. Forse “Cemento armato” spazza via il luogo comune che la prima garanzia per un incasso lodevole ai botteghini è la presenza di un attore ben voluto dal pubblico, di stampo medio adolescenziale. È successo per Scamarcio, ma per Vaporidis non è lo stesso e il cemento armato, oltre a soffocare, non lascia niente, se non il sapore di una ulteriore, amara, sconfitta del cinema giovane. “Fuori dalla finestra solo cemento armato”, intona ad un certo punto Giorgio Faletti, di fronte alla finestra, perdendosi in elenchi e descrizioni di strade e località della capitale che ricordano un certo fare pasoliniano. L’immagine del traffico di Roma rimane nella memoria: almeno quello è reale. Purtroppo. LA TRAMA Diego e Asia sono belli, giovani ed innamorati. Lui è un “bulletto” della Garbatella, che si guadagna il rispetto degli altri con la prepotenza; lei è una ragazza dolce e decida, che si guadagna da vivere lavorando in una modesta trattoria. Quando i due decideranno di andare a vivere insieme, uno strano caso del destino unirà la loro strada a quella di un losco personaggio della Roma dei traffici di droga e della prostituzione. Sarà un in- nazione U.S.A. anno 2007 regia Frank Oz genere Commedia durata 90 min distribuzione Mikado Film cast M. MacFadyen (Daniel) • R. Graves (Robert) • A. Tudyk (Simon) • D. Donovan (Martha) • K. Marshall (Troy) • A. Nyman (Howard) La locandina (la mano del defunto che sbuca fuori dalla fossa facendo un paio di corna) già mette in guardia chi si aspetta di vedere confermato il luogo comune sul carattere sofisticato della commedia inglese; il film non smentisce l’aspettativa che questo tipo di pubblicità può aver creato. Lo stile “American Pie” esce ancora vincente, cavalcando la consueta comicità demenziale e di grana grossa fatta di nani, escrementi, allucinogeni, nudità (stavolta, incredibilmente, solo maschili) e una scorrettezza programmatica: che c’è di più blasfemo che scherzare coi morti? E dopo la carnevalata, immancabilmente, vengono fuori i buoni sentimenti: arriva un figlio, la vita ricomincia e tutti imparano qualcosa. Come ha giustamente scritto Paolo Mereghetti, c’è una non indifferente dose di conformismo anche dietro alle trivialità più enormi, che spunta giusto in tempo per rimettere le cose al loro posto: come dire, è stato tutto uno scherzo, bene rientrare nei ranghi. Ma senza esasperare questa pur evidente ambiguità di messaggio, ci si deve semplicemente porre la questione se il film, al di là della convenzionalità del soggetto, faccia ridere. La risposta è sì, ma con moderazione. Il regista, Frank Oz, è un veterano di Hollywood, ma dirige in modo sostanzialmente anonimo. Lo sceneggiatore, Dean Craig, è per parte sua un esordiente, e non è difficile accorgersene per via della meccanicità di molti passaggi narrativi. Ma altre cose sono migliori: la scena della rivelazione sulla seconda vita del morto, in cui per la prima volta Daniel (Matthew Macfayden) si accorge, nello studio del padre, di tutti gli indizi che aveva sotto gli occhi e a cui evidentemente non aveva mai dato peso, è davvero un’ottima trovata. E piace il fatto che il film non cali di tensione col procedere della trama, anzi sia sicuramente migliore nella seconda parte, con l’accavallarsi degli eventi fino al botto finale davanti alla bara. Gli attori non sono indimenticabili; i due comprimari Peter Vaughan e Peter Dinklage, invece, se la cavano più che bene. Può far pensare il fatto che, in un film che gira attorno a un morto, la morte sia in effetti così poco presente, nelle singole battute come nello spirito complessivo della rappresentazione: sarebbe interessante sapere se si tratta soltanto di una scelta stilistica. LA TRAMA Una sconclusionata famiglia inglese si riunisce al funerale del patriarca nella grande casa natale. Le tensioni familiari crescono e vecchi conflitti mai sopiti tornano a galla. Ma la situazione esplode quando un uomo misterioso si presenta al funerale e ricatta i figli minacciando di rivelare l’oscuro segret o d e l d e f u n t o . I due figli faranno di tutto per evitare che la vergognosa notizia trapeli e che i parenti vengano a conoscenza di tale segreto. Quello che dovrebbe essere un giorno di raccoglimento si trasforma così in una rocambolesca catastrofe SCHEDA DEL FILM SCHEDA DEL FILM nazione USA anno 2007 regia Tony GilRoy genere Drammatico durata 119 min. distribuzione Medusa Film cast G. Clooney (Michael Clayton) • T. Wilkinson (Arthur Edens) • T. Swinton (Karen Hauer) • S. Pollack (Marty Bach) • J. Ehle (Brini Glass) • M. O'Keefe (Barry Grissom) • K. Howard (Don Jefferies) “Michael Clayton” segna il debutto alla regia per Tony Gilroy che firma, anche da sceneggiatore, il suo primo lungometraggio. Da scrittore Gilroy deve la sua celebrità ai precedenti successi blockbuster della trilogia di Jason Bourne/Matt Damon e al più datato “Armageddon”. “Costruire la verità è il suo lavoro”. Così recita il sottotitolo del film del regista newyorkese presentato quest’anno in Concorso alla 64.ma Mostra veneziana del Cinema – nel quale Gilroy ha la fortuna di dirigere un interprete del calibro di George Clooney, non indifferente al pubblico e alla critica. E la sua interpretazione è di certo la nota più alta di tutta la pellicola, costruita su una buona idea narrativa che – tralasciando il lungo flashback – viene raccontata senza troppa originalità. Clooney è Michael Clayton, un “faccendiere” di 45 anni che risolve i problemi degli altri: tutto lavoro e niente casa. La sua figura è sicura, professionale, obbligatoriamente in nero, sempre i movimento, elegante e distinto. I dialoghi sono ben pensati ma a volte si colorano di un sottile cinismo, troppo cinematografico, che gli fa perdere veridicità. Interessante la continua ricerca di un equilibrio da parte del protagonista tra la vita professionale e quella privata: due dimensioni che non riescono a convivere sullo stesso pia- no, tanto che gli impegni finiscono per soffocare il privato e lo allontanano dal rapporto con il figlio. È un po’ quello che fa il regista che, per saziare la sua ossessione per il mondo del lavoro, si concentra troppo su “quello che fa la gente, su quanto guadagna e su come lo fa”, e – nonostante un montaggio pulito ma senza particolari scelte tecniche - appesantisce la pellicola. Intrighi, intercettazioni telefoniche e note ben ritmate sono costruiti ad hoc, ma manca la tensione e inevitabilmente ci si chiede perché. Chiuso il suo ultimo lavoro “sporco” Michael Clayton sale su un taxi e chiede di guidare “fino a 50 dollari, senza meta”. Camera fissa dentro l’auto e inquadratura del volto di Clooney sono gli ingredienti per un bel finale, che esalta la bravura di un attore che sa dar prova di far trapelare - in pochi istanti - gioia, tristezza, interrogativi e serenità. Peccato solo che si debba aspettare per 125 minuti e l’inquadratura, la migliore, è “macchiata” dai titoli di coda. LA TRAMA Michael Clayton è un “aggiusta tutto”, dai piccoli furti delle casalinghe ai problemi dei poliziotti e a quelli dei politi corrotti e lavora per conto di un’importante studio legale di New York: Il suo lavoro però non riesce più a dargli soddisfazioni e continua a farlo solo per sanare i debiti accumulati nel gioco d’azzardo. Un giorno si imbatte in qualcosa di molto più grande per la quale metterà in gioco se stesso fino a rischiare la propria vita. Sarà allora che Clayton capirà qual è il prezzo da pagare per difendere la verità. nazione USA anno 2007 regia Tom Shadyak genere Commedia durata 90 min distribuzione UIP cast S. Carell (Evan Baxter) • M. Freeman (Dio) • J. Goodman (Long) • L. Graham (Moglie di Evan) • W. Sykes (Rita) musiche J. Debdny “Un’impresa da Dio”, sequel del modesto ma divertente “Una settimana da Dio”, patisce oltremodo la mancanza di Jim Carrey ma soprattutto di idee valide e inedite. Il piacevole ma inefficace Steve Carell non regge il peso di una sceneggiatura di una classicità disarmante, che usa tutti i cliché della commedia americana disponibili e cerca a forza di infilare moralità in ogni fessura. Il film, inoltre, è così povero di eventi – ripetuti oltretutto – che ci si chiede come abbia fatto a durare addirittura 90 minuti. Morgan Freeman incarna ancora una volta Dio, o meglio la visione di Dio che hanno la gran parte degli americani, ma né lui né il corpulento John Goodman riescono a dare prova delle loro qualità. Tutto ruota attorno a un’arca che EvanNoè deve costruire in previsione dell’alluvione predettogli dal Signore in persona. Seguono, così, trovate per lo più animalesche – che oramai cominciano ad annoiare – e noiosissime questioni legate all’unità famigliare (ma sono davvero così affascinanti le famiglie del mulino bianco?). Piuttosto irritante, inoltre, la parentesi sul messaggio ecologista, inserita ormai nella maggior parte dei film “da ridere” statunitensi. Questi temi, delicati e rilevanti, oltre a essere fuori luogo sono trattati con una superficialità spesso cont r o p r o d u c e n t e . Prevedibile, ripetitivo, noioso. Classico esempio di sequel prodotto per spremere fino in fondo il successo della pellicola primigenia e forse anche le tasche degli ignari spettatori. Avvertiti! LA TRAMA Il film è il seguito di "Una settimana da Dio". Evan Baxter, giornalista televisivo da poco eletto nel congresso di Washington D.C. riceve una chiamata ancora più importante. Nella sua incredulità, Evan, si vede scelto da Dio in persona, per svolgere un compito di fondamentale importanza per l'umanità, costruire la nuova "Arca" come alcuni millenni fa fece Né. Il nuovo incarico é pieno di responsabilità e comporta molte scelte difficili per Evan che ha delle responsabilità sia verso la propria famiglia sia nei confronti di chi lo ha eletto al congresso. Riuscirà Evan a portare a termine la sua opera? Il duello a distanza Henger - Mammucari La bella e dolce Eva si sfoga a Tgcom Eva Henger contro “il Rosicone”. Ossia Teo Mammuccari. “Scusi, ha detto Rosicone”, ha subito incalzato il giornalista di Tgcom alla bionda show girl interpellata telefonicamente. “Certo, risponde. E’ così che chiamiamo Teo nell’ambiente. Non c’è conduttore e programma che gli vadano bene. Ha qualcosa da dire su tutti e tutto. E’ un Rosicone. Per lui l’unico conduttore bravo che esiste sulla faccia della terra si chiama Mammucari”. E’ affranta la Henger dopo le dichiarazioni fatte dal mattatore qualche giorno fa in riferimento agli ospiti mancanti di Distraction (in onda il lunedì sera in prima serata su ItaliaUno). “Sono francamente un po’ stufo dei vip”, ha detto Mammucari. “Ho interpellato una serie di persone magari famose solo perché avevano fatto un calendario e mi hanno risposto che dovevano curare la loro immagine o che ci dovevano pensare. Per esempio Eva Henger”. Piccolo particolare la Henger non ha mai detto di no. Anzi stando a quello che racconta lunedì scorso sarebbe dovuta essere lei l’ospite della puntata. Gli accordi tra la sua agenzia e il programma sono gia stati presi da tempo. Sarebbe dovuta. Perché dopo le dichiarazioni velenose dell’amico Eva non ci è voluta più andare. “E a pensarci, ho anche accettato, nonostante il cachet fosse molto basso, pur di dare una mano a Teo che mi sembra non stia avendo tanto successo con la nuova edizione del programma. Mi ha stufato. Non ne posso più. E’ almeno la settima volta che parla male di me e che mi offende. Dice cose non vere, che mi ha sdoganata dal porno, che sono diventata famosa grazie a lui in tv ecc ecc. Ma quando mai? Quando lui ha condotto Libero, e io ero spesso sua ospite l’unica sua esperienza erano i villaggi turistici e non lo conosceva nessuno. Io ero già Eva Henger”, spiega risentita. Per non parlare di tutte le volte che mi ha detto che ero una pessima conduttrice e che il mio ruolo, al cinema non poteva essere altro la spalla. Se ci penso a tutte le cose orrende che mi ha detto mi viene ancora la rabbia”. Insomma, tra lei e il conduttore la rottura sembra definitiva. Questa settimana non parliamo di qualche spot in particolare ma di un evento importantissimo che riunisce tutti i più grandi appassionati del mondo della pubblicità. Torna infatti l'appuntamento con La Notte dei Pubblivori! Dopo il successo della passata edizione si replica anche quest'anno con un calendario più ricco: MILANO: 26 e 27 ottobre BOLOGNA: 9 novembre FIRENZE: 10 novembre ROMA: 16 novembre BARI: 24 novembre Per acquistare i biglietti sarà necessario rivolgersi a TicketOne. Costo: 10 euro. Per chi non lo sapesse, cos’è la notte dei pubblivori... La notte dei pubblivori è uno spettacolo nato in Francia nel 1981 ad opera di Jean Marie Boursicot, il più grande collezionista di spot pubblicitari di tutto il pianeta. Durante un'intera notte vengono proiettati gli spot più belli provenienti da tutto il mondo, siano essi recenti o di parecchi anni fa. In Italia è stato solitamente proiettato presso il cinema Orfeo di Milano e riproposto in televisione da Enrico Ghezzi durante gli anni ottanta, su Rai Tre. Sino al 2005 è stato possibile vederlo in TV sulle reti Mediaset nella notte seguente il Galà della Pubblicità, sfortunatamente interrotto da parecchi intermezzi pubblicitari reali. Attualmente non è trasmesso in televisione. La notizia è di quelle che meritano attenzione. George Lucas, il creatore di Star Wars, ha intenzione di ritornare agli antichi fasti e si accinge a produrre degli episodi televisivi tratti dalla famosa saga intergalattica. La critica è sicura che si tratterà della "madre" di tutti i serial, ma è lo stesso Lucas ha fare uso di prudenza: "Non ci saranno i personaggi classici della saga e questo potrebbe non essere gradito al grande pubblico". "L'idea centrale che animerà i nuovi episodi - racconta l'autore-produttore - è di dare spazio all'universo 'espanso' di Star Wars, ai personaggi minori e alle situazioni più inusitate e meno conosciute. Ad esempio la vita dei robot, la loro creazione e l'importanza che assumono nella trama dei racconti". I produttori di Network sono in fermento e tradiscono anche qualche apprensione data la fama di anticonformista sfranato che possiede Lucas. "So bene quel che pensano le teste d'uovo dei Network dice il papà di Stars Wars - che troppe novità non hanno mai fatto bene agli indici d'ascolto, ma il mio prodotto non ha mai seguito delle regole particolari e non lo farà anche questa volta". Happy Birthday MTV !!! Quest’anno faticano proprio i telefilm di Italia1 , che dopo essersi fatta soffiare il Dott. House da Canale5 se la deve vedere con un “Heroes” che nonostante le buone aspettative proprio non decolla e con “Una Mamma per Amica”, che nonostante gli altri anni se la sia sempre cavata egregiamente quest’anno evidentemente è partito col piede sbagliato, tanto che è sparito misteriosamente dal palinsesto. Meno male che rimane sempre Grey’s Anathomy... Vale Tutto Lo storico canale musicale f esteggia i l suo primo quarto di seco lo Il quiz visto dagli occhi di Mtv Sarà ripetitiva come cosa eppure siamo sempre qui a parlarne, non possiamo farne a meno. Non pensiate che chi scrive, fedele appassionato della serie fin dal primo episodio sia un po’ di parte. E’ che sicuramente, ancora una volta si rivela lui il vincitore assoluto di questa stagione televisiva. Naturalmente parliamo di dott. House, che nella prima settimana di trasloco su Canale5 (non succedeva dai tempi di Twin Picks che un telefilm conquistasse la prima serata della rete ammiraglia mediaset) ha incrementato il suo share abituale di circa 8 punti, battendo nel periodo di sovrapposizione il rivale più agguerrito, l’isola dei famosi, con un ottimo 23% di share. I quiz visti finora si assomigliano un po' tutti: uno studio con decine di fari, dei concorrenti ingessati davanti a un monitor e un conduttore che fa delle domande. Se sai le risposte, vinci, mentre se sbagli te ne vai a casa. È ora di cambiare: è arrivato il primo quiz di MTV! Lo scopo del gioco è rispondere a nove domande in sessanta minuti e fin qui Vale Tutto non sembra molto diverso da tanti altri game show se non fosse che i concorrenti prendono parte al gioco nel bel mezzo delle loro attività quotidiane e comunicano con i conduttori per mezzo di un notebook, che i conduttori non sono in uno studio televisivo ma si trovano in un ascensore che sale di un piano ad ogni livello superato e che il premio in palio viene scelto dal concorrente stesso. Formula di gioco innovativa, location innovativa e persino scelta del premio finale innovativa, sembra proprio che Vale Tutto abbia ben poco in comune con i game show a cui siamo abituati se a ciò si aggiunge la conduzione di due vj esordienti ma di successo come Matteo Maffucci e Thomas De Gasperi, gli Zero Assoluto, le premesse risultano davvero interessanti. Appuntamento dal lunedì al venerdì alle ore 14.30 su Mtv. ''Ci troviamo bene qui a La7, ma devo dire che.... non è la Rai''. Gianni Boncompagni si auto-cita parlando con Piero Chiambretti, ospite della prima puntata di Bombay, nuovo programma in diretta de La7 di e con Boncompagni e Giovanni Benincasa. La tv si sposta dietro le quinte e così lo show va in onda dalla cabina di regia, dove i due autori dirigono con la loro vena goliardica e nonsense telecamere e ospiti, circondati da una folta rappresentanza di giovanissime, tanto amate dal papa di Non è la Rai. Innovazione nelle pause pubblicitarie durante le quali lo schermo è sdoppiato e i fuori onda si possono seguire in una finestra più piccola dello schermo mentre gli spot scorrono. Restyling e nuovi conduttori per il Tg5. Da lunedì 5 novembre, il telegiornale diretto da Clemente Mimun, cambierà aspetto: nuovo studio, grafica rinnovata, rubriche inedite e 10 nuovi arrivi alla conduzione delle cinque edizioni. Arrivano alla conduzione, nell’edizione delle ore 20.00, lo stesso Clemente Mimun e Giuseppe De Filippi. Luttazzi: "Non diffamerò nessuno" Nuove indiscrezioni sul suo ritorno in tv Dieci puntate di ''politica, sesso, religione e morte'', con un titolo boccaccesco, Decameron, e contenuti da ''varietà satirico per adulti'': sono i pochi elementi "ufficiali" che annunciano il ritorno in tv di Daniele Luttazzi, dal 3 novembre in seconda serata su La7, a cinque anni e mezzo di distanza dal suo allontamento dalla Rai. Li conosciamo già tutti: tre irriverenti animaletti tutti neri con gli inseparabili occhialini da sole che nascondono lo sguardo da furbe ienette. Ridono alle affermazioni dei politici, cantano canzoncine all’insegna della parolaccia e scovano la verità e gli inghippi del nostro bel Paese… Bocche cucite a La7, che comunque ha dato all'attore carta bianca e si è impegnata a non controllare i testi, e poche le indiscrezioni che circolano, a parte qualche anticipazione concessa dallo stesso Luttazzi nei giorni scorsi: Decameron ospiterà gli sketch di attori o attrici di teatro, comunque non comici: avrà come sigle di apertura e chiusura due brani del suo ultimo album, School is boring, scaricabili anche dal suo sito. "Non diffamerò nessuno'', ha promesso Luttazzi. E del resto nella sua unica apparizione sugli schermi Rai in questi anni di esilio, il 30 aprile scorso a RT-Rotocalco televisivo, il programma di Enzo Biagi in onda su Raitre, aveva detto, parlando di un suo possibile ritorno in tv: ''Se fosse per me, io aprirei le cataratte e farei uscire tutta la bile che mi si è accumulata in questi anni. Ma poi me ne pentirei, e quindi cercherei di centellinare la bile con battute ad hoc''. Su La7 probabilmente non raggiungere grandi platee come ai tempi di Satyricon, ma almeno ha trovato le porte aperte alla satira che, ama ripetere Luttazzi, è ''per definizione faziosa'' e ''libera''. Non a caso al nuovo appello lanciato qualche giorno fa a Berlusconi e Prodi da Michele Santoro, che già l'anno scorso gli aveva offerto uno spazio fisso ad Annozero, per un suo rientro sulla tv pubblica, l'attore ha risposto: ''Grazie Michele, ma è troppo tardi''. E soprattutto, ''finché i partiti occupano la Rai, non potrà esserci spazio per la satira''. Questo mese rispondiamo volentieri alla mail di Simone, un nostro affezionatissimo lettore, che ci chiede di tirare fuori dal cassetto dei ricordi catodici un programma intitolato “The Lion Network”. Allora, Lion Network è stata una trasmissione televisiva d'intrattenimento degli anni novanta, andata in onda su TMC2. Il nome deriva dal fatto che la trasmissione era sponsorizzata dagli snack Lion. La particolarità del programma era quella di ospitare un gioco interattivo all'interno del suo spazio, il primo della TV italiana: i partecipanti potevano partecipare ad un videogioco muovendo la mascotte "Lion" nelle varie avventure, grazie all'utilizzo della tastiera di un telefono a toni. La conduttrice delle prime serie fu Adriana Volpe, e i servizi esterni erano curati da Andrea Besana. L'ultima edizione del Lion Network (19992000) fu condotta da Eleonora Di Miele. Il programma, approdato su VideoMusic nel 1998, in realtà era l'erede di un programma in onda su TMC negli anni precedenti che si chiamava LION TROPHY SHOW presentato da Emily De Cesare. Oltre a cambiare il titolo, il trasferi men to su TMC2 (allora ancora Video Music) ha portato a un cambiamento dei contenuti, dello studio e della conduttrice. Programma veramente innovativo nel suo genere, aveva già un occhio anche rivolto al mondo di internet, allora ancora poco diffuso nelle case degli italiani: infatti era molto importante l'interazione con il sito internet e con la rete in generale, punto di partenza per gli argomenti di ogni puntata. La formula negli anni è rimasta invariata e ha confermato di anno in anno il successo ottenuto nell'edizione precedente. I motivi di questo successo? Fondamentalmente The Lion Trophy Show è stata la rappresentazione televisiva del sogno di ogni teenager dell’epoca: la possibilità di cimentarsi con un gioco graficamente massiccio mentre una donna bella e simpatica incita a prendere l'ultimo bonus. Il programma si presenta come una interessante variante dei giochi televisivi via telefono: al posto dei classici quiz, il giocatore prende il controllo di Lion, la mascotte dell'omonimo snack caramellato, in un videogioco in piena regola. Una telefonata alla trasmissione e, dopo aver preso la linea, si poteva controllare il leone tramite la tastiera a toni del telefono, affrontando la breve avventura premendo al momento giusto i tasti che apparivano velocemente sul televisore. In questo modo il giocatore faceva avanzare Lion per il percorso, prendendo il maggior numero di bonus possibili per alzare il proprio punteggio. Avrete già capito che stiamo parlando del Trio Medusa, inconfondibile sia sullo schermo che alla radio. La formula è semplice: un flusso di coscienza a tre voci ricco di umorismo e informazione che intrattiene l’intero pubblico di Chiamate Roma Triuno Triuno su RadioDeeJay. Forse pochi sanno che il famoso trio nasce proprio fondando un’emittente radiofonica che trasmetteva sigle di cartoni animati: Radio Medusa naturalmente... Ci sono varie tecnologie assodate per l’identificazione automatica: bar code, magnetico, MICR ( riconoscimento dei caratteri con inchiostro magnetizzato ), OCR ( riconoscimento dei caratteri in modo ottico ), Identificazione a radiofrequenza, riconoscimento della voce, sistemi di visione e smart cards. Ogni anno inoltre emergono nuove tecnolgie e soluzioni nuove; ma il Codice a Barre risulta di gran lunga la tecnologia dominante, risultando essere oltre la meta' del mercato. Pivo2: l'abitacolo ruota su se stesso Il codice a barre è un sistema di codifica delle informazioni, basato su una sequenza di righe di diverso spessore che identificano il prodotto a cui è applicato. L’insieme delle righe che costituisce il codice a barre rappresenta una sequenza di bit (cifra della numerazione binaria) costituita in modo tale da rendere possibile l’identificazione del produttore, del paese e del singolo prodotto. Questo metodo di codifica permette, quindi, di avere un codice a barre distinto per ciascun prodotto, per tutti i prodotti esistenti. Introdotto negli USA e in Gran Bretagna nel 1970, il codice a barre si è diffuso enormemente nei grandi magazzini e in generale nei sistemi di distribuzione delle merci grazie alla parallela diffusione dei lettori ottici, che permettono l’acquisizione delle informazioni del codice in frazioni di secondo. La sequenza di bit, letta per esempio alla cassa di un supermercato, viene fornita a un computer centrale che associa a quel prodotto il suo prezzo corrente e, contemporaneamente, riduce il conteggio delle scorte di quel prodotto di un’ unità. In Europa vige il sistema EAN (European Article Number) che definisce i parametri del codice a barre nei vari paesi. Si tratta di un codice pluridimensionale: sono presenti 4 diversi spessori di barre/spazi, ognuno multiplo del modulo unitario. Lo spessore nominale del modulo è di 0.33mm con la tolleranza 20%/+100% (quindi da 0.264 a 0.66mm). È continuo, ovvero sono significativi sia gli spazi che le barre. È leggibile nei 2 sensi, e può rappresentare un numero fisso di caratteri. Esistono 2 versioni principali, l'EAN 13 e l'EAN 8. EAN 13, che utilizza 13 caratteri, viene utilizzato per la marcatura di prodotti destinati al mercato globale: le prime tre cifre del codice identificano di solito la nazione di produzione, le successive cinque identificano il produttore; le rimanenti il prodotto e vengono stabilite dalle aziende stesse. L'ultima cifra rappresenta il cosiddetto "check digit" (codice di controllo), che viene calcolato tramite uno specifico algoritmo. Le barre portano le stesse informazioni delle cifre e vengono lette secondo un codice binario da un lettore ottico: lo 0 corrisponde allo spazio bianco, l’ 1 alla barra. L’ EAN 8 (otto caratteri) invece è utilizzato per marcare i prodotti destinati al mercato interno. Le cifre utilizzate per identificare per esempio l’Italia sono comprese tra 800 - 839. L’algoritmo per calcolare il codice di controllo è calcolato sulla base delle restanti 12 o 7 cifre con l'algoritmo seguente (le posizioni dei caratteri sono numerate da destra verso sinistra): Operazione 1: Partendo dalla posizione 2 sommare i valori dei caratteri in posizione pari. Operazione 2 : Moltiplicare per 3 il risultato dell'operazione 1. Operazione 3 : Partendo dalla posizione 3 sommare i valori dei caratteri in posizione dispari. Operazione 4 : Sommare i risultati delle operazioni 2 e 3. Operazione 5 : Il check digit e' il piu' piccolo numero che sommato al risultato dell'operazione 4 da un numero multiplo di 10. Esempio : Esempio di codice: 4 2 7 6 2 2 1 3 5 7 4 6 C Posizione del carattere: 13 12 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 Operazione 1: 2 + 6 + 2 + 3 + 7 + 6 = 26 Operazione 2: 26 * 3 = 78 Operazione 3: 4 + 7 + 2 + 1 + 5 + 4 = 23 Operazione 4: 78 + 23 = 101 Dopo il successo della Pivo, la Nissan ha presentato, durante il Tokyo Motor Show, la seconda versione del suo straordinario prototipo in grado di ruotare l'abitacolo per facilitare le manovre. La Pivo è ispirata al Tamagochi e alla sua realizzazione ha collaborato addirittura l'artista Takashi Murakami, definito l'Andy Warhol giapponese. L'abitacolo ruota completamente facendo perno sul telaio: e "perno", in inglese, si dice appunto "pivot" - di qui il nome del concept. I sofisticati sistemi Nissan "drive-bywire" aboliscono le connessioni meccaniche tra scocca e comparto passeggeri, e consentono di parcheggiare guardando sempre davanti a sé., risolvendo così moltissimi problemi di parcheggio, movimento e manovra. La prima versione è stata presentata due anni, ma la recente Pivo2 (a tre posti) invece ruota a 360°. Sebbene si tratti di una versione evo- Le Mosche-Robot I ricercatori dell’università di Harvard hanno creato un robot insetto che imita in tutto e per tutto il volo naturale di una mosca. Il robot pesa solamente 60 grammi e potrebbe un giorno essere usato per sorveglianze segrete e rilevare prodotti chimici nocivi. Il progettista, Rafal Zbikowski, ritiene che potrebbero essere operative entro una decina d'anni. Zbikowski, che ha già realizzato un prototipo che riproduce il battito d'ali d'una mosca in volo, pensa che i minuscoli robo-insetti, in grado di aggirarsi per spazi chiusi e affollati come palazzi, trombe delle scale, tunnel e grotte, potranno essere utilizzati per individuare terroristi nascosti o per localizzare le vittime di disastri naturali come i terremoti. Mentre l'esercito degli Stati Uniti, che in parte finanzia la ricerca, ha interesse all'uso delle mosche volanti per il trasporto di piccole cariche d'esplosivo. I piccoli robot, infatti, saranno in grado di distruggere un obiettivo specifico, ad esempio un computer, senza dover bombardare l'intera struttura. Vocabolario Bit: la parola bit ha due significati molto diversi, a seconda del contesto in cui rispettivamente la si usa: - un bit è l'unità di misura dell'informazione (dall'inglese "binary unit"), definita come la quantità minima di informazione che serve a discernere tra due possibili alternative equiprobabili. - un bit è una cifra binaria, (in inglese "binary digit") ovvero uno dei due simboli del sistema numerico binario, classicamente chiamati zero (0) e uno (1) Le risposte ai vostri dubbi Questo mese mi è stato chiesto da Alberto da Torino qual è il significato delle cifre del codice a barre e come vengono codificate. Per rispondere a questa domanda, ho pensato di scrivere un articolo (nella pagina precedente) in modo da poter delineare, in maniera dettagliata, gli elementi che caratterizzano il codice a barre. Qui di seguito, invece, un breve riassunto. Ideato già negli anni ‘50 in seguito alla necessità di automatizzare le operazioni di cassa di un'azienda americana del settore alimentare, il codice a barre soddisfa quattro caratteristiche fondamentali: attendibilità, automazione, precisione e velocità. Per questo motivo, questa tecnologia di identificazione univoca di un prodotto è, oggi, ampiamente diffusa nella grande distribuzione, nel settore industriale e anche in quello farmaceutico. Anche l'identificazione, per esempio, di convogli in transito in alcune tratte ferroviarie o nelle linee della metropolitana, delle pubblicazioni, dei periodici, avviene tramite codice a barre. Per domande, suggerimenti Ai-Tek potete inviare un’ e-mail all’indirizzo [email protected] SCEE 69,00 € Xbox / PlayStation3/Ps2/Pc/Ds E' da troppo tempo ormai che Pro Evolution Soccer raccoglie la stragrande maggioranza di preferenze degli utenti di tutto il mondo. E' da qualche tempo che la simulazione calcistica targata Konami riesce ad entrare nelle case degli amanti del calcio e dei videogiochi con una facilità disarmante rispetto all'avversario FIFA, fino ad oggi fin troppo "arcade" per certi versi e mai all'altezza del capolavoro nipponico. Konami ha saputo cavalcare l'onda del successo proponendo il suo gioco anche per più piattaforme oltre alla "patria" PlayStation. E' da molto meno tempo, invece, (dallo scorso anno per essere esatti), che il gioco di calcio della casa di Snake tentenna non poco nel passaggio dalla generazione precedente a quella attuale. In concomitanza con il periodo del Tokyo Game Show 2007 è stata rilasciata sul Marketplace di Xbox Live, una demo giocabile di Pro Evolution Soccer 2008 (da ora in poi PES 2008). Konami abbandona l'ordine numerico e affianca l'anno di riferimento al gioco, un po' come FIFA. E proprio un po' come quest'ultimo, Konami ha deciso di rivedere le caratteristiche tecniche del gioco. Inizialmente sembra non essere cambiato molto nei menù: come al solito Konami non riesce a stupire in quanto ad interfaccia del menù di selezione delle opzioni, ma risulta comunque tutto molto pratico e funzionale, se non altro. La demo permette di giocare una partita completa con tutti i livelli di difficoltà tra le squadre messe a disposizione per l'occasione: Brasile, Argentina, Spagna, Portogallo, Turchia e Francia. Abbiamo modo dunque sin da subito di testare il livello grafico del gioco, anche con i poligoni dei giocatori più celebri. Inutile dire che graficamente sembrava, almeno all'inizio, non essere cambiato quasi nulla. Bella l'inquadratura iniziale, i volti dei giocatori sono piuttosto fedeli alle loro controparti reali ma nulla di eclatante. Si inizia a giocare con la telecamera predefinita lunga, piuttosto comoda. Dopo una prima titubanza si viene immediatamente rapiti dalla formula vincente che il gioco riesce a proporre ancora una volta. E' tutto piuttosto entusiasmante, "tutto molto bello"(cit.), fasi concitate e sequenze di gioco che non lasciano spazio ad ulteriori commenti. Si gioca e basta, un po' come avveniva su PlayStation 2 per gli episodi precedenti. Le movenze dei giocatori sembrano aver acquistato maggiore plasticità e un migliore realismo. I giocatori sono tutti piuttosto ben realizzati, anche se la corsa risulta ancora essere un tantino troppo "artificiale", quasi come se i calciatori fossero dei robot telecomandati, come se il team di sviluppo non fosse riuscito ad approfittare della potenza delle attuali console per risolvere una volta per tutte un problema antico e mai superato. Le migliorie grafiche riguardano soprattutto il campo di gioco e gli spalti. Belle le tribune e le curve, colme di un pubblico poligonale poco vario però, e discreto il terreno di gioco, con textures a volte realistiche, altre volte piuttosto grezze e incomplete. Il replay rivelerà un manto erboso leggermente meglio implementato rispetto a PES 6 per Xbox 360, e così anche scarpe e tacchetti, completini e accessori, tutti piuttosto ben realizzati. Bene anche per quanto riguarda le capigliature, anche se alcune (quella di Puyol su tutte) sembrano ancora texture incollate sulla testa e lasciano un po' l'amaro in bocca. Sono aumentate le finte a disposizione, effettuabili con il tasto R2. Riusciremo a riconoscere ogni singolo giocato- re dalle mosse e dalle caratteristiche peculiari di ognuno. La marcatura automatica dei compagni si effettua adesso tenendo premuto il tasto adibito al tiro. I falli adesso sono sanzionati in maniera più intelligente e, in generale, ogni scelta dell'arbitro sarà più oculata e ponderata che in passato. A proposito dell'arbitro: in campo sarà presente il direttore di gare, con movenze realistiche e anche i guardialinee sono stati curati e perfezionati. I tempi di caricamento sono praticamente inesistenti e sono scomparsi anche quei rallentamenti dopo aver deciso il cambio dei giocatori, che di tanto in tanto facevano urlare, in maniera eccessivamente apprensiva. Belle le esultanze dei calciatori, tutte fedeli alle reali manifestazioni di gioia delle controparti reali. I portieri sono sembrati un tantino troppo indeboliti rispetto alle precedenti edizioni. E' come se certe volte si comportassero da ebeti, facendosi scappare in maniera clamorosa la palla dalle mani, specie se il tiro è forte. Un'altra novità che forse Konami avrebbe potuto risparmiarsi è la nuova visuale per parare i calci di rigore. Se il rigore viene fischiato in nostro favore, sarà facile, in maniera del tutto simile alle precedenti stagioni, battere la punizione, con la porta in posizione frontale rispetto alla telecamera e il nostro giocatore pronto sul dischetto, non ci resta altro che decidere la direzione del tiro e piazzare il gol, con un po' di fortuna. E fin qui tutto bene, tutto come al solito. Se il rigore però dovesse essere fischiato in nostro sfavore, e dovessimo dunque vestire i panni del portiere, la visuale cambierà, e vedremo non più la porta di fronte a noi ma il battitore del rigore, con la telecamera alle spalle del portiere. Tutto ciò garantirà anche una maggiore spettacolarità dell'azione, ma senza dubbio riduce la praticità e la comodità, anche se forse si tratta solo di farci l'abitudine. Nulla da dire sul reparto sonoro, o meglio, niente di rilevante, considerando che le tracce audio presenti nella demo sono poche e totalmente sconosciute (e neanche troppo azzeccate per la verità). Impossibile valutare la telecronaca poiché la demo non ce ne offre l'opportunità. Possiamo esprimere, in questa sede, solo un giudizio sommario sui cori del pubblico, piuttosto ben realizzati ma anche li, nulla di nuovo o sconvolgente - vi rimandiamo ad una valutazione del reparto audio più approfondita in occasione della recensione della versione completa. In conclusione Pro Evolution Soccer 2008 propone la stessa "musica" anche quest'anno, con qualche miglioria grafica che non fa urlare al miracolo tecnologico ma che anzi ci saremmo aspettati già l'anno scorso. Una giocabilità ottima e le rose aggiornate di tutte le squadre del mondo (o quasi) garantiranno ore e ore di puro divertimento, giorni e giorni, ma diciamo anche mesi e mesi...insomma un anno, in attesa del prossimo aggiornamento. Gli amanti della serie apprezzeranno questo nuovo episodio, pur tenendo presente che, dalla parte opposta del mondo una certa EA Sports, quest'anno, si è riaffacciata prepotentemente sul mondo dei simulatori calcistici con FIFA 08, meno arcade degli anni precedenti. In ogni caso dal punto di vista del puro gameplay PES occupa ancora il gradino più alto del podio ma certamente le distanze rispetto al rivale si sono accorciate senza contare che FIFA offre sicuramente un comparto grafico e sonoro di maggior spessore. Si direbbe che finalmente, quest'anno, c'è più sfida, e gli appassionati di calcio potrebbero magari optare per un doppio acquisto. Ingredienti: (per 6 persone) 225g cioccolato 70%, 125g burro, 4 uova intere, 50g zucchero, 150g nocciole piemontesi; Per la Salsa: 5 tuorli, 70g zucchero, 350g latte, 120g pistacchi sgusciati. Il dolce che vi propongo per il mese di Ottobre, ci accompagna verso i mesi freddi, in quanto a base di cioccolato e arricchito dalla presenza delle nocciole. Non preoccupatevi delle calorie in esso presente, in quanto la ricetta che vi propongo è in altro modo alleggerita, infatti la particolarità di questa torta è che è priva di farina, quindi il suo consumo è possibile anche se qualcuno di Voi lettori ha particolari allergie come ad esempio quella al glutine, da cui deriva la celiachia. Per la perfetta riuscita di questo dolce, è importante non risparmiare troppo sui due ingredienti principali: consiglio per il cioccolato di non acquistare barrette troppo economiche per il semplice motivo che quest’ultime hanno una percentuale elevata di burro di cacao rispetto alla massa stessa. I migliori cioccolati che suggerisco di utilizzare devono almeno avere la presenza del 70% di cacao, molto buoni come marche sono quelli della “Novi” e “Lindt”, facilmente reperibili in ogni supermercato grande o piccolo che sia. Le nocciole sarebbe meglio se nazionali e piemontesi, che sono le migliori che si possono comprare, dal gusto deciso e forte, in ogni caso qualsiasi nocciola può andare bene senza compromettere il risultato finale del dolce. ESECUZIONE: In un piccolo recipiente, far sciogliere insieme il cioccolato e il burro, potete utilizzare sia il micro-onde o il vecchio sistema a bagnomaria, mescolando di tanto in tanto, facendo si che il composto risulti bello liquido e lucido. Nel frattempo tritare le nocciole e unirle in seguito al composto di cioccolato e burro. Con l’aiuto di un robot da cucina (oppure semplicemente di una frusta) montare a neve le 4 uova intere con lo zucchero, unendole successivamente al mix non eccessivamente caldo, altrimenti le uova smonteranno troppo velocemente. Versare l’impasto in una teglia rivestita con carta oleata e lasciar cuocere in forno a 180°C per 18-20 minuti circa. Durante l’attesa per la cottura del dolce, preparare la salsa. Mescolare insieme i tuorli e lo zucchero, usando le quantità indicate per la salsa e versare poco a poco il latte portato a ebollizione. Unire i pistacchi e frullare il composto prima di rimetterlo sul fuoco. Far ridurre la salsa fino a raggiungere il primo bollore, è importante non far superare alle uova i 70°C, altrimenti esse cucineranno troppo creando un effetto grumoso poco piacevole. Prima di servire la salsa, lasciarla raffreddare per qualche minuto. Servire la torta tiepida e non eccessivamente calda, con un cucchiaio di salsa non troppo fredda, che creerà un contrasto piacevole per il palato. A piacere, se la torta è abbastanza fredda, cospargere con lo zucchero a velo. Un saluto a tutti Voi al di là dello schermo dal Vostro Chef preferito!!! Siamo di nuovo insieme sulle pagine di Andergr@und Mag@zine, che mese dopo mese continua a migliorare! Nuova veste grafica per il secondo anno, dopo il primo pieno di successi, una redazione sempre più attiva, che vi terrà costantemente aggiornati su ogni tipo di interesse a cui ci siamo dedicati! Mi scuso anticipatamente con “Ciano e Ciliegia” che tempo fa hanno lasciato un messaggio nel nostro Guest-Book, col quale chiedevano a gran voce la ricetta della mia torta al cioccolato! Bene, ho voluto aspettare il mese opportuno per presentarvi questo piatto, introducend olo nel magazine come ricetta del mese. Quindi a questa coppia di “assaggiatori milanesi” dedico loro il mio spazio riservato per l’ “S.O.S. Cuoco” e inoltre quello della ricetta! Consigli in cucina? Ti piacerebbe sapere una ricetta? Vuoi sorprendere i tuoi amici? Cosa aspetti, manda una e-mail al mio indirizzo [email protected], sarò lieto di rispondere a tutti gli “S.O.S. Cuoco”!!! Il Congresso degli Stati Uniti fonda il Yosemite National Park La striscia Peanuts di Charles M. Schulz viene pubblicata per la prima volta Disastro aereo di Linate Al Capone viene condannato per evasione fiscale L'Italia inizia le trasmissioni radiofoniche Elio e le Storie Tese tentano di entrare nel Guinness dei primati suonando per 12 ore consecutive "Cara, Ti Amo" A New York apre al pubblico il Guggenheim Museum progettato da Frank Lloyd Wright Una Viene trasmessa in Italia la prima puntata del famoso carton animato Ken il Guerriero Le famose 7 stelle di Hokuto visuale del museo Newyorkese Walt e Roy Oliver Disney fondano la Walt Disney Company Vietare ad un cane di abbaiare è come imporre ad un pesce il divieto di balneazione in uno specchio d'acqua. Nonostante tutto questo possa sembrare assurdo, una nuova legge americana vieta agli amici a quattro zampe di latrare. Certo, qualora dovessero farlo, non sarebbero loro i diretti responsabili del folle gesto ma i rispettivi padroni che sarebbero denunciati. A rendere effettiva la nuova norma è stata la Florida. In realtà, a Mount Dora, sempre in Florida, una norma del genere già esisteva, ma si limitava a vietare i latrati che si prolungavano per oltre 5 minuti. Questa nuova disposizione, invece, risulta esser ancora più restrittiva. Il latrato dei cani, anche se si prolungherà per pochi secondi, sarà considerato disturbo alla quiete pubblica come la musica a tutto volume o il rumore causato da apparecchiature elettriche. Udienza movimentata quella che si è tenuta in un'aula del tribunale di Columbus, nell'Ohio. Un imputato particolarmente focoso ha preso a calci il proprio avvocato davanti agli occhi increduli del giudice. Per riuscire a calmarlo gli agenti della sicurezza hanno dovuto usare i taser, delle speciali pistole in grado di stordire il bersaglio con potentissime scariche elettriche. Evidentemente la strategia scelta dalla difesa non era di suo gradimento. L'uomo, una volta ripresosi dalla scarica elettrica, è stato riportato in aula. Per evitare nuovi problemi l'imputato è stato ammanettato ed imbavagliato. C'e' una donna che nella vita di tutti i giorni lavora a Lecco come operatrice sociosanitaria, ma nel suo paese d'origine e' regina. Una regina che ha un grande sogno, realizzare un'azienda agricola in cui impiegare le 400 persone del suo villaggio. Un'orga- nizzazione internazionale ha creduto in questo progetto e la sta aiutando a realizzarlo. E' la storia di Belinda Comfort Damoah, nata nel 1956 in Ghana. Ha fatto l'operaia e la badante, ma non ha mai smesso di occuparsi della sua gente. Gli rapina casa ma il proprietario gli offre una tazza di caffè, lo abbraccia e prega con lui. È successo pochi giorni fa in Texas, San Antonio. Sorpreso a svaligiargli la casa un proprietario texano non si ha perso la calma davanti al rapinatore che, con tanto di coltello e pistola tra le mani, stava per portare via gioielli, argenti e valori in grandi quantità. Così ha preparato una buona tazza di caffè e ha fatto accomodare in salotto il giovane per capire fino in fondo le ragioni di un simile comportamento. Il caso umano è saltato subito fuori: non ho soldi per mangiare, per me e i miei figli. Così il proprietario di casa lo ha consolato, ha pregato con lui e gli ha permesso di lasciare l'appartamento con una parte del bottino. Stupite gli Ospiti con effetti speciali nel bagno Volete un effetto particolare per abbellire il vostro bagno e lasciare di stucco gli amici? Con questo ag geg gio l’effetto è assicurato. Si monta facilmente su qualsiasi tipo di rubinetto e colora la vostra acqua della tinta che vi piace di più. Nessun colorante o niente di nocivo per la salute: semplicemente dei led luminosi che colorano il getto d’acqua e lo rendono visibile anche al buio. Sicuramente non sarà la trovata più geniale del secolo, però l’effetto è assicurato! Per i più pigri Siete anche voi fra quelli che la mattina non scenderebbero mai dal letto e per cui ogni giornata comincia con un piccolo trauma? Questa linea di prodotti è quello che fa per voi: saponi e beni per la cura del corpo a base di caffeina! La caratteristica fondamentale di questi prodotti è quella di riuscire a tenervi svegli anche nei momenti di stanchezza più cronica: una bella doccia e il risveglio è assicurato. Detta così la cosa lascia un po’ perplessi, però chi li ha provati assicura che funzionino. Se siete curiosi... La tua musica con te ovunque Stanchi del solito lettore mp3 o del solito ipod che non sapete mai dove mettere o che regolarmente perdete in giro? Nessun problema con questi nuovissimi Occhiali da sole con lettore mp3 incorporato nella montatura, potrete essere sempre liberi di girare per strada senza inutili ingombri. Il costo non è esorbitante, si parte da un minimo di 89 euro per la versione da 512 mb, salendo di prezzo naturalmente per i modelli da 1 o 2 giga. Esteticamente forse non saranno il massimo dell’eleganza, ma la comodità è assicurata. Ecco a voi Natalia Si chiama Natalia l'auto più costosa ed incredibile del mondo. Prodotta dall'azienda californiana DiMora Motorcar è in grado di cambiare colore in base alle condizioni climatiche del momento. Il mezzo, di certo estremamente innovativo e sportivo, è caratterizzato da un motore 14mila di cilindrata, 1200 cavalli di potenza e da un prezzo non certo popolare pari a circa 2 milioni di dollari. Prodotta esclusivamente in edizione limitata. Eh insomma… è sempre difficile dover criticare una persona così lontana dal nostro immaginario, on una vita così diversa dalla nostra… Eppure ne siamo sempre capaci e ci arrabbiamo pure, siamo indignati… Chi può volercene per questo?!? Britney è una delle persone con visibilità maggiore al mondo, la sua vita è costantemente sotto i riflettori e sotto gli occhi di noi tutti, non possiamo esimerci dall’esprimere anche se senza cattiveria il nostro punto di vista… Cara Ary sono sconvolta!!! Alla veneranda età di 25 anni mi ritrovo a scuotere la testa di fronte ad Mtv e a sentirmi un po’ vecchia per questo... Ho avuto la malaugurata idea di non cambiare subito canale quando è spuntato fuori il video di Britney Spears... Eppure sorge il dubbio che proprio questo sia il problema maggiore: la massima visibilità. Lo stress che una persona così sotto i riflettori dovrà quotidianamente sopportare dovrà pur sfogare da qualche parte! Beh c’è chi picchia i paparazzi e chi se la prende con la propria vita rovinandola… Condiamo il tutto con la “cattiva compagnia” di una ragazza che sbagli ne ha fatti molti e “pare” essere rinsavita dopo una breve ma intensa sosta in un penitenziario (sappiamo tutti di chi parlo). Questo dovrebbe bastare a giustificare gli insani comportamenti dell’ex reginetta del pop, ma nulla toglie che avrebbe dovuto rendersi conto dell’influenza negativa che avrebbe potuto esercitare sulle menti delle ragazzine che la seguivano. Quindi in parte su questo punto ti do ragione, ma è pur vero che confido nella capacità di ognuno (e parlo delle piccole fans di Britney) di discernere il giusto dallo sbagliato… Detto questo ti dico una piccola curiosità: un folto gruppo di ex collaboratori di Britney sembra aver indetto una petizione allo scopo di boicottare il nuovo album della Spears finché la star non si sarà rimessa in sesto richiedendo anche la firma dei fans. Boicottare una persona non mi sembra il metodo migliore per aiutarla ad uscire da un periodo di crisi, ma prendo atto di questo evento e te ne do notizia… Ti mando un grosso saluto e spero di ricevere altre lettere da te. Quanto può risultare triste vedere una persona Ma vogliamo poi parlare del fatto che ormai è così bella, con (seppur discutibili) qualità ca- madre di due creature e che avrebbe dovuto mettere la testa a posto? nore riuscire a cadere nel baratro del nulla?!? Si perché “nulla” è quello che io ho visto nel Eh passi la pettinatura a palla di cannone, e video: una serie di ancheggiamenti poco deco- passi lo scorazzare libera e felice come una farfalla (priva di slip) … ma rosi intorno ad un palo tutto il resto? L’esibizione fare ammiccamenti che locca agli Mtv Video Music poco lasciano Awards è stata la conferma all’immaginazione… della rovinosa fine di una star Ma non era l’idolo delche seppur con i suoi difetti ha le bambine e delle dominato la scena del pop per teen-ager?!? Non era parecchi anni… Non che io ne presa da esempio come senta la mancanza, ma non mi “artista” da una genepiace proprio l’esempio che è razione di 15enni che riuscita a dare a chi la seguiva sognavano i capelli della sua tinta e di indossacon affetto… re quella strettissima tutina rossa che la fasciaUn Bacione Delusissimo va in uno dei suoi video più famosi? Il cattivo esempio di una persona che dalla vita ha avuto tutto... Cosa penseranno adesso tutte quelle piccole fans di lei? Ary Mettetevi in contatto con me anche al numero : 346.7266591 Vi aspetto nel prossimo numero!!! Un asino torna carico e sfinito nella stalla. Ad di là della staccionata il maiale lo guarda impettito : "Ma guarda che vita che fai ! Sempre a sgobbare dalla mattina alla sera, sempre carico e sfinito mentre io qui mi rilasso e mangio alla grande!" L'asino "Ma tu non sei quello dell'anno scorso!!!" La moglie: “Caro, ti va di passare una bella serata?” Il marito: “D'accordo cara, rientro domani. Ciao!” Una mela marcia… L’altra cammina... Un birillo e una cartolina andavano a scuola, ma l'uno veniva sempre bocciato e l'altra sempre rimandata. Camilla Un contadino pianta mais ma ha un magro raccolto. L'anno seguente pianta cardi e ne raccoglie tantissimi. MORALE: Meglio cardi che mais!!!