HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 DSS image for IC 2581 Mappa per Stock 2 dal Webda PARTE SECONDA: ESEMPI DI ANALISI FOTOMETRICHE LAVORANDO CON: IC 2581, NGC 6611, STOCK 2, NGC 2362 E IL PRAESEPE Ngc 6611 su M 16 Ngc 2362 Pag.54 M 44 Praesepe HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 §50 DETERMINAZIONE DI <E(B-V)> PER IC 2581 Iniziamo dalla interfaccia apposita di Hr Trace cercando il fitting IC2581 DETERMINAZIONE DI <E(B-V)> Zoom Zoom + - Pend. RL. Visualizza Locus Classi Luminosità E(B-V) 0 Imp. R Cerca Tipi Spettrali δ E(B-V) B-Vo RL -0,329 E(B-V) x 0,1 + E(B-V) x 0,01 + - Spectral Dereddening Tabella Spectral Dereddening Webda Ranging Color Eccess START δ E(B-V) Determinazione <E(B-V)> Early Type e Selezione Classe Luminosità V -1,6 END δ E(B-V) Barre +/- δ (B-V)m -1,2 Metodo Calcolo E(B-V) -0,8 0 Cattura Early Type No Early Type Dispersione Elevata Estinzione non Uniforme Esamina distribuzione Early Type ( U-B ) -0,4 0,4 0,8 1,2 -0,6 -0,4 -0,2 0 0,2 0,4 0,6 0,8 1 1,2 1,4 1,6 1,8 2 2,2 ( B-V ) Fig.27 al blue most envelop per le early type con l’apposito comando ottenendo: IC2581 DETERMINAZIONE DI <E(B-V)> Zoom Zoom + - Pend. RL. Visualizza Locus Classi Luminosità E(B-V) 0,42 Imp. R Cerca Tipi Spettrali δ E(B-V) B-Vo RL -0,329 E(B-V) x 0,1 + E(B-V) x 0,01 + - Spectral Dereddening Tabella Spectral Dereddening Webda Ranging Color Eccess START δ E(B-V) Determinazione <E(B-V)> Early Type e Selezione Classe Luminosità V -1,6 END δ E(B-V) Barre +/- δ (B-V)m -1,2 Metodo Calcolo E(B-V) -0,8 0 Cattura Early Type No Early Type Dispersione Elevata Estinzione non Uniforme Esamina distribuzione Early Type ( U-B ) -0,4 0,4 0,8 1,2 -0,6 -0,4 -0,2 0 0,2 0,4 0,6 0,8 1 1,2 1,4 1,6 1,8 2 2,2 ( B-V ) Fig.28 Pag.55 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 La ricerca di <E(B-V)> utilizzando il metodo della Sliding fit Tecnique ha fornito un valore per l’arrossamento medio pari a 0,42. Contemporaneamente, in background, Hr Trace ha provveduto a risolvere gli arrossamenti individuali per le early type utilizzando il metodo delle reddenig lines individuali. Il valore di 0,42 per <E(B-V)> è stato ottenuto dal fit tra la relazione due colori per le Early Type (linea rossa) e la distribuzione delle stelle appartenenti alla sequenza principale classe V di IC 2581 fig 29. Sul grafico di fig. 29 è anche mostrata la linea su cui si addensano le supergiganti di classe di luminosità Ia. § 51 COME FUNZIONA L’ALGORITMO DI CATTURA DELLE EARLY TYPE I colori intrinseci tabulati da Schmidt-Kaler o da Fizgerald, non sono costanti e variano sia tra le classi spettrali, che tra le classi di luminosità, ed è proprio di questo aspetto che discuteremo tra breve. In un ammasso galattico aperto si possono trovare oltre alle stelle di sequenza principale classe luminosità V, anche stelle evolute che appartengono a classi di luminosità diverse dalla V. Possiamo ad esempio trovare stelle appartenenti alle classi di luminosità III, II, Ia, Iab, Ib. I valori intrinseci per le classi di luminosità V e III, ovvero per le stelle di sequenza e le giganti normali, differiscono molto poco. Scambiare perciò una gigante normale con una stella di sequenza, durante l’esecuzione della procedura automatica di ricerca dei colori intrinseci utilizzando, per esempio, il metodo delle reddenig lines sul diagramma CC, corrisponde ad effettuare un errore assai piccolo e praticamente trascurabile per le Early Type. La stessa confusione tra una stella si sequenza o gigante e una brightgiant di classe II, può comportare un errore compreso tra un minimo di 0.01, fino ad un massimo di 0.04 magnitudini per le Early Type O e B. Ancora maggiore può essere l’errore se si scambia una stella di sequenza o gigante normale, con una supergigante appartenente ad una delle classi di luminosità Ib, Iab, Ia, errore che risulterebbe compreso in un range tra 0.06 e 0.07 magnitudini per le Early Type O e B. Inutile dire che errori di questa entità, possono contribuire ad individuare stelle, addirittura, di classe spettrale diversa da quella reale. Un ottimo esempio di quale possa essere l’entità di questo tipo di errori, lo possiamo vedere proprio nella sequenza fotometrica dell’ammasso che stiamo studiando. La stella più luminosa di questo ammasso è una supergigante di classe spettrale A7 e classe di luminosità Ia-O Turner (1978). La stella in questione è HD 90772 e per questa stella Cousins e Stoy, al SAAO, hanno osservato i seguenti valori fotometrici : Pag.56 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 V = 4,64 (B-V) = 0,52 (U-B) = - 0,01 Ora poiché sappiamo dall’indagine spettroscopica, che HD 90772 è una Supergigante di classe A7 Ia-O, utilizzando la tabulazione di Schmidt – Kaler, possiamo derivarne i colori intrinseci che risultano essere: (B-V)o = 0,13 e (U-B)o = 0,09 Se tracciando la di questa stella rettilineo della V, rappresentata RL con pendenza E(U-B)/E(B-V) passante per la posizione nel diagramma CC, si cerca l’intersezione con il tratto curva dei colori intrinseci per la classe di luminosità dalla retta di regressione (1) seguente: (U-B)o = 3,7178(B-V)o– 0,0473 (1) anziché con l’equazione che rappresenta i colori intrinseci per la classe di luminosità Ia, definita dalla (2) seguente : (U-B)o = 2,2115(B-V)o – 0,5679 (2) si commetterà un errore pari all’individuare una stella di classe B6 ÷ B7, al posto della spettroscopicamente più corretta A7. Questo perché nel primo caso, ( intersezione della RL con la sequenza colori intrinseci classe luminosità V ), determineremo le seguenti coordinate di intersezione : ( B-V )o = - 0,135 e ( U-B )o = - 0,49 Mentre nel secondo caso, (intersezione della RL con la sequenza colori intrinseci classe luminosità Ia ), si ottiene : ( B-V )o = 0,13 e ( U-B )o = 0,067 Occorre precisare che, Hr Trace, nel computo del punto di intersezione per quanto riguarda la classe di luminosità V e III utilizza, per determinare E(B-V) e E(U-B) individuali, la approssimazione lineare ai colori intrinseci definita dalla (1). Mentre per le classi di luminosità II, Ia, Iab, Ib, utilizza una serie di approssimazioni lineari come la (2) per determinare il valore di E(B-V) individuale, derivando poi il colore intrinseco come (B-V)o = (B-V) -E(B-V). Successivamente usando il valore (B-V)o, così determinato, all'interno di una approssimazione polinomiale del 6° ordine ai colori intrinseci, per la classe di luminosità condiderata, ottiene (U-B)o. Da quanto detto fino a questo momento, appare chiaro che l’algoritmo di de-arrossamento, oltre a ottenere il valor medio di E(B-V) attraverso un corretto best-fit, deve anche garantire, quando i fenomeni dispersivi lo consentano, l’interpretazione delle classi di luminosità presenti sul diagramma CC. Pag.57 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Benchè l'operazione di de-arrossamento, utilizzando il metodo della reddening line sia completamente automatica, è possibile esegurila anche graficamente e la mostriamo brevemente con un esempio. Osservando la figura 5 seguente vediamo come sia possibile, usando l'interfaccia determina di Hr Trace, ottenere il valore per una stella scelta a caso nella sequenza principale di IC 2581. DETERMINAZIONE DI <E(B-V)> Zoom Zoom + - IC2581 Pend. RL. B-Vo RL Imp. R δ E(B-V) E(B-V) 0 Visualizza Locus Classi Luminosità Cerca Tipi Spettrali Webda E(B-V) x 0,1 E(B-V) x 0,01 Spectral Dereddening Tabella di spectral dereddening -1.6 Mostra il valore attuale in (B-V)o della intersezione tra RL e Zams due colori + Ranging Color Eccess START δ E(B-V) Determinazione <E(B-V)> Early Type e selezione classe luminosità V Reddening line + - -0.359 END δ E(B-V) Barre +/- d (B-V)m -1.2 Metodo Calcolo E(B-V) -0.8 Cattura Early Type 0 Distribuzione classe lum. V di IC 2581 ( U-B ) -0.4 No Early Type 0.4 In rosso il tratto di curva due colori relativa ai colori intrinseci per le stelle di sequenza -0.6 -0.4 -0.2 0 0.2 0.8 Dispe rsione Ele vata Estinzione non Uniforme Esam ina Distribuzione Early Type 1.2 0.4 0.6 0.8 1 1.2 1.4 1.6 1.8 2 2.2 ( B-V ) Fig. 5 Dereddening grafico comando fondamentali Indichiamo con un cerchio rosso la stella di cui si vuole conoscere il valore dell'indice di colore (B-V) dearrossato, come si vede nella figura 6 successiva. Muovendo con gli appositi comandi la reddening line, la si sposta fino alla sovrapposizione con la stella nel cerchio rosso, leggendo nella apposita finestra il valore del parametro (B-V)o relativo a questo oggetto, vedi figura 7 seguente. L'utilità appena vista, consente di ottenere graficamente il valore dearrossato (B-V)o soltanto per stelle di sequenza principale, non è pertanto valida per le altre classi di luminosità. Evitare confusioni nella interpretazione delle classi di luminosità consente di isolare con certezza dalle altre, le stelle di sequenza principale classe V, che il codice deve catturare e utilizzare per determinare, non solo il valor medio di E(B-V), ma anche il modulo medio della distanza per questo gruppo. Pag.58 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 DETERMINAZIONE DI <E(B-V)> Zoom Zoom + - IC2581 Pend. RL. B-Vo RL Imp. R δ E(B-V) E(B-V) 0 Visualizza Locus Classi Luminosità Cerca Tipi Spettrali Webda + - -0.359 E(B-V) x 0,1 E(B-V) x 0,01 Spectral Dereddening Tabella di spectral dereddening + Ranging Color Eccess START δ E(B-V) Determinazione <E(B-V)> Early Type e selezione classe luminosità V -1.6 END δ E(B-V) Barre +/- d (B-V)m -1.2 Metodo Calcolo E(B-V) -0.8 Cattura Early Type 0 ( U-B ) -0.4 No Early Type 0.4 Dispe rsione Ele vata Estinzione non Uniforme 0.8 Esam ina Distribuzione Early Type 1.2 -0.6 -0.4 -0.2 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 1.2 1.4 1.6 1.8 2 2.2 ( B-V ) Fig. 6 DETERMINAZIONE DI <E(B-V)> Zoom Zoom + - IC2581 Pend. RL. B-Vo RL Imp. R δ E(B-V) E(B-V) 0 Visualizza Locus Classi Luminosità Cerca Tipi Spettrali Webda E(B-V) x 0,1 E(B-V) x 0,01 Spectral Dereddening Tabella di spectral dereddening -1.6 Ranging Color Eccess END δ E(B-V) Barre +/- d (B-V)m -1.2 Metodo Calcolo E(B-V) -0.8 Cattura Early Type -0.4 0 No Early Type ( U-B ) Nella finestra indicata si legge il valore di (B-V)o relativo alla attuale intersezione della RL, passante per la stella nel cerchio rosso, con la curva due colori. + START δ E(B-V) Determinazione <E(B-V)> Early Type e selezione classe luminosità V La RL è stata sovrapposta alla stella di cui si cerca il valore di (B-V)o + - -0.202 0.4 0.8 Dispe rsione Ele vata Estinzione non Uniforme Esam ina Distribuzione Early Type 1.2 -0.6 -0.4 -0.2 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 1.2 1.4 1.6 1.8 2 2.2 ( B-V ) Fig. 7 determinare, non solo il valor medio di E(B-V), ma anche il modulo medio della distanza per questo gruppo. Pag.59 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 In fig. 8 si vede la mappatura di IC 2581 con indicazione della tipologia di cattura effettuata dall’applicativo Hr Trace, sul diagramma colore – colore, una volta raggiunto il best–fit . Fig.8 Mappatura del diagramma CC e cattura delle Early Type in IC 2581 Durante la ricerca del best-fit le cose non vanno sempre così facilmente come mostrato per IC 2581 e vari fenomeni possono produrre forte dispersione nelle sequenze fotometriche, determinando qualche problema. §52 LA DISPERSIONE NELLE SEQUENZE FOTOMETRICHE SUI DIAGRAMI COLORE-COLORE E COLORE-MAGNITUDINE PUO’ RENDERE DIFFICOLTOSO IL BEST-FIT ? Si. Una sequenza fotometrica altro non è che il susseguirsi regolare di punti che rappresentano singole misurazioni per una stella, plottati sui diagrammi colore-colore (CC) o colore-magnitudine (CM). Osservando la sequenza si dice che, maggiormente compatto è il susseguirsi dei punti e minore sarà la dispersione presente nella sequenza stessa. la dispersione dei punti può dipendere da una serie di fattori, di cui diremo in seguito, che si manifestano in modo più o meno accentuato a seconda del diagramma considerato. La cosa migliore, comunque, è fare qualche esempio di dispersione prima sul diagramma CC e poi su quello CM. Cerchiamo nell’archivio fotometrico di Hr Trace, gli ammassi che ci servono per illustrare la dispersione dei punti sul diagramma colore colore (CC). Pag.60 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Grafico U-B , B-V -1,60 U-B -1,20 -0,80 Reddening Line per Stelle O e B -0,40 Delta E(B-V) 0,00 NGC5460 0,40 Polinomiale Zams 0,80 La fotometria di questo ammasso proviene dalla letteratura ed è memorizzata nell’archivio. 1,20 1,60 -0,40 -0,20 0,00 0,20 0,40 0,60 0,80 1,00 1,20 1,40 1,60 Il grafico due colori di figura 30 mostra l’andamento per l’ammasso Ngc 5460, come esempio di sequenza fotometrica molto compatta e priva di dispersione. 1,80 B-V Fig. 30 la sequenza di Ngc 5460 Questa sequenza è molto compatta, lascia poco o nulla alla interpretazione di chi la osserva e certamente non crea problemi per la determinazione dell’arrossamento medio, utilizzando il metodo della sliding fit technique. Grafico U-B , B-V -1,60 U-B -1,20 -0,80 -0,40 Reddening Line per Stelle O e B Delta E(B-V) 0,00 NGC6025 0,40 0,80 1,20 -0,40 -0,20 0,00 0,20 0,40 0,60 0,80 1,00 1,20 1,40 1,60 1,60 1,80 B-V Polinomiale Zams Vediamo adesso un altro caso, quello di Ngc 6025 fig. 31, dove la dispersione è ancora molto contenuta come per Ngc 5460. Qui a causa della diversa età di queto ammasso, la sequenza principale è maggiormente estesa verso indici di colore (B-V) più blu. Fig. 31 la sequenza di Ngc 6025 Aumentiamo ancora la dispersione utilizzando la fotometria di Ngc 3293. Pag.61 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Grafico U-B , B-V -1,60 U-B -1,20 -0,80 -0,40 Reddening Line per Stelle O e B Delta E(B-V) 0,00 NGC3293 0,40 0,80 1,20 -0,40 -0,20 0,00 0,20 0,40 0,60 0,80 1,00 1,20 1,40 1,60 1,60 1,80 B-V Polinomiale Zams In questo ammasso si nota già una dispersione maggiore, evidenziata sul grafico dalle stelle contenute nelle ellissi. Tuttavia è certamente ancora possibile determinare l’arrossamento medio utilizzando la sliding fit technique. Fig. 32 la sequenza di Ngc 3293 Infatti la semiretta blu sul grafico di fig. 32, tracciata per un valore di <E(B-V)> = 0,25, evidenzia come la dispersione delle misure lasci ancora chiaramente definita la sequenza principale. Ngc 3293 è uno di quei casi che stanno sul confine, poiché qui è possibile utilizzare, nella ricerca di <E(B-V)>, sia la sliding fit technique, che il metodo che vedremo nel caso di Ngc 6611 a pag. 70. In recenti studi su questo ammasso sono stati impiegati entrambi i metodi, determinando valori di <E(B-V)> compresi tra 0,24 e 0,31. Osservando le figure da 30 a 32, si vede che l’aumento di dispersione nelle sequenze fotometriche sul diagramma colore-colore, consiste essenzialmente nell’ispessimento delle stesse mano a mano che si proceda, dal blue most envelop verso valori sempre più positivi di (B-V), secondo la pendenza della reddenig line. Nel caso del diagramma di Ngc 3293, il fenomeno che produce tale dispersione è da ascriversi in primo luogo alla estinzione differenziale e secondariamente alla probabile presenza di oggetti di campo non appartenenti all’ammasso ( non membri ), diversamente arrossati. Un altro effetto ben visibile come differenza tra le sequenze di Ngc 5460 e 6025 è quello prodotto dalla differente età, che ci regala sequenze principali più lunghe e più estese verso valori blu dell’indice (B-V), mano a mano che si prendono in considerazione ammassi più giovani. Le età desunte per questi due ammassi dal Webda sono di circa 77 Myr per Ngc 6025 e 161 Myr per Ngc 5460. Vedremo tra breve come la differenza osservata nelle sequenze di dei due ammassi, affondi le proprie radici nella teoria della evoluzione stellare e come da quest’ultima venga pienamente giustificata. §53 PERCHE’ COSI’ TANTO INTERESSE PER LA DISPERSIONE NELLE SEQUENZE FOTOMETRICHE DEGLI AMMASSI ? Perché una elevata dispersione, come si è visto, può rendere molto difficile la ricerca del best-fit tra la curva che definisce la calibrazione utilizzata e la distribuzione dei punti che rappresentano le singole stelle sul diagramma considerato. Pag.62 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Così risulta immediato che una elevata dispersione può voler dire imprecisa determinazione della distanza, con tutto ciò che ne consegue. Nella prima parte si è detto che scopo di questo applicativo è la determinazione dei parametri fondamentali di un ammasso, ma se ci pensiamo un attimo, tutti i parametri in qualche modo dipendono da un corretto calcolo della distanza, ecco perché si pone grande importanza verso la minimizzazione degli effetti dispersivi. Basti ricordare che sul diagramma colore – colore, si determina il parametro <E(B-V)> e poiché questo fattore insieme al valore di R rientra nel calcolo della distanza, si capisce come una sequenza molto dispersa, in cui i punti siano tra loro molto diradati, possa rendere imprecisa la determinazione di questo parametro. Sappiamo già, infatti, che il modulo della distanza contiene E(B-V) ed R come si vede nella seguente: (Vo-Mv) = [V-RE(B-V)]-Mv La quantità sottolineata si determina nel diagramma CC. Modulo della distanza R = pendenza della Reddenig Line. Svolge un ruolo fondamentale nella determinazione di <E(B-V)> poiché la calibrazione colori intrinseci , durante la ricerca dell’arrossamento medio, si sposta seguendo la pendenza determinata dalla reddenig line fino al best fit con la distribuzione dei dati fotometrati . Tutte le incertezze di cui sopra si riproducono anche usando procedure non grafiche, infatti la precisione di un fitting matematico dipenderà, anch’esso, dalla dispersione dei valori contenuti nell’intervallo su cui si ricerca il miglior adattamento. Nel loro insieme le cause che producono dispersione sulle sequenze sono: • • • • • • • • Estinzione differenziale Evoluzione stellare Duplicità stellare Rotazione stellare Differenze nella composizione chimica Dispersione nella valutazione dell’età Dispersione nella valutazione delle distanze Presenza di non membri Se riuscissimo in qualche modo a quantizzare gli effetti prodotti dalle cause appena elencate, molto probabilmente sarebbe possibile intravedere la strada da seguire per minimizzarne o eliminarne gli effetti, durante la ricerca dei parametri fondamentali di un ammasso. Più dettagliatamente possiamo dire: • Per misurare accuratamente l’estinzione su un diagramma fotometrico, occorre che le pendenze della reddenig line e della sequenza principale siano tra loro le più diverse possibili, per avere la massima separazione tra stelle intrinsecamente identiche ma sottoposte a differenti arrossamenti. Queste condizioni si realizzano, sul diagramma due colori, per le stelle che appartengono alle classi spettrali da O3V a B9V, da A3V a F4V e da G6V a K0V. Le stesse condizioni non si realizzano invece per le Pag.63 HR TRACE MANUAL • • • • • • Rel. 1.0 classi spettrali da B9.5V a A2V e da F5V a G5V. Dunque per risolvere a nostro favore questa situazione basterà considerare il fitting, per esempio, sul solo intervallo da O3V a B9V. La dispersione dovuta all’evoluzione stellare invece, può essere eliminata semplicemente decidendo di non considerare le stelle in fase evolutiva, limitando così le nostre analisi alle sole stelle di sequenza. La selezione può essere eseguita facilmente sul diagramma colore - magnitudine La duplicità stellare può introdurre una deviazione massima dalla sequenza principale pari a 0.05 in (B-V) e (U-B) e raggiunge il suo massimo sui tipi spettrali da A0V fino a F5V (Burki-Maeder). La rotazione stellare a sua volta introduce deviazioni dalla sequenza principale pari al massimo a 0.03 magn. in (B-V) e (U-B). Per quanto riguarda l’eventuale dispersione prodotta da differenze in composizione chimica, si deve ricordare che per definizione il mix chimico in un ammasso è preso come mediamente identico per tutti i suoi membri e pertanto dispersioni causate da disomogeneità chimiche non possono essere prese in considerazione. La dispersione prodotta dalla differenza di età tra i membri di un ammasso, è particolarmente importante nel caso di ammassi molto giovani, dove molte stelle si possono ancora trovare nella fase di PMS (Pre main sequence stars). Tuttavia limitandoci alle sole stelle di sequenza principale, osserveremo che la dispersione introduce spostamento lungo la sequenza ma non ha nessun effetto sull’allargamento della stessa. Per gli ammassi molto vicini le sensibili differenze di distanza tra i vari membri e l’osservatore, producono dispersioni nella magnitudine apparente, che tuttavia sono eliminate utilizzando il diagramma due colori. Se si tralascia dunque l’estinzione differenziale e l’evoluzione stellare, la combinazione di tutti gli altri fenomeni, che causano dispersione sul diagramma due colori, non supera δ(B-V)= 0,1 e δ(U-B) = 0,1. Vedremo tra poco, quando parleremo in modo più approfondito di estinzione differenziale e di come la si possa misurare sul diagramma due colori, come l’ultima osservazione costituisca il cuore del criterio di Burki. Riferimenti Becker W. 1966 Zeit. Astrphys. 64, 77 Burki G. 1975 Astron. & Astrophys. 43, 37 Burki G.& Maeder A. 1973 Astron. & Astrophys. 25, 71 Crawford D.L. & Mandwewala N. 1976 PASP 88, 917 De Geus E.J. “Problems in photometry of early type stars” Asp Conf. Fernie J.D. & Rosenberg W.J. 1961 PASP 73, 259 FitzGerald P.M. 1970 Astron. & Astrophys. 4, 234 Golay M. 1974 “Introduction to Astronomical Photometry” D. Reidel Gottlieb D.M. 1978 Astrophys. J. 38, 287 Gutierrez-Moreno A. & Moreno H. 1975 PASP 87, 425 Gutierrez-Moreno A. 1979 PASP 91, 299 Johnson H.L. 1966 Ara & A. 4, 193 Pag.64 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Johnson H.L. & Morgan W.W. 1955 Astrophys. J. 122, 142 Hiltner W.A. & Johnson H.L. 1956 Astrophys. J. 124, 367 Pesch P. 1960 Astrophys. J. 132, 689 Pesch P. 1960 Astrophys. J. 132, 696 Reddisch V.C. 1967 MNRAS 135, 251 Sagar R. 1978 MNRAS 228, 483 Sagar R. 1985 Ap.& Space Sci. 113, 171 Schmidt-Kaler T. “Physical parameters of the stars” in Landolt-Bornstein. Turner D.G. 1967 Astron. J. 81, 87 Turner D.G. 1967 Astron. J. 81, 1125 Turner D.G. 1976 Astrophys. J. 210, 65 Turner D.G. 1979 JRASC 73, 74 Turner D.G. & Moffat A.F.J. 1980 MNRAS 192,283 Turner D.G. 1989 Astron. J. 98, 2300 Yadav R.K.S. & Sagar R. 2001 arXiv astro-ph/0106260v1 Whitford A.E. 1958 Astron. J. 63, 201 §54 GLI AMMASSI E LE LORO NURSERIES Può sembrare banale affermare che le stelle nascono dove c’è materiale per costruirle ma naturalmente è proprio così. Dunque le stelle si formeranno dove c’è grande abbondanza di idrogeno che è il loro costituente principale. Ora se quanto affermato è coerente con la realtà ci si deve aspettare che le regioni H II , nelle braccia a spirale della galassia, siano le nurseries dove nascono stelle ed ammassi stellari. Non parleremo qui del meccanismo di frammentazione delle nubi galattiche che ha come risultato la produzione di stelle, ci interessa solo fare osservare che in questi luoghi le stelle che hanno appena raggiunto la Zams dalla fase di Pms si troveranno in un ambiente ancora fortemente nebulare. La casualità ci induce quindi pensare che alcune stelle emergeranno dalla nube protostellare in zone dove gas e pulviscolo saranno maggiormente densi e altre in zone relativamente più libere da agenti filtranti. In queste condizioni, come si è già detto, la luce proveniente da alcune stelle risulterà maggiormente arrossata rispetto a quella proveniente da stelle in altre zone dell’ammasso determinando l’effetto di estinzione non uguale (Differenziale) sull’ammasso stesso. Le conseguenze che questo fenomeno comporta sul diagramma colore – colore le abbiamo già viste a pag. 65 e adesso vedremo come lo si misura. §55 IL CASO DELLA ESTINZIONE NON UNIFORME ( Ngc 6611 ) Quando si ha a che fare con ammassi molto giovani, è molto difficile determinare le correzioni per l’arrossamento interstellare utilizzando una metodologia semplice. In questi casi osserveremo sul diagramma colore – colore i punti che rappresentano le stelle fotometrate disporsi in modo molto particolare come mostrato in fig 33. Pag.65 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 In questa figura si vede chiaramente che l’ammasso Ngc 6611 è sottoposto ad assorbimento differenziale, il fenomeno è rappresentato molto bene dalla dispersione delle stelle dei tipi spettrali da O8 fino a B1 ÷ B2 lungo le loro reddenig lines. Nebulosa M16 Ngc 6611 su M16 G. Burki nel 1975, Astron. & Astrophys. 43, 37 analizzando un campione di ammassi molto giovani ha formulato un criterio che ci permette di determinare, utilizzando il diagramma due colori, quando sia presente estinzione differenziale. Il criterio di Burki sostanzialmente dice che quando la dispersione dei dati fotometrici a partire dall'inviluppo maggiormente blu eccede il valore di 0,1 magn., vuol dire che è presente estinzione non uniforme attraverso l'ammasso che stiamo osservando. Anche le associazioni stellari OB in quanto oggetti giovanissimi, presentano distribuzioni come quella di NGC 6611. In tutti questi casi Hr Trace, calcolando E(B-V), considererà che per le Early type il cui valore di Q sia minore di -0,38 , esista una soluzione unica (intersezione) con la curva colori intriseci (Golay 1974). Determinando in questo modo il parametro individuale E(B-V) usando l’espressione (35): (U-B) - X(B-V) - 0,05(B-V) E(B-V) = 2 (B-V) 3,012 - 0,05(B-V) da : Golay M. 1974 Introduction to Astronomical Photometry - D. Reidel Publ. Co. Dordrecht pag. 138 Pag.66 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Determinazione <E(B-V)> Early Type e Selezione Classe Luminosità V -1,6 DISPERSIONE DEI DATI VERSO DESTRA E VERSO IL BASSO LUNGO LA REDDENING LINE DELLA CLASSE SPETTRALE O5 DIMOSTRA CHE QUESTE STELLE IN NGC 6611 SUBISCONO GRADI DI VERSI DI ESTINZIONE DIPENDENTI DELLA LORO POSIZIONE. -1,2 -0,8 ( U-B ) -0,4 0 0,4 BLU MOST ENVELOP 0,8 1,2 -0,6 -0,4 -0,2 0 0,2 0,4 0,6 0,8 1 1,2 1,4 1,6 1,8 2 2,2 ( B-V ) Fig.33 La dispersione dei valori fotometrici causata dal fenomeno di estinzione differenziale sull’ammasso Ngc 6611. Per l’estinzione non uniforme la procedura corretta per determinare E(B-V) è la seguente: 1) portarsi con gli usuali comandi al blue most envelop fig. 34 Determinazione <E(B-V)> Early Type e Selezione Classe Luminosità V -1,6 -1,2 -0,8 0 0,4 0,8 1,2 -0,6 -0,4 -0,2 0 0,2 0,4 0,6 0,8 1 ( B-V ) Fig.34 Pag.67 1,2 1,4 1,6 1,8 2 2,2 ( U-B ) -0,4 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 attivare la procedura determina δE(B-V) premendo il pulsante start δE(B-V). Il segnale di avvio procedura è evidenziato dal cambiamento di colore della Zams al blue most envelop, vedi figura seguente 35. Determinazione <E(B-V)> Early Type e Selezione Classe Luminosità V -1,6 0,6 0 -1,2 -0,8 0 ( U-B ) -0,4 0,4 0,8 1,2 -0,6 -0,4 -0,2 0 0,2 0,4 0,6 0,8 1 1,2 1,4 1,6 1,8 2 2,2 ( B-V ) Determinazione <E(B-V)> Early Type e Selezione Classe Luminosità V -1,6 0,6 0,6 -1,2 -0,8 0 0,4 0,8 1,2 -0,6 -0,4 -0,2 0 0,2 0,4 0,6 0,8 1 ( B-V ) Fig.36 Pag.68 1,2 1,4 1,6 1,8 2 2,2 ( U-B ) -0,4 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Procedere premendo il solito comando muovi Zams e otterrete lo sdoppiamento della Zams, continuate con lo stesso comando fino a coprire tutta la dispersione che vi interessa Fig. 36. Globalmente nella interfaccia due colori saranno ora disponibili i seguenti dati fig. 37: NGC6611 DETERMINAZIONE DI <E(B-V)> Zoom Zoom + - Pend. RL. Visualizza Locus Classi Luminosità E(B-V) 1,2 Imp. R Cerca Tipi Spettrali δ E(B-V) 0,6 B-Vo RL -0,332 E(B-V) x 0,1 + E(B-V) x 0,01 + - Spectral Dereddening Webda Tabella Spectral Dereddening Ranging Color Eccess START δ E(B-V) Determinazione <E(B-V)> Early Type e Selezione Classe Luminosità V -1,6 0,6 POSIZIONE FINALE DELLA 0,6 ZAMS DURANTE LA RICERCA END δ E(B-V) Barre +/- δ (B-V)m -1,2 Metodo Calcolo E(B-V) DEL VALORE DI δ E(B-V). -0,8 0 Cattura Early Type No Early Type Dispersione Elevata Estinzione non Uniforme Esamina distribuzione Early Type ( U-B ) -0,4 0,4 0,8 1,2 -0,6 -0,4 -0,2 0 0,2 0,4 0,6 0,8 1 1,2 1,4 1,6 1,8 2 2,2 ( B-V ) Fig.37 Nella finestra E(B-V) leggeremo il valore attuale della posizione Zams due colori relativa alle Early Type mentre nella finestra δ E(B-V) leggeremo il valore dell'assorbimento non uniforme. Così avremo ricavato i seguenti parametri per NGC 6611 : Assorbimento non uniforme variabile tra 0,6 e 1,2 1) limite max. = 1,2 2) limite min. = E(B-V)FINALE - δE(B-V) = 1,2 - 0,6 = 0,6 Possiamo a questo punto chiudere la procedura premendo il pulsante : END δ E(B-V) §56 ANCHE L’EVOLUZIONE STELLARE PROVOCA DISPERSIONE NELLE SEQUENZE FOTOMETRICHE Al secondo posto, dopo l’estinzione differenziale, il fenomeno che fa sentire maggiormente la sua presenza come dispersione delle sequenze fotometriche questa volta sul diagramma CM, è l’evoluzione stellare. Pag.69 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Quando un oggetto si allontana dalla sequenza principale, si dice che sta evolvendo verso la fase di gigante. Naturalmente questo processo, di cui diremo meglio in seguito, produce cambiamenti nella struttura stellare, cambiamenti che si tradurranno in uno spostamento dalla posizione attualmente occupata sui diagrammi CC, CM o HR. Ora se un oggetto muove dalla posizione di sequenza verso altre zone dei diagrammi CM o HR, pare ovvio che, nel fare questo, muterà progressivamente anche i sui colori intrinseci, che risulteranno diversi da quelli che lo stesso oggetto possedeva sulla sequenza principale. Infatti così come esiste un luogo geometrico sul diagramma CC dove si addensano le stelle di sequenza principale non arrossate, in modo del tutto analogo esisteranno, sempre sullo stesso diagramma, luoghi geometrici dove si addenseranno le stelle in fase evolutiva fuori della sequenza principale. Ci sarà perciò un luogo per le stelle giganti (classe di luminosità III), per le Bright Giants (Classe di luminosità II), le Supergiganti ( classe di luminosità Ia, Iab, Ib) e per le Hypergiganti ( Classe di luminosità Ia+ o IaO). L’effetto dell’esistenza di questi luoghi sarà quello di vedere addensate intorno alle rette o curve che li rappresentano, un certo numero di stelle. Naturalmente ritroveremo le stelle in fase evolutiva nella giusta posizione solo quando avremo determinato il valore dell’arrossamento a cui l’ammasso è sottoposto (best-fit). In figura 43 sono mostrate le calibrazioni per le stelle non arrossate appartenenti alle varie classi di luminosità ricavate dalla tabulazione di Schmidt-Kaler 1982. Si vede che, almeno per le early type stars, le calibrazioni V e III sono praticamente coincidenti mentre le calibrazioni per le altre classi possono discostarsi anche notevolmente dalla classe V. Osservate soprattutto le pendenze delle calibrazioni Ia Iab e Ib confluire in un punto quasi comune per valori dell’indice di colore (B-V) molto blu. Calibrazioni colori intrinseci Sk82 -1,5 -1 -0,5 0,5 1 (U-B)o Poli. (III) 0 1,5 2 2,5 -0,5 0 0,5 1 1,5 2 2,5 (B-V)o Fig. 38 Calibrazioni intrinseche Sk82 Pag.70 Poli. (V) Poli. (II) Poli. (Ib) Poli. (Iab) Poli. (Ia) HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 La figura 39 è un ingrandimento della sola zona early type dove si può vedere chiaramente le 6 calibrazioni staccarsi una dall’altra mostrando ognuna il proprio andamento caratteristico. Calibrazioni colori intrinseci Sk82 -1,4 -1,2 -1 Poli. (III) -0,6 -0,4 (U-B)o -0,8 -0,2 Poli. (V) Poli. (II) Poli. (Ib) Poli. (Iab) Poli. (Ia) 0 0,2 0,4 -0,4 -0,3 -0,2 -0,1 0 0,1 0,2 0,3 0,4 (B-V)o Fig. 39 calibrazioni intrinseche zona early type. Ovviamente se quella mostrata dalla fig 39 è una situazione reale, allora una volta raggiunto il best fit per la calibrazione classe V (Linea blu) gli oggetti in evoluzione si troveranno addensati sulle linee gialla (II), nera(Ib), marrone (Iab) e verde (Ia). Per la precisione occorre ricordare che Hr Trace effettua il de-reddening tra le classi Ia,Iab,Ib utilizzando una calibrazione media tra le tre come descritto nella prima parte del manuale a pag. 46. Tuttavia, in ammassi molto giovani, dove si faccia sentire l’estinzione differenziale e la dispersione delle sequenze fotometriche sia, come vedremo tra breve, dell’ordine del criterio di Burki, occorre non fare troppo affidamento sul tipo di analisi appena visto. Questo perché l’estinzione differenziale potrebbe disperdere le singole stelle, di una o più classi spettrali, lungo le proprie reddenig lines, portando così stelle di sequenza (V), giganti (III) e bright giants (II) ad addensarsi sulle calibrazioni Ia,Iab,e Ib e allontanando parimenti queste ultime dalle loro posizioni intrinseche. Così nei casi in cui la dispersione sia dell’ordine o più grande del criterio di Burki, è assolutamente importante determinare l’arrossamento medio utilizzando la procedura che abbiamo visto per Ngc 6611 pag. 70. Concludendo possiamo dire che l’effetto dispersivo maggiormente visibile sul diagramma colore-colore, è quello prodotto sulle sequenze dall’estinzione differenziale, che tende a disperdere le stelle ad essa sottoposte, lungo le proprie reddenig lines. Pag.71 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Adesso vediamo qualche esempio di sequenze più o meno disperse sul piano colore-magnitudine. Mostra Classi Luminosità GRAFICO INDICE COLORE (B-V)o, Mv Ammasso : Pleiadi E(B-V) GRAFICO (B-V)o , Mv 0.05 +/- 0.02 -10.0 Min -6.0 -4.0 -2.0 0.0 Min 2.0 4.0 <Vo-Mv> 5.61 +/- 0.08 Intervallo B-V 0.4 // 0.8 Imposta Zoom Seleziona B-Vo -8.0 Mv 6.0 Seleziona B-Vo Max Seleziona Mv 8.0 Min 10.0 Seleziona Mv 12.0 Max 14.0 16.0 18.0 -0.50 -0.30 -0.10 0.10 0.30 Min Max 0.50 0.70 0.90 1.10 1.30 1.50 1.70 Max Vai a Zoom 1.90 Campo (B-V)o Fig 40 Pleiadi Le Pleiadi fig. 40 sono un esempio di sequenza poco o nulla dispersa sul piano (B-V)o, Mv. Si vede bene che la maggioranza delle stelle fotometrate si addensano intorno alla calibrazione di Schmidt-Kaler 1982 classe V, tracciata sul grafico per un valore di Vo-Mv pari a 5,61 ± 0,07. Qualche effetto dovuto all’evoluzione stellare è riscontrabile per valori di (B-V)o minori di 0,1. Il diagramma colore-magnitudine è ideale per poter vedere gli effetti dispersivi prodotti dall’evoluzione stellare. Per gli oggetti rappresentati su questo diagramma, gli effetti dovuti all’arrossamento sono già stati eliminati e pertanto i colori corrisponderanno con quelli intrinseci. In queste condizioni non possono più essere presenti dispersioni dovute ad assorbimenti interposti tra oggetto ed osservatore, per cui le eventuali posizioni, più o meno peculiari, di alcuni oggetti dovranno dipendere evidentemente da altri fattori. La causa principale, ma non unica, di dispersione sui diagrammi CM è l’evoluzione stellare. Si è detto prima, che un oggetto in evoluzione tende ad allontanarsi dalla sequenza principale andando ad occupare altre posizioni sul piano CM e lo vediamo bene nella sequenza delle Pleiadi di fig. 41. Pag.72 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Mostra Classi Luminosità GRAFICO INDICE COLORE (B-V)o, Mv Ammasso : Pleiadi E(B-V) GRAFICO (B-V)o , Mv L.C. IaO 0.05 +/- 0.02 L.C. Ia -10.0 L.C. Iab -8.0 L.C. Ib -6.0 Nr. 112 Nr. 34 e 61 Nr. 73 -2.0 Nr. 186 0.0 Seleziona Mv Max 2.0 Zams SK 4.0 Min Seleziona Mv L.C. IV -0.20 Max Seleziona B-Vo Max Min L.C. III Nr. 33 -0.40 Min Mv Nr. 139 <Vo-Mv> 5.61 +/- 0.08 Intervallo B-V 0.4 // 0.8 Imposta Zoom Seleziona B-Vo -4.0 L.C. II Nr. 44 Min 0.00 0.20 Max Vai a Zoom 0.40 Campo (B-V)o Fig. 41 Pleiadi zona CM dove si osservano oggetti in evoluzione In questa figura per valori di (B-V)o minori di 0,1, possiamo osservare gli oggetti in evoluzione delle Pleiadi che si posizionano più in alto della sequenza principale, intorno alle curve che rappresentano il luogo delle subgiganti, classe di luminosità IV e giganti classe di luminosità III. Per confrontare le posizioni di questi oggetti ottenute utilizzando Hr Trace, recuperiamo la classificazione spettrale MK per questo ammasso dal Webda. Con le informazioni ottenute abbiamo costruito la tabella seguente: Nr. Hr Trace Vo Hr Trace (B-V)o Hr Trace 33 5,20 -0,12 34 3,65 -0,12 44 4,21 -0,14 61 3,69 -0,13 73 3,92 -0,14 112 2.81 -0,11 139 3,97 0,02 186 6,38 0,11 Tabella(11)comparazioni tipi Mv Hr Trace Tipo Sp Hr Trace Tipo Sp Webda C.L. Hr Trace C.L. Webda -0,41 B7÷B8 B7÷B8 V V-IV -1,97 B7÷B8 B6 III III -1,40 B6÷B7 B6 IV V-IV -1,93 B7 B7÷B8 III III -1,69 B6÷B7 B6÷B7 IV IV-III -2,81 B8 B7÷B8 III III -1,65 A1 B8 III III 0,77 A4 A3 IV-III IV-III spettrali-classi luminosità, Hr Trace-Webda Pag.73 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 I dati di tabella calcolati con Hr Trace si dimostrano congrui con quanto ricavato dal Webda ed in ottimo accordo per quanto riguarda il posizionamento degli oggetti nelle rispettive classi di luminosità. La figura 41 mostra chiaramente che l’effetto causato dall’evoluzione stellare in un diagramma CM, è quello di disperdere alcuni oggetti, quelli appunto in evoluzione, al disopra della sequenza principale verso le classi di luminosità IV, III, II, Ib, Iab, Ia e IaO. L’effetto del migrare di alcuni oggetti verso luminosità maggiori e contemporaneamente verso indici di colore (B-V)o più rossi, è essenzialmente dovuto a cambiamenti radicali in corso nell’astro. Il cammino percorso da questi oggetti, che noi possiamo seguire sia sul diagramma CM che HR, rappresenterà quindi il tentativo di adattamento fatto da questi astri, ai continui cambiamenti prodotti dalla loro propria fase evolutiva. Si parlerà in modo un pochino più approfondito di questi argomenti nei prossimi paragrafi. Per il momento basti fissare l’idea che questi cambiamenti evolutivi, sono da mettere in relazione con la massa e la luminosità degli astri coinvolti. Vediamo brevemente e in modo elementare come la teoria giustifica questi fatti evolutivi. La massa gioca un ruolo fondamentale nell’evoluzione stellare, in certo senso è l’orologio che scandisce la durata di ogni fase evolutiva, da quella di pre-sequenza (Pms) a quella di sequenza principale (Zams), fino alle fasi evolutive finali. Sostanzialmente questo ruolo contribuisce a differenziare i tempi di permanenza nelle diverse fasi evolutive, in modo che le stelle maggiormente massive dispongano, in ogni fase, di tempi più brevi rispetto a quelle meno massive. Ad esempio per una stella di tipo solare, il tempo di permanenza sulla sequenza principale è quello determinato dal rapporto: Tempo di permanenza = ( Quantità di H disponibile / Velocità di fusione di H in He ). In altri termini se consideriamo la massa come la quantità di H disponibile e la luminosità come la velocità di fusione di H in He, la precedente si può scrivere anche: Tempo di permanenza = ( Massa / Luminosità ). Indicando poi con il rapporto t / tS il tempo di permanenza sulla Zams rispetto a quello del sole, che è dell’ordine di tS 1010 anni e 3 utilizzando la relazione L M si ha: t / tS = (M / MS) / (L / LS) = (M / MS) / (M / MS) 3 1 / (M / MS) 2 e per una stella di 100 masse solari l’ordine di grandezza sarà : t / tS 1010 × (1 / 100)2 1 × 106 anni. Pag.74 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Un grado ancora maggiore di dispersione sul diagramma CM dal punto di vista evolutivo lo possiamo osservare nell’ammasso australe Ngc 4755 (Jewel Box) fig. 42. Mostra Classi Luminosità GRAFICO INDICE COLORE (B-V)o, Mv Ammasso : NGC4755 E(B-V) GRAFICO (B-V)o , Mv 0.42 +/- 0.02 -10.0 Min -6.0 -4.0 -2.0 0.0 Min 2.0 4.0 <Vo-Mv> 11.71 +/- 0.07 Intervallo B-V -0.4 // 0 Imposta Zoom Seleziona B-Vo -8.0 Mv 6.0 Seleziona B-Vo Max ! Seleziona Mv 8.0 Min 10.0 Seleziona Mv 12.0 Max 14.0 16.0 18.0 -0.50 -0.30 -0.10 0.10 0.30 Min Max 0.50 0.70 0.90 1.10 1.30 1.50 1.70 Max Vai a Zoom 1.90 Campo (B-V)o Fig. 42 Ngc 4755 Kappa Crucis ( Jewel Box ) In questa bella immagine di Ngc 4755 ottenuta da M. Bessel troneggia, quasi al centro dell’ammasso, la supergigante M2 Iab SAO 252073, che come membro di Ngc 4755 risulta essere, in un diagramma Log Teff, Mbol, la stella più luminosa dell’ammasso poiché raggiunge Mbol -8,51 vedi fig. 44. Pag.75 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Mostra Classi Luminosità GRAFICO INDICE COLORE (B-V)o, Mv Ammasso : NGC4755 E(B-V) GRAFICO (B-V)o , Mv 0.42 +/- 0.02 -10.0 <Vo-Mv> Min 11.71 +/- 0.07 Intervallo B-V -0.4 // 0 Imposta Zoom Seleziona B-Vo -8.0 -6.0 Min -4.0 Seleziona B-Vo Mv Max -2.0 ! Seleziona Mv Min 0.0 Seleziona Mv Max 2.0 -0.40 Min -0.20 0.00 0.20 0.40 0.60 Max 0.80 1.00 1.20 1.40 1.60 4.0 1.80 Vai a Zoom Max Campo (B-V)o Fig. 43 Particolare del diagramma (B-V)o, Mv per Ngc 4755 Se osservate nell’immagine di Ngc 4755 potete poi distinguere almeno GRAFICO Log Te, Mbol : NGC4755 Cambia Calibrazione : " #$ IMF Function %#& + , -&+# ( . #/0( # 1 Ripulisci Grafico 2 Ripristina Grafico Grafico Log Te , Mbol -14.00 %&' ( ! %&' ( ) %&' ( %&' ( %&' ( %&' ( %&' ( %&' ( *%&' ( %&' ( %&' ( %&' ( %&' ( %&' ( %&' ( %&' ( %&' ( %&' ( -12.00 -10.00 -8.00 -6.00 -4.00 -2.00 0.00 2.00 4.00 6.00 3.20 3.40 3.60 3.80 4.00 4.20 4.40 4.60 4.80 8.00 5.00 Mbol Log Te Fig. 44 diagramma Log Teff, Mbol per Ngc 4755 Pag.76 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 altre tre o quattro stelle di colore arancio - rosso che ritroverete lungo le calibrazioni delle classi di luminosità III e II in fig. 43. Inoltre nella zona compresa tra Mv -2 e -8 nell’intervallo (B-V)o tra 0,30 e + 0,20 possiamo contare senza difficoltà alcune supergiganti classe di luminosità Ia, Iab, Ib, Bright Giants II e diverse stelle di alta sequenza V. Del resto basta una occhiata ai diagrammi di fig. 43-44 per vedere che ci sono molti oggetti in evoluzione in questo ammasso. Dopo aver utilizzato gli ammassi delle Pleiadi e Ngc4755 ( Jewel Box) per mostrare come gli oggetti in evoluzione fuori dalla Zams producano dispersione sui diagrammi colore magnitudine andiamo nuovamente all’analisi di IC2581. Tuttavia, ritorneremo ancora sull’ammasso Ngc4755, in relazione alla sua supergigante rossa M2Iab ( stella nel cerchio rosso in fig. 43 e 44) e al suo corretto posizionamento sui diagrammi colore – magnitudine assoluta e colore – Magnitudine Bolometrica illustrando un importante Warning di Hr Trace. §57 OTTENERE IL MODULO DELLA DISTANZA < Vo – MV > CON HR TRACE Nel determinare la distanza di un ammasso galattico per via fotometrica il metodo seguito da Hr Trace, attraverso adeguate interfacce, è quello della Zams fitting. Esistono diverse calibrazioni empiriche dovute a diversi autori : Becker, Blaauw, Eggen, Johnson, Mermilliod, Schmidt – Kaler, Turner, solo per citarne alcuni, che mettono in relazione l’indice di colore de-arrossato (B-V)o , con la magnitudine assoluta di una stella. I fondamenti teorici su cui si reggono le suddette calibrazioni posso essere così riassunti : 1. La posizione di una stella sul diagramma HR è determinata dalla sua massa, composizione chimica ed età ( Teorema di Wogt – Russel ). 2. Dopo la fase di Pms ( Pre main sequence ) le stelle si localizzano sulla Zams. 3. La posizione di ingresso nella Zams dalla fase Pms è determinata dalla massa. 4. Nella fase di Zams le stelle trasformano idrogeno in elio. 5. Il tempo di permanenza sulla Zams è dato dal rapporto Massa / Luminosità. 6. La Zams è una sequenza di masse. 7. Le stelle durante il loro percorso evolutivo entrano ed escono dalla Zams. 8. La Zams è il luogo di minor luminosità evolutiva. Se disponiamo su un diagramma colore – magnitudine assoluta le stelle che appartengono a diversi ammassi (fig.45), notiamo che gli stessi sembrano staccarsi da una unica curva o inviluppo, al di sotto della quale si trovano solo le nane bianche. Questa curva inviluppo, ha ricevuto il nome di Zams ( Zero age main sequence ) e i punti di distacco si chiamano punti di svolta( Turn-off ). Secondo la teoria dell’evoluzione stellare, dopo una fase relativamente breve di contrazione gravitazionale, nel momento in cui nel nucleo si raggiungono temperature sufficienti all’innesco del processo di fusione dell’idrogeno in elio, le stelle si dispongono sulla Zams. La posizione di ingresso nella Zams è determinata dalla massa, che provvede anche a fissare i valori di temperatura effettiva, colore e magnitudine assoluta. Le stelle rimangono sulla Zams, fino a quando nel nucleo non sia esaurito circa il 12% dell’idrogeno disponibile. Mano a mano che l’idrogeno si esaurisce, le stelle di sequenza si evolvono uscendo dalla Zams per migrare, nel diagramma HR, verso la zona occupata dalle giganti rosse. Pag.77 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Così stando le cose, le masse delle stelle che si trovano sul punto di svolta ( Turn-off ), saranno tanto minori quanto più vecchio è l’ammasso ( vedi fig. 45 ). Fig. 45 Diagramma CM composito In modo altrettanto equivalente, tenendo in considerazione la relazione esistente tra massa e luminosità potremo definire l’età dell’ammasso dalla luminosità del Turnoff point, che sarà tanto minore quanto più vecchio è l’ammasso. Proviamo ora ad eliminare, con i metodi visti precedentemente, gli effetti dovuti all’eventuale assorbimento interstellare dalla fotometria di un ammasso vicino, per il quale sia ancora possibile determinare con metodi geometrici ( es.: parallasse e/o moving cluster ecc. ), la distanza dei suoi membri. Se conosciamo la distanza, conosciamo anche la magnitudine assoluta e poiché si è provveduto ad eliminare dalla fotometria eventuali fattori di disturbo dovuti all’assorbimento interstellare, conosciamo anche i colori intrinseci dei membri. In queste condizioni risulta possibile determinare una relazione empirica tra colori intrinseci e magnitudine – assoluta. Questa relazione, una volta derivata, costituirà anche una calibrazione di zero, che potremo utilizzare per ottenere la distanza di altri ammassi galattici per confronto. Per determinare quantitativamente il modulo della distanza di qualsiasi ammasso basterà, infatti, comparare la nostra calibrazione con la distribuzione dell’ammasso in studio su un grafico (B-V)o ,Vo calcolando la distanza esistente fra calibrazione e distribuzione. Quest’ultima operazione è gestibile anche per via grafica, facendo scorrere verso il basso la nostra calibrazione fino ad incontrate la distribuzione dell’ammasso in studio. La tecnica appena descritta è conosciuta con il nome di Zams fitting. Osservando la fig. 46 che mostra il piano (B-V)o , Vo nell’interfaccia fitting grafico, vediamo che la sequenza principale di IC 2581 è molto ben definita nell’intervallo (B-V)o = -0,32 è (B-V)o = 0.0, mentre il blue Turn-off point è posizionato in corrispondenza del valore (B-V)o = -0,25. Se non si considera gli oggetti in evoluzione, la dispersione dei punti osservati per IC 2581 in Vo e molto contenuta, il che lascia prevedere un basso scostamento nei calcoli di best-fit. Pag.78 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Prima di avviare la procedura di Zoom & Fit disponibile in Hr Trace per il calcolo automatico del best – fit occorrerà selezionare, nella sezione finestre a discesa, l’intervallo (B-V)o su cui vogliamo che l’applicativo esegua la ricerca delle soluzioni di miglior adattamento della calibrazione empirica ai dati di IC 2581. Sarà altresì necessario indicare, sempre selezionando nella apposita finestra il valore rilevato del blue Turn-off ad Hr Trace, in modo che il codice possa calcolare l’età dell’ammasso, utilizzando la calibrazione di A. Maeder, G. Meynet e C. Mermilliod. Per ottenere questo sarà sufficiente portarsi con il cursore sul punto di svolta e leggere automaticamente il valore di (B-V)o, o in mancanza di una evidenza in questo senso, sul punto terminale della Zams dal lato blu della sequenza. FITTING GRAFICO & MATEMATICO PIANO Vo, (B-V)o Ammasso : IC2581 Zams Selezionata : SCHMIDT - KALER 1982 <Vo-Mv>Catturate : 12,29 Muovi Zams V+ Vx1 x 0,01 E(B-V): Ricerca Modulo (Vo-Mv) Piano (B-V)o,Vo 0,00 Seleziona Zams (Vo-Mv): -6,0 Zams Empirica 0,420 Valore Ricerca Grafica Seleziona campo zoom per applicazione Fit matematico -1,0 Min 30% ' 45 . *! Fitting Matematico 0 Imposta Zoom 4,0 Attiva procedura Fitting matematico Zona del blue Turn-off Seleziona B-Vo Vo Min Campo Seleziona B-Vo 9,0 Max Seleziona Vo 14,0 Inserire qui il Valore del Turn-off Sequenza di IC 2581 -0,4 Min -0,2 0,0 Max 0,2 0,4 0,6 0,8 1,0 1,2 ( B-V )o 1,4 Min Seleziona Vo 19,0 1,6 Max Max ! Zoom & Fitting Seleziona Blue Turnoff (B-V)o Fig 46 Interfaccia determinazione modulo distanza piano (B-V)o, Vo Introdotti in Hr Trace i valori richiesti, premendo il comando Zoom & Fit si ottiene la situazione di figura 47, dove il valore del modulo vero della distanza risulta essere di : 12,35 magnitudini. Come vuole la procedura messa a punto da W. Becker, occorrerà ottenere il modulo della distanza anche sul piano (U-B)o, Vo per poi mediare i risultati ottenuti sui due piani. La situazione iniziale e finale su quest’ultimo piano, per IC 2581, è quella illustrata nelle figure 48 e 49. I risultati praticamente coincidenti nei due piani dimostrano come i calcoli effettuati nell’interfaccia CC per la ricerca dell’eccesso di colore individuale, si siano dimostrati sostanzialmente corretti. Hr Trace fornisce dopo questa fase un quadro riassuntivo delle elaborazioni come si vede in fig. 50. Pag.79 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 FITTING GRAFICO & MATEMATICO PIANO Vo, (B-V)o Ammasso : IC2581 Zams Selezionata : SCHMIDT - KALER 1982 <Vo-Mv>Catturate : 12.26 Muovi Zams V+ Vx1 x 0,01 E(B-V): 0.420 Valore Ricerca Grafica Ricerca Modulo (Vo-Mv) Piano (B-V)o,Vo 12.35 Seleziona Zams (Vo-Mv): Min 6.0 30% ' 45 . *! Fitting Matematico 8.0 12.352 +/- 0.08 10.0 Imposta Zoom Seleziona B-Vo 12.0 Vo Min Campo Seleziona B-Vo Max 14.0 Seleziona Vo Min ) 16.0 Seleziona Vo Max -0.3 Min -0.2 -0.1 Max 0.0 18.0 0.2 0.1 Max ! Zoom & Fitting Seleziona Blue Turnoff (B-V)o ( B-V )o Fig 47 Best – fit ottenuto nel range (B-V)o = -0,30 e (B-V)o = 0,20 pari a 12,35 per IC 2581 FITTING GRAFICO & MATEMATICO PIANO Vo, (U-B)o IC2581 Ammasso : Muovi Zams V+ Zams Selezionata : Schmidt - Kaler 1982 12.26 <Vo-Mv>Catturate : Vx1 x 0,02 E(B-V): Ricerca Modulo Vo-Mv Piano (U-B)o,Vo -8.0 U-B 5 5 #RIF! #RIF! 0.42 Valore Ricerca Grafica Mv 6 6 #RIF! #RIF! (Vo-Mv): 0.00 Seleziona Zams Min ( 6- + 4 " *! -6.0 -4.0 Fitting Matematico -2.0 0 0.0 Imposta Zoom 2.0 Seleziona U-Bo 4.0 6.0 Vo 8.0 10.0 12.0 14.0 16.0 Max Min Campo Seleziona U-Bo Max Seleziona Vo Min Seleziona Vo Max ) Zoom & Fitting 18.0 -1.5 -1.0 Min Max -0.5 0.0 0.5 1.0 1.5 2.0 ( U-B )o Fig. 48 Ricerca del modulo vero della distanza sul piano (U-B)o , Vo . Situazione iniziale Pag.80 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 FITTING GRAFICO & MATEMATICO PIANO Vo, (U-B)o IC2581 Ammasso : Muovi Zams V+ Zams Selezionata : Schmidt - Kaler 1982 12.26 <Vo-Mv>Catturate : Vx1 x 0,02 E(B-V): Ricerca Modulo Vo-Mv Piano (U-B)o,Vo 4.0 U-B 5 5 #RIF! #RIF! 0.42 Valore Ricerca Grafica Mv 6 6 #RIF! #RIF! (Vo-Mv): 12.34 Seleziona Zams Min ( 6- + 4 " *! 6.0 Fitting Matematico 12.34 +/- 0.14 8.0 Imposta Zoom Seleziona U-Bo 10.0 Vo Min Campo Seleziona U-Bo Max 12.0 Seleziona Vo Min Seleziona Vo 14.0 Max Max ) Zoom & Fitting 16.0 -1.2 -1.1 Min -1.0 -0.9 -0.8 -0.7 Max -0.6 -0.5 -0.4 -0.3 -0.2 -0.1 0.0 ( U-B )o Fig. 49 Best – fit ottenuto nel range (U-B)o = -1,20 e (U-B)o = 0,0 pari a 12,34 per IC 2581. §58 L’INTERFACCIA QUADRO RIASSUNTIVO MODULO DELLA DISTANZA QUADRO RIASSUNTIVO MODULO DISTANZA IC2581 Dati di Archivio Fotometria <E(B-V)> Calcolato da (B - V) da (B - V) Turner D.G. 0.42 +/- 0.02 < V- Mv > < Vo - Mv > Autore : Campo (B-V) Fittato -0.3 // 0.2 Av Calcolato 1.365 Campo (U-B) Fittato -1.2 // 0.05 13.72 <E(B-V)> : Modulo : 12.35 Grafico Vo, Mv Sul Campo Fittato 0.4 11.65 Tur 76 da (U - B) da (U - B) Calibrazione: 1973 A.J. 78, 597 < V- Mv > < Vo - Mv > Fonte : Webda Calibraz. J&A Cat. 13.71 12.34 12.26 12.345 +/- 0.11 <Vo - Mv> #RIF! Fitting sul Piano Vo, (B-V)o <Vo - Mv> Caturate <Vo - Mv> Fitting Fitting sul Piano Vo, (U-B)o 0.00 0.00 2.00 5.00 4.00 10.00 15.00 6.00 Vo 8.00 10.00 20.00 12.00 25.00 14.00 -0.50 0.00 0.50 1.00 1.50 2.00 30.00 2.50 -1.50 B-Vo -1.00 -0.50 0.00 16.00 0.50 U-Bo Fig. 50 Quadro riassuntivo finale per IC 2581, < Vo – MV > = 12,345 ± 0,12. Pag.81 Vo HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Tra i numerosi dati riportati nel quadro riassuntivo che provengono dalle analisi precedenti, Hr Trace fornisce anche notizie relative ai dati di archivio fotometria. Nel nostro caso vengono riportati dal codice i dati relativi all’autore e alla pubblicazione da dove sono stati estratti i valori fotometrici salvati in archivio. Balzerà immediatamente agli occhi, il dato relativo al modulo della distanza ottenuto da Turner nel 1974 utilizzando gli stessi valori fotometrici appena elaborati dal nostro applicativo. La frattura sembra a prima vista insanabile 12,34 contro 11,65 dato, quest’ultimo, ottenuto da Turner considerando un valore di R nell’area di IC 2581 pari a 5,5. Tale valore di R è stato successivamente criticato da Moffat, il quale ha suggerito la possibilità che errori casuali nella fotometria o la non corretta identificazione dei membri, possano aver condotto a determinazioni errate dei colori intrinseci. Due anni dopo Whittet, van Breda e Glass 1976 determinano da osservazioni infrarosse che HD 90706, una supergigante B2,5 Ib membro di IC 2581, mostra un valore normale di R = 3,1 ± 0,2. Sempre Turner nel 1977 determina, da osservazioni fotometriche e spettroscopiche un valore di R pari a 3,05 ± 0,23 per la regione occupata dalla cefeide VY Carinae, che dista solo 2° da IC 2581. Tutti questi indizi hanno condotto Turner a riconsiderare il valore delle precedenti determinazioni di R e da nuove misurazioni spettroscopiche di 22 stelle nel campo di IC 2581, assegnando i valori di magnitudine assoluta con la calibrazione di Walborn 1972, 1973, Turner determina, utilizzando il variable extinction diagram, i seguenti valori per l’associazione OB intorno a IC 2581 : R = 3,11 ± 0,18 e < Vo – MV > = 12,29 ± 0,10 Per poter estendere lo stesso valore di R anche ad IC 2581, Turner, ha successivamente comparato i risultati ottenuti dal variable extinction diagram per IC 2581, con quelli ottenuti dalla analisi sulla associazione OB intorno all’ammasso. I risultati hanno dimostrato che molti dei punti di IC 2581 si adattano perfettamente alla relazione ottenuta per l’associazione. Tutto questo implica che sia IC 2581, sia l’associazione OB si trovano alla stessa distanza, ed in particolare che non sono sottoposti ad un valore anomalo di estinzione. Il risultato precedente di R = 5,5 e <Vo – MV > = 11,65, sembra pertanto probabilmente dovuto alla combinazione di errori sistematici casuali nella fotometria originaria di Lloyd Evans. In tutti i casi se rielaboriamo i dati imponendo un valore di R = 5.5 nella interfaccia ricerca e determinazione di E(B-V) e fittiamo il blue most envelop per il valore di 0,40 trovato da Turner, Hr Trace restituisce un valore del modulo della distanza pari a 11,54 in sintonia con le determinazioni dello stesso Turner. §59 DUPPLICITA’, MEMBERSCHIP E CRITERIO DI WALKER Durante le operazioni di ricerca e determinazione di <Vo – MV > sul campo (B-V) selezionato viene sistematicamente applicato, da Hr Trace, il criterio di Walker tendente a minimizzare effetti dovuti alla duplicità e a selezionare la maggior probabilità di memberschip. La fig.51 mostra l’applicazione del criterio di Walker sull’intervallo di fitting per IC 2581 dove gli oggetti con maggior probabilità di memberschip sono quelli compresi tra le tratteggiate. Pag.82 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 IC2581 GRAFICO Vo, Mv SUL CAMPO FITTATO : m Criterio di Walker Dashed 0,5 : 12.845 Modulo Vo-Mv : 12.345 m 11.595 Dashed 0,75 : ----------- L'applicabilità del criterio di Walker è valida solo per le stelle di sequenza principale. Mv , Vo Diagram 14.28 12.28 10.28 8.28 Vo 6.28 4.28 2.28 -4.00 -3.00 -2.00 -1.00 0.00 1.00 2.00 3.00 Mv Fig.51 Applicazione del criterio di Walker sul campo fittato Aver determinato il modulo della distanza permette al codice di calcolare, la magnitudine assoluta e di costruire il grafico colore – magnitudine assoluta (B-V)o , MV di fig. 52. La semplice osservazione del grafico di fig. 52, ci consente di percepire immediatamente che IC 2581 è un ammasso galattico composto da membri effettivamente molto giovani, che vanno a posizionarsi nella zona del diagramma colore – magnitudine occupata dalle stelle di colore blu e bianco – blu, con temperature superficiali assai elevate da 8000° K a 28300° K. Anche i raggi fotometrici sono ragguardevoli, i valori calcolati da Hr Trace utilizzando la calibrazione di Wesselink si posizionano nell’intervallo tra: (R / RS) = 2,0 e (R / RS) = 268 . La maggioranza dei dati individuali è depositata dal codice nella tabella “magnitudini assolute e altri dati” vedi fig. 53 per IC 2581. I massimi valori raggiunti sono quelli di HD 90772 e HD 90706 due supergiganti di strabiliante magnitudine assoluta pari a MV = -8,96 e – 7,16 ma con magnitudine bolometrica assai vicina MBOL = -8,93 e -8,60 rispettivamente. Interessante è anche osservare il rapporto tra i raggi fotometrici di queste due stelle che risulta essere ( R HD 90772 / R HD 90706 ) = 3,67. Il rapporto tra i raggi delle due supergiganti deve essere considerato soprattutto in funzione della temperatura effettiva delle due stelle, che è calcolata da Hr Trace rispettivamente in 8033 °K per HD 90772 e 14327 °K per HD 90706. Evidentemente il corpo più freddo HD 90772 ha bisogno di una superficie radiante notevolmente maggiore del corpo più caldo HD 90706 per raggiungere la magnitudine assoluta di - 8,96. Pag.83 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Questa situazione è ben spiegata dalla legge di Stefan - Boltzmann: L = 4π πR 2 σ T 4 ( 59 ) Brevemente la (59) afferma che per due stelle di ugual luminosità, di cui una abbia una temperatura ad esempio di 16000 °K e l’altra una temperatura di 8000 °K avremo: L / L = 1 = ( R / r )2 × ( 16000 / 8000 )4 = ( R / r )2 × 16 ovvero che la stella più calda avrà una dimensione pari a 1 / 4 della stella più fredda. Mostra Classi Luminosità GRAFICO INDICE COLORE (B-V)o, Mv Ammasso : IC2581 E(B-V) GRAFICO (B-V)o , Mv 0.42 +/- 0.02 -10.0 Min <Vo-Mv> 12.345 +/- 0.11 Intervallo B-V -0.3 // 0.2 Imposta Zoom Seleziona B-Vo -8.0 -6.0 Min -4.0 Mv -2.0 Seleziona B-Vo Max ! Seleziona Mv Min 0.0 Seleziona Mv Max 2.0 Max Vai a Zoom 4.0 -0.40 Min -0.20 0.00 0.20 0.40 0.60 Max %#& + 3 76 +7 (B-V)o 0.80 1.00 1.20 1.40 1.60 Salva set dati per costruzione diagrammi HR compositi 1.80 Vai a interfaccia compositazione diagrammi Campo Fig.52 Il grafico indice di colore – magnitudine assoluta per IC 2581 §60 LA TABELLA MAGNITUDINI ASSOLUTE E ALTRI DATI Tra le molte utilità presenti in Hr Trace c’è anche una tabella che riassume le caratteristiche principali dei membri fotometrici. La tabella riporta i seguenti valori: 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) Vo = magnitudine apparente corretta per l’assorbimento (B-V)o = indice di colore intrinseco individuale (U-B)o = indice di colore intrinseco individuale MV = magnitudine assoluta individuale L/LSOLE = luminosità individuale in unità solari TEFF = temperatura effettiva secondo la calibrazione applicata R/RSOLE = raggio individuale in unità solari secondo calibrazione applicata 8) M/MSOLE = massa individuale in unità solari secondo calibrazione SK. 9) Q.Sp.Type = tipo spettrale derivato dal Q. Pag.84 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 C = Commento IC2581 TABELLA MAGNITUDINI ASSOLUTE : Seleziona Calibrazione Teff Le 12.345 +/- 0.11 < > Modulo Distanza Interpolato : 8. % ' ;<5 5% 2944.42 059. 5 5 <%5 ' Distanza Interpolata Parsec : Raggi Fotometrici : 0; ; SCHMIDT - KALER 1982 Calibrazione Zams Utilizzata : 8 & &" =#77 0% ' Età da Blue TurnOff Log (Age) : 7.21 Nr. Oss. Vo (B-V)o (U-B)o Mv C Lv / L s C Teff C R / R s C M / M s C Q Sp. C 1 3.38 0.133 0.067 -8.96 329306.3 8033 268.5 26.2 2 5.19 -0.109 -0.889 -7.16 62287.4 14327 73.8 22.4 B7 3 7.10 -0.163 -0.978 -5.25 10744.8 17860 25.7 16.0 B5 4 8.17 -0.240 -0.918 -4.18 3999.4 21240 11.1 13.5 B2 5 9.63 -0.250 -0.878 -2.72 1042.3 22695 5.3 9.8 B1 6 8.32 -0.237 -1.123 -4.03 3496.2 26221 10.5 14.8 B2 7 9.46 -0.113 -0.896 -2.88 1217.9 14542 10.2 8.0 B7 8 11.17 -0.180 -0.605 -1.18 252.3 15433 3.7 5.5 B3 9 10.35 -0.200 -0.678 -2.00 537.0 16954 4.9 7.1 B3 10 10.86 -0.200 -0.702 -1.48 334.8 16954 3.9 6.3 B3 11 12.11 -0.130 -0.426 -0.24 106.2 12762 2.9 3.9 B7 12 12.71 -0.050 -0.149 0.36 61.4 10395 2.7 3.0 B9 13 11.49 -0.170 -0.589 -0.86 188.3 14786 3.3 5.0 B3 14 12.21 -0.130 -0.425 -0.14 97.3 12762 2.7 3.8 B7 15 11.89 -0.180 -0.619 -0.46 130.3 15433 2.6 4.6 B3 16 11.64 -0.150 -0.515 -0.70 163.2 13675 3.3 4.6 B5 17 11.99 -0.050 -0.126 -0.35 118.2 10395 3.7 3.6 B9 18 8.40 -0.270 -0.945 -3.95 3241.9 26194 8.4 14.5 B1 19 8.26 -0.280 -0.985 -4.09 3698.3 28326 8.4 15.7 B1 20 8.96 -0.270 -0.955 -3.39 1940.9 26194 6.5 12.6 B1 21 12.24 -0.107 -0.470 -0.10 93.8 11892 2.9 3.6 B7 22 12.69 -0.090 -0.292 0.35 62.1 11376 2.5 3.2 B8 23 12.62 -0.030 -0.068 0.27 66.4 10011 2.9 3.0 B9 24 13.55 0.270 -0.095 1.20 28.3 7375 3.0 2.2 25 13.89 0.100 -0.095 1.54 20.7 8455 2.0 2.1 26 12.97 0.030 -0.225 0.62 48.3 9140 2.8 2.7 27 13.99 0.350 0.055 1.64 18.9 6968 2.8 2.0 28 12.62 -0.070 -0.215 0.27 66.7 10845 2.7 3.1 29 14.12 0.170 0.175 1.77 16.7 7952 2.0 2.0 30 12.70 -0.040 -0.108 0.36 61.5 10196 2.8 3.0 31 12.86 0.138 0.079 0.51 53.3 7974 3.4 2.6 32 8.52 -0.240 -0.849 -3.83 2910.7 21255 9.4 12.4 B8 B9 B2 33 Fig.53 Tabella magnitudini assolute e altri dati per IC 2581 Nota alla tabella di fig. 53 L’eventuale diversità delle temperature indicate in tabella rispetto ad un identico valore di (B-V)o non deve essere interpretato come un errore. Hr Trace infatti tiene conto, nel calcolo di TEFF, della classe di luminosità a cui appartiene l’oggetto e gli assegna la appropriata calibrazione di Flower che è suddivisa in: (1)Stelle di sequenza + gianti normali e (2)Supergiganti. Pag.85 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 §61 LE FORMULE E I DATI DELLA TABELLA Indichiamo brevemente con quale formulazione il codice calcola il contenuto della tabella “Magnitudini assolute e altri dati”. Mv è calcolata come segue : Mv = Vo - < Vo – Mv > (60) Mbol è calcolata come segue : BC = Mb – MbO = -2,5Log(L/LO) + Cost. Cost = MbO = 4,72 Mb = -2,5Log(L/LO) + 4,72 (62) (61) Il rapporto ( Lv/LO ) è calcolato come segue : (Lv/LO ) = 10(4,83 – Mv)/2,5 con LO = 4,83 (63) Il rapporto (R/RO ) è calcolato come segue : Formula di Wesselink: 1969 Mnras 144, 297 Mv – Sv +5LogR = 15,15 Formula di Popper : 1980 Ara & A 18, 115 con C1 = 42,255 LogR = -0,2Mv -2Fv + 0,2C1 (64) (65) Per i parametri Sv ed Fv i valori sono calcolati da Hr Trace sulla base delle relazioni (B-V)o, Sv ed (B-V)o, Fv tabulate dagli autori nei lavori elencati sopra ed espressi analiticamente dalle seguenti : Per Wesselink : Sv = -2,0035(B-V)o6+ 10,636(B-V)o5 – 21,014(B-V)o4 + 18,627(B-V)o3 6,705(B-V)o2 + 4,0163(B-V)o – 12,421 (66) Per Popper : Fv = 0,1908(B-V)o6 – 0,8845(B-V)o5 + 1,5729(B-V)o4 – 1,4084(B-V)o3 + + 0,6549(B-V)o2 – 0,4511(B-V)o + 3,9551 (67) Le temperature effettive sono calcolate usando un polinomio interpolante la calibrazione selezionata come segue: L’espressione generale del polinomio interpolante e : Y = A + Bx1 + Cx2 + Dx3 + ……………. + Zxn (68) dove “ a , b, ……. , z “ rappresentano i coefficienti della regressione polinomiale e “ n “ rappresenta il grado del polinomio interpolante. Pag.86 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Le calibrazioni disponibili sono : 1) 2) 3) 4) 5) 6) Flower Bohm-Vitense Johnson Hayes Morton & Adams Arribas & Martinez Roger Il rapporto (M/Msole) è ottenuto applicando l’equazione fornita da Schmidt-Kaler 1982 come segue : Log M/Ms = 0,48 – 0,105MBOL Valida per -8 MBOL < 10,5 (69) Ricordiamo che i valori di massa calcolati con la precedente sono validi solo per le stelle di sequenza principale classe di luminosità V e che forti deviazioni dalla relazione media sono osservate nelle binarie a contatto. La fig 54 successiva estratta da “Landolt Bornstein” mostra i parametri fisici medi per Massa, Raggio, Gravità Superficiale e Densità. LC Sp (MK) O3 O5 O6 O8 B0 B3 B5 B8 A0 A5 F0 F5 G0 G5 K0 K5 M0 M2 M5 M8 V III I V III I M/Ms M/Ms M/Ms R/Rs R/Rs R/Rs 20 140 70 40 28 25 15 30 25 20 30 7 20 8 50 4 16 13 12 10 10 12 13 13 13 19 24 15 12 10 8.5 7.4 4.8 3.9 3 2.4 1.7 1.5 1.3 1.1 0.92 0.85 0.72 0.6 0.5 0.27 0.1 5 60 60 80 100 120 150 200 400 500 800 120 60 37 23 17.5 7.6 5.9 3.8 2.9 2 1.6 1.4 1.05 0.92 0.79 0.67 0.51 0.4 0.21 0.06 1 1.1 1.1 1.2 1.2 1.3 6 10 15 25 40 V Log g/gs -0.3 -0.4 -0.45 -0.5 -0.5 -0.5 -0.4 -0.4 -0.3 -0.15 -0.1 -0.1 -0.05 0.05 0.05 0.1 0.15 0.2 0.5 0.5 III Log g/gs I Log g/gs -1.1 -1.1 -1.2 -1.2 -1.6 -0.95 -2 -1.5 -1.9 -2.3 -2.7 -3.1 -2.3 -2.4 -2.7 -3 -3.1 -3.3 -3.5 -4.1 -4.3 -4.5 V Log III Log I Log ρ/ρs ρ/ρ ρ/ρs ρ/ρ ρ/ρs ρ/ρ -2.2 -2.6 -2.6 -2.5 -3 -1.8 -3.8 -1.5 -4.1 -4.2 -4.6 -5 -5.2 -5.3 -5.8 -6.7 -7 -7.4 -1.5 -1.5 -1.45 -1.4 -1.4 -1.15 -1 -0.85 -0.7 -0.4 -0.3 -0.2 -0.1 -0.1 0.1 0.25 0.35 0.8 1 1.2 -2.4 -3 -3.5 -4.1 -4.7 Fig. 54 Tabulazione Massa, Raggio, Gravità Superficiale e Densità Media delle stelle tratta da : “Landolt Bornstein – Physical parameters of the Stars –“ Schmidt-Kaler 1982 Pag.87 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 §62 LA FUNZIONE DI LUMINOSITA’ Se si dispone delle magnitudini assolute, è possibile determinare la distribuzione delle frequenze con cui si presentano all’osservazione i componenti di un ammasso, semplicemente attraverso un operazione di conteggio. Nel caso di IC 2581 possiamo vedere la funzione di luminosità (FL) in fig. 55: FUNZIONE DI LUMINOSITA' : IC2581 Classi Mv :-10 -9 -8 -7 -6 -5 -4 -3 -2 -1 0 0 1 1 0 1 3 3 2 3 Numero 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 7 7 4 0 0 0 0 0 0 0 10 11 12 13 14 15 0 0 0 0 0 0 γ Seleziona Intervallo 35;;. ;.. Da: 7.0 7.0 8 a: 7 6 3.0 3.0 4 N M( V ) 2 3 4 5 6 7 8 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 -10 -9 -8 -7 -6 -5 -4 -3 -2 -1 0 1 0.0 1 0.0 1.0 1.0 2 0.0 1.0 0.0 0.0 N M (V) 3 2.0 3.0 4.0 5 0 Cumulata Log N 9 10 11 12 13 14 15 Log Cumul. Classi (Mv ) Fig. 55 Funzione di luminosità (FL) per IC 2581. La funzione di luminosità è definita come il numero N di stelle per intervallo di magnitudine MV ± dMV / 2 la cui pendenza di distribuzione è data da : γ log N(MV)/MV (70) Nella computazione della funzione di luminosità occorre naturalmente tenere presente gli elementi che possono concorrere ad influenzare la sua determinazione e che sono: 1) La completezza delle misure: le misure fotometriche possono essere limitate verso le magnitudini più deboli dalla dimensione del telescopio utilizzato e inoltre la presenza di nubi di gas e polveri intorno e all’interno dell’ammasso può rendere difficile l’osservazione delle stelle deboli o introdurre incertezze sulle misurazioni fotometriche. Pag.88 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 2) Duplicità stellare: valutare l’influenza prodotta dalle binarie è praticamente molto difficile poiché molti sono i fattori ancora poco noti e comunque non dovrebbero presentarsi grandi effetti quando le binarie anno massa simile e non costituiscono sistemi interagenti. 3) Errori fotometrici: errori fotometrici influenzano la distribuzione di magnitudini distorcendola e producendo pendenze molto ripide. 4) Errori di distanza: implicano variazioni nella valutazione della luminosità stellare e dunque anche della massa. Generalmente errori di distanza sono prodotti dai seguenti fattori: • • • Calibrazione Zams utilizzata Errori di fitting Errata determinazione del parametro R Per una dettagliata spiegazione dell’influenza esercitata dai fattori di cui sopra vedere : Phelps R.L. & Janes K.A. 1993 Astr. Jour. 106, 1870. La Zams utilizzata per default in HR TRACE è quella di Schmidt – Kaler (1982) basata sul modulo della distanza per le IADI pari A 3.28 con una incertezza pari a 0.15 magn. Sono possibili diverse modalità di rappresentazione che vanno dal conteggio in funzione delle classi di magnitudine fino alla rappresentazione log cumulata. Concludendo possiamo dire che certamente la funzione di luminosità FL ha una importanza evidente se si pensa al legame esistente tra luminosità e massa. Con questo legame in mente, appare chiaro che la FL è nient’altro che l’aspetto visibile della funzione di massa (FM). Se dunque la FL rispecchia il contenuto massivo del nostro ammasso, è lecito pensare di poterla utilizzare per ottenere la funzione di massa e questo è certamente possibile anche se prima di toccare questo argomento, è necessario introdurre il diagramma HR teorico, parlare di modelli stellari e di tracce evolutive sul diagramma HR. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI ANN H.B. , YU K.L. & YUN H.S. 1982 Journ. of Korean Astron. Soc. 15, 1 D'ANTONA F. 1998 ASP Conf. " The Stellar initial mass function " 142, 157 LEE S.W. & CHUN M.Y. 1988 Journ. of Korean Astron. Soc. 21, 37 LEE S.W. & SUNG H. 1995 Journ. of Korean Astron. Soc. 28, 45 MILLER G.E. & SCALO M.J. 1979 Astrophys. Journal Supp. 41, 513 SANDAGE A. 1957 Astrophys. Journal 125, 422 TAFF L.G. 1974 Astron. Journal 79, 1280 Pag.89 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 §63 COMPARAZIONI CON TRACCE OTTENUTE DA MODELLI SEMIEMPIRICI Una apposita interfaccia del programma si occupa di comparazioni con tracce derivate da modelli semiempirici. In particolare le tracce disponibili sono derivate dai modelli di VadenBerg – Bridge (1984) e VadenBerg – Poll (1989). Le tracce sono calcolate per una serie di diversi gradi di composizione e metallicità e consentono di variare la posizione della Zams nel piano (B-V)o, Mv. L’uso di questa interfaccia permette di controllare sempre in rapporto ai modelli considerati, la correttezza del fit operato per determinare il modulo della distanza. Per poter utilizzare queste tracce come riferimenti, il principio di azione di questa interfaccia risulta rovesciato rispetto alle reologie precedenti. Qui le tracce risultano fisse ed in posizioni determinate, mentre è possibile far scorrere le stelle fotometrate sotto di esse, in modo tale da ritrovare la possibilità di determinare il fit di controllo. All’apertura dell’interfaccia le stelle fotometrate appaiono nel grafico nella posizione determinata dal de-arrossamento utilizzato in precedenza e la scala Mv è quella ottenuta con la determinazione del modulo della distanza operato nelle interfacce precedenti. Sovrapponendo quindi le tracce semiempiriche, è possibile farsi un idea della variazione di posizione della Zams a seconda del contenuto metallico preso in considerazione e come questo parametro possa influenzare, anche notevolmente, la determinazione del modulo della distanza fig. 56 il Presepe. COMPARAZIONI CON TRACCE TEORICHE Tracce VadenBerg-Bridges 84 Modulo Fittato Vo-Mv 6,05 Correzione Tracce Toriche 6,05 Vo-Mv Praesepe Tracce VadenBerg-Poll 89 9> ,> ?0 > x -0,01 Campo V_B Campo V_P Da (B-V)o -0,177 a (B-V)o 1,23 x +0,01 + Da (B-V)o 0,412 a (B-V)o 0,94 + Imposta Zoom Comparazioni Con Tracce Teoriche Seleziona B-Vo 0,0 Min Min Seleziona B-Vo 2,0 Max ! Seleziona Mv 4,0 Min Seleziona Mv 6,0 Mv Max Vai a Zoom 8,0 Campo 10,0 -0,20 Min 0,00 Max 0,20 0,40 0,60 0,80 1,00 1,20 1,40 12,0 1,60 Max Zoom Fitting ( B-V )o Fig. 56 La traccia Y = 0.22, Z = 0.024, FeH = 0.12 sul Praesepe Pag.90 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Ricordiamo che una delle assunzioni fondamentali che reggono il metodo di determinazione della distanza in un ammasso galattico, è che il mix chimico sia praticamente lo stesso per tutti i membri. Questo assunto nasce dal fatto che poiché le stelle componenti dovrebbero essere coeve, allora il contenuto chimico deve essere in media uguale tra i vari membri. Una limitazione della possibilità di utilizzare in modo estensivo le comparazioni appena viste, è dovuta alla piccola estensione calcolata per le tracce lungo l’indice di colore B-V. Pertanto non potremo utilizzare tali comparazioni per analizzare ammassi molto giovani, poiché il campo disponibile verso colori blu dell’indice B-V non va oltre il valore -0,177. Di grande utilità invece è questo metodo per ammassi di età intermedia o avanzata, in cui la Zams sia estesa verso valori rossi di B-V. Variando i limiti del grafico attraverso un appropriato zoom per la fig. 56, si apprezza meglio la sovrapposizione fig 57. COMPARAZIONI CON TRACCE TEORICHE Tracce VadenBerg-Bridges 84 Modulo Fittato Vo-Mv 6,05 Correzione Tracce Toriche 6,05 Vo-Mv Praesepe Tracce VadenBerg-Poll 89 9> ,> ?0 > x -0,01 Campo V_B Campo V_P Da (B-V)o -0,177 a (B-V)o 1,23 x +0,01 + Da (B-V)o 0,412 a (B-V)o 0,94 + Imposta Zoom Comparazioni Con Tracce Teoriche Seleziona B-Vo 0,0 Min 1,0 Min Seleziona B-Vo Max 2,0 ! Seleziona Mv 3,0 Min 4,0 5,0 Seleziona Mv Mv 6,0 Max Vai a Zoom 7,0 Campo 8,0 9,0 0,45 Min 0,50 Max 0,55 0,60 0,65 0,70 0,75 0,80 10,0 0,85 Max Zoom Fitting ( B-V )o Fig. 57 Zoom traccia sull’intervallo di fitting per il Presepe. §64 IL PASSAGGIO DAL PIANO OSSERVATIVO A QUELLO TORICO Per poter ottenere il diagramma HR teorico è necessario trasformare gli osservabili indice di colore e magnitudine assoluta nei corrispettivi Log TEFF e Log (L/LS). L’equazione polinomiale utilizzata per ottenere i valori di TEFF dal valore dell’indice di colore intrinseco è, come abbiamo visto nella prima parte, data dall’espressione (3): Pag.91 HR TRACE MANUAL Log Teff Rel. 1.0 = α(B-V)o6 + β(B-V)o5 + χ(B-V)o4 + δ(B-V)o3 + ε(B-V)o2 + φ(B-V)o + γ In particolare per la calibrazione di P. Flower, che è utilizzata per defalut da HR Trace si ha: Log Teff = α(B-V)o7 + β(B-V)o6 + χ(B-V)o5 + δ(B-V)o4 + ε(B-V)o3 + φ(B-V)o (71) + γ(B-V)o 2 + η 2 + I cui coefficienti sono quelli di tabella (12): COEFFICIENTI FLOWER -0,3594 α 2,1929 β -5,3669 χ 6,7926 δ -4,6088 ε 1,7406 φ -0,6544 γ 3,9791 η Tab. 12 Coefficienti Flower Il calcolo della quantità (72) come segue : Log (L/LS) = Log (L/LS) invece è ottenuta attraverso la [ 4,72 – ( Vo + BC – DM )] / 2,5 (72) Dove BC = correzione bolometrica e DM = modulo della distanza <Vo – MV>. §65 UTILIZZARE LE MAGNITUDINI BOLOMETRICHE SUL PIANO TEORICO Se si vogliono utilizzare le magnitudini bolometriche anziché la quantità Log (L/LS), occorrerà sempre trasformare l’indice di colore in temperatura effettiva ma, questa volta, la magnitudine assoluta andrà trasformata in magnitudine bolometrica. In entrambi i casi, la reologia con cui l’applicativo esegue i calcoli è identica a quanto visto fino a questo momento e pertanto ci limiteremo soltanto ad elencare le calibrazioni utilizzate per la conversione tra magnitudine assoluta e magnitudine bolometrica. Questa conversione è effettuata secondo quanto previsto dalla seguente: Mbol = MV + BC (73) Per il calcolo della correzione bolometrica l’applicativo utilizza le tabulazioni (B-V)o , BC di H.L. Johnson e P. Flower. Ottenute le conversioni si può passare all’interfaccia comparazioni con modelli stellari come si vede in fig. 58. La sovrapposizione delle tracce evolutive dei modelli stellari sulla sequenza di Ngc 2581, mostra chiaramente che la maggioranza dei membri è composta da stelle contenute tra le 2 e le 15 masse solari. Solamente HD 90772 e HD 90706 si posizionano più in alto a valori di massa compresi tra 20 e 30 masse solari, come del resto era prevedibile data la altissima magnitudine assoluta di queste stelle. Il triangolino giallo – rosso visibile sul diagramma mostra, per confronto, la posizione del sole. Pag.92 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Nella stessa interfaccia viene anche calcolata l’età dell’ammasso dal valore del blue turn-off, utilizzando la calibrazione di A. Maeder, G. Meynet e C. Mermilliod. E’ anche possibile sovrapporre sulla sequenza dei punti che rappresentano le stelle del nostro ammasso, le isocrone estratte dai modelli stellari di V.Castellani, A.Cheffi e O.Straniero in un range tra 30 Myr e 10 Gyr. Si termina infine lo studio, richiedendo al software di presentare il diagramma temperatura effettiva, magnitudine bolometrica fig. 59, dove si osserva HD 90772 e HD 90706 raggiungere una magnitudine bolometrica pari a Mbol = – 8,93 e – 8,60 rispettivamente. Comparazioni con Modelli Stellari Schaller & Altri 1992 / Castellani & Altri 1992 I S O C R O N E Castellani, Chieffi, Straniero Schaller, Schaerer, Meynet, Maeder %& %& %& %& %@ ) %@ ! %& %& %& %& ) %@ ! %@ ) %& %& %& %& * %& %& %& %& %& %& %@ %& %@ * %& %@ A@ A@ )A@ A@ A@ 7.21 Log ( Age ) : A@ Cambia Calibraz. " #$ **) !A@ %#& + A@ #" =#&+# Imposta Zoom 4.80 4.70 4.60 4.50 4.40 4.30 4.20 4.10 4.00 3.90 3.80 3.70 3.60 3.50 3.40 9.00 Max Seleziona Log Te 8.00 7.00 Min Log L/LS 6.00 Seleziona Log Te Max 5.00 R = 0.1 R= 1 R = 10 R = 100 R = 1000 Sole 4.00 3.00 2.00 1.00 ! Seleziona Log L/Ls Min Seleziona Log L/Ls Max * Vai a Zoom Campo 0.00 -1.00 -2.00 Log T e Max Min Min PMS Area Diag. [ LogTe , Mbol ] & IMF Function Fig. 58 Il diagramma HR sul piano teorico Log TEFF , Log L / LS per IC 2581. §66 SOVRAPPOSIZIONE DI TRACCE EVOLUTIVE(ISOMASSE) E ISCOCRONE Osservando nella figura 58, la sovrapposizione delle tracce evolutive derivate dai modelli stellari di Schaller sulla distribuzione di IC 2581, vediamo che la sequenza principale di questo ammasso, prima del turnoff point, è interamente costituita da stelle di massa comprese tra 1,5 e 15 masse solari. Risulta anche chiaro come sia praticamente possibile contare le stelle contenute tra due o più tracce evolutive e questa possibilità ci tornerà assai utile in seguito, quando discuteremo della funzione attuale di massa (PDMF) e della funzione iniziale di massa (IMF). Per il momento, però, vogliamo solo mostrare l’utilizzo delle tracce evolutive ed isocrone sul diagramma HR teorico. Nello stesso modo in cui si è praticamente determinato l’andamento massivo della sequenza principale di IC 2581, possiamo occuparci di quelle stelle già evolute che hanno abbandonato la Zams per portarsi, nel Pag.93 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 GRAFICO Log Te, Mbol : IC2581 Cambia Calibrazione : " #$ IMF Function %#& + , -&+# ( . #/0 ( # 1 Ripulisci Grafico 2 Ripristina Grafico Grafico Log Te , Mbol -14.00 %&' ( ! %&' ( ) %&' ( %&' ( %&' ( %&' ( %&' ( %&' ( * %&' ( %&' ( %&' ( %&' ( %&' ( %&' ( %&' ( %&' ( %&' ( %&' ( -12.00 -10.00 -8.00 -6.00 -4.00 Mbol -2.00 0.00 2.00 4.00 6.00 3.20 3.40 3.60 3.80 4.00 4.20 4.40 4.60 4.80 5.00 8.00 Log Te Fig. 59 Il diagramma temperatura, magnitudine bolometrica Log Teff , Mbol per IC 2581. piano Log (TEFF), Log(L/LS), verso la zona delle giganti e supergiganti rosse. Il punto di turnoff su questo grafico è approssimativamente localizzato a Log (TEFF)= 4,46 e Log(L/LS) = 4,57 e le stelle che si trovano oltre questo punto con valori di log (TEFF) minori e valori di Log (L/LS) maggiori, sono da considerarsi, se membri, oggetti che hanno abbandonato la Zams per effetto del diminuito contenuto di idrogeno nel nucleo ed in via di evoluzione verso la fase di gigante o supergigante rossa. In figura 60 è mostrato un ingrandimento della zona del Turn-off per IC 2581, ed in particolare nella banda delimitata dalle tratteggiate sono visibili gli oggetti in evoluzione di cui si è appena detto, che nel nostro caso sono: 1) HD 90772 Supergigante di classe spettrale A7 IaO (Turner 1976) 2) HD 90706 Supergigante di classe spettrale B2,5 Ib (Turner 1976) 3) HD 90707 Gigante di classe spettrale B1 III (Turner 1976) Due di questi tre oggetti sono compresi tra le tracce (Isomasse) 20 e 30 masse solari, come si vede in fig. 61 e dunque ci troviamo in presenza di oggetti fortemente massivi, in particolare per HD 90706 il valore di contenimento è compreso tra le tracce 25 e 30 masse solari. Anche il valore dei raggi solari dà una idea di quanto siano grandi i tre oggetti che stiamo considerando, infatti HD 90707 si trova ben al di sopra della retta 10 raggi solari, HD 90706 è prossima alla retta 100 raggi solari, mentre HD 90772 ha superato abbondantemente i 100 raggi solari. Osservando la situazione di fig. 60 e 61 e considerando che lo scenario è quello di un ammasso di stelle aventi tutte la stessa età,ma differenti masse e sapendo che l’evoluzione è tanto più rapida quanto più è massiccia e luminosa è una stella, risulta evidente come la sequenza Pag.94 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Comparazioni con Modelli Stellari Schaller & Altri 1992 / Castellani & Altri 1992 I S O C R O N E Castellani, Chieffi, Straniero Schaller, Schaerer, Meynet, Maeder %& %& %& %& %@ ) %@ ! %& %& %& %& ) %@ ! %@ ) %& %& %& 4.60 %& * %& %& %& 4.50 %& %& %& 4.40 4.30 %@ A@ %& %@ * %& %@ A@ 4.00 3.90 4.20 4.10 A@ )A@ A@ Log ( Age ) : 7.21 A@ Cambia Calibraz. " #$ **) !A@ %#& + A@ #" =#&+# Imposta Zoom 3.80 7.00 Max Seleziona Log Te Min 6.50 ! Log L/LS HD 90772 HD 90706 Max 6.00 R = 0.1 R= 1 R = 10 R = 100 R = 1000 Sole 5.50 HD 90707 5.00 15 Ms Zams Seleziona Log Te ) Seleziona Log L/Ls Min Seleziona Log L/Ls Max Vai a Zoom Campo 4.50 4.00 Max Log T e PMS Area Min Diag. [ LogTe , Mbol ] & IMF Function Min Fig. 60 Zona del Turn-off e oggetti in evoluzione per IC 2581 Comparazioni con Modelli Stellari Schaller & Altri 1992 / Castellani & Altri 1992 I S O C R O N E Castellani, Chieffi, Straniero Schaller, Schaerer, Meynet, Maeder %& %& %& %& %@ ) %@ ! %& %& %& %& ) %@ ! %@ ) %& %& %& 4.60 %& * %& %& %& 4.50 %& %& %& 4.40 4.30 %@ A@ %& %@ * %& %@ A@ 4.00 3.90 4.20 4.10 A@ )A@ A@ Log ( Age ) : 7.21 A@ Cambia Calibraz. " #$ **) !A@ %#& + A@ #" =#&+# Imposta Zoom 3.80 6.00 Max 40 Ms Seleziona Log Te 5.80 HD 90772 5.60 HD 90706 Min Log L/LS 5.40 25 Ms R = 0.1 R= 1 R = 10 R = 100 R = 1000 Sole 5.20 5.00 HD 90707 15 Ms 4.80 4.60 4.40 Zams Seleziona Log Te Max ! Seleziona Log L/Ls Min Seleziona Log L/Ls Max * Vai a Zoom Campo 4.20 12 Ms 4.00 Log T e Max Min Min PMS Area Diag. [ LogTe , Mbol ] & IMF Function Fig.61 Tracce evolutive nel Turn-off di IC 2581 Pag.95 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 principale si sgretoli a partire dalla sua parte più alta (stelle O e B) per andare giù fino alla zona meno luminosa (stelle K e M). IC 2581 non fa eccezione a questa regola e infatti le stelle maggiormente massicce stanno evolvendosi spopolando la parte più alta della sua sequenza principale. Sulla traccia 40Ms di fig. 61 è indicato il senso di percorrenza lungo l’isomassa, seguito dalle stelle durante lo spostamento verso la zona convettiva di Hayashi. La pendenza della sequenza principale dipende dalla struttura stellare, ed in particolare dalla convezione sia nel nucleo che nell’inviluppo delle stelle, oltre che dal ciclo (PP o CNO) che predomina nel bruciamento dell’idrogeno. Nelle stelle meno massicce 0,1 ÷ 0,5 masse solari, il trasferimento radiativo è dominato dalla convezione, che interessa gran parte dell’inviluppo. Sotto queste condizioni la temperatura resta sempre superiore a 3000° K, che costituisce il limite di Hayashi. Per effetto di questo limite la pendenza di sequenza diventa ripida(stelle K e M). Il nucleo brucia idrogeno tramite il ciclo PP e il trasferimento è radiativo, anche se le stelle più piccole potrebbero essere interamente convettive. Per le stelle come il sole, l’inviluppo è convettivo e interessa una parte che rappresenta il 30% circa del raggio. Nel nucleo invece domina il ciclo PP e il trasferimento è radiativo. Le stelle più massicce di 1,5 masse solari bruciano idrogeno attraverso il ciclo CNO. La maggior energia generata rende il nucleo convettivo, mentre l’inviluppo resta radiativo. Questo aumento di produzione energetica si traduce in un lieve aumento della pendenza della sequenza principale, con conseguente aumento di luminosità delle stelle che popolano quel tratto di zams. Nelle stelle maggiormente massicce l’inviluppo tende a divenire meno opaco, poiché i nuclei atomici sono quasi tutti ionizzati. In queste condizioni l’energia è liberata più facilmente, la luminosità diventa molto alta e la pendenza della sequenza principale molto ripida.Nel nucleo prevale il ciclo CNO e il trasferimento di energia avviene per convezione. Così nelle stelle grandi il nucleo è convettivo, l’inviluppo al contrario è radiativo e una situazione esattamente opposta si presenta nelle più piccole. Il meccanismo di convezione è molto importante perché permette all’energia di fuoriuscire facilmente dalla stelle anche se il gas degli strati esterni è freddo e opaco. Questo meccanismo pone un limite inferiore alla temperatura efficace delle stelle ed è direttamente responsabile del limite di Hayaschi. La convezione risulta poi ulteriormente importante perché rimescola gli elementi all’interno di una stella producendo due possibili conseguenze: 1) Un nucleo convettivo può essere rifornito di idrogeno fresco da strati immediatamente superiori al nucleo stesso, coinvolti nella convezione. 2) Con identico meccanismo elementi processati nel nucleo possono raggiungere la superficie, fenomeno che prende il nome di Dragamento (Dredge-up), nel caso le zone di convezione coinvolgano tutto l’inviluppo. Utilizzando l’interfaccia comparazioni con modelli stellari di Hr Trace abbiamo illustrato sul diagramma HR fig. (61a) i percorsi evolutivi di stelle di 1,7 e 25 masse solari (Tracce di Schaller)con alcuni commenti Pag.96 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 che dovrebbero facilitare la comprensione di quanto detto in questo paragrafo. 4,60 4,50 4,40 4,30 4,20 4,10 4,00 He > C+O 3,90 3,80 3,70 Supernova II 3,60 3,50 6,00 Max 5,00 2 Dredge-Up C+C H > He Log L/LS < Verso Nana Bianca < 4,00 < Verso Nana Bianca < AGB H > He He > C+O R = 0.1 R=1 R = 10 R = 100 R = 1000 Sole 3,00 1 Dredge-Up He Flash 2,00 Ramo Orizzontale He > C+O RGB 1,00 Nane Bianche H > He 0,00 1 Dredge-Up Min -1,00 Max Log T e Min E voluz ione stellare: f asi di bruciamento di H e He ed evoluz ioni succesive per stelle di 1 - 7 e 25 masse solari Fig. (61a) Scenario e tracce evolutive 1,7,25 Ms sul diagramma HR. Come già sappiamo la relazione tra massa e luminosità in una stella può essere approssimata da una relazione del tipo L M3.5. Poichè la quantità di combustibile disponibile in ogni stella è proporzionale alla sua massa e poiché il tempo di vita di una stella di luminosità L si può esprimere come tvita = εMc2/L dove ε = efficienza del processo di generazione della energia abbiamo che: tvita M -2.5 La precedente ci dice che per le stelle maggiormente massive, occorrono pochi milioni di anni per bruciare il carburante disponibile e morire, mentre la situazione opposta si presenta per le stelle poco massive come il nostro sole. Conseguenza di tutto ciò, per una popolazione di stelle di età costante come negli ammassi aperti, è quella di vedere le stelle lasciare la sequenza principale in ordine di massa decrescente. I cammini raffigurati in fig. 61a iniziano quando le riserve centrali di idrogeno tendono ad esaurirsi e il nucleo comincia a collassare, dal momento che l’energia termica dispersa non viene più sufficientemente rimpiazzata da quella nucleare. Collassando il nucleo si riscalda (Teorema del Viriale) e gli stati dell’inviluppo immediatamente adiacenti al nucleo, collassando riscaldano anche loro. Pag.97 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Conseguentemente intorno al nucleo si forma uno strato in cui brucia idrogeno, il quale contribuisce a sostenere la luminosità della stella. L’energia generata dal collasso del nucleo viene invece utilizzata per l’espansione dell’inviluppo. In questo modo la stella diventa più grande (aumento del raggio), mantenendo però la sua luminosità quasi costante. Se aumenta il raggio R e la luminosità L resta quasi costante, (L/R2)1/4. allora la temperatura T deve diminuire per la seguente: Teff Questa fase evolutiva è molto breve rispetto alle altre fasi e corrisponde quasi ad un vero e proprio salto, da una posizione sul diagramma HR intorno alla zams, per portarsi in una zona di circa pari luminosità nelle immediate vicinanze della zona convettiva di Hayashi. La velocità di questa fase evolutiva rende ragione dell’esistenza dell’Hertzsprung gap sul diagramma HR. Da questo momento in poi, dal punto di vista dinamico, esistono due sistemi all’interno della stella tra loro disaccoppiati, il nucleo e l’inviluppo. In generale quando il nucleo si contrae, la maggior temperatura sviluppata genera maggior pressione radiativa sugli strati esterni, ed in questo modo l’energia del collasso è spesa per espandere l’inviluppo. Al contrario, ad una espansione del nucleo corrisponde una contrazione dell’inviluppo. A temperature intorno ai 3000° K cioè vicine al limite di Hayashi, l’inviluppo diventa molto opaco alla radiazione e pertanto fenomeni di tipo convettivo prendono il sopravvento. Poiché la convezione è molto efficiente nel trasferire energia, L aumenta a Teff circa costante e la stella si espande fino a diventare una gigante rossa. A questo punto l’accensione dell’elio nel nucleo dipende dallo stato di degenerazione della materia e quindi in definitiva dalla massa della stella. In particolare si ha che: • • • Se la stella è meno massiccia di 0,5 masse solari, la pressione esercitata dagli elettroni degeneri ferma il collasso prima che avvenga l’accensione dell’elio. Se la massa della stella è compresa tra 0,5 e 2,25 masse solari, l’elio si accende in un nucleo degenere. Questa accensione è esplosiva e si ha allora il flash dell’elio. Infine se la massa è superiore a 2,25 masse solari, l’elio si accende in modo non esplosivo in un nucleo non degenere. Nel caso del nucleo degenere, non appena la temperatura cresce si determina una espansione del nucleo stesso, che per questo motivo esce dalla fase degenere ponendo termine al flash dell’elio. Alla stabilizzazione del processo ritroviamo un nucleo non degenere che brucia elio e uno strato tutto intorno che brucia idrogeno. Sul diagramma HR assisteremo ad una diminuzione di luminosità, poiché lo strato che brucia idrogeno e che fornisce la maggior parte dell’energia, si è nel frattempo molto assottigliato. Oltre a ciò l’espansione del nucleo fa contrarre l’inviluppo e innalzare la temperatura. La stella si trova ora lungo il braccio orizzontale sul diagramma HR e la sua posizione dipende dalla quantità di massa persa durante la fase di gigante rossa, cioè quando la bassa gravità superficiale ha favorito l’espulsione di materia. Più massa viene persa nella fase di gigante rossa e minore è lo spessore dell’involucro che circonda il nucleo sul ramo orizzontale e pertanto maggiormente calda è la superficie della stella. Pag.98 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Quando anche l’elio va in esaurimento, si forma un nucleo di ossigeno e carbonio degenere. L’evoluzione è simile allo step precedente, il nucleo si contrae mentre due strati uno di idrogeno e uno di elio bruciano intorno al nucleo sostenendo la struttura stellare. L’energia di contrazione è ancora una volta utilizzata per espandere l’involucro la stella evolve a Teff circa costante fino a raggiungere la zona convettiva di Hayaschi arrampicandosi lungo il braccio asintotico e diventando contemporaneamente luminosissima. In stelle di massa solare il carbonio non riesce ad accendersi, mentre il bruciamento dell’elio nello strato intorno al nucleo diventa instabile provocando fenomeni di pulsazione. Quando la stella raggiunge la sommità del braccio asintotico è una supergigante rossa che, a causa delle pulsazioni termiche, inizia il processo di perdita di massa dall’inviluppo, che continuerà fino a formare una nebulosa planetaria intorno alla stella di cui ormai resta solo il nucleo blu, molto caldo e degenere, di carbonio e ossigeno. Si è così formata una nana bianca. Se il progenitore della stella che evolve ha una massa compresa tra 2,25 e 8 masse solari, il processo evolutivo si comporta in modo simile a quanto descritto in precedenza, con la differenza che qui l’elio si accende in un nucleo non degenere. Fig.(61b) Evoluzione di una stella di 5 masse solari (Iben) La fig. 61b mostra l’evoluzione di una stella di 5 masse solari. Qui l’elio, come abbiamo già detto, si accende in un nucleo non degenere per cui non causerà il flash. Come nei casi trattati in precedenza, Pag.99 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 l’accensione dell’elio causa una espansione dell’nucleo e la contrazione dell’inviluppo. La stella si porta a Teff più alte ed a L minori. All’assestamento si formano gli shell di idrogeno ed elio in combustione attorno al nucleo. Allo step evolutivo successivo, il nucleo di carbonio e ossigeno si contrae e diventa degenere. L’inviluppo ora si espande fino a far raggiungere alla stella la vetta del ramo asintotico, mentre attorno al nucleo si formano due strati di H e He in combustione, da cui originano instabiltà pulsazionali che favoriscono il processo di perdita di massa (nebulosa planetaria). Nella fase di gigante asintotica, la convezione diventa un fenomeno così importante da portare in superficie (2° dredge-up) il carbonio prodotto nel nucleo. Questa attività particolare spiega l’esistenza delle stelle R e N ricche di carbonio. A partire da stelle di massa maggiore alle 8 masse solari, l’evoluzione procede in modo differente rispetto a quanto visto sino a questo momento. Queste stelle così massicce potrebbero nella fase di ramo asintotico, dare luogo alla accensione del carbonio in un nucleo altamente degenere. Questa eventualità, causerebbe una deflagrazione altamente distruttiva che potrebbe cancellare completamente la stella. Questo tipo di esplosione sarebbe visibile come una supernova anche se peculiare, poiché eventi di questo tipo e in questa fase non sono mai stati osservati. In realtà, però, le stelle molto grandi trovano le modalità necessarie ad accendere il carbonio quando il nucleo non sia degenere. Terminato il carbonio si passa al neon, poi all’ossigeno e ancora successivamente al silicio, seguendo le sequenze e modalità che abbiamo già visto nei casi precedenti. Ogni volta che si innesca un nuovo bruciamento il nucleo espande e l’inviluppo si contrae. In questo modo la stella procede sul diagramma HR zizagando avanti e indietro tra uno step e l’altro a luminosità circa costante e il nucleo viene letteralmente avvolto da strati in combustione degli elementi della serie di bruciamento. Per stelle con massa maggiore o uguale a 20 masse solari, l’evoluzione del nucleo risulta così veloce che praticamente l’inviluppo non ha tempo a disposizione per reagire alla situazione evolutiva del nucleo stesso. (Si dice che l’inviluppo non si accorge dei mutamenti troppo rapidi del nucleo). Il risultato di tale situazione sarà, sul diagramma HR, rappresentato da un cammino che va dalle alte temperature e quelle basse con luminosità quasi costante. In tutti i casi, il bruciamento del silicio contribuisce a formare un nucleo di ferro, che la stella non può bruciare per formare elementi più pesanti poiché questo processo richederebbe energia dall’esterno. Così nel nucleo continua ad accumularsi ferro finchè la massa raggiunge il limite di Chandrasekhar. A questo punto la pressione esercitata dagli elettroni degeneri nel nucleo, non è più in grado di opporsi alla contrazione gravitazionale ed il collasso della struttura ha inizio. Il collasso è catastrofico e la stella esplode come supernova di tipo II. Il luogo ideale per studiare l’evoluzione stellare è rappresentato dagli ammassi, che sono con buona approssimazione agglomerati di stelle coevi e di pari composizione chimica. Una esauriente trattazione degli scenari legati all’evoluzione stellare si trovano in: 1)CAPUTO F. 1998 A&A Rew. 9,33 Pag.100 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 2)CASTELLANI V. “ Astrofisica stellare ” Zanichelli Bologna 3)CASTELLANI V & GIANNONE P. “ Evoluzione Stellare ” ed. Sistema Roma 4)GAUTSCHY a. & SAIO H. 1996 Ara. & A. 34, 551 5)ICKO IBEN Jr. “ Stellar Evolution: I The approach to the main sequence” Astrophysical Journal 141, 993 6)ICKO IBEN Jr. “ Stellar evolution within and off the main sequence” Annual Review Astronomy & Astrophysics 5, 571 7)KEPLER S.O. & OLIVEIRA S. “ Astronomia e Astrofisica ” UFRGS 8)REEVES H. “ Evolution stellare et nucleosynthese ” Gordon & Breach Segnaliamo anche alcuni notevoli siti da cui è possibile ottenere informazioni prezione per quanto riguarda l’evoluzione stellare tracce evolutive ed isocrone. 1)Padova stellar evolutionary tracks and isocrones http://pleiadi.pd.astro.it// 2)Population I pre-main sequence evolution http://www.mporzio.astro.it/~dantona/premains.html 3)Research group of stellar evolution and pulsation http://www.feaglp.unlp.edu.ar/evolgroup/index.html 4)Geneva grids of stellar evolution models http://obswww.unige.ch/~mowlavi/evol/stev_database.html 5)Pre-main sequence and main sequence stars http://www/laog.obs.uif/grenoble.fr/activites/starevol/files/prog.html Pag.101 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 §67 SOVRAPPOSIZIONE DI ISOCRONE ( M44 Praesepe) Sulla base di calcoli evolutivi è possibile procedere alla ricostruzione teorica, della posizione attesa sul diagramma HR per stelle componenti di un ammasso per le quali possiamo assumere origine comune e omogeneità nella costituzione chimica. Per ottenere questo risultato ci si deve domandare quale sia la collocazione sul diagramma HR di strutture stellari di varia massa, con un prefissato valore di composizione chimica iniziale, per ogni assunto valore di età dell’ammasso. Un tale luogo geometrico sul diagramma HR prende il nome di Isocrona. In generale una isocrona sarà formata da una serie di masse di sequenza principale poiché il loro tempo evolutivo è maggiore dell’età prefissata e da un piccolo numero di masse evolventi fuori della sequenza. Comparazioni con Modelli Stellari Schaller & Altri 1992 / Castellani & Altri 1992 I S O C R O N E Castellani, Chieffi, Straniero Schaller, Schaerer, Meynet, Maeder %& %& %& %& %@ ) %@ ! %& %& %& %& ) %@ ! %@ ) %& %& %& 4,00 %& *%& %& %& 3,90 %& %& %& %@ %& %@ *%& %@ 3,80 3,70 Log ( Age ) : A@ A@ )A@ A@ Cambia Calibraz. " #$ **) !A@ A@ %#&+ A@ 3,60 8,91 A@ #" =#& +# Imposta Zoom 3,50 3,00 Max Seleziona Log Te 2,50 2,00 Min Log L/LS 1,50 Seleziona Log Te Max R = 0.1 R= 1 R = 10 R = 100 R = 1000 Sole 1,00 0,50 0,00 -0,50 -1,00 Seleziona Log L/Ls Min Seleziona Log L/Ls Max Vai a Zoom Campo -1,50 -2,00 Log T e Max Min Min PMS Area Diag. [ LogTe , Mbol ] & IMF Function Fig. 62 Sovrapposizione dell’isocrona 800Myr sul Praesepe Come si è già accennato nell’interfaccia comparazioni con modelli stellari, è possibile effettuare la sovrapposizione di alcune isocrone derivate dai modelli stellari sviluppati da Castellani - Chieffi e Straniero Fig. 62. Sono disponibili una serie di isocrone tali da permettere una valutazione di età compresa tra 30 Myr e 10 Gyr. In fig. 62 vediamo l’applicazione dell’isocrona 800Myr sulla sequenza fotometrica del Presepe costituire un fitting quasi perfetto. In particolare operando uno zoom sull’area occupata dalle quattro giganti del Presepe, possiamo vedere come l’isocrona 800Myr individui perfettamente questo gruppetto di stelle fig. 63. Pag.102 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Comparazioni con Modelli Stellari Schaller & Altri 1992 / Castellani & Altri 1992 I S O C R O N E Castellani, Chieffi, Straniero Schaller, Schaerer, Meynet, Maeder %& %& %& %& %@ ) %@ ! %& %& %& %& ) %@ ! %@ ) %& %& %& 3,80 %& *%& %& %& %& %& %& %@ %& %@ *%& %@ Log ( Age ) : A@ A@ )A@ A@ Cambia Calibraz. " #$ **) !A@ A@ %#&+ A@ 3,70 8,91 A@ #" =#& +# Imposta Zoom 3,60 3,00 Max Seleziona Log Te 2,80 2,60 Min Log L/LS 2,40 Seleziona Log Te Max R = 0.1 R= 1 R = 10 R = 100 R = 1000 Sole 2,20 2,00 1,80 1,60 1,40 Seleziona Log L/Ls Min Seleziona Log L/Ls Max Vai a Zoom Campo 1,20 1,00 Log T e Max Min Min PMS Area Diag. [ LogTe , Mbol ] & IMF Function Fig. 63 L’isocrona 800Myr sul gruppo delle giganti ( Presepe ). RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI 1)CAPUTO F. 1998 A&A Rew. 9,33 2)CASTELLANI V. & Altri 1992 ApJS 78, 517 3)CASTELLANI V. “ Astrofisica stellare ” Zanichelli Bologna 4)CASTELLANI V & GIANNONE P. “ Evoluzione Stellare ” ed. Sistema Roma 5)EGGEN O.J. 1965 Ara. & A. 3, 235 6)GAUTSCHY a. & SAIO H. 1996 Ara. & A. 34, 551 7)ICKO IBEN Jr. “ Stellar Evolution: I The approach to the main sequence” Astrophysical Journal 141, 993 8)ICKO IBEN Jr. “ Stellar evolution within and off the main sequence” Annual Review Astronomy & Astrophysics 5, 571 9)KEPLER S.O. & OLIVEIRA S. “ Astronomia e Astrofisica ” UFRGS 10)REEVES H. “ Evolution stellare et nucleosynthese ” Gordon & Breach 11)SCHALLER G. & Altri 1992 Astron. & Astrophys. Supp. 96, 269 Pag.103 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 §68 UN IMPORTANTE WARNING DI HR TRACE Adesso che abbiamo parlato di magnitudini bolometriche ( vedi pag. 96), possiamo vedere un altro punto abbastanza delicato che riguarda il corretto posizionamento delle supergiganti late type, sul diagramma Log(TEFF), MBOL. Nella prima parte del manuale si è detto che per quanto riguarda gli oggetti medium e late type, cioè per gli oggetti compresi tra le classi spettrali da A3 fino a M8, il codice assegna ad essi l’arrossamento medio <E(B-V)> calcolato per early type. Questa scelta, fatta per comodità, ha un punto debole che emerge in modo molto evidente in presenza di oggetti molto rossi e freddi appartenenti alle classi spettrali da K0a M8. Questi oggetti infatti avranno il massimo di emissione nel vicino infrarosso e se osservati a tali lunghezze d’onda, risulteranno assai più brillanti che nel visibile. In queste condizioni per avere una idea dell’output totale, occorrerà apportare una correzione al valore della magnitudine visuale. Questa correzione, che prende il nome di Correzione Bolometrica BC, è rappresentata da un valore numerico che si deve sommare alla magnitudine assoluta, per avere il valore dell’output energetico totale di un astro come nella 74: MBOL = MV + BC (74) I valori di BC ottenuti per via empirica sono stati tabulati da diversi autori, ma quello che qui ci preme mostrare è l’andamento delle curve di calibrazione della correzione bolometrica, per mettere a fuoco come questa correzione abbia un incidenza elevata sopratutto sulle stelle molto rosse e molto blu. La ragione, dipendente dalla temperatura, è evidentemente quella accennata prima, ed è dovuta alla posizione che ha, nello spettro elettromagnetico, il massimo di emissione energetica degli astri. Fig. 64 Correzione Bolometrica Sk82 -6 -5 -3 BC -4 -2 -1 0 4.8 4.6 4.4 4.2 4 3.8 3.6 3.4 Log(Teff) 3.2 3 Poli. (Classe V) Poli. (Classe I) Poli. (Classe III) addirittura le 4 ÷ 5 magnitudini. Pag.104 In figura 64 è mostrata la calibrazione Log(TEFF), BC da Schmidt–Kaler per le classi di luminosità I,III e V. Osservando il grafico di fig. 64 vediamo che solo per le classi spettrali comprese tra A1 e G5 l’applicazione della correzione bolometrica risulta inferiore o al più uguale a 0,5 magn. Contrariamente a quanto accade le altre classi spettrali, dove il valore della correzione BC può arrivare a raggiungere HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Secondo la calibrazione di Schmidt-Kaler infatti, per una supergigante di classe M6Iab il valore di BC è pari a -3,90 e alla stessa supergigante, questa volta di classe spettrale O3Iab, la calibrazione applica una correzione bolometrica pari a -4,41 magnitudini. Hr Trace per ottenere il valore della correzione bolometrica utilizza, per default, una calibrazione più recente rispetto a quella di SchmidtKaler, rappresentata dalla tabulazione di Flower P.J. 1996 Astrophys. Journ. 469, 355 fig. 65 seguente: Fig. 65 Calibrazione BC Flower -6 -5 -4 BC -3 -2 -1 0 3 3.2 3.4 3.6 3.8 4 4.2 4.4 4.6 4.8 1 Log(Teff) Flower Supergiganti Poli. (Flower V + IV + III) Le due calibrazioni non sono molto differenti come potete vedere confrontando le fig. 64 e 65. Sostanzialmente la calibrazione di Flower è leggermente più estesa non tanto nel blu quanto nel rosso, dove rispetto alla calibrazione di Schmidt-Kaler, sale verso valori sempre più grandi di BC con una pendenza decisamente più ripida. Sicchè per una stella di classe M6Iab la calibrazione di Flower propone un valore di BC pari a -4,46. §69 IL PROBLEMA DEL CORRETTO POSIZIONAMENTO DI OGGETTI SUL DIAGRAMMA Log(TEFF), MBOL Se alle stelle Late Type si assegna il valor medio <E(B-V)> ottenuto dalle Early Type, invece di calcolare il loro E(B-V) Individuale, si commette una approssimazione in termini di Log(TEFF) e MBOL. Tale approssimazione non risulta problematica almeno per le classi spettrali tra A2 e G5 in quanto, per queste ultime, il valore della correzione bolometrica è contenuto in 0,4 ÷ 0,5 magnitudini. La stessa cosa non è certamente affermare per le classi spettrali da G5 a M8. Le calibrazioni di fig. 64 e 65 infatti, dimostrano che per queste classi spettrali in valore di BC sale rapidamente, da 0,5 magnitudini fino a raggiungere le 4 ÷ 5 magnitudini. Di quest’ultima preoccupazione però si fa carico il nostro software il quale, nell’interfaccia ricerca dell’arrossamento, individua nella sequenza fotometrica l’esistenza di oggetti che possono essere posizionati in modo non corretto sul diagramma Log(TEFF), MBOL avvisando, in tal caso, l’operatore con un apposito Warning. Per mostrare questo Warning ritorniamo come anticipato a pag. 81, sui diagrammi dell’ammasso Ngc 4755. In questo ammasso è presente la supergigante rossa 4755D SAO 252073, a cui i primi studi spettrali (Arp & van Sant 1958) assegnarono la classe spettrale K5Iab. Oggi sappiamo che questa stella è certamente di classe Pag.105 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 spettrale M2Iab (Keenan 1973) e qualora realmente associata all’ammasso, è la stella più massiva di Jewel Box. Nelle precedenti figure 43÷44 relative a questo ammasso, vediamo SAO 252073 posizionata correttamente poiché, utilizzando il Warning che in questi casi Hr Trace ci mette a disposizione, abbiamo informato l’applicativo circa la classe spettrale a cui appartiene questa stella. La procedura è la seguente: 1) Si ricerca il valore di <E(B-V)> nella solita interfaccia determinando il best – fit e quando si chiede di catturare le early type e proseguire oltre, Hr Trace risponde con il seguente Warning fig. 66. NGC4755 DETERMINAZIONE DI <E(B-V)> Zoom Zoom + - Pend. RL. Visualizza Locus Classi Luminosità E(B-V) 0.42 Imp. R Cerca Tipi Spettrali δ E(B-V) E(B-V) x 0,1 Tabella Spectral Dereddening -1.6 0 3) Per questi oggetti sarebbe necessario introdurre il tipo spettrale derivandolo dal Webda o letterarura, in modo che possano trovare un accurato posizionamento. -0.6 -0.4 -0.2 0 0.2 0.6 0.8 1 END δ E(B-V) 0.4 0.8 Dispersione Elevata Estinzione non Uniforme Esamina distribuzione Early Type 1.2 Prosegui Così 0.4 START δ E(B-V) Il Warning di Hr Barre +/- d (B-V)m Trace che ci -1.2 informa della Metodo Calcolo E(B-V) presenza di -0.8 oggetti come SAO Cattura No Early 252073 Early Type Type -0.4 (B-V)o, Mv Log (Teff), Log (L/Ls) Log (Teff), Mbol Introduci tipo Spettrale + - ( U-B ) 2) E(B-V) x 0,01 Ranging Color Eccess HR TRACE Determinazione <E(B-V)> Early Type e Selezione Classe Luminosità V 1) + - Spectral Dereddening Webda Attenzione: ci sono alcuni oggetti Medium e Late Type appartenenti alle classi di luminosità I a, I ab, I b o II che, se acquisiti con l'attuale valor medio di <E(B-V)>, andranno a posizionarsi in modo errato sui diagrammi: B-Vo RL -0.353 1.2 1.4 1.6 1.8 2 2.2 ( B-V ) Fig. 66 Il warning per le late type stars 2) Si può rispondere a questo avviso in due modi, o accettando di introdurre il tipo spettrale per gli oggetti di cui Hr Trace necessita di definizione spettroscopica, oppure decidendo di proseguire con l’attuale assegnazione di valor medio <E(B-V)> derivato dalle early type per questi oggetti. Se si decide di introdurre la definizione spettroscopica per gli oggetti richiesti, occorrerà fare affidamento sulla letteratura tecnica, o consultare il WEBDA dove potremo trovare rapidamente i dati che ci interessano. Per capire dove sta la differenza tra le due metodologie la cosa migliore è, come sempre, fare un esempio. Decidiamo perciò di proseguire oltre il Warning senza effettuare alcuna definizione di tipo spettrale, per vedere dove il software andrà a posizionare SAO 252073 sui diagrammi (B-V)o, Mv e Log(TEFF), MBOL. Osserviamo l’elaborazione in questo senso sulle fig. 67 e 68. Pag.106 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Mostra Classi Luminosità GRAFICO INDICE COLORE (B-V)o, Mv Ammasso : NGC4755 E(B-V) GRAFICO (B-V)o , Mv 0.42 +/- 0.02 -10.0 <Vo-Mv> Min 11.71 +/- 0.07 Intervallo B-V -0.4 // 0 Imposta Zoom Seleziona B-Vo -8.0 -6.0 -4.0 SAO 252073 -2.0 0.0 Min 2.0 4.0 Seleziona B-Vo Mv Max 6.0 Seleziona Mv 8.0 Min 10.0 Seleziona Mv 12.0 Max 14.0 16.0 18.0 -0.50 -0.30 -0.10 0.10 0.30 Min 0.50 0.70 Max 0.90 1.10 1.30 1.50 1.70 Vai a Zoom Max 1.90 Campo (B-V)o Fig 67 La posizione di SAO 252073 senza correzione GRAFICO Log Te, Mbol : NGC4755 Cam bia Calibrazione : %#&+ , -& +# ( . " #$ #/0( # IMF Function 1 Ripulisci Grafico 2 Ripristina Grafico Grafico Log Te , Mbol -14,00 %& ' ( ! %& ' ( ) %& ' ( %& ' ( %& ' ( %& ' ( %& ' ( %& ' ( *%& ' ( %& ' ( %& ' ( %& ' ( %& ' ( %& ' ( %& ' ( %& ' ( %& ' ( %& ' ( -12,00 -10,00 Sao 252073 -8,00 -6,00 -4,00 -2,00 0,00 2,00 4,00 6,00 3,20 3,40 3,60 3,80 4,00 4,20 4,40 4,60 4,80 8,00 5,00 Mbol Log Te Fig 68 La posizione di SAO 252073 senza correzione Pag.107 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Aspettiamo un attimo ancora prima di fare commenti sulla situazione di fig. 67 e 68, torniamo indietro e proviamo ad accettare l’introduzione di dati di tipo spettroscopico che Hr Trace ci richiede, premendo “Introduci Tipo Spettrale”. Il software ci porta ad una nuova interfaccia, dove sono segnalati gli oggetti di cui è richiesta specifica spettrale come si vede in fig. 69 Fig. 69 L’interfaccia introduzione informazioni spettroscopiche In questa interfaccia occorrerà scorrere la sequenza per vedere se il codice, oltre a SAO 252073, ha individuato altri oggetti per cui sono necessarie informazioni di tipo spettroscopico. Troviamo anche un link verso il WEBDA da attivare per ricercare i dati richiesti, se già non si dispongono per altra via. Una volta introdotte le info, bisognerà uscire dall’interfaccia lasciando che il codice si occupi di tutto ciò che debba essere riorganizzato. Si prosegue poi normalmente, dal menù principale di analisi si determina il modulo della distanza sul piano (B-V)o, Vo e (U-B)o, Vo come al solito e procedendo in questo modo si arriva finalmente alla possibilità di richiedere i grafici precedenti di fig. 67, 68 per poter confrontare gli eventuali cambiamenti avvenuti e fare qualche commento. Vediamo le nuove determinazioni in fig. 70, 71 seguenti. Pag.108 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Mostra Classi Luminosità GRAFICO INDICE COLORE (B-V)o, Mv Ammasso : NGC4755 E(B-V) GRAFICO (B-V)o , Mv 0.42 +/- 0.02 -10.0 <Vo-Mv> Min 11.71 +/- 0.07 Intervallo B-V -0.4 // 0 Imposta Zoom Seleziona B-Vo -8.0 -6.0 -4.0 -2.0 0.0 Min 2.0 4.0 Seleziona B-Vo Mv Max 6.0 Seleziona Mv 8.0 Min 10.0 Seleziona Mv 12.0 Max 14.0 16.0 18.0 -0.50 -0.30 -0.10 0.10 0.30 Min 0.50 0.70 Max 0.90 1.10 1.30 1.50 1.70 Vai a Zoom Max 1.90 Campo (B-V)o Fig. 70 La posizione di SAO 252073 con correzione GRAFICO Log Te, Mbol : NGC4755 Cam bia Calibrazione : %#&+ , -& +# ( . " #$ #/0( # IMF Function 1 Ripulisci Grafico 2 Ripristina Grafico Grafico Log Te , Mbol -14,00 %& ' ( ! %& ' ( ) %& ' ( %& ' ( %& ' ( %& ' ( %& ' ( %& ' ( *%& ' ( %& ' ( %& ' ( %& ' ( %& ' ( %& ' ( %& ' ( %& ' ( %& ' ( %& ' ( -12,00 -10,00 -8,00 -6,00 -2,00 0,00 2,00 4,00 6,00 3,20 3,40 3,60 3,80 4,00 4,20 4,40 4,60 4,80 8,00 5,00 Mbol Sa o 252073 -4,00 Log Te Fig. 71 La posizione di SAO 252073 con correzione Pag.109 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Le figure 72 e 73 mostrano un estratto della tabella magnitudini assolute e altri dati relative alle soluzioni prodotte per SAO 252073 dalle due metodologie. La riga evidenziata in grigio in fig. 72 mostra la soluzione operata dalla scelta di proseguire, dopo il Warning, senza dare ad Hr Trace le info di tipo spettroscopico richieste. C = Commento NGC4755 TABELLA MAGNITUDINI ASSOLUTE : Modulo Distanza Interpolato : 11.71 +/- 0.07 2197.86 Distanza Interpolata Parsec : SCHMIDT - KALER 1982 Calibrazione Zams Utilizzata : Età da Blue TurnOff Log (Age) : 6.86 Nr. Oss. Vo (B-V)o (U-B)o Mv C Lv / L s C Teff C Seleziona Calibrazione Teff 8. % 059. 5 : 0; ; 0% ' R /Rs C ' ;<5 5% 5 <%5 ' Raggi Fotometrici 8 && " =#77 M / M s C Q Sp. C 1 4.75 0.007 -0.512 -6.96 51903.9 10126 87.7 17.3 2 4.92 -0.106 -0.883 -6.79 44381.3 14153 62.9 20.3 B7 3 5.65 -0.115 -0.899 -6.06 22761.5 14651 43.9 17.4 B7 4 6.09 1.800 2.285 -5.63 15205.5 2942 881.5 44.3 5 6.97 -0.290 -1.012 -4.74 6711.2 30777 10.5 19.5 BO 6 8.03 -0.260 -0.926 -3.68 2539.8 24330 7.9 13.0 B1 Fig. 72 Nr. 4 = SAO 252073 senza correzione La figura 73 invece mostra la soluzione fornita da Hr Trace per SAO 252073, dopo aver ottenuto le info spettroscopiche richieste con il Warning. C = Commento NGC4755 TABELLA MAGNITUDINI ASSOLUTE : Modulo Distanza Interpolato : 11.71 +/- 0.07 2197.86 Distanza Interpolata Parsec : SCHMIDT - KALER 1982 Calibrazione Zams Utilizzata : Età da Blue TurnOff Log (Age) : 6.86 Nr. Oss. Vo (B-V)o (U-B)o Mv C Lv / L s C Teff C Seleziona Calibrazione Teff 8. % 059. 5 : 0; ; 0% ' R /Rs C ' ;<5 5% 5 <%5 ' Raggi Fotometrici 8 && " =#77 M / M s C Q Sp. C 1 4.75 0.007 -0.512 -6.96 51903.9 10126 87.7 17.3 2 4.92 -0.106 -0.883 -6.79 44381.3 14153 62.9 20.3 B7 3 5.65 -0.115 -0.899 -6.06 22761.5 14651 43.9 17.4 B7 4 5.79 1.710 2.226 -5.92 19897.6 3422 906.9 23.6 5 6.97 -0.290 -1.012 -4.74 6711.2 30777 10.5 19.5 BO 6 8.03 -0.260 -0.926 -3.68 2539.8 24330 7.9 13.0 B1 Fig. 73 Nr. 4 = SAO 252073 con correzione Si vede immediatamente che applicare un valore di E(B-V) = 0,42 a SAO 252073 comporta, in questo caso, un errore pari all’individuazione di una stella di tipo M6 ÷ M7Iab anziché la più corretta M2Iab. Questa situazione produrrà il calcolo di un colore dearrossato (B-V)o pari a 1.80 nel primo caso, con il posizionamento relativo a questo valore sul diagramma (B-V)o, Mv di fig. 67. Pag.110 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 La successiva applicazione della correzione bolometrica ricavata dalla calibrazione di Flower, per un valore di TEFF = 2942 calcolato da Hr Trace, determinerà un valore di BC pari a -5,47, che sommato al valore di Mv porterà questa stella ad un valore assai poco realistico per MBOL pari a 11,1 in fig. 68. Nel secondo caso invece, seguendo le richieste di Hr Trace e introducendo la specifica spettrale M2Iab per SAO 252073, il codice determinerà per i parametri precedenti i seguenti valori: TEFF = 3422 (B-V)o = 1,71 MV = -5,92 BC = -2,59 MBOL = -8,51 SAO 252073 verrà così posizionata a (B-V)o = 1,71 e Mv = -5,92 sul diagramma di fig. 70 e a Log(TEFF) = 3.54 e MBOL = -8,51 sul diagramma di fig. 71. Questi valori riportano SAO 252073 in una posizione più consona ai suoi reali parametri fisici sul diagramma appena al disopra della traccia 20 masse solari, in sintonia con quanto calcolato in tabella per il rapporto M/Ms. Selettività del Warning per le Late Type Per evitare la generazione di un lunghissimo elenco di richieste dati spettroscopici per le late type, si è limitato la segnalazione ai soli oggetti in evoluzione appartenenti alle classi di elevata luminosità. GRAFICO Log Te, Mbol : NGC4755 Cambia Calibrazione : %#&+ , -& +# ( " #$ IMF Function . #/0( # 1 Ripulisci Grafico 2 Ripristina Grafico Grafico Log Te , Mbol -14.00 %& ' ( ! %& ' ( ) %& ' ( %& ' ( %& ' ( %& ' ( %& ' ( %& ' ( *%& ' ( %& ' ( %& ' ( %& ' ( %& ' ( %& ' ( %& ' ( %& ' ( %& ' ( %& ' ( -12.00 -10.00 -8.00 -6.00 -4.00 Mbol -2.00 0.00 2.00 4.00 6.00 3.20 3.40 3.60 3.80 4.00 4.20 4.40 4.60 4.80 5.00 8.00 Log Te Fig. 73a Zona di rupilitura diagramma delimitata in giallo. Pag.111 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Per i motivi già detti al §68 e 69, questa scelta permette l’inclusione nel diagramma Log(TEFF), MBOL di oggetti di campo late type a luminosità intermedia o bassa, non sufficientemente filtrati in precedenza vedi fig 73a. Un elevato addensamento di tali oggetti sul diagramma Log(TEFF), MBOL potrebbe generare qualche confusione e pertanto è stato previsto, a livello di questa interfaccia, il comando “Ripulisci Grafico” che agendo nell’area contenuta all’interno della curva gialla vedi fig 73a, elimina gli oggetti indesiderati. Il principio di funzionamento del comando, è quello di eliminare gli eventuali oggetti che si trovino contenuti nell’area sotto l’isomassa che passa per il punto di turnoff e a destra della curva che rappresenta l’end hydrogen core burning, tracciata secondo quanto previsto nei modelli di Schaller. La situazione di partenza può comunque essere sempre riottenuta tramite il comando “Ripristina Grafico”. I due pulsanti di opzione presenti i questa interfaccia, permettono di tracciare ed eliminare in modo alternato la “Zams teorica” e la curva “End hydrogen core burning” sul grafico. RIFERIMENTI Bohm-Vitense E. 1981 Ara & A 19, 295 Flower P.J. 1977 Astron. & Astrophys. 54, 31 Flower P.J. 1996 Astrophys. Journ. 469, 355 Habets G.M. & Heintze J.R. 1981 Astron. & Astrophys. 46, 193 Heintze J.R. 1973 IAUS 54, 231 Ridgway S.T. & Altri 1980 Astrophys. Journ. 235, 126 Schmidt-Kaler 1982 “Physical Parameters of Stars” in Landolt-Bornstein Pag.112 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 §70 IL CASO DI UN POSIZIONAMENTO ERRATO DA PARTE DEL SOFTVARE, CHE DIPENDE DA UNA PRECISA SCELTA DELL’OPERATORE I casi di errato posizionamento di uno o più oggetti sui diagrammi (B-V)o, Mv; Log(TEFF), Log(L/Ls) e Log(TEFF), MBOL come quello di SAO 252073 visto precedentemente al §69 dipendono, se non corretti, dal procedimento automatico di calcolo che non è stato adeguatamente supportato e informato dall’operatore. Il Warning generato dal software, in questi casi, serve appunto ad acquisire informazioni più complete e specifiche. Si possono tuttavia verificare situazioni dove nostre precise scelte possono indurre il codice a calcolare errati posizionamenti. Il software Hr Trace infatti è, per quanto possibile, interattivo con l’utente ed eventuali scelte operate o imposte da quest’ultimo non vengono discusse ma semplicemente eseguite. Il prossimo paragrafo oltre ad evidenziare un’altra importante proprietà del sotware, mette in evidenza questo tipo di comportamento. §71 SCOPRIRE UN’ALTRA NOTEVOLE PROPRIETA’ DI HR TRACE Ora che abbiamo visto, più o meno, le cose maggiormente importanti analizzando la fotometria ottenuta dalla letteratura per IC 2581 e familiarizzato con la metodologia e le tecniche che si utilizzano per studiare gli ammassi aperti, possiamo addentrarci in un altro caso particolare, quello di Ngc 2362, che ci aiuterà a focalizzare la nostra attenzione su un’altra notevole proprietà del dereddening di Hr Trace. A qualcuno sembrerà di fare un passo indietro, me le cose non stanno in questo modo e se il lettore avrà un attimo di pazienza, indagheremo un caso in una zona particolare del diagramma colore – colore, che ci permetterà di utilizzare al meglio un comando di Hr Trace di cui non si è ancora parlato se non di sfuggita. §72 IL CORRETTO USO DEL COMANDO “INTORNO DI CATTURA EARLY TYPE” Si è lasciata la descrizione d’uso di questo comando Barre +/- δ (B-V)m alla fine perché per poter interpretare a pieno le differenze che esso può apportare nel dereddening, era necessario avere prima una visione di insieme su come si dispongono, sul diagramma colore-colore, le varie classi di luminosità e conseguentemente quali siano le differenze di colore intrinseco, che possono essere determinate dalla loro posizione. Facciamo il solito esempio concreto prendendo, sempre dalla letteratura, i valori fotometrici per l’ammasso aperto nel Cane maggiore Ngc 2362. Questo ammasso è molto noto per due motivi: il primo e che è stato utilizzato dal Blaauw come tratto di unione tra le sequenze di α Persei e Cephei III nella costruzione della sua Zams empirica e secondo motivo perché contiene come membro una delle stelle più luminose della galassia τ Cma. Oggetto della nostra riflessione sarà proprio la posizione sul diagramma Colore – Colore di questa stella e vedremo l’influenza che può avere sul suo dereddening il comando di definizione intorno di cattura Early Type dalla posizione della classe di luminosità V. Pag.113 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Intanto vediamo dove cade la posizione di τ Cma sul diagramma ColoreColore, andando a determinare l’arrossamento medio per questo ammasso <E(B-V)> fig. 74. NGC2362 DETERMINAZIONE DI <E(B-V)> Zoom Zoom + - Pend. RL. Visualizza Locus Classi Luminosità Imp. R Cerca Tipi Spettrali E(B-V) 0,11 B-Vo RL -0,322 δ E(B-V) E(B-V) x 0,1 E(B-V) x 0,01 Spectral Dereddening + - Tabella Spectral Dereddening Webda Ranging Color Eccess START δ E(B-V) Determinazione <E(B-V)> Early Type e Selezione Classe Luminosità V -1,168 τ + - END δ E(B-V) Barre +/- d (B-V)m ) Cma Metodo Calcolo E(B-V) -0,768 -0,368 0,032 -0,24 -0,19 -0,14 -0,09 -0,04 0,01 0,06 0,11 0,16 0,21 0,26 0,31 0,36 Cattura Early Type No Early Type Dispersione Elevata Estinzione non Uniforme Esamina distribuzione Early Type ( U-B ) La distanza di queste linee dalla curva due colori è determinata dal comando : Barre +/- d (B-V)m 0,41 ( B-V ) Fig. 74 Determinazione di <E(B-V)> per Ngc 2362 Prima di analizzare il grafico di fig. 74 ricerchiamo in letteratura valori per la classificazione spettrale di τ Cma, in modo da poter avere un termine di confronto per il colore intrinseco che questa stella dovrebbe possedere. Le classificazioni più recenti per τ Cma sono come sempre abbastanza discordanti da un autore all’altro e sono quelle che possiamo vedere in tabella 13. Nome τ Cma τ Cma τ Cma τ Cma τ Cma HD Number HD 57061 Tipo Spettrale O9 II Autore Humphreys HD 57061 O9 I Conti HD 57061 O9 III Perry HD 57061 O9 Ib Bright Star Cat. HD 57061 O9 II Walborn Tabella 13 classificazione spettrale per τ Cma Come già sappiamo la linea continua rossa i fig. 74 rappresenta il luogo delle unreddened Early Type classe V per la calibrazione selezionata. Pag.114 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Con i soliti comandi, è stato raggiunto il best-fit tra la calibrazione e la sequenza fotometrica di Ngc 2362 determinando un valore per <E(B-V)> pari a 0,11. Le tre linee continue marrone, blu e fucsia rappresentano invece i luoghi delle stelle che appartengono alle classi di luminosità rispettivamente Ia, Iab, Ib. Si vede che le tre calibrazioni Ia, Iab, Ib ai valori delle coordinate di τ Cma, originano praticamente da un punto quasi comune, questo perché se andiamo a guardare la selezione delle tabulazioni dei colori intrinseci, per esempio di Schmidt-Kaler, troviamo per la classe spettrale di τ Cma (O9) e indice di colore (B-V)o, la situazione seguente fig 75: TABULAZIONE COLORI B-V SCHMIDT - KALER Sp. T. V III II O5 -0,33 -0,32 O6 -0,33 -0,32 O7 -0,32 -0,32 O8 -0,32 -0,31 O9 -0,31 -0,31 BO -0,30 -0,29 B1 -0,26 -0,26 B2 -0,24 -0,24 B3 -0,20 -0,20 Fig. 75 Calibrazione colori Ib Iab Ia -0,32 -0,32 -0,31 -0,31 -0,32 -0,32 -0,31 -0,31 -0,32 -0,31 -0,31 -0,31 -0,31 -0,29 -0,29 -0,29 -0,31 -0,28 -0,27 -0,27 -0,29 -0,24 -0,23 -0,23 -0,26 -0,20 -0,19 -0,19 -0,23 -0,18 -0,17 -0,16 -0,20 -0,14 -0,13 -0,12 intrinseci Schmidt-Kaler (B-V)o Mentre per l’inice di colore (U-B)o la situazione e quella di fig. 76. TABULAZIONE COLORI U-B SCHMIDT - KALER Sp. T. V III II O5 -1,19 -1,18 O6 -1,17 -1,17 O7 -1,15 -1,14 O8 -1,14 -1,13 O9 -1,12 -1,12 BO -1,08 -1,08 B1 -0,95 -0,97 B2 -0,84 -0,91 B3 -0,71 -0,74 Fig. 76 Calibrazione colori Ib Iab Ia -1,17 -1,17 -1,17 -1,17 -1,16 -1,16 -1,16 -1,16 -1,14 -1,14 -1,14 -1,14 -1,13 -1,13 -1,13 -1,13 -1,12 -1,13 -1,13 -1,13 -1,08 -1,07 -1,06 -1,05 -1,00 -0,99 -1,00 -1,00 -0,92 -0,92 -0,93 -0,96 -0,82 -0,82 -0,83 -0,85 intrinseci Schmidt-Kaler (U-B)o Scorrendo i valori intrinseci di (B-V) per la classe spettrale O9 in fig. 75 vediamo che essi sono coincidenti nel valore -0,31 per le classi di luminosità V, III, II, mentre subiscono una variazione minima tra le classi di luminosità Ib, Iab, Ia. Pag.115 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 In particolare tendono a diventare meno blu mano a mano che ci si allontana dalla Zams due colori, infatti, la classe Ib assume valore -0,28 mentre le classi Iab e Ia assumono valore -0,27. Le tre calibrazioni Ib, Iab, Ia, hanno poi pendenza diversa nel diagramma colore-colore e tendono entrambe ad allontanarsi dalle calibrazioni di classe V, III e II. Se ricordate a pag. 46 avevamo detto che Hr Trace effettua il dereddening delle classi di luminosità Ib, Iab e Ia, utilizzando un espressione media tra le tre classi, sia per Schmidt-Kaler che per Fitzgeral come segue: Schmidt-Kaler : (U-B)o = 2,4496(B-V)o - 0,3476 Fitzgerald : (U-B)o = 2,660(B-V)o - 0,4496 Pertanto ci potremo aspettare che Hr Trace restituisca per l’indice di colore (B-V)o di τ Cma un valore compreso tra -0,27 e -0,29 che risulterebbe un compromesso tra la classe Ia e la Ib essendo la Iab compresa tra le precedenti. C = Commento NGC2362 TABELLA MAGNITUDINI ASSOLUTE : Modulo Distanza Interpolato : 11.275 +/- 0.11 1798.87 Distanza Interpolata Parsec : SCHMIDT - KALER 1982 Calibrazione Zams Utilizzata : Età da Blue TurnOff Log (Age) : 6.86 Nr. Oss. Vo (B-V)o (U-B)o Mv C Lv / L s C Teff C Seleziona Calibrazione Teff 8. % 059. 5 : 0; ; 0% ' R /Rs C ' ;<5 5% 5 <%5 ' Raggi Fotometrici 8 && " =#77 M / M s C Q Sp. C 1 11.04 -0.108 -0.355 -0.24 106.3 11938 3.1 3.8 B7 2 10.79 -0.140 -0.463 -0.49 133.7 13196 3.1 4.2 B5 3 11.54 0.239 -0.035 0.26 67.3 7126 4.4 2.8 4 12.08 -0.030 -0.056 0.81 40.6 10011 2.3 2.6 5 10.42 -0.170 -0.596 -0.85 187.4 14786 3.3 5.0 B3 6 9.45 -0.200 -0.693 -1.83 459.2 16954 4.6 6.8 B3 7 9.64 -0.190 -0.653 -1.64 385.5 16153 4.4 6.3 B3 B9 8 10.06 -0.020 -0.020 -1.22 262.3 9839 5.9 4.3 B9 9 9.24 -0.230 -0.806 -2.03 555.6 19983 4.3 7.8 B2 10 11.44 -0.070 -0.210 0.16 73.8 10845 2.8 3.2 B8 11 11.04 0.215 0.035 -0.23 106.0 7287 5.4 3.2 12 8.39 -0.270 -0.953 -2.89 1219.0 26194 5.1 11.2 B1 13 10.12 -0.170 -0.580 -1.16 248.9 14786 3.8 5.4 B3 14 3.93 -0.280 -1.162 -7.34 73858.4 34552 37.3 39.7 B1 Fig. 77 Tabella magnitudini assolute e altri dati per Ngc 2362 Come possiamo vedere in riga 14 della fig. 77 effettivamente Hr Trace Calcola per τ Cma il valore (B-V)o = -0,28. Ora tutti questi calcoli Hr Trace li ha eseguiti partendo dall’ipotesi che l’intorno di cattura dalla calibrazione classe V, una volta raggiunto il best-fit, fosse quella impostata nella apposita finestra a discesa pari nel nostro caso a ± 0,04 (Valore di default in Hr Trace). Proviamo adesso a impostare in questa stessa finestra per esempio il valore ± 0,07 e a rifare i calcoli. Catturiamo le Early Type con questa larghezza di finestra rielaboriamo e osserviamo sempre in riga 14 della Pag.116 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 tabella magnitudini assolute e altri dati se si sono verificati cambiamenti rispetto ai conteggi precedenti. C = Commento NGC2362 TABELLA MAGNITUDINI ASSOLUTE : Modulo Distanza Interpolato : 11.195 +/- 0.12 1733.80 Distanza Interpolata Parsec : SCHMIDT - KALER 1982 Calibrazione Zams Utilizzata : Età da Blue TurnOff Log (Age) : 6.86 v / L L Nr. Oss. Vo (B-V)o (U-B)o Mv C Teff C s C Seleziona Calibrazione Teff 8. % 059. 5 : 0; ; 0% ' R /Rs C ' ;<5 5% 5 <%5 ' Raggi Fotometrici 8 && " =#77 M / M s C Q Sp. C 1 11.04 -0.108 -0.355 -0.16 98.7 11938 2.9 3.7 2 10.79 -0.140 -0.463 -0.41 124.2 13196 3.0 4.2 B7 B5 3 10.69 -0.020 -0.226 -0.50 135.8 9839 4.3 3.6 B9 4 12.08 -0.030 -0.056 0.89 37.7 10011 2.2 2.6 B9 5 10.42 -0.170 -0.596 -0.77 174.1 14786 3.2 4.9 B3 6 9.45 -0.200 -0.693 -1.75 426.6 16954 4.4 6.7 B3 7 9.64 -0.190 -0.653 -1.56 358.1 16153 4.2 6.2 B3 8 10.06 -0.020 -0.020 -1.14 243.7 9839 5.7 4.2 B9 9 9.24 -0.230 -0.806 -1.95 516.2 19983 4.2 7.6 B2 10 11.44 -0.070 -0.210 0.24 68.5 10845 2.7 3.2 B8 11 10.02 -0.100 -0.318 -1.18 252.8 11677 4.8 4.6 B7 12 8.39 -0.270 -0.953 -2.81 1132.4 26194 4.9 11.0 B1 13 10.12 -0.170 -0.580 -1.08 231.2 14786 3.7 5.3 B3 14 3.84 -0.310 -1.108 -7.36 74954.9 36885 30.4 42.0 O6 Fig. 78 Tabella magnitudini assolute e altri dati per Ngc 2362 Ora in riga 14 compare per τ Cma un valore di (B-V)o pari a -0,31. Determinazione <E(B-V)> Early Type e Selezione Classe Luminosità V -1.168 τ Cma Calibrazione classe V -0.768 0,04 -0.368 ( U-B ) Larghezza Cattura +/- Calibrazione classe Ia 0.032 -0.24 -0.19 -0.14 -0.09 -0.04 0.01 0.06 0.11 0.16 0.21 0.26 0.31 0.36 0.41 ( B-V ) Fig. 79 Best-Fit per Ngc 2362 con larghezza di cattura ± 0,04 Pag.117 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Determinazione <E(B-V)> Early Type e Selezione Classe Luminosità V -1.168 τ Cma Calibrazione classe V -0.768 0,07 -0.368 ( U-B ) Larghezza Cattura +/- Calibrazione classe Ia 0.032 -0.24 -0.19 -0.14 -0.09 -0.04 0.01 0.06 0.11 0.16 0.21 0.26 0.31 0.36 0.41 ( B-V ) Fig. 80 Best-Fit per Ngc 2360 con larghezza di cattura ± 0,07 Sembra quindi che la quantità impostata nel comando larghezza di cattura Early Type intorno al al valore di best-fit abbia la sua importanza, cerchiamo di capirne il perché. Se osserviamo la fig.79 ed in particolare la zona indicata dalla freccia all’interno del cerchio rosso che contiene τ Cma, si vede che la retta destra di color mattone, delimitante l’intervallo di cattura Early Type Classe V intorno alla calibrazione colori intrinseci per la stessa classe, non si sovrappone alla retta che rappresenta la classe di luminosità Ia ma anche Ib e Iab perché, come abbiamo visto prima, in questa zona le tre calibrazioni sono praticamente coincidenti. Così poiché τ Cma resta fuori dall’intervallo di cattura classe V, Hr Trace la interpreta correttamente come stella in fase evolutiva, cogliendone i corretti colori rispetto alla sua classificazione spettrale. Nel caso invece di fig. 80 abbiamo imposto ad Hr Trace di accettare come stelle di sequenza principale o giganti normali tutte le stelle comprese in un intervallo di cattura di ± 0,07 intorno al valore di Best-fit e quindi τ Cma viene forzata come stella di sequenza o gigante normale il cui valore di (B-V)o diventa pari a -0,31 vedi fig. 75 tipo O9 classe V / III. Dunque τ Cma dal punto di vista fotometrico si trova in un punto singolare del diagramma colore – colore, è in evoluzione fuori dalla sequenza principale e con i suoi valori fotometrici và a cadere proprio nella zona in cui le tre calibrazioni Ib, Iab, Ia sono così vicine da confondersi vicendevolmente. Tuttavia la sua singolare posizione ci ha anche permesso di vedere come l’utilità intervallo di cattura lavora sul diagramma colore-colore e quali e quante possano essere le implicazioni per un suo uso scorretto. Pag.118 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Hr Trace per default lavora sempre con un valore piccolo per questa caratteristica che è pari a ± 0,03. Ricordiamo che il valore di defaut non è stato fissato in modo casuale, ed è in relazione con il criterio di Burki e agli effetti dispersivi prodotti sulle sequenze fotometriche già discussi nei paragrafi 52 e 53. Per i motivi appena detti l’operatore, durante l’uso dell’applicativo, deve tenere presente che i comandi di selezione intervalli sui grafici sono sempre interpretati dal codice come comandi di forzatura e pertanto le scelte operate con tali comandi non sono mai messe in discussione, ma semplicemente accettate ed eseguite. Per tutti gli altri tipi di comandi, da quelli di ricerca fitting fino a quelli di salvataggio o selezione, il codice applica opportune restrizioni alle scelte dell’utilizzatore, reclamando o informandolo quando le richieste non possono essere soddisfatte. §73 UNA UTILITA’ PER FARE DEI CONFRONTI Molte volte concetti che possono non essere di immediata comprensione, si riescono a percepire attraverso opportuni esempi, che nella maggioranza dei casi, propongono un confronto tra situazioni differenti interconnesse tra loro da identici parametri intrinseci fotografati, però, in istanti diversi. E’ il caso di fig. 45 al §57, dove nel tentativo di far meglio comprendere come si sia potuti arrivare al concetto di evoluzione stellare, si tenta di spiegarlo semplicemente compositando, sullo stesso grafico, situazioni evolutive diverse, prese in istanti di tempo diversi. La fig. 45 è un ottimo esempio di uso della tecnica del confronto e permette, a chi la osservi con attenzione, di percepire il fenomeno evolutivo che tende a sgretolare la sequenza principale partendo dall’alto eliminando, con il progredire dell’età, gli oggetti blu e caldi dal diagramma. Fenomeno quest’ultimo che sappiamo essere in relazione con il rapporto tra la massa ed il tenore del suo consumo (luminosità), rapporto che in definitiva determina un periodo di attività, quindi una quantità temporale in cui evidentemente gli oggetti che lo generano evolvono. §74 CONFRONTARE E COMPARARE GLI AMMASSI STELLARI Nel sotware Hr Trace esiste una interfaccia che ci permette di salvare e compositare su uno stesso diagramma Log(TEFF), MBOL fino a 10 ammassi studiati per eseguire confronti. Le implicazioni che questo tipo di utilità lascia intravedere sono molteplici, ma qui, illustreremo solo due esempi di applicabilità di questa interfaccia. 1) Molto spesso in letteratura si leggono frasi del tipo: ” la controparte boreale di IC 2581 è rappresentata dall’ ammasso Ngc 457 in Cassiopeia ”. Qualche volta però, non è sempre così immediato realizzare che cosa si intenda per controparte. Bene, utilizzando l’interfaccia compositazione diagrammi HR, è possibile rendersi conto in modo chiaro che cosa si intenda per controparte. Dopo aver analizzato e salvato i risultati delle fotometrie di IC 2581 e Ngc 457, si deve accedere all’utilità compositazione diagrammi HR che si vede in fig. 79. Pag.119 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Compositazione diagrammi HR 1 2 NGC457 7.29 IC2581 7.21 %#&+ %#&+ 3 4 5 6 7 8 9 10 %#&+ %#&+ %#&+ %#&+ %#&+ %#&+ %#&+ %#&+ Cambia scala al grafico Composizione Max. %#&+ 3 76 & &+ " + @ +7 Mbol max. Log max. Mbol min. Log min. -10.00 -8.00 -6.00 Vai a Zoom Mbol -4.00 -2.00 %& ! %& ) %& %& %& %& %& %& *%& 0.00 2.00 4.00 Min. 4.500 4.300 4.100 Max. 3.900 3.700 3.500 Cancella Data Base Min. Log (Teff) %& %& %& %& %& %& %& %& %& Fig. 79 Composizione dei diagrammi di Ngc 457 e IC 2581. Qui appare chiaro che i due ammassi sono effettivamente simili, trovandosi nello stesso stadio evolutivo determinato da una pressoché identica età. Il turn off di entrambi gli ammassi è posizionato tra (B-V)o = -0,24 e (B-V)o = -0,25 e l’età calcolata dal codice è di log(Age)IC 2581 = 7,21 e Log(Age)Ngc 457 = 7,29. Se guardiamo agli oggetti in evoluzione ritroviamo praticamente la stessa situazione che può ben essere riassunta nella tabella 13 seguente: Spettro Attuale IC2581 HD92772/G Car 3,91 -8,93 A7IaO IC2581 HD90706 4,15 -8,29 B2,5Ib IC2581 HD90707 4,25 -6,89 B1 III Ngc457 3,84 -8,96 F0IaO φ Cas. Ngc457 HD7902 4,02 -7,69 B6Ib Ngc457 BD+57°258 3,55 -7,50 M1Ib Tab. 13 Dati riassuntivi per oggetti in evoluzione in IC2581 e Ngc457. Ammasso Nome Log(TEFF) MBOL Se immettiamo sul grafico alcune tracce evolutive dai modelli di Schaller e proviamo a fare qualche considerazione intorno agli oggetti più luminosi di entrambi gli ammassi possiamo affermare, confidando sulle tracce evolutive percorse a ritroso, che gli oggetti più massivi, G Car. per IC 2581 e φ Cas. per Ngc 457, devono essersi evoluti a partire da stelle di classe spettrale probabilmente O8÷B0 di circa 25 ÷ 26 masse solari. Pag.120 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Compositazione diagrammi HR 1 2 NGC457 7.29 IC2581 7.21 %#&+ %#&+ 3 4 5 6 7 8 9 10 %#&+ %#&+ %#&+ %#&+ %#&+ %#&+ %#&+ %#&+ Cambia scala al grafico %#&+ 3 76 & Composizione Max. &+ " + @ +7 Mbol max. Log max. Mbol min. Log min. -10.00 -8.00 -6.00 Vai a Zoom Mbol -4.00 -2.00 %& ! %& ) %& %& %& %& %& %& *%& 0.00 2.00 4.00 Min. 4.500 4.300 4.100 Max. 3.900 3.700 3.500 Cancella Data Base Min. Log (Teff) %& %& %& %& %& %& %& %& %& Fig. 80 Tracce evolutive sul diagramma composito Ngc457+IC2581 Compositazione diagrammi HR 1 2 3 4 5 6 7 Ngc129 7,9 NGC5662 8,03 Ngc6087 7,9 Ngc6649 8,03 Ngc6664 8,2 IC4725 8,09 Ngc7790 8,09 %#&+ %#&+ %#&+ %#&+ %#&+ %#&+ Com posizione Max. 8 %#&+ %#&+ 3 76 & %#&+ &+ " + @ +7 9 %#&+ 10 %#&+ Cambia scala al grafico Mbol max. Log max. -10,00 Mbol min. -8,00 Log min. -6,00 Vai a Zoom Mbol -4,00 %& -2,00 0,00 %& %& %& %& %& 2,00 %& %& 4,00 *%& Min. 4,500 Max. 4,300 4,100 3,900 Log (Teff) 3,700 3,500 Min. %& %& %& %& %& %& Cancella Data Base Fig. 81 Compositazione Ngc129+5662+6087+6664+7790+IC4725 Pag.121 %& ! %& ) %& HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 2) Un’altra applicazione interessante per questa interfaccia potrebbe, per esempio, essere quella di tentare l’individuazione sul diagramma Log(TEFF), MBOL della Cepheids Instability Strip, compositando diversi ammassi che contengano, come membri, delle cefeidi. ANDANDO A CACCIA DI CEFEIDI Una cefeide classica è il risultato della evoluzione post-sequenza principale di una stella di massa intermedia, appartenente alla popolazione I. Ricordiamo che per stelle di massa intermedia, si intendeno tutte quelle che innescano il bruciamento dell'elio in un nucleo non degene e che successivamente, seguendo la fase di core He exhaustion, sviluppano un nucleo di carbonio e ossigeno totalmente degenere. Per diventare una cefeide, una stella deve essere nella fase di post core hydrogen burning, in modo tale che durante la sua successiva evoluzione, possa transitare, sul diagramma HR, attraverso la cepheids instability strip. Una stella di popolazione I e massa intermedia nel senso di quanto detto sopra può attraversare la instability strip, durante la sua evoluzione,più di una volta. Il first crossing attraverso la strip avviene durante la fase di hydrogen-shell burning, mentre l'espansione dell'inviluppo aumentando il raggio della stella fino a traformarla in una gigante rossa, ne produce il passaggio, sul diagramma HR, dalla zona di seqenza principale fino alla zona convettiva di Hayashi. Ricodate la regola generale combustioni a shell, movimento verso la zona convettiva. Combustioni centrali, movimento verso la sequenza. Questo primo passaggio è rapidissimo, rispetto al tempo scala stellare e avviene in un range compreso tra circa 10.000 anni a circa 1.000.000 di anni, con una durata del crossing che decresce con l'aumento della massa. I crossing successivi avvengono solo dopo l'inizio della fase di core He burning, mentre la stella evolve verso alte temperature e le variazioni di temperatura, durante questa fase, producono sul diagramma HR il così detto blue loop, il cui risultato si traduce in un secondo e terzo crossing attraverso la instability strip. Nel tentativo di seguire le cefeidi durante questi complessi passaggi tracceremo sul grafico Log(TEFF), MBOL la central line, il blueward limit e il redward limit per la Cepheids instability strip, sfruttando le correlazioni polinomiali determinate da J.D. Fernie 1967 A.J. 72, 1327 che seguono: Blueward Limit: Mv = -1,87 – 3,40(B-V) – 1,60(B-V)2 (20) Central line: Mv = -1,15 – 3,08(B-V) – 1,60(B-V)2 (21) Redward Limit: Mv = -0,67 – 2,63(B-V) – 1,60(B-V)2 (22) Adesso servono ammassi che contengano delle cefeidi e pertanto analizziamo e compositiamo la fotometria di letteratura per i seguenti oggetti: Ngc 129, Ngc5662, Ngc6087, Ngc6649, Ngc6664, Ngc7790, IC4725-M25. La fig. 62 rappresenta la compositazione degli ammassi appena elencati con l’indicazione della Cepheids Instability Strip definita dalle equazioni 20,21 e 22. Questa figura lascia vedere come tutte le cefeidi Pag.122 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 appartenenti ai vari ammassi si concentrino un una porzione ben definita del piano Log(TEFF), MBOL e delimitata dalle curve definite dalle equazioni 20 e 22 di Fernie. In particolare la curva blu (20) rappresenta il blueward limit, quella nera (21) la central line e quella rossa (22) il redward limit. Andando a guardare meglio nella zona della instability strip fig. 63, possiamo distinguere come diverse cefeidi possano sembrare essere ancora al first crossing attraverso la strip lungo l’isomassa che rappresenta le 7 masse solari. Tuttavia poiché il first crossing, avviene normalmente in modo molto rapido, è assai probabile che, in realtà, le cefeidi mostrate in fig. 63 si trovino al 2° o 3° crossing nella strip. Fig. 63 Zoom sulla Cepheids Instability Strip E' chiaro, a questo punto, che le nostre deduzioni soffrono di alcune indeterminazioni dovute alla relativa incertezza sulla metallicità e massa delle cefeidi, che non ci consentono di selezionare la traccia evolutiva più adatta alla loro analisi. Parte notevole di tale indeterminazione è dovuta ad Hr Trace stesso, che al momento, non è in grado di risolverla sul grafico di fig. 63, poiché manca la possibilità di rappresentare le tracce evolutive comprese tra 3 e 12 masse solari, con metallicità inferiori a z < 0,02. Pag.123 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Un aggiornamento mirato a favorire tale performance da parte del software è attualmente in corso. In particolare sono state implementate su Hr Trace le tracce evolutive dai modelli stellari di Schaller, per valori di z = 0,001 e per quanto riguarda più specificamente le cefeidi, saranno presto operative le tracce evolutive a metallicità variabile nel range 0,001< z <0,03 dai modelli stellari, relativi alle intermediate-mass stars, di S.A.Becker (1981 Ap.J. 45, 475). A titolo di esempio proviamo ad esaminare, nel senso di quanto appena detto, la posizione sul diagramma teorico Log(TEFF), MBOL di DL Cas. membro di Ngc 129. Il diagramma Log(TEFF), MBOL per Ngc129 è il seguente: GRAFICO Log Te, Mbol : Ngc129 Cambia Calibrazione : Log. (Te) m in. Log. (Te) m ax. Blue Turnoff Log. Age 7.90 " # $ M bol. min. %#&+ , -& +# ( ( 6" " Ripulisci Grafico . # /0( # Ripristina Grafico IMF Function Mbol. m ax. ) Vai a Zoom Campo 1 2( 6" " Schalle r Tracks Z=0,001 Z=0,02 Grafico Log Te , Mbol -10.00 %& ! %& ) %& %& %& %& %& %& *%& %& %& %& %& %& %& %& %& %& Max. -8.00 -6.00 -4.00 Mbol -2.00 0.00 Max. Log Te )) ) )! )* ) ! * ! ! ! ! ! ! !) ! !! !* * * * * * * *) * *! ** ) ! ) ! ) ! 3.50 3.70 3.90 4.10 4.30 2.00 4.50 Min. Bertelli Isocrones Z=0,004 Z=0,008 Z=0,02 Min. Fig. 64 Diagramma Log(TEFF), MBOL La stella evidenziata nel cerchio rosso è DL Cas. i cui valori medi nel sitema UBV sono i seguenti: <V> = 8.97, <B-V> = 1.24, <U-B> = 0.87 (H.Arp). Questa stessa interfaccia ci permette di tracciare sul grafico Log(TEFF), MBOL, le isocrone dai modelli stella del gruppo di Padova (Bertelli & altri) e tracce evolutive dai modelli stellari del gruppo di Ginevra (Shaller & altri), per metallicità differenti da quella solare. Pag.124 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Le iscrone dai modelli stellari di Bertelli, possono essere tracciate per metallicità Z = 0.02, Z = 0.008 Z = 0.004 approssimativamente con abbondanze solare, LMC (Large Magellanic Cloud) e SMC (Small Magellanic Cloud). GRAFICO Log Te, Mbol : Ngc129 Cambia Calibrazione : Log. (Te) min. Log. (Te ) max. Blue Turnoff Log. Age 7.90 " #$ Mbol. m in. %#&+ , -& +# ( ( 6" " Ripulisci Grafico . #/0( # Ripristina Grafico IMF Function Mbol. m ax. ) Vai a Zoom Campo 1 2( 6" " Schaller Tracks Z=0,001 Z=0,02 Grafico Log Te , Mbol -10.00 %& ! %& ) %& %& %& %& %& %& *%& %& %& %& %& %& %& %& %& %& Max. -8.00 -6.00 -4.00 Mbol -2.00 0.00 Max. Log Te )) ) )! )* ) ! * ! ! ! ! ! ! !) ! !! !* * * * * * * *) * *! ** ) ! ) ! ) ! 3.50 3.70 3.90 4.10 4.30 2.00 4.50 Min. Bertelli Isocrones Z=0,004 Z=0,008 Z=0,02 Min. Fig. 65 Isocrona log(age) 7,9 e Z = 0,02 sul diagramma. Leggendo l'età dell'ammasso determinata al blue Turnoff da Hr Trace e mostrata nella apposita finestra, accendiamo l'isocrona log(age) = 7.9 dai modelli di Bertelli selezionando per la metallicità l'option button Z = 0.2 e osserviamo come il blue loop dell'isocrona, dopo l'inizio della fase di core He-burning, individui perfettamente DL Cas. (vedi fig. 65). Aggiungiamo l'isocrona log(age) 8.0 e selezioniamo l'option button Z=0.008, che corrisponde ad una abbondanza pari a circa quella presente nella grande nube di magellano. L'effetto sarà quello di vedere le isoscrone plottate, spostasi verso sinistra nel diagramma portandosi a temperarure più elevate. contemporaneamente osserveremo anche i loops che attraversano la instability strip, aumentare la loro estensione verso valori maggiori di temperatura (vedi fig. 67). Risulta pertanto evidente come la variazione del grado di metallicità, influenzi la posizione degli oggetti sul diagramma Hr teorico. Pag.125 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 GRAFICO Log Te, Mbol : Ngc129 Cambia Calibrazione : Log. (Te) m in. Log. (Te) m ax. Blue Turnoff Log. Age 7.90 " #$ M bol. m in. Ripulisci Grafico %#&+ , -& +# ( ( 6" " IMF Function Mbol. m ax. ) Vai a Zoom . #/0( # Campo 1 Ripristina Grafico 2( 6" " Schaller Tracks Z=0,001 Z=0,02 Grafico Log Te , Mbol -10.00 %& ! %& ) %& %& %& %& %& %& *%& %& %& %& %& %& %& %& %& %& Max. -8.00 -6.00 -4.00 Mbol -2.00 0.00 Log Te Max. )) ) )! )* ) ! * ! ! ! ! ! ! !) ! !! !* * * * * * * *) * *! ** ) ! ) ! ) ! 3.50 3.70 3.90 4.30 4.10 2.00 4.50 Min. Bertelli Isocrones Z=0,004 Z=0,008 Z=0,02 Min. Fig. 66 Isocrone log(age) 7,9 e 8,0 Z = 0,02 sul diagramma. GRAFICO Log Te, Mbol : Ngc129 Cambia Calibrazione : Log. (Te) m in. Log. (Te) m ax. Blue Turnoff Log. Age 7.90 " # $ M bol. min. %#&+ , -& +# ( ( 6" " Ripulisci Grafico . # /0( # Ripristina Grafico IMF Function Mbol. m ax. ) Vai a Zoom Campo 1 2( 6" " Schalle r Tracks Z=0,001 Z=0,02 Grafico Log Te , Mbol -10.00 %& ! %& ) %& %& %& %& %& %& *%& %& %& %& %& %& %& %& %& %& Max. -8.00 -6.00 -4.00 Mbol -2.00 0.00 Max. Log Te )) ) )! )* ) ! * ! ! ! ! ! ! !) ! !! !* * * * * * * *) * *! ** 3.50 3.70 3.90 4.10 4.30 2.00 4.50 Min. Bertelli Isocrones Z=0,004 Z=0,008 Z=0,02 Min. Fig. 67 Isocrone log(age) 7,9 e 8,0 Z = 0,008 sul diagramma. Pag.126 ) ! ) ! ) ! HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Le posizioni di DL Cas. individuate con i loops precedenti dai modelli stellari di Bertelli, corrispondono a stelle di massa comprese tra 5,6 e 5,7 masse solari. Per confronto con le tracce evolutive di Schaller con Z = 0.02, accendiamo sul diagramma Hr teorico la traccia corrispondente a 5 masse solari come si vede in figura seguente. La traccia calcolata per un abbondanza di tipo solare non raggiuge DL Cas. e pertanto ci spostiamo su tracce a metallicità inferiore, pari a un valore di Z = 0.001 ottenendo quanto segue. Cambiando scala al grafico, per evidenziare meglio la zona che ci interessa, possiamo definitivamente vedere che evidentemente DL Cas. deve essere, come previsto dai modelli di Bertelli, al terzo crossing con una massa di circa 5.6 masse solari. GRAFICO Log Te, Mbol : Ngc129 Cambia Calibrazione : Log. (Te) m in. Log. (Te) max. Blue Turnoff Log. Age 7.90 " #$ Mbol. m in. %#&+ , -& +# ( ( 6" " Ripulisci Grafico . #/0( # Ripristina Grafico IMF Function Mbol. m ax. ) Vai a Zoom Campo 1 2( 6" " Schaller Track s Z=0,001 Z=0,02 Grafico Log Te , Mbol -10.00 %& ! %& ) %& %& %& %& %& %& *%& %& %& %& %& %& %& %& %& %& Max. -8.00 -6.00 -4.00 Mbol -2.00 0.00 Max. Log Te )) ) )! )* ) ! * ! ! ! ! ! ! !) ! !! !* * * * * * * *) * *! ** 3.50 3.70 3.90 4.10 4.30 2.00 4.50 Min. Berte lli Isocrone s Z=0,004 Z=0,008 Z=0,02 Min. Fig. 68 Schaller Track 5 Masse Solari e Z = 0.02 sul diagramma. Pag.127 ) ! ) ! ) ! HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 GRAFICO Log Te, Mbol : Ngc129 Cambia Calibrazione : Log. (Te) m in. Log. (Te) m ax. Blue Turnoff Log. Age 7.90 " # $ M bol. min. %#&+ , -& +# ( ( 6" " Ripulisci Grafico . # /0( # Ripristina Grafico IMF Function Mbol. m ax. ) Vai a Zoom Campo 1 2( 6" " Schalle r Tracks Z=0,001 Z=0,02 Grafico Log Te , Mbol -10.00 %& ! %& ) %& %& %& %& %& %& *%& %& %& %& %& %& %& %& %& %& Max. -8.00 -6.00 -4.00 Mbol -2.00 0.00 Min. Bertelli Isocrones Z=0,004 Z=0,008 Z=0,02 Log Te Max. ) ! * ! ! ! ! ! ! !) ! !! !* * * * * * * *) * *! ** ) ! ) ! ) ! 3.50 3.70 3.90 4.10 4.30 4.50 2.00 )) ) )! )* Min. Fig. 69 Schaller Track 5 Masse Solari e Z = 0.001 sul diagramma. GRAFICO Log Te, Mbol : Ngc129 Cambia Calibrazione : Log. (Te) m in. Log. (Te) m ax. M bol. min. Mbol. m ax. ) Vai a Zoom Blue Turnoff Log. Age 7.90 " # $ %#&+ , -& +# ( ( 6" " Ripulisci Grafico . # /0( # Ripristina Grafico IMF Function ) Campo 1 2( 6" " Schalle r Tracks Z=0,001 Z=0,02 Grafico Log Te , Mbol -6.00 %& ! %& ) %& %& %& %& %& %& *%& %& %& %& %& %& %& %& %& %& Max. -5.00 -4.00 -3.00 -2.00 Mbol -1.00 0.00 1.00 Min. 2.00 Max. 3.50 3.70 3.90 4.10 4.30 4.50 3.00 Log Te Min. Fig. 70 Pag.128 Bertelli Isocrones Z=0,004 Z=0,008 Z=0,02 )) ) )! )* ) ! * ! ! ! ! ! ! !) ! !! !* * * * * * * *) * *! ** ) ! ) ! ) ! HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 La presenza, infine, di un membro non cefeide di Ngc6649 (Fig. 63) mostra come, anche all’interno della instability strip, possano esistere oggetti che non presentano l’atteso fenomeno di variabilità. Studiare ammassi che contengano come membri delle cefeidi classiche ha un significato strategico, sopratutto in funzione del contributo alla calibrazione delle relazioni PL (Periodo-luminosità) e PLC (Periodocolore-luminosità), che questi ultimi possono offrire e che consiste nella possibilità di determinare per altra via la magnitudine assoluta delle Cefeidi. La relazione PL infatti richiede la calibrazione accurata dello zero point e della pendenza, essendo espressa nella forma: < M > = a + bLog10 P (23) dove a = Zero Point e b = Pendenza. Poiché non è tecnicamente facilissimo ottenere i valori di a e b, non ostante i progressi tecnologici, intorno a queste determinazioni restano, al momento, aperte alcune controversie. Basti osservare come la relazione PL sia andata progressivamente cambiando nel corso degli anni, dalla prima determinazione analitica di Hertzspung che aveva ottenuto una relazione della forma: < MV > = -0,6 – 2,1Log P (24) fino alla più recente di Fernie & Catchpole (1997) seguente: < MV > = -1,43 – 2,81Log P (25) Un articolo riassuntivo molto bello, che da una ampia panoramica sui fondamentali problemi (scala cosmica delle distanze) che gravitano intorno alle Cefeidi, è il seguente: Feast M.W. & Walker A.R. 1987 Ann. Rev. Astr. & Astrophys. 25, 345. Lasciamo immaginare al lettore altre possibilità di uso per questa utilità e fra le tante possibili diamo solo qualche piccolo indizio: Costruzione empirica di una sequenza principale? Osservare l’andamento evolutivo compositando diversi ammassi di conveniente età? RIFERIMENTI Arp H. 1958 Ap.J. 128, 166 Arp H. & Altri 1959 Ap.J. 130, 80 Arp H. 1960 Ap.J. 131, 322 Bono G. & Marconi M. arXiv:astro-ph/9810460v1 Cester B. & Marsi C. 1984 Ap.& SS. 107, 167 Coulson I.M. & Caldwell A.R. 1985 MNRAS 216, 671 Feast M.W. & Catchpole R.M. 1997 MNRAS 286, L1 Pag.129 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Fernie J.D. 1961 Ap.J. 133, 64 Fernie J.D. 1967 A.J. 72, 1327 Fernie J.D. 1969 PASP 81, 707 Fernie J.D. 1990 Ap.J. 354, 295 Freyhammer L.M. “Pulsating stars and the P-L & P-L-C relations“ Fry A.M. & Carney B.W. 1999 A.J. 118, 1806 Gieren W.P. 1981 ApJS 46, 287 Gieren W.P. 1981 ApJS 47, 315 Gieren W.P. 1982 ApJS 49, 1 Gieren W.P. 1988 PASP 100, 262 Gieren W.P. & Altri 1994 A.J. 107, 2093 Harris H.C. & Altri 1978 A.J. 94, 403 Moffet J.M. & Barnes T.G. 1968 MNRAS 219, 45 Sandage A. 1958 Ap.J. 128, 150 Sandage A. 1960 Ap.J. 131, 610 Sandage A. & Tammann G.A. 1968 Ap.J. 151, 531 (I) Sandage A. & Tammann G.A. 1969 Ap.J. 157, 683 (II) Sandage A. & Tammann G.A. 1971 Ap.J. 167, 293 (III) Sandage A. 1972 Q.Jl R. Astr. Soc. 13, 202 Tammann G.A. & Altri 2003 arXiv:astro-ph/0303378v1 Turner D.G. 1969 JRASC 60, 82 Turner D.G. 1978 JRASC 72, 248 Turner D.G. 1984 JRASC 78, 229 Turner D.G. 1985 JRASC 79, 175 Turner D.G. 1986 JRASC 80, 166 Wampler J. & Altri 1961 Ap.J. 133, 895 Pag.130 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Giunti a questo punto, sarà bene affrontare il problema della determinazione della funzione attuale di massa (PDMF) e della funzione iniziale di massa (IMF). §75 LA DISTRIBUZIONE DI MASSA Abbiamo più volte detto della relazione esistente tra massa e luminosità, in modo particolare si può quantizzare tale relazione con una legge di potenza simile alla seguente: L ≅ (M) α (81) Dove la 81, come hanno dimostrano diverse indagini osservative, è corretta almeno in prima approssimazione ponendo α = 3,5. Così stando le cose, possiamo affermare che la distribuzione della funzione di luminosità (§62), altro non è che una rappresentazione della distribuzione di massa. Questo vuol dire che possedendo una corretta relazione massa - luminosità (MLR), si dovrebbe poter derivare la funzione di massa attuale (PDMF) dalla funzione di luminosità (LF). Se poi si riuscisse a riportare sulla Zams gli oggetti in evoluzione, ove presenti, allora si potrebbe passare dalla funzione attuale di massa (PDMF) alla funzione iniziale di massa (IMF), trattando quindi tutti gli oggetti come se fossero sulla Zams. Vedremo tra breve come il codice del nostro applicativo affronta questa situazione. §76 LA RELAZIONE MASSA – LUMINOSITA’ (MLR) Lo studio dei sistemi binari ha come scopo, tra le altre cose, anche quello di definire la massa e luminosità degli oggetti osservati. Utilizzando quindi, i dati derivanti dallo studio dei sistemi binari contenuti in cataloghi come per esempio quello di Svechnivcov e Bessonova: “ Catalog of Orbital Elements, Masses and Luminosities of Close Double Stars “ 1984 Bull. Inform. CDS 26, 99 che contiene elementi assoluti per 246 sistemi binari, è possibile tentare una ricerca correlativa tra massa e magnitudine bolometrica. Si è visto sperimentalmente che tale determinazione correlativa è possibile nella forma: Log(M) = A + BMBOL (82) Dove M = massa e MBOL = magnitudine bolometrica. La (82) praticamente ci dice che disponendo su un diagramma logaritmo della Massa - Magnitudine bolometrica, gli oggetti contenuti in cataloghi come quello di Svechnicov & Bessonova i punti che li rappresentano possono essere fittati da una retta di equazione Log(M) = A + BMBOL. L’applicazione a tale grafico del metodo di best fitting utilizzando i minimi quadrati risolve e determina il valore delle costanti A e B. Nella seconda metà del secolo scorso molti autori si sono dedicati allo studio di come ottenere i parametri A e B nella (82). Così seguendo Schmidt – Kaler possiamo scrivere la seguente: Log(M/Ms) = 0,48 - 0,105MBOL La (83) è valida in un campo -8 MBOL < 10,5. Pag.131 (83) HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 In ugual modo possiamo esprimere il rapporto Log(L/Ls) sempre seguendo Schmidt-Kaler come segue: Log(L/Ls) = 3,8Log(M/Ms) + 0,08 (84) Valida per M > 0,2Ms. Una maggior definizione della relazione massa-luminosità si ottiene suddividendo in due spezzoni l’intervallo di magnitudine bolometrica con le seguenti: Log(M/Ms) = 0,46 - 0,100MBOL (85) Log(M/Ms) = 0,76 - 0,145MBOL (86) Dove il campo di validità per la (85) è: MBOL < 7,5 e per la (86): MBOL > 7,5. Dunque applicando alla fotometria del nostro ammasso la (83) oppure le (85)÷(86) possiamo, a partire dal valore della magnitudine bolometrica, determinare il valore della massa di ogni oggetto. §77 DETERMINARE LA FUNZIONE DI MASSA DALLA FUNZIONE DI LUMINOSITA’ Premettiamo subito, che usare in modo corretto l’interfaccia che ci permette di derivare la funzione PDMF dalla LF non è particolarmente semplice, in quanto per poter ottenere determinazioni veritiere, occorre prestare alcune importanti attenzioni ai dati fotometrici. Le difficoltà principali per chi desidera determinare la funzione PDMF utilizzando dati derivanti dalle osservazioni, sono le seguenti: 1) Stelle di campo (non membri) che, se non eliminate, incidono pesantemente sulla LF e PDMF. 2) Oggetti in evoluzione nell’ammasso, che per essere inclusi nella determinazione della IMF, devono essere riportati lungo la loro isomassa sulla sequenza principale. Il punto (1) solleva immediatamente il problema di come effettuare le osservazioni, vale a dire ad esempio, fino a che valore di magnitudine spingersi e quale area debba essere ritenuta valida intorno al cuore dell’ammasso. Il metodo classico per discriminare tra le stelle di campo dai membri di un ammasso è costituito dalla analisi dei moti propri nell’area osservata. Questo metodo richiede tuttavia una notevole base storica, immagini riprese nel corso degli anni, da cui derivare i moti propri dei vari oggetti. Evidentemente nel nostro caso questa strada non è percorribile, non solo per la difficoltà delle misure e dei relativi calcoli necessari, ma anche per la mancanza totale di basi storiche. Deve comunque essere detto che la discriminazione dei membri di un ammasso, utilizzando i moti propri non riscuote notevole successo anche in campo professionale, soprattutto per la bassa sensibilità delle vecchie lastre fotografiche. Oggi con l’avvento del CCD, questo problema si risolve attraverso la sottrazione statistica delle stelle di campo, un procedimento che si basa Pag.132 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 sul principio della identica distribuzione delle stelle di campo all’interno e intorno all’ammasso che stiamo osservando. Così procedure statistico-matematiche sono state sviluppate per sottrarre la densità delle stelle di campo intorno all’ammasso, dal campo dell’ammasso stesso, decontaminando in questo modo l’area di interesse. Questa tecnica ha grande peso per le stelle deboli o molto deboli e si scontra con le difficoltà connesse alla statistica per piccoli numeri, quando si considerino oggetti molto brillanti. Per poter utilizzare proficuamente la sottrazione statistica delle stelle di campo, occorrerà ovviamente pianificare sulla regione che contiene il nostro ammasso almeno due aree, una che contenga il nucleo principale dell’ammasso e l’altra un campo stellare vicino da utilizzarsi come riferimento per le stelle di campo, come si vede in fig. 83 Fig. 83 Definizione delle aree per la sottrazione statistica delle stelle di campo Pag.133 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Le procedure appena discusse vengono normalmente utilizzate in campo professionale e ovviamente garantiscono risultati molto precisi. Per i nostri scopi, tuttavia, la decontaminazione del campo stellare dell’ammasso che stiamo osservando dalle stelle di campo, può essere fatta in modo più semplice, anche se meno preciso, rispetto ai precedenti metodi. La nostra metodologia nell’affrontare questo problema è solamente di tipo fotometrico e si basa sul principio che le stelle di sequenza principale sui grafici Colore-Colore e Colore-Magnitudine, devono andare ad occupare zone ben determinate che sono proprie del loro stato evolutivo. Pertanto basterà confrontare le relative posizioni di ogni oggetto sui diagrammi Colore-Colore e Colore-Magnitudine con la posizione occupata nell’immagine dell’ammasso rispetto al suo core per farsi un idea abbastanza precisa della possibilità che gli oggetti considerati possano, o meno, essere membri dell’ammasso. Questa soluzione non sarà certamente precisa come le metodologie utilizzate in campo professionale, ma sarà comunque in grado di farci raggiungere, se ben applicata, discreti risultati. Per quanto riguarda il punto (2) per la determinazione della massa iniziale di un oggetto in evoluzione occorrerà riferirsi alla sua posizione sul diagramma Log(TEFF),MBOL e utilizzando le tracce evolutive di Schaller, determinare la posizione originale dell’oggetto considerato sulla Zams percorrendo a ritroso, l’isomassa passante per l’oggetto stesso. Le operazioni da svolgere per riportare un oggetto in evoluzione sulla sequenza principale percorrendo a ritroso l’isomassa passante per l’oggetto stesso, sono abbastanza complesse e per questo motivo è attualmente in fase di sviluppo per Hr Trace la scrittura del codice necessario ad automatizzare tale aspetto. Tutte le difficoltà viste fino a questo momento possono tuttavia essere risolte in modo semplice e veloce se si considerano, ai fini della derivazione della PDMF dalla LF, solo le stelle di sequenza principale escludendo dalla nostra analisi gli oggetti in evoluzione e tutto ciò che dista dalla Zams oltre un certo limite di magnitudine. In questo caso se si accetta come criterio selettivo dell’intorno Zams quello di Walker, allora gli oggetti che rientrano all’interno di questo campo sono già disponibili automaticamente in Hr Trace e per l’eliminazione degli oggetti in evoluzione, è sufficiente considerare tutti quelli che giacciono sotto il Turn-off point. Questa procedura consente di derivare la PDMF dalla LF per gli oggetti che giacciono al momento sulla Zams, ottenendo così una determinazione di Γ sufficientemente veritiera. Nel caso di un ammasso galattico assumendo, come già sappiamo, che tutte le stelle appartenenti si sono formate più o meno allo stesso tempo e che la durata dell’evento di formazione stellare sia molto più piccolo dell’età dell’ammasso stesso, possiamo dire che la funzione PDMF e IMF differiranno solo per una costante Ψ0 , che rifletterà il numero di stelle che possono essere considerate fisicamente membri. I risultati prodotti da molti studi, hanno mostrato che almeno in alcuni distinti intervalli di massa la funzione IMF può essere ben rappresentata da una legge esponenziale del tipo: N(m) mα (87) o meglio dN(m) mα dm Pag.134 (88) HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 GRAFICO IMF AMMASSO Pleiadi Equazione su intervallo del fit: -0.69 LogM/Ms(L): 0.85 LogM/Ms(H): Intervalli medi per Γ Γ = -1,3 ± 0,5 per m > 10Ms Γ = -1,7 ± 0,5 per 1Ms < m < 10Ms Γ = -0,2 ± 0,5 per m < 1Ms 0.20 (M/Ms) Low: (M/Ms) Higt: 7.00 Seleziona campo Istograma IMF Function 1.8 1.6 (1) Carica dati originali sul diagramma 1.4 Campo: da Log(M/Ms) 1.2 Campo: a Log(M/Ms) 1 Log (dN) 0.8 (2) Vai a selezioni campo 0.6 0.4 Valore Γ 0.2 Log(M /Ms) 2 2.1 1.9 1.8 1.7 1.6 1.5 1.4 1.3 1.2 1 1.1 0.9 0.8 0.7 0.6 0.5 0.4 0.3 0.2 0 0.1 -0.1 -0.2 -0.3 0 Condiziona Istogramma con le sole stelle sotto il Turn-Off e apprtenenti alla Zams (3) Traccia / Elimina Trendline valore Γ Fig. 84 La funzione IMF delle Pleiadi GRAFICO IMF AMMASSO Pleiadi Equazione su intervallo del fit: -0.69 LogM/Ms(L): LogM/Ms(H): 0.85 Intervalli medi per Γ Γ = -1,3 ± 0,5 per m > 10Ms Γ = -1,7 ± 0,5 per 1Ms < m < 10Ms Γ = -0,2 ± 0,5 per m < 1Ms (M/Ms) Low: 0.20 (M/Ms) Higt: 7.00 Seleziona campo Istograma IMF Function 1.8 1.6 (1) Carica dati originali sul diagramma 1.4 Campo: da Log(M/Ms) 1.2 Campo: a Log(M/Ms) ) 1 Log (dN) 0.8 0.6 0.4 (2) Vai a selezioni campo Valore Γ 0.2 0.6 0.5 0.4 0.3 0.2 0 0.1 0 Log(M /Ms) Condiziona Istogramma con le sole stelle sotto il Turn-Off e apprtenenti alla Zams (3) Traccia / Elimina Trendline valore Fig. 85 Selezione campo su IMF Pleiadi per determinazione di Γ Pag.135 Γ HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 GRAFICO IMF AMMASSO Pleiadi y = -1.5905x + 1.6668 Equazione su intervallo del fit: LogM/Ms(L): -0.69 LogM/Ms(H): 0.85 Intervalli medi per Γ Γ = -1,3 ± 0,5 per m > 10Ms Γ = -1,7 ± 0,5 per 1Ms < m < 10Ms Γ = -0,2 ± 0,5 per m < 1Ms 0.20 (M/Ms) Low: (M/Ms) Higt: 7.00 Seleziona campo Istograma IMF Function 1.8 1.6 (1) Carica dati originali sul diagramma 1.4 Campo: da Log(M/Ms) 1.2 Campo: a Log(M/Ms) ) 1 Log (dN) 0.8 y = -1.5905x + 1.6668 0.6 (2) Vai a selezioni campo Valore Γ 0.4 0.2 -1.5905 Log(M/Ms) 0.7 0.6 0.5 0.4 0.3 0.2 0.1 0 0 Condiziona Istogramma con le sole stelle sotto il Turn-Off e apprtenenti alla Zams (3) Traccia / Elimina Trendline valore Γ Fig. 86 Determinazione del valore di Γ per le Pleiadi con α = esponente negativo. Qualitativamente la (88) esprime il fatto che la natura preferisce creare stelle di massa piccola o intermedia, piuttosto che supergiganti molto massive. Riassumendo il risultato di vari studi statistici, Scalo (1998) ci dice che la funzione iniziale di massa (IMF), può essere ben rappresentata su differenti intervalli di massa dalla seguente tabella: Γ = -1,3±0,5 per m > 10 Masse solari Γ = -1,7±0,5 per 1 Massa Solare < m < 10 Masse solari Γ = -0,2±0,3 per m < 1 Massa solare In un diagramma Log-log la funzione IMF è rappresentata da una retta. In fig. 84 é si vede la distribuzione di massa delle Pleiadi derivata dalla funzione di luminosità, ottenuta a sua volta dai dati di letteratura, presenti in archivio fotometrico di Hr Trace e caricati in interfaccia con l’apposito comando:”Carica dati originali sul diagramma”. Con le finestre a discesa e il comando: ”Vai a selezione campo” restando sotto il Turn-off point, isoliamo le masse comprese tra 1 Ms e 4 Ms (0 < Log(M/Ms) < 0,6), ottenendo la situazione di fig. 85. Ora, in questo tratto di istogramma dovrebbero essere presenti solo stelle di sequenza principale, e premendo il comando:”Traccia/Elimina Trendline Γ” ci attendiamo, secondo quanto specificato da Scalo (1998), un valore di Γ intorno a -1,7. Pag.136 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 In fig. 86 si vede che il nostro applicativo determina, con un fit lineare, un valore di Γ pari a -1,59 per questo intervallo delle Pleiadi. RIFERIMENTI Ann H.B. & Lee C. 1989 JKAS 22, 113 Claudius M. & Grosbol P.J. 1980 A&A 87, 339 Larson R.B. 1992 MNRAS 256, 641 Massey P. & Altri 1995 ApJ 438, 188 Massey P. & Altri 1995 ApJ 454, 151 Miller G.E. & Scalo J.M. 1979 ApJS 41, 513 Phelps R.L. & Janes K.A. 1993 ApJS 90, 31 (I) Phelps R.L. & Janes K.A. 1994 AJ 106, 1870 (II) Sagar R. & Altri 1986 MNRAS 220, 383 Salpeter E.E. 1955 ApJ 121, 161 Sanner J. & Altri 2000 A&A 357, 471 Sanner J. & Altri 2000 A&A 369, 511 Sanner J. 2001 “Photometric and Kinematic Stidies of Open Star Cluster” Scalo J.M. 1998 Asp. Conf. Ser. 142 Vàzquez R.A. & Altri 1994 A&AS 106, 399 Vàzquez R.A. & Altri 1996 A&AS 116, 75 Vàzquez R.A. & Altri 1997 A&AS 124, 13 Pag.137 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 LE DISTRIBUZIONI SUL PIANO COLORE – COLORE DIFFICILI DA RISOLVERE IL CASO DI STOCK 2 Pag.138 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 §78 LE DISTRIBUZIONI NON RISOLVIBILI SUL DIAGRAMMA DUE COLORI STOCK2 A volte la dispersione dei punti sul diagramma colore – colore avviene in modo così particolare, da impedire la determinazione dell’eccesso medio di colore usando la Sliding Fit Tecnique. Dispersioni a macchia come quella di Stock 2 fig. 87, sono difficili da risolvere solo con i metodi visti fino a questo momento. Stock2 DETERMINAZIONE DI <E(B-V)> Zoom Zoom + - Pend. RL. Visualizza Locus Classi Luminosità E(B-V) 0 Imp. R Cerca Tipi Spettrali δ E(B-V) E(B-V) x 0,1 Tabella Spectral De reddening -1,2 Metodo Calcolo E(B-V) -0,8 0 Analizziamo il contenuto della macchia con il premendo il comando : 0,4 0,6 0,8 1 1,2 1,4 1,6 1,8 2 Cattura Early Type No Early Type Dispersione Elevata Estinzione non Uniforme Esamina distribuzione Early Type ( U-B ) -0,4 0,2 END δ E(B-V) Barre +/- d (B-V)m La ricerca di dati spettroscopici si ottiene premendo: 0 + START δ E(B-V) -1,6 -0,2 E(B-V) x 0,01 Ranging Color Eccess Determinazione <E(B-V)> Early Type e Selezione Classe Luminosità V -0,4 + - Spectral Dereddening Webda -0,6 B-Vo RL -0,326 0,4 0,8 1,2 2,2 ( B-V ) Fig. 87 Stock 2 sul piano Colore – Colore Osservando la figura 87 si vede immediatamente che volendo utilizzare la sliding fit tecnique per determinare un valore medio per E(B-V), ci troveremo subito in difficoltà e ogni nostro tentativo sarà inutile, in quanto non esiste un blue most envelop ben definito da fittare. Si potrebbe pensare di utilizzare l’interfaccia per gli ammassi evoluti, ma anche in questo caso la parte medium & late type della sequenza principale è poco o nulla definita e non si saprebbe bene che cosa fittare. Parrebbe, giunti a questo punto, che non si possa andare oltre e che l’unica via possibile sia la rinuncia all’analisi. Tra tutti questi elementi, per così dire negativi, ne esiste tuttavia uno positivo, rappresentato dal grosso addensamento di stelle a forma di macchia allungata compreso tra B-V = 0,2 e B-V = 0,6. Se riuscissimo in qualche modo a determinare il contenuto della macchia di stelle, probabilmente si potrebbe ricavare qualche dato utile per la nostra analisi. Le possibilità offerte in questo senso dal nostro software sono sostanzialmente due, una di analisi e l’altra di verifica. Pag.139 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 L’analisi Portiamoci nella interfaccia “Esamina Distribuzioni Early Type”, premendo il relativo pulsante. Questa interfaccia utile soprattutto quando si ha a che fare con le associazioni OB, può aiutarci anche in questa situazione, poiché ci permette di tracciare sul grafico colore – colore le reddenig lines per i tipi spettrali da O5 ad A0 fig. 88. Esamina distribuzioni Early Type Zoom B-V da a Zoom U-B Vai a Zoom da a Stock2 Selezione Pendenza Traccia sul grafico le reddening lines Reddening Lines selezionate ! '= = ) '= = ! '= = '= = '= = '= = '= = '= = '= = '= = ) '= = '= = ! '= = * '= =5 Distribuzione Valori Fotometrici Early Type -1,2 -0,8 0 0,4 0,8 1,2 -0,4 -0,2 0 0,2 0,4 0,6 0,8 1 B-V 1,2 1,4 U-B -0,4 * Fig. 88 Interfaccia esamina distribuzioni Early Type per Stock 2 con le reddenig lines tracciate e aggiustate per una pendenza 0,84. Tracciando le reddenig lines aggiustate sulla pendenza E(U-B)/E(B-V) dell’addensamento pari a 0,84 circa e ricordando che le reddenig lines rappresentano il luogo geometrico su cui si dispongono le stelle di ugual tipo spettrale, sottoposte tuttavia a gradi diversi di arrossamento da parte del mezzo interstellare, possiamo affermare, con un certo grado di confidenza, che la maggioranza delle stelle formanti l’addensamento è di tipo spettrale A0. Quanto ottenuto con Hr Trace fino a questo punto ci induce a pensare che il contenuto di questo ammasso sia ovviamente quello individuato dalle reddenig lines e che il valore del rapporto E(U-B)/E(B-V) in questa parte di cielo valga circa 0,84 ÷ 0,85, contro i valori normali 0,70 ÷ 0,72. Ma ci sarà un modo per dimostrare in via definitiva se le nostre deduzioni siano vere oppure no? La verifica Pag.140 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Il link al data base WEBDA contenuto in Hr Trace e l’interfaccia Spectral Dereddening di cui si è accennato nella prima parte di questo manuale, risolvono in modo definitivo la nostra domanda. Premendo l’icona telefono si passa all’interfaccia link Webda fig. 89. T LISTA MERMILLIOD OPEN CLUSTERS Webda Home DESCRIZIONE DEI PARAMETRI Cluster Name l,b Long. Galattica NGC, IC, Altri Coordinate Galattiche Distanza pc Modulo Apparente della Distanza Eccesso Colore in B-V Logarimo dell' Età Tipo Spettrale al Turn - off Distanza Perpendicolare al Piano Galattico Diametro in Minuti di Arco d m-M E(B-V) Logt ST Z D Attenzione per ritornare facilmente ad Hr Trace dai collegamenti Web chiudere le pagine con : Webda Cluster List da 60° a 120° Webda Cluster List da 120° a 180° Webda Cluster List da 180° a 240° Webda Cluster List da 240° a 300° Webda Cluster List da 300° a 360° Area ricerca veloce Trova : Webda Cluster List da 0° a 60° "@ Fig. 89 Interfaccia collegamento al database WEBDA. Il Webda è un grande data base completamente dedicato agli ammassi aperti, dove praticamente si può trovare ogni tipo di misura o notizia di cui si abbia necessità. Condizione necessaria e sufficiente per trovare qualcosa nel Webda, è ovviamente quella dettata dal fatto che l’oggetto sia stato studiato e che per esso ci siano dati e letteratura. Come già detto, quando non si riesce a determinare l’arrossamento per via fotometrica, lo si può fare per via spettroscopica, derivando i colori intrinseci dalle relazioni Tipo spettrale – Colore intrinseco. Utilizzando quindi questo link, possiamo cercare nel Webda determinazioni di tipo spettrale per i membri di Stock 2. Successivamente immettendo questi dati nella procedura di Spectral Dereddening di Hr Trace, sarà possibile ottenere un valore di <E(B-V)>, utilizzando la relazione Tipo spettrale – indice di colore intrinseco. Ottenuto il valore di <E(B-V)> in questo modo, si potrà proseguire nella analisi dell’ammasso con il solito metodo. Normalmente le liste dati sia spettroscopici che fotometrici nel Webda, sono ordinate per No. di riferimento oggetto/membro e vengono sempre desunte da un lavoro specifico di cui è definito il riferimento bibliografico. In questo modo chi volesse accedere al lavoro originale, in cui è presente la numerazione di ammasso, può farlo utilizzando il link al sito Nasa/ADS per scaricarlo e consultarlo. Pag.141 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Nel nostro caso, il Webda ci informa che il sistema di numerazione degli oggetti per Stock 2, è basato sul lavoro di : “Krzeminski W. & Serkowski K. 1967 Astrophys. Journal 147, 988” e che nelle liste fotometriche UBV questo lavoro ha ricevuto numero di riferimento 70. In analogo modo vengono classificati i dati di carattere spettroscopico che sono presentati in liste in cui è specificato il numero di riferimento oggetto/membro dell’ammasso secondo la numerazione prevista, associato con il tipo spettrale ed il riferimento al lavoro in cui tale tipo spettrale è stato determinato. Organizzando i dati di tipo spettrale per stock 2 in una tabella otteniamo: MK SPECTRAL CLASSIFICATION FOR STOCK 2 No 0001 0001 0002 0002 0007 0012 0013 0013 0019 0021 0028 0031 0031 0031 0031 0031 0034 0034 0036 0036 0039 0041 0043 0043 0045 0049 0049 0051 0053 0053 0056 Ref 206 863 282 863 863 863 282 282 863 282 282 33 39 80 863 865 863 870 282 283 282 282 62 863 212 282 863 282 863 870 282 MK No Ref MK No B0 III 0056 863 A1 V 0117 B0 IB 0059 282 A0 V 0117 A1 V 0062 282 A0 V 0122 A1 V 0062 283 A1 V 0137 F5 II 0063 282 A5 IV 0138 A0 V 0063 863 A1 V 0138 A1 V 0074 282 A0 IV 0142 A2 V 0074 863 A1 IV 0144 A2 V 0075 282 B9 V 0148 B9 V 0075 863 A0 V 0148 A0 V 0077 282 A1 II 0149 B05 I 0080 282 A0 V 0149 B05 IP 0081 282 B9 V 0160 B05 IB 0083 282 A0 V 0160 B0 IB 0089 282 A2 V 0160 B0 IB 0093 282 A7 V 0161 A9 III 0094 282 A0 V 0161 A9 IV 0094 283 A0 IV 0161 A1 IV 0096 282 A1 V 0161 A2 V 0096 863 A0 IV 0162 A1 V 0099 282 A3 V 0162 A0 V 0099 805 A2 V 0162 G9 II 0099 564 A2 V 0164 G5 II 0100 282 A0 V 0164 B5 III 0105 282 A0 V 0166 A0 V 0105 863 A0 V 0166 A0 V 0106 282 A0 V 0167 A0 V 0110 282 A0 IV 0168 A9 III 0110 283 A1 V 1011 F0 IV 0110 863 B9 IV A0 V 0117 282 A1 V Tab. 14 Dati spettroscopici per Stock 2 Ref 805 863 282 282 282 283 282 282 282 863 282 863 212 805 864 282 283 805 864 282 283 863 282 863 282 870 282 282 212 MK A0 V A1 V A0 V A0 V A0 V A0 IV A1 V A1 V A0 V A0 V A1 V A1 V G8 III G5 II G5 II A2 V A2 V A2 V A2 V A1 V A2 IV A2 V A0 V A1 V A1 V A1 V A1 V A2 V G9 III Come ben visibile in tabella 14, le previsioni fatte in sede di utilizzo della interfaccia di analisi della distribuzione si sono rivelate estate ed ampiamente rispettate, infatti i tipi spettrali A0, A1, A2 rappresentano la stragrande maggioranza dei membri in stock 2. Pag.142 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 §79 DETERMINAZIONE DELL’ECCESSO DI COLORE CON DATI DI TIPO SPETTRALE La procedura di Spectral Derededdening di Hr Trace Ottenuto il tipo spettrale degli oggetti fotometrati possiamo richiamare la tabella di spectral dereddening e completarla per ottenere il valore cercato di <E(B-V)> fig. 90. < E(B-V) > : Rielabora 0,42 Pendenza R.L. Variable Exctintion Introdurre il tipo di spettro nella relativa classe di luminosità in funzione dei valori osservati (B-V) e (U-B). I colori intrniseci sono ricavati da Schmidt - Kaler 1982. Nr. (B-V) (U-B) 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 0,200 0,440 0,330 0,350 0,320 0,330 0,260 0,410 0,460 0,410 0,380 0,270 0,550 0,470 0,500 1,900 0,520 0,420 0,760 0,380 0,950 0,530 0,540 0,400 0,520 0,380 0,600 0,600 0,580 0,940 0,640 0,260 0,470 0,360 0,610 0,760 0,510 0,350 0,420 0,510 0,190 0,190 0,290 0,210 0,130 0,120 -0,010 0,330 0,320 0,320 0,300 0,200 0,350 -0,270 0,270 2,150 0,240 0,340 0,240 0,300 -0,130 -0,300 0,210 0,330 0,390 0,290 0,290 0,190 -0,420 0,380 0,360 0,100 0,360 0,280 0,370 0,260 0,400 0,020 0,360 0,410 CLASSI DI LUMINOSITA' III II Ib Iab (B-V)o E(B-V) (U-B)o Mv sk A1 0,01 0,19 0,02 1 AO A1 -0,02 0,01 0,40 0,26 -0,02 0,02 0,6 1 A2 0,05 0,37 0,05 1,3 B9 -0,07 1,02 -0,2 0,2 AO -0,02 0,40 -0,02 0,6 A1 0,01 0,50 0,02 1 AO -0,02 0,44 -0,02 0,6 V Ia Fig. 90 Parte della tabella di Spectral Dereddening per Stock 2 Come si vede in figura 90 per esempio alla stella 11 ( Numerazione Hr Trace ) che ha indici osservati (B-V) = 0,38 e (U-B) = 0,30, si è potuto associare grazie a dati provenienti dal Webda il tipo spettrale A0 e quindi la procedura ha potuto determinare, utilizzando la relazione tipo Pag.143 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 spettrale – indice di colore intrinseco di Schmidt-Kaler, i seguenti valori per questa stella : 1) 2) 3) 4) E(B-V) = 0,40 (B-V)o = -0,02 (U-B)o = -0,02 Mv = 0,6 Lavorando nello stesso modo per tutti gli altri input si ottiene alla fine il valore <E(B-V)> = 0,42 per questo ammasso. §80 COME SI INTRODUCONO I DATI IN TABELLA L’introduzione dei dati in tabella è oltremodo semplice basta cliccare la cella in cui si vuole inserire, per ottenere l’elenco a discesa dei tipi spettrali da introdurre nella cella stessa vedi esempio in fig. 91 Fig. 91 Modalità di introduzione valori spettrali in tabella di Spectral Dereddening. Il completamento della tabella, soprattutto se si tratta di molte stelle, può richiedere molto tempo poiché, a meno che non si faccia un lavoro preparatorio, difficilmente la numerazione di Hr Trace potrà corrispondere a quella del Webda e pertanto bisognerà scansionare le liste Webda e associare i valori spettroscopici con la nostra numerazione. Pag.144 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Comunque una volta compilata la tabella, si può da essa accedere a due importanti funzioni che sono: 1) La determinazione grafica del rapporto E(U-B)/E(B-V) 2) Ottenere il Variable Exctintion Diagram §81 LA DETERMINAZIONE DEL RAPPORTO E(U-B)/E(B-V) PER STOCK 2 Premendo il comando iconico “Pendenza R.L.” si ottiene da Hr Trace il seguente grafico fig. 92: Ammasso : TRASLA Detrminazione Determinazionedel delvalore valoredidiXXa apartire partiredagli dagli Stock2 RUOTA E(U-B)/E(B-V) eccessi di colore per le stelle con classifica- + Grafico zione spetteale disponibile. spettrale disponibile. - 82 DETERMINAZIONE DI " E(U-B) / E(B-V) " 0 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 E(U-B) 0,6 0,7 0,8 Alcune pages del file Calibrazioni : 0 0,2 0,4 0,6 0,9 0,8 1 1,2 E(B-V) Fig. 92 Determinazione di X = E(U-B)/E(B-V) per Stock 2 Il grafico di fig. 92 è in grado di accettare indicazioni di tabella spectral dereddening, per tutte le classi di luminosità Ia, Iab, Ib, II, III e V. Una volta nella interfaccia, agire sui comandi trasla e ruota per determinare graficamente il best-fit e leggere nella finestra E(U-B)/E(B-V) grafico il valore determinato. I valori introitati in tabella per la sola classe di luminosità V hanno permesso vedi fig. 92 di ottenere per il rapporto tra gli eccessi di colore un valore relativamente a Stock 2 pari a 0,82 best-fit. A questo proposito ci dobbiamo ricordare come, in prima analisi, fossimo già andati molto vicini a questo valore nelle interfaccia: “Esamina Pag.145 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 distribuzione early type” dove si era ipotizzato un valore pari a 0,84 ÷ 0,85. §81 IL VARIABLE EXTINCTION DIAGRAM Possiamo Diagram” Spectral distanza ancora fare di più se utilizziamo il “Variable Extinction il quale sulla base dei dati derivati dalla procedura di Dereddening è capace di determinare un modulo apparente della per Stock 2 vedi fig. 93. Variable Extinction Diagram : 0,42 <E(B-V)> : Moduli Calcolati <V - Mv> : 8,45 <Vo-Mv> : 7,20 <R> Stock2 Limiti Campo E(B-V) RICERCA Walker 87 3,03 GRAFICA Calcola & Fitta S-K 82 TRASLA RUOTA Min 3,26 + Max Grafico 3,00 Calcolato 3,22 Variable Extinction Diagram E(B-V) , V- Mv 0,00 V- M v 2,00 4,00 6,00 8,00 10,00 12,00 0,20 0,30 0,40 0,50 0,60 0,70 0,80 0,90 1,00 1,10 E(B-V) Fig. 93 Variable Extinction Diagram per Stock 2 Il valore del fit matematico sui dati plottati per Stock 2 indica un valore di intercetta < V-Mv > pari a 8,45 e un valore di pendenza R pari a 3,22. Utilizzando quindi questo diagramma possiamo determinare, in via alternativa al metodo della Zams fitting, la distanza dell'ammasso a cui è applicato, a patto naturalmente di possedere dati di carattere spettroscopico sui membri dell'ammasso stesso. Ora poiché dalla tabella di spectral dereddening abbiamo ottenuto il valore <E(B-V)> possiamo determinare il modulo vero della distanza per Stock2 come : Pag.146 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 <Vo – Mv> = <V – Mv> - 3E(B-V) (74) con cui so ottiene <Vo – Mv> = 7,20 se per R si utilizza il valore 3,0 oppure <Vo – Mv> = 7,09 se per R si utilizza il valore determinato 3,22. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI GOLAY M. 1974 "Introduction to Astronomical Photometry" D. Reidel JOHNSON H.L. 1965 Astrophys. Journal 141, 923 OLSON I.B. 1975 Publ. Astr. Soc. Pacific 87, 349 TURNER D.G. 1976 Astron. Journal 81, 1125 TURNER D.G. 1976 Astron. Journal 81, 97 TURNER D.G. 1989 Astron. Journal 98, 2300 Pag.147