C. BENEDETTO - P. SISMONDI Ginecologia e Ostetricia D. ARDUINI E. BERTINO V. BRUNI M. BUSACCA M. CANDIANI D. CASERTA I. CETIN A. CIANCI N. COLACURCI F. D’ADDATO G.C. DI RENZO S.P. DONADIO V. DONVITO F. FACCHINETTI L. FEDELE E. FERRAZZI A. FERRERO M. FRANCHI A. GADDUCCI A.R. GENAZZANI E. GOLLO P. GRECO R. GRIO S. GUASCHINO A. LANZONE S. MAFFEI A. MAINA G. MANGILI D. MARCHESONI G.L. MARCHINO A.M. MARCONI G. MENATO L. MICHELETTI R. MILANI M. MOSCARINI C. NAPPI R.E. NAPPI A. PATRIARCA F. PETRAGLIA E. PICCIONE M. PRETI G. RABACCHI A. RIZZITIELLO N. RIZZO G. SCARSELLI P. SERAFINI P. STRATTA N. SURICO T. TODROS A.L. TRANQUILLI G.F. TROSSARELLI H. VALENSISE S. VIALE E. VIORA A. VOLPE P. ZOLA M. ZONCA F. ZULLO Coordinamento scientifico a cura di N. Biglia, G. Gennarelli, L. Marozio, A. Revelli Coordinamento editoriale a cura di G. Ragonesi EDIZIONI MINERVA MEDICA Volume Ostetrica definitivo.indd 3 10/09/13 18:24 Disegni realizzati da: Eliana Barbagallo Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume/fascicolo di periodico dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le fotocopie effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata dal CLEARedi, Centro Licenze e Autorizzazioni per le Riproduzioni Editoriali, Corso di Porta Romana 108, 20122 MILANO, e-mail [email protected] e sito web www.clearedi.org Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume/fascicolo di periodico dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le riproduzioni effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di specifica Autorizzazione rilasciata da AIDRO, Corso di Porta Romana n. 108, Milano 20122, e-mail segreteria@aidro. org e sito web www. aidro. org ISBN: 978-88-7711-754-0 © 2013 – EDIZIONI MINERVA MEDICA S.p. A. – Corso Bramante 83/85 – 10126 Torino Sito Internet: www. minervamedica. it / e-mail: [email protected] I diritti di traduzione, memorizzazione elettronica, riproduzione e adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi microfilm e copie fotostatiche), sono riservati per tutti i Paesi. Volume Ostetrica definitivo.indd 4 10/09/13 18:24 Ai nostri Maestri e a tutti coloro che ci sono stati vicini Volume Ostetrica definitivo.indd 5 10/09/13 18:24 Prefazione Crediamo sia esperienza comune a molti docenti, in occasione di ogni sessione di esami degli Studenti del corso di Laurea in Medicina e Chirurgia, osservare come, in molti casi, la preparazione tenda a essere a “macchie di leopardo” con una conoscenza approfondita di aspetti molto particolari e inspiegabili carenze su alcuni punti fondamentali di cui non è stata compresa l’importanza. Questo denota un certo disorientamento nell’estrarre dai molti ed eccellenti Trattati presenti sul mercato editoriale e curati dalle più prestigiose Scuole italiane, le nozioni che devono far parte del bagaglio culturale di un Laureato in Medicina e Chirurgia. Si tratta spesso di pubblicazioni molto corpose, ricche di informazioni e sicuramente pensate appositamente come testi per Specializzandi e come testi di riferimento per Specialisti che necessitano di una trattazione approfondita e molto dettagliata. Nell’accingerci a preparare questo Manuale, abbiamo avuto come obiettivo quello di aiutare lo studente del corso di Laurea in Medicina e Chirurgia a orientarsi nella estrema complessità della nostra Disciplina. Ci siamo prefissi lo scopo di fornire in modo completo, aggiornato, ma sintetico, le nozioni che devono far parte della cultura di un Medico, qualunque sia la Disciplina che in futuro deciderà di scegliere per la sua attività professionale. Abbiamo con fatica cercato di limitare il numero delle pagine, di facilitare la lettura e lo studio ricorrendo all’artificio dei “box” riassuntivi per aiutare lo studente a focalizzare e a ricordare. Per facilitare l’apprendimento abbiamo cercato di seguire, per quanto possibile, la formula del “ragionamento clinico” cercando di stimolare le capacità di sintesi dello Studente e suggerendogli percorsi di apprendimento il più possibile efficaci. Anche gli Studenti del Corso di Laurea in Ostetricia a nostro parere possono trovare in questo Manuale una fonte esauriente, non troppo vasta ma completa, su cui studiare per mettere le basi della loro preparazione. Su queste basi poi i singoli Docenti potranno di volta in volta innestare gli approfondimenti necessari per raggiungere gli scopi previsti dal progetto formativo del Corso di Laurea Specialistica Consapevoli che solo chi conosce perfettamente un argomento può sintetizzarlo nel migliore dei modi abbiamo chiesto la collaborazione di Colleghi di indiscussa competenza, molti dei quali di altre Scuole, ai quali va tutto il nostro ringraziamento ed eventualmente il merito del successo di questo Manuale. Ci auguriamo, grazie allo sforzo di tutti gli Autori, di essere riusciti a dare vita a un Manuale un po’ diverso, sicuramente meno ambizioso di un Trattato, ma con caratteristiche tali da renderlo meritevole di considerazione per l’insegnamento della nostra Disciplina da parte dei Docenti e per lo studio da parte degli Studenti dei corsi di Laurea Magistrale e Specialistica. Chiara Benedetto Volume Ostetrica definitivo.indd 7 Piero Sismondi 10/09/13 18:24 Editor e Autori EDITOR Piero Sismondi Dipartimento di Discipline Ginecologiche e Ostetriche, Università degli Studi, Torino Chiara Benedetto Dipartimento di Discipline Ginecologiche e Ostetriche, Università degli Studi, Torino AUTORI Domenico Arduini Clinica Ginecologica e Ostetrica, Dipartimento di Scienze Chirurgiche, Università Tor Vergata, Roma Nicoletta Biglia Dipartimento di Discipline Ginecologiche e Ostetriche, Università degli Studi, Torino Mirvana Airoud Dipartimento di Ginecologia e Ostetricia, IRCCS materno infantile Burlo Garofolo, Trieste Vincenzina Bruni UO Ginecologia Infanzia e Adolescenza. AOU Careggi, Università degli Studi, Firenze Laura Avagliano UO Ostetricia e Ginecologia, Dipartimento Materno Infantile, AO San Paolo, Università degli Studi, Milano Rubina Banco Dipartimento di Ginecologia e Ostetricia, IRCCS materno infantile Burlo Garofolo, Trieste Antonella Barbati Sezione di Clinica Ostetrica e Ginecologica, dipartimento di Specialità Medico-Chirurgiche e Sanità Pubblica, Università degli Studi, Perugia Simona Bastonero Centro di Ecografia e Diagnosi Prenatale, Dipartimento di Ostetricia e Neonatologia, ASO OIRM Sant’Anna, Torino Enrico Bertino Dipartimento di Discipline Ginecologiche e Ostetriche, Università degli Studi, Torino Mauro Busacca Clinica Ostetrico Ginecologica, Università degli Studi, Milano Ospedale M. Melloni, Milano Federica Campolo Dipartimento di Discipline Ginecologiche e Ostetriche, Università degli Studi, Torino Caterina Canavese Struttura Complessa Nefrologia e Trapianto renale. AOU Maggiore della Carità, Novara Massimo Candiani Clinica Ostetrica-ginecologica, Ginecologia oncologica, IRCCS San Raffaele, Milano Daniela Caramazza Clinica Ginecologica e Ostetrica, Dipartimento di Scienze Chirurgiche, Università Tor Vergata, Roma Eleonora Bianquin Dipartimento di Discipline Ginecologiche e Ostetriche, Università degli Studi, Torino Manuela Cardellicchio Clinica Ostetrica e Ginecologica Ospedale Luigi Sacco Università degli Studi, Milano Valentina Biasoni Dipartimento di Discipline Ginecologiche e Ostetriche, Università degli Studi, Torino Daniela Casati Dipartimento di Ginecologia e Ostetricia, Università degli Studi, Milano Volume Ostetrica definitivo.indd 9 10/09/13 18:24 X Ginecologia e ostetricia Donatella Caserta Dipartimento di Scienze Ginecologiche e Perinatologia, “Sapienza” Università degli Studi Policlinico Sant’Andrea, Roma Paola Castagna Clinica Ostetrica e Ginecologica, ASO OIRM Sant’Anna, Torino Serena Cavaliere AOU Universitaria Integrata Verona Teresa Cereser Dipartimento di Ginecologia e Ostetricia, IRCCS materno infantile, Burlo Garofolo, Trieste Irene Cetin UO Ostetricia e Ginecologia, Dipartimento Materno Infantile Universitario di Scienze Cliniche, Università degli Studi, Milano Ospedale Luigi Sacco, Milano Alessandra Chiadò Dipartimento di Discipline Ginecologiche e Ostetriche, Università degli Studi, Torino Antonio Cianci Dipartimento Materno-Infantile e Scienze Radiologiche, sezione di Scienze Ostetriche e Ginecologiche, Università degli Studi, Catania AOU Policlinico-Vittorio Emanuele Nicola Colacurci Dipartimento di Scienze Ginecologiche, Ostetriche e della Riproduzione, Seconda Università degli Studi, Napoli Nathalie Conti Clinica Ostetrica e Ginecologica, Dipartimento di Pediatria, Ostetricia e Medicina Riproduttiva, Università degli Studi, Siena Francesco D’Addato Dipartimento di Discipline Ginecologiche e Ostetriche, Università degli Studi, Torino Giulia Dante Dipartimento Integrato Materno Infantile, Unità Operativa di Ginecologia e Ostetricia, Università degli Studi, Modena e Reggio Emilia Pasquale De Franciscis Dipartimento di Scienze Ginecologiche, Ostetriche e della Riproduzione, Seconda Università degli Studi, Napoli Francesco De Seta Dipartimento di Ginecologia e Ostetricia, IRCCS materno infantile Burlo Garofolo, Trieste Volume Ostetrica definitivo.indd 10 Enrico De Trana Cattedra di Ginecologia e Ostetricia Università degli Studi “Magna Graecia”, Catanzaro Metella Dei UO Ginecologia Infanzia e Adolescenza. AOU Careggi, Università degli Studi, Firenze Gian Carlo Di Renzo S.C. di Clinica Ostetrica e Ginecologica, Centro di Medicina Perinatale e della Riproduzione, Università degli Studi, Perugia Silvia Paola Donadio SSD SVS e Abuso Minori, ASO OIRM Sant’Anna, Torino Valentina Donvito Servizio di Medicina Interna- Dipartimento di Ostetricia e Neonatologia, Ospedale Sant’Anna, Torino Lorenza Driul Clinica Ginecologica ed Ostetrica, AOU di Udine Fabio Facchinetti Dipartimento Integrato Materno Infantile, Unità Operativa di Ginecologia e Ostetricia, Università degli Studi, Modena e Reggio Emilia Luigi Fedele Prima Clinica Ostetrico-Ginecologica Fondazione IRCCS Cà Granda, Ospedale Maggiore Policlinico, Università degli Studi, Milano Enrico Ferrazzi Dipartimento di Ginecologia e Ostetricia, Università degli Studi, Milano Annamaria Ferrero SC Ostetricia e Ginecologia, Ospedale Mauriziano, Università degli Studi, Torino Anna Festi Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia, AOU Integrata, Verona Massimo Franchi Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia, AOU Integrata, Verona Matteo Frigerio Clinica Ostetrica e Ginecologica, Università degli Studi Milano-Bicocca. AO San Gerardo, Monza Giada Frontino Prima Clinica Ostetrico-Ginecologica Fondazione IRCCS Cà Granda, Ospedale Maggiore Policlinico, Università degli Studi, Milano 10/09/13 18:24 AUTORI Angiolo Gadducci Dipartimento di Medicina Riproduttiva, Divisione di Ginecologia e Ostetricia, Università degli Studi, Pisa Letizia Laffranchi UO Ostetricia e Ginecologia, Dipartimento Materno Infantile, AO San Paolo, Università degli Studi, Milano Virginia Gargano Dipartimento di Scienze Ostetrico-Ginecologiche, Urologiche e Fisiopatologia della Riproduzione, Università degli Studi “Federico II”, Napoli Gabriele Lanzo Dipartimento di Discipline Ginecologiche e Ostetriche, Università degli Studi, Torino Andrea R. Genazzani Dipartimento di Medicina della Procreazione e dell’Età Evolutiva, Divisione di Ginecologia e Ostetricia, Università degli Studi, Pisa Gianluca Gennarelli Dipartimento di Fisiopatologia della Riproduzione e P.M.A., Università degli Studi, Torino Cinzia Gentile Clinica Ostetrica-Ginecologica, Ginecologia Oncologica, IRCCS San Raffaele, Milano Fabio Ghezzi Ospedale F. Del Ponte Università degli Studi dell’Insubria, Varese Stefano Raffaele Giannubilo Clinica Ostetrica e Ginecologica, Università Politecnica delle Marche, Ancona Giulia Alessandra Gianoglio Dipartimento di Discipline Ginecologiche e Ostetriche, Università degli Studi, Torino Antonio Lanzone Clinica Ostetrica e Ginecologica, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma Daniela Lico Cattedra di Ginecologia e Ostetricia Università degli Studi “Magna Graecia”, Catanzaro Stefano Maffei Dipartimento di Discipline Ginecologiche e Ostetriche, Università degli Studi, Torino Aldo Maina Dipartimento di Ostetricia e Neonatologia, ASO OIRM Sant’Anna, Torino Chiara Malandrino Dipartimento Materno-Infantile e Scienze Radiologiche, Sezione di Scienze Ostetriche e Ginecologiche, Università degli Studi, Catania Giorgia Mangili Clinica Ostetrica-Ginecologica, Ginecologia oncologica, IRCCS San Raffaele, Milano Evelina Gollo SC Anestesia e Rianimazione. AO OIRM Sant’Anna, Torino Paolo Mannella Dipartimento di Medicina della Procreazione e dell’Età Evolutiva, Divisione di Ginecologia e Ostetricia, Università degli Studi, Pisa Francesca Gotsch Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia, AOU Integrata, Verona Diego Marchesoni Clinica Ginecologica ed Ostetrica, AOU di Udine, Udine Pantaleo Greco Dipartimento di Ginecologia e Ostetricia, Università degli Studi, Foggia Gian Luigi Marchino Dipartimento di Discipline Ginecologiche e Ostetriche, Università degli Studi, Torino Ruggero Grio Dipartimento di Discipline Ginecologiche e Ostetriche, Università degli Studi, Torino Anna Maria Marconi UO Ostetricia e Ginecologia, Dipartimento Materno Infantile, AO San Paolo, Università degli Studi, Milano Secondo Guaschino Dipartimento di Ginecologia e Ostetricia, IRCCS materno infantile, Burlo Garofolo, Università degli Studi, Trieste Nicola La Ferrera Cattedra di Ginecologia e Ostetricia Università degli Studi “Magna Graecia”, Catanzaro Volume Ostetrica definitivo.indd 11 XI Luca Marozio Dipartimento di Discipline Ginecologiche e Ostetriche, Università degli Studi, Torino Guido Menato Dipartimento di Discipline Ginecologiche e Ostetriche, Università degli Studi, Torino 10/09/13 18:24 XII Ginecologia e ostetricia Enrico M. Messalli Dipartimento di Scienze Ginecologiche, Ostetriche e della Riproduzione, Seconda Università degli Studi, Napoli Pietro Messori Clinica Ostetrico Ginecologica, Università degli Studi, Milano, Ospedale M. Melloni, Milano Leonardo Micheletti Dipartimento di Discipline Ginecologiche e Ostetriche, Università degli Studi, Torino Rodolfo Milani Clinica Ostetrica e Ginecologica, Università degli Studi Milano-Bicocca. AO San Gerardo, Monza Rita Mocciaro Cattedra di Ginecologia e Ostetricia, Università degli Studi “Magna Graecia”, Catanzaro Elena Maria Mollo Dipartimento di Discipline Ginecologiche e Ostetriche, Università degli Studi, Torino Massimo Moscarini Dipartimento di Scienze Ginecologiche e Perinatologia, “Sapienza” Università degli Studi, Policlinico Sant’Andrea, Roma Francesca Motta Prima Clinica Ostetrico-Ginecologica Fondazione IRCCS Cà Granda, Ospedale Maggiore Policlinico, Università degli Studi, Milano Carmine Nappi Dipartimento di Scienze Ostetrico-Ginecologiche, Urologiche e Fisiopatologia della Riproduzione, Università degli Studi “Federico II”, Napoli Rossella E. Nappi Clinica Ostetrica e Ginecologica, IRCCS Fondazione “Policlinico S. Matteo”, Università degli Studi, Pavia Elena Nicoli Clinica Ostetrica e Ginecologica, Università degli Studi Milano-Bicocca. AO San Gerardo, Monza Giovanna Oggè Dipartimento di Discipline Ginecologiche e Ostetriche, Università degli Studi, Torino Ambra Patriarca Dipartimento di Discipline Ginecologiche e Ostetriche, Università degli Studi, Torino Lodovico Patrizi Dipartimento di Scienze Chirurgiche, Sezione di Ginecologia e Ostetricia, Università degli Studi Tor Vergata, Roma Volume Ostetrica definitivo.indd 12 Cristina Perathoner Dipartimento di Discipline Ginecologiche e Ostetriche, Università degli Studi, Torino Felice Petraglia Clinica Ostetrica e Ginecologica, Dipartimento di Pediatria, Ostetricia e Medicina Riproduttiva, Università degli Studi, Siena Emilio Piccione Dipartimento di Scienze Chirurgiche, Sezione di Ginecologia e Ostetricia, Università degli Studi Tor Vergata, Roma Adalgisa Pietropolli Dipartimento di Scienze Chirurgiche, Sezione di Ginecologia e Ostetricia, Università degli Studi Tor Vergata, Roma Ilaria Pisani Clinica Ostetrica e Ginecologica, Università di Roma Tor Vergata Giulia Pittatore Dipartimento di Fisiopatologia della Riproduzione e PMA, Università degli Studi, Torino Seerena Polizzi Clinica Ostetrica e Ginecologica, Università degli Studi Milano-Bicocca. AO San Gerardo, Monza Mario Preti Dipartimento di Discipline Ginecologiche e Ostetriche, Università degli Studi, Torino Grace Rabacchi Direzione Sanitaria, AO OIRM Sant’Anna, Torino Gaetano Ragonesi Università degli Studi, Torino Alberto Revelli Dipartimento di Discipline Ginecologiche e Ostetriche, Università degli Studi, Torino Antonio Rizzitiello Dipartimento di Discipline Ginecologiche e Ostetriche, Università degli Studi, Torino Nicola Rizzo Dipartimento di Scienze Ginecologiche Ostetriche e Pediatriche, Università degli Studi, Bologna Orsola Rosa Dipartimento di Discipline Ginecologiche e Ostetriche, Università degli Studi, Torino Gianfranco Scarselli UO Ginecologia Infanzia e Adolescenza. AOU Careggi, Università degli Studi, Firenze 10/09/13 18:24 AUTORI Andrea Sciarrone Centro di Ecografia e Diagnosi Prenatale, Dipartimento di Ostetricia e Neonatologia, ASO OIRM Sant’Anna Torino Marco Torella Dipartimento di Scienze Ginecologiche, Ostetriche e della Riproduzione, Seconda Università degli Studi, Napoli Luca Sgro SC Ostetricia e Ginecologia, Ospedale Mauriziano, Università degli Studi, Torino Michela Torricelli Clinica Ostetrica e Ginecologica, Dipartimento di Pediatria, Ostetricia e Medicina Riproduttiva, Università degli Studi, Siena Paola Serafini Dipartimento di Discipline Ginecologiche e Ostetriche, Università degli Studi, Torino Viola Seravalli UO Ginecologia Infanzia e Adolescenza. AOU Careggi, Università degli Studi, Firenze Federico Spelzini Clinica Ostetrica e Ginecologica, Università degli Studi Milano-Bicocca. AO San Gerardo, Monza Tamara Stampalija Dipartimento di Ginecologia e Ostetricia, Università degli Studi, Milano Erato Maria Stefanidou Dipartimento di Discipline Ginecologiche e Ostetriche, Università degli Studi, Torino Piero Stratta Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale Cattedra di Nefrologia Università del Piemonte Orientale, Novara Nicola Surico Clinica Ginecologica e Ostetrica, AOU Maggiore della Carità, Novara Emanuela Taricco Clinica Ostetrica e Ginecologica Ospedale Luigi Sacco Università degli Studi, Milano Carlo Ticconi Dipartimento di Scienze Chirurgiche, Sezione di Ginecologia e Ostetricia, Università degli Studi Tor Vergata, Roma Grazia Maria Tiralongo Clinica Ostetrica e Ginecologica, Università di Roma Tor Vergata Andrea Luigi Tranquilli Clinica Ostetrica e Ginecologica, Università Politecnica delle Marche, Ancona Gian Franco Trossarelli Dipartimento di Discipline Ginecologiche e Ostetriche, Università degli Studi, Torino Herbert Valensise Clinica Ostetrica e Ginecologica, Università di Roma Tor Vergata Francesca Letizia Vellucci Clinica Ostetrica e Ginecologica, Dipartimento di Pediatria, Ostetricia e Medicina Riproduttiva, Università degli Studi, Siena Roberta Venturella Cattedra di Ginecologia e Ostetricia Università degli Studi “Magna Graecia”, Catanzaro Silvio Viale Servizio Unificato IVG, Ospedale Sant’Anna, Torino Michele Vignali Clinica Ostetrica e Ginecologica, Università degli Studi, Milano Ospedale M. Melloni, Milano Elsa Viora Centro di Ecografia e Diagnosi Prenatale, Dipartimento di Ostetricia e Neonatologia, ASO OIRM Sant’Anna, Torino Annibale Volpe Dipartimento Integrato Materno Infantile, Unità Operativa di Ginecologia e Ostetricia, Università degli Studi, Modena e Reggio Emilia Paolo Zola Dipartimento di Discipline Ginecologiche e Ostetriche, Università degli Studi, Torino Tullia Todros Dipartimento di Discipline Ginecologiche e Ostetriche, Università degli Studi, Torino Marina Zonca Dipartimento di Discipline Ginecologiche e Ostetriche, Università degli Studi, Torino Nicoletta Tomasi Cont SC Ostetricia e Ginecologia, Ospedale Mauriziano, Università degli Studi, Torino Fulvio Zullo Cattedra di Ginecologia e Ostetricia Università degli Studi “Magna Graecia”, Catanzaro Volume Ostetrica definitivo.indd 13 XIII 10/09/13 18:24 • Indice XV Indice Prefazione .......................................................................................................................................................................................................... VII EDITOR E Autori ................................................................................................................................................................................................ IX GINECOLOGIA 1 ANATOMIA DELL’APPARATO GENITALE FEMMINILE N. Colacurci, E.M. Messalli, M. Torella, P. De Franciscis .......................................................................................................................... 3 2 ANATOMIA della MAMMELLA P. Sismondi, N. Biglia, A. Ferrero, L. Sgro, N. Tomasi Cont ................................................................................................................. 17 3FISIOPATOLOGIA della RIPRODUZIONE e GINECOLOGIA ENDOCRINOLOGICA ............................. 23 Pubertà E Adolescenza V. Bruni, M. Dei, V. Seravalli, G. Scarselli .................................................................................................................................................. 23 FISIOLOGIA E ALTERAZIONI DEL CICLO MESTRUALE C. Nappi, V. Gargano ..................................................................................................................................................................................... 32 Sindrome premestruale disturbo disforico premestruale e dismenorrea F. Facchinetti, G. Dante, A. Volpe ................................................................................................................................................................ 42 Sindrome dell’ovaio micropolicistico e sindromi iperandrogeniche A. Lanzone, G. Gennarelli ............................................................................................................................................................................. 47 Sterilità di coppia e procreazione medicalmente assistita (PMA) A. Revelli, V. Biasoni, G. Pittatore ................................................................................................................................................................ 56 Contraccezione C. Benedetto, G. Gennarelli, F. Campolo ................................................................................................................................................. 65 Climaterio e menopausa P. Mannella, A.R. Genazzani ........................................................................................................................................................................ 75 4 5 6 SESSUOLOGIA FEMMINILE R.E. Nappi ......................................................................................................................................................................................................... 89 MALFORMAZIONI GENITALI FEMMINILI L. Fedele, F. Motta, G. Frontino .................................................................................................................................................................... 95 PATOLOGIA DEL BASSO TRATTO GENITALE FEMMINILE L. Micheletti, M. Preti ................................................................................................................................................................................... 103 Volume Ostetrica definitivo.indd 15 10/09/13 18:24 XVI INDICE 7 PATOLOGIA del CORPO dell’UTERO 8 PATOLOGIA DEGLI ANNESSI UTERINI 9 10 11 A. Ferrero, A. Gadducci ............................................................................................................................................................................... 135 M. Franchi, P. Zola, F. Gotsch, A. Festi, F. Ghezzi, S. Cavaliere .......................................................................................................... 147 INFEZIONI GENITALI S. Guaschino, F. De Seta, M. Airoud, R. Banco, T. Cereser ................................................................................................................ 161 DOLORE PELVICO CRONICO M. Busacca, P. Messori, M. Vignali ........................................................................................................................................................... 175 ENDOMETRIOSI M. Moscarini, D. Caserta ............................................................................................................................................................................ 183 12 PATOLOGIA del PAVIMENTO PELVICO 13 TECNICHE CHIRURGICHE ENDOSCOPICHE in GINECOLOGIA R. Milani, F. Spelzini, E. Nicoli, M. Frigerio, S. Polizzi ........................................................................................................................... 190 F. Zullo, G.L. Marchino ................................................................................................................................................................................. 197 LAPAROSCOPIA .......................................................................................................................................................................................... 197 ISTEROSCOPIA .......................................................................................................................................................................................... 209 14 PATOLOGIA della MAMMELLA P. Sismondi, N. Biglia, A. Ferrero, L. Sgro, N. Tomasi Cont ............................................................................................................... 215 OSTETRICIA 15 COUNSELING PRECONCEZIONALE 16 FISIOLOGIA DELLA GRAVIDANZA ......................................................................................................................................... 239 P. Serafini, L. Marozio, C. Benedetto ....................................................................................................................................................... 233 Gametogenesi, Fecondazione e ImpiantO embrionario A. Revelli, A. Chiadò, G. Gennarelli ......................................................................................................................................................... 239 fasi dello sviluppo del feto E. Viora, S. Bastonero, A.Sciarrone .......................................................................................................................................................... 244 DIAGNOSI PRENATALE N. Rizzo ........................................................................................................................................................................................................... 250 PLACENTA E LIQUIDO AMNIOTICO A. Barbati, G.C. Di Renzo ........................................................................................................................................................................... 255 Adattamento dell’organismo materno alla gravidanza A.L. Tranquilli, S.R. Giannubilo .................................................................................................................................................................. 266 ASSISTENZA E DIAGNOSTICA CLINICO-STRUMENTALE IN GRAVIDANZA T. Todros, G. Oggé ....................................................................................................................................................................................... 273 Travaglio e Parto C. Benedetto, E.M. Mollo, P. Serafini, M. Zonca, E. Gollo .................................................................................................................. 282 Fisiologia dell’allattamento al seno E. Bertino, P. Serafini, C. Perathoner ...................................................................................................................................................... 301 Farmaci in gravidanza D. Marchesoni, L. Driul .............................................................................................................................................................................. 305 Volume Ostetrica definitivo.indd 16 10/09/13 18:24 INDICE 17 XVII PATOLOGIA DELLA GRAVIDANZA ......................................................................................................................................... 315 Aborto spontaneo e aborto ricorrente A. Patriarca, E.M. Stefanidou, V. Biasoni, G. Menato ......................................................................................................................... 315 gravidanza extrauterina (GEU o Ectopica) F. D’Addato, S. Maffei ................................................................................................................................................................................. 319 Gravidanza multipla L. Avagliano, L. Laffranchi, A.M. Marconi .............................................................................................................................................. 324 Interruzione volontaria DELLA gravidanza (IVG) S. Viale ............................................................................................................................................................................................................ 334 Ipertensione in gravidanza C. Benedetto, L. Marozio, G. Lanzo ........................................................................................................................................................ 340 DIABETE GESTAZIONALE I. Cetin, E. Taricco, M. Cardellicchio ......................................................................................................................................................... 354 gravidanza nella donna obesa I. Cetin, M. Cardellicchio, E. Taricco ......................................................................................................................................................... 360 CardiopatiE IN gravidanza H. Valensise, G. M. Tiralongo, I. Pisani ................................................................................................................................................... 363 INFEZIONI IN GRAVIDANZA S. Guaschino, F. De Seta, M. Airoud, R. Banco, T. Cereser ............................................................................................................... 367 RITARDO DI CRESCITA ENDOUTERINO E. Ferrazzi, T. Stampalija, D. Casati ......................................................................................................................................................... 379 Incompatibilità materno-fetale D. Arduini, D. Caramazza .......................................................................................................................................................................... 386 Trombofilie e rischio trombotico in gravidanza C. Benedetto, V. Donvito, L. Marozio, A. Maina ................................................................................................................................... 388 Patologie internistiche in gravidanza V. Donvito, A. Maina .................................................................................................................................................................................... 395 PATOLOGIA RENALE IN GRAVIDANZA P. Stratta, C. Canavese ............................................................................................................................................................................... 407 Travaglio e parto pretermine F. Petraglia, N. Conti, F.L. Vellucci, M. Torricelli ...................................................................................................................................... 415 Rottura preMATURA delle membrane M. Zonca, R. Grio, G. Ragonesi, C. Benedetto ..................................................................................................................................... 420 Placenta previa e distacco intempestivo di placenta A. Cianci, C. Malandrino ............................................................................................................................................................................. 429 malattia trofoblastica di origine gestazionale G. Mangili, C. Gentile, M. Candiani ......................................................................................................................................................... 434 Induzione del travaglio DI PARTO M. Zonca, A. Rizzitiello, G.F. Trossarelli, C. Benedetto ........................................................................................................................ 442 MONITORAGGIO FETALE IN GRAVIDANZA E IN TRAVAGLIO T. Todros, G. Oggé ....................................................................................................................................................................................... 448 Volume Ostetrica definitivo.indd 17 10/09/13 18:24 XVIII INDICE 18 PATOLOGIA DEL TRAVAGLIO E DEL PARTO .................................................................................................................... 459 Patologia della fase cervicale dilatante, del periodo espulsivo, del secondamento e del post-partum E. Piccione, C. Ticconi, L. Patrizi, A. Pietropolli ...................................................................................................................................... 459 Parto vaginale operativo N. Surico ......................................................................................................................................................................................................... 465 Taglio cesareo P. Greco .......................................................................................................................................................................................................... 472 APPENDICE VIOLENZA SESSUALE P. Castagna, S.P. Donadio .......................................................................................................................................................................... 477 GOVERNO CLINICO IN AMBITO neonatologico-ginecologicoTorino G. Rabacchi .................................................................................................................................................................................................... 478 Risposte esatte ........................................................................................................................................................................................................ 481 Indice analitico ......................................................................................................................................................................................................... 483 Volume Ostetrica definitivo.indd 18 10/09/13 18:24 GINECOLOGIA Volume Ostetrica definitivo.indd 1 10/09/13 18:24 121 OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO • Conoscere l’anatomia dei genitali esterni (vulva) e dei genitali interni (vagina, utero, tube, ovaie). • Conoscere il sistema di sostegno e di sospensione del pavimento pelvico. • Conoscere i rapporti antomici del­ l’uretere nella pelvi. Anatomia aaaaa Tossicità dell’apparato sul sistema cardiovascolare genitale femminile G. Froldi, n. Colacurci, L. Caparrotta E.M. Messalli, M. Torella, P. De Franciscis σσApparato genitale esterno L’apparato genitale esterno è rappresentato dalla vulva. Vulva La vulva è localizzata al di sotto della sinfisi pubica, superficialmente al trigono urogenitale, nello spazio compreso fra la radice delle cosce (Fig. 1.1). Essa è costituita dal monte di Venere, dalle grandi e piccole labbra, dal clitoride, dal vestibolo e dall’imene. Il monte di Venere è un rilievo dei tegumenti che sovrasta la sinfisi pubica, limitato lateralmente dalle pieghe inguinali. La cute che lo riveste è glabra nell’età infantile mentre alla pubertà si ricopre di peli. Il sottocutaneo contiene un cuscinetto di tessuto adiposo spesso 2-4 cm attraversato da lamelle fibroelastiche che si connettono alla linea alba addominale. Le grandi labbra sono pieghe cutanee simmetriche della lunghezza di 6-8 cm che delimitano la rima vulvare; sono costituite da tessuto adiposo ricoperto da cute con peli e ghiandole sebacee. Dal monte di Venere, dove originano a livello della commessura vulvare anteriore, si dirigono con decorso semicircolare in basso fino al rafe perineale. Le piccole labbra o ninfe sono due pieghe cutanee la cui faccia interna è rivestita da epitelio mucoso. Esse sono poste medialmente e internamente alle grandi labbra e nel periodo fertile sono lunghe circa 3 cm. Anteriormente si dividono da ciascun lato in due pliche che con le controlaterali formano il prepuzio e il frenulo del clitoride. Posteriormente si congiungono nella commessura labiale posteriore o forchetta. Monte del pube (o di Venere) Commessura labiale ant. Piccolo labbro Orifizio vaginale Rafe perineale Clitoride Grande labbro Orifizio uretrale esterno Caruncola imenale Commessura labiale posteriore Ano σσ Fig. 1.1 Genitali esterni. Volume Ostetrica definitivo.indd 3 10/09/13 18:24 4 Ginecologia e ostetricia σσApparato genitale interno L’apparato genitale interno è costituito dalla vagina, dall’utero, dalle salpingi o tube uterine e dalle ovaie. Tutti questi organi, ad eccezione delle ovaie, sono extraperitoneali e sono ubicati nella piccola pelvi, al davanti del retto e posteriormente alla vescica. Vagina A B C σσ Fig. 1.2 Possibili tipi di imene. A) anulare; B) a falce; C) cribriforme. Il clitoride è l’organo erettile della donna, situato sulla linea mediana tra piccole e grandi labbra. Esso è costituito da due piccoli corpi cavernosi e ha una estremità detta glande. È rivestito da un involucro cutaneo ricco di terminazioni nervose sensitive, detto prepuzio del clitoride, che origina dalle piccole labbra. Il legamento sospensore del clitoride connesso con la sinfisi pubica ne rappresenta la struttura di sostegno. La struttura interna del clitoride è simile a quella dei corpi cavernosi del pene. Il vestibolo della vagina è la cavità delimitata dalle piccole labbra che appare divaricando le grandi e le piccole labbra a cosce abdotte. Nella sua parte anteriore si distinguono la papilla uretrale con l’orifizio uretrale esterno e il tubercolo vaginale, nella parte posteriore sono ubicati l’orifizio vaginale e l’imene. Lateralmente è delimitato da due organi erettili, i bulbi del vestibolo, fasciati all’esterno dal muscolo bulbo-cavernoso o costrittore della vagina. Il vestibolo è separato dalle piccole labbra dal solco ninfo-imenale in cui si aprono i canali escretori delle ghiandole di Bartolin o vestibolari maggiori, le quali sono in numero di due e si trovano lateralmente al vestibolo; il loro corpo ghiandolare è situato a livello della regione posteriore delle grandi labbra e produce un secreto opalino e filante. L’imene è una membrana carnosa e sottile, formata dall’accollamento di due superfici mucose con interposto un sottile strato di connettivo, e chiude in basso l’orifizio vaginale nelle “virgo”. Nella donna che ha avuto rapporti sessuali ne esitano le cosiddette caruncole mirtiformi. La forma e le dimensioni dell’imene possono essere molto variabili e se ne distinguono diversi tipi (Fig. 1.2): in alcuni casi può essere imperforato e ciò, al momento del menarca, comporta la ritenzione del sangue mestruale in vagina con formazione di un ematocolpo. Volume Ostetrica definitivo.indd 4 La vagina è un organo muscolo-membranoso, impari e mediano, lungo 7-8 cm, rappresentato da una cavità virtuale che attraversa il pavimento pelvico e si apre all’esterno, chiuso parzialmente dalla membrana imenale. Essa è l’organo della copula, permette il passaggio del flusso mestruale e l’espulsione del feto al momento del parto. Si continua superiormente con il collo dell’utero che, inserendosi all’interno di tale canale, presenta nella sua porzione intravaginale un aspetto caratteristico a “muso di tinca”. La parete vaginale è separata dal collo attraverso un cul de sac anulare o fornice vaginale, scomposto didatticamente in uno anteriore, uno posteriore e due laterali; quello posteriore è più profondo, in quanto l’utero si inserisce sulla vagina in modo non coassiale, ma inclinato in avanti. La parete vaginale anteriore contrae rapporto in senso cranio-caudale con gli ureteri a livello dei fornici laterali, con la vescica attraverso il setto vescico-vaginale e quindi con l’uretra attraverso il setto uretro-vaginale. La parete vaginale posteriore contrae rapporti dall’alto in basso con il peritoneo a livello del fornice posteriore, con il retto attraverso il setto retto-vaginale e con il corpo perineale. Le pareti vaginali laterali sono in rapporto con il diaframma urogenitale e con i fasci pubo-rettali del muscolo elevatore dell’ano. La superficie interna è rivestita da una tonaca mucosa costituita da epitelio pavimentoso stratificato non cheratinizzato, priva di ghiandole e solcata da pieghe (rughe vaginali); più profondamente è costituita da una tonaca muscolare formata da uno strato di fibre circolari e da uno di fibre longitudinali. La vagina è irrorata dalle arterie cervico-vaginali, tributarie dell’arteria uterina, dalle arterie vescico-vaginali provenienti dall’arteria iliaca interna o ipogastrica e da vasi provenienti dall’arteria rettale media. Il sistema venoso percorre le pareti laterali dell’organo sotto forma di due ricchi plessi, scaricandone una parte nel plesso utero-vaginale e quindi nelle vene uterine, e una parte nel plesso vescico-vaginale, tributario della vena ipogastrica. Il sistema linfatico della vagina scarica in parte nei linfonodi che costeggiano le arterie iliache esterne, in parte nei linfonodi ipogastrici e in parte nel gruppo supero-mediale dei linfonodi ingui- 10/09/13 18:24 1 • Anatomia dell’apparato genitale femminile Promontorio del sacro Uretere Legamento sospensore dell’ovaio Tuba uterina (del Falloppio) Ovaio SEZIONE SAGITTALE MEDIANA Vasi iliaci esterni Legamento proprio dell’ovaio Corpo dell’utero Legamento rotondo (teres) dell’utero Fondo dell’utero Vescica urinaria Sinfisi pubica Uretra Muscolo traverso profondo del perineo Legamento inferiore (arcuato) del pube Vena dorsale profonda del clitoride Radice del corpo cavernoso del clitoride Orifizio uretrale esterno Piccolo labbro Grande labbro 5 Legamento sacro-uterino Cavo vescico-uterino Cavo retto-uterino (del Douglas) Collo dell’utero Fornice posteriore della vagina Fornice anteriore della vagina Intestino retto Vagina Muscolo elevatore dell’ano Canale anale Muscolo sfintere esterno dell’ano Ano Orifizio vaginale σσ Fig. 1.3 Visione d’insieme dell’apparato genitale femminile. nali. L’innervazione è garantita da fibre provenienti dal plesso ipogastrico inferiore e origina ove confluiscono fibre dal simpatico toraco-lombare (nervo ipogastrico), da fibre parasimpatiche provenienti dal II al IV nervo sacrale (nervo pelvico) e da fibre spinali provenienti dal nervo pudendo. Utero L’utero è un organo muscolare cavo, impari e mediano posto al centro dello scavo pelvico (Fig. 1.3), tra la vescica situata anteriormente e il retto posteriormente; lateralmente, riceve lo sbocco delle tube. Ha una forma a pera capovolta e dimensioni variabili in rapporto all’età e alla parità. Nello scavo pelvico ha una posizione che viene definita antiflessa e antiversa (Fig. 1.4). Per flessione s’intende l’angolo che si forma tra l’asse del corpo e l’asse del collo: si parla di antiflessione quando l’angolo che si stabilisce tra questi due assi è aperto anteriormente verso la sinfisi pubica, e di retroflessione quando l’angolo si stabilisce dalla parte opposta. Normalmente, l’utero è in antiflessione con un angolo che misura all’incirca 120°. Per versione s’intende invece l’angolo che si stabilisce tra vagina e collo dell’utero: si parla di antiversione quando, in condizioni normali, tale angolo è di circa 90°, e di retroversione quando l’angolo tra questi due assi >90°. Nell’utero distinguiamo tre parti (Fig. 1.5), corpo, istmo e collo, il Volume Ostetrica definitivo.indd 5 cui rapporto varia con l’età: in epoca prepubere il rapporto corpo/collo si avvicina all’unità o è favorevole al collo, successivamente è prevalente il corpo. Il corpo dell’utero, di aspetto globoso, è costitui­to da una faccia antero-inferiore piana o leggermente convessa, una faccia postero-superiore convessa, due margini laterali lungo i quali penetrano nell’organo i vasi e i nervi, un margine superiore o fondo, fortemente convesso, due angoli laterali o corni uterini dove si inseriscono le tube di Falloppio. Anteriormente a ciascuna tuba origina il legamento rotondo e posteriormente il legamento utero-ovarico. Il corpo dell’utero verso il basso diventa istmo e si continua poi nel collo. Presenta una cavità approssimativamente triangolare con base verso l’alto, dai cui apici si dipartono le tube, mentre l’apice in basso corrisponde all’orifizio uterino interno, che rappresenta l’estremo superiore del canale cervicale. L’utero è in rapporto mediante la sua faccia anteriore con la vescica, mediante la sua faccia posteriore con il retto, lateralmente si salda in alto con i due legamenti larghi e in basso con i legamenti cardinali. Le formazioni che fissano l’utero (e per le quali si rimanda nel dettaglio al paragrafo sui mezzi di fissità e di sostegno) sono rappresentate dai legamenti rotondi, utero-sacrali, utero-vescico-pubici, larghi e cardinali, che formano la base dei legamenti larghi. 10/09/13 18:24 6 SCRITTE ILLEGGIBILI Ginecologia e ostetricia GRADI DI RETROVERSIONE 1° 2° Normale A O M Profilo dell’intestino retto 3° alterato nel terzo grado C VE RS IO NE A D N Normale Normale O Normale B Retroflessione Retroversione D F L E S SIO NE Anteflessione (normale o severa) σσ Fig. 1.4 Versione e flessione dell’utero. σσ Fig. 1.5 Utero, tuba, ovaio. 1) Forame tubarico destro, 2) vasi uterini lungo il corpo dell’utero, 3) cavità uterina, 4) porzione istmica dell’utero, 5) peduncolo dell’arteria e vena uterina, 6) canale cervicale con le pliche palmate, 7) fornice vaginale laterale, 8) muso di tinca sezionato, 9) cavità vaginale, 10) legamento largo, 11) legamento utero-ovarico, 12) corpo luteo, 13) corpo albicante, 14) midollare dell’ovario, 15) follicolo vescicoloso, 16) appendice dell’ovario, 17) fimbrie della tuba, 18) mesosalpinge, 19) canalicoli del paraoforon, 20) pliche lingitudinali del tratto ampollare, 21) tratto istmico della tuba e sua cavità (da A. Bairati “Trattato di Anatomia umana”, Edizioni Minerva Medica). La cervice uterina, il cui termine deriva dal greco cervix che vuol dire collo, rappresenta la porzione inferiore dell’utero. La vagina si inserisce sul collo Volume Ostetrica definitivo.indd 6 e lo divide in tre parti: una porzione sopra-vaginale che continua con il corpo, una porzione intramurale corrispondente alla parete vaginale, una porzione 10/09/13 18:24 1 • Anatomia dell’apparato genitale femminile intravaginale detta portio che è visibile mediante lo speculum ed è accessibile al dito nell’esplorazione vaginale. L’aspetto della portio è variabile: nella nullipara l’orifizio (orifizio uterino esterno) è piccolo, circolare, di 3-4 mm di diametro; nella primipara l’orifizio si allunga trasversalmente e prende l’aspetto di una “bocca che sorride” (Guyon) con un labbro anteriore, un labbro posteriore e due incisure laterali poco profonde; nella pluripara il collo spesso presenta un largo orifizio circondato da tubercoli e depressioni e la sua consistenza può rivelare la comparsa di fibrosi cicatriziale. L’istmo è il tratto intermedio tra corpo e collo ed è di circa 5 mm. Nel terzo trimestre di gravidanza, si espande (segmento inferiore), raggiungendo i 10 cm circa nella sua massima espressione funzionale a termine di gestazione. Microscopicamente la parete uterina è costituita da tre tuniche che procedendo dall’esterno verso l’interno, sono: la sierosa (o perimetrio), la muscolare (o miometrio), la mucosa (o endometrio). La tunica sierosa è lo strato più esterno, riveste solo in parte l’utero poiché manca lateralmente e nella porzione sopravaginale anteriore della cervice, è costituito da elementi elastico-connettivali ricoperti dall’epitelio peritoneale. La tunica miometriale (Fig. 1.6) da sola rappresenta quasi tutto lo spessore dell’utero e in essa si possono distinguere tre strati in rapporto all’andamento delle fibre: circolare all’interno, reticolare o plessiforme intermedio, longitudinale all’esterno; il più importante è lo strato reticolare per la funzione che riveste in corso di gravidanza e durante il parto (contrazione ed emostasi funzionale). In linea generale, le strutture muscolari si riducono progressivamente quanto più si avvicinano alla porzione intravaginale del collo, e la perdita dell’elemento muscolare è compensata dall’aumento di un tessuto connettivo ricco di fibre elastiche, fenomeno che conferisce al collo la sua consistenza. Infine, vi è la tunica mucosa, che differisce nell’aspetto e nella struttura a livello del corpo e del collo. La mucosa del corpo o endometrio presenta un epitelio cubico monostratificato che si invagina a formare delle ghiandole tubulari semplici; poggia su uno stroma connettivale e comprende due strati: uno profondo (basale), molto sottile, contenente gli sfondati ghiandolari da cui rigenera ciclicamente la mucosa, uno superficiale (funzionale) che si modifica durante il ciclo ovarico per le influenze ormonali di cui è bersaglio e che viene eliminato al momento della mestruazione, mentre in caso di fecondazione si modifica per accogliere e nutrire lo zigote. La mu- Volume Ostetrica definitivo.indd 7 7 σσ Fig. 1.6 Muscolatura uterina. cosa del collo presenta due zone diverse: un epitelio endocervicale cilindrico monostratificato che si dispone a costituire delle ghiandole tubulari ramificate produttrici di muco, assume anteriormente e posteriormente dei rilievi simili alle venature di una foglia (arbor vitae) ed è riccamente innervato; un epitelio esocervicale pavimentoso pluristratificato non cheratinizzato, sottile, carico di glicogeno, con rari filamenti nervosi. L’irrorazione dell’utero (Fig. 1.7) è appannaggio delle arterie uterine, rami delle arterie iliache interne o ipogastriche. Le arterie uterine raggiungono il margine uterino in corrispondenza dell’istmo e si biforcano in un ramo ascendente, che irrora il corpo, e un ramo discendente, che si distribuisce al collo. In questo decorso, all’interno del parametrio l’arteria uterina si porta trasversalmente e passa a ponte sull’uretere, che ha una direzione in avanti e medialmente, costituendo quello che viene definito tetto del tunnel dell’uretere e che rappresenta il punto in cui i due organi si incrociano: tale incrocio è posto trasversalmente a 2 cm dall’istmo e in altezza a 1,5 cm sopra la cupola vaginale. L’importanza di tale punto è dettata dalla necessità di allontanare il più possibile queste strutture tra loro quando si lega l’arteria uterina in corso di isterectomia, in modo da evitare lesioni all’uretere: la trazione dell’utero in alto in corso d’isterectomia addominale, o in basso in corso d’isterectomia vaginale, aumenta notevolmente la distanza che separa l’uretere dall’utero. Riguardo i rami terminali, l’arteria uterina in prossimità dell’angolo tubarico si divide nei seguenti rami: l’arteria retrograda del fondo, che vascolarizza il fondo uterino, la parte mediale della tuba e talvolta il legamento rotondo; un ramo annessiale, che passa al di sotto del legamento utero-ovarico e si divide rapidamente in due rami (ramo tubarico interno, che si trova nel mesosalpinge e finisce anastomizzando- 10/09/13 18:24 8 Ginecologia e ostetricia Rami dell’arteria uterina Tubarico Ovarico Vasi ovarici Rami tubarici dei vasi ovarici Vasi uterini Uretere Rami vaginali dell’arteria uterina Arteria vaginale Muscolo elevatore dell’ano Fascia profonda del trigono uro-genitale Arteria pudenda interna Arteria perineale Loggia perineale superficiale Fascia perineale superficiale (del Colles) σσ Fig. 1.7 Irrorazione dell’apparato genitale femminile. si con il ramo tubarico dall’arteria ovarica, e ramo ovarico, che si trova nel mesovaio sotto il legamento utero-ovarico e si anastomizza con il ramo omologo dell’arteria ovarica). Il drenaggio venoso dalle tre tuniche è garantito da una rete venosa plessiforme che defluisce ai due lati dell’utero rispettivamente nei plessi uterini e nei plessi cervico-vaginali. La rete collettrice linfatica peri-uterina raccoglie la linfa che proviene dalle tre reti di origine (mucosa, miometriale, sierosa). L’innervazione dell’utero è garantita essenzialmente dal plesso ipogastrico. Salpingi Le salpingi (o tube uterine, trombe di Falloppio od ovidutti) sono organi tubulari pari e simmetrici che originano dall’angolo uterino con la porzione intramurale e continuano lateralmente con la parte istmica, ampollare e infundibolare (Fig. 1.5). Esse svolgono una funzione riproduttiva che si esplica a vari livelli: captano la cellula uovo al momento dell’ovulazione, favoriscono la migrazione degli spermatozoi e la loro capacitazione, creano le condizioni ambientali adatte per la fecondazione dell’uovo stesso, conducono l’uovo fecondato all’utero Volume Ostetrica definitivo.indd 8 perché possa impiantarvisi. La tuba uterina ha una lunghezza media di circa 12 cm, segue una direzione obliqua dalla parete pelvica verso l’utero, con calibro variabile nei diversi tratti (da 8-15 mm all’estremità ampollare fino a 0,05-1 mm a livello dell’inserzione uterina). Consta di quattro segmenti, che in direzione latero-mediale, cioè dall’ovaio verso l’utero, sono: la porzione infundibolare (o padiglione), quella ampollare, quella istmica e quella uterina (o interstiziale o intramurale). La porzione infundibolare (o padiglione), si presenta sotto forma di un largo imbuto a parete frastagliata, perché formata da 10-15 linguette della lunghezza di un centimetro circa, dette fimbrie, che fluttuano libere nella cavità peritoneale. Tali fimbrie, muovendosi sulla superficie dell’ovaio, sono in grado di raccogliere la cellula uovo quando questa viene espulsa in seguito all’ovulazione. Una di queste, la fimbria ovarica, è in rapporto con l’estremità tubarica dell’ovaio cui è fissata per mezzo del legamento tubo-ovarico. In corrispondenza della superficie interna della fimbria ovarica si trova un solco longitudinale che è diretto verso l’ostio addominale della tuba che si apre nella cavità addomi- 10/09/13 18:24 1 • Anatomia dell’apparato genitale femminile nale. L’ostio addominale corrisponde alla parte più profonda dell’infundibolo e si presenta come un orifizio assai ristretto (2-3 mm di diametro) che immette nella cavità dell’ampolla. Frequentemente si osserva che al padiglione tubarico è legata una piccola formazione rotondeggiante, l’idatide di Morgagni, un residuo embrionale derivato dall’estremità craniale a fondo cieco del dotto di Wolff. La porzione ampollare fa seguito all’infundibolo e rappresenta il tratto più lungo (7-8 cm) e tortuoso della tuba; forma all’inizio un’ansa (ansa tubarica) aperta in basso e medialmente che corrisponde al polo superiore dell’ovaio che circonda, si porta verso il basso decorrendo sulla faccia mediale dell’ovaio, in prossimità del margine mesovarico e parallelamente a esso. Questo tratto della tuba ha decorso pressoché verticale e concorre con il mesosalpinge a formare la parete mediale, incompleta, della borsa ovarica. Al limite tra parete laterale della pelvi e pavimento pelvico, la porzione ampollare della tuba cambia direzione e, formando un angolo quasi retto aperto medialmente, si fa orizzontale per decorrere lungo il margine superiore del legamento largo in direzione dell’utero. La porzione istmica inizia a poca distanza dall’utero, è lunga 3-4 cm e si distingue dalla porzione ampollare perché il suo decorso si fa rettilineo, il calibro tende a diminuire e la consistenza aumenta. Decorre quindi rettilinea sino al margine laterale dell’utero, presso l’angolo superiore, al limite tra corpo e fondo, dove continua con l’ultimo tratto dell’ovidutto. La porzione uterina (o interstiziale o intramurale), molto breve, attraversa il miometrio e sbocca nella cavità uterina per mezzo di un ostio uterino avente diametro di circa un centimetro. Strutturalmente la tuba è costituita da tre strati: mucoso, muscolare e sieroso. La mucosa tubarica è costituita da un epitelio cilindrico monostratificato dotato di ciglia vibratili che diminuiscono man mano che ci si avvicina alla regione istmica, e da cellule ad attività secernenti e cellule intercalate. L’epitelio tubarico va incontro a modificazioni cicliche in seguito alla variazione dei livelli di estrogeni e progesterone in circolo (ciclo tubarico). Macroscopicamente, l’epitelio è sollevato in pliche disposte secondo l’asse del canale tubarico, abbondanti e rilevate nella parte ampollare, meno rappresentate a livello interstiziale. La tunica muscolare è formata da due strati mal distinti, uno longitudinale o sottosieroso esterno a decorso discontinuo e uno circolare o sottomucoso particolar- Volume Ostetrica definitivo.indd 9 9 mente sviluppato nella regione istmica e interstiziale. Il segmento intramurale della tuba è dotato di uno spesso strato muscolare, per cui può funzionare come uno sfintere che regola il passaggio degli spermatozoi dall’utero al canale tubarico. La sierosa è costituita dal peritoneo viscerale che ricopre la tuba accollandosi al di sotto di essa a formare il mesosalpinge, costituito da due foglietti peritoneali accollati provienti dalla pagina posteriore del legamento largo all’interno del quale decorrono i vasi e i nervi diretti all’organo. Il mesosalpinge permette una certa mobilità alla tuba, soprattutto nelle porzioni infundibolare e ampollare. Le tube uterine sono vascolarizzate dai rami tubarici provenienti dalle arterie uterine e ovariche che si anastomizzano a costituire un’arcata vascolare nel mesosalpinge, lungo il margine aderente della tuba. Ovaie Le ovaie (Fig. 1.5) sono le gonadi femminili e svolgono una duplice funzione: riproduttiva in quanto contengono le cellule germinali femminili od ovociti, ed endocrina in quanto secernono ormoni (estrogeni, progesterone, androgeni). Sono organi pari, simmetrici, di aspetto biancastro più o meno rugoso, hanno forma e grandezza di una grossa mandorla, variabile nelle diverse fasi della vita: durante il periodo fertile un ovaio misura circa 3,5×2×1 cm, nelle pluripare è più grossa rispetto alle nullipare, nelle bambine l’organo risulta più piccolo come pure si riduce, per sclerosi, nella postmenopausa. L’ovaio è strutturalmente caratterizzato da una corticale esterna e da una midollare interna. La midollare è formata da tessuto connettivo e muscolare liscio e contiene una ricca vascolarizzazione e innervazione. Nella corticale si trovano numerose strutture caratteristiche dette follicoli ovarici. Tale struttura varia con l’età della donna e con le fasi del ciclo ovarico. Alla nascita la corticale è formata da circa 2 milioni di follicoli primordiali, che vanno riducendosi per un fenomeno detto di atresia, la superficie ovarica si presenta liscia e regolare. Dopo la pubertà nella corticale sono visibili follicoli a vari stadi di maturazione e a vari gradi di involuzione, la superficie appare di colorito grigio-rossastro e notevolmente irregolare per la sporgenza di follicoli in via di maturazione o di corpi lutei; con il progredire dell’età compaiono numerose cicatrici, esito del processo di atresia follicolare e della regressione di corpi lutei. In postmenopausa l’ovaio si raggrinza, i follicoli tendono a scomparire, l’organo acquista 10/09/13 18:24 10 Ginecologia e ostetricia una consistenza quasi lignea e dopo i 70 anni ritorna liscia per atrofia delle stesse cicatrici. La posizione dell’organo è relativamente variabile in quanto può seguire gli spostamenti dell’utero, sia in corso di gravidanza che a seguito di gravidanze pregresse; tuttavia, nella sua posizione abituale, è disposto in maniera che la sua faccia laterale corrisponda a una depressione della parete postero-laterale della piccola pelvi, che prende il nome di fossetta ovarica di Krause. Il peritoneo viscerale, foglietto posteriore del legamento largo, lo riveste solo per circa un quinto. L’ovaio è l’unico organo intra- e retro-peritoneale: tale parte del peritoneo costituisce il mesovario, mentre la corrispondente parte dell’ovaio rappresenta l’ilo ovarico cioè il punto in cui i vasi entrano ed escono dall’organo. Vi si possono distinguere: due facce, di cui una mediale, che volge verso la cavità pelvica, e una laterale, che è in rapporto con la parete; due margini, di cui uno anteriore (mesovarico, ilo dell’ovaio) in quanto connesso con la pagina posteriore del legamento largo tramite il mesovario, e uno posteriore che è libero; due poli, di cui uno superiore (tubarico) che è unito all’infundibolo della tuba uterina a opera della fimbria ovarica, e uno inferiore (uterino) più assottigliato del precedente, che è unito all’utero dal legamento utero-ovarico. I mezzi di fissità dell’ovaio sono rappresentati da quattro legamenti: il legamento sospensore dell’ovaio (o legamento infundibolo-pelvico), è formato dai vasi ovarici accompagnati da fibre connettivali e muscolari lisce che sollevano il peritoneo in una piega che dalla parete pelvica si porta in basso e indietro, terminando all’estremità superiore del margine mesovarico dell’ovaio dopo aver formato il tratto più esterno del margine superiore del legamento largo, nel piccolo spazio compreso tra la tuba uterina e la parete pelvica; il legamento utero-ovarico, unisce il polo inferiore dell’ovaio all’angolo supero-laterale dell’utero, dove s’impianta al di sotto e dietro la tuba, decorre nello spessore del legamento largo da cui solleva la pagina posteriore determinando la formazione della cosiddetta ala posteriore; il legamento mesovarico, è un corto legamento peritoneale che si stacca dalla pagina posteriore del legamento largo dell’utero e raggiunge il margine anteriore dell’ovaio, formato da due foglietti peritoneali fra i quali decorrono i vasi e i nervi ovarici e che a livello dell’ilo si separano divergendo verso le due facce dell’ovaio; il legamento tubo-ovarico, non rappresenta un vero mezzo di fissità, unisce il polo superiore dell’ovaio alla superficie esterna del padiglione della tuba uterina, in corrispondenza della fimbria ovarica. Volume Ostetrica definitivo.indd 10 L’irrorazione è data dall’arteria ovarica che, originando dall’aorta e a sinistra spesso dall’arteria renale, decorre nel retro peritoneo medialmente all’uretere fin quasi al contorno dell’ingresso pelvico quando, decorrendo nel legamento infundibulo-pelvico, assume un andamento latero-mediale e postero-anteriore incrociando l’uretere che discende nella pelvi e vi decorre adeso al foglietto posteriore del legamento largo. Medialmente, invece, riceve sangue dal ramo ovarico dell’arteria uterina con cui si anastomizza a pieno canale. Le arterie sono accompagnate dalle vene ovariche che decorrono anch’esse nel legamento infundibulo-pelvico e confluiscono a destra nella vena cava e a sinistra nella vena renale corrispondente. σσPavimento pelvico Il pavimento pelvico è il complesso dei muscoli striati e delle fasce che chiude inferiormente il piccolo bacino, ha una forma di losanga ed è delimitato anteriormente dalla sinfisi pubica, posteriormente dal coccige e ai lati dalle tuberosità ischiatiche. In esso si riconoscono: –– un sistema di sostegno, rappresentato dalle strutture muscolo-aponeurotiche; –– un sistema di sospensione, costituito dai legamenti che sostengono i visceri pelvici. Sistema di sostegno (Fig. 1.8) Procedendo dalla profondità verso la superficie si identificano tre strati: –– il diaframma pelvico; –– il diaframma urogenitale; –– il piano dei muscoli superficiali del perineo. Il diaframma pelvico è un piano muscolo-tendineo teso trasversalmente nel piccolo bacino a forma di amaca, interrotto lungo il suo asse sagittale da due ampie fessure o iati: anteriormente, la fessura uro-genitale attraversata dall’uretra e dalla vagina; posteriormente, lo iato rettale per il passaggio del retto. Lo spazio al di sopra di questo piano fa parte della cavità pelvica, quello sottostante contiene le fosse ischio-rettali e fa parte del perineo. Tale diaframma è costituito dall’elevatore dell’ano, muscolo pari e simmetrico che origina dalla faccia posteriore dell’osso pubico anteriormente, si estende lungo l’arco tendineo dell’elevatore fino alla spina ischiatica e medialmente si fonde con il metamero controlaterale a livello del rafe ano-coccigeo. L’elevatore dell’ano è distinto in due gruppi muscolari, 10/09/13 18:24 1 • Anatomia dell’apparato genitale femminile Legamento sospensore del clitoride Visto superiormente Muscolo bulbo-cavernoso 11 Bulbo del vestibolo Clitoride Muscolo ischio-cavernoso Ramo ischio-pubico Fascia inferiore del diaframma uro-genitale Strato profondo della tela sottocutanea (fascia di Colles) Ghiandola di Bartolin Muscolo trasverso superficiale Tuberosità ischiatica Centro tendineo del perineo Loggia perineale superficiale Legamento sacro-tuberoso Muscolo sfintere dell’ano Muscolo grande gluteo Muscolo elevatore dell’ano Legamento ano-coccigeo Coccige Visto medialmente Linea arcuata dell’ileo Muscolo piriforme Muscolo otturatore interno e sua fascia (sezionata) Spina ischiatica Arco tendineo del muscolo elevatore dell’ano Canale otturatorio Muscolo ischio-coccigeo Parte ileo-coccigea del muscolo elevatore dell’ano Intestino retto Parte pubo-coccigea del muscolo elevatore dell’ano Vagina Legamento trasverso della pelvi (o del perineo) Uretra Muscolo elevatore dell’ano di sinistra (sezionato) Fascia superiore e inferiore del diaframma (o trigono) uro-genitale Muscolo trasverso superficiale del perineo Muscolo sfintere esterno dell’ano σσ Fig. 1.8 Diaframma pelvico, duplice prospettiva. uno esterno rappresentato dai fasci pubo-coccigeo, ileo-coccigeo e ischio-coccigeo e uno interno o elevatore propriamente detto, rappresentato dal muscolo pubo-rettale. I fasci del pubo-coccigeo, e più Volume Ostetrica definitivo.indd 11 internamente del pubo-rettale, delimitano lo spazio attraverso il quale passano l’uretra, il canale vaginale e il retto (hiatus urogenitale). In questo contesto il muscolo pubo-rettale acquisisce particolare rilievo in 10/09/13 18:24 12 Ginecologia e ostetricia quanto, accentuando con la sua contrazione gli angoli uretro-vescicale e ano-rettale, presenta una funzione simil-sfinterica mentre, aumentando l’angolo vagino-pelvico, previene l’insorgenza dell’enterocele. Inoltre, tale fascio muscolare protegge l’apparato di sospensione da significativi incrementi della pressione addominale che possono causare distrazione delle strutture legamentose. Infine, elevando il centro tendineo del perineo fino a farlo coincidere con la regione cervico-istmica dell’utero durante i bruschi aumenti di pressione, previene l’insorgenza dell’isterocele. Al di sotto del diaframma pelvico, e quindi al di sotto dei margini inferiori della pelvi vera, si trova il perineo. Esso è delimitato anteriormente dal legamento arcuato del pube, antero-lateralmente dai margini inferiori delle due branche ischio-pubiche, postero-lateralmente dalle tuberosità ischiatiche e dal legamento sacro-tuberoso e posteriormente dalla punta del coccige. Una linea tirata tra le due tuberosità ischiatiche divide il perineo in una porzione anteriore, occupata dal diaframma (o trigono) urogenitale, e una posteriore o triangolo anale. Il diaframma urogenitale è costituito dal muscolo trasverso profondo del perineo (a tutt’oggi non unanimemente riconosciuto), dallo sfintere striato dell’uretra, posto immediatamente al di sopra, e dalle fasce superiore e inferiore del diaframma urogenitale, che si uniscono posteriormente alla fascia perineale superficiale, raggiungendo insieme il centro tendineo del perineo. Tra il diaframma urogenitale e la cute vi è il piano superficiale del perineo che comprende i muscoli bulbo-cavernoso, ischio-cavernoso e trasverso superficiale e lo sfintere esterno dell’ano. Più superficialmente rispetto a questo piano muscolare è presente la fascia perineale superficiale (del Colles). Essa è tesa tra i due rami ischio-pubici; anteriormente si continua con la fascia del clitoride e posteriormente si fonde con le fasce del diaframma urogenitale assieme alle quali si fissa al centro del perineo. Tutti i muscoli del pavimento pelvico, a eccezione degli ischio-cavernosi, convergono sul nucleo fibroso centrale o centro tendineo del perineo, corpo compatto di forma piramidale e dell’altezza di 4-5 cm situato tra retto e vagina, ricco oltreché di fibre muscolari anche di fibre elastiche. I muscoli del piano perineale superficiale (bulbo-cavernoso, trasverso superficiale e sfintere anale esterno), il muscolo trasverso profondo appartenente al diaframma urogenitale e i fasci anteriori e mediali dei muscoli pubo-rettali prendono dunque inserzione a questo livello lun- Volume Ostetrica definitivo.indd 12 go la linea mediana. Tutte queste connessioni muscolari fanno sì che il nucleo fibroso centrale del perineo abbia un’importante funzione di sostegno delle pareti vaginali, della regione cervico-trigonale della vescica, dell’utero e del canale ano-rettale. I muscoli che compongono il sistema di sostegno, in particolare gli elevatori dell’ano, concorrono al contenimento dei visceri pelvici ostacolando l’azione della forza di gravità. Il danneggiamento di tali strutture a causa del parto, di interventi chirurgici o la loro debolezza associata ad atrofia senile o ipoplasia costituzionale, contribuiscono all’insorgenza del prolasso genitale. Sistema di sospensione (Fig. 1.9) È costituito dalla fascia endopelvica, rappresentata dal connettivo interposto tra peritoneo viscerale e aponeurosi pelvica, al cui interno si organizzano vari legamenti che incapsulano, sospendono al cingolo pelvico e tengono fissi in una posizione centrale gli organi pelvici. Tale sistema è rappresentato dai legamenti utero-sacrali e cardinali che costituiscono il sistema di aggancio posterolaterale alla regione istmo-cervicale e dai legamenti pubouretrali, pubo-vescicali e vescico-uterini anteriormente. I legamenti utero-sacrali sono tesi tra la cervice e il sacro lungo i suoi margini laterali. Prendono inserzione a livello dell’istmo uterino, dove si fondono con il foglietto posteriore dei legamenti cardinali, e si portano posteriormente andando a contrarre tenaci aderenze con la fascia otturatoria, fino a giungere ai lati del sacro. Questi legamenti rappresentano il principale punto di ancoraggio e stabilizzazione di cervice uterina e vagina che, grazie a essi, assumono e mantengono la loro posizione al di sopra del diaframma pelvico. I legamenti cardinali (del Mackenrodt) sono strutture costituite da tessuto connettivo fibroso denso e da alcune fibre muscolari lisce. Si dispongono perpendicolarmente ai legamenti sacro-uterini e contengono nel loro contesto i principali vasi nutritizi dell’utero. Si fondono anteriormente con la fascia pubo-cervicale e posteriormente con i legamenti sacro-uterini; lateralmente prendono contatto con le pareti laterali della pelvi. Giocano un ruolo fondamentale nella sospensione vescicale, nella prevenzione del cistocele e nella stabilizzazione del collo uterino. Il sistema di sospensione anteriore che interessa la regione cervico-trigonale e l’uretra sopradiaframmatica è costituito dai legamenti pubo-uretrali, dalla fascia uretro-pelvica, dall’arco 10/09/13 18:24 1 • Anatomia dell’apparato genitale femminile 13 σσ Fig. 1.9 Pelvi e sistema di sospensione. 1) Fondo dell’utero, 2) residui del paraoforon, 3) legamento sospensore dell’ovaio, 4) istmo dell’utero fra corpo e collo, 5) fornice vaginale posteriore, 6) legamento utero-sacrale, 7) legamento largo, 8) legamento utero-ovarico, 9) ovaio, 10) infundibulo della tuba, 11) vasi ovarici nel legamento sospensore dell’ovaio o infundibolo-pelvico (da A. Bairati “Trattato di Anatomia umana”, Edizioni Minerva Medica). tendineo del muscolo elevatore dell’ano e da quello della fascia endopelvica (linea bianca). I legamenti pubo-uretrali sospendono la media uretra all’osso pubico e sono divisi in anteriori, posteriori e intermedi. I posteriori presentano particolare rilevanza perché agganciano l’uretra lungo i suoi margini laterali e si inseriscono a livello della zona inferiore della guaina dell’elevatore dell’ano unendosi all’arco tendineo di quest’ultimo. Da un punto di vista funzionale è ormai noto che tale legamento presenti anche capacità contrattile, essendo stata evidenziata la presenza all’interno della sua struttura di fibre muscolari lisce e striate (in continuazione con quelle del pubo-coccigeo). L’uretra viene divisa dall’inserzione di questi legamenti in una porzione prossimale e una distale; la prima, tratto funzionale intra-addominale, è responsabile della continenza passiva, la seconda, extra-addominale, è responsabile della continenza attiva. La fascia o legamento uretro-pelvico prende origine a livello dell’arco tendineo dell’elevatore dell’ano, che è una struttura di tessuto connettivo denso che si estende dalla parte inferiore del pube alla spina ischiatica e decorre lungo il margine del muscolo otturatore interno. Tale fascia raggiunge l’uretra prossimale e il collo della vescica sospendendoli e dando origine in avanti al legamento pubo-uretrale. Quindi, Volume Ostetrica definitivo.indd 13 mentre la fascia uretro-pelvica mantiene l’uretra prossimale e il collo vescicale nella loro normale sede anatomica, i legamenti pubo-uretrali prevengono l’ipermobilità della media uretra e la sua dislocazione verso il basso. L’arco tendineo della fascia pelvica o linea bianca è una struttura fibrosa presente in ciascun lato della pelvi che origina come una sottile benderella dall’osso pubico (1 cm sopra il margine inferiore della sinfisi pubica e 1 cm lateralmente alla linea mediana). Decorre lungo la faccia interna dell’elevatore dell’ano per poi sfioccarsi e divenire meno definito in corrispondenza della sua inserzione sulla spina ischiatica. Tale arco è responsabile della posizione e della mobilità dell’uretra prossimale e del collo vescicale attraverso le connessioni che crea con il connettivo endopelvico che si trova fra l’uretra prossimale e il collo vescicale, che a sua volta si interdigita con le fibre mediali dell’elevatore dell’ano. Struttura essenziale nel supporto posteriore del cilindro vaginale e quindi nella prevenzione del cedimento della parete rettale è la fascia retto-vaginale o di Denonvilliers. Essa prende origine dal cavo del Douglas e termina nel corpo perineale derivando dalla fusione in senso craniale delle pareti del cavo peritoneale posteriore, che durante la vita embrionale si estende fino al corpo perineale tra vagina e retto. 10/09/13 18:24 14 Ginecologia e ostetricia σσDecorso dell’uretere L’uretere è un organo tubulare pari e simmetrico che fa parte dell’apparato escretore, con una lunghezza media di 27-30 cm e calibro non uniforme. Si estende dalla re­gione lombare alla piccola pelvi: ha inizio a livello del bacinetto renale con una porzione a forma di imbuto, decorre sempre nel retroperitoneo, termina nella vescica mediante il meato (od orifizio) ureterale situato nell’angolo posterolaterale del trigono. L’uretere può essere suddiviso in una porzione addominale, corrispondente alle regioni lombare e iliaca, una porzione pelvica, corrispondente alla piccola pelvi, e una porzione intramurale (o vescicale), compresa nello spessore della parete vescicale. Complessivamente, nel tratto addominale si porta in basso e all’interno, descrivendo una leggera curva convessa in avanti e medialmente; nel punto di passaggio fra la por­zione addominale e quella pelvica, a livello del­lo stretto superiore del bacino, cambia direzione formando un ginocchio (flessu­ra marginale); nel tratto pelvico forma una curva a convessità posterolaterale. È fondamentale conoscere il decorso e il rapporto dell’uretere nei suoi tratti perché durante interventi chirurgici su strutture intraperitoneali può essere leso, o direttamente come nell’atto di sezionare i vasi uterini, o indirettamente per trazioni incaute del peritoneo. Nell’addome, l’uretere discende dietro al peritoneo sulla porzione mediale del muscolo grande psoas (che lo separa dai processi trasversi lombari) davanti al quale incrocia anteriormente il nervo genito-femorale, è incrociato obliquamente dai vasi gonadici, mentre medialmente è in rapporto con i grossi vasi (vena cava inferiore per l’uretere destro, aorta per l’uretere sinistro). Nella piccola pelvi (Fig. 1.10) l’uretere entra in corrispondenza dello stretto superiore del bacino, lateralmente all’articolazione sa­croiliaca, incrocia a destra, dall’avanti, l’origine dei vasi iliaci esterni di destra, e a sinistra la porzione terminale dei vasi iliaci comuni, descri­vendo la flessura marginale. Decorre quindi lungo­la parete laterale del piccolo bacino, porzione retro-legamentosa, scende in basso al davanti dei vasi iliaci interni e incrocia alcune formazioni vascolo-nervose (arteria ombelicale, vasi e nervi ottu­ratori). Medialmente è in rapporto più o meno intimo con il retto e con l’ovaio, rispetto al quale decorre inferiormente. Dopo aver raggiunto il pavimento pelvico, circa all’al­tezza della spina ischiatica, piega in avanti e all’interno avvi- Volume Ostetrica definitivo.indd 14 1 2 3 20 mm 4 15 5 7 mm 8 6 9 10 A A C B B σσ Fig. 1.10 Decorso e rapporto dell’uretere nella pelvi. A) Incrocio dell’arteria uterina e dell’uretere (da Paturet) visto an­ teriormente: 1) arteria uterina; 2) arteria ureterica; 3) arteria vaginale lunga; 4) arteria cervico-vaginale; 5) arteria vescicovaginale; 6) uretere; 7) curvatura dell’arteria uterina; 8) vagi­ na; 9) vescica; 10) trigono di Lieutaud. B) Decorso e rapporti dell’uretere sinistro e dell’arteria uterina (il restante parametrio è stato sollevato): A) porzione retro-legamentosa; B) porzione sotto-legamentosa; C) porzione pre-legamentosa. cinandosi all’istmo uterino, dove incrocia l’arteria omonima nello spessore del parametrio laterale, prima di continuare anteriormente nella porzione pre-legamentosa e aprirsi, quindi, nella vescica urinaria. L’uretere pelvico decorre nella pelvi aderendo sempre al foglietto posteriore del legamento largo fino alla porzione sotto-legamentosa che rappresenta, per i suoi rapporti con l’arteria uterina, il punto più critico del suo decorso. Tale punto si colloca a circa 2 cm dal margine uterino a livello istmico e a circa 1,5 cm dal fornice vaginale omolaterale. 10/09/13 18:24 1 • Anatomia dell’apparato genitale femminile La maggior parte dei danni ureterali in corso di isterectomia si verifica in questa zona, per cui nella preparazione del fascio vascolare uterino è necessario realizzare, attraverso opportune manovre di mobilizzazione dell’utero, una situazione anatomica nella quale l’uretere si allontani dal peduncolo vascolare. Nell’ultimo tratto, l’uretere si avvicina al 15 fornice laterale della vagina e, piegando all’interno, lo incrocia per raggiungere la vescica, decorrendo nel setto vescico-vaginale. La porzione intramurale o vescicale, lunga 1-1,5 cm, decorre nello spessore della parete vescicale con direzio­ne obliqua in basso e medialmente, per sboccare nell’ori­fizio (o meato) ureterale. TEST DI AUTOVALUTAZIONE 1) La vulva: a) è un organo unico b) rappresenta gli organi genitali esterni femminili c) produce un secreto d) non include l’imene 3) L’ovaio: a) è un organo intraperitoneale e retroperitoneale b) i follicoli sono dislocati nella midollare interna c) è irrorato dall’arteria mesenterica d) svolge solo funzione riproduttiva 2) L’utero: a) ha dimensioni variabili in rapporto all’età e alla parità b) è normalmente retroflesso c) è irrorato dall’arteria femorale d) è formato da corpo e collo 4) La vagina: a) è una cavità virtuale b) la sua lunghezza è in relazione all’altezza della donna c) è rivestita da tonaca costituita da epitelio cilindrico d) l’innervazione è garantita da fibre proveniente da plesso ipogastrico superiore Volume Ostetrica definitivo.indd 15 10/09/13 18:24