PROGETTO DI RICERCA CEMISS ANNO 2016 CEMISS AL-R-01 1. TITOLO Africa ed Europa: le politiche a sostegno della stabilizzazione nei paesi dell’Africa Sub sahariana, con particolare riguardo alle politiche UE. 2. SCOPO Vari indicatori evidenziano una tendenza alla stabilizzazione che – al di là della percezione e di fenomeni contingenti - starebbe interessando un’area sempre più vasta dell’Africa a sud del Sahara. Una tendenza senza dubbio densa di contraddizioni, ma che nondimeno prospetta la possibilità di un’inversione di tendenza di carattere epocale: per la prima volta, dall’epoca post coloniale, una serie di indicatori sulla società africana evidenziano un verso positivo. E’ il caso soprattutto di indicatori di base (consolidamento istituzionale, perseguimento di macroeconomie orientate al “capitale umano”, soddisfacimento dei “basic needs”, crescita, cooperazione, stabilizzazione e pacificazione sociale), di per sé non molto raffinati ma anche abbastanza affidabili. Questo nonostante una serie di gravi problemi che persistono e che continuano a provocare conflitti, migrazioni di massa e altri elementi di rischio sistemico, che – in un contesto di globalizzazione - si ripercuotono inevitabilmente sui paesi del “nord” del mondo, e sull’Europa in particolare. La ricerca si propone di svolgere una complessiva descrizione di tale situazione, paese per paese, per interpretare le ragioni di queste tendenze e di queste contraddizioni, per poi compiere una valutazione delle iniziative avviate da paesi europei, e dalle economie avanzate in genere, in questo contesto. In particolare si vuole analizzare il ruolo della UE, che è stato definito di “intervento indiretto”, o anche – come riporta la letteratura - di “outsourcing exercise”, che si realizza in genere con modalità di tipo soft, a volte finanziando politiche di intervento condotte materialmente da stati terzi – in genere altri stati africani estranei ad un certo scenario di crisi. Questo per cercare di capire fino a che punto tale prassi – politicamente meno impegnativa ma strategicamente difficilmente sostenibile – può dare origine a effetti di consolidamento e a vantaggi in chiave di reciprocità. 3. QUADRO DI RIFERIMENTO La ricerca si svolge in un contesto di forte complessità, nel quale nondimeno sono evidenti segnali di crescita che sembrano rompere il circuito vizioso che per decenni ha caratterizzato le politiche locali e lo stesso intervento dei paesi evoluti nell’area, tra politiche di “cooperazione e sviluppo” e puro assistenzialismo o manovre neocolonialiste. Tra questi si possono considerare a) un rinnovato interesse a investimenti da parte di paesi non politicamente preponderanti (quindi non in grado di supportare ev. gli stessi investimenti con politiche di potenza), nonché da parte di organizzazioni “corporate” e non governative; b) la diffusione di movimenti di aggregazione regionale e multi-statale (che fanno capo, tra le altre organizzazioni, all’Unione Africana); c) lo sviluppo di relazioni sull’asse trasversale, cioè sud-sud del pianeta (fuori dal controllo delle potenze globali), e diversi altri. In genere l’Africa a sud del Sahara, oggetto per decenni di stereotipi che derivano dalle degenerazioni post coloniali (pur continuando a rappresentare una grave fonte di preoccupazione per il “nord” del mondo, e in particolare per ragioni di contiguità per l’Europa), configura oggi una realtà dinamica, dove l’iniziativa internazionale 1 può sviluppare notevoli margini di utilità geopolitica, sia in termini di sviluppo umano che strategico. 4. CONTENUTI. a. Premessa geografica: analisi dello stato di fatto e dei vari paesi africani classificati per aree macro (collocazione su versanti oceanici, matrice culturale e religiosa, base tradizionale, retaggio storico-linguistico ecc.); b. Premessa geografico-politica, a partire da decolonizzazione e fallimento delle politiche keynesiane – in variante terzomondista – caratteristiche dell’epoca della della tarda modernità; c. Il superamento della fase della “cooperazione e sviluppo” e il recupero di nuovi modi geo-politici fondati su paradigmi essenzialmente non governativi (per es. paradiplomazia o diplomazia parallela, NGO locali e internazionali, organizzazioni internazionali, associazioni estemporanee, movimenti di opinione, mezzi di comunicazione di massa); d. L’affermazione della globalizzazione sia come rischio che opportunità per paesi che evidenziano segnali di sviluppo, ma che sono ancora estremamente deboli (per poter aprirsi indiscriminatamente sullo scenario “senza confini”), soggetti a tensioni di tutti i tipi e al rischio continuo della regressione; e. Studio ed analisi delle politiche internazionali (ed europee in particolare) finalizzate al sostegno di crescita e stabilizzazione dell’Africa sub sahariana, oltre che alla prevenzione di problemi che – in un contesto di globalizzazione - non possono che ripercuotersi su tutti gli altri scenari. 5. MODALITA’ DI ESECUZIONE Ricorso ad interviste e, nei limiti del possibile, a seconda delle circostanze, a testimoni privilegiati; somministrazione questionari strutturati o meno, analisi storie di vita e in genere applicazione della metodologia di ricerca geo-sociale più aggiornata; descrizione di scenari; analisi delle politiche e della normativa ai vari livelli (locale, nazionale, internazionale, comunitaria); consultazione letteratura scientifica sull’argomento, nonché di fonti aperte e di qualsiasi natura. 6. COMPENSO PER LA PRESTAZIONE Titolo Gratuito 7. PUNTO DI CONTATTO Capo Dipartimento Relazioni Internazionali – Tel. 06 4691 3205. 2