PATHOLOGICA 2005;97:378-382 CASO CLINICO Mioma perivascolare di tipo miopericitoma dei tessuti molli del piede: descrizione di un caso e revisione della letteratura Myopericytoma-type perivascular myoma located in the soft tissue of the foot: a case report and review of the literature S. SQUILLACI, D. CECCHETTI1, F. TALLARIGO2, F. PONTIERI2, A.V. FILARDO3 Unità Operativa di Anatomia Patologica, Ospedale di Vallecamonica, Esine (BS); 1 Divisione di Anatomia Patologica e Diagnostica Molecolare ed Ultrastrutturale, Dipartimento di Oncologia, Università di Pisa ed Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana, Pisa; 2 Unità Operativa di Anatomia Patologica, Ospedale “S. Giovanni di Dio”, Crotone (KR); 3 Servizio di Anatomia Patologica, Ospedale “Pugliese-Ciaccio”, Catanzaro Parole chiave Mioma perivascolare • Miopericitoma • Immunoistochimica • Ultrastruttura Riassunto Key words Perivascular myoma • Myopericytoma • Immunohistochemistry • Ultrastructure Summary Gli Autori descrivono un caso raro di mioma perivascolare di tipo miopericitoma (MTPM) ad insorgenza acrale e riassumono la letteratura sull’argomento. Il paziente, maschio di 68 anni, presentava una neoformazione dolorosa a lenta e progressiva crescita, del diametro di 1,4 cm, nel sottocute del piede destro. Il paziente è vivo e in buone condizioni di salute, 17 mesi dopo l’escissione chirurgica del nodulo. Istologicamente, la lesione era ben delimitata e caratterizzata da un aspetto bifasico con una proliferazione concentrica perivascolare di cellule ovoidi e fusate e con una estesa componente di crescita emangiopericitomatosa. All’indagine immunoistochimica, le cellule neoplastiche risultavano positive per vimentina, actina muscolo liscio, calponina e desmina, negative per proteina S-100, CD34, CD31 e citocheratine (AE1/AE3, Cam 5.2). L’esame ultrastrutturale mostrava corpi elettrondensi compatibili con una differenziazione miopericitica. Il caso riportato è simile a quelli descritti in letteratura e le principali problematiche di diagnosi differenziale vengono qui discusse. We describe a rare case of myopericytoma-type perivascular myoma (MTPM) which arose in acral location and the literature on this field is briefly reviewed. The patient, a 68-year-old man, presented with an enlarging painful nodule, 1.4 cm across, located in the subcutaneous tissue of the right foot. The patient is alive and well 17 months after surgical excision of the nodule. Microscopically, the lesion was well-circumscribed and characterized by a biphasic pattern with a concentric perivascular spindle and ovoid cell proliferation and an extensive hemangiopericytomatous growth component. Immunohistochemically, the neoplastic cells were positive for vimentin, smooth muscle actin, desmin and calponin, negative for S-100 protein, CD34, CD31 and cytokeratins (AE1/AE3, Cam 5.2). Electron microscopy showed electrondense cell bodies suggestive for myopericytic differentiation. The clinico-pathological features of the present case are similar to those previously reported in the literature and we also discuss herein the main histological criteria for the differential diagnosis with other spindle cell and vascular lesions of soft tissues. Introduzione descritte entità clinico-patologiche morfologicamente similari che hanno sollevato problemi di ordine generale riguardo il loro inquadramento 2-5. Nel presente lavoro descriviamo un caso di mioma perivascolare di tipo miopericitoma (MTPM) dei tessuti molli del piede che abbiamo ritenuto meritevole di segnalazione sia per la rarità che per i problemi di diagnosi differenziale che questa lesione pone. L’emangiopericitoma (HPC) veniva definito per la prima volta nel 1942 da Stout e Murray 1, come raro tumore mesenchimale a partenza dai periciti, insorgente più frequentemente nei tessuti molli profondi. Nel corso degli anni, lo spettro istomorfologico dell’HPC è stato modificato ed allargato e recentemente sono state Ringraziamenti Gli Autori ringraziano il prof. Juan Rosai per aver confermato la diagnosi, il dr. Andreas Gaumann e il dr. Nasser Hadjmohammadi per la loro preziosa collaborazione. Il presente caso è stato presentato parzialmente, in forma di comunicazione, in occasione del 3° Congresso Nazionale SIAPECIAP, Firenze, 26-30 Settembre 2004. Corrispondenza Dott. Salvatore Squillaci, Unità Operativa di Anatomia Patologica, Ospedale di Vallecamonica, via Manzoni, 142, 25040 Esine (BS) - Tel. +39 0364 369256 - Fax +39 0364 369257 E-mail:[email protected] MIOMA PERIVASCOLARE DI TIPO MIOPERICITOMA DEI TESSUTI MOLLI DEL PIEDE Caso clinico Viene riportato il caso di un uomo di 68 anni presentatosi nel Novembre 2003 presso il reparto di Ortopedia dell’Ospedale di Vallecamonica per una tumefazione del dorso del piede destro con storia anamnestica positiva per asportazione di menisco nello stesso piede (1972). Il paziente ne riferiva la presenza da alcuni anni e ne segnalava un recente aumento di dimensioni con comparsa di sintomatologia dolorosa al tatto ed alla compressione, esacerbata dall’uso di calzature. All’esame obiettivo si apprezzava una piccola massa nodulare localizzata nel sottocute ben circoscritta, mobile sui piani circostanti, del volume di una nocciola, di consistenza molle-elastica e ricoperta da cute normale. Negativa la ricerca, mediante esami radiografici, di lesioni a focolaio delle strutture ossee adiacenti. La diagnosi clinica era quella di sospetto neuroma. Dato il persistere della sintomatologia dolorosa, si procedeva ad asportazione chirurgica della lesione. A distanza di diciassette mesi dall’intervento il paziente non presenta alcuna recidiva di malattia. Materiali e metodi Il tessuto è stato fissato in formalina tamponata al 10% ed incluso in paraffina, secondo le tecniche impiegate routinariamente. Sono state, quindi, ricavate sezioni dello spessore di 4 µm per la colorazione con ematossilinaeosina e per le indagini immunoistochimiche, effettuate mediante immunocoloratore Dako Autostainer, utilizzando il sistema di rivelazione Dako Envision. Sono stati utilizzati i seguenti anticorpi: citocheratina AE1/AE3 (Dako, 1:50), citocheratina Cam 5.2 (Becton-Dickinson, prediluito), vimentina (Biogenex, prediluito), proteina S100 (Biogenex, prediluito), actina muscolo liscio (NeoMarkers, 1:100), desmina (Dako, 1:100), CD 34 (NeoMarkers, 1:400), CD 31(Dako, 1:20), collagene IV (Dako, prediluito), laminina (Sigma, 1:1000), calponina (Dako, 1:100), PDGFR-α (Santa Cruz Biotechnology, 1:50) e PDGFR-β (Santa Cruz Biotechnology, 1:50). L’analisi ultrastrutturale è stata condotta su tessuto paraffinato reidratato e sottoposto a fissazione aldeidica e post-fissazione in tetrossido d’osmio; la successiva contrastazione con acetato di uranile e citrato di piombo ha permesso l’osservazione del preparato al microscopio elettronico. Risultati Il resecato chirurgico comprendeva una neoformazione ovoidale, del diametro massimo di cm 1,4, di consistenza molle-elastica, di colorito grigio-brunastro che al taglio risultava in parte solida ed in parte di aspetto vagamente spugnoso. Istologicamente la lesione si caratterizzava, a piccolo ingrandimento, per l’alternanza di numerosi canali va- 379 scolari, ad architettura variabile, con presenza sia di piccoli capillari, a lume ristretto, sia di ampi spazi sinusoidali, che a volte assumevano la tipica configurazione “a corna d’alce”. Questi aspetti si ripetevano, in modo piuttosto uniforme, quasi realizzando una zonatura, con strutture vascolari dilatate più frequenti alla periferia della neoformazione. Nella parte centrale, in sede perivasale, si osservavano aggregati micronodulari di cellule ovoidi o leggermente fusate che conferivano alla lesione, già a piccolo ingrandimento, una configurazione a “bulbo di cipolla” (Fig. 1). Tali elementi, a forte ingrandimento, si presentavano monomorfi, di piccola taglia, con nuclei ovali o leggermente allungati e ortocromatici, nucleoli poco evidenti e citoplasma debolmente eosinofilo, ampio e a limiti indistinti (Fig. 2). Alla periferia dei “bulbi” questi agglomerati cellulari si disperdevano in corti fascetti attraversati da un’imponente rete vascolare ed arrangiati disordinatamente; solo occasionalmente formavano grossolane introflessioni globose protrudenti nei lumi vascolari dilatati. Le mitosi erano in media 0-1 ogni 10 campi a forte ingrandimento (400 X) e rari elementi infiammatori quali linfociti e plasmacellule erano sparsi tra le cellule neoplastiche; solo occasionalmente, nell’interstizio era presente stroma fibroso-denso, a tratti ialino e tessuto connettivo lasso, talora di aspetto mixoide. Non si rilevavano aree di necrosi e/o emorragia. Alla periferia della neoformazione era presente un sottile rivestimento capsulare connettivale risparmiato dalla proliferazione tumorale. Riguardo all’indagine immunoistochimica, le cellule neoplastiche presentavano una positività costante, con intensità variabile a vimentina, actina muscolo liscio, desmina e calponina e negatività per tutti gli altri marcatori (Fig. 3). Le sezioni immunocolorate con gli antisieri anti-collagene IV e anti-laminina mostravano una positività cromatica lineare e omogenea tra le cellule tumorali fino a formare un reticolo completo attorno ad esse (Fig. 4). Fig. 1. Mioma perivascolare di tipo miopericitoma (MTPM): a piccolo ingrandimento, pattern di crescita concentrico perivascolare delle cellule neoplastiche (EE). 380 Fig. 2. Le cellule neoplastiche hanno citoplasma debolmente eosinofilo e nuclei di aspetto monomorfo, ovali o leggermente fusati, con cromatina finemente dispersa ed occasionali incospicui nucleoli (EE). S. SQUILLACI ET AL. Fig. 4. Presenza di depositi intercellulari di matrice fibrillare positiva al collagene IV. Fig. 5. Cellule della lesione contenenti corpi elettrondensi nel citoplasma e nel nucleo (frecce) (TEM). L’analisi ultrastrutturale del tessuto ha evidenziato corpi elettrondensi sia nel citoplasma che nel nucleo delle cellule neoplastiche (Fig. 5). Discussione L’emangiopericitoma (HPC) è un’entità clinico-patologica che, a distanza di più di 60 anni dalla sua identificazione, è ancora oggetto di controversie circa la sua posizione nel contesto nosologico dei tumori dei tessuti molli 6. Su queste problematiche si confrontano attualmente due correnti di pensiero: alcuni Autori postulano la non esistenza dell’HPC concludendo che la maggior parte di queste lesioni debbano essere riclassificate alla luce delle attuali conoscenze come sarcomi sinoviali, tumori fibrosi solitari o istiocitomi fibrosi benigni; altri appaiono disposti a riconsiderare questa entità ma solo come diagnosi di esclusione 3 6. Lo spettro Fig. 3. Le cellule tumorali mostrano una diffusa ed intensa positività alla calponina. istomorfologico dell’HPC classico è stato nel corso degli anni allargato per il riscontro di alcune varianti che, se da una parte condividono un pattern emangiopericitomatoso di crescita, dall’altra sul piano clinico-biologico hanno un comportamento divergente 2-5. Fanno parte di questo eterogeneo gruppo di patologie sia entità quali l’emangiopericitoma lipomatoso (LHPC) che l’emangiopericitoma di tipo senonasale (SNTHPC) e un gruppo di tumori, che con quest’ultimo condividono una differenziazione mioide perivascolare, descritti da Granter et al. 2 nel 1998 2-5. Rientra nell’ambito di quest’ultima serie di neoplasie il mioma perivascolare di tipo miopericitoma (MTPM) 2 7-10. Si tratta di una neoplasia piuttosto rara: oltre al caso in esame, siamo a conoscenza di 11 esempi riportati in letteratura 2 7-10. È inoltre possibile che un caso descritto da Sajben et al. 11 come angioleiomioma intravascolare rappresenti in realtà un ulteriore esempio di MTPM intravascolare 8 11. Le principali caratteristiche cliniche dei casi descritti sono riassunte in Tabella I. L’MTPM si presenta di solito in soggetti di età adulta, con picco nella V e VI decade di vita, anche se cinque pazienti hanno un’età compresa tra 10 e 40 anni; colpisce prevalentemente il sesso ma- MIOMA PERIVASCOLARE DI TIPO MIOPERICITOMA DEI TESSUTI MOLLI DEL PIEDE 381 Tab. I. Caratteristiche cliniche dei casi di MTPM descritti in letteratura. Pazienti Bibl. Anno di pubblicazione N. Età Sesso Dimensioni (cm) 1 2 3 4 5 6 7 8 2 2 2 2 2 2 2 9 1998 1998 1998 1998 1998 1998 1998 2002 57 18 40 10 29 66 59 13 M F M M F M M M 0,6 NR 0,8 0,5 NR NR 1,7 NR Avambraccio sx Anca Pretibiale Polpaccio sx Gamba Mano sx NR Piede dx NR 36 mesi NR NR NR NR NR NR 9 10 11 10 7 8 2002 2003 2002 61 70 54 F M M 2 1,9 1,5 10 anni 3 mesi 10 anni 2005 68 M 1,4 Gomito dx Spina dorsale Intravascolare coscia sx Piede dx NEM, 56 mesi 2 ricorrenze, 36 mesi NR NEM, 17 mesi NEM, 29 mesi D, MNR, 12 mesi NR Ricorrenze multiple, 72 mesi. Miopericitoma maligno. D, 12 mesi NEM, 10 mesi NEM, 32 mesi NR NR NEM, 17 mesi 12 Presente caso Sede Tempo intercorso tra esordio del tumore e Ch. Follow-up Bibl. = bibliografia; M = maschio; F = femmina; NR = non riportato; Ch = intervento chirurgico; NEM = non evidenza di malattia; MNR = malattia non relazionata; D = deceduto. schile 2 7-10. Le sedi di insorgenza sono variabili, con una predilezione per i tessuti molli sottocutanei e superficiali degli arti 2 6 8-10. Dall’analisi dei casi (compreso il nostro) riportati in letteratura e dei quali ci è stato possibile risalire alla sede di origine della lesione, risulta infatti che l’arto inferiore è la sede più frequente, seguita dall’arto superiore e dal tronco 2 7-10. La sintomatologia è di solito aspecifica, presentandosi in forma di massa palpabile, occasionalmente dolente, mobile sui piani profondi; il decorso è piuttosto lento con un intervallo preoperatorio che può raggiungere i 10 anni 8-10. Le diagnosi cliniche poste più frequentemente sono state: fibroma, reazione infiammatoria da corpo estraneo, amartoma, emangioma, angioleiomioma e tumore glomico 2 8 9. Altre patologie che, almeno sul piano clinico e strumentale, possono entrare nella diagnosi differenziale con l’MTPM, qualora insorgente nella colonna vertebrale, sono il mieloma e le localizzazioni metastatiche 7. Nel nostro caso viene formulata diagnosi clinica di sospetto neuroma. L’MTPM ha dato luogo a recidive, esclusivamente locoregionali, in 2 pazienti (16,6% dei casi) 2 9. Uno di questi è andato incontro a multiple recidive locali in un arco di tempo di 6 anni dal primo intervento chirurgico, è stato radiotrattato e successivamente ha sviluppato nella stessa sede un miopericitoma maligno metastatizzante che lo ha condotto al decesso entro un anno dall’asportazione 9. Non è possibile in questo caso dimostrare né un eventuale passaggio dalla benignità alla malignità né il ruolo patogenetico della irradiazione 9. L’altro paziente ha presentato due recidive locali nel corso di 3 anni di follow-up 2. Dei rimanenti 7 pa- zienti, di cui è disponibile un periodo di osservazione che va da 10 a 56 mesi, solo uno è deceduto a 12 mesi per cause non relazionate, mentre gli altri sono vivi e liberi da malattia 2 7 10. L’aspetto istologico dell’MTPM è del tutto peculiare. La neoplasia è costituita da una proliferazione di elementi di forma ovalare e/o allungata a disposizione a tratti vorticoide “a bulbo di cipolla” e con zone di aspetto vagamente fascicolare. L’alternanza di queste aree risulta estremamente ripetitiva impartendo al pattern istologico una tipica zonatura. Le indagini immunoistochimiche (positività con vimentina, actina muscolo liscio, desmina, calponina, matrice fibrillare intercellulare positiva a collagene IV e laminina) ed ultrastrutturali suggeriscono una differenziazione mioide e miopericitica 9 10 12 13. L’attenta valutazione delle caratteristiche morfologiche della lesione consente di differenziarla da altre entità, capaci entro certi limiti di simularla. In questo ambito sono da tenere in considerazione neoplasie a cellule fusate ed altre lesioni vascolari, tra le quali spiccano da una parte forme benigne quali il miofibroma solitario dell’adulto e l’angioleiomioma, e dall’altra forme maligne o potenzialmente aggressive come il leiomiosarcoma 2 7 8 10 13-16. A causa del suo aspetto focalmente emangiopericitomatoso e nettamente bifasico il nodulo, che abbiamo descritto, tende soprattutto a simulare le altre forme di mioma perivascolare riportate da Granter et al. 2 ed il miofibroma solitario dell’adulto 2 8 10 13-15. La presenza di estesi aggregati micronodulari di elementi con configurazione a “bulbo di cipolla” e l’assenza di un pattern di S. SQUILLACI ET AL. 382 crescita fascicolato mioide sono caratteristiche morfologiche distintive dell’MTPM, anche se appare probabile che i limiti nosologici tra queste entità non siano netti, fatto avvalorato dalla segnalazione di casi morfologicamente ibridi 2 6 7 10. Un’altra lesione che può essere confusa con l’MTPM è l’angioleiomioma, che tuttavia è in genere privo di caratteristiche di bifasicità e soprattutto presenta cellule neoplastiche più allungate con citoplasma più ampio e spiccatamente eosinofilo 2 7 8 10. La distinzione con il tumore glomico si basa principalmente sulla mancanza di una membrana citoplasmatica nettamente demarcata nelle cellule neoplastiche 2. I casi di leiomiosarcoma, caratterizzati da ricca vasco- larizzazione, sono distinguibili dall’MTPM per la disposizione prevalentemente in fasci delle cellule, l’intensa acidofilia dei citoplasmi, i nuclei centrali con estremità rotondeggianti, con aspetto “a sigaro” 8 9. In conclusione, l’MTPM è una neoplasia benigna che tuttavia può raramente recidivare dopo asportazione. L’escissione chirurgica completa, seguita da followup clinico, appare il trattamento di scelta. Sono segnalati rari esempi di controparte maligna di questa lesione 9. La patogenesi è incerta. Viene suggerito nella classificazione istologica dei tumori dei tessuti molli della Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) che l’MTPM possa rappresentare il prototipo del vero HPC 6. Bibliografia 9 1 2 3 4 5 6 7 8 Stout AP, Murray MR. Hemangiopericytoma: a vascular tumor featuring Zimmerman’s pericytes. Ann Surg 1942;116:26-33. Granter SR, Badizadegan K, Fletcher CDM. Myofibromatosis in adults, glomangiopericytoma, and myopericytoma. A spectrum of tumors showing perivascular myoid differentiation. Am J Surg Pathol 1998;22:513-25. Nappi O, Ritter JH, Pettinato G, Wick MR. Hemangiopericytoma: histological pattern or clinicopathologic entity? Semin Diagn Pathol 1995;12:221-30. Thompson LDR, Miettinen M, Wenig BM. Sinonasal-type hemangiopericytoma. A clinicopathologic and immunophenotypic analysis of 104 cases showing perivascular myoid differentiation. Am J Surg Pathol 2003;27:737-49. Folpe AL, Devaney K, Weiss SW. 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