Rete CarateBrianza Aprile – Maggio 2014 Federica Ferretti – [email protected] NRD – Nucleo di Ricerca in Didattica della Matematica RSDDM - Gruppo di Ricerca e Sperimentazione in Didattica e Divulgazione della Matematica www.dm.unibo.it/rsddm 1 Concetti legati - alla costruzione dei concetti - alle difficoltà che gli studenti incontrano nel raggiungimento di questo obiettivo sollecitazioni interne o esterne condizionata da tanti fattori, ma con connotazioni comuni in diversi individui elaborata più o meno coscientemente è interna e, almeno in prima istanza, involontaria Tutte le immagini mentali relative ad uno stesso concetto, costituiscono il modello mentale del concetto. costruisce immagine di un concetto C e la crede stabile, definitiva; riceve nuove informazioni di C (non contemplate nell’immagine precedente); adeguare la vecchia immagine con la nuova (conservando le precedenti informazioni e accogliendo le nuove). La nuova costruzione è ovviamente “più vicina ” al concetto. Ma .. Si crea un conflitto tra la precedente immagine e la nuova Conflitto cognitivo interno causato dalla noncongruenza tra le due immagini. Ciò accade molte volte durante il percorso scolastico, si può pensare a una successione di immagini che si avvicinano al concetto C. Durante questa successioni di immagini succede che l’immagine I a cui si è pervenuti “resiste” a sollecitazioni diverse. E’ abbastanza forte. Le nuove sollecitazioni, invece che distruggere l’immagine precedente per costruirne una nuova, finisco con il confermare la bontà del fatto che I sia l’immagine corretta. Un’immagine di questo tipo si può chiamare modello M del concetto C. “Farsi un modello”: rielaborare successivamente immagini instabili e deboli fino a giungere a una di esse definitiva, stabile. il modello si forma al momento giusto (l’azione didattica ha funzionato e lo studente si è costruito il modello atteso del concetto) il modello si forma troppo presto (non è facile raggiungere il concetto perché la stabilità del modello è di per sé stessa un ostacolo ai futuri apprendimenti) Es: IL CUBO durante la Scuola Dell’Infanzia la maestra mostra agli alunni una scatolina di legno rossa a forma di cubo e dice agli studenti che quello è un cubo. Quindi un cubo è di legno? E’ rosso??? vengono mostrati altri oggetti di diverso materiale e diverso colore a forma di cubo Quindi non è per forza né di legno, né rosso.. È la forma che lo definisce! Es: IL CUBO durante la Scuola Primaria vengono mostrati vari oggetti a forma di cubo … dopo varie sollecitazioni e un susseguirsi di immagini la maggior parte degli studenti creano il modello di cubo come un solido con una data forma. studi rivelano che per la maggior parte degli studenti di Scuola Primaria, non è un cubo!!! modelli che rispondono pienamente alle sollecitazioni intuitive e che hanno dunque un’accettazione immediata forte. Efraim Fishbein (1920-1998) «Il livello intuitivo si riferisce alla dinamica dell’accettazione soggettiva di un enunciato matematico come cosa evidente e certa» (Fischbein , 1985) conseguenza della proposta da parte dell’insegnante di un’immagine forte e convincente di un concetto, che diventa persistente, confermata da continui esempi ed esperienze; hanno molta forza di persuasione e molta rilevanza nelle competenze dell’allievo; conducono ad un’accettazione immediata. Ma non è detto che il modello rispecchi il concetto in questione; molte volte si tratta di modelli creatisi con la ripetizione e niente affatto auspicati!! «L’esistenza di incompatibilità e di contraddizione nelle relazioni tra il livello concettuale e il fondamento intuitivo rappresenta una delle principali fonti di idee sbagliate e di errori nell’attività matematica dei bambini» (Fischbein , 1985) Quando non c’è in gioco una competenza cognitiva forte, emerge con energia il modello intuitivo. Anche quando uno studente si è costruito un modello corretto di un concetto, a volte, il modello intuitivo ricompare. «L’insistere eccessivamente nel fornire suggerimenti intuitivi usando rappresentazioni artificiali e troppo elaborate può fare più male che bene» (Fischbein , 1985) La moltiplicazione accresce • Accettato nei numeri naturali ed erroneamente esteso a tutti i campi numerici. • Quando si arriverà a dover moltiplicare per 0,5? • Studenti evoluti (anche universitari) si dichiarano meravigliati di fronte al fatto che tra le due operazioni: 18 x 0,25 e 18 : 0,25 la prima è quella che dà un risultato minore. La moltiplicazione accresce • Assimilare la nuova situazione per accomodare il modello ad uno nuovo non è affatto facile Necessità didattica di non rendere stabile quell’immagine troppo presto, nel tentativo di costruire un modello del concetto di moltiplicazione in modo ottimale (che tenga conto dei successivi ampliamenti, per esempio ai numeri razionali) La divisione diminuisce Nella situazione A : B, il numero B deve essere minore del numero A 15 amici si dividono 5 kg di biscotti. Quanti ne spettano a ciascuno? Ricerche dimostrano che studenti, anche di scuole superiori, vengano spontaneamente spinti ad eseguire 15 : 5!! “Una misconcezione è un concetto errato e genericamente costituisce un evento da evitare; essa però non va vista sempre coma una situazione del tutto o certamente negativa: non è escluso che per poter raggiungere la costruzione di un concetto, si renda necessario passare attraverso una misconcezione momentanea, ma in corso di sistemazione.” (D’Amore, 1999) Possono rappresentare concezioni momentaneamente non corrette, in attesa di sistemazione cognitiva. le immagini che uno studente si fa dei concetti in alcuni casi possono essere delle vere e proprie misconcezioni, cioè interpretazioni errate delle informazioni ricevute; tali immagini-misconcezioni risultano di ostacolo all’apprendimento futuro solo se diventano forti e stabili modelli erronei di tale concetto. Quando un’insegnante propone un’immagine forte, convincente, persistente e in alcuni casi univoca di un concetto, tale immagine si trasforma in un modello intuitivo. In questi casi le misconcezioni possono diventare ostacoli per i futuri apprendimenti. Quando le misconcezioni non sono da imputare ad una cattiva trasposizione didattica, ma alla necessaria gradualità di presentazione del sapere, sono inevitabili e da considerare non negative, in quanto fanno parte del normale sviluppo dei concetti attraverso le immagini e i modelli. Le misconcezioni “evitabili” derivano dalla trasposizione didattica del sapere, in quanto sono, appunto, una diretta conseguenza delle scelte degli insegnanti Queste misconcezioni dipendono da una diretta conseguenza della prassi scolastica minata da improprie consuetudini proposte dagli insegnanti ai propri allievi Nella formazione delle convinzioni ha una notevole responsabilità il tipo di insegnamento ricevuto. Una convenzione, accettata da tutti i libri di testo, è chiamare il seguente lato del trapezio con il nome di lato obliquo. 27 Un uso improprio di questi termini, basato esclusivamente sull’importanza data alla posizione assunta dall’oggetto, piuttosto che alle caratteristiche matematiche dell’oggetto stesso, potrebbe generare misconcezioni “evitabili”. 28 La parola base nello spazio… Nello spazio c’è chi definisce base la faccia sulla quale “appoggia” il solido 29 30 Nell’insegnamento della matematica vi sono dei concetti considerati semplici da essere appresi da parte degli allievi ma che, in realtà, sono alla base di insidiose misconcezioni, causate a volte dalle scelte didattiche effettuate dagli insegnanti. Esempio: l’altezza…maldestramente definita alla scuola elementare e poi spesso lasciato semplicemente all’intuizione, ma che è causa di diffuse difficoltà tra gli studenti di qualsiasi età. 31 Di solito, nei libri di testo, si legge ad esempio che ciascuna delle tre altezze di un triangolo è «il segmento che “parte” da un vertice e “cade” perpendicolarmente sul lato opposto o sul suo prolungamento». È lecito domarsi: l’altezza è davvero un segmento o una grandezza? Come può un segmento “partire” e “cadere”? Supponendo che un segmento possa “partire”, lo deve fare per forza da un vertice? Si parla di altezza solo per determinate figure? Quante altezze ha un poligono? L’altezza rappresenta quindi un concetto all’apparenza semplice ma che nasconde al suo interno notevoli complessità… 32 Vertice o un qualsiasi punto? «No, questa non è l’altezza, perché non rispetta la regola che abbiamo imparato. L’altezza deve partire dal vertice e scendere fino a quando incontra la base» 33 Interna o anche esterna? «Non è un’altezza perché finisce fuori dal triangolo» 34 Verticale o qualsiasi direzione? Questo segmento rappresenta una delle altezze del triangolo? E così, l’altezza diventa esclusivamente verticale dal punto di vista del lettore... 35 Un bambino di scuola primaria precisa… «In questo momento non è un’altezza; se voglio che diventi un’altezza, devo girare il foglio e rimetterla in piedi» e la dispone nel seguente modo: 36 Quante altezze ha un poligono? Ad esempio il trapezio, pur essendo costituito da 4 lati, ha per i libri di testo un’unica altezza: la distanza tra i due lati paralleli; mentre si potrebbe far notare che ciascun quadrilatero, avendo 4 lati, ha 4 altezze, una relativa a ciascun lato. L’autista scolarizzato… 37 «L’altezza di un trapezio è la distanza tra due lati paralleli». 38 39 Risulta invece interessante parlare di altezza in modo generalizzato per qualsiasi poligono e far sì che ogni poligono abbia un numero di altezze pari al numero di lati. Ciò è possibile considerando un’altezza rispetto ad un lato come «la distanza massima individuata dai punti del poligono rispetto a quel lato o al suo prolungamento o, se si preferisce, rispetto alla retta che contiene quel lato» (nel concetto di distanza è già implicita la perpendicolarità). 40 Queste misconcezioni derivano dalla diversità tra lo spazio dell’esperienza fisica che è anisotropo, ossia possiede una direzione privilegiata rappresentata dalla verticale, e lo spazio isotropo della geometria euclidea, dove tutte le direzioni per un punto si equivalgono. 41 A.: … non è un triangolo isoscele perché non ha i due lati obliqui della stessa lunghezza. Sul libro c’era scritto che il triangolo è isoscele quando ha i lati obliqui della stessa lunghezza. 42 Base Verticale Appoggiato Orizzontale Altezza Obliquo 43 PROPRIETA’ TRIANGOLO DUE LATI CONGRUENTI UN ANGOLO OTTUSO SOVRASTRUTTURE ANGOLO AL VERTICE BASE APPOGGIATO 44 LIVELLO 02 2012/2013 LIVELLO 02 2011/2012 LIVELLO 05 2011/2012 LIVELLO 06 2011/2012 LIVELLO 06 2012/2013 L’alunno nel tempo costruisce un concetto riferendosi a proprie immagini mentali. L’immagine mentale, soprattutto all’inizio, è di carattere figurale. Poi entrano in azione gli altri registri semiotici: numerico, algebrico, schematico, grafico-funzionale, topologico, ecc. Con il passare dei giorni, dei mesi (in taluni casi anche degli anni), se convenientemente stimolato, l’allievo perfeziona le proprie immagini mentali: mediante rimozione degli elementi parassiti mediante rafforzamento degli elementi invarianti. 51 Esempio: costruzione del concetto di rettangolo. All’inizio, l’immagine mentale è di carattere figurale. Può essere indotta da un foglio di carta colorata oppure da una figura disegnata. Nelle prime immagini il rettangolo “appoggia” sul suo lato maggiore: 52 Nel tempo l’immagine evolve. Per esempio il concetto di rettangolo si associa a due o più immagini del tipo: 2 1 53 Attenzione: l’immagine figurale è forte e contiene anche informazioni parassite. Se un allievo ha solo l’immagine 1 di rettangolo, non riconosce né 2 né 3 né 4 come rettangoli. (La 1 contiene l’informazione parassita che la dimensione maggiore è quella “orizzontale”.) L’allievo che possiede solo le immagini 1 e 2 (quelle di gran parte dei libri di testo, che contengono l’informazione parassita: lati “orizzontali” e “verticali”) non riconosce né 3 né 4 come rettangolo. 2 1 54 L’allievo che possiede solo le immagini 1, 2, 3, 4 di rettangolo (che contengono l’informazione parassita “lati di lunghezza diversa”) non riconosce né 5 né 6 come rettangolo. A questo punto l’allievo può arricchire la propria immagine di rettangolo giungendo a una definizione verbale: quella di quadrilatero con gli angoli retti. 5 55 I registri della Geometria Registro del linguaggio naturale Registro del linguaggio simbolico Registro figurativo Importanza del ragionamento geometrico proprio perché si appoggia su diversi registri. VISUALIZZAZIONE INTUIZIONE DEDUZIONE Costruzione di figure ruolo cruciale “Il disegno, inteso come costruzione della figura geometrica, è una specificità della geometria, importante come strumento di apprendimento che catalizza informazioni e abilità” (Furinghetti, 1996) Quand’è che un disegno funziona efficacemente da figura geometrica? 4 livelli di comprensione per una figura geometrica (Duval, 1995, Duval, 1999) Livello Percettivo: capacità di riconoscere le figure (ad es. distinguere le forme) e di individuare in una figura componenti e sotttofigure (ad es. lati) Livello Sequenziale: fare o descrivere una costruzione Livello Discorsivo: riconoscere e individuare proprietà matematiche che non sono determinate direttamente dalla percezione Livello operativo: essere in grado di modificare, anche solo mentalmente, una figura per risolvere un problema (ad es. scomporre) 4 livelli di comprensione per una figura geometrica (Duval, 1995, Duval, 1999) Funzioni epistemologiche dei livelli percetttivi Livello Percettivo: IDENTIFICAZIONE Livello Sequenziale: MODELLO Livello Discorsivo: DIMOSTRAZIONE Livello operativo: EURISTICA Un disegno funge da figura geometrica quando attiva il livello della comprensione percettiva e almeno uno degli altri tre Un disegno funge da figura geometrica quando attiva il livello della comprensione percettiva e almeno uno degli altri tre Le figure che i software di geometria dinamica generano e permettono di manipolare sono pregnanti in tutti i livelli di comprensione, permettendo di sviluppare operazioni sulle figure e sulle operazioni . Dal disegno di un triangolo all’idea di triangolo Il problema della generalità Ogni volta che lavoriamo su una figura geometrica, abbiamo sotto gli occhi un modello concreto (ad es. il triangolo rettangolo) Insegnanti Noi insegnanti sappiamo che ci stiamo riferendo a una famiglia infinita di figure che condividono con quel particolare disegno di triangolo alcune proprietà e non altre. Sappiamo distinguere quali sono le proprietà accidentali, cioè che appartengono a quel triangolo ma non necessariamente a tutti gli altri Studenti Elementi particolari possono essere considerati fondamentali Entrano nelle caratteristiche generali alimentando così il formarsi di misconcezioni Dal disegno di un triangolo all’idea di triangolo Il problema della generalità Ogni volta che lavoriamo su una figura geometrica, abbiamo sotto gli occhi un modello concreto (ad es. il triangolo rettangolo) Caratteristiche molto forti come impatto visivo DISPOSIZIONE ASSUNTA (ANCHE INCONSAPEVOLMENTE) COME UNA CARATTERISTICA DI OGNI TRIANGOLO RETTANGOLO Capacità minima di identificare un triangolo rettangolo in questa posizione ASPETTI CONCETTUALI E FIGURALI “l’integrazione di proprietà figurali e concettuali in strutture mentali unitarie, con il predominio dei vincoli concettuali su quelli figurali, non è un processo naturale ”. (Fishbein, 1993) Un concetto figurale è quindi una fusione, a livello mentale, tra concetto e figura. Quando uno studente risolve un problema di geometria opera sul concetto figurale Che cosa vedi? Ogni volta che lavoriamo su una figura geometrica, abbiamo sotto gli occhi un modello concreto (ad es. il triangolo rettangolo) MOLTO FREQUENTEMENTE QUINDI GLI STUDENTI ASSUMONO COME RAPPRESENTATIVO DI UN CONCETTO UN ESEMPIO PROTOTIPICO IN CUI SONO PRESENTI ANCHE CARATTERISTICHE CHE IN REALTA’ NON APPARTENGONO ALL’IDEA GENERALE. Tendono a riprodurre e a disegnare, ogniqualvolta un problema o una consegna richiede di lavorare con quella figura in generale, proprio il modello prototipico. RAFFORZATO: Libri di testo Abitudini di disegno delle insegnanti L’USO DI UN SOFTWARE DI GEOMETRIA DINAMICA E DI UNA LIM OFFRE AGLI STUDENTI E AGLI INSEGNANTI MOLTA PIU’ LIBERTA’ NEL REALIZZARE E MANIPOLARE FIGURE GEOMETRICHE Costruire figure geometriche anche seguendo percorsi nonstandard (ad esempio come risultati di costruzioni precedenti oppure definendo analiticamente le coordinate dei punti) Permette di muovere liberamente le figure Consente di modificarle con diverse modalità ASPETTI CONCETTUALI E FIGURALI “l’integrazione di proprietà figurali e concettuali in strutture mentali unitarie, con il predominio dei vincoli concettuali su quelli figurali, non è un processo naturale ”. (Fishbein, 1993) Un concetto figurale è quindi una fusione, a livello mentale, tra concetto e figura. Quando uno studente risolve un problema di geometria opera sul concetto figurale Che cosa vedi? ASPETTI CONCETTUALI E FIGURALI I software di geometria dinamica sono considerati un nuovo tipo di mediatore tra gli aspetti figurali e concettuali Un utilizzo strategico delle nuove tecnologie LA FIGURA E’ DINAMICA Trascinamento Il comportamento di una figura durante il trascinamento dipende da come è stata costruita La costruzione di un oggetto in un ambiente di geometria dinamica richiede l’esplicitazione di aspetti concettuali e di aspetti figurali (Mariotti, 1995) IL TRASCINAMENTO LASCIA INVARIATE DETERMINATE RELAZIONI GEOMETRICHE E QUESTO PERMETTE AGLI ALLIEVI DI COMPRENDERE MEGLIO LA LOGICA INTERNA DELLA COSTRUZIONE. Dinamicità Permette di spostare l’attenzione dagli oggetti alle famiglie di oggetti (vedere una figura come caso limite di una situazione più generale, osservare la famiglia di quadrati ottenuta ruotandone uno intorno al proprio centro evidenziando l’invarianza delle misure durante questa trasformazione) Dinamicità lavorare con famiglie di rettangoli isoperimetrici osservandone il variare dell’area lavorare con famiglie di rettangoli equiestesi, osservando il variare del perimetro costruire figure dipendenti da un parametro e osservare come variano le loro caratteristiche al variare del parametro (slider) Tracciabilità, Reversibilità, Visibilità, … COSTRUZIONI GEOMETRICHE Le figure vengono costruite definendo le relazioni fra gli elementi che le compongono C • TRACCIARE UN SEGMENTO (AB) • TRACCIARE LA RETTA PERPENDICOLARE AD AB PER IL PUNTO B • COSTRUIRE UN SEGMENTO BC SULLA RETTA PERPENDICOLARE • CONGIUNGERE A CON C Trascinamento dei vertici B A Sono consentiti tutti (e solo) i movimenti che mantengono la perpendicolarità tra AB e BC (punto C si muoverà solo lungo la direzione BC, punto B si muoverà nel piano ma BC continuerà ad essere perpendicolare ad AB, ) LIV 06_2010 “Le figure geometriche sono regolari” Risposte Corrette: 14,7% PN_2010 “L’altezza è verticale” LIV 05_2012 “L’altezza è verticale” PN_2011 “L’altezza cade”