L’APPROCCIO TERAPEUTICO IN CLINICA CASTELLI
Per poter offrire terapie mirate e personalizzate ai
propri pazienti, l’Unità Operativa di Oculistica dispone
dell’Ambulatorio Superficie Oculare, completamente
dedicato allo studio del film lacrimale e dotato di un
osmolimetro per lo studio delle caratteristiche fisiche delle
lacrime.
L’Ambulatorio riveste particolare importanza per la cura
di svariate situazioni patologiche molto comuni, come la
disfunzione lacrimale, le blefariti, le cheratiti, i disturbi da
lenti a contatto e da discomfort oculare, causati soprattutto
dall’inquinamento e dall’esposizione al monitor del
computer.
Grazie a un progetto multidisciplinare che integra le attività
svolte dall’Ambulatorio Superficie Oculare con quelle
dell’Ambulatorio Chirurgia Palpebrale e dell’Ambulatorio
Vie Lacrimali, il paziente può usufruire di un servizio
specializzato dedicato allo studio delle disfunzioni del
sistema lacrimale.
Questo servizio integrato garantisce un follow-up completo
per chi soffre di patologie della superficie oculare, della
dinamica palpebrale e delle vie lacrimali di deflusso,
partendo dalla visita per effettuare la diagnosi, fino alla
scelta della terapia e dell’eventuale approccio chirurgico,
per concludere con il controllo post-operatorio.
È possibile richiedere visite specialistiche in convenzione
con il Sistema Sanitario Nazionale o in regime privatistico
presso il CUP della Clinica.
Marcello Galdini
Responsabile U.O. Oculistica
Diego Bonfanti
Medico Aiuto U.O. Oculistica referente per la patologia
Eros Raddrizzani
Medico Specialista U.O. Oculistica referente per la patologia
www.clinicacastelli.it
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Cura • Via
G. Mazzini, 11 La Sindrome da Occhio Secco
24128 Bergamo - Italia • Tel. +39 035 283 111 • Fax +39 035 247 792
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CUP +39 035 280 820 • www.clinicacastelli.it • [email protected]
da Occhio Secco
La Sindrome da Occhio Secco La Sindrome da Occhio Secco
CLINICA CASTELLI
La Sindrome
da
Occhio Secco
s.p.a.
LA SINDROME DA OCCHIO SECCO
I sintomi
Diagnosi e cura
La disfunzione lacrimale, meglio nota come “sindrome
da occhio secco”, è tra le condizioni patologiche più
frequenti in oftalmologia: colpisce a tutte le età, con
particolare incidenza negli adulti sopra i 50 anni (circa
il 20% è affetto da tale disturbo).
È considerata una patologia emergente perché è legata
all’aumento delle cause che più spesso ne determinano
l’insorgenza: l’inquinamento atmosferico da polveri
sottili, l’impiego sempre più massiccio dei supporti visivi,
il diffondersi di alcune terapie e metodiche chirurgiche
direttamente correlate anche all’allungamento
dell’aspettativa di vita.
La più recente definizione di occhio secco è data dal
Dry-Eye Workshop (DEWS) nel giugno 2007, che
descrive la disfunzione lacrimale come una “malattia
multifattoriale delle lacrime e della superficie oculare
che produce disagio soggettivo, disturbi della visione
e instabilità del film lacrimale, con una possibile
associazione ad infiammazione della superficie
oculare”.
Il più delle volte l’occhio secco si manifesta con disturbi
minimi, in particolare se si frequentano spesso ambienti
ventosi, troppo secchi o con aria condizionata, se si fa
uso prolungato di lenti a contatto, oppure in seguito
all’assunzione di farmaci (antidepressivi, estrogeni,
antistaminici e antiglaucoma in collirio).
I sintomi principali sono rappresentati da bruciore, sensazione
di corpo estraneo, alterata lacrimazione, arrossamento
oculare e fotofobia, annebbiamento visivo e difficoltà di
apertura delle palpebre, specialmente al risveglio.
Lo studio del film lacrimale si effettua con appositi test
clinici che valutano la produzione delle lacrime dal punto
di vista qualitativo e quantitativo.
Non sempre è possibile curare alla radice l’occhio secco,
per esempio in caso di patologie autoimmunitarie; si
possono però attenuare i sintomi, aiutando la lubrificazione
e la protezione della superficie oculare.
Le lacrime artificiali rappresentano il più diffuso presidio
terapeutico, ma riducono i sintomi soltanto per tempi brevi
e, quindi, sono necessarie instillazioni frequenti.
Nei casi più gravi sono indicati dei gel oculari che permettono di umettare l’occhio per un periodo prolungato
rimanendo a contatto più a lungo con la superficie oculare,
per esempio durante la notte. Grazie alle sue proprietà
fisiche, infatti, il gel si lega alle lacrime formando, sulla
superficie dell’occhio, un film lubrificante particolarmente
resistente.
Le cause
In generale lo smog, il fumo, l’esposizione eccessiva all’aria
condizionata o all’aria calda e l’utilizzo prolungato del
videoterminale contribuiscono alla comparsa di questa
sindrome.
La disfunzione lacrimale può essere provocata anche da altri
fattori: da un deficit di vitamina A, la cui mancanza determina
una diminuzione delle cellule che producono lo strato
mucoso del film lacrimale; dall’alterazione della dinamica
palpebrale in seguito a una paresi facciale; dalla comparsa
di una sporgenza eccessiva del bulbo oculare (esoftalmo)
determinato da ipertiroidismo o in seguito a traumi facciali.
Alcune patologie come le blefariti, le congiuntiviti (anche
allergiche) e la ridotta produzione di lacrime in età senile,
rappresentano fattori di rischio. L’occhio secco può
essere, inoltre, la manifestazione di una malattia generale
autoimmune come l’artrite reumatoide, il lupus eritematoso
sistemico, la sclerodermia o la sindrome di Sjögren che
colpisce le ghiandole lacrimali e salivari.
Una patologia prevalentemente femminile
E’ dimostrato che le donne - specialmente tra i 40 e i
60 anni - soffrono più frequentemente di tale sindrome.
Molto probabilmente la maggiore incidenza è dovuta agli
squilibri ormonali che si presentano durante la menopausa.
Come stanno i tuoi occhi?
Se riscontri almeno 3 dei seguenti sintomi è possibile che
vi sia secchezza oculare:
1. Bruciore e pizzicore agli occhi
2. Fastidio durante la lettura
3. Sensibilità eccessiva al vento e alla luce
4. Sensazione di corpo estraneo nell’occhio
5. Occasionale lacrimazione
6. Intolleranza alle lenti a contatto
7. Naso e bocca secchi
8. Dolori articolari
9. Allergie stagionali