Comportamenti problema
Definizione
“un comportamento culturalmente abnorme di tale intensità, frequenza e durata da porre
in serio rischio la sicurezza fisica della persona o degli altri, oppure un comportamento che
presumibilmente limita In modo grave o fa sì che a una persona sia negato l’accesso alle
ordinarie situazioni della vita sociale”
(Emerson 1995)
Comportamenti problema come messaggio
Il CP funziona spesso come una forma primitiva di comunicazione per soggetti che non
possiedono ancora, o non usano, forme più sofisticate di comunicazione;
attraverso i CP possono influenzare gli altri ottenendo una serie di effetti desiderabili,
definiti rinforzatori.”
E. G. Carr, 1994
Nell’età dell’adolescenza, la maggioranza dei soggetti autistici non presenta modificazioni
piu’ drammatiche degli altri coetanei ed in alcuni casi addirittura presenta miglioramenti
inaspettati
Kanner e al 1972; Rutter e Bartak 1973; Wing e Wing 1980; Mesibov 1983; Park 1983
Tuttavia in almeno il 30 % dei giovani autistici si ha un importante peggioramento
Principali problemi in adolescenza
Gillberg
Epilessia
20-29 %
Gillberg & Steffenbaun,
12% maschi
1987
50% femmine
Aggravamento dei sintomi
35%
Gillberg & Steffenbaun,
47% maschi
1987
0% femmine
Problemi
legati
alla
maturazione sessuale
35%
Apatia/Depressione/Disturbi
affettivi
(particolarmente in individui ad
Gillberg, 1989
Wing, 1981
22
(44)%
alto funzionamento)
Questo peggioramento riguarda in particolare quei PDD con più chiara compromissione
neurologica; ad es. il Disturbo Disintegrativo della Fanciullezza e in generale gli autismi
caratterizzati dal cosiddetto "setback phenomenon" (regressione massiccia dopo sviluppo
pressoché normale) che sono circa un terzo degli autismi e, che sono ritenuti a prognosi
meno favorevole
(Kobayashi e Murata 1998).
Ma non e’ limitato a questi casi.
L'adolescenza, sul piano neurobiologico, può essere già di per sé un fattore generico di
scompenso della vulnerabilità soggiacente.
L'adolescenza e poi la prima giovinezza sono il periodo di un secondo "picco" di
manifestazione di un’epilessia prima misconosciuta.
Rutter 1970; Gillberg e Steffenburg 1987
Il prolungamento delle osservazioni oltre l'età infantile (oltre ai mutamenti nei criteri di
inclusione diagnostica) ha progressivamente innalzato le stime di prevalenza nella
popolazione autistica sia di epilessia manifesta (dal 18% dell'originale casistica di Kanner
al 25 % di Rutter 1970 al più del 33 % degli studi di popolazione scandinavi piu’ recenti)
sia di disturbi EEG significativi anche se non clinicamente espressi (più del 50 %).
Evidenziando anche per questa via la vulnerabilità neurobiologica di base e rendendo
ulteriormente problematico il vecchio progetto di distinguere autismi "puri" da autismi con
compromissione neurologica
Gillberg 2000
E’ osservazione del resto comune, nei soggetti autistici, l’esordio di una epilessia
clinicamente manifesta dopo i 18 anni, quando i soggetti sono al di fuori dell’osservazione
dei NPI , come in 3 casi di “disturbo disintegrativo della fanciullezza” presenti nella nostra
casistica.
Ma questi aspetti neurologici non bastano affatto a spiegare le difficoltà del passaggio
adolescenziale del giovane autistico. Vi sono molte altre ragioni di ordine psicologico e di
ordine psicodinamico.
L'adolescenza autistica: aspetti psicologici
1. Contenitore mentale del processo adolescenziale e delle sue trasformazioni fragile e
indifferenziato
2. Accesso impossibile al contenitore "sociale"
3. Percezione dolorosa della propria diversità
4. Vuoto di prospettive esistenziali
5. Depressione
Kanner stesso nel 1972, rivedendo la sua originaria casistica, sottolineò come
l'accettazione della propria diversità sia uno dei problemi fondamentali dell'adolescenza
autistica
e
uno
scoglio
importante
che
ne
determina
l'evoluzione...
Anche L. Wing ritornò su questo aspetto.
L'adolescenza autistica rischia dunque, almeno in alcuni casi, di essere un elemento
disorganizzatore del sé, rinnovando quella patologia originaria del "sé interpersonale"
(Cohen 1983, Neisser 1993, Tomasello 1993, Hobson 1993), causata dalle difficoltà di
base, che, dal punto di vista psicodinamico, e’ l'autismo.
Cosa fare di fronte ad un CP
Innanzitutto porsi delle domande
1. Che funzione o quali insieme di funzioni svolge quel determinato CP?
Comunicativa verso l’ambiente? Di autostimolazione?
Di modulazione del flusso sensoriale? Un misto di tutto ciò?
2. In quali occasioni è più frequente?
Ci sono delle ricorrenze evidenziabili?
3. Quali comportamenti positivi del repertorio del soggetto autistico
potrebbero essere utilizzati in alternativa e/o essere incrementati?
ANALISI CP
Analisi funzionale CP
Ipotesi
DATA
ORA
Contesto
generale
Contesto
interpersonale
Comportamento
problema
Reazione
operatore
1. Richiesta di attenzione
2. Fuga dal compito o
situazione sgradita
3. Richiesta di oggetto
gratificante
Elementi fondamentali
1. I CP hanno in genere uno scopo per la persona che li manifesta
2. L’assessment funzionale serve per identificare tale scopo (o tali scopi)
3. Lo scopo dell’intervento è l’educazione e lo sviluppo di comportamenti alternativi, non
la semplice riduzione del CP. L’intervento cioè deve essere costitutivo di abilità
4. Il CP ha spesso più scopi e richiede molteplici interventi.
5. L’intervento richiede il cambiamento non solo degli individui ma del
sistema di
relazione e del contesto.
6. La meta finale di ogni intervento è rivolta non al singolo problema ma alla persona,
al suo stile di vita.
CP aggressivi
auto ed etero
-
condizioni fisiche
-
contesto
-
programmi educativi
ruolo dei farmaci
mantenimento
sedazione
Gestione della crisi
-
difesa
-
bloccaggio
-
estinzione
-
“capriccio”
-
distorsione psicotica?
-
“bullismo”
-
impulsività
-
incapacità a contenere le emozioni
-
crisi epilettiche atipiche
L’operatore di fronte alla crisi
-
paura
-
blocco dell’aggressività di difesa
-
impotenza
L’operatore davanti alla crisi
Paura
-
difficoltà a modulare la distanza fisica
-
reazione di paralisi
-
reazione impulsivamente aggressiva
-
reazione di vendetta (punizione differita, rancore)
Comportamento aggressivo e punizioni fisiche
La punizione nella cultura comportamentista
La punizione nella storia della psichiatria