Il Cuore e la donna

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 Il Cuore e la donna Negli anni passati si è sempre ritenuto che le Malattie Cardiache fossero quasi un’esclusività degli uomini con un coinvolgimento marginale delle donne che in realtà hanno sempre temuto e concentrato le loro attenzioni e paure verso i tumori della mammella e dell’utero. Per queste temibili malattie sono state organizzati efficaci programmi di prevenzione con il Pap‐Test e la Mammografia. Occorre però segnalare che oggigiorno la realtà delle Malattie è un’altra: in Europa ogni anno il temuto tumore della mammella è responsabile del solo 3% dei decessi delle donne mentre 56 donne su cento muoiono per cause Cardio‐Cerebrovascolari! Perché questo? Certamente il cambiamento degli stili di vita e dello stato socio‐
culturale e il prolungamento della durata media della vita ha favorito questa diffusione delle malattie cardiovascolari anche nelle donne. Ma che differenze ci sono tra uomo e donna per essere colpiti da un Infarto Miocardico, uno Scompenso Cardiaco o un Ictus? Tradizionalmente gli uomini hanno sempre avuto molti Fattori di Rischio come il fumo di sigaretta, le abitudini alimentari, l’attività lavorativa ed il conseguente stress. Questi stili di vita negli ultimi decenni si sono diffusi anche nelle donne. Negli anni ’50 erano pochissime le donne che fumavano rispetto a tantissimi uomini che avevano quest’abitudine. Nel 2010 l’Istituto di Ricerca e Statistica DOXA riscontra che il numero dei fumatori maschi italiani è calato notevolmente e le donne oramai fumano quanto gli uomini (rimane una piccola differenza del 4% in più nell’uomo). Il dato più allarmante è che le ragazze iniziano a fumare ad un’età sempre inferiore ( età media 17 anni). Ma nelle donne è tutta colpa del fumo? Certamente no perché ci sono altri Cofattori di Rischio: la Menopausa, la Pressione Arteriosa alta, l’aumento del Colesterolo, il Diabete, il sovrappeso e la scarsa attività fisica e la vita sedentaria. A che età si manifesta un infarto o un’angina pectoris nella donna? Le donne beneficiano del cosidetto effetto protettivo degli ormoni estrogeni dell’età fertile che viene a decadere dopo la menopausa; per questo risulta che la malattia delle arterie coronarie si manifesta mediamente 10 anni più tardi rispetto all’uomo. Dopo i 70 anni l’incidenza di malattia coronarica è sovrapponibile nei due sessi. La pillola estro‐progestinica anticoncezionale può avere effetti negativi? Certamente questi ormoni rappresentano un fattore di rischio per la loro azione favorente la trombosi (occlusione) coronarica in particolare quando associati ad Ipercolesterolemia, Ipertensione Arteriosa e Diabete. Gli stessi rischi sono determinati dalle terapie ormonali sostitutive in corso di menopausa. I Cardiologi, in base a tanti studi clinici negativi effettuati negli ultimi anni, sconsigliano l’impiego di queste terapie per attenuare le caldane o altri sintomi neurovegetativi come palpitazioni e sudorazioni causati dalla menopausa. Le Arterie Coronarie delle donne sono anatomicamente o funzionalmente diverse rispetto all’uomo? Da sempre si è ritenuto che il diametro delle arterie coronarie femminili è inferiore a quelle maschili ma in particolare si è dimostrato che esse sono più reattive alle modificazioni ormonali e agli stress esterni. L e coronarie di piccolo calibro si spasmizzano più facilmente e sono più suscettibili all’occlusione temporanea, quindi causano più frequentemente il dolore toracico (angina pectoris) e anche l’infarto. Ci sono differenze nella tipologia dei sintomi dell’ infarto e dell’angina pectoris nella donna? Ci possono essere notevoli differenze nella percezione soggettiva e nelle caratteristiche del dolore dell’attacco coronarico acuto. In circa il 20% delle donne anziane l’infarto può svilupparsi anche senza o con scarso dolore (infarto analgesico) e questo avviene più frequentemente in presenza di diabete ( che determina un danno sulle terminazioni nervose che dovrebbero percepire il dolore). Quando il dolore è presente, molto spesso, ha caratteristiche cosidette atipiche per la sede, il tipo, l’intensità e la durata. Più spesso è localizzato al collo, alla mandibola e al dorso invece di esordire in regione retro sternale e al braccio sinistro. Il dolore nella regione dello stomaco, la nausea e il vomito sono frequentemente i sintomi dell’esordio dell’Infarto e che spesso ingannano perché simulano o vengono interpretati e percepiti come “un’indigestione” così la paziente non chiede o rinvia l’assistenza medica che sarebbe importante per una diagnosi precoce dell’Infarto Acuto. In questi casi sfortunati la diagnosi di infarto viene effettuata nei giorni successivi quando compaiono le complicanze (aritmie, scompenso cardiaco). Questo spiega l’elevata mortalità in questo gruppo di donne anziane e diabetiche. Per questo è importante che nelle donne dopo i 70 anni e con altri fattori di rischio cardiovascolare ( in particolare il diabete) debbano essere considerati con attenzione anche i sintomi atipici. Per le caratteristiche atipiche dei loro dolori toracici le donne possono essere penalizzate negli accertamenti clinici: alcuni studi hanno dimostrato che vengono effettuati meno esami diagnostici‐terapeutici come la coronarografia e l’eventuale angioplastica coronarica perché pregiudizialmente questi sintomi vengono attribuiti a cause extracardiache come l’artrosi degenerativa, a disturbi digestivi (reflusso gastro‐esofageo, ernia jatale, gastrite) o a stati ansiosi in genere. Ci sono altre malattie cardiovascolari peculiari della donna? Negli ultimi 5 anni i Cardiologi hanno individuato una nuova malattia cardiaca in origine descritta in Giappone e definita Sindrome TAKO‐TSUBO. In questa situazione clinica acuta, grave come un infarto miocardico acuto, il cuore assume la forma rotondeggiante (come un pallone) simile all’antico vaso usato dai pescatori giapponesi per catturare i polipi (Tako‐Tsubo). Questa malattia colpisce nel 97% dei casi le donne ed insorge quasi sempre subito dopo un intenso stress acuto (shock psichico dopo un evento luttuoso di un familiare, ricevere una brutta notizia, dopo un litigio, dopo una violenza ed altre situazioni con forte impegno emotivo). Nella fase acuta i sintomi sono quelli tipici dell’infarto e quindi queste pazienti sono ricoverate in Terapia Intensiva Cardiologica dove dopo le terapie con antiaggreganti, betabloccanti, vasodilatatori ed ossigeno si assiste nei giorni successivi ad un completo recupero del danno cardiaco che all’esordio appare molto grave. Superata la fase acuta la prognosi a distanza risulta buona anche se in alcuni casi (3%) si può registrare una recidiva. Ci sono altre cardiopatie, oltre all’infarto, che colpiscono maggiormente il sesso femminile? Certamente le donne devono temere di più la Fibrillazione Atriale che è l’aritmia cardiaca più frequente e che è caratterizzata da palpitazioni, irregolarità del ritmo cardiaco e dal rischio di complicanze tromboemboliche come l’Ictus cerebrale. E’ stato dimostrato che il genere femminile di per sé rappresenta un rischio aggiuntivo nel determinismo delle complicanze tromboemboliche della fibrillazione atriale e quindi nelle donne va iniziata la profilassi del tromboembolismo con Aspirina o Coumadin in anticipo rispetto agli uomini. Quali sono i consigli per le donne per una prevenzione cardiovascolare efficace? Il primo consiglio va alle ragazze che non devono fumare ma iniziare e poi mantenere una regolare e costante attività fisica. Nel periodo della menopausa sarà importante controllare la Pressione Arteriosa che non dovrà superare i 140/90 mmHg, il peso corporeo mantenendo un valore della Circonferenza della Vita inferiore ad 88 centimetri (nell’uomo deve essere inferiore a 102 cm). Occorrerà controllare il valore della Glicemia, dei Trigliceridi, del Colesterolo totale e delle sue frazioni LDL ed HDL. Nella dieta si dovrà privilegiare la frutta e la verdura, carni bianche e pesce. L’attività fisica deve essere regolare con almeno 150 minuti settimanali di camminata veloce. Prima di intraprendere la profilassi primaria con Aspirina, in assenza di precedenti eventi cardiovascolari, nelle donne va sempre valutato il rapporto rischio/beneficio considerando la non trascurabile incidenza di complicanze emorragiche; la presenza di diabete, menopausa ed ipercolesterolemia giustifica l’assunzione dell’Aspirina. Le pazienti che hanno già avuto un evento cardiovascolare dovranno assumere regolarmente le terapie prescritte dai Cardiologi perché è ben noto che la sospensione di uno, due o tre farmaci (aspirina o beta‐bloccante o statina) dopo un anno porterà ad un aumento della mortalità e recidiva infartuale in oltre il 10 % dei casi. Dottor Giancarlo Piovaccari Direttore Dipartimento Malattie Cardiovascolari‐ Rimini 
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