Michele - ASSIPARMA

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La canzone napoletana
di Sebastiano Rolli
L
a canzone napoletana si costituisce genere
imprescindibile per quei cantanti che sentono
l’esigenza di cimentarsi in un microdramma la
cui struttura narrativa sia compiuta e costituita in
modo pressoché perfetto.
Nel ristretto spazio fornito da qualche minuto di
musica, viene restituita tutta la complessità di una
vicenda teatrale e percorso un cammino all’interno
dell’animo umano. La varietà delle tematiche è
ampia: dall’amore all’abbandono, dalla nostalgia
di casa alla gelosia, dall’atto eroico alla resa. Il
paesaggio accompagna il protagonista divenendo
metafora dei suoi sentimenti.
La canzone napoletana si esprime prevalentemente
in prima persona, così che l’interprete diviene, a
differenza di quanto accade nel Lied tedesco, il
protagonista della vicenda: l’io narrante che parla
all’ascoltatore come il personaggio di un vero e
proprio dramma teatrale.
Forse questo è uno dei principali motivi per cui il
genere musicale in oggetto è stato interpretato dai
più grandi cantanti lirici: Caruso e Di Stefano,
Bergonzi e Gigli, Schipa, Del Monaco e Corelli,
Bastianini e Taddei, Siepi e…Pertusi, tutti i grandi
interpreti hanno sentito l’esigenza di confrontarsi
con questi micro - melodrammi.
La musica ‘popolare’ si distingue da quella
cosiddetta ‘colta’ per l’uso di un linguaggio
basato sull’improvvisazione. La musica ‘colta’,
al contrario, viene veicolata da una scrittura che
vorrebbe essere il più possibile esatta. Sappiamo
fin troppo bene che la scrittura non può restituire
in modo completo sulla carta ciò che la musica
contiene o che l’autore ha in mente; tuttavia si
propone di dare una immagine esaustiva del
risultato sonoro. Per cui possiamo dire che quello
che il compositore scrive lo vuole, ma non tutto
quello che vuole può essere scritto.
La dovizia di indicazioni che la scrittura musicale
ha maturato nei secoli è andata di pari passo al
progressivo distaccarsi della figura dell’autore
da quella dell’interprete. Anche nella canzone
napoletana assistiamo a questo ampliamento
graduale della partitura. La canzone popolare,
in questo senso, cessa la propria esclusività nel
momento in cui, nell’Ottocento, autori come
G. Rossini, V. Bellini e G. Donizetti, hanno
cominciato ad assimilare questo genere all’aria da
salotto. Il carattere ‘popolaresco’ non cesserà mai
di esistere accanto a quello ‘colto’ (tanto più che
molti brani nel Novecento verranno pensati per le
voci di cantanti ‘non impostati’), ma la partitura
richiederà sempre più il sostegno di voci in grado di
realizzare tecnicamente una scrittura impegnativa e
a tratti virtuosistica.
A questo punto possiamo dire che la tradizione
attraverso la quale i cantanti lirici si accostano
alla canzone napoletana è legittimata non solo dal
fatto che molti autori pensavano a voci liriche per
le proprie partiture, ma che solo attraverso di esse
possiamo godere della completezza di quest’ultime.
Michele Pertusi si inserisce in questo percorso
storico e stilistico con una interpretazione che si
pone in perfetto equilibrio fra l’aria da camera e
il dramma teatrale: attraverso una lettura attenta
della scrittura musicale possiamo ripercorrere
delle vere e proprie narrazioni; il dramma ci
si dipana davanti in modo emozionante. Il
registro grave della voce riesce a dare un calore
particolarmente intimo alle vicende narrate: a tratti
si ha l’impressione di assistere ad un monologo
interiore. L’interprete ha giustamente sottolineato
gli elementi melodrammatici mantenendosi
comunque sempre al di qua del limite imposto dal
genere concertistico. Supportato da un gruppo
strumentale di grande livello e dalle bellissime
trascrizioni di Giacomo Scaramazza, Pertusi
ci restituisce quella che potremmo definire una
fedele e coinvolgente interpretazione delle partiture
napoletane; immergendole in una atmosfera da
‘racconto attorno al caminetto’, ci permette di
gustare alcune delle più suggestive e immortali
melodie del repertorio partenopeo in una
ininterrotta ballata che ha il sapore di una fiaba.
ha il piacere di presentare
Silenzio cantatore
Michele PERTUSI
Silenzio cantatore
Canzoni napoletane
Canzoni napoletane
Michele
PERTUSI
Casa della Musica - 29 aprile 2009
Corrado Giuffredi clarinetto
Giampaolo Bandini chitarra
Emanuele Buzi mandolino
Cesare Chiacchiaretta fisarmonica
Enrico Fagone contrabbasso
P.le C.A. Dalla Chiesa,13 - Parma
P.le San Francesco, 1 - Parma
Michele Pertusi basso
Nato a Parma nel 1965, è stato allievo di
Arrigo Pola e di Carlo Bergonzi, completando
successivamente la sua formazione con Rodolfo
Celletti. La sua carriera lo ha presto portato nei
teatri e nelle sale da concerto più prestigiose del
mondo. Il suo repertorio comprende, fra gli altri
titoli, Don Giovanni (Opéra di Parigi diretto da
Sir Georg Solti, Chicago diretto da Barenboim,
Venezia, Losanna, Bologna, Teatro alla Scala
diretto da Muti, Teatro Massimo di Palermo), I
Puritani (Ginevra, Torino, Staatsoper di Vienna),
Roméo et Juliette di Berlioz (Berlino diretto da
Norrington, Parigi diretto da Sir Colin Davis), La
Cenerentola (La Scala, Houston, Torino, MET
di New York diretto da Levine, Tokyo diretto
da Chailly, Covent Garden di Londra, Opéra di
Montecarlo), Il turco in Italia (La Scala diretto da
Chailly, Bologna, Parma, Opéra di Montecarlo),
Le nozze di Figaro (La Scala diretto da Muti,
Chicago diretto da Barenboim, Firenze diretto da
Mehta, MET di New York, Genova, Amburgo,
Venezia, Madrid), Semiramide (Rossini Opera
Festival di Pesaro, Marsiglia, Ginevra), L’italiana
in Algeri (Parma, Bilbao, Bologna, Vienna e
La Scala), Stabat Mater di Rossini (Bologna,
New York, Amsterdam con Chailly, Parigi con
Muti), Guillaume Tell (Rossini Opera Festival,
Vienna), La sonnambula (Parma, Torino, La
Scala). Attila (Bologna, Parma), I racconti
di Hoffmann (Covent Garden). Altri direttori
di fama internazionale con cui ha collaborato
sono: Carlo Maria Giulini, Semyon Bichkov,
Vladimir Jurowsky, Gianluigi Gelmetti, Marek
Janowsky. Nel gennaio 1995 gli è stato assegnato
il premio “Abbiati” della critica musicale italiana
per le interpretazioni rossiniane a Pesaro e
Bologna. Negli ultimi anni ha interpretato i più
importanti ruoli protagonistici al Rossini Opera
Festival di Pesaro, dove nell’estate del 1997, in
occasione del suo debutto nel ruolo eponimo
nel Moise et Pharaon diretto da W. Jurowsky
e messo in scena da Graham Vick, gli è stato
conferito il premio “Rossini d’Oro”. Di rilievo
le sue recenti interpretazioni della Damnation
de Faust di Berlioz, con la London Symphony
Orchestra diretta da Colin Davis, Vita di Tutino
in prima mondiale a Milano, Don Quichotte di
Massenet a Torino nello storico allestimento di
Piero Faggioni, Le nozze di Figaro e Così fan
tutte al Metropolitan di New York. Prestigiosi
recenti debutti nel ruolo di Falstaff a Bologna con
Daniele Gatti e lo spettacolo di Pizzi nell’anno del
Centenario verdiano (2001) e nel Marin Faliero
di Donizetti a Parma (2002) ripreso a Venezia
nel 2003. Al Verdi Festival di Parma ha trionfato
nei panni di Pagano nei Lombardi e ha suscitato
sensazione il debutto in Athanaël in Thaïs di
Massenet a Venezia diretto da Marcello Viotti e
l’allestimento di Pier Luigi Pizzi, pubblicato in
DVD e CD dalla Dynamic. Svolge un’intensa
attività discografica per le maggiori etichette
presenti sul mercato internazionale. Nel 1999 e
nel 2002 ha ricevuto il premio “Opera Award”
per Oberto e Falstaff. I più recenti impegni lo
hanno visto primeggiare in Falstaff a Bruxelles,
Torvaldo e Dorliska, La gazza ladra e Maometto
II a Pesaro, Faust a Parma, Attila a Piacenza,
Le nozze di Figaro al Metropolitan di New York,
Il Turco in Italia e Lucrezia Borgia a Torino,
Oberto a Verona, Carmen a Zurigo. Fra i
prossimi impegni figura il suoi ritorno al Regio di
Parma ne I Lombardi e al MET in Sonnambula.
Nel 2003 ha ricevuto dal Presidente Ciampi la
medaglia d’oro quale cittadino benemerito della
Repubblica Italiana per le arti e la cultura. È sul
mercato internazionale per l’etichetta LSO il Falstaff
di Verdi, in cui egli è protagonista, diretto da Sir
Colin Davis con la London Symphony Orchestra,
accolto da critiche entusiastiche da tutta la stampa
internazionale specializzata e per il quale Pertusi ha
ricevuto il Grammy Award nel 2006.
programma
Casa della Musica - 29 aprile, ore 20.00
J. Strauss – G.Verdi
Quadriglia da
Il Ballo in Maschera
strumentale
L. Bovio – G.Lama
P. Vento - N. Valente
E. A. Mario
E. Murolo - E. Tagliaferri
G. Rossini
Silenzio Cantatore
Torna
Santa Lucia luntana
Nun me scetà
La Danza, Tarantella
strumentale
E. Fusco - R. Falvo
G.Pisano - G. Cioffi
L. Bovio – R. Falvo
Dicitencello vuje
‘Na sera ‘e maggio
Guapparia
Corrado Giuffredi clarinetto
Vincitore dei concorsi internazionali “Saverio
Mercadante”, “Premio Ancona” e “Valentino Bucchi”
di Roma, solista dell’Orchestra Toscanini di Parma,
è invitato come primo clarinetto dall’Orchestra
Filarmonica della Scala di Milano con la quale
ha partecipato, con Riccardo Muti, alle tournée in
Spagna, Portogallo, Francia, Grecia, Giappone,
Svizzera, Germania, Danimarca, Norvegia e Libano.
Di estrazione puramente classica, si dedica alla ricerca
sonora e timbrica, esplorando tutte le forme musicali:
etnica, contemporanea, jazzistica. Ha registrato vari
dischi, e dal 1998 è direttore e solista dei Filarmonici di
Busseto. Attualmente è primo clarinetto dell’Orchestra
della Radio Svizzera Italiana.
Giampaolo Bandini chitarra
È oggi considerato tra i migliori chitarristi italiani sulla
scena internazionale, è stato componente dell’unico
duo di chitarre riuscito a entrare nell’albo d’oro dei
più prestigiosi concorsi internazionali di musica
da camera. Dal 1990 è ospite, sia come solista sia in
varie formazioni cameristiche, delle più importanti
istituzioni concertistiche italiane ed estere figurando
regolarmente come solista e con orchestra nei
cartelloni dei più rinomati Festival d’Europa, Stati
Uniti, Asia e Sud America. Collabora stabilmente
con artisti del calibro di Massimo Quarta, Danilo
Rossi, Pavel Berman, Enrico Bronzi, I Virtuosi
di Mosca, Francesco Manara, Andrea Griminelli,
Simonide Braconi e molti altri. Recentemente ha
avuto il privilegio di eseguire il Concerto Elegiaco per
chitarra e orchestra di Leo Brouwer, sotto la direzione
dell’autore stesso.
Emanuele Buzi mandolino
Trascrizioni: Giacomo Scaramuzza
s i
r i n g r a z i a
Nipote del grandissimo virtuoso Maestro Giuseppe
Anedda, ha iniziato lo studio del mandolino con il
nonno, che lo ha poi affidato artisticamente a Dorina
Frati. Si diploma con il massimo dei voti e la lode
presso il Conservatorio di Musica “A. Casella” de
L’Aquila. Svolge un’intensa attività concertistica
come solista, in Italia e all’estero (Turchia, Albania,
Germania, Spagna, Portogallo, Giappone), in
collaborazione con varie formazioni cameristiche e
sinfoniche (Filarmonica Arturo Toscanini di Parma,
Orchestra Sinfonica di Roma). Collabora spesso con
importanti enti lirici quali La Scala di Milano, il Teatro
La Fenice di Venezia, il Teatro San Carlo di Napoli,
il Teatro Lirico di Cagliari, l’ Arena Sferisterio di
Macerata, la Fondazione Arturo Toscanini di Parma
ed è stato diretto dai maestri Riccardo Muti, Mstislav
Rostropovicˇ, Donato Renzetti, Georges Prêtre. È
docente di Mandolino presso il Conservatorio di
Musica “V. Bellini” di Palermo.
Cesare Chiacchiaretta fisarmonica
Fisarmonicista e bandoneonista ha studiato con il
Maestro C. Calista, diplomandosi con il massimo dei voti
e la lode presso il Conservatorio “N. Piccinni” di Bari.
È presente, sia come solista sia in formazioni
cameristiche, nelle più importanti stagioni concertistiche
italiane ed estere. È risultato vincitore di concorsi
nazionali e internazionali di fisarmonica e di musica
da camera. Come solista è stato diretto da maestri
quali Riccardo Muti, Pavel Berman, Leo Brouwer
con le orchestre prestigiose de I Virtuosi di Mosca,
Kaunas Chamber Orchestra, I Solisti di Brno e
l’Orchestra Cherubini. Nel 1991 è stato prescelto quale
rappresentante nazionale nella Coppa del Mondo
C.I.A.I.M.C. dell’Unesco. Nel 1993 ha partecipato, in
rappresentanza per l’Italia, al 43° Trofeo Mondiale
della fisarmonica a Setubal (Portogallo). È docente di
fisarmonica presso il Conservatorio “Tito Schipa” di
Lecce.
Enrico Fagone contrabbasso
Si diploma giovanissimo con il massimo dei voti presso
il Conservatorio “G. Nicolini” di Piacenza sotto la guida
del Maestro Leonardo Colonna, perfezionandosi poi
con F. Petracchi, M. Dorin, E. Ferrari, A. Sciancalepore.
È risultato vincitore di alcuni dei più importanti
concorsi internazionali. Collabora, in qualità di primo
contrabbasso, con gruppi da camera e orchestre
prestigiose quali l’Orchestra Sinfonica Nazionale della
Rai, l’Accademia Nazionale di S. Cecilia, l’Orchestra
del Teatro Regio di Torino, l’Orchestra Fondazione
Arturo Toscanini, il Teatro dell’Opera di Roma, I Solisti
Veneti, l’Orchestra da camera di Mantova. Attualmente
è primo contrabbasso dell’Orchestra della Svizzera
Italiana e docente presso docente presso il conservatorio
“G. Nicolini” di Piacenza.
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