Riqualificare in pompa di calore Riqualificazione energetica globale per la scuola dell’infanzia di Oulx Il cuore dell’intervento è costituito dalla sostituzione della vecchia caldaia a gas naturale con un sistema in pompa di calore geotermica ad assorbimento GAHP di Massimo Ghisleni, Roberto Graffi, Simone Graffi e Fabrizio Graffi * L a riqualificazione energetica globaledi un edificio comporta uno studio dettagliato dello stato di fatto della struttura, delle sue caratteristiche termofisiche che influiscono sulle dispersioni termiche del fabbricato e dei conseguenti fabbisogni energetici termici. Tali operazioni sono il giusto punto di partenza per analizzare ogni dettaglio dei sistemi tecnologici atti ad assicurare il giusto comfort agli occupanti della struttura. La riqualificazione energetica globale di un edificio richiede poi un 2 #28 approccio olistico al problema che porta, nella fase di analisi e di progettazione, anche a verificare le modalità di impiego degli ambienti e degli impianti da parte degli utilizzatori, i quali influenzeranno in modo decisivo l’effettivo risultato finale della riqualificazione. Analizzare in questo modo la situazione, progettare la riqualificazione su ogni parte individuata come migliorabile e realizzare quanto definito è spesso cosa ardua. Occorre, oltre ad una consistente disponibilità economica da parte del cliente finale, la sua disposizione nel riconoscere un lavoro di diagnosi e progettazione ben più complesso rispetto all’usuale. È poi essenziale la completa disponibilità della struttura, che deve essere liberata dalla presenza degli utenti per un lasso di tempo sufficiente a completare le opere di riqualificazione. Rispetto alle prime due prerogative citate, la fattibilità si può ottenere attraverso l’accesso a finanziamenti anche a fondo perduto, sia comunitari che nazionali, ai quali sovente si accede solo a seguito di una seria diagnosi energetica anche se solo di primo livello. Per ciò che attiene invece all’ultimo punto, va chiarito che non tutti gli edifici consentono l’auspicabile disponibilità degli spazi da riqualificare. Una categoria di fabbricati che generalmente consente anche quest’ultima necessità è quella degli edifici scolastici. Quando queste prerogative sono presenti, i risultati energetici ed economici, anche se molto ambiziosi, si avvicinano all’essere “a portata di mano” come nel caso qui trattato. La situazione ante riqualificazione L’edificio della scuola dell’infanzia qui considerato è ubicato nel Comune di Oulx in Provincia di Torino. La superficie utile calpestabile è pari a 893,27 m2, la superficie lorda disperdente è pari a 2216,65 m2, mentre il volume lordo riscaldato è pari a 3013,87 m3. Il rapporto di forma S/V è dunque risultato pari a 0,74 m-1. L’anno di costruzione è antecedente al 1990 e la tipologia costruttiva, come si avrà modo di evidenziare, rispecchia a pieno le caratteristiche dell’epoca: le superfici disperdenti opache verticali e orizzontali, come anche le superfici trasparenti presentano capacità di trasmissione del calore superiori ad ogni limite superiore ammesso dalla normativa. La struttura è realizzata ad un piano fuori terra poggiante per la maggior parte della superficie su gattaiolato di fondazione, mentre una porzione poggia su di un piano seminterrato non riscaldato. Il manufatto, per quanto riguarda le strutture verticali, era costituito da pilastri in cemento armato intervallati da murature di tamponamento in laterizio a cassa vuota. Le strutture disperdenti verticali erano principalmente costituite da serramenti in legno, con pannello sottostante alle componenti trasparenti a vetro singolo. Per superficie e per caratteristiche, i serramenti erano di fatto i componenti maggiormente disperdenti della struttura. Per ciò che riguarda la copertura si segnalano solai in latero-cemento e il tetto recentemente riqualificato, realizzato con tegole cementizie ancorate su correntini in lega di alluminio e zinco, con sottostante strato di coibentazione con pannelli di poliuretano rivestiti con lamina di alluminio goffrato. Basso livello di comfort e problematiche gestionali dell’impianto Pareti eccessivamente fredde, importanti moti convettivi dell’aria e il mancato controllo dell’umidità relativa, causavano importanti lamentele di mancato comfort ambientale da parte degli occupanti della struttura, che lamentavano sensazione di marcato freddo anche in presenza di temperature ambientali pari ai canonici 20 °C. L’attuale patrimonio edilizio scolastico italiano Prima di entrare nel vivo della descrizione di quanto progettato e realizzato, osserviamo brevemente il settore dell’istruzione pubblica dal punto di vista energetico e dell’economia di gestione dei fabbricati. Il numero complessivo degli edifici scolastici in Italia ammonta a circa 52010 fabbricati, per un area calpestabile totale di circa 73,4 milioni di metri quadrati. Tali edifici sono caratterizzati da un consumo energetico attuale pari a 1,4 TWh elettrici e 8,2 TWh di energia termica per riscaldamento, consumi tali da generare una bolletta energetica di 1300 milioni di euro all’anno. Come si nota dal grafico di Figura 1, l’ottantotto percento degli attuali fabbricati scolastici sono realizzati prima dei moderni obblighi di efficienza energetica (era pre EPDB) e il cinquantacinque percento dei fabbricati risale addirittura ad epoca antecedente alla prima norma nazionale in tema di contenimento dei consumi energetici in edilizia (era pre Legge 373/1973). È quindi urgente porre mano alla riqualificazione di questi edifici, anche in considerazione del fatto che le nuove costruzioni in tale settore ammonteranno solo ad un 0,4% annuo, e risulteranno quindi ininfluenti rispetto agli effetti sui consumi globali e sulla spesa energetica necessaria ad assicurare il diritto costituzionale allo studio. Figura 1 – Distribuzione percentuale delle date di realizzazione degli edifici scolastici presenti sul territorio italiano Fonte: “Ristrutturazione edilizia riqualificazione energetica rigenerazione urbana” ENEA Cresme 2014 Inefficienza energetica, un problema riconosciuto Visti i numeri relativi ai consumi energetici, in molti istituti e circoli didattici ci si è posti addirittura l’interrogativo sull’opportunità di ridurre di un giorno la durata della settimana scolastica, rinunciando al sabato mattina per ridurre i costi di gestione delle strutture. Ciò mostra come il problema sia effettivamente percepito e ritenuto urgente dagli operatori stessi, i quali possono rispondere al problema a volte in modo poco razionale e organico. Se ci si pone l’obiettivo di influire significativamente sui consumi energetici nazionali, è necessario concentrare seriamente e con professionalità l’attenzione sulle riqualificazioni energetiche nel settore della pubblica istruzione attraverso diagnosi energetiche serie, atte a individuare nel sistema edificio impianto le aree in cui si disperde o spreca energia, le modalità di utilizzo delle strutture e degli impianti, le opportunità di miglioramento energetico e le migliori modalità di gestione post riqualificazione delle strutture stesse. In questo ambito, il concetto di edificio a consumo quasi nullo (nZEB) si configura come importante esempio e stimolo ad applicare tutti gli accorgimenti possibili per ridurre al minimo possibile i consumi delle strutture esistenti, ricercando i migliori materiali e le migliori tecnologie di generazione, oltre alle migliori tecniche costruttive per rendere meno invasiva e dispendiosa l’operazione. Tra le tecnologie adottabili nelle nuove realizzazioni nZEB, vi sono numerose opportunità applicabili anche nelle riqualificazioni di edifici ed impianti esistenti, anche per ciò che riguarda i sottosistemi di generazione. Rispetto al complesso tecnologico degli impianti, ed in particolare rispetto ai sistemi di generazione, si può suggerire l’adozione di tecnologie avanzate come le pompe di calore, in grado di coprire efficacemente una parte dei fabbisogni energetici con energia rinnovabile geotermica, idrotermica e aerotermica. Necessario uno sforzo anche culturale Tutto ciò induce ad uno sforzo, non solo tecnico progettuale ma anche culturale, per superare le varie difficoltà di ordine pratico e di comunicazione, per agire concretamente ed in modo percepibile sui consumi energetici globali del nostro paese, per aumentarne il grado di sviluppo ecocompatibile e la competitività economica sullo scenario internazionale. È questione di cruciale importanza la necessità di fare sistema in questo ambito (gli enti locali con gli ordini professionali, le associazioni professionali, il governo centrale e le strutture comunitarie), per ottenere aiuti ed incentivi per realizzare le riqualificazioni e ridurre i costi fissi dovuti all’utilizzo delle strutture pubbliche. #28 3 Oltre al problema del comfort, si aggiungevano ovviamente le problematiche gestionali dell’impianto, i cui consumi di energia primaria necessari al suo funzionamento erano particolarmente elevati, nonostante non consentisse il raggiungimento dell’obiettivo principale a esso affidato. Le caratteristiche delle strutture edili presenti nell’edificio esistente, sono elencate nel prospetto I. Elevata dispersione termica L’analisi del comportamento circa le dispersioni termiche del fabbricato è stata condotta anche attraverso una verifica termografica delle strutture. Nell’immagine di Figura 2 si notano punti caratterizzati da temperatura elevata nella parte alta dei serramenti del piano terra (punti “A”, “B” e “C”), segno di una maggiore dispersione in tali punti. Identico discorso va fatto per i serramenti del piano seminterrato. Nella località considerata, a causa del clima tipico delle località alpine, si verificano infatti durante la stagione invernale notevoli sbalzi termici e fenomeni meteorici tali da alterare il materiale utilizzato per i telai dei serramenti. La maggiore dispersione nei punti segnalati può essere quindi ricondotta alla formazione di fessurazioni nel materiale dovute a modifiche nelle caratteristiche volumetriche del legno e successivo conseguente “imbarcamento”. Identico discorso per i serramenti del piano seminterrato (punti “D”, “E” e “F”), realizzati con il medesimo materiale e la medesima tecnologia. Anche la muratura soprastante i serramenti è caratterizzata da una marcata traccia termica, segno di una maggiore dispersione in quel punto. Durante il rilievo termografico sono stati messi in luce ovviamente tutti i ponti termici che penalizzano le prestazioni energetiche della struttura esistente, come mostrato in Figura 3 per ciò che attiene ai pilastri in cemento armato interposti tra superfici vetrate attigue. Nell’immagine di Figura 3 si notano anche le elevate temperature dei pannelli sottofinestra facenti parte dei serramenti e il surriscaldamento della pavimentazione esterna in lastre di pietra. Quest’ultimo fenomeno è segno tangibile delle elevatissime dispersioni termiche della struttura originaria, provocate dalla fuoriuscita di aria calda attraverso fessurazioni poste nell’area di contatto tra serramenti e pavimentazione dell’edificio. Dalle termografie si è potuto mettere in luce anche le notevoli differenze di temperatura tra le superfici verticali sin qui trattate (muri perimetrali, tamponamenti e serramenti) e la copertura della struttura. Tale fenomeno è stato valutato negativamente per la possibile formazione di condense in corrispondenza delle zone di intradosso del tetto ed anche in corrispondenza della muratura di tamponamento a contatto con il pluviale metallico. Caldaia a gas naturale on-off a temperatura fissa 4 #28 TRASMITTANZE STRUTTURE ESISTENTI E TRASMITTANZE LIMITE DI LEGGE Elemento U attuale – W/(m2K) U limite – W/(m2K) Muro perimetrale 1,05 0,25 Falda tetto 0,18 0,23 Sottofondo con vespaio 1,39 0,23 Porte e finestre esterne 3,27 1,40 Struttura sotto finestra 4,30 0,25 Prospetto I – Confronto tra trasmittanze delle strutture esistenti presso la scuola materna di Oulx e le trasmittanze limite di legge attuali Figura 2 – Termografia parte serramenti tipici della scuola materna di Oulx – Punti notevoli “A”, “B” e “C” serramenti con telaio in legno parzialmente mobili per il piano terra – Punti notevoli “D”, “E”, “F” serramenti con telaio in legno fisso per il piano seminterrato Figura 3 – Termografia parte serramenti tipici della scuola materna di Oulx – In evidenza i ponti termici dovuti ai pilastri delle pareti perimetrali esterne DISPERSIONI TERMICHE DEL VECCHIO FABBRICATO Superfici involucro Dispersioni kW % Muri perimetrali 11,56 12,42 Copertura 7,56 8,12 Basamento 27,16 29,19 Superfici vetrate 28,33 30,44 Muri su locali non riscaldati 4,57 4,91 Ponti termici 13,88 14,91 Totale 93,05 100,00 Prospetto II – Dispersioni termiche del fabbricato ante riqualificazione Figura 4 – Schema di principio del vecchio sottosistema di generazione esistente presso la scuola materna di Oulx – T = termometro caldaia; BT = bitermostato di regolazione e blocco; PC = pozzetto di controllo; P = manometro; VEC = vaso d’espansione chiuso; VS = valvola di sicurezza; CAI = gruppo di caricamento automatico per gravità; PAC = pompa di circolazione anti-condensa; VRM = valvola miscelatrice a tre vie; STM = sonda temperatura di mandata; PLC = regolatore per gestione curva climatica all’impianto; SCE = sonda climatica esterna; PIR = pompa di alimento impianto a soffitti radianti; PSB = pompa di alimento serpentino per preparazione acqua calda sanitaria; SIR = sistema di immissione del calore mediante radiatori a parete; SPS = serbatoio di preparazione acqua calda sanitaria; AFA = acqua fredda da acquedotto; ACS = acqua calda sanitaria. L’impianto termico era costituito da una caldaia a gas naturale di vecchia concezione (bruciatore atmosferico, gestita a temperatura fissa e con potenza fissa e accensione di tipo on-off) avente potenza al focolare di 168 kW e potenza termica utile di 163 kW, da un sistema di regolazione basato su di una valvola miscelatrice a tre vie con la quale si controllava la temperatura di mandata agli utilizzatori secondo una curva climatica gestita attraverso un plc e una sonda climatica esterna. Gli utilizzatori erano costituiti da radiatori in ghisa a colonna. La somma delle perdite dei sottosistemi di distribuzione, regolazione e immissione, ammontavano a circa il 25% rispetto alle dispersioni, portando la potenza termica richiesta al sottosistema di generazione al valore di 117 kW. Il generatore, alle condizioni di progetto risultava quindi già sovradimensionato del 22% e caratterizzato da un fattore di carico pari a CR = 0,78. In queste condizioni, in considerazione del comportamento on-off della caldaia, si è stimato un rendimento di generazione pari all’84% circa (UNI/TS 113002). Dall’analisi effettuata attraverso software validato dal CTI, l’indice di prestazione energetica della scuola è risultato pari a 112,15 kWh/m3anno. La riqualificazione dell’involucro Figura 5 – La scuola materna di Oulx in fase di riqualificazione del manufatto edile durante l’estate 2012. TRASMITTANZE DELLE NUOVE STRUTTURE E TRASMITTANZE A LIMITE DI LEGGE Elemento U nuova – W/(m2K) U limite – W/(m2K) Muro perimetrale 0,179 0,25 Falda tetto 0,180 0,23 Sottofondo con vespaio 0,342 0,36* Interpiano su locali non risc. 0,157 0,23 Porte e finestre esterne 1,100 1,40 Struttura sotto finestra 0,137 0,25 Prospetto III – Trasmittanze del fabbricato previste post riqualificazione * Valore limite di trasmittanza incrementato del 30% rispetto ai valori da considerarsi validi per le nuove costruzioni, come ammesso dal Bando “Incentivazione alla Razionalizzazione dei Consumi Energetici nel Patrimonio Immobiliare degli Enti Pubblici” DISPERSIONI TERMICHE DELLE NUOVE STRUTTURE Superfici involucro Dispersioni kW % Muri perimetrali 1,93 7,06 Copertura 6,43 23,47 Basamento 6,49 23,70 Superfici vetrate 6,36 23,21 Muri su locali non riscaldati 1,34 4,90 Ponti termici 4,84 17,67 Totale 27,39 100,00 Prospetto IV – Dispersioni termiche del fabbricato previste post riqualificazione Gli interventi di miglioramento e riqualificazione della struttura, si sono posti il duplice obiettivo di migliorare il bilancio energetico e di arricchire la qualità architettonica dell’edificio, lavorando al miglioramento di ciò che era già presente senza modificare sostanzialmente l’aspetto e la disposizione delle strutture esistenti, rispettando così la facies architettonica storica dell’edificio. Nuovi infissi, vetrate a doppio vetro e isolamento a cappotto Delineati così obiettivi generali, si è proceduto alle opere di riqualificazione. Si è provveduto allo smontaggio dei vecchi serramenti e della loro tamponatura sottofinestra, per sostituirli con nuovi telai in legno e superfici vetrate a doppio vetro. Le tamponature sottofinestra sono state sostituite da una muratura di tamponamento realizzata in blocchi di tipo “gasbeton”. È stato realizzato un isolamento a cappotto su tutta la superficie perimetrale esterna, con lastre in schiuma polyso espansa rigida (PIR) avente spessore di 12 cm. Gli aggetti del tetto sono stati coibentati con lastre di polistirene espanso stampate. L’intradosso del solaio dei locali seminterrati è stato coibentato con lastre in schiuma polyso espansa rigida (PIR), avente spessore di 12 cm. La superficie opaca orizzontale corrispondente all’attuale piano di calpestio interno dei locali non insistenti su seminterrato, è stata coibentata con isolante in schiuma polyso espansa rigida (PIR) di 3 cm di spessore, che va ad aggiungersi allo strato coibente di 3 cm in dotazione all’impianto radiante a pavimento, realizzato #28 5 in sostituzione del vecchio sistema di emissione del calore con radiatori a parete. Le azioni correttive adottate hanno migliorato le caratteristiche termofisiche dell’edificio diminuendo sensibilmente le trasmittanze della struttura, come mostrato nella tabella del prospetto III. La riduzione delle trasmittanze consente una netta riduzione delle dispersioni di calore del fabbricato come indicato nel prospetto IV. Da quanto stimato, la riqualificazione delle strutture edili ha ridotto del 70,5% le dispersioni del fabbricato. Figura 6 – Particolari dei pavimenti radianti posati negli ambienti della scuola materna di Oulx Radiante a bassa temperatura Dal punto di vista dell’impianto, notate le inefficienze complessive del sistema tecnologico esistente, si è provveduto alla totale sostituzione degli impianti rimpiazzandoli con un nuovo e più moderno sistema di climatizzazione invernale, in grado di sfruttare energia rinnovabile geotermica. È stato adottato un sottosistema di emissione costituito da pavimenti radianti alimentati a bassa temperatura, un sottosistema di distribuzione di nuova concezione in materiale plastico coibentato e un sottosistema di regolazione con unità di regolazione nei singoli ambienti, curva climatica seguita attraverso sonda estera e gestione dell’intero sistema di climatizzazione invernale con logica proporzionale integrale derivata (PID). La somma dei rendimenti dei sottosistemi di emissione, di regolazione e di distribuzione, mediante l’adozione delle moderne tecnologie disponibili, in questi tre ambiti ha ottenuto un miglioramento pari al 21%, passando dalla situazione ante-riqualificazione in cui tale somma si attestava al 79%, all’attuale valore pari al 96,5%. Figura 7 – Particolari della pompa di calore ad assorbimento geotermica e del sottosistema di generazione fornito a corredo della stessa per realizzare la nuova centrale termica della scuola materna di Oulx Pompe di calore geotermiche ad assorbimento Per ciò che riguarda l’efficientamento della centrale termica, ultimo aspetto rimasto da trattare per completare la riqualificazione globale del sistema edificio impianto, viste le condizioni climatiche rigide previste dal clima alpino, e vista la maggior disponibilità del vettore energetico gas rispetto all’energia elettrica, si è deciso di realizzare un sottosistema di generazione con pompe di calore geotermiche ad assorbimento e a fiamma diretta GAHP-GS, ideate, sviluppate e realizzate totalmente in Italia. La soluzione impiantistica di centrale ha previsto la sostituzione del vecchio sistema esistente con un sottosistema fornito, dal punto di vista dei componenti, quasi integralmente dal costruttore della pompa di calore. Il sistema di pompaggio a portata variabile, il vaso inerziale, il sistema di produzione acqua calda sanitaria ad accumulo dimensionato per il funzionamento con pompa di calore, i filtri defangatori, il sistema di esaurimento aria nell’impianto e, non ultimo, il sistema di controllo del sistema di riscaldamento, sono stati forniti a corredo della pompa di calore e scelti dallo studio di progettazione anche in virtù 6 #28 Figura 8 – Schema di principio del nuovo sottosistema di generazione della scuola materna di Oulx – P manometro, PC1-GEO pompa di circolazione circuito primario lato sonde geotermiche, SGV sonde geotermiche verticali, GAHP-GS pompa di calore geotermica ad assorbimento a fiamma diretta, PC1RISC pompa di circolazione a giri variabili circuito primario lato riscaldamento, SA separatore d’aria, F filtro defangatore, VS valvola di sicurezza, VEC vaso d’espansione chiuso, VD valvola deviatrice per gestione funzione acqua calda sanitaria, SAI serbatoio d’accumulo inerziale, PIR pompa di circolazione circuito di riscaldamento, VRM valvola di miscelazione a tre vie, STM sonda temperatura di mandata, SII sottosistema di immissione del calore ad irraggiamento, CCP Comfort Control Panel per gestione sistema di climatizzazione, SCE sonda climatica esterna, URA unità di regolazione singolo ambiente della precisione di gestione che il complesso realizzato garantiva. I vantaggi del gas naturale Per l’allacciamento della nuova centrale termica non si sono resi necessari adeguamenti agli impianti elettrici o di adduzione gas, in quanto le potenze elettriche impegnate e la portata termica massima del contatore non sono state aumentate. Anche questo aspetto ha influito in modo considerevole sulla scelta da parte dei professionisti della progettazione, in aggiunta alle considerazioni sul regime tariffario del gas naturale, il quale è nettamente favorevole rispetto alla tariffazione elettrica. È pur vero che mentre vengono scritte queste pagine è disponibile a livello sperimentale la tariffa elettrica D1, la quale offre un prezzo agevolato dell’energia elettrica pari a 0,23 €/kWh che rimane comunque svantaggioso rispetto alle attuali tariffe del gas. Guardando infine a come in questi anni siano variati i prezzi dei vettori energetici, il fatto che il gas naturale aumenti in proporzione minore di quanto non aumenti l’energia elettrica, anche in un’ottica lungimirante, porta a preferire il combustibile gassoso, come del resto indicato dalla stessa Strategia Energetica Nazionale (SEN) che lo individua come strumento strategico per affrontare le sfide future del nostro paese. Infine, un’importante considerazione che si è aggiunta a quelle già fatte e che ha fatto propendere definitivamente per la tecnologia in pompa di calore a gas, è stata l’opportunità di ottimizzare i costi di realizzazione degli scambiatori di calore a terreno, dimezzandone lo sviluppo complessivo e quindi anche i costi di realizzazione rispetto ad una eventuale opzione elettrica energeticamente paritetica. Risultati da quasi nZEB Il risultato atteso dalla riqualificazione della centrale termica con pompe di calore ad assorbimento geotermiche GAHP-GS, è stato calcolato pari a circa il 31% di riduzione dei consumi energetici e dei costi di gestione del sistema. Riduzione questa che si sarebbe presentata anche in presenza di una riqualificazione energetica dello stabile (enormemente meno onerosa dal punto di vista economico) se ci si fosse limitati ad aggiornare la sola centrale termica. Risultato che, nel caso analizzato, ha invece completato ottimamente le operazioni di miglioramento globale dello stabile, condotte con ottica vicina al concetto di nZEB. L’indice di prestazione energetica atteso per il sistema edificio impianto riqualificato si è attestato al valore di 9,34 kWh/m3anno, con una riduzione complessiva dei consumi stimata durante la diagnosi energetica pari al 91,6%. I risultati ottenuti La verifica dei risultati è stata compiuta dall’ente comunale per semplice lettura dei consumi gas negli anni che hanno preceduto l’operazione di riqualificazione e nel recente periodo di utilizzo della struttura rinnovata. Così facendo, purtroppo, non si sono potuti apprezzare i minori oneri di gestione dovuti al minor impegno elettrico ottenuto con il rifacimento dell’impianto e con l’impiego di apparecchiature caratterizzate da potenze elettriche installate nettamente inferiori rispetto alle precedenti. Anche le logiche di gestione del sistema (orari di attivazione dei componenti e sistemi di riscaldamento, produzione di acqua calda sanitaria e ricircolo) hanno comportato una netta riduzione dei consumi elettrici, ovviamente non apprezzata attraverso il computo del gas consumato. Ciò detto i risultati ottenuti sono sicuramente ottimi, molto vicini agli obiettivi previsti e soddisfacenti per l’ente pubblico che è riuscito a ridurre drasticamente un importante costo fisso, potendo ora utilizzare il denaro risparmiato per altre iniziative del Comune. Nel prospetto V sono riportati i risultati della lettura effettuata, mentre nel prospetto VI si riporta la I costi delle opere di riqualificazione e gli incentivi economici L’importante operazione di riqualificazione energetica globale della struttura, per essere realizzata richiedeva un considerevole investimento economico, difficilmente sostenibile attualmente da un’amministrazione pubblica. Il costo complessivo dell’operazione si è attestato a 514 988,00 Euro, di cui tutte le opere impiantistiche termotecniche, la posa della pompa di calore e la realizzazione del campo geotermico hanno costituito il 28% circa del totale. Interessante notare come il solo rifacimento dei serramenti esterni abbia raggiunto il 14,7% circa dei costi, mentre la coibentazione dell’involucro murario e il rifacimento dell’impianto elettrico abbiano avuto un’incidenza rispettiva del 23,5% e dello 0,7%. La realizzazione del progetto è stata possibile anche grazie alla partecipazione, da parte del Comune, ad un Bando specifico pubblicato dalla Regione Piemonte a partire dal 2009. La misura si intitolava “Incentivazione alla Razionalizzazione dei Consumi Energetici nel Patrimonio Immobiliare degli Enti Pubblici”, e si inseriva all’interno del Programma Operativo Regionale (POR) come Asse II – Attività II. 1.3 “efficienza energetica”. In particolare, il sopracitato POR rendeva disponibili secondo tale misura, una parte di Fondi Europei destinati allo Sviluppo Regionale (FESR) per il periodo di programmazione compreso tra il 2007 ed il 2013, per l’efficientamento energetico degli edifici pubblici. Gli interventi finalizzati al risparmio energetico da effettuarsi sugli edifici pubblici ad uso pubblico dovevano garantire il dimezzamento del fabbisogno energetico per il riscaldamento rispetto allo stato di fatto, unitamente al rispetto dei valori di trasmittanza limite sulle superfici da coibentare di seguito indicati: Elemento W/m2K Strutture verticali opache 0,25 Strutture orizzontali o inclinate 0,23 Chiusure trasparenti (Valore medio vetro/telaio) 1,4 Strutture verticali opache verso locali non riscaldati 0,35 Strutture orizzontali verso locali non riscaldati 0,28 Per ciò che riguarda gli impianti, il bando rimandava allo “stralcio di piano per il riscaldamento ambientale e il condizionamento D.C.R. 11 gennaio 2007 N° 98-1247 in attuazione alla Legge Regionale 7 aprile 2000 N°43”. La procedura di presentazione delle domande prevedeva una modalità “a sportello” e si componeva di una prima fase caratterizzata dalla compilazione on-line di alcuni moduli descrittivi del progetto e dell’immobile oggetto di riqualificazione. Tale fase doveva poi essere confermata, a pena dell’esclusione dall’istruttoria, dall’invio cartaceo del Progetto Preliminare approvato dall’Ente e corredato, in particolare, da diversi documenti di diagnosi energetica sulle situazioni pre e post-intervento. Nel caso specifico, la Regione Piemonte ha creato, attraverso il POR, con i propri Assi e le proprie Misure, un sistema locale in grado di convogliare interessanti somme di denaro comunitario sul proprio territorio, da utilizzare proficuamente per interventi di riqualificazione energetica su edifici pubblici ad uso pubblico che altrimenti non sarebbero stati realizzabili. Il progetto della Scuola Materna di Oulx è rientrato a pieno titolo nei requisiti necessari, ottenendo, in tal modo, il massimo della copertura delle spese necessarie a realizzare l’importante riqualificazione energetica ed architettonica della struttura, pari al 60% a fondo perduto dei costi ritenuti ammissibili ai fini del bando, ovvero quelli riguardanti: • spese tecniche per progettazione, direzione lavori, collaudo e certificazione degli impianti (entro un importo massimo del 10% dell’ammontare delle spese ammissibili); • fornitura dei materiali e dei componenti necessari alla realizzazione delle opere di isolamento termico; • fornitura dei materiali e dei componenti necessari alla realizzazione o ristrutturazione degli impianti termici, di climatizzazione; • installazione e posa in opera dei materiali e dei componenti di cui ai punti II e III; • opere edili strettamente necessarie e connesse all’intervento; • I.V.A., limitatamente ai soggetti per cui tale onere non è recuperabile. #28 7 CONSUMI GAS DEL VECCHIO FABBRICATO NORMALIZZAZIONE CONSUMI GAS Gestione invernale GG rilevati CH4 – m3 Gestione invernale GG CH4 – m3 2009 – 2010 3598 24216 Consumo vecchia struttura UNI 4100 42025 2010 – 2011 3377 17812 Consumo vecchia struttura UNI EN ISO 3367 17370 2011 – 2012 3347 16449 Consumo nuova struttura UNI 4100 5526 2012 – 2013 Non rilevato Non rilevato Consumo nuova struttura UNI EN ISO 3367 3727 2013 – 2014 3151 3264 Risparmio gas rispetto a UNI 10349 4100 36499 (-86,8%) Risparmio gas rispetto a UNI EN ISO 15927-4 3367 13643 (-78,5%) Prospetto V – Letture consumi gas da ottobre 2009 a aprile 2014 normalizzazione dei consumi rispetto alle differenti condizioni climatiche registrate negli anni di lettura. Gli anni rilevati fino all’aprile 2012 si riferiscono al funzionamento del vecchio impianto nel vecchio involucro edilizio, mentre la stagione 2013-2014 si riferisce alla prima stagione in cui è entrata in funzione a pieno regime la nuova scuola materna di Oulx. Vi sono notevoli differenze climatiche tra il funzionamento del vecchio edificio e il medesimo riqualificato. Vi sono differenze tra i dati rilevati rispetto all’anno medio calcolabile dai dati climatici CTI mediante procedura UNI EN ISO 15927-4 e, tra questi e quelli calcolabili mediante i dati UNI 10349 attraverso i software validati CTI utilizzati per la certificazione energetica. A titolo d’esempio si mostra il confronto tra i dati rilevati durante la stagione 2013 – 2014 e la frequenza oraria del anno medio UNI EN ISO 15927-4, evidenziabile negli istogrammi di Figura 9 e di Figura 10. Tra l’anno medio calcolabile attraverso la norma UNI EN ISO 15927-4 si giunge comunque a condizioni climatiche mediamente migliori rispetto a quelle previste attraverso la UNI 10349. Da ciò se ne deduce che in certificazione energetica attualmente si considerano condizioni climatiche più gravose di quanto ci si possa effettivamente attendere. Sinteticamente tra i due dati medi vi sono differenze sostanziali nel numero dei gradi giorno: da 3367 GG per l’anno tipo UNI EN ISO si passa ai 4100 per l’anno secondo UNI 10349. Di tutti questi fenomeni si è ritenuto di tener conto, dividendo il consumo di gas per i gradi giorno reali rilevati, ottenendo così un consumo specifico di gas legato alle condizioni climatiche. Calcolando la regressione lineare di tale rapporto rispetto ai gradi giorno, si è ricavata una semplice formula, utile a stimare con ottima approssimazione il consumo di gas alle condizioni di anno medio UNI EN ISO e UNI 10349. Ciò è stato fatto sia per la vecchia struttura, sia per quella ormai riqualificata. I risultati della normalizzazione sono riportati nel prospetto VI. Considerato che i conti effettuati sono stati svolti attraverso il pacchetto normativo UNI TS 11300 e con dati climatici UNI 10349, la riduzione sul solo gas consumato pari ali’87% riportata nel prospetto VI, è stata ritenuta assolutamente rispondente alle aspettative, in quanto molto prossima al valore calcolato del 91,6%. 8 #28 Prospetto VI – Normalizzazione dei risultati delle letture dei consumi gas Figura 9 – Confronto tra il numero di ore alle differenti temperature tra l’anno rilevato 2013-2014 e il mediamente atteso da normativa UNI EN ISO Figura 10 – Istogrammi che identificano il numero di ore di differenza alle differenti temperature dell’anno rilevato 2013-2014 rispetto al mediamente atteso da norma UNI EN ISO Conclusioni L’esperienza descritta si ritiene esprima un buon esempio di traduzione dei moderni concetti riferiti generalmente ai nuovi edifici a consumo quasi nullo, applicati in una riqualificazione globale ed organica di un vecchio manufatto edilizio. L’esempio portato, ha mostrato altresì come le difficoltà principali alla realizzazione di simili opere risiedano nella necessità di disporre di capitali economici importanti, e come sia urgente che le strutture governative centrali e locali si attivino per sfruttare tutte le opportunità nazionali e comunitarie di finanziamento a fondo perduto delle opere necessarie. Diversamente, nel comparto delle riqualificazioni, l’unica azione economicamente sostenibile e vantaggiosa dal punto di vista della riduzione dei consumi energetici, rimane la riqualificazione della sola centrale termica con tecnologie di generazione moderne e tecnologicamente avanzate come le pompe di calore ad assorbimento GAHP. n *Massimo Ghisleni, Robur S.p.A. Roberto Graffi, Simone Graffi, Fabrizio Graffi, Graffi Studio Associato