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RETI SOCIALI : GENERALITA’
CHE COSA E’ UN NETWORK ?
-“ UNA STRUTTURA COSTITUITA DA NODI
DI DIVERSA IMPORTANZA E GERARCHIZZAZIONE/
COLLEGATI TRA LORO IN MODO DIVERSO E CON FLUSSI VARIABILI”
(RETE E RETICOLI.
appartamenti)
Es.
di
reticoli:
Città
-strade
-condomini-
1° DEFINIZIONE DEL NETWORK SOCIALE
SCUOLA DI MANCHESTER (USO METAFORICO E USO EFFETTIVO)
USO METAFORICO
1.
BARNES (1954)
“OGNI PERSONA E’ IN CONTATTO CON UN
CERTO NUMERO DI PERSONE, ALCUNE DELLE QUALI SONO IN
CONTATTO L’UNA CON L’ALTRA, MENTRE ALTRE NON LO SONO”
USO INTERPRETATIVO
2. MITCHELL (1969) :
“UNO SPECIFICO COMPLESSO DI LEGAMI TRA UN INSIEME BEN
DEFINITO DI PERSONE..
CON LA PROPRIETA’ CHE LE CARATTERISTICHE DI QUESTI LEGAMI
COME UN TUTTO POSSONO ESSERE USATE PER INTERPRETARE IL
COMPORTAMENTO SOCIALE DELLE PERSONE COINVOLTE”
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OGGETTO DELLA NETWORK ANALYSIS: LA STRUTTURA DELLE RELAZIONI
- NETWORK NEI GRUPPI E NELLE ORGANIZZAZIONI
- NETWORK PERSONALI O EGONETWORK TRASVERSALI AI GRUPPI
- NETWORK tra GRUPPI e tra ORGANIZZAZIONI
- NETWORK TOTALI DELLA SOCIETA’
DIVERSO TIPO DI DATI SOCIOLOGIA E NETWORK ANALYSIS:
1. ATTRIBUTI
LATENTI)
(ATTEGGIAMENTI,
COMPORTAMENTI,
MANIFESTI
O
2. RELAZIONI-->DATI RELAZIONALI (Scott, 1991, tr.it.1997)
-LA SOCIAL NETWORK ANALYSIS SPOSTA L’ATTENZIONE
DALLA FORMA DEL
GRUPPO-COMUNITA’ALL’ANALISI DELLA STRUTTURA DI RELAZIONI
QUALI RELAZIONI ? TRE LIVELLI
A- LE INTERAZIONI NEL GRUPPO O NELLA COMUNITA’ (ES.: già
MORENO; LUNDBERG; LEWIN, MAYO E &. WARNER, WHYTE))
B- LE RELAZIONI
(EGONETWORK)
DELL’
ATTORE
SINGOLO
C- IL SISTEMA GENERALE DI RELAZIONI SOCIALI
O
COLLETTIVO
3
A- LE RELAZIONI NEL GRUPPO E NELLA RETE (ES.: MORENO E
LUNDBERG)
- UN GRUPPO PIU’ TIPI DI INTERAZIONI
PSICOGRUPPO (gruppo la cui struttura sociometrica è basata su un
criterio di natura personale) Moreno (1934; 1938) (Jennings, 1947)
SOCIOGRUPPO (gruppo la cui struttura sociometrica è basata su un
criterio di natura collettiva) Moreno (1934; 1938) (Jennings, 1947)
CIASCUN TIPO DI GRUPPO HA DIVERSA INTENSITA’ E CONTENUTO DI
INTERAZIONI
CLIQUE
“un gruppo intimo, non parentale,
con un numero di membri che può variare da due a trenta o più
persone” (Warner e Lunt, 1941)
ovvero
un sottogruppo altamente connesso all’interno di un reticolo, in cui
ogni nodo è legato ad un altro da almeno un arco (Harary, 1959)
Corrispondente al concetto
organizzazione (Scott, 1997)
di
“gruppo
informale”
in
CLIQUE
E
GRUPPO
INFORMALE
STUDI
HAWTHORNE
“Configurazione di relazioni interpersonali informali ”
una
=
“CONFIGURAZIONE SOCIALE”= TRAMA DI RELAZIONI ATTRAVERSO
CUI LE PERSONE INTERAGISCONO TRA DI LORO
LA CONFIGURAZIONE PUO’ DARE LUOGO AD UN GRUPPO O ESSERE
TRASVERSALE
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PERCHE’ STUDIARE LE RELAZIONI
COMUNITA’? (MORENO)
INTERNE
AI
GRUPPI
O
ALLE
1. PER CONOSCERE LA POSIZIONE INDIVIDUALE (DEL SINGOLO ATTORE)
(SOCIOMATRICE RISULTATI DI COLONNA E SOCIOGRAMMA)
ATTORE (UNA SINGOLA PERSONA O UNA ORGANIZZAZIONE)
2. PERCHE’ LE RELAZIONI INTERNE HANNO RILIEVO PER L’ORGANIZZAZIONE
DEL GRUPPO
-RELAZIONI POSITIVE ---> GRUPPI CON ORGANIZZAZIONE INTROVERSA
(ORIENTAMENTO AL GRUPPO E SODDISFAZIONE X IL GRUPPO)
-RELAZIONI NEGATIVE--->GRUPPI CON ORGANIZZAZIONE ESTROVERSA
(ORIENTAMENTO MAGGIORANZA MEMBRI VERSO ESTERNO)
3. PERCHE’ LE RELAZIONI INTERNE HANNO RILIEVO PER LA CONDOTTA DEL
GRUPPO
4. PERCHE’ SI POSSONO CONFRONTARE I GRUPPI ( INDICI)
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COSA STUDIARE NEI GRUPPI (primari e secondari)?
SENTIMENTI E COMPORTAMENTI DI ATTRAZIONE, REPULSIONE, INDIFFERENZA
METODI: QUANTITATIVO E QUALITATIVO
1. test sociometrico (quantitativo) (SENTIMENTI)
2. osservazione partecipante (qualitativo) ((COMPORTAMENTI)
COME ELABORARE I DATI DEL TEST:
1. sociomatrice (matrice di adiacenza) ---> sociogramma
2. INDICI SOCIOMETRICI
IL SOCIOGRAMMA
Rappresentazione di “configurazioni sociali nel corso del tempo e la
loro espansione nello spazio” (Moreno,1934, tr.it. p.102)
RELAZIONI SOCIALI E COMPORTAMENTI
SONO STATI INDIVIDUATI TRE TIPI DI RELAZIONI SOCIALI PER
SPIEGARE I COMPORTAMENTI INTERPERSONALI (MITCHELL, 1973)
1.
L’”ORDINE STRUTTURALE” (LA POSIZIONE NEL GRUPPO”
COMPRENDERE IL COMPORTAMENTO IN SITUAZIONI STRUTTURATE)
X
2.
L’”ORDINE CATEGORIALE” (IL RIFERIMENTO A CATEGORIE
D’APPARTENENZA X COMPORTAMENTO IN SITUAZIONI NON
STRUTTURATE)
3.
L’”ORDINE PERSONALE” (IL RIFERIMENTO A LEGAMI PERSONALI X
I COMPORTAMENTI SIA IN SITUAZIONI STRUTTURATE SIA NON
STRUTTURATE)
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LA STRUTTURA SOCIALE E’ COSTITUITA DA UN MODELLO STABILE DI
RELAZIONI CHE INTERCORRE TRA POSIZIONI SOCIALI E PUO’ESSERE
RAPPRESENTATA COME UN NETWORK (FILONE
STRUTTURALE
SCUOLA
HARVARD)
LE COMUNITA’ SONO RETI RELAZIONALI (WELLMAN, 1988)
LE ORGANIZZAZIONI SONO ANCHE RETI RELAZIONALI
CHE POSSONO ESSERE ANALIZZATE CON LA SNA
ALCUNE CARATTERISTICHE DELLA RETE SOCIALE
1. LA RETE è RAPPRESENTABILE
IN QUANTO E’ CONCETTUALIZZABILE COME INSIEME DI NODI
TRA CUI SI ATTIVANO RELAZIONI PIU’ O MENO INTENSE, VARIABILI NEL TEMPO
2. I NODI POSSONO ESSERE PERSONE O GRUPPI O ORGANIZZAZIONI
(QUINDI RETE NEI GRUPPI MA ANCHE GRUPPI NELLA RETE)
3. LA RETE E’ UNA REALTA’ FLUIDA ---> CONCETTO DI RETE E’
DINAMICO-PROCESSUALE POICHE’ MUTA STRUTTURA RELAZIONI E
L’INTENSITA’/ RELAZIONI
DI
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CAUSE FLUIDITA’:
- EFFETTI STRUTTURALI
- CAMBIAMENTO CARATTERISTICHE ATTORI
- CAMBIAMENTO ORIENTAMENTO ATTORI I QUALI
A. POSSONO ATTIVARE MECCANISMI SELEZIONE
B. POSSONO ATTIVARE MECCANISMI DI INFLUENZA
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TIPI DI RETE
1. RETE TOTALE
“INSIEME DEI LEGAMI
IN CONTINUA RAMIFICAZIONE E CRESCITA
CHE SI DISPIEGA ENTRO ED AL DI LA’ DEI CONFINI DI OGNI
COMUNITA’ E ORGANIZZAZIONE “ ( MITCHELL, 1969)
RETE TOTALE (es.Barnes) : ARTICOLAZIONE /SISTEMA RETE IN TRE
SUBSISEMI
RETE TERRITORIALE
RETE LAVORATIVA
RETE ORGANIZZATIVA
RETE SOCIALE O ORDINE PERSONALE= LEGAMI PERSONALI CHE
GLI INDIVIDUI HANNO CON UN INSIEME DI PERSONE ED I LEGAMI
TRA QUESTE (MITCHELL, 1969)variabili a seconda ampiezza luogo
2. RETE PARZIALE
1. EGO-NETWORK
INSIEME DI RELAZIONI RICONDUCIBILI AD UN SINGOLO INDIVIDUO
CARATTERISTICHE DEL NETWORK PERSONALE (Daugherty, et al, 1988)
1. composizione
2. l’interazione
3. supporto
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CONCETTI COLLEGATI: ANCORAGGIO; AMPIEZZA; DENSITA’
(intensita’
relazioni);
FREQUENZA
(numerosità);DURATA;
DIREZIONE
ES. DI RICERCA: GRANOVETTER (1974); GRIECO (1987)
RETI
RETI
RETI
RETI
CON UNO SPECIFICO CONTENUTO:
ORGANIZZATIVE
CULTURALI
POLITICHRETI COMUNICATIVE ETC..
CLUSTER O GRUPPO ALL’INTERNO DI UNA RETE
PROCESSI: ATTIVAZIONE DIFFERENZIALE NELLE RETI
1. NELLE RETI EGOCENTRATE :ES.. RICERCA SUL FAMILISMO
2. NELLE RETI TOTALI
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GLI STUDI SULLE RETI
- ARGOMENTI MOLTEPLICI
- POSTULATI COMUNI E ORIENTAMENTI
CUI CORRISPONDONO INTERESSI TEMATICI DIVERSI
1. L’INTERAZIONE FORMA UN QUID DIVERSO
DAGLI ELEMENTI COSTITUTIVI
(già Lewin)
2. LE RELAZIONI STRUTTURALI DELLA RETE
INFLUENZANO
L’AZIONE SOCIALE DELL’ATTORE
MA SONO ANCHE MANIPOLABILI DALL’ATTORE
(SINGOLO O COLLETTIVO)
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COME NASCE LA SOCIAL NETWORK ANALYSIS
ORIGINI STUDIO RETI (Scott, 1991; Freeman,
2004; Piselli, 1995)
1. Sociometria (Moreno, 1934 – gia’ 1910);
Lewin
2. Scuola antropologica Manchester
3. Scuola di Harvard
- STRUTTURA DELL’INTERAZIONE NELLE RETI
QUATTRO FILONI DIVERSI DI N.A. (FREEMAN, 2004)
1. PERIODO PREMORENIANO:
INFANTILE,(U.K., 1926-32
STUDI
SULL’INTERAZIONE
2. HARVARD- CONTATTI CON RADCLIFFE-BROWN E
MALINOWSKI)
MAYO 1933, ROETHLISBERGER 1939, HOMANS, 1950
WHYTE, 1943, WARNER 1941 E 1963
3. 1940-60 LEWIN, Research center of group dynamics,
MIT 1945-48
BAVELAS, CARTWRIGHT, FESTINGER,
LIPPITT
17 centri tra USA e UK
4. HARVARD 1970-->;
TORONTO-WELLMAN
ANALISI STRUTTURALE E NETWORK ANALISYS
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L’APPROCCIO STRUTTURALE E’ IL PARADIGMA di riferimento
LA N.A. SERVE PER STUDIARE LE STRUTTURE SOCIALI
(WELLMAN E BERKOWITZ, 1988)
2 POSTULATI (BOISSEVAIN, 1973) 5 PRINCIPI METODOLOGICI
1°.POSTULATO
“LE PERSONE SONO VISTE COME INTERAGENTI CON ALTRE
PERSONE, ALCUNE DELLE QUALI INTERAGISCONO TRA LORO E
CON ALTRI ANCORA”
2°. POSTULATO
IL NETWORK TOTALE DI RELAZIONI CHE COSI’ SI FORMA E’ IN UNO
STATO DI FLUIDITA’
5 PRINCIPI METODOLOGICI (WELLMAN, 1988)
Struttura= sistema di relazioni sociali tra posizioni sociali
1°Le strutture sociali determinano il milieu in cui operano le
relazioni diadiche
2°. Le relazioni sociali strutturate sono una fonte più potente di
spiegazione sociologica /
rispetto agli attributi personali dei membri di un sistema
-----> PROCEDURE DI RICERCA
A. Se il gruppo è piccolo meglio analizzare le relazioni per
scoprire il sistema dei ruoli
B. Se il gruppo è organizzato allora si parte dai ruoli e dagli
attributi per poi studiare le relazioni che ne sono influenzate
3°. Le norme sono considerate effetto della posizione strutturale
4°. Il mondo è composto di network e non di gruppi
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5° Il metodo strutturale sostituisce il metodo individualistico
6° PRINCIPIO (Burt, 1992)
La struttura delle relazioni e la localizzazione dei singoli attori nel
network/
esercitano
influenze
su
percezioni,
atteggiamenti
e
comportamenti,/
sia a livello dei singoli attori/
sia a livello del sistema complessivo
CONCLUSIONE GENERALE: La N.A. nasce come
analisi
metodologia di
e diventa approccio teorico deterministico
Domanda: Qual e’ l’unita’ di analisi della Network analysis?
1. - PICCOLO GRUPPO (MORENO, 1934, WHYTE, 1943; MAYO, 1933)
2.- COMUNITA’ (BARNES, 1954; WELLMAN, 1979)
3. LE ORGANIZZAZIONI
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DOMANDE IN SOSPESO:
1. INTERESSA IL CONTENUTO DELLE RELAZIONI?
2. CHE RELAZIONE C’E’ TRA TIPO DI STRUTTURA E SUPPORTO?
(WELLMAN, E FRANK, 2001; COTE’ E WELLMAN, 2007)
3. Dati relazionali attributo del sistema di attori o del singolo?
ES.: Capitale sociale individuale (struttura di relazioni tra due o più
persone) (Bourdieu, 1980) e sua risorsa
Capitale sociale collettivo (Fukuyama, 1995; Putnam, 2000)
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PROBLEMI Di RICERCA
INDIVIDUAZIONE DEI CONFINI DELLA RETE:
DIPENDE SE GRUPPO, ORGANIZZAZIONE
NETWORK SOCIOCENTRICO
EGONETWORK
a. SE STUDIAMO UN GRUPPO ORGANIZZATIVO
L’OBIETTIVO è INDIVIDUARE LA RETE INTERNA AD ESSO
O
(MAYO)
b. EGONETWORK
PROSPETTIVA REALISTA: SI ADOTTA IL PUNTO DI VISTA DEGLI ATTORI
SOCIALI (LAUMANN, 1983)
(AD ES. CRITERIO REPUTAZIONALE)
PROSPETTIVA NOMINALISTA: I CONFINI SONO INDIVIDUATI DAL
RICERCATORE IN RELAZIONE ALL’OBIETTIVO (D. Crane, 1972)
4 criteri per i confini rete (Knoke e Kublinski, 1982)
1.
2.
3.
4.
la posizione in un organigramma formale
criterio decisionale (chi decide effettivamente)
criterio reputazionale (da parte di “giudici”)
criterio relazionale 1+2+3
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