Giubileo della Misericordia Quaresima – Tempo di Pasqua 2016 Pellegrinaggi dei gruppi parrocchiali nella chiesa giubilare dei santi Simone e Giuda Animazione sul verbo donare 1. Contesto Nell’anno giubilare della misericordia, che nella nostra Diocesi si pone in continuità col Sinodo e ne va a perseguire i primi orientamenti, la Chiesa mantovana promuove pellegrinaggi intra-­‐diocesani, a modo di percorsi, insieme, spirituali e pastorali, secondo la traccia scandita dai tre “verbi” che Papa Francesco ci ha consegnato nella bolla di indizione: non giudicare, perdonare, donare. Per facilitare tale pellegrinaggio/percorso, la cui meta da raggiungere è, quanto più, la pienezza della misericordia (cfr. bolla n. 14), gli uffici diocesani (liturgia, catechesi, carità) sono impegnati ad allestire dei veri e propri luoghi di sosta, ove sia possibile pregare, conoscere e usare sussidi, interloquire quindi direttamente con alcune figure degli ufficio diocesani, al fine di facilitare una verifica personale, ma soprattutto comunitaria, della propria misericordia. Con la consapevolezza che solo da linguaggi e gesti di misericordia traspare, da ciascuno e dalla Chiesa, il volto buono di Gesù. Uno dei luoghi allestiti allo scopo è la chiesa dei santi Simone e Giuda, affidata da tempo alla Caritas diocesana e sede fisicamente prossima ad uno dei servizi per i poveri. Il sito è curato da Caritas, d’intesa con gli altri uffici dell’area pastorale: Pastorale Sociale, Salute, Migrantes, Missioni. Il “verbo” attorno a cui realizzare l’animazione della Caritas è dunque donare. Che significa, nella declinazione pastorale che ne offre Papa Francesco nella bolla di indizione, “riscoprire le opere di misericordia corporale e non dimenticare le opere di misericordia spirituale”. Caritas e altri uffici e centri, nell’ambito della pastorale della carità, avevano già pubblicato (dicembre 2013) un libretto dedicato alle opere di misericordia e all’animazione della carità, avvalendosi pure della riproduzione grafica di un’opera del Museo diocesano. Nella circostanza giubilare è stato inoltre realizzato un breve filmato (della durata di 15 minuti circa) che, nel contesto, richiama sinteticamente le sette opere di misericordia corporali e spirituali, introducendo e rimandando ai contenuti del libretto (ristampato), con l’ausilio di immagini di opere d’arte. Il video è stato realizzato da don Valerio Antonioli su testi e interpretazione di Mons. Brunelli (direttore del Museo diocesano). 1 Nel corso dell’anno giubilare, specie nei tempi liturgici di Quaresima e Pasqua 2016, animatori pastorali, gruppi e fedeli delle Parrocchie possono raggiungere in pellegrinaggio la chiesa dei santi Simone e Giuda, con la possibilità di sostare, pregare, prendere visione del filmato (su grande monitor) e dei sussidi a stampa; intrattenendosi, eventualmente, con uno o più direttori degli uffici diocesani dell’area della pastorale della carità. Per ovvie ragioni le visite vanno programmate, preferibilmente nella giornate di venerdì pomeriggio (sera) e sabato mattina, telefonando o scrivendo alla segreteria della Caritas: 0376 32 39 17; [email protected]. 2. Contenuti fondamentali La “meta” dei pellegrinaggi – quindi il contenuto fondamentale dei sussidi -­‐ è ovviamente la misericordia divina, pienamente espressa nella perfetta umanità di Gesù. Ogni cristiano, ma soprattutto ogni comunità cristiana (la Chiesa in quanto tale!) può esprimere la misericordia che sola lascia trasparire il volto autentico di Gesù e che dischiude agli orizzonti di Dio Padre. “la credibilità della Chiesa passa attraverso la strada dell’amore misericordioso e compassionevole” (bolla n. 10). “E’ mio vivo desiderio che il popolo cristiano rifletta durante il Giubileo sulle opere di misericordia corporale e spirituale. Sarà un modo per risvegliare la nostra coscienza spesso assopita davanti al dramma delle povertà e per entrare nel cuore del Vangelo” (bolla n. 15). La misericordia è sostanzialmente un dono divino che la Chiesa può (deve) a sua volta donare attraverso le opere di misericordia. Un dono, la cui trasmissione, richiede comunque “sacrificio”, “impegno” (Papa Francesco) e “organizzazione comunitaria” (Papa Benedetto). Ecco perché nel nostro libretto “Le opere di misericordia” un capitolo è dedicato alla animazione e organizzazione della carità di ogni comunità cristiana (è lo specifico della Caritas e degli uffici pastorali dell’area). Le opere di misericordia sono perciò frutto di conversione di un cuore intenerito dalla misericordia di Dio e pure di una buona animazione e organizzazione comunitaria. Questa è stata in fondo la conclusione del Vescovo Roberto al termine della sua visita pastorale alle Parrocchie: c’è tanta generosità personale, ci sono tante opere, ma dobbiamo crescere nella consapevolezza ecclesiale dei segni, dei gesti, delle opere di misericordia che lasciano intravvedere il volto di Gesù! Il recupero delle sette opere di misericordia corporale, derivate dalla predicazione e dai gesti di Gesù, aiuta in tal senso a verificare l’immagine complessiva di carità che offriamo come Chiesa, a partire da ciascuna comunità particolare. Attenzione: tutte e sette, non soltanto le prime! Non solo dar da mangiare, bere e vestire, ma anche ospitare i senza tetto, visitare i carcerati, i malati, i morenti e le persone nel lutto. Possibilmente in ogni comunità. 2 Laddove ragioni di senso e di opportunità pastorale lo suggeriscano, si auspica l’aggregazione delle comunità e delle Unità Pastorali per dare luogo ad opere comuni. Così come è già avvenuto attorno ai principali centri urbani, con i Centri di ascolto delle povertà e connessi: mense, docce, donazione di generi. 3. Destinatari Le citate considerazioni del Vescovo Roberto a conclusione della visita pastorale, insieme alle prime evidenze offerte dal Sinodo diocesano in fatto di carità, portano a rendere grazie per tante persone generosamente impegnate, a titolo individuale, di Parrocchia e/o di Associazione, nelle tradizionali opere di misericordia corporale. Soprattutto le prime (dar da mangiare, bere e vestire). Nel mentre, consegnano i limiti di animazione e organizzazione della pastorale della carità, specie nella carenza di figure a ciò espressamente deputate, nel più ampio quadro delle nuove esigenze pastorali: “Io penso che sarà feconda nel futuro la riattivazione collegiale e comunitaria del ministero, concretamente con l’esperienza di gruppi ministeriali o equipes pastorali” (Vescovo Roberto, Settimana della Chiesa mantovana, 2010). Chiamati al pellegrinaggio diocesano nell’anno giubilare della misericordia e a far sosta nella chiesa dei santi Simone e Giuda, sono dunque i fedeli già generosamente impegnati, individualmente e in gruppi, nelle tante opere di misericordia corporale. Ma, tra e insieme a loro, sono particolarmente invitate le figure che assumono o possono assumere un più preciso ruolo di animazione comunitaria quali membri di gruppi ministeriali o equipes pastorali, con uno sguardo complessivo, non solo settoriale, sulla vita della propria comunità, affinché, quanto più, traspaia la misericordia divina conosciuta nella umanità di Gesù. Pensando poi alla sosta in san Simone come ad una delle tappe del pellegrinaggio diocesano (non giudicare – perdonare – donare), si può auspicare e prevedere una platea di destinatari più vasta e differenziata a cui consegnare più suggestioni: spirituali, pastorali e culturali. 4. Ambiente, dotazione, strumenti L’ambiente a disposizione è la chiesa dei santi Simone e Giuda di via Fernelli. Luogo scelto per ragioni di senso: la prossimità fisica agli uffici della Caritas e all’opera “storica” di carità della Chiesa mantovana per i poveri: C.A.S.A. san Simone, voluta dalle Parrocchie della città e del circondario. Luogo scelto anche per caratteristiche di bellezza, luminosità, raccoglimento, dimensioni adeguate: perfetta per gruppi sino a 40/50 persone. La chiesa è attualmente usata (il sabato pomeriggio) per la messa secondo il rito pre-­‐conciliare autorizzato da Papa Benedetto XVI. In particolare, l’area del presbiterio è “arredata” allo scopo. Per la sosta e l’animazione dei gruppi viene dunque impiegata l’aula centrale con due file di banchi e un buon numero di sedie facilmente spostabili. 3 Questa è dotata di un monitor di grandi dimensioni collegato per la visione del filmato, che potrà essere facilmente replicato “infinite” volte nel corso delle giornate/settimane/mesi dell’anno giubilare. I fedeli trovano pure 2 pannelli di grandi dimensioni (60 x 90) riproducenti le opere (smalti di Limoges del sec. XVIII) del Museo diocesano: “corteo processionale” e “il buon samaritano”. •
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L’immagine del corteo processionale della Confraternita, oltre a ricordare che non possono essere mai disgiunte le dimensioni fondamentali della vita della Chiesa (ascolto della Parola, preghiera-­‐Liturgia e Carità), rende bene la sintesi personale e comunitaria dell’opera di carità o di misericordia verso il povero; così come molto bene si presta ad evidenziare come la fraternità (comunione) cristiana è presupposto fondamentale della carità o misericordia cristiana. Nell’immagine (stupenda) del buon samaritano -­‐ ove il ferito ha le sembianze del Gesù crocifisso -­‐ “la carne di Gesù diventa di nuovo visibile come corpo martoriato, piagato, flagellato, denutrito in fuga… per essere per noi riconosciuto, toccato e assistito con cura” (bolla n. 15). “L’antica storia del Samaritano” viene peraltro additata nel bolla di indizione del giubileo quale “paradigma della spiritualità del Concilio”: quella che si vuole evidentemente recuperare per “servire l’uomo, l’uomo in ogni sua condizione, in ogni sua infermità, in ogni sua necessità”. A disposizione dei fedeli è un testo di preghiera e ovviamente il libretto -­‐ ristampato -­‐ su Le opere di misericordia. Il libretto può essere portato con sé, a casa e in Parrocchia, insieme ad altri libretti e sussidi. Anche il filmato potrà essere eventualmente richiesto e riprodotto su adeguato supporto e auspicabilmente portato e usato in Parrocchia per ulteriore attività di animazione. 5. Risultati attesi L’aspirazione, attraverso il pellegrinaggio diocesano giubilare, con sosta e riflessione sul verbo donare nelle opere di misericordia corporale (accompagnate dalle spirituali), è di concorrere a promuovere, specie alla luce di quanto sarà affiorato dal Sinodo diocesano, una riconsiderazione della vita delle comunità cristiane, affinché quanto più autenticamente riflettano la misericordia del Signore Gesù. Questo evidentemente presuppone che chi compie il pellegrinaggio sia già inserito in un preciso percorso comunitario, che certo, qui, non si esaurisce; ma poi prosegue nella propria Parrocchia e/o aggregazione di Parrocchie. Il risultato più elevato che si possa attendere è una migliore animazione e organizzazione della pastorale della carità, anche attraverso l’attivazione di figure deputate nei gruppi ministeriali o equipes pastorali, come auspicato dal Vescovo Roberto. 4 Nel mentre, ci si aspetta un contributo per l’estensione e la diversificazione delle opere di misericordia per tutte le categorie di povertà (non solo economica). Realisticamente, in molti dei casi partecipanti, si può attendere comunque un risultato di edificazione personale, di performazione del cuore nella misericordia, di conferma nell’impegno del servizio ai più poveri. 6. Tempi Come noto, l’anno giubilare è stato aperto in san Pietro da Papa Francesco l’8 dicembre scorso, solennità dell’Immacolata. La terza Domenica di Avvento (13 Dicembre) è stata aperta la porta santa della Cattedrale dal Vescovo Roberto. Stante, la fase conclusiva del Sinodo diocesano sino alla primavera (aprile), le energie migliori sul pellegrinaggio diocesano giubilare saranno presumibilmente spese nella seconda parte dell’anno pastorale: Quaresima e Tempo di Pasqua; eventualmente anche in seguito sino all’Avvento 2016. I sussidi prodotti resteranno auspicabilmente a beneficio della animazione della pastorale della carità almeno per qualche anno. Giordano Cavallari Gennaio 2016 5