Marina Balbo

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Utilizzo delle potenzialità dell’EMDR nel cambiamento dei comportamenti alimentari e per la perdita di peso Marina Balbo Il DSMV ha riconosciuto ufficialmente il Binge Eating Disorder tra i disturbi del comportamento alimentare. L’età di esordio del BED si differenzia da quella dell’anoressia nervosa e della bulimia nervosa, essendo distribuita in un ampio intervallo(dall’infanzia alla terza età), con un picco nella prima età adulta. Il BED si caratterizza per la presenza di ricorrenti episodi di abbuffate, non seguiti dall’attuazione regolare di pratiche compensatorie. Esso si distingue nettamente dagli altri disturbi dell’alimentazione per l’epidemiologia e per il suo rapporto peculiare con l’obesità e i disturbi del l’umore. È un disturbo che può insorgere a qualsiasi età, dall’infanzia all’età avanzata, e che ha una distribuzione maschi/femmine meno asimmetrica (il 30‐40% dei casi è di sesso maschile). Non attuando comportamenti compensatori, la persona con BED tende ad aumentare di peso e quindi, a presentare obesità. La frequenza del BED nei soggetti che si rivolgono ai servizi sanitari dedicati all’obesità è tanto maggiore quanto maggiore è il grado di obesità. Il non controllo dell’alimentazione presente nel BED è legato più a una difficoltà nel gestire le emozioni e gli impulsi che non ad un bisogno di controllo del peso e della forma del corpo, che è tipico invece dell’anoressia nervosa e della bulimia nervosa. Se il controllo è il tema dominante nell’anoressia nervosa e nella bulimia nervosa, nei pazienti con BED prevale il senso di inadeguatezza e di impotenza. Un tratto ampiamente diffuso tra i pazienti con BED è la bassa autostima. Una bassa stima di sé espone maggiormente alla pressione ambientale verso la magrezza e quindi verso l’inizio della dieta, i cui insuccessi, associati agli episodi di abbuffata, contribuiscono a peggiorare ulteriormente la considerazione di sé. I terapeuti che lavorano con i Pazienti BED conoscono quanto alto è il livello di rischio di drop‐out. Alcune ricerche (Kelly 2012 et al.) mettono in evidenza quanto, stati emotivi autodiretti, come l’auto‐compassione per non riuscire a controllare l’alimentazione e la conseguente perdita di peso, causano sentimenti di colpa, associandosi agli altri aspetti psicopatologici della sintomatologia del Disturbo Alimentare. Queste emozioni, in particolar modo la paura, la rabbia e la vergogna , rendono il paziente con disturbo da Binge altamente vulnerabile all’abbandono del controllo alimentare, e conseguentemente della psicoterapia. Nel workshop verranno presentate modalità d’intervento per individuare i target necessari ad elaborare gli apprendimenti disfunzionali, legati alla percezione di sé inadeguata e all’impotenza, nonché le sensazioni di rabbia e di colpa dovute al fallimento del controllo alimentare, in tutte quelle situazioni in cui la vulnerabilità emotiva,(non solo per le emozioni negative) e l’esperienza di un particolare tipo di ambiente invalidante bloccano la possibilità di trattenersi dal mettere in atto forti impulsi ad abbuffarsi e/o compensare. Si metterà pertanto in evidenza come l’utilizzo dell’intero protocollo EMDR (PASSATO, PRESENTE, FUTURO ), oltre a consentire l’elaborazione dei traumi del passato, facilitando l’innata capacità ricostruttiva della memoria episodica, aumenta l’efficacia del controllo dell’alimentazione sul presente, (la gestione del sintomo, la motivazione all’attività fisica costante), rinforza i successi ottenuti, e previene le ricadute attraverso l’utilizzo del protocollo sul futuro. I ricordi (metabolizzati e desensibilizzati con il lavoro sul Passato) possono essere ricostruiti combinando insieme i frammenti delle informazioni più adattive aumentando la motivazione all’azione e alla soluzione di problemi. La corteccia infatti genera delle simulazioni molto In particolare, attraverso l’utilizzo del protocollo del Futuro, si potrà individuare come ricordi convincenti da elicitare una breve reazione di piacere o di dolore nei sistemi sottocorticali, coinvolti nella mediazione del comportamento, dell’umore e delle emozioni. Sulla base di tali anticipazioni, la corteccia è in grado di ipotizzare come risponderebbero questi sistemi nel caso in cui l’evento si presentasse davvero, nonché di apprendere e consolidare il coping (appreso nella fase psicoeducazionale) necessario all’azione del prevenire le possibili situazioni a rischio di binge. Il protocollo sul futuro rinforza , consolida e rende pertanto più probabile l’efficacia del trattamento e riduce il rischio di drop‐out. I risultati ottenuti saranno presentati attraverso l’ausilio di video registrazioni, commentati e discussi. 
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