CIMURRO
(malattia di Carre; Canine distemper)
E’ una malattia infettiva, virale, contagiosa, ad andamento sistemico, molto grave.
Il decorso clinico può essere: acuto, subacuto o cronico.
Colpisce il cane e gli altri carnivori (gatti e felidi selvatici) e sptt furetti.
È una malattia ad elevata mortalità ed è caratterizzata da un’estrema variabilità sintomatica: è un virus
pantropo e dà forme ge, respiratorie e neurologiche. È diffusa in molte aree del globo.
La malattia può comparire anche in animali vaccinati.
STORIA: la malattia è comparsa in europa nel 18° secolo a seguito di epidemia dell’Asia o del Sud America.
1809: Jenner ne fa la prima descrizione clinica;
1905: Carrè riproduce sperimentalmente la malattia mediante filtrati di escreti e secreti;
1923:Puntoni mise a punto il primo vaccino inattivato con formalina
1950-1960: sono stati messi a punto dei vaccini vivi attenuati che sono tutt’oggi in uso e sono fatto col ceppo
Andesteburs, avianizzato e passato su cellule VERO;
1958-1959: si è rilevata una correlazione antigenica con il MOrbillivirus della peste bovina e del morbillo.
Oggi c’è stata un’evoluzione notevole nei vaccini, sptt da quando si è notato che nel virus qualcosa è cambiato
e infatti sempre più spesso la vaccinazione risulta inefficace. Esiste un altro tipo di vaccino che contiene il
ceppo Rockbom, coltivato su cellule di cane e non avianizzato, molto simile ai ceppi che circolano.
Quest’ultimo vaccino non si può assolutamente usare nel furetto che è molto sensibile.
EZIOLOGIA:
Famiglia: paramyxoviridae
Genere: Morbillivirus
A questo genere appartengono anche i virus di:
1. Peste bovina
2. Peste dei piccoli ruminanti
3. Morbillo
4. Cimurro della foca
5. Morbilli virus dei delfini
C’è un solo sierotipo. Esistono però diversi biotipi con diverso grado di patogenicità e neurotropismo.
È un virus a RNAss con polarità – (non direttamente codificati); sono dotati di envelope con diverse
glicoproteine = peplomeri:
1. H: è un’emoagglutinina sebbene non abbia effetto emoagglutinante, è la proteina maggiormente
variabile, specie-specifica, che consente l’attacco ai recettori cellulari;
2. F: proteina di fusione dell’envelope con la membrana cellulare e la fuzione di cellule adiacenti infette;
garantisce la persistenza del virus perché è in grado, grazie a questa proteina, di sfuggire al sistema
immunitario
3. P: polimerasi, non strutturale
4. M: di matrice, nella faccia interna dell’envelope, coinvolta nel processo di assemblaggio dei virioni;
5. L: ha azione enzimatica durante la replicazione, non strutturale, cofattore della polimerasi;
6. NP: nucleo capside, è la proteina più interna e viene utilizzata per fare la diagnosi mediante PCR
perché è la proteina più rappresentativa e costante nella sua sequenza antigenica, mentre H e F
mutano continuamente. Ha simmetria elicoidale (“aspetto a spina di pesce”);
7. N proteina fosforilata, interazione con RNA, assemblaggio del nucleo capside, circonda e protegge il
genoma virale.
Alcune di queste proteine sono alla base delle correlazioni antigeniche che ci sono tra i vari morbilli virus (la H
è quella che invece si differenzia di più). Quindi diciamo che le proteine dell’envelope sono quelle che
stimolano l’immunità umorale ed è quella evocata dai vaccini È difficile da identificare con la microscopia
elettronica in quando è un virus di tipo pleomorfo (=forma non riconoscibile), variando dalla forma elicoidale a
quella sferica con diametri dai 100 ai 700 nm. Presenta un nucleo centrale proteico che viene avvolto
dall’RNA, poi la proteina N avvolge il tutto e lo protegge.
RESISTENZA: è un virus estremamente labile.
 Sensibile ai raggi UV, calore, essiccamento
 Sensibile a etere, cloroformio, formalina, Sali quaternari d’ammonio.
 Nell’ambiente sopravvive 1h a 37°C
 Resiste di più alle basse temperature, infatti sopravvive per settimane tra 0-4°C
 La liofilizzazione è un ottimo metodo di conservazione
COLTIVAZIONE: è un virus difficile da isolare in coltura cellulare; la maggior parte dei ceppi su cui si lavora
sono ceppi prototipo adottati prima sul furetto.
Si utilizzano colture primarie:
 Macrofagi polmonari di cane o di furetto
 Fibroblasti di cane o furetto
 Linfociti
 Solo dopo adattamento: VERO
EPIDEMIOLOGIA presenta una diffusione mondiale, in cui è endemica (= tranne in alcune aree africane a
causa della luce solare e delle alte temperature – anche se poi è comparso in africa causando la morte di
molti leoni). Frequenti sono i focolai epidemici in aree indenni dopo anni di assenza della malattia come ad
esempio è successo nei Paesi nordici, sptt Finlandia (focolai nel ’94, dopo 16 anni di indennità), Danimarca e
Francia dove con la vaccinazione si pensava di essere “apposto”; probabilmente ciò è dovuto ad animali con
Ab diversi, a vaccini non più adeguatamente attenuati o con titoli virali troppo elevati. Inoltre qui non è come
per il parvo in cui c’è un continuo effetto booster perché è endemico, per cui se la malattia non c’è per un po’
l’immunità si abbassa.
SPECIE RECETTIVE:
 Tutti i canidi:
o Cane
o Lupo (ora in piemonte vogliono avvattere i lupi e questo è assurdo perché ci han messo 50 anni
per ripopolarli)
o Volpe
o Coyote, sciacallo
 Mustelidi: sptt il Furetto che è anche la specie più sensibile. Tra l’altro resta viremico persistenzte
anche dopo guarigione clinica: è un amplificatore. Sono recettivi anche visone, lontra, ermellino,
donnola, puzzola…
 Procionidi: si manifesta con abbondante scolo oculare. Procione, panda..
 Animali da pelliccia: visone
 Felidi: il gatto è sensibile all’infezione ma la sintomatologia non è mai stata descritta mentre i felidi
selvatici sviluppano la malattia. 1994 in tanzania ci fu l’epidemia nei leoni con sintomi neurologici e
polmonari
 Cetacei e pinnipedi: foche, mangusta, delfini
 Inoltre anche iene, orsi…
Il cane è recettivo a tutte le età e in particolare:
 Aumenta il numero di casi tra il 3° e 6° mese (calano gli Ab materni presenti fino alla 9^-12^ sett);
 Aumento delle forme cliniche nei mesi invernali: le basse temperature alterano i meccanismi di difesa
locale, aumentano la stabilità del virus nell’ambiente, facile penetrazione del virus
 Aumenta la sensibilità in conseguenza a stress
 Il 25-75% contrae l’infezione senza manifestare la sintomatologia
 Inotre dipende anche da ceppo virale e stato immunitario.
Alcuni ceppi sono più patogeni, sptt quelli con spiccato neurotropismo: snyder Hill e Ohio R252
- Ceppi selvaggi:
o Ceppo CDV-SH snyder Hill: ceppo di referenza per valutare l’efficacia dei vaccini;
o Ceppo CORNELL A75-17 e OHIO R252: affezioni nervose a lenta evoluzione;
o Ceppi GREEN: virulenti solo per il furetto
o Ceppo ROCKBORN: adattato in colture cellulari di cane, dà encefalite post-vaccinale dei
cuccioli.
- Ceppi avianizzati:
o Ceppi ONDERSTERPOORT e LEDERLE’: adattati membrana CA uova embrionale; no virulenti
per il furetto (infatti si usano come vaccino per il furetto).
MODALITA’ DI TRASMISSIONE
La fonte d’infezione è rappresentata da escreti e secreti (respiratori, oculari, urine e feci) di animali già infettati
o 7 giorni post infezione; ricordare che questa eliminazione dura per 2-3 mesi.
La trasmissione avviene per contatto diretto (per via inalatoria tramite aerosol), mentre è rara la trasmissione
per contatto indiretto per la scarsa resistenza del virus nell’ambiente.
Se ad esempio ricoveriamo un cane con cimurro, non va alloggiato troppo vicino ad altri soggetti e quando
viene dimesso bisogna disinfettare bene tutto l’ambiente, ma bastano comuni disinfettanti.
La trasmissione per via transplacentare è segnalata ma poco importante.
PATOGENESI: possiamo rilevare che la patogenesi della malattia, come pure la sintomatologia, dipendono
essenzialmente da 3 fattori: età, ceppo virale e stato immunitario. È proprio quest’ultimo parametro che
condiziona maggiormente l’evoluzione della malattia.
Immunità:
- Passiva: è trasmessa per un 97% con il colostro, mentre un 3% attraverso la placenta nella vita
intrauterina. Va da sé che la presenza di Ab nel colostro è condizionata dalla idonea copertura
vaccinale della madre oppure che abbia superato la malattia; quindi un cucciolo che non assume
colostro o la cui madre non è vaccinata, dopo una settimana è già recettivo. All’età di 3-4mesi
l’immunità passiva inizia a calare ed infatti sappiamo che questo è il periodo di maggiore suscettibilità
all’infezione.
- Attiva: conseguente alla vaccinazione o all’infezione. Per quanto riguarda la malattia ne distinguiamo
una di tipo cellulo-mediato che si attiva verso il 10-14° giorno (linfociti T citato) e una di tipo umorale (la
più importante) che si rende disponibile entro 10 gg dall0infezione con un aumento prima di IgM (che
durano cmq poco) e poi di IgG (che conferiscono un’immunità duratura). Il picco di Ab si ha dopo 3-4
settimane. Da ricordare anche la produzione di Interferone a partire dal 10-15° giorno
In base a queste rilevazioni possiamo distinguere 3 categorie di soggetti:
1. Sogg con risposta anticorpale adeguata al momento dell’infezione: Ab >1:100 dopo 14 gg pi – sogg
immune;
2. Sogg con titolo Ab basso: risp anticorpale ritardata. Non sviluppano un titolo anticorpale giusto entro
14g ma risp in ritardo;
3. Soggetti che non danno nessuna risposta Ab o risp anticorpale inadeguata; perché defedati o
parassitati
1. Encefalopatia acuta
a. Tipica dei cuccioli e immunodepressi
b. Lesione precoce della barriera ematoencefalica
c. Cell bersaglio: astrociti della sost bianca e oligodendrociti
d. Necrosi del tessuto snc senza flogosi
e. Cerebro spongioso
f. L’infezione precoce (a livello di midollo) delle piastrine dà trombocitopenia con conseguente
alterazione della permeabilità vasale e veicolo del virus per via extravasale
2. Meningo encefalite non purulenta demielinizzante
a. Tipica dei cuccioli e adulti immunodepressi
b. Demielinizzazione dei neuroni:
i. Demielinizzazione primaria acuta: azione diretta del virus con sincizi, fusione di astrociti
e macrofagi con guaina mielinica;
ii. Demielinizzazione cronica: reazione infiammatoria: presenza di manicotti periva sali,
infiltrazione di cellule mononucleate e macrofagi; Aumento degli Ab nel liquor: si nota un
aumento delle proteine con il test di Pandi
3. Encefalite del cane vecchio: assimilabile alla pan encefalite demiellizzante da morbillo dell’uomo
a. In vaccinato o animali che da anni hanno superato la malattia
b. Encefalita cronica sclerosante con diversi gradi di demielinizzazione. No lesioni necrotiche, no
interessamento del cervelletto;
c. Virus latente nel SNC, non riesce a produrre virioni completi quindi non può dare citolisi ma
passa da una cell all’altra demielinizzando
d. Elude il s.i. e causa danni irreversibili al tessuto nervoso
SINTOMATOLOGIA
Periodo di incubazione 6-8 gg
1. Prima fase viremica: dura 2-3gg e passa inosservata; si ha:
a. Febbre
b. Abbattimento
c. Anoressia
2. Fase del silenzio clinico: dura 3-4 gg
3. Fase mucosa:
a. Respiratorio:
i. Dispnea
ii. Scolo
iii. Tosse: DD tosse dei canili
iv. Complicanze batteriche secondarie broncopolmonari
b. Gastroenterico:
i. Vomito
ii. Diarrea (non ematica, diversa da parvo)
iii. Disidratazione
c. Cutaneo:
i. Dermatite eritematoso-pustulosa addominale e inguinale, raramente associata a
sintomatologia nervosa
ii. Quando si ha meningoencefalite cronica il virus si localizza anche a livello di cuscinetto
plantare e tartufo
d. Oculare:
i. Scolo prima sieroso poi muco purulento, e occhio cisposo
ii. Cheratocongiuntivite
iii. Distacco della retina
iv. Neurite ottica
v. Cecità
4. Fase neurologica: inizia subito nei sogg privi di risp anticorpale, mentre inizia 1-3 sett dopo la dine della
fase sistemica negli animali immunodepressi o cmq con scarsa copertura:
a. Cerebellari:
i. Tremori
ii. Ipermetria
iii. Fascicolazioni
b. Vestibolari:
i. Atassia
ii. Nistagmo
iii. Head tilt
c. Attacchi epilettici con movimento a “chewing gum” della mandibola, mioclonie, forme depressive
e convulsive che portano alla morte.
5. Alterazioni dentarie: ipoplasia dello smalto con presenza di macchie gialle perché il virus si localizza
anche a livello di amiloblasti, cellule che producono lo smalto.
Ricordarsi che la trombocitopenia viene innescata da:
- Azione su midollo osseo
- Azione diretta sulle piastrine
- Meccanismi immunomediati che distruggono le piastrine
c’è quindi un aumento della permeabilità vasale, con diffusione del virus extravasale: e questo è il principale
meccanismo con cui il virus arriva al snc e all’occhio.
DIAGNOSI:
-clinica: si basa sui sintomi:
1. febbre
2. diarrea
3. tosse
4. scolo nasale
5. cheratocongiuntivite
6.lesioni cutanee
7. sintomi nervosi
Con almeno 4 di questi sintomi posso pensare al cimurro. Nei canili la maggior parte dei cuccioli mostra
sintomi respiratori o depressione: DD con Tosse dei canili.
-differenziale:
-forma enterica: parvovirosi, coronavirus, campylobacter jejuni, parassitosi (questo lo escludo con
l’esame delle feci);
-forma respiratoria: ADV2 (adenovirus); bordetella bronchiseptica
-forma nervosa: rabbia (più nelle altre specie che nel cane), neospora caninum, toxoplasmosi, herpes
virus nei cuccioli
DIRETTA
-dall’animale vivo si fa su siero (IgM, IgG), liquor se ha sintomi nervosi (IgG), sangue intero quindi con EDTA
(PCR per isolare il virus ma bisogna beccare la viremia);
-dall’animale morto: encefalo, cervelletto, tonsille, lnn, intestino, vescica, milza.
 RT-PCR: è la più usata
 Isolamento virale: difficile, si fa su colture di macrofagi alveolari di cane o furetto, o su cell VERO
 Esame istologico: ricerca di corpi inclusi
 IFD: entro le prime 3 sett pi, si fa su strisci congiuntivali e tonsillari, dopo le 3 sett pi si possono
sviluppare anticorpi con la possibilità di falsi negativi perché gli Ab endogeni si legalo a quelli virali e
quindi il nostro Ab (IFD) non trova niente.
 Ibridazione in situ: solo per ricercatori
INDIRETTA
Si ricercano IgM e IgG nel siero:
 SN: si possono distinguere gli Ab dati da vaccino o virus vivo
 IFI: soglia di positività IgG>1:80, (forniscono risposta anticorpale di lunga durata; vaccino puppy titolo
1:320; le IgG ci forniscono un valore prognostico, se aumentano vuol dire che l’animale supererà
l’infezione. Se ho IgM alte e IgG basse vuol dire che l’animale è infetto ma immunodepresso);
IgM>1:20 (indicazione di infezione recente; persistono negli animali vaccinati non oltre le 3 sett e
sviluppano solo alla 1^ vacc – nelle successive vaccinazioni non sono prodotte e questo mi aiuta a
capire se è un vaccino o un’infezione); è importante sapere quando è stato vaccinato perché tutti i
vaccini titolano sopra i 1:80
 ELISA: per testare le IgG presenti nel siero in 20 minuti. È un test che i veterinari fanno ai cani di
provenienza ignota prima di vaccinarli: non si può infatti vaccinare un animale che è in incubazione
perché svilupperebbe la malattia subito dopo il vaccino
La conoscenza dell’anamnesi ambientale e la vaccinazione sono fondamentali. (tenere presente se l’animale
è stato trattato con cortisonici).
È importante inviare al laboratorio una dettagliata scheda anamnestica con tutte le informazioni del caso.
Dopo la 1^ e 2^ vaccinazione c’è un picco di IgM che dura solo un mese, se invece il picco permane per 3
mesi il soggetto è infetto col virus selvaggio.
Informare il laboratorio del nostro EOG è utile, come pure se sono stati fatti già trattamenti con siero
iperimmune.
PROFILASSI DIRETTA è semplice ed efficace perché si tratta di un virus poco resistente. Quarantena,
disinfezione, isolamento.
PROFILASSI INDIRETTA:
1. Vaccino storico: inattivato con formalina, oggi non esiste più
2. Vaccini vivi attenuati su furetto (si usano solo in USA)
3. Vaccini Andesteburs: avianizzati e ottenuti su colture cellulari
4. Vaccini RocKborn: polivalente con parvovirus
5. Nuovi vaccini:
a. Vaccini con proteine F (proteine che permettono al virus di entrare e diffondere nella cellula) ed H
(proteine d’attacco), che sono entrambe proteine dell’envelope;
b. Vaccini contenenti gli ISCOMS (complessi immunostimolanti), quindi questo vaccino che contiene
immunocomplessi fa si che questi si comportino da adiuvanti in quanto trasportano proteine H ed F
c. Vaccini ricombinanti: con poxvirus per il grande potere immunogeno nel cui genoma sono state
introdotte le proteine H ed F.
Complicanze post vaccinali (anche BVD-MD)
- Trombocitopenia: il virus vaccinale si preplica nei megacariociti
- Sintomi sistemici con febbre e malessere
- Aborto, nati/mortalità
- Insufficienza neonatale sistemica
- Encefalite, encefalo mielite post vaccinale: ci sono 3 ipotesi:
o Variante patogena del ceppo vaccinale
o Concomitante infezione da parvovirus
o Infezione da cimurro da incubazione
Protocollo consigliato per vaccinazioni efficaci
1. Non vaccinare un cucciolo quando ha ancora Ab materni (tra l’8^ e la 12^ settimana l’animale non ha
Ab suff per combattere il virus ma abbastanza per inattivare il vaccino): blanketing!!!
2. Tenere in considerazione lo stress, malattie, debilitazione;
3. Non vaccinare l’animale se è stato trattato con glicocorticoidi, barbiturici (questi possono dare
inibizione della risposta cellulare mediata), anestetici gassosi, sieri iperimmuni;
4. Non vaccinare un animale se questo è affetto o ha da poco tempo superato un’infezione da parvovirus
(eventualmente si può dare siero iperimmune che però vale solo per 15 gg)
5. Adeguata conservazione del vaccino (a temperature di +2-8°C e non alla luce solare): questo è uno dei
principali motivi per cui un animale contrae la malattia;
6. Non usare il prodotto oltre alla data di scadenza
7. Troppe valenze ai primi richiami!
Protocolli vaccinali
ITALIA
8
Puppy CP = parvo+ cimurro: è quello che si può usare anche nei giovani
sett
perché ha una dose più concentrata di Ag virale che risolve il blanketing
10
Parvovirus
sett
12
Polivalente: CEP
sett
14
Richiamo polivalente
sett
Richiamo annuale con vaccino polivalente
USA
6/7
sett
9-10
sett
12
sett
14
sett
Cimurro/mor +
CPV
Parvovirus
polivalente
Richiamo
polivalente
CIMURRO NEI MAMMIFERI MARINI: sono morbilli virus che colpiscono delfino e foca. Esistono correlazioni
tra il virus della foca e del cane, mentre quello del delfino è più simile al morbilli virus umano e dei ruminanti.
Sono stati segnalati focolai tra l’87 e ul ’97 nel mare del Nord, nelle coste spagnole, in Francia, in Italia )’90’93). Nel ’93-’94 sono stati segnalati casi di spiaggiamento nel golfo del messico ed in florida; l’ultimo focolai
nel ’95 in una colonia di foche nella Mauritania.
La trasmissione avviene per aerosol o attraverso il late (lo svezzamento dura 2 anni)