“Quale People Mix in azienda: rischi e opportunità” L’invecchiamento demografico: contraddizioni, rischi e opportunità per il Sistema Impresa Un’iniziativa Osservatorio Famiglia Professionale HR in collaborazione con “Quale People Mix in azienda: rischi e opportunità” L’invecchiamento demografico: contraddizioni, rischi e opportunità per il Sistema Impresa A cura di Marco Autorino- HAY GROUP Daniela Grimolizzi- ELIS HR Academy “Quale People Mix in azienda: rischi e opportunità” L’invecchiamento demografico: contraddizioni, rischi e opportunità per il Sistema Impresa 1 Executive Summary 1. Executive summary .............................................................................................................................................................................7 1.1 Introduzione ......................................................................................................................................................................................7 1.2 Principali evidenze ............................................................................................................................................................................8 1.2.1 Distribuzione demografica in azienda ...........................................................................................................................................8 1.2.2 Produttività ....................................................................................................................................................................................9 1.2.3 I Senior: un patrimonio da valorizzare ........................................................................................................................................10 1.2.4 Politiche HR di Gestione del People Mix ......................................................................................................................................11 2 Lo studio 2. Lo studio ............................................................................................................................................................................................14 2.1 Obiettivo .........................................................................................................................................................................................14 2.2 Metodologia....................................................................................................................................................................................15 3 Il contesto 3. Contesto ............................................................................................................................................................................................16 3.1 Dinamiche demografiche e sostenibilità del mercato del lavoro ..................................................................................................16 3.2 I paradossi di Matusalemme ..........................................................................................................................................................24 4 Evidenze emerse 4. Evidenze emerse................................................................................................................................................................................26 4.1 Introduzione ....................................................................................................................................................................................26 4.2 Distribuzione demografica e trend evolutivi .................................................................................................................................29 4.3 Perfomance e Produttività ..............................................................................................................................................................31 4.4 Il paradigma del ciclo evolutivo delle competenze, legato alle diverse fasi della vita professionale (Lieberum-Heppe-Schuler, 2005) ................................................................................................................................................................................................33 4.5 Formazione e modalità di apprendimento ....................................................................................................................................35 4.5.1 L’apprendimento lungo tutto l’arco della vita ............................................................................................................................39 4.5.2 L’apprendimento degli adulti ......................................................................................................................................................40 4.6 Aspettative e valori .........................................................................................................................................................................43 4.6.1. Diverse generazioni a confronto.................................................................................................................................................45 4.7 Motivazioni, engagement e disagio ...............................................................................................................................................47 4.8 Politiche HR di gestione del people mix .........................................................................................................................................49 4.8.1. Politiche di sistema .....................................................................................................................................................................52 4.8.2. Politiche a livello aziendale ........................................................................................................................................................54 4.8.3. Verso un modello di Diversity Management…………………………………………………………………………………………………………………….….56 4.9. Il People Mix nel passaggio dallo start up alla fase matura del ciclo di vita dell'impresa…………………………………………..………….58 5 Possibile percorso per le aziende 5. Possibile percorso per le aziende ......................................................................................................................................................60 5.1 Mapping e gestione proattiva del fenomeno come leva del business in una prospettiva a lungo termine .................................60 6 Conclusioni 6. Conclusioni ........................................................................................................................................................................................64 5 6 1. Executive summary 1.1 Introduzione Il processo d’invecchiamento demografico d’invecchiamento che interessano i paesi accompagna sviluppati in maniera ineluttabile la rappresentano, infatti, un modernizzazione delle società occidentali e fenomeno neutrale, “senza connotazioni in ha due cause principali: la denatalità, frutto negativo o in positivo” (De Sarno Prignano e dei cambiamenti socio-culturali che hanno Natale, 1990), ma diventano un problema se investito il nostro paese con conseguenze l’adeguamento del sistema economico ai forti a livello individuale e familiare, e la mutamenti demografici non è abbastanza longevità, rapido. conseguenza delle migliorate Appare, dunque, necessario condizione di vita e del progresso medico- individuare un punto di equilibrio tra scientifico che hanno contribuito ad allungare l’inevitabilità notevolmente la vita media degli individui. demografiche e le necessità imprescindibili L’attenzione posta oggi al fenomeno è dei sistemi economici (Stranges, 2006). giustificata non solo dalle conseguenze E’ all’interno di questo scenario che si colloca strettamente demografiche che avrà sulla la ricerca “Quale People Mix in azienda: rischi struttura e opportunità”, realizzata dal gruppo di lavoro e popolazioni sulla composizione anche dinamiche ELIS- HAY GROUP e finalizzata all’analisi del soprattutto dalle sue implicazioni di natura fenomeno della “gestione della demografia” sociale nei contesti organizzativi. economica. ma alcune e ed interessate, delle di I processi 7 1.2 Principali evidenze 1.2.1 Distribuzione demografica in azienda Gli organici aziendali sono composti da una percentuale significativa di popolazione senior e la proiezione di people mix mostra una tendenza verso una sempre maggiore diversificazione Dalla ricerca emerge la percezione confrontarsi con le criticità derivanti dal generalizzata dell’importanza del fenomeno progressivo innalzamento dell’età anagrafica anche se, spesso, mancano chiavi di lettura e aziendale politiche lungimiranti da parte delle aziende conseguenze per poterlo gestire in maniera proattiva. Il composizione demografica degli organicii. e, più legate in generale, con all’evoluzione le della management comincia a essere preoccupato ma non ha ancora una reale consapevolezza della situazione che non è mappata, mancando adeguate metriche e strumenti di lettura utili a comprendere il reale impatto del fenomeno e le possibili strategie di gestione. Le aziende sono chiamate a gestire in maniera proattiva e strategica i frequenti vuoti generazionali e le concentrazioni di risorse in una fascia di età, derivanti dal fatto che non sempre le organizzazioni sono riuscite a pianificare in maniera equilibrata la presenza delle diverse generazioni in azienda e a gestirne l’ingresso e l’uscita in organici percentuale intervistate sui trend evolutivi, emerge la consapevolezza che in futuro il people mix in azienda sarà molto diverso e sempre più variegato, con la conseguente necessità di proporzione. Gli Nella previsione espressa dalle aziende aziendali significativa mostrano di una popolazione senior con un valore medio che si attesta al 43% di Over45 sul totale della popolazione aziendale. Il management deve, quindi, implementare politiche gestionali che siano in linea con la composizione degli organici aziendali. Per le imprese, in sostanza, diventa indispensabile la ricerca di un assetto demografico non subito ma programmato. 8 In particolare, sarà sempre più necessario giovani, accanto all’opportunità anche del facilitare il trasferimento di conoscenza cross processo di trasfert inverso: dai più giovani ai generazionale. più senior, soprattutto relativamente a In modo particolare, attraverso azioni formalizzate di trasmissione conoscenze delle tecnologiche. esperienze e delle competenze informatiche e innovazioni maturate sul campo dagli Over45 verso i più 1.2.2 Produttività La produttività aziendale è sempre meno governabile con una riduzione del costo del lavoro e va gestita attraverso la valorizzazione della perfomance Nei contesti organizzativi analizzati non si qualità del lavoro, attraverso una diversa riscontra, in generale, un calo di performance gestione per gli Over45. Molto dipende dalla tipologia benefici di lungo termine che abbiano effetti di lavoro: su ruoli più professionalizzati e di stabili e incisivi sul business aziendale. della produttività orientata a responsabilità la performance tende, infatti, a essere più alta per i senior, mentre su ruoli Le imprese, inoltre, riscontrano oggi una più operativi e dove le tecnologie tendono a difficoltà crescente nel ricorrere a strumenti una rapida obsolescenza i giovani, in genere, di solidarietà sociale, che hanno permesso in performano meglio. Di contro, escludendo le passato di alleggerire il costo del lavoro, e posizioni più alte, si riscontra una maggiore sono chiamate a gestire la produttività produttività delle risorse junior considerando aziendale in modo diverso. Fino a oggi, il più alto costo del lavoro dei senior. Il dato infatti, trova riscontro, del resto, in una tendenza principalmente sulla leva della riduzione del generalizzata progressiva costo del lavoro e, spesso, sulla sostituzione marginalizzazione degli Over45 a favore dei di lavoratori più senior e costosi con altri più giovani che “costano meno”, non tenendo, giovani ed “economici”. E’, invece, sempre spesso, la più necessario lavorare sulla perfomance, conseguente perdita del know how tecnico. Si facendo leva sulla valorizzazione, motivazione dovrebbe trovare, invece, un nuovo punto di e capacità di contribuire dell’organizzazione equilibrio tra i due elementi del costo e della esistente. nella a giusta una considerazione è stata gestita lavorando 9 1.2.3 I Senior: un patrimonio da valorizzare Le organizzazioni devono scoprire più forti e nuove motivazioni per individui ricchi di esperienza e competenze, in modo da non sperperare la risorsa più importante che abbiamo: “i nostri anni di vita”. I senior esprimono spesso un disagio dovuto sviluppare a una frequente mancanza di riconoscimenti permettere un miglior trasferimento del e gratificazioni con la conseguente percezione know how a colleghi più giovani. Alcune di costituire un “peso” per l’azienda. Il disagio aziende, infatti, preferiscono dedicare il è, con budget della formazione a risorse più giovani l’introduzione delle nuove regole dei sistemi nella convinzione che hanno più tempo per pensionistici, “ripagare l’investimento pensionabile e prendono consapevolezza di fenomeno è, contesti di percezione che alcuni senior possano avere progressione di carriera e di sviluppo molto una minore motivazione ad apprendere e un diversi da quelli che avevano conosciuto atteggiamento di chiusura nei confronti della appena entrati in aziendaii. I più giovani, formazione. inoltre, acuito dal vedono organizzativi fatto che, allontanarsi con l’età modelli competenze inoltre, trasversali fatto”. e Questo accentuato dalla inoltre, vengono in genere percepiti come soggetti in grado di esprimere un maggiore Le direzioni del personale cominciano, in ogni potenziale, capaci di caso, a rendersi conto della necessità di apprendere più nuove promuovere la “manutenzione della capacità tecnologie. A questo si aggiunge il processo di imparare e di adattarsi ai contesti in di stereotipizzazione negativa nei confronti continua evoluzione”, attraverso azioni di dei più anziani che si esprime in “credenze” ripensamento delle attività di formazione e di prive di fondamento scientifico, come quella, sviluppo comunissima, del calo delle prestazioni maggiormente inclusive e che risponda alle intellettuali e della capacità lavorativa nel specifiche esigenze delle diverse popolazioni periodo compreso fra i 45 e i 65 anni. aziendali. Il tutto nella consapevolezza che Si registra, in genere, un numero ridotto e la l’invecchiamento demografico cambia anche mancanza di percorsi di formazione e lo scenario di business delle aziende. Infatti, a sviluppo disegnati per il personale più senior fronte di un’evoluzione del mercato e dei volti maggiore prodotti che vede la popolazione anziana autoconsapevolezza, recuperare motivazione assumere una posizione dominante nel ruolo e di clienti e consumatori, disporre di una a fiducia, di innovare facilmente sviluppare una riconvertire/ le e riqualificare, in una direzione che sia 10 composizione del personale, per età, genere competitività e appartenenza etnica, che rifletta quella politiche di gestione del people mix diventa, della clientela potenziale, diventerà sempre quindi, strategico e, insieme, vitale per le più aziende. una condizione importante di per le imprese. Attuare 1.2.4 Politiche HR di Gestione del People Mix Nella contraddizione tra standardizzazione e personalizzazione, le aziende devono scegliere il loro giusto mix gestionale Nei contesti organizzativi analizzati, si E’ proprio in questa prospettiva di registra una generale mancanza di politiche condivisione strategica che vanno lette quelle del al azioni di trasferimento della conoscenza e riconoscimento e alla valorizzazione delle delle esperienze tra lavoratori di diverse varie generazioni presenti in azienda. Il dato generazioni, sempre più necessarie a fronte contrasta con l’evidenza che è stata indicata di organici aziendali caratterizzati da una in modo concorde dagli intervistati e che composizione demografica diversificata e da riguarda la presenza in azienda di aspettative frequenti vuoti generazionali che tendono a e valori generazionali spesso “antitetici” a cui intesificare le differenze. il management è chiamato a dare legittimità. Dalla ricerca emerge una generalizzata Unica segmentazione che spesso trova una consapevolezza dell’importanza di queste risposta proattiva è quella dei “giovani azioni, anche se le formalizzazioni del talenti” rispetto alla quale si è cercato di processo in Comunità di Pratica strutturate disegnare percorsi accelerati di formazione e rappresentano sviluppo. implementate solo di rado nei contesti personale differenziate volte ancora best practice organizzativi. Gli intervistati concordano nell’indicare la L’affermazione di una politica gestionale presenza frequente di disagi organizzativi strategica che tenga conto della demografia cross generazionali. I giovani, infatti, spesso aziendale passa, invece, per il riconoscimento trovano dei “tappi organizzativi” in alcuni del personale di tutte le classi d’età e per lo quadri apicali e dirigenti ricoperti da persone sviluppo di un ambiente interno che valorizzi senior. Al tempo stesso, alcuni senior soffrono il dialogo intergenerazionale. ruoli di responsabilità ricoperti da giovani 11 dirigenti e quadri, magari assunti dall’esterno. risultati e azioni. Un alto engagement unito a La conseguenza è un micro clima spesso un alto enablement aumenta, infatti, il negativo, con una perdita di fiducia e un numero di dipendenti con performance conseguente impatto sulla motivazione e la superiori alle aspettative di circa il 40%iii. produttività dei gruppi di lavoro. Le aziende sono, dunque, chiamate a promuovere La maggiorparte degli intervistati concorda l’engagement per le diverse generazioni, nell’indicare una frequente difficoltà dei capi, attraverso differenti specie se giovani, nel gestire gruppi di lavoro dimensioni di fidelizzazione all’azienda e una composti da risorse di diverse generazioni. rimozione di quelle forme di disagio, Nonostante anch’esse diverse in base alla specifica età tuttavia, iniziative specifiche di supporto ai anagrafica. la capi nella gestione del people mix nella necessità di promuovere l’engagement delle convinzione, spesso emersa, che le politiche giovani generazioni fortemente individualiste gestionali debbano prescindere e poco fidelizzate. anagrafica e riferirsi, invece, unicamente al una In lettura delle particolare, emerge questa evidenza, mancano, dall’età ruolo. Il contrasto tra politiche uniformi per ruolo e riconoscimento generazionali riflette, in delle diversità maniera più generale, una contraddizione propria dei moderni sistemi standardizzazione gestionali da un divisi tra lato e personalizzazione dall’altro. All’interno di questa contraddizione, le aziende devono scegliere il loro giusto mix gestionale Gli intervistati dichiarano, infatti, una frequente preoccupazione legata all’elevato percorrendo la strada più conforme allo specifico contesto organizzativo. turnover che prevedono al superamento della crisi economica. Si tratta, in particolare, di promuovere l’enablement per le diverse generazioni al fine di rimuovere le barriere all’azione e trasformare il loro entusiasmo in 12 In sintesi, possiamo dire che le direzioni del Per superare queste difficoltà e gestire il personale un’importanza fenomeno in un’ottica strategica, diventa crescente a politiche attive di “diversity indispensabile integrare politiche di sistema a management”, incluso quella generazionale, linee anche se le stesse hanno spesso difficoltà a: consapevolezza che i modelli di diversity riconoscono 1. mappare gli organici aziendali rispetto alle diverse dimensioni di diversity comprendendone disagi, aspettative, valori e opportunità; di management azione creano aziendale, valore nella perché riconoscono, comprendono e utilizzano le differenze tra le persone agendo sul Capitale Umano e, dunque, su competenze, motivazione, valori, cultura e sulla diversità. I 2. comunicare efficacemente il valore per il modelli di diversity management lavorano su business di una gestione proattiva della quelle leve gestionali che aumentano la diversity; produttività e consentono di mappare gli 3. definire politiche coerenti e lungimiranti; organici aziendali comprendendo l’impatto sul business e sulla soddisfazione del cliente 4. aiutare il management a una gestione coerente. di eventuali disagi di specifiche generazioni e, più in generale, cross generazionali. 13 2. Lo studio 2.1 Obiettivo La ricerca ha analizzato il fenomeno della Il gruppo di lavoro ELIS- HAY GROUP ha “gestione della demografia” in azienda, intesa analizzato il fenomeno con l’intento di avviare come una delle principali sfide di "people una riflessione su misure d’intervento e management“ di oggi e degli anni a venire. I modelli organizzativi in grado di arginare un principali nodi da risolvere sembrano essere: problema sociale che sta emergendo con La sempre riduzione di performance e di maggiore forza cogliendone le produttività, reale o percepita, delle potenzialità inespresse, quali la perdita e il risorse più senior in azienda; trasferimento del know how aziendale; il La difficoltà ad attrarre, reperire e motivare personale giovane; recupero della motivazione; la gestione e valorizzazione delle diverse generazioni in La perdita delle conoscenze, tacite e non, con l'uscita di risorse di esperienza; azienda, con un focus sul generation mix in un’ottica La difficoltà nel gestire, motivare e far gestionale condivisione di delle confronto e diversità. collaborare insieme in maniera efficace le diverse generazioni con valori, talenti e aspettative diverse; La necessità di assicurare il giusto mix di risorse considerando la pressione sui costi del lavoro; L’urgenza di una formazione e un aggiornamento continuo, una condivisione della conoscenza e una trasformazione organizzativa per la popolazione di ogni età in azienda, considerando la rapida evoluzione delle tecnologie e delle esigenze di mercato. 14 2.2 Metodologia Lo studio, condotto attaverso una del sistema Italia. In ogni caso, analizzare il metodologia di ricerca di tipo qualitativo, ha fenomeno avviato un approfondimento della tematica in diverse, che stanno vivendo in maniera oggetto, all’interno di un momento ancora differente il fenomeno del people mix, ha esplorativo permesso di coglierne diversi punti di vista, di definizione dei contorni all’interno di organizzazioni dell’oggetto di studio. dandone una lettura estesa e in gran parte La ricerca è stata condotta attraverso coincidente interviste sociologiche. semistrutturate su un panel con le principali evidenze composto da 13 aziende del Consorzio ELIS La ricerca è stata condotta attraverso che hanno manifestato una sensibilità alla un’intervista tematica. Il panel è composto da aziende Responsabile Risorse Umane con il contributo appartenenti a diverse industry dei Referenti Interni delle funzioni Gestione, e che si in presenza rivolta al differenziano in termini di grandezza, fase di Formazione e Sviluppo. sviluppo Le interviste sono state realizzate nel periodo organizzativo e mercato di riferimento. settembre 2010-febbraio 2011 ed è stato Stante la natura qualitativa della ricerca, il utilizzato un questionario aperto strutturato campione non vuol essere rappresentativo in 3 macro dimensioni tematiche. Le 3 aree investigate sono state le seguenti: 1. Distribuzione demografica in azienda 3. Politiche HR per gestire il People Mix Politiche Gestionali e Capi Interventi di knowledge management People Mix attuale e trend evolutivi 2. Diverse generazioni a confronto Perfomance e Produttività Modalità di apprendimento e Interventi formativi Aspettative professionali e Valori Engagement e Disagio 15 3. Contesto “I quarant’anni sono quell’età in cui ci si sente finalmente giovani. Ma ormai è troppo tardi!” (Pablo Picasso) 3.1 Dinamiche demografiche e sostenibilità del mercato del lavoro L'invecchiamento demografico della e hanno livelli di spesa sanitaria più elevati, popolazione è un fenomeno comune a tutte mette a dura prova la sostenibilità dei sistemi le società a economia avanzata che assume di welfare contemporanei (Stranges, 2007). un’influenza All’interno di questo scenario, diventano fondamentale per le sue implicazioni di natura sociale ed economica, rilevanti accanto partecipazione al lavoro delle classi d’età alle conseguenze strettamente gli tassi delle popolazioni interessate. Il fenomeno imprenditoriale tesa all’adozione di pratiche appare, in particolare, quale fattore incidente volte a prolungare la vita attiva degli sulle trasformazioni che anche il lavoro sta ultracinquantenni. subendo. Per inquadrare la situazione demografica trova rinnovata di mature, demografico una dei demografiche che avrà sulla composizione L’invecchiamento in andamenti cultura in italiana ed europea può essere utile fornire Europa la sua manifestazione più netta a qualche dato sul processo di invecchiamento, causa di due concomitanti fattori: una forte così come riassunto nella Tabella 3.1. diminuzione della fecondità e l’allungamento Il contributo dal basso al processo di della vita media. invecchiamento è reso evidente dal valore assunto dal TFT (Tasso di Fecondità Totale) Se la longevità è di per sé una conquista, che è in tutti i paesi al di sotto del valore di l’invecchiamento demografico è una sua ricambio generazionale di 2,1 figli per donna conseguenza ineluttabile che pone, però, in età feconda, mentre il contributo dall’alto diversi problemi di ordine sociale, culturale si esprime attraverso il valore assunto dalla ed economico. Il numero sempre crescente di vita media alla nascita, che ha oramai anziani si tradurrà, infatti, in richieste sempre superato gli ottanta anni per le donne e i maggiori in termini previdenziali, assistenziali, settantacinque per gli uomini in quasi tutti i di fornitura di servizi socio-sanitari e di cura. paesi. Per quanto riguarda l’aspettativa di vita Oltre a ciò, lo squilibrio che si ingenererà tra alla nascita, il valore più elevato è quello della le classi economicamente produttive e le Svezia per i maschi (78,4anni), seguito classi anziane, che percepiscono la pensione proprio dal valore dell’Italia (77,7), mentre 16 per le femmine è la Francia a superare seppur L’Italia è il paese nel quale la distanza tra di pochissimo (83,8anni) il valore italiano questi due macrogruppi di popolazione è (83,7). maggiore (5,4 punti percentuali di differenza). Molto indicativa l’analisi della suddivisione della popolazione nelle tre Tali macroclassi corrispondono, rafforzate dall’analisi del valore assunto rispettivamente, all’infanzia (0-14anni), all’età dall’indice di vecchiaia, ottenuto come adulta (15-64) e alla vecchiaia (65anni e più). rapporto percentuale tra la popolazione È possibile, infatti, rilevare come vi siano ben anziana e la popolazione giovane. L’Italia è, diciassette dei ventisette paesi nei quali la appunto, il paese che mostra il valore più quota di ultrasessantacinquenni supera il elevato di tale indice (137,7%), il che equivale 15%, e otto di questi nei quali tale quota di a dire che ci sono quasi 140 anziani ogni 100 anziani è maggiore della quota di giovani. bambini. d’età, che osservazioni sono ulteriormente 17 Tabella 3.1: Indicatori del processo di invecchiamento demografico nei paesi Ue 27 al 1° gennaio 2005. Valori e relativi indici di posizione e di dispersione Paesi Austria Belgio Bulgaria Cipro Danimarca Estonia Finlandia Francia Germania Grecia Irlanda Italia Lettonia Lituania Lussembu rgo Malta Paesi Bassi Polonia Portogallo Regno Unito Repubblic a ceca Romania Slovacchia Slovenia Spagna Svezia Ungheria Media Mediana Min Max Range Dev stand Coeff var (%) Indice di vecchiaia (valori %) Numero medio di figli per donna Vita media alla nascita (in anni) Popolazione per classi di età (valori %) Maschi Femmine 0-14anni 15-64anni 65anni e più 99,4 (b) 98,8 123,9 62,0 79,8 (b) 101,3 90,9 88,6 128,3 (b) 122,8 54,1 137,7 111,5 88,3 76,5 1,42 1,64 1,29 1,49 1,78 1,40 1,80 (b) 1,89 1,37 1,29 1,99 1,33 1,24 1,26 1,70 76,4 (b) 75,9 68,9 77,0 75,2 66,0 75,3 76,7 75,7 76,6 (b) 75,8 (a) 77,7 65,5 66,4 (b) 75,0 82,1 (b) 81,7 76,0 81,4 79,9 76,9 82,3 83,8 81,4 81,4 (b) 80,7 (a) 83,7 77,2 77,8 (b) 81,0 16,3 17,3 13,8 20,0 18,9 16,6 17,6 18,6 14,7 14,6 20,9 14,1 15,4 17,7 18,8 68,2 65,6 69,0 68,1 66,3 67,6 66,8 65,1 67,3 67,8 67,9 66,4 68,5 67,3 67,2 15,5 17,1 17,2 11,9 14,9 15,8 15,5 16,4 18,0 17,5 11,1 19,5 16,2 15,0 14,1 75,6 75,7 78,4 109,0 (b) 87,9 1,37 1,73 1,23 1,42 1,74 (b) 76,7 76,4 70,0 (b) 74,2 (b) 76,2 (b) 80,7 81,1 79,2 (b) 80,5 (b) 80,7 18,2 18,5 17,2 15,7 18,3 68,8 67,6 69,8 67,5 65,8 13,0 13,8 13,0 16,8 16,0 94,0 1,23 72,6 79,0 15,2 70,9 14,0 92,5 67,8 106,3 115,9 97,7 100,0 95,0 94,0 54,1 137,7 83,6 20,5 21,6 1,29 1,25 1,22 1,32 1,75 1,28 1,47 1,37 1,22 1,99 0,77 0,24 16,22 67,7 70,3 (b) 72,6 77,2 78,4 68,6 73,5 75,3 65,5 78,4 12,9 4,0 5,5 75,1 77,8 (b) 80,4 83,8 82,7 76,9 80,2 80,7 75,1 83,8 8,7 2,4 3,0 15,9 17,6 14,6 14,5 17,8 15,9 16,8 17,2 13,8 20,9 7,1 1,9 11,2 69,4 71,0 70,4 68,6 65,1 68,6 67,9 67,8 65,1 71,0 5,9 1,6 2,4 14,7 11,6 15,1 16,8 17,2 15,5 15,3 15,5 11,1 19,5 8,4 2,0 13,3 a (stima) b (dati relativi all’anno 2003) Fonte: elaborazioni su dati Eurostat, 2006- M. Stranges 2008 In generale, osservando tutti i dati riportati corso del XX secolo, a seguito della nella Tabella 3.1 è possibile notare che, conclusione del processo di transizione nonostante sussistano delle lievi differenze demografica che ha interessato tutti i paesi a tra i ventisette paesi che compongono sviluppo avanzato, e si è progressivamente l’Unione Europea, sembra che vi sia tra loro acuito a mano a mano che vi è stato un una sostanziale omogeneità riguardo agli allungamento della vita media dovuto, in indicatori di invecchiamento. particolare, al miglioramento delle condizioni L’invecchiamento che interessa la sociali e igienico-sanitarie e all’introduzione popolazione italiana ha avuto origine già nel di cure e terapie più efficaci. Nonostante si sia 18 recentemente registrata una lieve ripresa del 18,69% del 2002 al 20,04% del 2008. Gli tasso di fecondità totale, l’invecchiamento anziani “guadagnano” terreno non tanto a demografico continua ad aumentare in scapito dei giovanissimi, la cui quota nei ragione della crescita della speranza di vita medesimi anni è solo leggermente diminuita, alla nascita (Tabella 3.2). La percentuale di ma ultrasessantacinquenni popolazione adulta la cui diminuzione è stata è ulteriormente cresciuta negli ultimi anni, passando dal soprattutto a svantaggio della pari a 1,15 punti percentuali (Tabella 3.2). Tabella 3.2 *Stima Fonte: elaborazioni su dati Istat, 2009- M. Stranges 2009 Tale dato riguardo conferma al crescente le preoccupazioni scompenso tra popolazione totale nel 2050. È possibile, inoltre, notare che, in linea con quanto componenti produttive e improduttive della osservato popolazione (Stranges, 2009). La situazione diminuzione percentuale del resto della non è certo destinata a migliorare in futuro, popolazione riguarderà in misura maggiore gli anzi tenderà a peggiorare: le previsioni adulti, il cui peso scenderà dall’attuale 65,9% recentemente al 54,1%, rispetto ai giovani, che passeranno rilasciate dall’Istat (2009) stimano, infatti, un aumento della quota di in precedenza, la parallela dal 14% al 12,9% (Figura 3.1). anziani fino a un valore del 33% della 19 Figura 3.1 Fonte: M. Stranges, 2009 Attraverso l’analisi della piramide della ridursi progressivamente popolazione (Figura 3.2) è possibile, infine, assoluti, sia in termini relativi rispetto agli comprendere in maniera intuitiva come il altri segmenti di popolazione, soprattutto profilo e la struttura per sesso ed età della nelle classi d’età tra i 30 e i 49 anni. nostra La popolazione stia rapidamente crescita della sia in termini popolazione anziana cambiando. La forma della piramide italiana, interesserà, in particolare, il gruppo dei a salvadanaio nel 2010, diverrà presto grandi vecchi- Over75. Appare evidente come riduttivoiv: la base stretta rimarrà tale, come i problemi connessi alla sostenibilità dei conseguenza della denatalità, mentre la parte sistemi di Welfare diverranno in futuro ancor alta tenderà ulteriormente ad allargarsi, più rilevanti, in considerazione del fatto che grazie all’accresciuta longevità. La parte più le fasce di popolazione più estreme sono scura la quelle effettivamente improduttive alle quali produttiva sono connessi non solo i costi pensionistici, della popolazione piramide rappresenta potenzialmente (classi d’età 20-64 anni): è evidente come tale ma anche maggiori costi segmento di popolazione sia destinato a assistenziali (Stranges, 2009). sanitari ed 20 Figura 3.2 Fonte: M., Stranges, 2009 L’età media aziendale sta crescendo: gli quindi, una delle principali questioni da organici aziendali si attestano, infatti, su una affrontare affinché si possa garantire alla media di circa 42 anniv. Allo stesso modo, popolazione, anche nel prossimo futuro, l’età media della promozione a posizioni benessere e prosperità. Le imprese saranno dirigenziali è passata dai 38 anni del 1985 ai impegnate nella messa a punto di politiche 43 anni del 2010vi, determinando un capaci di incidere sugli assetti regolativi del rallentamento dei percorsi di crescita delle mercato del lavoro, oggi incentrati su logiche popolazioni aziendali più giovani e un ormai anacronistiche di sostituzione young conseguente problema di motivazione delle in-old out. stesse. Più in generale, l’invecchiamento In una prospettiva di aggiornamento continuo della popolazione, congiunto all’aumento delle competenze dei lavoratori e, più nello degli inattivi, tende a rallentare la crescita del specifico, di prolungamento della vita attiva PIL pro capite in molte economie avanzate, per gli Over45, le imprese saranno chiamate a con una diminuzione annua prevista in Italia muoversi sempre più lungo un approccio di dello 0,2%vii. Il tema del mantenersi attivi lifelong learning che accomuni tutte le classi nella seconda metà di vita rappresenta, d’età, senior inclusi. Eppure, nonostante 21 questa evidenza, la partecipazione a del lavoro finalizzati all’incremento della interventi formativi per le persone tra i 45 e i produttività 50 anni scende di quasi il 20% (P. Iacci, 2005) un’ulteriore progressiva marginalizzazione dei rispetto ai colleghi più giovani. Anche in senior a favore dei junior che costano meno. Francia, che, a differenza dell’Italia, ha Negli ultimi anni, le organizzazioni sindacali costruito formazione hanno mostrato una costante attenzione al permanente molto esteso che interessa gran fenomeno della disoccupazione giovanile che parte degli occupati, si è riscontrato un rappresenta, senza dubbio, una delle priorità accesso più ridotto ai programmi formativi a cui il Sistema Paese è chiamato a dare dei lavoratori che hanno superato i 50 anni. risposte immediate. A fronte dello scenario Più delineato, in un sistema generale, si di percepisce ancora aziendale, emerge, portando tuttavia, a un’ulteriore l’invecchiamento della manodopera come un attenzione da perseguire tanto da parte dei freno all’innovazione: così il 42% dei capi sindacati d’azienda francesi ritiene che l’accrescimento datoriali e, più in generale, del mondo delle della fascia di lavoratori oltre i 50 anni avrà Istituzioni. Ci si riferisce alla necessità di porsi effetti negativi sull’introduzione delle nuove concretamente il tema della spendibilità delle tecnologie (Behaghel,2005) risorse mature sul mercato del lavoro a fronte quanto delle rappresentanze di una diffusa tendenza delle organizzazioni a Il dato richiama, più in generale, una perseguire, come obiettivo primario, lo frequente discriminazione basata sull’età che svecchiamento dell’impresa. E’, dunque, forte rappresenta uno degli stereotipi più comuni la contraddizione tra sostenibilità dei sistemi nella mondo di welfare e modalità di gestione delle occidentale e che negli Stati Uniti va sotto il popolazioni più anziane da parte delle nome di ageism. Si tratta di un insieme di aziende che tendono alla precoce espulsione “credenze” non provate scientificamente, dal mercato del lavoro degli Over45. Il secondo sistema cultura le industriale quali dopo del i 45 anni impresa mostra una diffusa l’apprendimento è più lento e la capacità resistenza ad adottare politiche di demografia lavorativa minore: niente di più falso. I dati aziendale che siano finalizzate a una gestione documentabili la strategica del people mix e, in questo modo, maggior parte degli anziani ha una normale si pone in contrasto rispetto a quelle abilità cognitiva, incluso l’apprendimento e la prospettive di Corporate Social Responsibility memoria. La crisi economica ha, poi, che caratterizzano ormai tutte le moderne accellerato fenomeni di pressione sul costo culture organizzative. rivelano, invece, che 22 I modelli organizzativi stanno richiedere performance elevate, senza poter competenze di fatto intervenire con la leva del Reward. Le manageriali e approcci gestionali diversi dal aziende devono dare risposta al malessere passato, spesso non in linea con i valori e le che caratterizza, spesso, le classi d’età mature aspettative dei senior. In particolare, ci si e, più in generale, devono saper gestire quei riferisce disagi cambiandoviii e richiedono all’abbandono progressione in odierni di carriera modelli di strettamente cross frequentemente generazionali, presenti nei contesti moderni associati all’età anagrafica a favore di organizzativi. strutture organizzative sempre più piatte e legata orizzontali. Si tratta, in sostanza, di modelli organizzazioni coesistono almeno quattro organizzativi molto diversi da quelli che diverse generazioni portatrici di valori e hanno caratterizzato il “passato prossimo” subculture delle imprese e che determinano, non di professionali e stili di vita propri. rado, forme di disagio e malessere nelle Il sistema impresa è chiamato, oggi più che popolazioni aziendali più senior. Va ricordato, mai, a far fronte al fenomeno attraverso inoltre, che dopo una certa età- 45 anni circa- politiche non si registrano aumenti significativi dei generazionale, dando risposte adeguate ai livelli retributiviix, con un conseguente calo diversi bisogni e istaurando un dialogo e un motivazionale dei senior a cui si continuano a confronto costruttivo tra le parti in gioco. al Una necessità, d’altronde, fatto che differenti, di gestione nelle con della moderne aspettative diversità 23 3.2 I paradossi di Matusalemme Nella sola Italia, gli ultracentenari sono già Primo paradosso di Matusalemme- Young in, più di 8000 e continuano a crescere. In un old out- periodo di tempo che equivale al 99,9% della Più cresce la popolazione matura, più le si storia umana, la speranza di vita non ha mai richiede di rimanere in attività, e meno ci si superato i 40 anni. Oggi, invece, una neonata preoccupa di come potrà rimanerci, perché su due ha un’attesa di vita superiore ai 100 viene precocemente emarginata dal mercato anni. Suo fratello mediamente arriverà ai 95 del lavoro. Nell’economia fondata sul sapere anni. A poco a poco, con l’innalzamento della si disperde il valore conoscitivo accumulato vita media, tutti i tempi si sono dilatati e tutti dai lavoratori maturi, ai quali si chiede di noi stiamo per diventare dei Matusalemmex. pensionarsi più tardi senza saperne utilizzare L’invecchiamento il potenziale contributivo produttivo. demografico è accompagnato da una serie di paradossi che ostacolano il prolungamento della vita attiva Secondo paradosso di Matusalemme- Young della popolazione più anziana con evidenti up, old down- conseguenze sui sistemi di welfare e sulla Più cresce la complessità delle nostre sostenibilità delle economie avanzate (Iacci, organizzazioni, più si accorcia il tempo per 2005). I paradossi, elencati di seguito, imparare a dirigerle. tratteggiano in estrema sintesi lo scenario attuale caratterizzato da una forte Terzo paradosso di Mausalemme- Young contraddizione: se da un lato, infatti, more, old less- l’invecchiamento demografico rappresenta Quanto più nelle organizzazioni c’è necessità un fenomeno ampiamente riconosciuto e di esperienza, tanto meno essa viene documentato anche nella sua evoluzione valorizzata perchè si espelle anzitempo chi futura nelle società occidentali a economia l’ha accumulata. avanzata, dall’altro mancano adeguate politiche di sistema e politiche aziendali in Quarto paradosso di Matusalemme- Young grado di gestire adeguatamente il fenomeno. good, old badPiù le realtà complesse, organizzative meno si diventano valorizzano le potenzialità delle persone di mezza età che operano in esse, ritenendole non più 24 adeguate. Esse vengono precocemente esplulse dalle organizzazioni produttive e si sociale che tendono a discriminarle e svalutarle. sviluppano su di loro stereotipi di percezione 25 4. Evidenze emerse 4.1 Introduzione L’Italia è, insieme al Giappone, il paese più Italia pari al 33,8% (A. Rosina, 2009). Questa vecchio al mondo e l’attuale incidenza differenza in termini di popolazione attiva è percentuale del 40% delle persone con età di destinata a creare problemi di sostenibilità 50 anni aumenterà fino a coprire la metà del sistema sociale e previdenziale via via della popolazione nel 2050xi. Le recenti crescenti. previsioni demografiche dimostrano che il fenomeno dell’invecchiamento è destinato ad Va, dunque, riorientata la cultura aumentare. Secondo le previsioni prodotte imprenditoriale verso l’adozione di pratiche dall’Istat, infatti, la popolazione nella classe intese a prolungare la vita attiva degli 30-44 è destinata a perdere circa 3 milioni e ultracinquantenni. Le aziende, invece, spesso mezzo di unità nei prossimi vent’anni, a sono convinte di “risparmiare” espellendo il vantaggio di quella tra i 50 e i 64 anni. lavoratore anziano senza considerare, o sottovalutando, il forte danno derivante dalla L’invecchiamento demografico in Italia è perdita delle competenze e considerando, al stato, inoltre, più rapido e intenso rispetto contrario, unicamente la questione dal punto agli altri paesi europei: infatti, nell’ultimo di vista del costo del lavoro. Gli Over40 ventennio, tra il 1988 e il 2008, l’incidenza costituiscono percentuale delle persone con 50 anni e oltre imprese, sono i veri depositari del know how è passata dal 32% al 39% della popolazione aziendale, la loro esperienza costituisce un totale, con una crescita che ha riguardato riferimento per i più giovani, fornendo soprattutto gli Over65. Nei prossimi decenni, stabilità, affidabilità e continuità. Si deve tale fenomeno sarà ancora più sensibile e lo trovare spostamento dalla fascia più giovane a quella equilibrio tra i due elementi del costo e della più matura della popolazione attiva avrà un qualità forte impatto negativo sulla crescita del partecipazione paese, se i livelli di occupazione (e in parte d’altronde, una necessità ineludibile per lo anche di produttività) dei meno giovani si sviluppo del nostro paese (A. Rosina, 2009). manterranno sui livelli attuali. Rispetto alla Siamo uno dei paesi, dove non solo si vive più media europea (44,7%), infatti, il tasso di a lungo, ma si vive anche meglio in età occupazione degli older workers (55-64) è in anziana. È quindi necessario sfruttare questo lo “zoccolo necessariamente del lavoro. dei duro” un delle punto Aumentare lavoratori maturi di la è, 26 potenziale attivo al fine di rendere meno di occupazione per gli Over55 e, nel Consiglio gravoso il peso sulla spesa pensionistica di di Barcellona del 2002, ha stabilito il una fascia di popolazione oggi inattiva che al raggiungimento di un aumento progressivo contrario potrebbe dare ancora molto in per l’età media alla quale i lavoratori termini di produttività del lavoro. dovranno smettere di lavorare. L’Italia nel 2001 mostrava un tasso di occupazione per i L’attuale struttura demografica italiana ed lavoratori fra i 55 e i 64 anni del 28,1%. Fra il europea al 2000 e il 2003, si è avuto un incremento ripensamento dell’intero sistema di welfare. raggiungendo un tasso di occupazione per In merito, le prime sollecitazioni sono giunte questa fascia di età del 30,3% mentre nel dalle decisioni dell’Unione Europea che, nel 2005 il valore italiano si attestava al 31,4%, Consiglio Europeo di Stoccolma del 2001, ha ben al di sotto del valore medio europeo del proposto, per il 2010, un traguardo del 50% 42,5% (Tabella 4.1). Tabella 4.1 induce, senza dubbio, L’Italia e gli obiettivi europei. Valori al 2005 Obiettivo Lisbona Stoccolma Barcellona Descrizione (entro il 2010) Tasso di occupazione generale Tasso di occupazione femminile Tasso di occupazione dei lavoratori 55-64anni Età media di uscita dal mercato del lavoro Valore da raggiungere Valore medio europeo* Valore italiano Distanza dall’obiettivo (assoluta)** Raggiungimento dell’obiettivo (%)*** 70,0% 63,8% 57,6% 12,4% 82,3% 60,0% 56,3% 45,3% 14,7% 75,5% 50,0% 42,5% 31,4% 18,6% 62,8% 65,4anni 60,9anni 59,7anni 5,7anni 91,3% * media Ue25 ** calcolata come differenza tra il valore obiettivo e il valore reale italiano *** percentuale calcolata come rapporto tra il valore italiano sul valore obiettivo Fonte: elaborazioni su dati Eurostat, 2006b- M. Stranges, 2008. 27 In ogni caso, nonostante un lieve aumento Il caso italiano percentuale, rimaniamo fortemente al di problematico sotto dei livelli indicati dall’UE con un tasso di d’imprese occupazione degli older workers nel 2009 pari Management (Ilmarinen, 2007) coerenti con al 33,8%. Più in generale, rispetto alle gli obiettivi collettivi di allungamento della tendenze di progressivo e inarrestabile vita media attiva: sono, per esempio, poco invecchiamento demografico, i principali sviluppate pratiche di pianificazione delle indicatori del mercato del lavoro evidenziano, carriere, nonostante un’inversione di tendenza degli aggiornamento professionale. Le politiche ultimi anni, un basso livello occupazionale attive del lavoro, nonostante interessanti nelle classi d’età mature, riproponendo con sperimentazioni a livello locale, sono ancora forza una situazione che è stata definita come lontane il “paradosso dell’invecchiamento funzionale dell’invecchiamento attivo come linee guida in società demograficamente senescenti” per supportare lo sviluppo dei percorsi (Carrera, Mirabile, 2000). In Italia, se da una lavorativi sull’intero arco del corso di vita. In parte le riforme previdenziali hanno puntato particolare, la debolezza della formazione a ritardare il pensionamento, dall’altra, nel continua (Isfol, 2008) rappresenta un freno mercato del lavoro risultano ancora poco allo sviluppo di un approccio innovativo sviluppate le azioni rivolte al sostegno all’invecchiamento attivo se si considera, dell’occupazione delle persone avanti con gli come scrive Orio Giarini, che “la formazione, anni. anche quella continua, non deve limitarsi solo per resta l’inerzia nell’adottare di tutela particolarmente del sistemi della dall’incorporazione sistema di salute dei Age e di principi all’aggiornamento della specializzazione di ciascuno, ma deve permettere e facilitare il cambiamento di direzione, nel corso della vita, con attività consone a ogni gruppo di età” (2005). 28 4.2 Distribuzione demografica e trend evolutivi Le aziende intervistate percentuale significativa aziendale senior generazionali e mostrano di una uno o più cluster demografici (Grafico 4.1). Il popolazione dato mostra come, spesso, nei contesti frequenti accompagnati vuoti organizzativi non siano state messe in atto da politiche di pianificazione strategica degli concentrazioni della popolazione aziendale in organici. Grafico 4.1 Fonte: Ricerca “Quale People Mix in azienda: rischi e opportunità”, ELIS-Hay Group, 2010 Le percentuali sono state calcolate su 9 delle 13 aziende che costituiscono il campione della ricerca La frequente assenza in azienda di politiche demografiche lungimiranti riflette una più generale situazione di contesto in cui si insinua la percezione dell’importanza del fenomeno, pur nell’assenza di azioni tanto politiche quanto normative in grado di tener testa agli inarrestabili cambiamenti xii demografici . La previsione espressa dalle aziende intervistate sui trend evolutivi conferma la persistenza e il consolidamento di vuoti generazioni, dovuti, in particolare, all’assenza della classe intermedia, accanto a una tenuta della numerosità della popolazione aziendale seniorxiii (Grafico 4.2). Più in generale, emerge la consapevolezza che in futuro il people mix in azienda sarà molto diverso e sempre più variegato, con la conseguente necessità per le imprese di un assetto demografico non subito ma programmato. 29 Grafico 4.2 Fonte: Ricerca “Quale People Mix in azienda: rischi e opportunità”, ELIS-Hay Group, 2010 Tutte le rilevazioni statistiche e gli studi finalizzate a garantire l’occupabilità degli sociologici concordano nel prevedere un Over55 innalzamento media: imprenditoriale tesa a prolungare la vita l’invecchiamento demografico s’identifica, lavorativa attiva degli ultracinquantenni. In infatti, come un fenomeno, caratteristico del particolare, le aziende dovranno far fronte contesto europeo, dovuto a una diminuzione alle delle all’evoluzione nascite della vita accompagnata da un contestuale allungamento della vita media. Per effetto di queste dinamiche, in Italia si aziendali e sulle relative politiche demografiche e gestionali. Appare evidente la necessità di politiche attive del lavoro una conseguenze della cultura legate composizione Perdita del know how con scenari, specie turnover il 15% prima del 2015. Le implicazioni del come lo sono le implicazioni sui contesti comuni di nei contesti altamente tecnologici, di 65 anni sulla popolazione totale raggiungerà sistema pensionistico sono evidenti così più l’adozione demografica aziendale: prevede che la percentuale di anziani oltre i fenomeno sulla sostenibilità finanziaria del e non disponibili tanto sul mercato quanto in azienda; Scontri generazionali tra popolazioni aziendali lontane in termini anagrafici e culturali; scontri, del resto, acuiti dai frequenti vuoti demografici della popolazione intermedia che ha, per sua 30 natura, una funzione di mediazione e Necessità di un efficientamento delle filtro tra gli estremi anagrafici; strutture manageriali Implementazione di modelli gestionali sviluppo di più attenti alla retention, in particolare orizzontali adatte a un contesto in delle popolazioni più giovani che sono continua evoluzione, che, se da un lato, caratterizzate da un forte individualismo incontrano le aspettative professionali e una scarsa fidelizzazione; dei più junior, dall’altro, si scontrano con Sviluppo di politiche di gestione delle la cultura delle popolazioni senior. strutture attraverso lo organizzative diversità generazionali e, più in generale, del people mix in termini non solo anagrafici ma anche culturali e di genere; 4.3 Perfomance e Produttività Le evidenze di contesto generale mostrano convenienza per le aziende nel sostituire come il prolungamento della vita lavorativa personale anziano, la cui gestione è irrigidita sia ricercato soprattutto per salvaguardare gli e costosa, con nuovi ingressi di giovani equilibri del sistema pensionistico, ma non è operatori, gestibili almeno all’inizio con valorizzato pienamente nel suo effettivo e formule più agili e che non impegnano i polivalente potenziale. Le cause di questo datori di lavoro in una prospettiva di lungo dato possono essere collegate a una serie di periodo. Si registra, infine, la persistenza, nel ostacoli alla valorizzazione dei lavoratori contesto interno di molte organizzazioni del senior. Innanzitutto, le misure di flessibilità, nostro tempo, di un “paradigma del deficit”, introdotte negli ultimi anni nella regolazione riferito ai lavoratori più anziani, le cui dei in prestazioni vengono diffusamente ritenute particolare le fasi di primo inserimento nel inferiori a quelle dei giovani a causa del lavoro e molto meno le fasi successive. Si deterioramento delle abilità mentali e fisiche. rileva, Si rapporti inoltre, di lavoro, la diffusa riguardano presenza, in enfatizza, quindi, l’aspetto negativo particolare in Italia rispetto agli altri Paesi dell’età, associandola a una perdita di abilità europei, di sistemi normativi e meccanismi e a una diminuzione della performance fisica, contrattuali una senza dare importanza agli aspetti che hanno strettamente un valore positivoxiv e ignorando anche i progressione che determinano retributiva correlata all’anzianità. Si crea così una 31 diffusi riscontri empirici che smentiscono tale considerando il più alto costo del lavoro dei assunto. senior. Dalla ricerca, in generale, non si riscontra un Il dato trova riscontro in una diffusa tendenza calo di performance negli Over45. delle Molto aziende verso una progressiva dipende dalla tipologia di lavoro: su ruoli più marginalizzazione degli Over45 a favore dei professionalizzati e la giovani che costano meno, non considerando, performance tende a essere più alta per i spesso, la conseguente perdita del know how senior. Le variabili che su questi ruoli tecnico e privilegiando, in questo modo, gli incidono pesantemente sull’alto livello di effetti di breve termine sulla produttività performance, popolazione aziendale. Si deve trovare, invece, un senior, sono il forte know how tecnico e bilanciamento tra il costo e la qualità del l’esperienza maturata. Si registra, inoltre, un lavoro, attraverso una diversa gestione della alto livello di performance degli Over45 produttività orientata a benefici di lungo legato all’affidabilità e alla motivazione, termine che abbiano effetti stabili e incisivi mentre i junior appaiono maggiormente sul business aziendale. volubili e caratterizzati da una minore Emerge, in sostanza, la necessità di dover dedizione al lavoro, spesso collegata ad una gestire la produttività aziendale in modo remunerazione più bassa. Emerge, di contro, diverso. Fino a oggi, è stata gestita facendo un calo di performance delle popolazioni più leva principalmente sulla riduzione del costo anziane sui ruoli più operativi in termini di del lavoro e, spesso, sulla sostituzione di prestazione e dove le tecnologie tendono a lavoratori più senior e costosi con altri più una rapida obsolescenza. giovani ed economici. E’, invece, sempre più La produttività mostra livelli percentuali simili necessario lavorare sulla perfomance, agendo a quelli riscontrati per la performance. Infatti, sulla valorizzazione, motivazione e capacità di si registra una maggiore produttività delle contribuire popolazioni più anziane su ruoli aziendali di Questa prospettiva appare l’unica strada responsabilità, in quanto, relativamente a realisticamente percorribile in un contesto questi, il costo del lavoro più alto è caratterizzato dal progressivo innalzamento proporzionato a una performance più elevata. dell’età media degli organici aziendali. Il Di contro, escludendo le posizioni più alte, management potrà far leva sempre meno sul per le quali l’esperienza e il know how fanno costo del lavoro e sarà chiamato sempre più a la differenza, sugli altri ruoli si registra una governare maggiore produttività dei lavoratori junior performance per innalzare il livello di di responsabilità associato alla dell’organizzazione le leve esistente. gestionali della 32 produttività aziendale. Questa rinnovata prospettiva, contribuendo a prolungare e prospettiva manageriale porta con sè il migliorare la qualità della vita professionale, superamento del “paradigma del deficit” e attraverso soluzioni intese a garantire pari una riaffermazione dei senior come veri opportunità depositari del know how aziendale. La loro prescindere dall’età, e orientate a valorizzare esperienza, infatti, costituisce un riferimento il “ciclo evolutivo delle competenze, legato per alle i più giovani, fornendo stabilità, per diverse tutti i lavoratori, fasi della a vita affidabilità e continuità. Le aziende, in professionale”(Lieberum-Heppe-Schuler, definitiva, devono adottare una strategia in 2005). 4.4 Il paradigma del ciclo evolutivo delle competenze, legato alle diverse fasi della vita professionale (Lieberum-Heppe-Schuler, 2005) Se si accoglie l’ipotesi di tre distinte fasi del modello del ciclo di vita riconosce alcuni normale ciclo di vita professionale e di effetti negativi dell’età come la diminuzione carriera di un lavoratore, per esempio della performance fisica e della capacità di secondo la suddivisione 15-30 anni, 30-45 e apprendimento, 45-65, una serie di studi di ordine psicologico facilmente confutabili. Si tratterebbe, in ogni e gerontologico suggeriscono che le persone caso, di due ordini di effetti di segno opposto, più anziane, mentre perdono alcuni aspetti che della precedente capacità lavorativa, vengono sostanziale bilanciamento. All’interno del a disporre però di competenze non possedute quadro tratteggiato, un’organizzazione del in modo significativo nelle fasi precedenti lavoro attenta a valorizzare le potenzialità (Figura 4.1). L’ipotesi suffragata da alcuni di proprie questi studi è, dunque, la seguente: il professionale dei lavoratori aiuterebbe a progredire dell’anzianità comporta non solo i sviluppare ulteriormente il contributo dei vantaggi comunemente associati lavoratori senior, facendo leva anche su all’esperienza (familiarità diversi quegli aspetti dell’evoluzione tecnologica che problemi, conoscenza dei con i “trucchi pregiudizi, determinerebbero di ciascuna del resto, comunque fase della un vita del relativizzano l’importanza della prestanza mestiere” e del contesto operativo, etc.), ma fisica per molti tipi di attività lavorative. In anche un sostanziale miglioramento delle particolare, l’evoluzione competenze sociali e di relazione (Lieberum- farmacologica dell’ultimo Heppe-Schuler, 2005). Di pari passo, il diminuito l’effetto di quei fattori negativi medica trentennio e ha 33 legati all’età, quali la malattia e il conoscenza, viene meno quel nesso lineare deperimento fisiologico, migliorando la salute tra competenze tecniche degli individui e producendo, quindi, un applicazione aspetto favorevole legato alle classi d’età più rivalutano, quindi, l’esperienza e la sensibilità mature. L’innovazione tecnologica intesa in acquisita sul campo; in questo, le risorse di senso ampio, comprensivo delle connesse esperienza diversificata, di un vissuto di più modificazioni d’ordine organizzativo e socio- lunga durata possono divenire preziose, ambientalexv, gioca anch’essa potenzialmente anche se non si possono considerare un a favore dell’impiego lavorativo delle classi portato “automatico” dell’età. orientata ai predefinite e risultati. Si d’età mature. Infine, si manifestano ormai pesantemente gli effetti della terziarizzazione dell’economia e, nella moderna società della Fig. 4.1 Ciclo di vita delle competenze (Liederum-Heppe-Schuler, 2005) Fonte: G. Rebora, 2005 in “Troppo vecchi a quarant’anni? Come sopravvivere al giro di boa nel mondo del lavoro.”, P. Iacci (a cura di) 34 4.5 Formazione e modalità di apprendimento La prima motivazione addotta per giustificare Dalla ricerca emerge tutta la complessità del l’emarginazione del lavoratore senior dal fenomeno: da un lato, infatti, si osserva la mercato del lavoro riguarda il mancato persistenza del “circolo vizioso” legato alle aggiornamento, soprattutto la mancanza di presunte minori capacità di apprendimento alfabetizzazione non dei seniorxvii, mentre dall’altro è chiara la conoscenza delle lingue stranierexvi. In realtà, consapevolezza della necessità di interventi il nucleo del problema riguarda la percezione formativi e di sviluppo che rispondano alle delle imprese e dei singoli soggetti su questo specifiche esigenze delle diverse popolazioni tema. Le imprese sono convinte che la aziendali, Over45 compresi. informatica e la persona matura non possa aggiornarsi o imparare cose nuove e il singolo, convinto di essere ormai “fuori dal giro”, non si attiva, finendo così per autoescludersi spontaneamente. Si tratta di un classico circolo vizioso che è necessario superare attraverso un profondo cambiamento culturale, sia all’interno delle organizzazioni, sia nell’atteggiamento delle singole persone di fronte al lavoro. E’ scientificamente dimostrato, infatti, che le capacità di apprendimento sul lavoro di una persona matura cominciano a non essere paragonabili a quelle di un trentenne o quarantenne solo una volta superata la soglia dei 70 anni (Baroni,2004). Fino ad allora, se la persona è motivata allo all’applicazione, sforzo può mnemonico continuare e ad apprendere con successo, potendo così rispondere adeguatamente alle necessità professionali. In molte aziende intervistate, si riscontra un numero ridotto o la mancanza di percorsi di formazione e sviluppo disegnati per il personale più senior, volti a sviluppare una maggiore autoconsapevolezza, recuperare motivazione e riconvertire/riqualificare, fiducia, sviluppare competenze trasversali e permettere un miglior trasferimento del know how a colleghi più giovanixviii. Alcune aziende, in sostanza, preferiscono dedicare il budget della formazione a risorse più giovani nella convinzione che hanno più tempo per ripagare l’investimento fatto dall’organizzazione su di loroxix. Questo fenomeno è accentuato dalla percezione che alcuni senior possano avere una minor motivazione ad apprendere e un atteggiamento di chiusura nei confronti della formazionexx. L’atteggiamento di chiusura, in molti casi, deriva dall’aver vissuto negli anni la formazione più come un’attività di routine, 35 senza averne colto appieno il valore, alla bassa motivazione all’apprendimento piuttosto che come una scelta dettata riguarda la consapevolezza dei senior di non dall’interesse personale e finalizzata allo poter sviluppo delle competenze professionali in avanzamenti di carriera, tanto per il livello un’ottica di employability. Gli Over45 sono organizzativo cresciuti avendo in mente che il periodo della l’appiattimento delle strutture aziendali, formazione è relegato all’età scolare e che, sempre più orizzontali rispetto alle strutture dopo, s’impara solo sul campo, facendo le verticistiche e gerarchiche del passato. cose. Questo è vero, ma solo in parte. Il Questo fattore richiama la necessità di cosidetto lifelong job, il mestiere di tutta una soluzioni organizzative specifiche che siano in vita, inizia, infatti, a essere un ricordo del grado di valorizzare i lavoratori senior passato e il suo posto è preso dal concetto all’interno degli inevitabili cambiamenti in dell’occupabilità, atto nei contesti aziendali e far fronte alle in altre parole la ottenere ulteriori raggiunto promozioni quanto e per rivendibilità sul mercato del lavoro delle nuove sfide del competenze personali possedute. Cambia il secondo fattore indicato dagli intervistati fa concetto di formazione aziendale: da attività riferimento, invece, alla presenza, in molti che l’organizzazione erogava in relazione ai contesti organizzativi, di corsi a catalogo che propri dei le popolazioni aziendali più senior hanno già lavoratori a nuova richiesta da parte dei avuto modo di frequentare e, quindi, singoli che vogliono difendere il loro valore all’assenza di interventi formativi progettati sul mercato del lavoro, interno ed esterno ad hoc per queste classi d’età. Il dato all’organizzazione Al contrasta con un’evidenza cruciale, secondo concetto di lifelong job si è sostituito, in la quale la formazione è il punto cardine su sostanza, il nuovo concetto di lifelong cui poggiano tutte le strategie di evoluzione learning. del mercato del lavoro per gli Over45. interessi La di aggiornamento di appartenenza. bassa motivazione contesto postmoderno. Il all’apprendimento dei senior è, invece, Strategie formative riconducibile sostanzialmente a due ordini di aggiornare e arricchire le competenze. Più in fattori che mostrano l’urgenza di ripensare, generale, possiamo dire che a fronte di un da un lato, le politiche aziendali per generale valorizzare il ruolo e le competenze degli conoscenze, legato alla rapidità con cui il Over45 e, dall’altro, l’offerta formativa in sapere si evolve nell’odierna società della modo che risponda al reale fabbisogno delle conoscenza, classi più mature. Il primo fattore connesso aggiornamento progressivo e continuo delle rischio è di per riqualificare, obsolescenza indispensabile delle un 36 competenze per tutti i lavoratori, Over45 L’assenza di una politica lungimirante sul compresi. La formazione continua, quindi, fenomeno contrasta, dunque, con l’urgenza non solo assume un notevole rilievo tra le di ripensare all’interno dei contesti aziendali politiche per la competitività e la crescita, ma la formazione in modo che risponda alle reali è strettamente correlata alle politiche del esigenze delle popolazioni aziendali più welfare e ogni tentativo di prolungamento mature e che sia progettata tenendo in della vita attiva sarà più riuscito laddove il attenta lavoratore sarà beneficiato di opportunità di apprendimento propri degli adultixxi. E’ pur formazione vita vero, in ogni caso, che le direzioni del professionale. Le aziende sono chiamate a personale cominciano a rendersi conto che orientare in maniera strategica le azioni hanno formative e di sviluppo, valutandone il manutenzione della capacità di imparare e di ritorno dell’investimento e superando il adattarsi ai contesti in continua evoluzione, timore che spesso accompagna gli interventi attraverso azioni di ripensamento delle azioni formativi predisposti tanto per i più giovani di formazione e di sviluppo in una direzione quanto per la popolazione più matura. Nel che sia maggiormente inclusive e che primo caso, il timore è legato a problemi di risponda alle specifiche esigenze delle diverse retention nei confronti di una classe d’età popolazioni aziendali. Il 55% delle aziende caratterizzata di intervistate, infatti, dichiara la necessità di da predisporre interventi di formazione e un’appartenenza all’organizzazione di tipo sviluppo specifici per le diverse classi d’età strumentale più che affettivo. Nel caso delle che compongono gli organici aziendali, popolazioni più anziane, invece, il timore è sempre più diversificati per cultura, stili di legato alla loro fuoriuscita dal mercato del vita e storia professionale. Relativamente alla lavoro, soprattutto in un contesto in cui le popolazione più giovane, viene indicata la condizioni lavorative, ancora prevalenti in necessità di un forte investimento formativo gran parte dei contesti organizzativi di sul fronte tecnico accanto a interventi di imprese ed enti, non sembrano tali da tutorship e job rotation, finalizzati a una motivare più di tanto le persone a protrarre conoscenza nel organizzativo nel da fidelizzazione pensionistiche un della basso all’azienda tempo soprattutto corso la a propria fronte spesso sua livello e occupazione, di considerazione il compito di approfondita in gli stili promuovere del di la contesto affiancamento alle prestazioni popolazioni più mature. Invece, gli interventi decisamente formativi ritenuti auspicabili per gli Over45 vantaggiose. 37 sono riconducibili a quattro macrocategorie per valorizzarne l’esperienza e il ruolo specifiche: all’interno dell’azienda. Ci si riferisce, in 1. Interventi di Self awareness, finalizzati a motivare le persone e a svilupparne comportamenti organizzativi in linea con i nuovi contesti organizzativi che appaiono più piatti e orizzontali rispetto sostanza, alla necessità per le aziende di comprendere appieno il patrimonio di competenze e conoscenze posseduto dai senior al fine di metterlo al servizio delle giovani leve e di tutta l’organizzazione. al passato, attraversati da cambiamenti In sintesi, in un contesto di business in cui la continui e sempre più orientati a fonte della ricchezza non è più costituita dal meccanismi di crescita che premiano dominio delle materie prime, delle tecnologie dimensioni diversexxii; o degli impianti, ma soprattutto dalla 2. Interventi di Self efficacy, indirizzati allo sviluppo dell’autostima delle persone attraverso una presa di coscienza delle proprie capacità di organizzare le azioni necessarie per conseguire determinati livelli di prestazione; 3. Interventi conoscenza e dalla d’apprendimento, la catena capacità del valore dell’impresa si sposta verso le attività knowledge intesive e diventa cruciale investire sulla valorizzazione del capitale umano. In quest’ottica, occorre ritrovare un nuovo senso della formazione nelle di riqualificazione organizzazioni e, in particolare, scoprire più ritenuti necessari, in forti e nuove motivazioni per individui ricchi alla di esperienza e competenze, per il loro e tecnologia, ai processi di business e alle l’altrui benessere, in modo da non sperperare procedure aziendali, per sostenere il la risorsa più importante che abbiamo, i prolungamento della vita attiva dei nostri anni di vita. professionale, particolare, su aspetti legati lavoratori maturi; 4. Interventi, infine, di Knowledge Transfer orientati a sviluppare nelle popolazioni più anziane la capacità di trasferire conoscenze e competenze ai più giovani 38 4.5.1 L’apprendimento lungo tutto l’arco della vita A partire dal 1996, anno europeo del lifelong simbolica learning (LLL), l’educazione degli adulti ha permanente, iniziato a essere interpretata sempre più dall’UNESCO negli anni ’70 (Lengrand, 1970) come chiave per lo sviluppo e l’aumento della e che ha acquisito negli anni sempre competitività (Alberici, 1999), in connessione maggiore con il passaggio dalla “società del lavoro” alla strategie di sviluppo economico e sociale. Al “società della conoscenza” (ISFOL, 2004), ma livello europeo, questa centralità ha avuto anche come strategia per fornire strumenti come risultato l'adozione, da parte di molti efficaci di lotta all’esclusione sociale e di paesi, di politiche fondate sulla relazione tra integrazione formazione, (Mezzana, Quaranta, 2004). Montefalcone, Queste nel concetto che centralità è di educazione stato nell'ambito inserimento di lanciato delle gruppi nuove svantaggiati e lotta all'esclusione sociale. interpretazioni dell'educazione degli adulti, Politiche che testimoniano l’assunzione di che vengono trainate da numerosi fattori di una visione trasversale dell’apprendimento a natura della supporto delle strategie generali relative ai popolazione), economica (competitività nel giovani, all’impiego, all’inclusione sociale e mercato globale), e tecnologica (rapidità dei alla ricerca (M. Cacace; S. Taurelli). In cambiamenti) (Merriam, Caffarella, 1999), particolare, vanno di pari passo con alcune significative costituisce una pratica irrinunciabile per far trasformazioni campo fronte ai nuovi assetti demografici delle dell'istruzione, descritte efficacemente con società a economia avanzata caratterizzati da una serie di opposizioni: da teacher-centred a un aumento progressivo della popolazione learner-centred; dal curriculum classico ai più anziana e dalla conseguente necessità di programmi modulari o personalizzati; dal sviluppare sapere come finalizzate a prolungare la vita attiva degli costruzione continua; dal teorico al pratico ultracinquantenni. E’ proprio all’interno di (Jarvis, 2001). Si tratta, in sostanza, dello questo scenario che emerge la necessità per spostamento dell’attenzione dagli aspetti le organizzazioni di promuovere la già citata istituzionali al manutenzione della capacità di imparare e di soggetto che apprende e alle sue necessità e adattarsi ai contesti in continua evoluzione e, caratteristiche Questo per agire efficacemente, le imprese devono spostamento del focus ha una tappa tenere in attenta considerazione quelle che demografica in corso depositato del (struttura al sapere percorso (ISFOL, nel formativo 2004). la formazione politiche attive permanente del lavoro, 39 sono riconosciute dell’apprendimento come nei le specificità soggetti adulti. Queste specificità sono descritte nella teoria dell’apprendimento degli adulti che ha trovato in Malcom Knowles il suo massimo esponente (1970). 4.5.2 L’apprendimento degli adulti Numerose ricerche (Bruner, 1961; Erikson, nell'esaminare i vantaggi che trarranno 1964; Getzel e Jackson, 1962; Bower e dall'apprendimento (Tough, 1979). Il primo Hollister, e compito del facilitatore dell'apprendimento Stevenson, 1960; Robinson, 1988; Smith, è, dunque, aiutare i discenti in questo 1982; Stevenson-Long, 1979; White, 1959) risveglio di consapevolezza. 1967; Cross, 1981; Iscoe fanno ipotizzare che, man mano che gli individui maturano, il loro bisogno e la loro capacità di essere autonomi, di utilizzare la loro esperienza, di riconoscere la loro disponibilità ad apprendere e di organizzare il loro apprendimento attorno a problemi della vita reale crescano costantemente dall'infanzia fino alla preadolescenza e poi assai rapidamente durante l'adolescenza. I soggetti adulti hanno, quindi, nel processo di formazione delle loro specificità che è Il concetto di sé del discente: man mano che una persona matura e diventa adulta, il concetto di sé passa da un senso di totale dipendenza a un senso di crescente indipendenza e autonomia. L’adulto deve sentire che il proprio concetto di sé viene rispettato dall’educatore e quindi deve essere collocato in una situazione di autonomia (contrapposto a una situazione di dipendenza). necessario tenere in attenta considerazione, Il affinchè lo specifico intervento formativo sia esperienza degli adulti assicura maggiore realmente efficace e valido. La teoria ricchezza e possibilità d'utilizzo di risorse Knowlesxxiii interne ma può avere anche tratti negativi descrive queste specificità basandosi sui nel senso di una maggiore chiusura rispetto a seguenti presupposti fondamentali: idee nuove e a diverse modalità di approccio. andragogica sviluppata da Il bisogno di conoscere: quando gli adulti iniziano ad apprendere qualcosa per conto loro investono una considerevole energia ruolo dell'esperienza: la maggiore Inoltre, mentre per i bambini l'esperienza è qualcosa che capita loro, per gli adulti essa rappresenta chi sono. Essi cioè tendono a 40 derivare la loro identità personale dalle loro La motivazione: nel caso degli adulti le esperienze. L’esperienza si configura, quindi, motivazioni interne sono in genere più forti come un elemento prioritario da considerare delle pressioni esterne. Tough (1979) ha nella formazione degli adulti tanto come scoperto che tutti gli adulti sono motivati a opportunità quanto come elemento di continuare a crescere e a evolversi, ma che chiusura. Qualsiasi gruppo di adulti sarà più questa motivazione spesso viene inibita da eterogeneo – in termini di background, stile barriere quali un concetto negativo di sé di come apprendimento, motivazioni, bisogni, studente, l'inaccessibilità di interessi e obiettivi – di quanto non accada in opportunità o risorse, la mancanza di tempo. gruppi di giovani. Da qui deriva il grande In questo gioca un ruolo fondamentale la accento posto nella formazione degli adulti promozione sull'individualizzazione strategie soddisfacendo i bisogni psicologici innati di d'insegnamento e di apprendimento, sulle competenza, autonomia e relazione. La tecniche competenza consiste nel sentirsi capaci di delle esperienziali piuttosto che trasmissive e sulle attività di aiuto tra pari. dell'autodeterminazione, agire sull'ambiente sperimentando sensazioni La disponibilità ad apprendere: quanto viene insegnato deve migliorare le competenze e deve poter essere applicato in modo efficace alla vita quotidiana. di controllo personale, l'autonomia si riferisce alla possibilità di decidere personalmente cosa fare e come, mentre il bisogno di relazione riguarda la necessità di mantenere e costituire legami in ambito sociale. Tutti L'orientamento verso l'apprendimento: non questi elementi vanno considerati all’interno deve essere centrato sulle materie ma sulla di setting formativi predisposti per gli adulti. vita reale. Gli adulti, infatti, apprendono nuove conoscenze, capacità di comprensione, abilità e atteggiamenti molto più efficacemente quando sono presentati in questo contesto. Questo punto ha un'importanza cruciale nelle modalità di esposizione dell'insegnante, nella definizione di obiettivi e contenuti e nella progettazione più generale dell'intervento formativo. Un altro approccio teorico che ci sembra particolarmente utile nella comprensione delle caratteristiche dell’apprendimento degli adulti è il modello di apprendimento esperienziale elaborato da David Kolb. Secondo questo modello l'apprendimento sarebbe un processo circolare a quattro stadi: 1. esperienza concreta di una data realtà che avvia e conclude il processo di apprendimento; 41 2. osservazioni e riflessioni, relative all'esperienza, che vengono effettuate analizzando la stessa da differenti prospettive a seconda del proprio campo percettivo (schemi di riferimento operativi e concettuali); questi quattro stadi con i suoi ritmi e le sue specifiche modalità individuali. In relazione a quanto analizzato, diventa strategico predisporre interventi di sviluppo e formazione che tengano conto dei modelli teorici descritti. Si tratta, in sostanza, di dare 3. formulazione di concetti astratti atti a risposte efficaci alla progressiva integrare le osservazioni e le riflessioni smaterializzazione del lavoro e alla crescita precedenti in teorie preesistenti e a dare delle sue componenti intellettuali, attraverso loro un significato di generale validità; interventi formativi che siano in linea con le 4. verifica empirica delle teorie formulate attraverso la sperimentazione dell’estensibilità di tali teorie in nuove situazioni di decisione. esigenze e gli stili di apprendimento delle popolazioni aziendali. In particolare, le imprese sono chiamate a sostenere i tassi di partecipazione al lavoro delle classi d’età più mature, che caratterizzeranno sempre più la Ogni stadio del modello corrisponde a una composizione diversa all'apprendimento- attraverso azioni formative che siano in linea concretezza, riflessione, astrazione, azione- e con le loro esigenze e che superino la ogni individuo, quando compie l'intero stereotipizzazione processo di apprendimento, passa attraverso confronti. attitudine degli organici negativa aziendali, nei loro 42 4.6 Aspettative e valori Una delle caratteristiche più rilevanti del di vantaggio competitivo per le imprese” mercato (Barabino and Jacobs, 2000). del lavoro nei paesi economicamente sviluppati è il progressivo incremento di diversità nella forza lavoro, che porta le imprese a registrare un aumento di eterogeneità degli organici in termini culturali, di genere e anagrafici. In particolare, nelle moderne organizzazioni coesistono diverse generazioni portatrici di valori e subculture differenti, con aspettative professionali e stili di vita propri. Si tratta di veri e propri microcosmi generazionali che esprimono modelli interpretativi di senso e subculture spesso in contrapposizione tra loro. Le aziende sono chiamate a far fronte al fenomeno attraverso modelli gestionali che siano in grado di gestire efficacemente le diversità generazionali, non sempre lette o comprese appieno. Il management deve dare risposte adeguate ai diversi bisogni e alle diverse aspettative, istaurando un dialogo e un confronto costruttivo e arricchente tra le parti in gioco. Il tutto nella consapevolezza che “l’eterogeneità rappresenta di per dei sé lavoratori un non vantaggio competitivo per le imprese” (Guest, 2002; Purcell et al., 2003). “Per portare benefici la diversità deve essere, infatti, gestita in modo efficace, efficiente ed equo: è la gestione consapevole della diversità che diventa fonte Le aziende intervistate concordano nell’associare alle popolazioni più giovani e alle classi più mature aspettative professionali e valori contrapposti, facendo emergere un quadro del tutto in linea con le più generali evidenze sociologiche e di contesto generale. Le aspettative degli Over45 riguardano, infatti, il consolidamento della propria all’interno carriera dello professionale stesso contesto organizzativo, mentre i junior propendono per una crescita attraverso una diversificazione professionale in contesti aziendali diversi. Questo dato trova conferma nei valori definiti all’unanimità dagli intervistati come propri delle due generazioni a confronto. Così, l’Appartenenza all’azienda come collettività, che rappresenta la 43 dimensione valoriale comune ai senior, all’interno di un percorso di progressione diventa un’Appartenenza all’azienda di tipo professionale strutturato e verticale. I più strumentale per le popolazioni più giovani. giovani, invece, nutrono aspettative di Più in generale, mentre le classi mature si crescita professionale in tempi stretti e in fanno portatrici di valori tradizionali, quali il modo multifunzionale e orizzontale, in linea, forte di del resto, con la tendenza attuale delle appartenenza all’azienda, la fedeltà verso organizzazioni verso l’implementazione di l’organizzazione intesa come comunità di strutture piatte e flessibili. Proprio questo appartenenza, verso tipo di aspettative dei giovani, spesso, entra riconoscimenti collettivi, il rispetto delle in contrasto con i tempi relativamente lunghi gerarchie e la stabilitàxxiv, i più giovani di progressione in carriera caratteristici dei esprimono valori alla contesti organizzativi caratterizzati, ancora, dimensione collettiva quella da una struttura verticale e gerarchica. Il individuale. Emerge una forte propensione contrasto, poi, si accentua nell’attuale delle classi d’età più giovani verso le scenario di crisi economica, che porta a una dinamiche individuali e i nuovi modelli generale situazione di stallo dei percorsi di gestionali management crescita professionale nelle organizzazioni. Le basati sui sistemi di valutazione della aspettative dei senior tendono a riferirsi, prestazione come elemento prioritario della invece, a due tipologie di fattori: senso d’identità la di e l’orgoglio propensione meno collegati e più performance progressione a professionale. I junior esprimono una tendenza molto forte alla crescita professionale e alla concezione dell’azienda intesa non più come comunità di appartenenza ma come contesto in cui poter sviluppare le proprie competenze 1. un riconoscimento delle competenze e dell’esperienza, non solo in termini economici ma anche attraverso attività di trasferimento del know how alle generazioni più giovanixxv; professionali da rivendere, poi, dentro e fuori 2. l’implementazione di modelli gestionali l’organizzazione, all’interno di percorsi di di work family balance che soddisfino le carriera paralleli e molteplici. E’ proprio sulla esigenze di conciliazione tra tempo di dimensione della carriera che emerge una lavoro e tempo privatoxxvi. forte contrapposizione in aspettative professionali generazioni. I senior termini tra mostrano, le di due infatti, Infine, è interessante notare come l’attuale crisi economica renda la stabilità, che è una dimensione valoriale propria dei senior, un aspettative di crescita nel proprio ruolo 44 valore di forte riconoscimento anche per i più bassi livelli di engagement e appaiono poco giovani. fidelizzati all’azienda”. Ancora una volta, Infatti, intervistate molte hanno delle espresso aziende una forte emerge, dunque, l’urgenza di politiche preoccupazione proprio in relazione a una gestionali orientate a mappare gli organici presunta difficoltà a trattenere i più giovani, aziendali e a scegliere il “giusto” mix soprattutto una volta superata l’attuale crisi gestionale. economica, in quanto “i junior mostrano 4.6.1 Diverse generazioni a confronto Il dibattito sul “generation divide” è oggi più Technology, di Internet, dell’iPod che vive le che mai aperto e sono evidenti i rischi contraddizioni dell’inserirsi in un mercato del connessi al salto culturale senza precedenti lavoro caratterizzato da occupazioni flessibili che esiste tra le diverse generazioni. In e precarie. L’ingresso di questi giovani nel particolare, alla mondo del lavoro determina la necessità di “Generazione Y” (Tabella 4.2), nati negli anni attivare differenti approcci da parte delle Ottanta, imprese i giovani costituiscono particolarmente critica appartenenti una merito nella selezione, formazione e alle gestione di questi nuovi lavoratori, nonché di politiche di gestione e sviluppo delle Risorse costruire sistemi e meccanismi in grado di Umane. E’ una generazione cresciuta nell’era farli convivere e integrare con i lavoratori dell’Information appartenenti alle precedenti generazioni. & in popolazione Communication Tabella 4.2 Quattro generazioni a confronto 45 La definizione di nuove politiche di Human aziendali? Le conseguenze di un generation Resources Management richiede però una mix non gestito sono intuibili. Aspettative profonda degli disattese, processi interessi e delle aspettative professionali che inefficaci, rallentamento caratterizzano la “Generazione Y”. Su tale decisionali, insoddisfazione, scetticismo e argomento l’Istud conduce da anni un sfiducia reciproca, diversa interpretazione programma di ricerca culminato nel 2009 nel delle priorità e volume “Generazione Y” (Boldizzoni, Sala, allineamento rispetto agli obiettivi sono solo 2009). Nell’introduzione, Boldizzoni paragona alcune delle conseguenze possibili della gli Yers a nuovi Holden, evidenziando nei presenza di due mondi che appaiono giovani di oggi la stessa “ambizione alla non profondamente diversi nella stessa azienda. ambizione” e il desiderio di differenziarsi dai La padri che aveva caratterizzato il giovane influenzando la riflessione sui processi di Holden di Salinger. Ciò che differenzia socializzazione, valutazione e motivazione. profondamente il vecchio dai nuovi Holden è Come gestire la diversità? Le aziende e i la tecnologia, che permette un salto quantico Responsabili HR hanno due strade davanti a nel modo in cui i giovani di oggi s’informano, loro: continuare con politiche e modelli socializzano, comunicano, si organizzano. Ma comportamentali soprattutto, i nuovi Holden sembrano dare omogeneizzanti volti a perpetuare nelle alle cose importanza e segno diversi dai loro prossime generazioni i modelli valoriali padri. Cosa succede allora quando gli Yers elaborati dalle generazioni passate, oppure entrano nelle imprese? Quando questa tentare di capire a fondo il nuovo portato di diversità dalla società si sposta alle imprese, aspettative, comportamenti, interpretazioni che per definizione dovrebbero essere del mondo di chi sta iniziando a proporsi al comunità di individui orientati nella stessa mercato del lavoro e provare ad adattarsi direzione per il raggiungimento degli obiettivi valorizzando il generation mix. conoscenza dei valori, questione è di comunicazione dei processi degli obiettivi, scarso complessa e cooptativi sta già e 46 4.7 Motivazioni, engagement e disagio In un contesto di business in cui i mezzi di fidelizzazione all’azienda di appartenenza, il produzione sono di proprietà dei lavoratori e senso del sacrificio nel lavoro, la passione e la la de-materializzazione determina lo sviluppo motivazione verso l’attività svolta, la stabilità di attività knowledge intensive, il capitale e la crescita professionale di tipo verticale. Gli umano diventa la vera risorsa strategica su Under35, invece, esprimono una motivazione cui investire attraverso innovativi sistemi legata a dimensioni valoriali diverse che gestionali. Il problema è sapere e volere appaiono in contrasto con quelle delle gestire il nuovo capitale, attraverso politiche generazioni più mature e che lasciano organizzative che sappiano valorizzarlo e prevedere promuoverne Predisporre fidelizzazione e di turnover elevato. I più innovativi modelli gestionali significa, tra giovani, infatti, manifestano una minore l’altro, mappare le sempre più numerose propensione al sacrificio e un’appartenenza differenze cross generazionali presenti nei all’azienda di tipo strumentale, all’interno di contesti organizzativi odierni e saperne percorsi di crescita multi-aziendali e paralleli. riconoscere l’eterogeneità in termini di valori In generale, quindi, s’intravedono i già citati e aspettative professionali. Questi aspetti, problemi di attraction e retention delle nuove infatti, fidelizzano le persone ai contesti generazioni, aziendali e sono differenti in base alla soprattutto specifica età anagrafica. Le aziende sono, economica, mentre si registra un legame dunque, promuovere molto forte al contesto organizzativo di l’engagement per le diverse generazioni, appartenenza della popolazione più anziana. attraverso differenti Il disagio, invece, viene indicato dagli dimensioni di fidelizzazione all’azienda e una intervistati come una dimensione cross rimozione di quelle forme di disagio, generazionale, che accomuna, quindi, tutte le anch’esse diverse in base alla specifica età generazioni, pur essendo legato a fattori anagrafica. intervistate diversi in base all’età. Il disagio espresso dai concordano nell’indicare forme di disagio e senior spesso è dovuto a una progressiva fattori marginalizzazione per associati, cioè, a specifiche popolazioni riconoscimenti gratificazioni anagrafiche. L’engagement dei senior appare conseguente percezione di costituire un peso legato, infatti, a valori tradizionali, quali la per l’azienda. Il malessere delle popolazioni lo sviluppo. chiamate di una a lettura Le delle aziende fidelizzazione generazionali, uno scenario che al si scarsa manifesteranno superamento e di della mancanza con crisi di la 47 più mature è, inoltre, acuito dal fatto che persistere in alcune aziende, quanto l’assenza vedono allontanarsi l’età pensionabile e di una comunicazione chiara relativa a un prendono contesti percorso di crescita strutturato, che risulta, organizzativi con modelli di progressione invece, propria di quelle imprese che si professionale e di sviluppo diversi da quelli stanno muovendo verso l’implementazione che avevano conosciuto appena entrati in di strutture manageriali di tipo orizzontale, aziendaxxvii. I più giovani, inoltre, vengono in provoca un diffuso malessere nei più giovani. genere percepiti come soggetti in grado di Disagio accentuato dal fatto che i junior esprimere un maggiore potenziale, capaci di trovano spesso dei “tappi organizzativi” in innovare e di apprendere più facilmente le alcuni quadri apicali e dirigenti ricoperti da nuove tecnologiexxviii. A questo si aggiunge il persone senior. L’età anagrafica media della processo di stereotipizzazione negativa nei promozione a posizioni dirigenziali è passata, confronti dei più anziani che si esprime, infatti, dai 38 anni del 1985 ai 43 anni del spesso, in una credenza, tanto diffusa quanto 2010, determinando un rallentamento dei priva di fondamento scientifico, relativa a un percorsi di crescita delle popolazioni aziendali calo delle prestazioni intellettuali e della più giovani e un conseguente problema di capacità lavorativa degli stessi. Alcuni senior motivazione delle stessexxx. Più in generale, è soffrono ruoli di responsabilità ricoperti da l’allungamento dell’età pensionabile ad avere giovani dirigenti e quadri, magari assunti effetti sulla lentezza dei percorsi di crescita dall’esterno. dei profili junior. Concludendo, dalla ricerca consapevolezza Altri, invece, di esprimono malessere nei casi in cui vengono superati, emerge che in nel processo di crescita, dai più giovanixxix intervistate oppure se si trovano a svolgere la stessa generazionali con la conseguenza di un micro attività dei junior, anche se associata a una clima spesso negativo, la perdita di fiducia e retribuzione più alta. Il disagio espresso dalle un conseguente impatto sulla motivazione e generazioni più giovani è riconducibile, la produttività dei gruppi di lavoro. Le invece, essenzialmente alle loro aspettative aziende sono chiamate, allora, ad adottare di crescita professionale in tempi stretti che una non trovano, spesso, realizzazione a causa di promuovere l’engagement tanto dei senior, un generale e diffuso blocco dei percorsi di che appaiono in genere fidelizzati ma, al crescita professionali legato all’attuale crisi contempo, portatori di un forte malessere, economica. Tanto la lentezza dei percorsi di quanto delle giovani generazioni, fortemente carriera verticali, che ancora tendono a individualiste e anch’esse protagoniste di sono strategia in molte presenti delle aziende disagi prospettiva cross tesa a 48 forme, seppur diverse, di disagio. Le aziende azioni. Un alto engagement unito a un alto devono particolare, enablement aumenta, infatti, il numero di l’enablement per le diverse generazioni al dipendenti con performance superiori alle fine di rimuovere le barriere all’azione e aspettative di circa il 40%xxxi. promuovere, in trasformare il loro entusiasmo in risultati e 4.8 Politiche HR di gestione del people mix Nei contesti organizzativi si cercato di disegnare percorsi accelerati di registra una generale mancanza di politiche formazione e sviluppo. L’affermazione di una del personale differenziate finalizzate al politica gestionale strategica che tenga conto riconoscimento e alla valorizzazione delle della demografia aziendale passa, invece, per varie generazioni presenti in azienda. Il dato il riconoscimento del personale di tutte le contrasta con l’evidenza indicata in modo classi d’età e per lo sviluppo di un ambiente concorde dagli intervistati e relativa alla già interno citata presenza in azienda di aspettative e intergenerazionale. Favorire una cultura dello valori generazionali spesso “antitetici” a cui il scambio management è chiamato a dare legittimità. valorizzare l’esperienza delle generazioni più Emerge, consapevolezza mature e metterla al servizio della crescita dell’importanza del fenomeno anche se dei giovani ma significa anche legittimare lo spesso mancano chiavi di lettura e politiche scambio in senso contrario in un’ottica di lungimiranti per poterlo gestire in maniera arricchimento reciproco saltando quei fossati proattiva. Il management comincia a essere che spesso lacerano le organizzazioni. E’ preoccupato ma non ha ancora un quadro proprio di chiaro della situazione che non è mappata, arricchimento reciproco e di condivisione mancando adeguate metriche e strumenti di strategica che vanno lette quelle azioni di lettura utili a comprendere il reale impatto trasferimento della conoscenza e delle del fenomeno e le possibili strategie di esperienze gestione. Unica segmentazione che spesso generazioni sempre più necessarie a fronte di trova una risposta proattiva è quella dei organici aziendali caratterizzati da una “giovani talenti” rispetto alla quale si è composizione demografica diversificata e da dunque, la analizzati, che e valorizzi della in condivisione questa tra il dialogo significa prospettiva lavoratori di diverse 49 frequenti vuoti generazionali che tendono a l’impiego di docenti interni e a colmare i intesificare le differenze. frequenti divari generazionali in termini di Dalla ricerca emerge una generalizzata consapevolezza conoscenze dell’importanza della messa in campo di riconoscimento generalizzato dei senior come azioni di trasferimento del know how tra “i pilastri” delle imprese in termini di generazioni: il 73% degli intervistati dichiara, esperienza e know how aziendale contrasta infatti, lo sviluppo in azienda di azioni di poi knowledge al riconoscimenti e di azioni di sviluppo per gli trasferimento delle conoscenze dai senior alle stessixxxii. Il paradosso è evidente e richiama generazioni le nuovamente la necessità di un’adeguata formalizzazioni del processo in Comunità di lettura del fenomeno e il conseguente Pratica strutturate rappresentano ancora sviluppo di politiche gestionali orientate al best practice implementate solo di rado nei people mix. management più finalizzate giovani. Tuttavia, contesti organizzativi. Si registra, infatti, la mancanza generalizzata di azioni formalizzate di trasmissione delle esperienze e delle competenze maturate sul campo dagli Over45 verso i giovani, spesso giunti nel ruolo senza tutte le necessarie sicurezze per affrontare le sfide del mercato. Questa situazione crea inevitabilmente frizioni e perdita di “continuità nel mestiere”. Gli intervistati concordano sulla necessità di formare i senior al trasferimento del know how per dare risposta a diversi fattori emergenti: dalla necessità di valorizzare l’esperienza dei senior attraverso azioni di knowledge management, intese come coronamento di carriera, all’esigenza di gratificare e rendere attiva la popolazione aziendale più matura. Le attività di knowledge management appaino, inoltre, utili a ridurre i costi della formazione con e con la competenze. frequente Questo mancanza di La maggiorparte degli intervistati concorda nell’indicare una frequente difficoltà dei capi, specie se giovani, nel gestire gruppi di lavoro composti da risorse di diverse generazioni. Nonostante questa evidenza, mancano tuttavia iniziative specifiche di supporto ai capi nella gestione del people mix nella convinzione, spesso emersa, che le politiche gestionali debbano prescindere dall’età anagrafica e riferirsi, invece, unicamente al ruolo. Il contrasto tra ricerca di politiche uniformi per ruolo e riconoscimento delle diversità generazionali riflette, in maniera più generale, una contraddizione propria dei moderni sistemi standardizzazione gestionali da un divisi tra lato e personalizzazione dall’altro. All’interno di questo contrasto, le aziende devono scegliere il loro giusto mix gestionale percorrendo la 50 strada più conforme allo specifico contesto comprendendone organizzativo. valori e opportunità; In conclusione, possiamo dire che le direzioni del personale riconoscono aspettative, 2. comunicare efficacemente il valore per il importanza business di una gestione proattiva della crescente a politiche attive di “diversity management”, incluso quella generazionale, disagi, diversity; 3. definire politiche coerenti e lungimiranti; anche se le stesse hanno spesso difficoltà a: 1. mappare gli organici aziendali rispetto 4. aiutare il management a una gestione coerent alle diverse dimensioni di diversity, Figura 4.2 Condizioni di sistema e linee di azione a livello aziendale per valorizzare ruolo e competenze degli over 45 Fonte: G. Rebora, 2005 in “Troppo vecchi a quarant’anni? Come sopravvivere al giro di boa nel mondo del lavoro.”, P. Iacci (a cura di) Per superare queste difficoltà e gestire il e le organizzazioni hanno accumulato nel fenomeno in un’ottica strategica, diventa tempo e che non ha senso “buttare a mare” indispensabile integrare politiche di sistema a senza motivo. L’obiettivo si muove nel senso linee di azione a livello aziendale. I due livelli di una più ampia soddisfazione delle persone d’intervento vanno intrecciati in una visione non d’insieme (Figura 4.2) al fine di utilizzare funzionamento pienamente tutte le competenze che i singoli complesse. più giovani e delle di un migliore organizzazioni 51 4.8.1 Politiche di sistema Tra le politiche di sistema, è necessario menzionare innanzitutto, una politica sanitaria finalizzata a rafforzare e promuovere l’invecchiamento attivo e sano, accanto a una politica previdenziale volta a conciliare i tempi della formazione, del lavoro e della vita. In quest’ottica integrata, è emersa la proposta del “quarto pilastro pensionistico” che prospetta i vantaggi di un esteso ricorso al lavoro a tempo parziale delle persone che hanno superato i 60 anni, anche con l’adozione di forme di pensionamento graduale, che configurino un periodo di transizione tra l’impiego a tempo pieno e il pensionamento a tutti gli effetti. Si realizzerebbe in questo modo non solo il prolungamento della vita attiva, ma una configurazione più equilibrata dei tempi di lavoro, formazione e vita, con il passaggio da una distribuzione verticale a una orizzontale delle attività (Figura 4.3). Figura 4.3 Distribuzione delle attività in base all’età (fonte: Liedtke, 2005) Fonte: G. Rebora, 2005 in “Troppo vecchi a quarant’anni? Come sopravvivere al giro di boa nel mondo del lavoro.”, P. Iacci (a cura di) In secondo luogo, le politiche attive del interventi di riqualificazione e reinserimento. lavoro andrebbero orientate anche verso Ai primi si fa ricorso, spesso, in concomitanza l’occubabilità delle fasce di età più mature, con l’assunzione di lavoratori più giovani intervenendo sull’eccesso di istituti che mediante contratti a tempo determinato o favoriscono l’uscita dall’attività lavorativa, atipici. La promozione di un sistema efficace come di cassa integrazione, mobilità, formazione continua, inoltre, prepensionamenti e incentivi aziendali per aumenterebbe la partecipazione al lavoro uscite precoci e puntando, invece, su della popolazione anziana favorendone 52 l’invecchiamento attivo. In linea generale, Infine, ricordiamo l’evoluzione delle politiche l’attivazione di salariali e contrattuali da una forza d’inerzia, formazione permanente, rivolte verso tutte che porta all’incremento dei salari in ragione le classi di età presenti nel mondo del lavoro, dell’anzianità, contribuisce a creare un clima e un contesto dall’effettiva produttività o dal contributo favorevole Come offerto, verso nuovi strumenti che motivino i abbiamo già sottolineatoxxxiii, la formazione lavoratori anziani ad accettare retribuzioni assume, in sostanza, un notevole rilievo non meno elevate, combinate a vantaggi di altra solo per la competitività e la crescita delle natura (rapporti di lavoro a tempo parziale imprese, ma è strettamente correlata alle dopo i 55-60 anni, orari flessibili, etc.), politiche sul offrendo, in questo modo, un ventaglio di delle possibili soluzioni, fra le quali sia possibile di processi sistematici all’apprendimento. del prolungamento welfare, della popolazioni più mature. vita agendo attiva indipendentemente concordare e scegliere quelle più adatte alle diverse possibili soluzioni. 53 4.8.2 Politiche a livello aziendale Le moderne politiche indirizzate verso personale di la tutte gestionali vanno valorizzazione le classi d’età del e, dialogo intergenerazionale nel riconoscimento del ruolo della diversità e del pluralismo come ricchezza. Non basta soprattutto, verso una gestione innovativa e accettare che i gruppi di lavoratori di diverse responsabile dei lavoratori senior. Superare il età paradigma del deficit di competenze a favore occorre anche evitare che i due gruppi del competence ageing model significa finiscano per divenire estranei l’uno all’altro, riconoscere che le persone sviluppano con minimizzando i contatti e la reciproca l’età competenze che non erano significative influenza. Il riferimento è qui alla già nelle precedenti fasi del ciclo di vitaxxxiv e, in segnalata esigenza di “gettare ponti su questi questa diversa prospettiva, diventa strategico fossati” predisporre un ambiente di lavoro “orientato organizzazioni. all’età” e, più in generale, al diversity management. esprimano Inoltre, che si organizzative differenti spesso possono caratteristiche; lacerano segnalare specifiche in le soluzioni grado Va attuata, inoltre, una segmentazione delle “svecchiare” politiche del personale nella convinzione che superamento di tutte le soluzioni nella logica la gestione del personale assume i connotati del fisso, del permanente, dell’irreversibile, di una sorta di marketing interno di prodotti per valorizzare paradossalmente proprio i e servizi attento alla differenziazione di lavoratori politiche e modalità di intervento per i diversi Solo un’organizzazione flessibile, giovane, gruppi di operatori (Lieberum-Heppe-Schuler, “svecchiata” riuscirà, infatti, a gestire la 2005). La questione richiama la già citata diversità, a trarre beneficio da competenze contraddizione dei moderni sistemi gestionali diverse, riconducibili a lavoratori di diverse divisi tra standardizzazione da un lato e età e che esprimono diverse culture. personalizzazione dall’altro e la necessità, per Un’organizzazione, in sostanza, che sia in le aziende, di scegliere il loro giusto mix grado di riconoscere i diversi ordini di gestionale. contributi e apporti corrispondenti alle Appare indispensabile strutturare un ambiente interno e sviluppare una cultura diffusa che valorizzino l’esperienza e il l’organizzazione, di nel senior. diversità delle risorse e delle competenze attivabili dalle persone per quello che sono in un determinato momento, collegando gli stessi incentivi economici in una logica di 54 “elementi variabili” e non “fissi”, per evitare Infine, il riferimento è allo sviluppo di che il sistema premiante configuri situazioni interventi di consulenza e sostegno per i rigide dannose. In prospettiva, è forse lavoratori senior, ma in prospettiva più in proprio questo il contributo importante e generale per tutti gli operatori aziendali, paradossale che i “vecchi” possono dare alle finalizzati a favorire le rispettive potenzialità, organizzazioni del futuro, con la loro stessa affrontare eventuali forme di disagio, gestire presenza: obbligarle a diventare flessibili, a in modo più consapevole la propria crescita essere organizzazioni giovani (Rebora, 2005). personale Relativamente alla gestione delle carriere, invece, si può prevedere: professionale (mentoring, coaching, counseling, employee assistance program). E’ utile ricordare che i lavoratori senior possono divenire destinatari e utenti 1. una più ricca gamma di ruoli e famiglie professionali, e linee anche essere chiamati a esercitare un ruolo gerarchiche, professionale in questi campi, per esempio il comprensiva anche di posizioni atte a ruolo di mentor per gli operatori più giovani. valorizzare l’esperienza dei lavoratori Ciò senior; d’ampliamento della gamma di ruoli che è orizzontali articolata e non per di tale formule, ma in alcuni casi possono 2. la definizione di percorsi di sviluppo per linee orizzontali attraverso l’affidamento rientra anche in quel concetto stato sopra menzionato e nelle azioni di knowledge management già citate. di incarichi con una durata definita, secondo una logica di progetto, e implicanti forme di rotazione e di reversibilità nel tempo; 3. l’affiancamento di forme di carriera di status alla carriera di ruolo, riconoscendo l’esperienza con l’attribuzione di prestigio, di ascolto privilegiato e di incarichi atti a valorizzare il potenziale di quanti hanno saputo accumulare nel tempo conoscenza e saggezza. 55 4.8.3 Verso un modello di Diversity Management Dalla fine degli anni ’80, fattori quali la d’impresa intenzionalmente impostata in globalizzazione, la femminilizzazione del modo da tener conto dell’esistenza delle mercato del lavoro, la cross-culture, l’ageing diversità dei lavoratori. Per arrivare a una della forza lavoro, l’impegno internazionale gestione consapevole delle diversità delle contro la discriminazione e le dichiarazioni persone in impresa, il primo passo da circa gli effetti positivi della gestione delle intraprendere è quello di una revisione della diversità sulla legittimazione organizzativa e cultura sulla reputazione d’impresa (Visconti, 2004) riconoscimento dell’esistenza di diversità fra stanno le alimentando il dibattito organizzativa persone e in direzione dell’impegno da del parte internazionale sulla gestione delle diversità dell’impresa a rispettare e a far rispettare al delle (diversity proprio interno tali diversità in modo che management). La gestione delle diversità non ognuno senta tenute in considerazione la sua può essere interpretata come una moda dignità di persona, le sue caratteristiche e i manageriale (Cuomo and Mapelli, 2007): i suoi trend demografici, l’apertura dei mercati, i dell’esistenza di eterogeneità nei lavoratori e cambiamenti politico-sociali fanno, infatti, dall’impegno della diversità una sfida presente e futura per rispetto scaturisce la necessità di realizzare le imprese di tutti i paesi industrializzati. Se le un parallelo e contemporaneo cambiamento imprese riconoscono che le persone non organizzativo determinato dalla scelta della sono un insieme omogeneo e indifferenziato logica strategica di gestione delle diversità di esseri umani, ma sono profondamente che si vuole adottare, dall’identificazione diverse fra loro sulla base di una molteplicità delle dimensioni di diversità verso cui di caratteristiche, anche le soluzioni da loro realizzare appositi interventi di gestione e adottate per gestire le competenze dei dalla lavoratori e per incidere sul loro livello di caratteristiche motivazione e di commitment affettivo implementare (Dass and Parker, 1999; (Meyer and Allen, 1991) dovrebbero tener Ivancevich and Gilbert, 2000; Cox, 2001). In conto dell’esistenza di queste diversità. Si Italia il diversity management è un approccio tratta di passare dalla "gestione delle risorse organizzativo umane" alla "gestione consapevole delle applicato e indagato nonostante la sua diversità rilevanza economica e sociale per le imprese. persone delle in impresa persone": una gestione bisogni. Dal riconoscimento dell’impresa conseguente degli ancora verso il loro definizione interventi poco delle da conosciuto, 56 Si parla di rilevanza economica in quanto Dickens, 2000; Thomas, 2004; O’Leary and numerosi studi (Milliken and Martins, 1996; Weathington, 2006). Kandola and Fullerton, 1998; Ivancevich and Gilbert, 2000) sostengono che una "più attenta" gestione delle diversità delle persone (efficiente, efficace ed equa) può migliorare l’utilizzo delle risorse a disposizione, può ridurre i costi relativi al turnover e all’assenteismo, può ridurre i contenziosi sul lavoro, può permettere di comprendere meglio i bisogni dei clienti, migliorare la qualità del servizio loro offerto e di conseguenza la loro soddisfazione, può aumentare la creatività d’impresa e la capacità di problem-solving di gruppo, nonché migliorare l’immagine dell’azienda. Si parla, invece, di rilevanza sociale in considerazione del fatto che la gestione della diversità può essere collegata alla Corporate Social Responsability, al superamento della discriminazione in ambito lavorativo e alla possibilità di migliorare la qualità di vita dei lavoratori attraverso una serie di interventi tra cui una maggiore attenzione al work-life balance (Kossek and Lobel, 1996; Liff and Nonostante la consapevolezza dei potenziali risvolti positivi che la gestione delle diversità può avere sia per le imprese che per le persone, nel nostro Paese c’è una generale limitata conoscenza e un ridotto utilizzo della gestione delle diversità. All’interno di questo quadro, le organizzazioni sono chiamate ad assumere il Diversity Management come sviluppo attivo e cosciente di un processo manageriale lungimirante, orientato al valore strategico e comunicativo di accettazione delle differenze e uso di alcune differenze e somiglianze come un potenziale dell’organizzazione, un processo che crea valore aggiunto per l’impresa. Per dirla con le parole di Thomas Roosevelt, considerato il padre del Diversity Management: “Questo nuovo modello di gestione delle diversità consente all’organizzazione di internalizzare le differenze tra gli impiegati in modo da imparare e crescere grazie a loro. Siamo nella stessa squadra con le nostre differenze – non malgrado loro” (Roosevelt and J. Ely, 1996). 57 4.9. Il People Mix nel passaggio dallo star up alla fase matura del ciclo di vita dell’impresa Il fenomeno del People Mix assume una volta, quella contraddizione di fondo che specifica configurazione all’interno di quei accomuna il sistema impresa del nostro contesti organizzativi che stanno vivendo il Paese: da un lato, la percezione del passaggio dalla fase di start up a quella fenomeno e, dall’altro, l’assenza di politiche matura. Le aziende del campione che gestionali rientrano in questa categoria mostrano, organizzativi analizzati, emerge, spesso, la infatti, una condizione comune e dati presenza di una forma di disagio cross uniformi su tutte le dimensioni indagate dalla generazionale dovuto al fatto che, nel ricerca. passaggio dalla fase di start up a quella di In particolare, emerge una adeguate. maturità, all’interno della classe centrale (tra 35 e 45) e professionale sono sempre meno numerose a la fronte dichiarata all’unanimità, di opportunità contesti concentrazione della popolazione aziendale proiezione, le Nei un fisiologico di crescita stallo delle riguarda un invecchiamento progressivo degli promozioni. Questo blocco determina uno organici aziendali. Si parla di "un'onda stato di malcontento diffuso tanto nei inarrestabile" che è difficile arginare e che, giovani, che esprimono un orientamento spesso, si tenta di contenere assumendo molto forte alla crescita professionale, giovani leve, con la speranza di portare in quanto nelle popolazioni più mature, che azienda una “ventata d’aria fresca” finalizzata vedono a riequilibrare gli organici e a spingere bruscamente all’innovazione. questa governare in qualche modo questo malessere strategia viene associata all’incentivazione è legata alla necessità di attivare nuove policy del turnover dei dipendenti più maturi che gestionali che sappiano leggere l’evoluzione appaiano meno performanti. In ogni caso, della composizione degli organici aziendali e questi interventi, non inseriti all’interno di sappiano una policy strutturata di gestione del people aspettative mix, non appaiono funzionali a una gestione inevitabilmente, efficace del fenomeno. La proiezione futura l’innalzamento dell’etàxxxv. Al di là delle che accomuna gli intervistati, infatti, riguarda specifiche situazioni, il dato che accomuna in un innalzamento dell’età degli organici maniera trasversale questi contesti aziendali aziendali e frequenti vuoti generazionali nella riguarda la paura di invecchiare, che può classe centrale. Appare evidente, ancora una essere efficacemente descritta utilizzando le In alcuni casi, il loro dare percorso interrotto. risposte dei di sviluppo L’urgenza adeguate dipendenti cambiano di alle che, con 58 parole di un intervistato "... è come un sistema impresa non può più posticipare 50enne l’assunzione di responsabilità nei confronti di che rinnega l'età cercando disperatamente di rimanere giovane a ogni un costo con ginnastica e plastiche...non vuole composizione degli organici aziendali e accettare di non essere più giovane”. In rappresenta, più in generale, un’evoluzione definitiva, anche in questi contesti aziendali, epocale che sta modificando la fisionomia esattamente come nel resto del campione delle moderne società a economia avanzata. analizzato, il management comincia a leggere Le imprese hanno, dunque, il compito di il vista affrontare e rimuovere la contraddizione demografico, ma non riesce a monitorarlo e a odierna tra percezione del problema e comprenderne appieno i rischi e l’impatto sui assenza di adeguate azioni a supporto. fenomeno da un punto di fenomeno che sta cambiando la processi HR e, più in generale, sul business. Il 59 5. Possibile percorso per le aziende 5.1 Mapping e gestione proattiva del fenomeno come leva del business in una prospettiva a lungo termine Come è stato riscontrato nella ricerca e come 1. Definizione/conferma della strategia del emerge dall’analisi della letteratura, la capitale umano di lungo periodo. maggior parte delle aziende in Italia tende a Il primo passo è quello di comprendere focalizzarsi prevalentemente sugli obiettivi di appieno le esigenze di capitale umano breve periodo e raramente che prevedere riesce a quale potrà essere l’impatto dell’evoluzione demografica sul saranno necessarie e che risulteranno abilitanti al raggiungimento proprio delle strategie ed obiettivi aziendali ed al people mix e, più in generale, sulla capacità di rafforzamento delle “competenze core”. fare leva sullo stesso per raggiungere Queste dovranno essere tradotte in una strategie ed obiettivi di business. definizione delle conoscenze, skill e Nella pianificazione strategica aziendale valori delle risorse nelle rispettive aree, alcune organizzazioni cominciano a includere quando anche lo “strategic workforce planning”, che risorse/competenze saranno necessarie, ha l’obiettivo di assicurare che si possa che tipo di cultura organizzativa, etc. disporre del capitale umano necessario per e dove queste 2. Diagnosi del fenomeno in azienda abilitare il raggiungimento delle strategie Rispetto alle strategie del capitale aziendali di lungo periodo. umano è necessario comprendere la situazione attuale e prevedere quello che Non crediamo esista una “best practice” per potrà succedere se non dovessero essere un efficace “strategic workforce planning” in messi in campo interventi correttivi. quanto le strategie aziendali, i contesti socio- Tipicamente culturali in cui opera l’azienda ed il people includere mix attuale vs desiderato sono molto diversi. management, dei focus group con alcune Possiamo però individuare un possibile categorie target, la somministrazone di percorso logico che le aziende possono questionari, l’analisi di documentazione seguire per gestire in maniera proattiva il aziendale disponibile (indagini di clima, fenomeno dell’evoluzione demografica e demografici aziendali, performance delle valorizzare il capitale umano in risposta alle risorse target, piani di formazione e esigenze strategiche del business. sviluppo esistenti, piani e politiche delle una delle diagnosi interviste potrà al 60 risorse umane, etc.). La diagnosi si reward (incluso benefits) in funzione dei conclude con diversi cluster di popolazione in azienda; riassume i un documento principali punti che forza, - rivisitazione del performance opportunità e rischi rispetto al fenomeno management e percorsi di sviluppo e dell’evoluzione demografica ed il relativo carriera; impatto sul business di una gestione flessibilità nell’utilizzo del part-time e di subita e non proattiva. soluzione innovative di organizzazione 3. Sensibilizzazione del management -ripensamento e maggiore del lavoro ( e.g telelavoro); - politiche di Una volta completata la fase di diagnosi wellness; - creazione di comunità di e mappatura del fenomeno, è utile pratica e meccanismi di knowledge condividere sharing; raccolte le con principali il top evidenze management -istituzione di ruoli formali/informali di mentor, coach o aziendale. Senza un coinvolgimento e maestro di mestiere; - percorsi di una formazione e sviluppo - etc. presa di consapevolzza di quest’ultimo risulterà molto difficile Risulta porre in essere qualsiasi tipo di azione. coerente integrazione tra i vari strumenti 4. Definizione di modelli gestionali, valoriali di gestione, sviluppo e formazione e di politiche HR coerenti con le strategie del capitale umano e le importante assicurare una presenti in azienda. 5. Percorsi di sviluppo e formazione per le evidenze emerse categorie target In questa fase il management delle Le categorie target possono essere Risorse Umane, in partenership con molto diverse tra di loro (senior da quello che valorizzare e da riconvertire, junior di ridefinisca o adatti le politiche del potenziale per i quali è necessario personale alle specificità aziendali, al fine accelerare la crescita e conoscenza dei di affrontare in maniera proattiva il processi core aziendali, etc.). Pertanto, i fenomeno percorsi vanno disegnati in base alle di linea, è opportuno creando le condizioni favorevoli per la valorizzazione delle specifiche esigenze. competenze e delle potenzialità di un Un possibile percorso per il target people mix in evoluzione. Alcuni esempi “senior” potrebbe avere i seguenti di interventi raccolti dalle aziende e obiettivi: presenti in letteratura riguardano: - consapevolezza ripensamento delle politiche di total competenze, - mappare e delle valori, prendere proprie aspirazioni e 61 capacità di apprendimento; - strumentazione diagnostica e feedback a e 360°; - definizione di un piano di sviluppo -ricostruire/rafforzare individuale; -formazione e coaching sulle recuperare/aumentare motivazione; energia fiducia e senso del lavoro; - definizione di principali aree di gap; - etc. un piano di sviluppo individuale; - 7. Sensibilzzazione delle istituzioni. formazione sulle principali aree di gap; - Come ricordato più volte, gli attuali monitoraggio strumenti di gestione e normativa del e ritatratura dell’intervento; etc. lavoro disponibili in Italia non aiutano 6. Percorsi di sviluppo e formazione per i oggi le aziende ad affrontare in maniera capi. proattiva il fenomeno dell’evoluzione Dalle evidenze raccolte in molte aziende demografica. Le soluzioni ed approcci emerge che la maggior parte dei capi ha perseguiti difficoltà nel gestire “svecchiamento” derivante da un la complessità people mix in aziendale ( ad es. ricerca della attraverso popolazione il ricorso prepensionamenti in quanto la complessità del business è ammortizzatori sociali) mal rispondono crescente e alle esigenze di una gestione proattiva valori e competenze delle diverse utilizzo a evoluzione. I capi sono sotto pressione le esigenze, aspirazioni, e/o di di delle diverse fasce di età, anche dei più categorie di popolazione aziendale ( senior, giovani di potenziale, senior, donne, potenziarne emigrati, etc.) sono molto articolate e performance. spesso conflittuali. Ciò richiede stili di Le leadership, cambiamento, devono farsi parte attiva capacità manageriali e mirata le aziende, valorizzarne competenze per e la stimolare il nei per categoria (parte datoriale e sindacale), alle singole delle e approcci molto diversificati ed articolati meglio rispondere confronti a associazioni di situazioni. delle istituzioni locali e centrali e nei A tale proposito, molte aziende stanno confronti dei media. E’ auspicabile un pianificando percorsi di sviluppo e ripensamento delle politiche di welfare formazione per la popolazione dei capi con delle azioni di supporto alle politiche che tipicamente includono: -presa di di “invecchiamento attivo” con delle consapevolezza degli stili di leadership rivisitazioni agiti e del microclima generato nei propri fiscali e politiche di formazione e team riqualificazione. di lavoro attraverso normative, agevolazioni 62 I primi segnali cominciano a vedersi. Ad alla riqualificazione esempio, in alcuni comparti cominciano Over50. del personale a rendersi disponibili fondi sociali mirati 63 6. Conclusioni L’allungamento del ciclo di vita è la più di tutti. E’ necessario aumentare attivamente grande conquista e uno dei cambiamenti qualità e quantità della partecipazione dei epocali del nostro tempo: in meno di un lavoratori maturi per lo sviluppo del nostro secolo, e in particolare nei paesi cosiddetti paese e in questo cambiamento le imprese sviluppati, c’è stato un aumento di circa 30 sono chiamate a offrire un contributo attivo anni per quanto riguarda l’aspettativa di vita. attraverso politiche di inclusione finalizzate a Nonostante la crescita d’interesse e allo sostenere la partecipazione attiva al mercato stesso tempo l’allarmismo che ruota intorno del lavoro delle classi d’età più mature. Dallo a tale fenomeno, i concetti e i parametri di studio analisi di questa rivoluzione demografica caratterizza il fenomeno: da un lato la sono rimasti statici e obsoleti, in quanto si consapevolezza che la popolazione più continua a parlare di invecchiamento con matura va considerata una risorsa da un’ottica negativa, quasi discriminatoria. capitalizzare tanto nel mercato del lavoro L’invecchiamento della società appare ormai quanto nel più generale contesto societario; un’espressione inadeguata, dall’altro un’assenza di adeguate politiche e poiché non coglie che, ciò che sta diventando azioni a supporto. Le aziende intervistate realmente “vecchio”, è la nozione stessa mostrano, in sostanza, una percezione dell’età e che la nostra società sta diventando generalizzata dell’importanza della tematica e diventerà sempre più paradossalmente ma giovane. La vera sfida della rivoluzione generalizzata la tendenza a sottovalutare il demografica fenomeno. “vecchia” e consiste, dunque, si emerge la registra Il in contraddizione maniera grado di che altrettanto problematicità nell’individuare politiche che conducano a un derivante dal processo d’invecchiamento ripensamento della gestione dell’età e alla dipenderà in maniera forte da come i governi creazione di un nuovo framework culturale, e i soggetti economici saranno in grado di che non sia basato sulla divisione ciclica delle guardare agli effetti del processo stesso, età, ma su un nuovo “pensiero senza età”. mitigando Questa presa di coscienza comporta una l’attuazione battaglia cogliendone, principalmente consapevolezza della culturale necessità nella di un quelli di indesiderati strumenti invece, attraverso ad le hoc e eventuali opportunità. Le imprese devono, dunque, processo di svecchiamento della nostra rispondere positivamente alla “sfida” società, come punto di partenza per il futuro dell’invecchiamento demografico attraverso 64 strategie ad hoc per adeguarsi alla nuova l’attenzione del mondo delle istituzioni al strutturazione del mercato. Che i vecchi di fenomeno, nella considerazione che gli oggi siano molto diversi da quelli di ieri lo anziani possono essere una risorsa per confermano i dati. Indubbiamente qualcosa l’intera società, non solo perchè vivono di sta cambiando nelle abitudini, nello stile di più, ma perché godono di buona salute. Lo vita e nei comportamenti di consumo degli sviluppo di politiche a sostegno dei nuovi anziani. prime assetti demografici passa, dunque, attraverso guarderanno alla vecchiaia come una risorsa l’aumento dei tassi di partecipazione al lavoro saranno in grado di trasformare le sfide delle classi d’età mature, all’interno di azioni dell’invecchiamento in che tengano in considerazione gli effetti di opportunità di business. Più in generale, lungo periodo e un ripensamento dell’intero appare dovuta e quanto mai necessaria sistema di welfare. Le aziende che per demografico 65 Bibliografia AAVV, Dizionario della diversità, Liberal Libri, 1998 Balslev A.N., Rorty R., Noi e Loro. Dialogo sulla diversità culturale, Il Saggiatore, Milano, 2001 Barabino M.C., Jacobs B., Maggio M.A., Diversity Management in Sviluppo & Organizzazione, n. 184 marzo, aprile 2001 Bernardi G. - Identita’ diverse e cittadinanza organizzativa in “Quaderni di Management”, n. 16, Luglio-Agosto 2005 Bombelli M.C., Management delle differenze: gestire il genere in Economia & Management, n. 6, 1999 Bombelli M.C. (a cura di), Soffitto di vetro e dintorni: il management al femminile, ETAS, Milano, 2000 Bombelli M.C., Uguali & Diversi in Economia & Management, Novembre 2003 Cacace M. e Taurelli S., La qualità dell'offerta formativa nell'ottica del lifelong learning in Formazione e cambiamento: Webmagazine sulla formazione Anno VI, n. 40, Marzo 2006 Capacci G., Castagnaro C., Tardini C., Strumenti per un invecchiamento demografico sostenibile in Quaderni europei sul nuovo welfare- svecchiamento e società, n. 12, Settembre 2009. Colasanto M., Marcaletti F. (a cura di), Lavoro e invecchiamento attivo. Una ricerca sulle politiche a favore degli over 45, Franco Angeli, 2007 Combatti G., La valorizzazione degli over 50 in Direzione del Personale, n. 3, 2004 Giarini O., Il privilegio di lavorare dopo i 60 anni in Quaderni europei sul nuovo welfare- svecchiamento e società, n. 2, Giugno 2000 Iacci P., I paradossi di Matusalemme in Direzione del Personale, n. 3, 2004 Iacci P. (a cura di), Troppo vecchi a quarant’anni? Come sopravvivere al giro di boa nel mondo del lavoro, Il Sole 24 ORE, 2005 Keil M., Amershi B., Holmes S., Jablonski H., Lüthi E., Matoba K., Plett A. and Von Unruh K.(a cura di), Manuale di Formazione sul Diversity Management, Settembre 2007 Knowles M. , Holton E. F. III, Swanson R. A., Quando l’adulto impara. Andragogia e sviluppo della persona, Franco Angeli, 2008 Mirabile M. L., La gestione dell’invecchiamento attivo: dall’allungamento dell’età pensionabile ai nuovi rischi del lavoro maturo in Quaderni europei sul nuovo welfare- svecchiamento e società, n. 10, Maggio 2008 Mauri L. e Visconti L., Diversity Management e società multiculturale. Teorie e Prassi, F.Angeli, 2004 OECD, The impact of Ageing on Demand, Factor Markets and Growth, 2007 Stranges M., Dinamiche demografiche e mercato del lavoro in Italia, in Quaderni europei sul nuovo welfaresvecchiamento e società, n. 10, Maggio 2008 Stranges M., L'invecchiamento demografico in Italia: verso un miglioramento della relazione tra età e lavoro in Quaderni europei sul nuovo welfare- svecchiamento e società, n. 7, Febbraio 2007 Stranges M., Nuovi Senior in Social Trends, il cambiamento socio culturale, AAVV, n 108, Dicembre 2009 66 Si ringraziano per la collaborazione le aziende che hanno partecipato alla ricerca: Si ringrazia HAY GROUP per aver collaborato allo studio ELIS-HR Academy 67 Note i Il riferimento è a fattori molteplici e fortemente interconnessi tra loro: dalla perdita del Know how, legata alla fuoriuscita dal mercato del lavoro dei senior , agli scontri generazionali tra popolazioni aziendali lontane in termini anagrafici e culturali. Per un approfondimento, si rimanda al paragrafo 4.2 ii Per un approfondimento, cfr. paragrafo 4.5, nota 23 iii Da indagini internazionali 2010- Hay Group iv Benché ciascuna popolazione presenti un proprio profilo peculiare, vengono solitamente individuati tre profili tipici di piramide: espansivo, riduttivo e stazionario. Il primo è quella a base larga, segno di un’alta natalità, e parte alta più stretta, segno di un’altrettanto elevata mortalità. La seconda tipologia di profilo è, invece, quello in cui la parte bassa, dove vi sono le classi d’età più giovani, è più stretta rispetto alla parte centrale e alta, segno di denatalità e bassa mortalità. Questo profilo è tipico delle popolazioni che invecchiano. Infine, il profilo stazionario si riscontra in quelle popolazioni che hanno mediamente lo stesso ammontare di popolazione in tutte le classi d’età. v Da indagine Total Cash- Italia 2010- Hay Group vi Da indagine Leadership e differenze generazionali- Italia 2010- Hay Group vii Cfr. “The impact of Ageing on Demand, Factor Markets and Growth”- OECD 2007 8 Il cambiamento è determinato dalla spinta concomitante di fattori sia interni che esterni alle imprese: l’internazionalizzazione e la globalizzazione dei mercati, lo sviluppo di strutture piatte e orizzontali, il forte orientamento al mercato, i fenomeni di riorganizzazione e delocalizzazione, etc. ix La dinamica delle retribuzioni medie individuali analizzata per fascia d’età sulle posizioni dirigenziali mostra un’evidente e progressiva flessione a partire dalla fascia d’età 40-45 anni (Hay Group, 2010). x Matusalemme, vissuto prima del diluvio universale, è forse il più noto patriarca biblico. Proverbiale per la sua longevità- secondo la Genesi sarebbe, infatti, morto all’età di 969 anni- egli rappresenta la forza, la persistenza, la saggezza e la determinazione del popolo eletto da Dio. xi Elaborazione su dati Istat. Previsioni della popolazione 2007-2051: Cfr. http://demo.istat.it/ xii A oggi, due sono i dispositivi di legge pensati per sostenere l’occupazione matura. Il primo è l’art. 20 della legge 266/97 che prevede un beneficio pari al 50% della contribuzione complessiva dovuta agli enti previdenziali in caso di assunzione di un dirigente privo di occupazione in aziende con meno di 250 dipendenti. Il secondo, più recente, riguarda l’art. 54 del d.lgs. 276/2003 (la cosiddetta legge Biagi) che prevede che possano essere assunti con il contratto d’inserimento, tra le altre categorie, anche i lavoratori over 50 purchè privi di un posto di lavoro. Lo sgravio contributivo previsto varia dal 25% al Centro-nord al 100% al Sud del Paese. Il primo provvedimento ricordato ha avuto effetti assolutamente marginali, mentre il secondo è troppo recente per poterne valutare la reale incidenza, ma sicuramente si tratta di ben poca cosa rispetto all’entità e alla complessità sociale del fenomeno. Nel 2003, inoltre, è stata introdotta la legge 216 che vieta ogni tipo di discriminazione in base all’età ma si dimentica, poi, qualsiasi tipo di sanzione per i trasgressori. xiii Il 39% degli intervistati dichiara un innalzamento dell’età anagrafica mentre il restante 46% un abbassamento della stessa: in questi casi, a fronte della presenza di vuoti nella classe intermedia, si prevede una tenuta della numerosità della popolazione senior e l’elemento discrimante che fa propendere gli intervistati nel dichiarare un abbassamento o un innalzamento dell’età anagrafica riguarda la previsione o meno di immissioni di neoassunti in azienda. xiv Per un approfondimento, Cfr. paragrafo 4.4 xv La riduzione dei fattori di disagio presenti negli ambienti di lavoro legati alla qualità dell’aria, all’inquinamento acustico e ai più generali livelli di sicurezza ha determinato la riduzione dei livelli di stress e fatica fisica e il conseguente sviluppo di contesti organizzativi più funzionali. xvi Il dato trova conferma con quanto emerge dalla ricerca: in molte aziende intervistate, infatti, si registra una difficoltà a stimolare la popolazione più senior verso l’apprendimento delle lingue straniere e una maggiore difficoltà delle popolazioni aziendali più mature a confrontarsi con le nuove tecnologie. Questa evidenza, tuttavia, non risulta caratteristica dei profili manageriali. xvii Al 39% degli intervistati, che dichiara livelli più bassi di apprendimento per i senior, si somma un ulteriore 23% che associa alla popolazione anziana una bassa motivazione ad apprendere e un atteggiamento di chiusura nei confronti della formazione. xviii Diverso è per chi ricopre posizioni chiave o funzioni centrali in un’azienda: queste solitamente sono oggetto di costante attenzione e sviluppo indipendentemente dall’età anagrafica dei titolari delle posizioni, al fine di mantenere e sviluppare le core competencies dell’impresa. In questi casi, però, stiamo parlando di una piccola nicchia della popolazione aziendale, dove, peraltro, anche i soggetti che ricoprono quelle posizioni chiave si scoprono essere in genere particolarmente proattivi nel mantenimento della loro professionalità. xix A fronte di un budget che si fa sempre più limitato, le aziende spesso predispongono attività formative e azioni di sviluppo per i più giovani, mettendo da parte e, in alcuni casi, incentivando alla mobilità volontaria, una classe d’età che rappresenta, invece, i pilastri dell’azienda in termini di storia organizzativa e know how tecnico. xx Queste evidenze non sono caratteristiche dei profili manageriali che appaiono più propensi all’apprendimento e alla formazione rispetto ai profili più bassi. xxi Per una trattazione approfondita sulla teoria dell’apprendimento ed educazione degli adulti, Cfr. paragrafo 4.5.2 xxii I meccanismi aziendali di crescita delle moderne organizzazioni tendono a premiare dimensioni molto diverse dal passato, quando l’età anagrafica rappresentava il fattore predominante di progressione di carriera. Oggi, invece, le aziende danno importanza alla flessibilità, alla conoscenza delle lingue straniere, all’’innovazione, alle competenze di networking e sono fortemente basate su sistemi di performance management. 68 xxiii L'andragogia è una teoria unitaria dell'apprendimento ed educazione degli adulti. Il termine venne ufficialmente coniato nel 1833 in Germania, ad opera di Alexander Kapp, in contrapposizione a quello di pedagogia. Si tratta di un modello incentrato sulla comprensione della diversità di bisogni e interessi di apprendimento degli adulti rispetto ai bambini, che ha trovato in Malcom Knowles il suo massimo esponente. L’educazione degli adulti è stata probabilmente la primissima forma di educazione sistematica. Tutti i grandi maestri dei tempi antichi, infatti, insegnavano ad adulti e non ai bambini. Grazie alle loro esperienze con gli adulti, questi maestri consideravano l'apprendimento un processo di ricerca attiva e inventarono, di conseguenza, tecniche per coinvolgere attivamente i discenti. Al contrario, le prime scuole apparse in Europa nel VII secolo avevano come scopo principale l'indottrinamento ai dogmi della fede, per cui elaborarono metodologie diverse. La pedagogia, che ne è derivata, attribuisce all'insegnante la piena responsabilità delle decisioni riguardo ai contenuti, le modalità e la valutazione di tutto quello che verrà appreso. Si tratta di un'istruzione guidata dal docente e che si discosta, quindi, dall’approccio andragogico che attribuisce al discente un ruolo attivo nel processo di apprendimento. xxiv Il dato trova conferma in una recente indagine condotta dal dipartimento di Scienze demografiche dell’Università “Sapienza” in collaborazione con l’ISFOL, che ha messo a confronto la capacità lavorativa del personale giovane (Under35) e anziano (Over50). Secondo quanto emerge dalla ricerca della “Sapienza”, infatti, sono a favore dei lavoratori anziani, tra gli altri, gli aspetti riguardanti la responsabilità e l’affidabilità, la gerarchia, la sensibilità agli interessi dell’impresa, la fedeltà all’azienda. In definitiva, i senior sembrano costituire una solida base per l’impresa, un punto di riferimento stabile e affidabile che garantisce di fare fronte alle diverse esigenze di economicità, efficienza ed efficacia. xxv La propensione degli Over45 verso il riconoscimento aziendale delle competenze acquisite sostiene la necessità di valorizzarne l’esperienza attraverso percorsi strutturati di affiancamento, finalizzati al trasferimento del know how ai più giovani e intesi come “coronamento” del percorso di carriera. Si tratta d’interventi indispensabili per far fronte alle fuoriuscite fisiologiche e ai frequenti vuoti generazionali. xxvi Quest’ultimo aspetto appare, in realtà, in contrasto con le principali evidenze sociologiche che identificano la propensione verso modelli gestionali di conciliazione come una dimensione propria più delle giovani generazioni che di quelle mature. xxvii Cfr. paragrafo 4.5, nota 23 xxviii Un livello più alto di potenziale è, in genere, associato ai junior e appare legato a un atteggiamento nei confronti dell’attività lavorativa centrato sulla tensione alla qualità della prestazione e sulle dimensioni dell’innovazione e dello sviluppo delle nuove tecnologie. xxix Si tratta di situazioni sempre più frequenti, stante la propensione delle moderne organizzazioni verso strutture di carriera meritocratiche e sempre meno legate all’età anagrafica. Ad aggravare queste situazioni c’è, poi, la frequente assenza di azioni di sviluppo per i senior, spesso ritenute inutili a fronte di ingenti investimenti sui giovani. xxx Da indagine Total Cash- Italia 2010- Hay Group. E’ interessante, inoltre, ricordare come dalla stessa ricerca emerge, tra l’altro, che la popolazione complessiva dei dirigenti Over50 si attesta al 41% della popolazione dirigenziale complessiva. xxxi Da indagini internazionali 2010- Hay Group. xxxii Cfr. paragrafo 4.5 xxxiii Cfr. Paragrafo 4.5 xxxiv Cfr. Paragrafo 4.4. xxxv Ci si riferisce, in particolare, all’esigenza di conciliazione tra vita privata e vita professionale che caratterizza, in maniera particolare, i 40enni che, in genere, hanno famiglia e, dunque, esprimono bisogni legati a nuove forme di sostegno aziendale sia in termini di tempo che di servizi a supporto. Va sottolineato, in ogni caso, che il work life balance è un valore tipico anche della Generation Y, seppur inserito all’interno di un contesto di vita e di bisogni molto diverso. 69