La Storia della
Banca
Caviglia Michela Malerba Giovanna
Giorgini Martina Rotondo Alberto Munzi
Stefano Delpino Matteo Gaggero Martina
Cos’è la banca d’Italia ?
La Banca d’Italia è la banca
centrale della Repubblica
italiana. E` un istituto di diritto
pubblico, regolato da norme
nazionali ed europee. È parte
integrante dell’ Eurosistema,
composto dalle banche centrali
nazionali dell’area dell’euro e
dalla Banca centrale europea.
L’ Eurosistema e le banche
centrali degli Stati membri
dell’Unione europea che non
hanno adottato l’euro
compongono il Sistema
europeo di banche centrali.
Il ruolo della banca d’italia in europa
In Europa, la Banca d’Italia è
l’autorità nazionale
competente nell’ambito del
Meccanismo di vigilanza
unico sulle banche ed è
autorità nazionale di
risoluzione nell’ambito del
Meccanismo di risoluzione
unico delle banche e delle
società di intermediazione
mobiliare.
Le funzioni della banca d’Italia
Le principali funzioni della Banca d’Italia sono dirette ad
assicurare la stabilità monetaria e la stabilità finanziaria.
Secondo lo Statuto essa è affidata ai seguenti organi
centrali:
 Assemblea dei partecipanti
 Consiglio superiore,
 Direttorio,
 Collegio sindacale,
 Governatore,
 Direttore generale
 Tre Vice direttori generali.
Le funzioni della banca in generale
Oggi la banca di cosa si occupa?
 Funzione monetaria.
 Funzione creditizia.
 Funzione d’investimento.
 Funzione economico- sociale.
La funzione monetaria
La funzione monetaria consiste
nella capacità della banca di
mettere a disposizione in
sostituzione della moneta
legale del pubblico particolari
strumenti utilizzabili per il
regolamento degli scambi.
L’insieme di questi strumenti
costituisce la cosiddetta moneta
bancaria.
La funzione creditizia
La funzione creditizia consiste nel
trasferimento, da parte della
banca, della disponibilità di
risorse a soggetti che ne
manifestino l’esigenza. Il
trasferimento può avere ad
oggetto risorse finanziarie o
garanzie circa le obbligazioni
assunte dalla clientela. Alla base
di tale trasferimento vi è la
fiducia riconosciuta al cliente.
La funzione d’investimento
Le banche nello svolgimento
della loro attività compiono
investimenti in immobili,
attrezzature, impianti,
mobili, apparecchiature
elettroniche e soprattutto
investimenti in valori
mobiliari e in valute.
La funzione di servizi
I servizi offerti dalla banche alla propria
clientela sono numerosi come:
 l’incasso di effetti
l’ amministrazione di titoli
La funzione economico-sociale
Le banche, stimolando il risparmio e il suo
indirizzamento verso forme di investimento,
favoriscono lo sviluppo economico.
Inoltre, investendo in titoli pubblici vanno a
finanziarie la spesa pubblica.
Un tuffo nel passato …
Dove e quando nascono le banche è una storia tutta italiana,
ambientata nelle ricche città del centro-nord agli inizi
dell’epoca rinascimentale. A quel tempo, almeno sotto il
profilo dello sviluppo economico e sociale, l’Europa era
dominata da due regioni – le Fiandre ed il Nord-Italia
– entrambe con fiorenti manifatture e connesse l’una all’altra
da una fitta rete di relazioni commerciali. Le merci
attraversano le Alpi nei due sensi oppure viaggiano via mare.
Erano trasporti lunghi, difficili e non privi di rischi. A partire
dal trasporto dell’oro, il corrispettivo con cui venivano
scambiate le merci.
Epoca medievale
Nel Medioevo comparvero le lettere di credito, grazie alle quali
mercanti e sovrani potevano liberarsi dal pericolo di portare con sé
grandi quantità di contanti o beni preziosi quando si spostavano,
anche per mesi, da un luogo all’altro. In sostanza, si trattava della
prima forma di assegni: i banchieri si prestavano come garanti dei
pagamenti, firmando una lettera (detta appunto “di credito”) che li
impegnava a pagare somme per conto di chi le portava.
Questa nuova attività riscosse moltissimo successo: nelle più grandi
città commerciali d’Europa famiglie di banchieri divennero ricche e
potenti, tanto da arrivare a prestare denaro ai regnanti
d’Europa,finanziando le loro guerre. Poteva accadere che re e conti
offrissero ai banchieri titoli nobiliari al posto che restituire il
prestito. Fu così, per esempio, che la signoria di Firenze fu affidata a
Cosimo de’ Medici, capostipite di una gloriosa dinastia.
Nascita delle Cambiali
Secondo l’opinione più corrente le «lettere di cambio» o
«cambiali» furono un’invenzione italiana del Medioevo, allo
scopo di rendere più facile ed agevole la circolazione del
danaro.
La più antica cambiale che si conosca risale al lontano 1207 .
L’oro: metallo per gli scambi
L’oro era l’unica forma di moneta,
l’unico mezzo di scambio del
tempo. Si presentava in vari conii,
uno per ogni città-stato. Il valore
di ogni moneta, fosse un ducato di
Venezia o un fiorino di Firenze,
era rigidamente proporzionale al
contenuto di oro presente in essa.
Oltre alle manifatture per le
esportazioni ed ai commerci,
un’altra attività era piuttosto
fiorente nelle città italiane, si
trattava dell’oreficeria.
L’orefice: antica figura di banchiere
Dobbiamo allora immaginare che ad un certo punto,
da qualche parte in Toscana oppure a Genova, un
orefice abbia iniziato ad offrire un servizio di
deposito, ovvero la prima funzione che caratterizza
una banca moderna. Il depositante si recava presso
il negozio dell’orefice con il gruzzolo e l’orefice
rilasciava una ricevuta che poi sarebbe stata usata in
futuro: non tanto per ottenere la restituzione dello
stesso gruzzolo consegnato ma, più semplicemente,
per ottenere una quantità d’oro equivalente a quella
consegnata, magari al netto di un piccolo compenso
per il servizio di custodia offerto.
La nascita degli assegni
La ricevuta si chiamava “nota di banco” perché era solitamente firmata sul banco
dell’orefice. La nascita della figura dell’orefice custode rappresenta il primo
passo nella direzione della nascita dell’istituzione della banca. Un secondo
passo fu compiuto con l’invenzione di qualcosa di molto simile al moderno
assegno. Accadde quando un mercante italiano, propose ad un collega
fiammingo di ricevere in pagamento non una certa quantità d’oro, ma la
“girata” di una nota di banco che attesta il deposito della stessa quantità
presso qualche orefice-custode. La girata delle note di banco facilitò di molto
gli scambi commerciali e si rivelò subito un successo. Non occorreva più
andare in giro per l’Europa con borse piene d’oro attaccate alla cintola. L’oro
rimaneva al sicuro nei forzieri degli orefici-custodi. Al posto dell’oro
cominciarono a circolare le note di banco che, per ovvie ragioni, risultavano
più facili da trasportare e meno appetibili per i rapinatori.
Le proto-banche: la nascita dei prestiti
Possiamo dunque immaginare che un mercante bisognoso di credito si sia
rivolto a questo proto-banchiere per avere oro in prestito .
Infatti, attraverso l’emissione di note di banco in eccesso rispetto
all’oro posseduto nei forzieri, non solo venivano concessi dei prestiti
ma creava moneta proprio nell’accezione degli economisti
che considerano moneta tutto ciò che viene accettato negli scambi.
Le proto-banche creavano dunque moneta emettendo più note
rispetto all’oro posseduto e aumentando, di conseguenza,
l’ammontare complessivo dei mezzi di pagamento.
Nasce il problema della liquidità
L’illiquidità può sorgere anche quando il bilancio è sano ma si
hanno debiti che i creditori possono esigere immediatamente
e crediti che non sono invece immediatamente esigibili. E tale
era appunto la situazione degli orafi-banchieri. Avevano
concesso dei prestiti a termine ma i loro debiti
erano immediatamente esigibili dato che non potevano
rifiutarsi di consegnare immediatamente l’oro qualora un
portatore di una nota si fosse presentato al banco. Ma, come
sottolineato, gli orafi-banchieri si sottoponevano
“razionalmente” al rischio di illiquidità nel senso che, tutto
sommato, si trattava di un rischio calcolato. In fondo, tutto
quello che bisognava fare era evitare che troppi titolari di
note si presentassero al banco lo stesso giorno per reclamare
la restituzione del proprio oro.
Rinascimento e Seicento
È proprio nel Rinascimento che nasce la banca intesa in senso
moderno. Si tratta del Banco di San Giorgio,sorto a Genova
nel 1406 come istituzione che si occupava della gestione del
debito pubblico. Con il passare dei decenni si assiste alla
decadenza dei banchi privati e all’affermazione progressiva
dei banchi pubblici. La prima vera e propria banca di
emissione fu la Banca d’Inghilterra,costituita nel 1694 come
società anonima, cui seguirono man mano quelle degli altri
Stati europei. Il loro scopo era soprattutto quello di
finanziarie il ceto mercantile, favorendo gli scambi
commerciali marittimi e terrestri.
Ottocento
A partire dal 1830, cominciarono a sorgere nuovi tipi di istituzioni
bancarie, preposte alla raccolta dei depositi e alla concessione
di varie forme di credito. La rivoluzione industriale chiedeva
sempre più capitali per sostenere le industrie nascenti, destinate
a modificare gli equilibri economici dell’intera Europa. Le
banche finanziarono la crescente spesa pubblica per le opere di
urbanizzazione, prime fra tutte quelle ferroviarie, e fornirono
le risorse necessarie allo sviluppo dell’industria tessile,
meccanica,siderurgica. Il credito bancario ebbe un’espansione
senza precedenti nella storia e in tutte le grandi città sorsero
nuovi importanti istituti bancari.
In Italia, erano autorizzate a emettere banconote, prima dell’unità, le banche
pubbliche degli Stati preunitari (la Banca Nazionale Sarda, la Banca di Parma,
la Banca delle Quattro Legazioni, la Banca Nazionale Toscana, la Banca
Toscana di Credito). Successivamente, con l’unificazione, la Banca Nazionale
Sarda muta il proprio nome in Banca Nazionale del Regno d’Italia e ingloba sia
la Banca di Parma sia la Banca delle Quattro Legazioni, diventando il più
grande istituto bancario del Regno d’Italia, tanto che aprirà le sue filiali anche
in Italia centrale e meridionale. Alle citate banche pubbliche si aggiungono nel
frattempo il Banco di Napoli, il Banco di Sicilia e numerosi istituti privati, fra i
quali la Banca Generale, la Società Generale di Credito Mobiliare, il Banco di
Roma (poi divenuta Banca dello Stato Pontificio), il Banco Ambrosiano.
Novecento
Il sistema bancario si evolve sotto il profilo
tecnico e normativo.
Le banche centrali dei singoli Stati si
consolidano e si definiscono maggiormente i
rapporti bancari internazionali sia fra gli
istituti pubblici, sia fra quelli privati.
Nel 1926
Nel corso della prima guerra mondiale la Banca sovvenne largamente il Tesoro: con il
credito diretto, l’aggancio della lira all’oro fu abbandonato e si instaurò il monopolio
statale dei cambi.
Nel dopoguerra le difficoltà della riconversione misero in crisi molti settori dell'industria
e le istituzioni creditizie che li avevano finanziati largamente, fino a determinare
gravi dissesti bancari. La Banca d’Italia effettuò, d’accordo con il Governo, imponenti
operazioni di salvataggio. Sul piano valutario si superò il monopolio dei cambi ma,
nelle nuove circostanze, il ritorno alla normalità monetaria fu impossibile: gli
strumenti di controllo della circolazione vigenti risultarono totalmente privi di
efficacia.
In uno scenario tendenzialmente inflazionistico si arrivò nel 1926 alla
decisione del governo fascista di rivalutare la lira, deflazionando
l’economia. Come parte di questo piano di stabilizzazione monetaria e di
ritorno all’oro, nell’arco di un triennio furono introdotte importanti
riforme.
Alla Banca d’Italia fu attribuito il monopolio delle emissioni e affidata la
gestione delle Stanze di compensazione, snodi centrali di un moderno
sistema dei pagamenti.
Fu anche varata una legge per la tutela del risparmio: furono stabiliti per le
banche obblighi speciali, fra cui un capitale minimo, e attribuiti alla
Banca d'Italia nuovi poteri di controllo, primo nucleo della funzione di
vigilanza creditizia.
L'opera di riforma fu completata nel 1927-28 con la fissazione della nuova
parità aurea della lira e il ripristino della convertibilità in oro o in divise
estere convertibili, l'obbligo di mantenere una riserva in oro o in divise
convertibili non inferiore al 40 per cento della circolazione, la
ridefinizione dei rapporti con il Tesoro.
Per effetto di questi provvedimenti, l'Istituto, abbandonando il
vecchio ruolo di “banca di circolazione”, venne ad assumere
funzioni di vera e propria banca centrale e di organo di
controllo del sistema creditizio; si accentuò il suo carattere
sostanziale di ente pubblico.
Nel 1928 fu approvato il nuovo Statuto, che istituiva la figura
del Governatore, posto al vertice del Direttorio.
Nel 1936
Nel pieno della Grande Depressione, la svalutazione della sterlina
e di gran parte delle altre monete equivalse di fatto a
un’ulteriore rivalutazione della lira. Si accentuò il carattere
deflativo della politica italiana e pesanti furono le conseguenze
sull’attività economica e sul sistema finanziario. Lo Stato e la
Banca centrale salvarono dal tracollo le maggiori banche
miste, gonfie di partecipazioni azionarie sempre più svalutate.
La Banca d’Italia si trovò con un attivo fortemente
immobilizzato e quindi nell’impossibilità di manovrare
ulteriormente. Vennero così creati prima l'Istituto Mobiliare
Italiano (IMI) con il compito di assicurare i finanziamenti di
medio-lungo periodo e poi l'Istituto per la Ricostruzione
Industriale (IRI), che acquisì le partecipazioni azionarie delle
banche in difficoltà e i pacchetti di controllo delle banche
stesse.
In questo contesto di preparazione alla guerra in Etiopia venne elaborata, in
ambito IRI, la legge di riforma bancaria del 1936. Una prima parte
(tuttora in vigore) della legge definì la Banca d'Italia “istituto di diritto
pubblico” e le affidò definitivamente la funzione di emissione (non più,
quindi, in concessione); alla Banca fu proibito lo sconto diretto agli
operatori non bancari, sottolineando così la sua funzione di banca delle
banche. Una seconda parte della legge fu dedicata alla vigilanza creditizia
e finanziaria: essa ridisegnò l'intero assetto del sistema creditizio nel
segno della separazione fra banca e industria e della separazione fra
credito a breve e a lungo termine; definì l’attività bancaria funzione di
interesse pubblico; concentrò l'azione di vigilanza nell’Ispettorato per la
difesa del risparmio e l'esercizio del credito.
Alla fine del 1936 la svalutazione della lira, lungamente attesa, favorì la
ripresa economica e il riequilibrio dei conti con l’estero.
La nascita del testo unico
bancario in materia creditizia
Cos'è un testo unico ?
Esso è raccolta normativa su un determinato argomento di
diritto, si sostituisce e si coordina una congerie di
provvedimenti legislativi che, accavallandosi in sequenza,
portavano all'interprete scarsa chiarezza di applicazione.Il
testo unico, ha perciò il pregio di accomunare in un solo
corpo testuale spesso definito "codice" poiché generalmente
manca della necessaria sistematicità tutta la
regolamentazione su una materia, evitando così al
destinatario , la possibilità di incorrere in errori dovuti alla
pluralità di norme sparse per il sistema legislativo.
Il TUB
Il testo unico delle leggi in materia
bancaria e creditizia (in acronimo
TUB) è un testo unico della
Repubblica Italiana, emanato con
il d.lgs 1º settembre 1993, n. 385,
ed in vigore dal 1º gennaio
1994.Esso sostituì tutta la
legislazione bancaria italiana e
disciplinò l'attività delle banche,
intesa come "tutto ciò che ha a
che fare con l'attività bancaria",
del credito e della vigilanza su di
esse.
I contenuti
Col nuovo Testo unico bancario viene riformato in maniera
radicale il sistema bancario italiano, che fino al 1992 ha
considerato le banche come pubblica istituzione, operante in
regime di separatezza temporale, settoriale e istituzionale
dell'attività bancaria.Ad esempio importante ed innovativa
norma all'interno del testo unico è l'art. 10 che per la prima
volta definisce chiaramente il significato di banca, definendo
il carattere imprenditoriale dell'attività (e non più di ente
emanazione dello Stato o sotto lo stretto controllo di
quest'ultimo), consistente nella raccolta di risparmio tra il
pubblico e l'esercizio del credito
Con la riforma del TUB, le banche possono costituirsi
solo come società di diritto privato (S.p.A. o
cooperative), ed hanno poteri più ampi di azione e di
creazione di nuovi mercati, anche esteri.Una delle
novità del TUB, rispetto alla precedente disciplina, è il
concetto di banca universale che ha natura
imprenditoriale e che può esercitare congiuntamente la
raccolta del risparmio presso il pubblico dei creditori e,
allo stesso tempo, l'esercizio del credito a medio e lungo
termine operazioni che storicamente non potevano
essere effettuate insieme.
Sitografia
• www.feduf.it/container/scuole/storia-dellabanca .
• https://www.bancaditalia.it/chi-siamo/storia/
• https://www.bancaditalia.it/chisiamo/storia/istituzione/
• www.studenti.it › ... › Economia › imprese