La commedia dell’arte
Milano– Palazzo Reale: “Alberto Savinio. Una mostra suggestiva, sembra dare corpo alla sua
straordinaria percezione immaginifica con composizioni che innestano la realtà mutante dell’estro
creativo con la realtà concreta, tangibile. Totalmente immersi in questo spettacolo di lucida, limpida
consapevolezza onirica esploriamo il reale …
di Antonella Iozzo
Alberto Savinio: la commedia dell’arte
L’invenzione è in scena, ogni composizione apre nuovi orizzonti, inarca la fantasia
Milano – La dimensione creativa, le ragioni delle Arti, una linea unica che conduce nel fantastico,
visionario, raffinato mondo di Alberto Savinio (1891-1952). A Palazzo Reale, Milano, fino al 12 giugno,
una suggestiva mostra “Alberto Savinio. La commedia dell’arte”, ripercorre, attraverso più di 100 opere, la
sua poliedrica vena artistica.
Fratello di Giorgio de Chirico ha attraversato tutta la prima metà del XX secolo, caratterizzandola in modo
originale e anticipando il postmoderno nelle varie discipline, dalla letteratura alla pittura. Scrittore,
compositore per il teatro, musicista, direttore d’orchestra, a trentacinque anni esordisce come pittore sullo
sfondo di una Parigi surrealista.
L’esposizione è un palcoscenico delle meraviglie con una voce fuori campo d’eccezione: Toni Servillo. La sua
lettura di alcuni testi saviniani dedicati all’arte e al teatro, ci accompagna dentro le opere, tra la poetica,
l’estetica ed il pensiero dell’artista con un’interpretazione fascinosa, intima ed indiscreta.
L’invenzione è in scena, ogni composizione apre nuovi orizzonti, inarca la fantasia, sottende il desiderio e lo
spettatore si trova improvvisamente immerso in una dimensione che solletica la mente e si apre a soluzioni
audaci.
Savinio sembra dare corpo alla sua straordinaria percezione immaginifica con composizioni che innestano la
realtà mutante dell’estro creativo con la realtà concreta, tangibile. Disegna un mondo dove la fusione
dell’impossibile partorisce accostamenti tra condizione umana e condizione animale, suggestioni nella forma
di esseri viventi intenti in elucubrazioni filosofiche e letterali. Protagonisti che elegantemente, delicatamente,
sinuosamente si offrono allo sguardo dello spettatore attratto dalla conoscenza che gioca con l’innocenza.
Dentro la cornice del quadro implode ogni particella sensibile riconducibile all’inconscio, alla visione, alla
fantasia, all’onirico che si rivela con sottili proiezioni di disordini mentali e riflessi evocativi, un universo, il
codice-Savinio, che la mostra magistralmente curata da Vincenzo Trione, vuole individuare partendo dal
quadro e rimanendo sempre dentro la sua cornice.
Influenze surrealiste e legami con la tradizione della figuratività italiana, percorsi paralleli che Savinio
converge all’unisono, solo così si può spiegare la stranezza dei suoi quadri dove mito, costellazioni profetiche
e il regno del fantastico fluttuano dal passato al futuro, ovviamente, senza soluzione di continuità.
La mostra è suddivisa in cinque sezione s’inizia con Miti Dipinti, dedicata al rapporto con il mito. Lo spirito
moderno si adagia, si dispiega, si mimetizza in rovine, templi antichi, statue e leggende, tracce che
conducono alla Grecia impegnata, al nobile pensiero approdato in terre lontane. Numi straniati o deformati
ora abbottonati in abiti borghesi vivono in bilico tra burla e tragedia come in “In visita” e “Penelope” (1930),
tele che fanno parte del ciclo “Canto d’amore”, dalle sontuose scenografia . Si segue con Letterature Dipinte,
Savinio ritraendo poeti, filosofi e muse, sembra voler sottolineare quel legame indissolubile tra opera scritta
e dipinta. Un opera su tutte l’”omaggio ad Apollinaire” (1927), il nume tutelare dei fratelli de Chirico negli
anni parigini.
Con la terza sezione: Architetture Dipinte, Savinio “gioca” con le imponenti masse architettoniche
assemblando blocchi cromaticamente molto vivaci, che precipitano, obliqui, verso il primo piano. Spazi
interni ed esterni dialogano inscenando una situazione straniante e disarmante, richiami ad un alfabeto
metafisico che rapisce la nostra attenzione con “La partenza degli Argonauti”(1925-1926); “Fiori stranieri”
(1928 e “Nascita di Venere” (1950), il terreno ed il celestiale lontani eppure vicini tra l’abbraccio di
un’architettura solida ed eterea.
Un’altra sala, una’altra sezione: Oggetti Dipinti dedicata alle sperimentazioni nell’ambito delle arti applicate.
Una poliedrica curiosità che lo porta ad esplorare la musica, come compositore ed esecutore il teatro, come
autore di complesse messinscene, inoltre disegna schizzi per tessuti, arazzi e tappeti; produce mosaici e
mattonelle in maiolica, senza dimenticare la sua vena di scrittore come critico d’arte e letterario, Tra le
opere esposte bozzetti per stoffe, mosaici e le fotografie dell’intervento realizzato da Savinio per Villa
Malaparte a Capri.
Passo dopo passo giungiamo all’ultima sessione: Scenografie Dipinte. Il teatro una costante nella sua vita
artistica che sembra guidare il pennello in alcuni suoi quadri molto scenografici. Non dobbiamo poi
dimenticare la sua collaborazione con il Teatro alla Scala di Milano, per il quale Savinio realizza, tra il 1948 e
il 1951, quattro spettacoli in qualità di scenografo, costumista e, in alcuni casi, regista: “Oedipus rex”
(1948); “I racconti di Hoffmann” (1949); l’ “Uccello di fuoco” (1950) e “Vita dell’uomo” (1951), bozzetti qui
esposti. Importante anche la collaborazione con il Teatro del Maggio Fiorentino.
L’allestimento della mostra, a curato dello Studio AR.CH.IT Luca Cipelletti e Associati e recupera il tema
della finestra e del “guardare attraverso”. Guardare fuori di sé, trovare, cercare, perdendosi all’interno di
uno spazio onirico. Un’introspezione che dilata le prospettive, le stese usate da Savinio nelle sue opere,
insieme ai coni ottici distorti e ruotati. Totalmente immersi in questo spettacolo di lucida, limpida
consapevolezza onirica esploriamo il reale dipinto toccando i vettori frammentati derivanti dalla letteratura,
dall’architettura, dalla musica, dalle arti applicate, dal teatro.
di Antonella Iozzo©Riproduzione Riservata
(21.04.2011)
Notizie utili
“Alberto Savinio. La commedia dell’arte”
Dal 25 febbraio al 12 giugno 2011
Milano – Palazzo Reale.
Orari:
lunedì 14.30 – 19.30,
martedì – domenica 9.30 – 19.30,
giovedì e sabato 9.30 – 22.30,
Ingresso: intero € 9,00, ridotto € 7,50, ridotto speciale € 4,50
Informazioni:
Tel. 02 54 915,
www. mostrasavinio. it
Catalogo: 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE
Immagini:
Savinio “En Visite” olio su tela 1930, 65×81, collezione privata Roma
Savinio “Senza titolo”, olio magro su cartone intelato,1929 39×52 collezione privata
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