∂ Konzept 2006 ¥ 3 ∂ – Rivista di architettura 2006 ¥ 3 · Edilizia collettiva Testo in italiano Testo in italiano Traduzione: Architetto Rossella Letizia Mombelli E-Mail: [email protected] 1 ‡ Grundriss und Ökonomie ‡ Individualität für die Masse? ‡ Vielfalt statt Flexibilität? ∂ Geschosswohnungsbau · Multi-storey Housing · Habitat collectif · Serie 2006 · 3 Zeitschrift für Architektur + Konzept · Review of Architecture · Revue d’Architecture Potete trovare unʼanteprima con immagine di tutti progetti cliccando su: http://www.detail.de/rw_5_Archive_De_HoleHeft_167_ErgebnisHeft.htm Konzept Testo in italiano Pagina 142 Intervista con Winy Maas Detail: Da dove nasce l’ interesse dello studio per l’edilizia residenziale ad alta densità? Maas: Il 65% degli incarichi dello studio è costituito da edifici residenziali. La società contemporanea e l’immagine della città sono maggiormente caratterizzate dall’edilizia residenziale che dalle poche e isolate architetture destinate alla cultura. Ci occupiamo di residenza da quando il nostro studio è entrato nel gotha dell’architettura. Detail: Su che basi si fonda, secondo Lei, il recentemente e diffuso interesse per gli edifici ad altissima densità abitativa? Maas: La globalizzazione sta portando gli uomini a prediligere la vita di gruppo, organizzata in strutture simili a villaggi, senza rinunciare agli ambienti cosmopoliti. E la possibilità di disporre di un indirizzo degno di nota, sta assumendo il carattere di un valore aggiunto, che permette di dire: “Abito in questo edificio o in quella piazza”. Un’esigenza che porta inevitabilmente ad un’altissima concentrazione e alla costruzione di edifici di grandi dimensioni. Il desiderio prevalente è quello di vivere in una sorta di icona architettonica, dotata di grande riconoscibilità. Metal: Ma negli anni 60, la tipologia del megaedificio residenziale si è già risolta in un fallimento. Maas: Ci sono state delle eccezioni: gli Smithons hanno costruito meravigliosi edifici residenziali a Nancy, ad esempio. La nostra esperienza riprende alcune di queste idee. Molti reputano l’architettura di MVRDV priva riferimenti storici, ma nel nostro libro “Farmax” abbiamo citato persino Giovan Battista Piranesi e Giambattista Nolli. Detail: Guardando la vostra 3-D-City, la città a forma di cubo, con un lato che misura un chilometro, presentata nel nuovo volume “KM3”, tornano alla mente gli spazi piranesiani, che richiamano a loro volta gli scenari di alcuni film di fantascienza. Maas: Sul piano pragmatico, l‘idea della 3-DCity si basa sulla sinergia generata dalla combinazione di varie e differenti funzioni. L’interazione tra gli spazi della residenza e quelli del mercato, come nel progetto di Rotterdam, si rivela particolarmente interessante non solo sul piano formale, ma anche su quello della funzione; consente infatti il vantaggio di ridurre i percorsi tra l’alloggio e il negozio. Il progetto del complesso residenziale riceve dalla multifunzionalità uno stimolo importantissimo che gli impedisce di degenerare a livello di mero quartiere dormitorio. Detail: Nei vostri progetti la tridimensionalità dell’architettura prosegue fino alla differenziazione del taglio dei singoli alloggi. Per Voi è veramente necessario un livello di differenziazione così approfondito? Maas: La questione, più volte sviluppata nei nostri progetti, consiste nella relazione tra il progetto in grande scala e l’estremo desiderio di individualizzazione. Nel 1991, a Berlino, abbiamo ribaltato in verticale il concetto del casermone. Con quel progetto volevamo dimostrare la completa realizzabilità di ogni edificio desiderato: con una sezione a croce, con più scale o semplicemente un’architettura ebraica. Detail: Le Corbusier aveva previsto la realizzazione di un asilo infantile sulla copertura dell’Unitè d’Habitation. Anche nei vostri progetti ci sono delle combinazioni di questo tipo? Maas: Ci abbiamo provato nel progetto di Silodam, ma non sulla copertura. Abbiamo inserito l’asilo al centro del volume, come un fulcro di aggregazione sociale. La piattaforma sul piccolo porticciolo pertinente l’edificio sarebbe stata un luogo fantastico per un ristorante. Nel frattempo vi si è insediato un centro per il training informatico e la combinazione delle varie tipologie abitative ha consentito alla città verticale di animarsi. Detail: Però la combinazione di destinazioni d’uso prevista non è stata realizzata integralmente Maas: La collocazione sull’acqua e la soluzione per l’area parcheggio hanno reso l’intero progetto tecnicamente molto impegnativo incrementando notevolmente i costi. L’intero volume, è stato allora posizionato su dei piloni lunghi 80 metri protetto da una sorta di argine per impedire alle imbarcazioni di urtare l’edificio. Il garage completamente automatizzato e dotato di montacarichi per auto è stato collocato al di sotto del molo. Dopo la vendita dell’edificio, abbiamo atteso 5 anni per vedere incrementare del 260 % il valore dell‘immobile e disporre del capitale per il finanziamento delle infrastrutture. In questo senso ho potuto accettare che, per motivi economici, fossero escluse alcune funzioni particolari, dal momento che la costruzione ultimata riesce comunque ad esprimere integralmente il concetto che l’ha generata. Detail:Gli appartamenti sono molto costosi. Maas: Il motivo è che sono collocati in una posizione molto centrale. Gli appartamenti più costosi contribuiscono al finanziamento di quelli più economici, cioè quelli per la residenza popolare, collocati al piano terra, e le residenze per gli anziani ai piani alti, raggiungibili con l’ascensore. L’integrazione di alloggi popolari all’interno di aree centrali costituisce per la municipalità un vero investimento, dal momento che gli stessi appartamenti, trascorso un certo periodo e con l’incremento dei prezzi, possono essere successivamente rivenduti con un ottimo profitto. Detail: Come è stato accolto l’edificio dagli acquirenti? Maas: Hanno dovuto fare poca pubblicità per vendere gli appartamenti, ma al tempo stesso, l’edificio è comparso in diverse campagne pubblicitarie di lifestyle. L’edificio offre un adeguato grado di sicurezza e di privacy benché non sia recintato lungo l’intero perimetro come nelle Gated Communities e come preferirebbe anche in Olanda la maggior parte degli utenti. La collocazione nell’area portuale è parte integrante della nostra cultura e per questo anche le famiglie con bambini desiderano vivere in questa parte della città. Detail: La piattaforma fluttuante sull’acqua è pubblica e d’estate è molto frequentata. So- 2 Testo in italiano no sorti problemi con i residenti? Maas: Non quando sin dall’inizio questo aspetto viene incluso nel contratto di vendita. I residenti si sono dimostrati favorevoli. Detail: All’edificio residenziale realizzato a Madrid è stato attribuito il soprannome di “Mirador”per la terrazza panoramica. Anche questo spazio è aperto al pubblico? Maas: Certo. Abbiamo predisposto un ascensore pubblico. L’edificio è parte integrante della cultura urbana: sulla terrazza, infatti, si svolge il rinomato festival della danza. Abbiamo anche previsto un’area bar che può essere ceduta in locazione. Detail: Nelle foto, l’atmosfera della terrazza battuta dal vento sembra triste. Maas: Provi ad andarci. Lo spazio è stato pavimentato con un granulato di gomma simile ad erba sintetica su cui ci si vorrebbe subito sdraiare. I parapetti in vetro alti 1,60 metri garantiscono una buona protezione al vento. Non dobbiamo poi dimenticare che a Madrid può fare anche molto caldo e una brezza può anche risultare piacevole. La sera, da lassù si gode uno spettacolare tramonto; quando i raggi bassi del sole penetrano attraverso l’edificio come a Stonehenge. Detail: Se da un lato MVRDV promuove la massima varietà funzionale, per quale motivo avete riunito in un unico pacchetto le diverse tipologie? Maas: Nel Berlin Voids ambivamo ad una certa individualità, anche se con un budget limitato non si può certamente fare tutto. Ci era stata commissionata la realizzazione di una palazzina di notevole altezza con massima flessibilità nel taglio degli alloggi e con uno spazio comune, esterno ma coperto, concepito per essere il fulcro dell’impianto. Le diverse tipologie sono state assemblate intorno alle scale d’emergenza. Il triplex di 70 mq, distribuito su tre livelli, è quello che possiede la maggior flessibilità; vi si può abitare come in una minitorre: i bambini in alto, la nonna in mezzo. Abbiamo differenziato i materiali per le facciate dei nove fabbricati in modo tale da rendere leggibile il concetto anche dall’esterno, anche se abbiamo corso il rischio di essere considerati “pop” Nel “Mirador”, invece, siamo giunti alla “concentrazione deconcentrata”. Detail: Il colore arancio degli spazi di distribuzione è puramente decorativo oppure ha anche una funzione? Maas: Volevano distinguere le superfici semiprivate di distribuzione. Dato che la maggior parte degli interni sono bianchi, desideravamo enfatizzare la complessità del connettivo e per questo abbiamo scelto un arancio intenso. Detail: Nel progetto di Silodam le facciate richiamano le navi portacontainer ormeggiate nel porto. Quali sono invece i riferimenti del progetto di Mirador? Maas: Abbiamo seguito le medesime strategie 2006 ¥ 3 Konzept ∂ del Berlin Void. Nel caso di Mirador, abbiamo ruotato il tipico edificio residenziale spagnolo sulla verticale, trasformando il cortile interno in un elemento di grande espressività. L’edificio è un’alternativa ai fabbricati per lo più privati dell’intorno. Il “Mirador” non solo apre al pubblico il suo fulcro, ma apre l’intero edificio verso la strada. Detail: Il “Mirador”, essendo l’edificio più alto del complesso residenziale, prende il posto che precedentemente era della chiesa. Maas: Oggi, la chiesa non ha più il ruolo di un tempo. Piuttosto, Internet è la nuova “chiesa”. È il nuovo dominio collettivo di oggi. Stiamo vivendo in un’epoca segnata dall’iperindividualismo. Detail: L’Olanda da tempo svolge sperimentazione architettonica. Pensa che ci siano anche in questo caso i presupposti per un’architettura innovativa? Maas: Purtroppo, nel 2002, l’assassinio di Pim Fortujn ha portato in tutto il paese una grande paura verso tutto ciò che è sperimentazione. L’urbanistica tradizionale è rifiorita, mentre la nostra architettura è stata duramente criticata. Per questo realizziamo l’85% dei nostri progetti all’estero e non in Olanda. Oltre allo studio di Rotterdam, che vanta 40 collaboratori, abbiamo un ufficio a Pechino, proprio al centro della Città Proibita. Detail: Nell’ambito dell’edilizia residenziale, quali sono le maggiori differenze tra un paese e l’altro? Maas: Esistono esigenze comuni trasmesse in tutto il mondo dalle riviste di lifestyle: uno spazio esterno, un ampio soggiorno, una vista piacevole. In Cina, ad esempio, sono richiesti appartamenti con più stanze, una stanza privata per la nonna, una cucina collocata in una certa posizione e realizzata in modo particolare. Detail: In Cina, dal momento che non sono dotati di riscaldamento, molti appartamenti sono orientati a sud. Maas: Certo, ma solo in alcuni casi. L’orientamento verso sud-ovest deriva dalla dottrina del Feng Shui. In Corea, ad esempio, stiamo studiando delle planimetrie alternative a quelle classiche degli alloggi di massa. Il problema della monotonia e della crescita convulsa, in Corea è molto più importante che in Cina. Attualmente ci sono 20 nuove città in costruzione. Di fronte alla spaventosa crescita asiatica, la domanda è: come faremo a garantire un processo di trasformazione mondiale ecosostenibile? Detail: Come rispondete alla sfida di un concetto sostenibile? Maas: Presso il Berlage Institut, sto lavorando insieme agli studenti per mostrare con programmi come “Climatizer” come sia possibile realizzare architettura a basso contenuto tecnologico energicamente efficiente. Pagina 146 Individualità per le masse? Edilizia residenziale a Vienna Gabriele Kaiser L’abitazione è una “macchina del desiderio” senza limiti in un mercato sconfinato di stili di vita. Nonostante l’edilizia tipica viennese sembri rispondere in modo soddisfacente a tutte le esigenze sia tipologiche che tematiche, parallelamente è facile supporre che lo spazio destinato alla sperimentazione rimanga limitato. E’ facile constatare che sempre più edifici vengono costruiti con costi ridotti, ma l’elaborazione del tema dell’“abitare” non trova una collocazione soddisfacente. Non solo, spesso e volentieri, la città guarda al passato della Vienna rossa degli anni ‘20 e ‘30 e si ispira anche alle opere di Roland Rainer realizzate dopo il 1945, pur disponendo di una scena architettonica vitale con architetti appartenenti alla giovane e media generazione come ARTEC o BUS. La residenza “Sargfabrik” del gruppo BKK-2 (terminata nel 1992) e il progetto seguente “MISS Sargfabrik” del BKK-3 (terminato nel 2000) sono sperimentali ed unici nel vero senso del termine. A differenza dei grandi progetti di quartiere del primo dopoguerra, oppure dei complessi a tema fitti di edifici bassi, tipici delle espansioni urbane degli anni ’80, l’edilizia attuale non ha solo scopi residenziali e non costituisce nemmeno un’alternativa valida all’edilizia di massa utilitaristica. Essa deve essere in grado di rispondere ad un’ampia gamma di esigenze individuali e culturali. Da tempo ormai non è più figlia dell’ideologia recondita che vuole ospitare le masse ma, e in misura maggiore, della necessità di produrre in massa una grande quantità di identità individuali. In questa catena produttiva, che nasce per soddisfare le più svariate esigenze residenziali (abitare nel verde, sull’acqua, in condominio, nel loft cittadino, in un attico, in modo ecologico o in un golfclub) l’unica cosa che non varia è una certa idea di urbanità; l’urbanista e studioso di realtà metropolitane, Rudolf Kohoutek, commenta senza indugio: “Oggi, la nuova edilizia residenziale non nasce più dalla creazione dei singoli edifici per la città, ma è il frutto di un progetto autarchico senza luogo, un progetto per nuovi gruppi sociali”. La somma dei progetti e delle realizzazioni residenziali, all’interno della planimetria urbana, lascia la città in secondo piano rendendola simile alla homepage di un’azienda, nella quale i luoghi più importanti sono in rilievo e sono connessi dai link. Che negli ultimi anni, il progetto o il prodotto “abitare” si sia trasformato in un articolo in grado di coprire tutte le sfaccettature di uno stile di vita, lo si capisce non solo dagli slogan del marketing immobiliare ma anche dai concetti “all-inclusive” delle architetture stesse. I nomi di certi quartieri come Donau-City, Wienerberg-City, Monte Laa oppure G- ∂ Konzept 2006 ¥ 3 Town, definiscono delle entità topografiche nelle quali non c’è solo la residenza, ma che generano anche nuovi modelli o stili di vita, grazie a nuove a aggiuntive funzioni come piscine, sky lobbies, centri benessere, conciergierie etc. Nei prossimi anni, la varietà del target degli acquirenti farà perdere importanza agli alloggi di dimensioni medie “normali” che ancora dominano il mercato. Nelle sezioni dei quotidiani dedicate agli immobili, i nomi degli architetti sono usati come marchi che, come nella moda, dovrebbero incrementare la sensazione di appartenenza ad un certo gruppo sociale. La limitatezza dell’effetto mediatico è dimostrato con incisività dall’intervento negli Spittelauer Länder di Zaha Hadid. La forma a zig zag del volume sembra aleggiare sopra i viadotti della ferrovia urbana di Otto Wagner; il progetto, inizialmente lodato come un’icona dell’architettura residenziale urbana, è andato via via compromettendosi sempre di più sulla strada della realizzazione e nel frattempo la stessa Zaha Hadid ne ha preso le distanze. All’inizio degli anni ‘90, la città di Vienna, in previsione della forte ondata di immigrazione dai paesi dell’est, ha incrementato le sovvenzioni per l’edilizia residenziale fino a 10.000 unità all’anno. In questa nuova fase dell’edilizia di massa, abbiamo preso le distanze dalle tipologie basse ad alta densità degli anni `80 e abbiamo iniziato a costruire interi quartieri abitativi sul “Platte” di Uno-City presso Simmering e sul Wienerberg. Con la creazione di Donau-City e la concezione di un edificio di grande altezza sono state create le condizioni per la realizzazione delle infrastrutture e dei collegamenti che avrebbero dovuto aprire il condominio anche agli alloggi in locazione e a quelli di proprietà. In seguito a questo boom, non sono sorte solo le torri per il terziario, ma anche le palazzine residenziali come quelle di Harry Seidler, Delugan_Meissl, Coop Himmelb(l)au, Allbert Wimmer. Ai grandi quartieri a tema della prima metà degli anni ‘90 (quartiere termale Oberala, quartiere senza auto Muster e Frauen-WerkStadt) sono seguiti altri progetti, alcuni dei quali orientati verso determinati gruppi sociali, altri verso il tema dell’abitazione e del lavoro (ad es. Compact City di BUS Architektur a Vienna Florisdorf) oppure verso l’integrazione degli immigrati (p. es. l’intercultura dell’abitare di Heidecker Neuhauser a Vienna-Florisdorf). La carenza di terreni edificabili e l’incremento dei costi in periferia hanno fatto si che il cosiddetto “Brownfeld Development” diventasse sempre più attraente anche per Vienna. Nella valorizzazione delle aree industriali dismesse, la ristrutturazione dei quattro gasometri di Vienna-Simmering, sviluppata secondo i piani degli architetti Jean Nouvel, Coop Himmelb(l)au, Wilhelm Holzbauer e Manfred Wehdorn rappresenta uno dei casi più conosciuti ed anche più criticati. Nell’area degli omonimi Kabelwerke di Vien- Testo in italiano na-Meidling, in seguito ad un vasto programma di coopartecipazione privata, è stato realizzato un quartiere a destinazione mista che, con delle denominazioni piuttosto attraenti (palazzine di lusso, residenza sul parco, casa-terrazzo, casa-pontile, loft industriale) dovrebbe essere in grado di coprire un’ampia gamma di stili di vita. Nonostante la varietà del target viennese (la città detiene il primato nazionale per il numero di alloggi di proprietà in locazione: più di 220.000), la maggior parte delle abitazioni popolari è gestita dalle società immobiliari, con circa 136.000 case a canone di locazione agevolato e 130.000 alloggi di proprietà. Tradizionalmente a Vienna prevalgono le sovvenzioni dirette ai costruttori, al fine di ridurre l’investimento e così anche il canone di locazione o il prezzo di vendita. La percentuale di case a prezzo agevolato, rispetto al volume totale delle nuove costruzioni, si aggira intorno al 90% e corrisponde alla classica sovvenzione per la classe media, per la quale il termine “casa popolare” non è più appropriato. Per analizzare gli standard qualitativi dell’edilizia da diversi punti di vista, la ricerca sull’edilizia residenziale svolta negli anni scorsi dalla città di Vienna (MA50) si è sviluppata su 4 temi fondamentali: lo sviluppo delle forme abitative, le nuove forme dell’abitare nei vecchi quartieri della città, l’architettura, l’ecologia e la nuova tecnologia ed infine, la relazione tra l’abitare e l’economia. In uno di questi studi, dal titolo “Dieci anni di concorsi, trasformazioni nell’edilizia civile” (di Michael Schluder e Natascha Stoklaska) si riassume l’apparente versatilità dell’edilizia e dell’abitazione analizzando una ristretta somma di progetti guida: “In generale si cerca di avere un’illuminazione naturale anche nei corridoi. Nella pianificazione delle aree comuni si nota un evidente incremento della qualità. Anche il numero delle aree libere legate agli alloggi e l’offerta delle aree comuni (aree fitness, sauna e piscina), pur non godendo di agevolazioni, sono state notevolmente incrementate, migliorando così ulteriormente la qualità della vita. Le piante sono “flessibili”. Lo standard del basso consumo energetico è stato raggiunto in tutti i nuovi progetti realizzati a partire dal 1996, e nel frattempo è divenuto obbligatorio per ricevere le sovvenzioni. Gli architetti del Vorarlberg, Dietrich Untertrifaller, Johannes e Oskar Leo Kaufmann hanno avviato la costruzione di una serie di progetti-pilota a Nord del Danubio dopo la pubblicazione dell’aggiornamento del Regolamento Edilizio che consente la costruzione degli edifici pluripiano in legno. Circa la metà degli alloggi sovvenzionati (negli ultimi anni circa 7.000 all’anno) vengono realizzati all’interno delle mura urbane, dove il costo del terreno è più elevato ma è possibile sfruttare le infrastrutture esistenti. Negli ultimi dieci anni, i grandi progetti di nuova lottizzazione, sono stati spesso assegnati con dei concorsi, dove i progetti sono 3 stati esaminati da una giuria composta da architetti, rappresentanti locali, esperti di diritto urbanistico in materia di civile abitazione, ecologia ed economia. Lo scopo del procedimento è quello di ridurre i costi di realizzazione degli edifici pluripiano, aumentando allo stesso tempo la qualità progettuale ed ecologica. Negli anni passati sono stati così ridotti i costi dell’edilizia agevolata, in media del 20% (circa 1100 ™/m2). Nel novembre del 2005, la “ig-architektur”, una libera piattaforma di giovani studiosi di architettura, ha richiesto nella “Wiener Architektur Reklamation” una decentralizzazione dei processi di progettazione e la realizzazione di un procedimento aperto orientato alla qualità piuttosto che ai concorsi. Facendo un confronto con i procedimenti internazionali, risulta incomprensibile che nella distribuzione delle agevolazioni pubbliche per l’edilizia residenziale, i committenti siano gli unici, già nella fase creativa, a poter agire con forza sul mercato, mentre gli architetti sono solo il braccio degli operatori del profitto. La gestione del progetto di 55.000 nuovi alloggi da realizzarsi entro il 2015 non può essere realizzata in modo poco trasparente e con procedimenti rigidi come i concorsi. L’attuale sistema non considera la nuova generazione di architetti; a destinazione arriva solo chi è già salito sul treno. Anche in questo caso, ci sono delle eccezioni: a sud di Vienna, vicino alle “Terrassenhauszeien” di Harry Glueck presso Alt-Erlaa, sei giovani team di progettazione (Schauer – SchläfferSchmoeger, Juri Troy, Sandrine van Klot, Nicole David, the next enterprise e Klaus Strattmann) stanno realizzando degli alloggi seguendo un concetto architettonico comune che prevede la modellazione libera del terreno al posto della classica parcellizzazione. Pagina 150 Temi di attualità nell’edilizia residenziale svizzera Daniel Kurz In Svizzera, meno di un terzo degli abitanti possiede “le sue quattro mura”; nelle città, la percentuale dei proprietari diminuisce ulteriormente. L’edilizia residenziale pluripiano costituisce la spina dorsale del mercato immobiliare. La maggior parte dei locatari di appartamenti sono privati; solo nei grandi centri urbani, le cooperative edilizie, le casse di previdenza o gli immobiliaristi quotati in borsa possiedono cospicui portafogli di alloggi in locazione. Tra gli sviluppi dell’ultimo decennio, si evidenzia un forte incremento degli immobili di proprietà favorito dal regime fiscale e allo stesso tempo da una crescente migrazione di famiglie e ceti medi verso le aree rurali. Contro il deficit demografico ed economico, le città reagiscono con mirati programmi di edilizia residenziale che nel frattempo mostrano i loro effetti positivi. Nel 1998, la città di Zurigo si è posta come obbiettivo l’attua- 4 Testo in italiano zione di un piano di sostegno per la realizzazione di 10.000 appartamenti per famiglie. Tramite l’edilizia residenziale convenzionata e cooperativistica, il programma intrapreso con successo da Zurigo e ripreso poi anche da altre città svizzere, ha generato un boom edilizio da cui emergono interessanti ed innovativi aspetti. Se si vuole frenare l’esodo dalle città, è necessario creare aree residenziali che possano rappresentare una valida alternativa alla casa unifamiliare nel verde. Oggi, nelle città, l’architettura di qualità è diventato un valido argomento nelle vendite anche nei segmenti della costruzione residenziale pluripiano a basso costo. La cultura dei concorsi di architettura, da tempo coltivata dai comuni e adottata dai grandi costruttori privati, contribuisce a promuovere i nuovi studi di architettura e le nuove idee. Spazi con requisiti speciali. Il centro residenziale Chriesimatt a Barr (Cantone Zug) progettato dallo studio di architettura Graber Pulver riunisce un ampio spettro di tipologie residenziali –loft, penthouses, duplex- rispondendo ad una domanda residenziale differenziata. Il progetto di Pile-Up dell’architetto Hans Zwimpfer a Rheinfelden-Basilea sovrappone moduli di unità abitative caratterizzate da un’area soggiorno distribuita su due livelli con loggia, che incrementa il valore dell’appartamento. Il sistema brevettato Pile-Up dovrebbe essere utilizzato anche in alcuni centri minori della Svizzera e a Vienna. “Kraftwerk 1”, realizzata nel 2001 dallo studio Stücheli e Bünzli Courvoisier, è uno degli interventi di edilizia residenziale più interessanti, nato da una cooperativa tra attivisti di case occupate e grande impresa. L’edificio, un complesso amministrativo convertito in residenziale, è una sorta di Unité d’Habitation con strada interna su cui si affacciano i duplex. Le comunità alloggio di un massimo di 13 stanze dividono ampi spazi di soggiorno simili a quelli degli antichi palazzi. “Kraftwerk” riunisce anche appartamenti di piccolo taglio, uffici e un ristorante. Tra le particolarità del complesso, si possono citare gli elevati standard di bioarchitettura e le strutture comuni come la terrazza, il bar e la lavanderia comune. Un fondo sociale interno consente l’accoglienza nel volume di sopraelevazione di famiglie straniere e di due gruppi di disabili. Elementi della cultura residenziale urbana. Oggi, le piante poco articolate e le cucine abitabili aperte sul soggiorno non sono viste di buon occhio. Nell’edilizia residenziale cooperativa, dove il margine economico è limitato, si riscontrano soluzioni differenziate come nel complesso residenziale A-Park di Zurigo in fase di realizzazione (Baumann Roserens Architetti). Si accede all’appartamento da un piccolo ingresso che riceve luce dal bagno adiacente. Allo spazio unico dove cucina e soggiorno si distribuiscono in 2006 ¥ 3 Konzept ∂ aree equivalenti, si affianca il gruppo separato delle stanze individuali; un altro ambiente separato dall’appartamento soddisfa l’esigenza di autonomia e privacy specifico di una persona della famiglia, una figlia adulta o un parente che abita con la famiglia stessa. Nel sobborgo di Leimbach-Zurigo, gli architetti Galli & Rudolf hanno integrato un preesistente complesso di case a schiera con un volume compatto dotato di un’ampia varietà di tipologie residenziali. Anche in questo progetto, sala da pranzo e soggiorno costituiscono un unico e continuo ambiente in connessione diretta con la camera con bagno. La specificità spaziale è accennata solo tramite la posizione nell’ampio soggiorno aperto, semplificando la trasformazione dei ruoli cui è soggetta la famiglia e l’economia domestica. Sono, richiesti spazi funzionali ampi ed accoglienti dove sia garantita l’illuminazione diurna. Esemplari sono gli ingressi del complesso residenziale di Adrian Streich a Zurigo: completamente vetrato lungo il perimetro e alto 3,8 metri, l’intero piano d’accesso è predisposto esclusivamente per le funzioni comuni riservate ai residenti. Densità Nelle aree industriali dismesse della città gli indici di copertura anche maggiori di 2,0 sono all’ordine del giorno. Nell’edilizia residenziale, a parità di indici, è necessario garantire un’elevata qualità della vita ed un’accurata progettazione. La palazzina ad alta densità realizzata dall’architetto Patrick Gmür offre l’occasione di relazionare la qualità abitativa individuale agli attraenti spazi esterni. Tra gli aspetti più originali del progetto, una concierge. Nel volume più basso si distribuiscono i duplex per famiglie con ampie logge su due piani che, rispetto ai balconi, garantiscono uno spazio all’aperto più intimo e protetto dalle intemperie. Per le nuove costruzioni del primo dopoguerra, realizzate in sostituzione delle preesistenti e per soddisfare le esigenze immediate, spesso la città giardino ha rappresentato la soluzione ideale, con le sue abitazioni immerse nel verde. Oggi, in ambito urbanistico, le grandi aree residenziali delle cooperative edilizie offrono grandi opportunità per l’utilizzo di quella strategia. Sotto l’effetto della crescente densificazione la zone a destinazione residenziale tendono a privilegiare uno sfruttamento multifunzionale. Qualità e costi I concorsi di architettura residenziale sono diventati negli ultimi anni sempre più frequenti, in particolare dove la densificazione è ostacolata da complesse relazioni urbanistiche e da un budget limitato. Nel progetto degli alloggi per le famiglie del ceto medio e a basso reddito il costo al metro quadro del canone di locazioneè definito sin dalle fasi preliminari. Recentemente, la città di Zurigo ha messo a disposizione dei partecipanti ai concorsi uno strumento di previsione dei costi applicabile sin dalle prime fasi di progettazione. Gli architetti possono in tal modo ottimizzare il proprio progetto in base all’obbiettivo dei costi definito in fase preliminare. Spesso i criteri di definizione dei costi seguono il medesimo orientamento della architettura ecosostenibile (standard Minenergie); con questi presupposti si realizzano degli edifici con molto profondi, di semplice sviluppo ed intelligente organizzazione. È comunque importante che non sia premiata la soluzione più economica, bensì quella più economicamente vantaggiosa. Pagina 162 Loggio o balcone ne? Nuove facciate per l’edilizia residenziale Frank Kaltenbach Il “balcone”, dal tedesco antico “balco”= “Balken” o piattaforma in aggetto, viene costruito sempre meno. L’attuale trend dell’edilizia ad alta densità ha ridotto la distanza tra gli edifici; ma l’attuale esigenza di privacy e la riscoperta della qualità urbana delle facciate continue anche nelle aree di nuova edificazione spiega l’interesse crescente delle logge rispetto ai balconi. Inoltre, molti architetti hanno dichiarato guerra alle misure di protezione solari individuali e alla scelta incontrollata di tendaggi in fantasie colorate. Per gli immobili in posizione centrale, l’immagine è di grande importanza per gli investitori. Nell’edilizia residenziale spesso gli architetti non abbracciano l’intero programma progettuale, si occupano dell’urbanistica, delle piante ma soprattutto delle tavole per il permesso di costruire. Della progettazione dei particolari –se esiste- se ne occupa direttamente il committente. In altri casi, gli architetti vengono chiamati per l’allestimento della facciata su una struttura al rustico già realizzata. Nel centro residenziale di Rovinj, gli architetti sono intervenuti su un impianto e su un sistema di distribuzione predefinito, valorizzando il corridoio centrale con l’illuminazione naturale di un lucernario a cupola. La dimensione limitata degli alloggi è stata ampliata sospendendo i balconi in acciaio alla struttura in calcestruzzo; la disposizione sfalsata deriva dalla volontà di impedire la trasformazione dei balconi in logge autocostruite dai residenti. In altri esempi è possibile scorgere delle tipologie miste di balconi-logge o logge che aggettano diventando balconi. Negli edifici di nuova costruzione, per la profondità dei volumi e le contenute distanze tra fabbricati, la loggia sta sostituendo sempre più il balcone. La loggia, arretrando rispetto alla facciata, determina un ombreggiamento degli ambienti sottostanti inferiore rispetto a quello determinato dal balcone. La parola “loggia” deriva dall’italiano “loge” in riferimento alle logge teatrali aperte su uno o più lati oppure concepite come corpo indipendente che si apre sulla piazza urbana. Nell’edilizia residenziale, la loggia è uno spazio aperto ma coperto, collocato ai piani ∂ Konzept 2006 ¥ 3 Testo in italiano Edition ∂ superiori che raramente aggetta rispetto alla facciata. Sia il balcone che la loggia sono superfici residenziali computate solitamente al 50% come le serre non riscaldate chiuse su tutti i lati. Solitamente disposte su un livello, raramente vengono realizzate su due piani come nella Alxingergasse a Vienna dove un sistema di irrigazione a cascata provvede all’approvvigionamento idrico delle piante aggrappate alla snella struttura delle logge. Nell’intervento di Hagenbuchrain, sulle rigorose facciate intonacate gli architetti hanno integrato logge rifinite con materiali pregiati e in relazione diretta con gli appartamenti. Nella palazzina plurifamiliare di Stansstand, i progettisti concepiscono la loggia come prosecuzione dello spazio interno: la separazione creata con una vetrata in luce è appena percepibile anche per la continuità dei materiali di rivestimento di pareti e pavimento. I sette duplex sono disposti in un corpo le cui facciate non hanno nulla di monotono per l’irregolare alternanza di bucature delle finestre e dei tagli profondi delle logge. L’avvicendarsi regolare, invece, di campiture vetrate di scale e logge annulla la banalità in cui sarebbe potuta incorrere una facciata lunga 70 metri. Negli appartamenti a singolo o doppio affaccio, l’aggetto su pareti perimetrali lisce offre l’opportunità di un’illuminazione d’angolo con vetrate in luce. In una realizzazione di Kistler Vogt, le logge penetrano fino a cinque metri nell’alloggio, parallelamente ai soggiorni. Baumschlager Eberle rivestono l’edificio residenziale di Winterthur con una facciata in vetro bianco. Davanti alle finestre ed in corrispondenza delle logge, giustappongono pannelli scorrevoli che per il differenziato grado di apertura creano Nuovo! “Alta densità abitativa” a cura di Christian Schittich, 176 pagine con numerosi disegni e foto, 2005 Formato 23x29,7 cm ISBN 978-3-7643-7529-4 Traduzione: George Frazzica un sottile gioco sulla pelle esterna. A Clichy, Francis Soler inverte il concetto di loggia creando una facciata in elementi di alluminio scorrevoli a pacchetto come fosse un “paravento dorato”. Anche Ruisanchez a Barcellona realizza con persiane in alluminio scorrevoli, una pelle mobile anteposta alle pareti perimetrali. Nella megastruttura progettata da Riken Yamamoto, si combinano il principio della flessibilità dello spazio con la struttura sociale locale. Gli ambienti flessibili sono raggruppati intorno a logge comuni disposte su due piani utilizzabili dalla collettività come studi o come estensione facoltativa degli appartamenti adiacenti. I pergolati progettati da DKV Architecten per dei loft fungono contemporaneamente da aree distributive e da aree all’aperto. 5 tro appartamenti e un duplex al piano terra. La pianta aperta degli alloggi è articolata dalla cellula dei servizi cucina/bagno e da pannelli scorrevoli a pacchetto per dividere l’ambiente. Superficie lorda: 2973 mq Numero di alloggi: 15 Superficie degli alloggi: 80–110 mq Pianta piano secondo, piano primo, piano terra, piano interrato, scala 1:500 Sezione, scala 1:500 1 Ascensore veicoli 2 Garage interrato 3 Deposito 4 Cucina/Sala da pranzo 5 Soggiorno 6 Camera 7 Corte giardino 8 Duplex 9 “Box” 10 Balcone Pagina 166 Conversione di un edificio per uffici a Amburgo Pagina 168 Edilizia residenziale agevolata a Vienna L’intervento di conversione in residenza di un edificio per uffici degli anni ’70 è stato preferito per il fatto che una nuova costruzione avrebbe implicato una riduzione dei piani del fabbricato. Un altro stratagemma ha permesso al committente di ottenere dall’Ufficio Tecnico la concessione di una superficie maggiore: oltre ai balconi in acciaio che il progetto prevedeva sul lato ovest, sono stati inseriti i bovindi distribuiti in facciata in modo da enfatizzare l’individualità degli appartamenti. All’interno, la cucina è dotata di un angolo pranzo, il bagno di una sauna e la camera di un angolo di lettura. Dietro alla facciata monolitica in pannelli di HPL (laminato ad alta pressione) impiallacciati di legno, si distribuiscono su quattro livelli quat- Nel profondo isolato situato nell’ex-quartiere dei lavoratori si distribuiscono varie destinazioni d’uso. Al posto di due fabbricati industriali prospicienti, rilevati da una cooperativa immobiliare, sono sorti degli edifici residenziali con una corte-giardino. August Sarnitz ha ottenuto l’incarico per l’edificio con gli appartamenti di piccolo taglio, mentre il progetto del fabbricato con undici unità abitative da 75–110 mq è stato assegnato a querkraft-Architekten. In quest’ultimo caso il volume colorato in vetro si distingue in modo particolare per la flessibilità delle piante. Per garantire ai locatari una suddivisione dello spazio conforme alle necessità, l’unico volume realizzato con muri portanti è la cellula bagno. Si può orientare il soggiorno verso la Alta densità abitativa – La sfida dell’edilizia residenziale – i dettagli della flessibilità tipologica 65,– € + spes e posta li e di imballa ggio Di fronte alla prospettiva di una moltiplicazione continua degli stili di vita, la ricerca di flessibilità e adattabilità planimetrica sta diventando una delle priorità dell‘architettura residenziale. L’edilizia residenziale ad alta densità abitativa, con la crescita della domanda di spazi all’interno dei centri urbani, rappresenta oggi più che mai una sfida importante e complessa per architetti e pianificatori. Se desiderate ordinare “Alta densità abitativa”, spedite un fax: Institut für internationale Architektur-Dokumentation GmbH & Co. KG, Sonnenstr. 17, 80331 Monaco di Baviera, Germania, Tel. +49 89 38 16 20-22, Fax +49 89 39 86 70 Oppure consultate il nostro sito e ordinate online: www.detail.de 6 Testo in italiano strada o verso il cortile, oppure creare uno spazio continuo dalla facciata est alla facciata ovest. Al piano terra, è stata integrata una tipologia particolare ad uso ufficio o ambulatorio con soppalco. Superficie lorda: 1300 mq Numero di alloggi: 11 Superficie degli alloggi: 70–120 mq Planimetria generale, scala 1:4000 Sezione, piante, scala 1:500 Pianta mansarda, sezione aa, pianta piano terzo, pianta piano quinto, pianta piano secondo, pianta piano quarto, pianta piano terra 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 Lotto realizzato su progetto di querkraft architekten Lotto realizzato su progetto di August Samitz Giardino dei residenti con contratto di locazione Area gioco Deposito immondizia Deposito biciclette Cucina abitabile Superficie commerciale, ufficio e ambulatori Camera Balcone Terrazzo Pagina 170 Edificio residenziale a Trondheim Svartlamoen, quartiere per lavoratori fondato nel XIX secolo a Trondheim, ha ospitato dal 1947 alcune funzioni industriali che in seguito lo hanno fatto cadere nella più completa trascuratezza; fino agli anni ’80 quando i punk ne hanno occupato alcune case. In considerazione di questi sviluppi, la città di Trondheim ha pianificato la sostituzione delle aree a destinazione industriale con zone per la residenza. Il concorso richiedeva un’architettura sostenibile, a basso costo e in grado di proporre un utilizzo innovativo del legno come materiale da costruzione. I due fabbricati, realizzati con una tecnologia massiccia in legno, hanno una densità abitativa compresa fra i 22 e i 26 mq/persona; un coefficiente alquanto insolito per la Norvegia, dove lo standard solitamente applicato è di 50 mq/persona. L’edificio più alto ospita gli alloggi collettivi per 5–6 persone a piano, mentre il fabbricato più basso contiene sei monolocali. Tutti gli elementi strutturali sono prefabbricati in legno massello e sono assemblati in opera in dieci giorni. Le pareti perimetrali spesse 15 cm sono integrate da pannelli in lana minerale e da un rivestimento esterno in legno non trattato. Superficie lorda: 1015 mq Numero di alloggi: 10 Superficie degli alloggi: 29–128 mq Planimetria generale, scala 1:7500 Sezioni, piante, scala 1:500 Sezioni aa, bb Pianta piano primo, piano mansarda, piano terra 1 Distribuzione, area d’ingresso 2 Area privata 3 Area collettiva 4 Cottura 5 Monolocale 6 Spazio ad uso commerciale 2006 ¥ 3 Konzept ∂ Pagina 172 Edilizia sociale a Conil Gli architetti, interpretando il tradizionale impianto di patii semiprivati, strade private ed aree comuni tipico dei vecchi quartieri spagnoli, hanno inserito nel progetto una galleria aperta concepita come l’asse centrale del fabbricato. I lucernari posti in corrispondenza di ogni unità abitativa con un ritmo sfalsato, conferiscono alla galleria il carattere di uno spazio all’aperto. Gli ingressi agli alloggi si affacciano sullo spazio di comunicazione della galleria arretrando e definendo in questo modo la transizione in uno spazio privato. La struttura è composta da uno scheletro in muratura e si basa su un modulo di nove metri cui si rapportano anche i trenta appartamenti. Superficie lorda: 2451 mq Numero di alloggi: 30 Superficie degli alloggi: 52–75 mq Planimetria generale, scala 1:10000 Sezioni, piante, scala 1:500 Sezioni aa, bb Pianta piano secondo, piano terra 1 Accesso dalla strada 2 Strada interna/Galleria 3 Lucernario 4 Camera 5 Soggiorno 6 Sala da pranzo 7 Cucina 8 Nicchia ingresso 9 Terrazza/Loggia Pagina 174 Edificio residenziale con negozi a Barcellona Nei prossimi anni, nel quartiere nord- orientale di Barcellona Trinitat Nova, sorgeranno 249 appartamenti di edilizia agevolata realizzati in due stralci. Tre torri residenziali ed un volume prismatico limitano le estensioni marginali del quartiere, mentre l’isolato residenziale realizzato durante la prima fase di costruzione insiste su un’area ad elevata densità. 60 appartamenti e 6 spazi commerciali disposti al piano terreno, un garage con 60 posti auto nel basamento. Tre corti interne separate da scale e ascensori provvedono all’illuminazione dell’area centrale del corpo profondo 18 metri. Le corti provvedono all’illuminazione e all’aerazione delle cucine e degli ambienti umidi degli appartamenti di tre e cinque stanze. Le balconate continue costituiscono degli spazi di mediazione tra l’interno e l’esterno, che all’occorrenza possono essere convertiti in spazi più privati, schermati da persiane scorrevoli con lamelle di protezione solare. L’immagine unitaria è data dall’uniformità cromatica dei pannelli di facciata in fibra di cemento e dalle persiane in alluminio grigio chiaro. Superficie lorda: 7455 mq Numero di alloggi: 60 Superficie degli alloggi: 61–90 mq Planimetria generale, scala 1:5000 Piante, sezione, scala 1:500 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Superficie ad uso commerciale/negozi Corte interna Ingresso Terrazza Camera Soggiorno Cucina Sala da pranzo Balcone Pagina 176 Edilizia residenziale a Ljubljana Salamandra –nome assegnato dagli architetti al fabbricato residenziale nero-gialloemerge come un corpo estraneo in un quartiere di case unifamiliari alla periferia di Ljubliana. Le scaglie in ceramica colorata riflettono la parallela frammentarietà tridimensionale del corpo di fabbrica. Formalmente, il volume si sottomette alla necessità primaria dei 15 appartamenti di proprietà di disporre di un’illuminazione diurna ottimizzata. Il taglio della pianta è complesso e non trova ripetitività nell’impianto composto di 81 alloggi. Superficie lorda: 1365 mq Numero di alloggi: 15 Superficie degli alloggi: 81–364 mq Planimetria generale, scala 1:1500 Piante, sezioni, scala 1:500 Pianta piano terra, piano primo Pianta piano secondo, sezioni aa e bb 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 Ingresso Ascensore veicoli Lobby Giardino d’inverno Camera Soggiorno Sala da pranzo Cucina Terrazza Balcone Duplex Vuoto Pagina 178 Quattro palazzine a Winterthur I fabbricati si inseriscono in un contesto eterogeneo che si espande nelle aree verdi fino al fiume Eulach, mentre verso nord si sviluppa in un tessuto di edifici plurifamiliari allineati insieme ad una serie di corpi amministrativi. I nuovi edifici mediano il contrasto tra le aree verdi e il costruito variando il numero dei livelli da cinque a tre. L’allineamento delle facciate contiene l’asse viario ponendosi in contrapposizione con la prospiciente espansione residenziale, mentre verso il parco la giustapposizione dei volumi crea aree di transizione a ritmo differenziato. Il rigore della facciata è sdrammatizzato dagli elementi scorrevoli in alluminio anodizzato e colorato, allestiti dall’artista Thomas Rutherfoord, che celano la loggia come un’estensione dello spazio interno. Gli alloggi -43 in affitto e 23 di proprie- ∂ Konzept 2006 ¥ 3 tà- sono disposti su un unico livello e variano dalla tipologia a sei stanze fino a quella a due stanze. Superficie lorda: 11232 mq Numero di alloggi: 66 Superficie degli alloggi: 80–176 mq Planimetria generale, scala 1:10000 Piante, sezione, scala 1:1000 Sezione aa, pianta piano primo e secondo, piano terra Pianta, parziale, scala 1:20 E, F, G 1 Loggia 2 Soggiorno 3 Sala da pranzo/Cucina 4 Camera 5 Atrio 6 Scala 7 Ingresso principale Pagina 180 Edilizia residenziale a Birsfelden L’eterogeneità dell’impianto volumetrico dell’espansione urbana di Birnsfeld (edifici pluripiano, case a schiera e torri) è risolta dalla presenza del parco. La stecca a destinazione residenziale attigua ad un fabbricato esistente, invece di integrare convenzionalmente l’espansione periferica, si impone formalmente nel verde. Ne conseguono alcuni vantaggi: l’intero perimetro del fabbricato è inserito nel verde, gli alloggi non assumono più un mero orientamento sull’asse nordsud, il corpo di fabbrica si insedia nella prospettiva del paesaggio. L’intero involucro è caratterizzato da un’immagine di intensa trasparenza conferita, tra l’altro, dai parapetti in vetro e dalle finestre alla francese. Ad eccezione dei due duplex al piano terra, le 49 unità d’abitazione si dispongono su un unico livello. Superficie lorda: 6947 mq Numero di alloggi: 49 Superficie degli alloggi: 54–139 mq Planimetria generale, scala 1:6000 Piante, sezioni, scala 1:1000 Sezione aa Pianta piano primo, pianta piano terra Sezioni bb, cc 1 Duplex 2 Appartamento su un livello 3 Ingresso/atrio 4 Ripostiglio 5 Camera 6 Sala da pranzo 7 Soggiorno 8 Balcone/loggia 9 Cucina 10 Corridoio 11 Cucina abitabile Pagina 182 Due isolati residenziali a CopenhagenØrestad Lo sviluppo di Ørestad, un’espansione urbana a sud di Copenaghen iniziata negli anni ’90, ha generato il 30% dell’intera attività edilizia della capitale. Il fabbricato VM deve il nome alla forma dell’impianto che ripete i contorni delle lettere V ed M. Testo in italiano Il fabbricato è delimitato da due canali ad est dai quali si estende uno sterminato paesaggio di case unifamiliari, mentre verso ovest il tracciato della metropolitana leggera separa il volume dalla pianura campestre circostante. La forma dell’edificato nasce dal desiderio di garantire ai residenti una relazione visiva diretta sul paesaggio circostante e un buon grado di isolamento e di ventilazione. Per il fabbricato M sono state realizzate 37 differenti tipologie, assemblate come un puzzle e progettate sulla base di un modulo standard composto per lo più da uno spazio centrale a doppia altezza. Ai residenti è stata consentita un’estrema libertà nella disposizione interna delle pareti divisorie. Superficie lorda: 11800 mq Numero di alloggi: 108 Superficie degli alloggi: 55–130 mq 4 5 6 7 8 9 10 7 Duplex stecca nord Area semipubblica Scala Appartamento su un livello Balcone Porticato Negozio Sezione schematica A–D arredamento personalizzato dagli utenti Piante, scala 1:250 1 Sala pranzo 2 Bussola 3 Ripostiglio 4 Cucina 5 Lobby 6 Parcheggio 7 Camera 8 Soggiorno 9 Vuoto 10 Giardino 11 Area studio 12 Balcone 13 Porticato d’accesso Piante, scala 1:1000 Piante, parziale, 1:250 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Area d’ingresso Negozio Scuola materna Campo da gioco Camera Sala da pranzo Cucina Soggiorno Loggia Vuoto Pagina 184 Edilizia residenziale convenzionata a Ingolstadt Una particolarità del progetto, realizzato alla periferia di Ingolstadt, è la relazione che le due stecche residenziali instaurano con la viabilità dell’area. I progettisti, pur avendo separato con un porticato il corpo più elevato dall’asse viario disposto sul lato nord, hanno preso in considerazione le esigenze dei residenti “mobili” che possono parcheggiare nel garage comune situato tra le due stecche proprio davanti all’ingresso della loro abitazione. La copertura diventa una terrazza e al tempo stesso un’area semi-collettiva che collega percorsi di distribuzione e scale. La disposizione dei fabbricati che trae ispirazione dagli edifici terrazzati degli anni ’70, garantisce un’illuminazione ottimale. La qualità della costruzione è incrementata dai lucernari dei soppalchi. Nella stecca sud e nei due piani inferiori dell’edificio più elevato si dispongono i duplex con giardino. Superficie lorda: 4886 mq Numero di alloggi: 46 Superficie degli alloggi: 56–103 mq Planimetria generale, scala 1:5000 Piante, sezioni, scala 1:1000 Pianta piano secondo, livello semipubblico, livello strada, sezioni aa e bb 1 Giardino 2 Duplex in linea 3 Parcheggio Pagina 188 Piattaforme di ghiaccio invece di blocchi isolati In Olanda, l’edilizia residenziale è paragonabile ad un immenso complesso di case in linea identiche e prodotte industrialmente che colonizzano in maniera crescente il territorio. Città portuali come Amsterdam e Rotterdam hanno la possibilità di sviluppare le espansioni urbane con spettacolari edifici pluripiano talvolta anche su grande scala, negli ex docks privi di relazione diretta con il nucleo storico della città; Groninga, invece, è orientata verso un’espansione contestualizzata nel costruito preesistente, compresa fra il centro storico e i nuovi quartieri edificati nell’ultimo decennio. Nei prossimi anni, nelle aree industriali dismesse saranno realizzati 13 lotti detti “Shots”. I primi interventi sono stati realizzati dal team di giovani architetti S333. Nonostante la rigida maglia strutturale, la maggior parte degli appartamenti, collocati al piano rialzato su un basamento di negozi e locali, possiede uno spazio organico e fluido. Il linguaggio moderno ma composto, fatto di ludiche giustapposizioni di finestre nella continuità delle facciate in vetro o legno, contraddistingue il quartiere inserito tra canali e case tradizionali in mattoni. Pagina 190 “Appartamenti come lastre di ghiaccio che fluttuano nel paesaggio” Dominic Papa Nel 1994, il nostro studio S333 Architettura e urbanistica ha vinto il primo premio per il concorso Europan 3 con tema “A casa in città”. Si richiedevano proposte per riformulare la relazione tra spazi urbani privati e pubblici colmandone il salto di scala. L’area d’intervento confinava con le mura medievali della città, interfaccia tra centro storico ed espansioni urbane degli anni ’30. L’anello delle mura, preesistenza di estrema complessità 8 Testo in italiano nell’urbanistica della città, rappresentava un enorme potenziale fino ad ora trascurato. La struttura architettonica proposta dallo studio prevedeva fabbricati che si piegavano e si curvavano su se stessi a seguire i flussi di movimento e gli assi visivi. Un complesso di spazi tra edifici e di edifici tra spazi, in antitesi con il principio del volume chiuso. La crescente volontà di svolgere la propria attività lavorativa da casa rende le persone che abitano in città sempre più favorevoli ad una destinazione funzionale degli spazi limitata nel tempo. L’attuale mercato immobiliare delle residenze non ha tenuto in considerazione queste esigenze. L’offerta di differenti tipologie residenziali risulta alquanto limitata e di conseguenza assai ridotta è l’ipotesi di cambiare tipologia di appartamento rimanendo in un’area circoscritta. Dopo l’assegnazione del concorso, siamo stati incaricati dalla città di Groninga di sviluppare la strategia del Circus su un ex-terreno industriale di 14 ettari. In collaborazione con Concio-Gaultier Architects e FARO Architects, abbiamo elaborato forme l’abitazione e il lavoro basandoci su temi come il Time-sharing, la privacy e la sicurezza. Sono stati condotti a tal scopo dei workshop con Foreign Office Architects e con i collaboratori di diversi Istituti di Associazioni d’architettura di Londra. La conclusione è stata che era necessario combinare l’elevata densità del costruito con ampi spazi aperti. Lo studio di ingegneria Battle McCarthy Environmental Engineers ha studiato diversi concetti energetici e ha elaborato il primo studio per lo sfruttamento della biomassa mai prodotto nei Paesi Bassi. Entro la fine del 1996, in collaborazione con gli urbanisti della città di Groninga, abbiamo redatto un piano per 900 appartamenti, 9.000 mq di negozi, 40.000 mq di uffici e 1300 posti auto. Per lo sviluppo dei 13 Schots sono stati selezionati otto studi di architettura. Schots 1 e 2 I primi due lotti sono stati portati a compimento dal nostro studio alla fine del 2003. Accanto all’architettura, il caposaldo del concetto progettuale era la realizzazione di corti interne e giardini pensili con procedure bioecologiche senza soluzione di continuità con le facciate dotate di un sistema di aggrappaggio verticale del verde. L’area pedonale e la piazza compresa fra i due Schots con adiacenti supermercati, ambulatori e caffé al piano terra animano l’intero quartiere. Mentre il primo lotto è costituito da un fabbricato di otto piani, il secondo lotto composto da diverse stecche reinterpreta la tipologia dei fabbricati con terrazzo. La realizzazione di altri tre lotti dovrebbe avere inizio nell’estate 2006. Pianta piano quarto, piano settimo, piano terzo, piano sesto, piano primo, piano quinto 2006 ¥ 3 Konzept ∂ Appartamento tipo, Schot 1 (87–135 mq): Accesso tramite tre scale e ascensori Al piano primo e al garage interrato Tipo A: tri e quadrilocale distribuiti su un unico piano, giardino d’inverno; ingresso attraverso il cortile comune al piano terzo tri e quadrilocale distribuiti su un unico piano, giardino d’inverno; ingresso attraverso il porticato del livello 4–9 Appartamento tipo, Schot 2 (80–90 mq): Accesso tramite tre scale e ascensori al piano primo e al garage interrato, senza spazio esterno Tipo B: tri e quadrilocale distribuiti su un unico piano Case in linea Schot 2 (90–158 mq): Accesso e area di relax nel cortile comune al piano 1–3 Tipo C: appartamento di cinque stanze distribuito su due piani Tipo D: appartamento di cinque stanze distribuito su due piani, con giardino pensile Tipo E: appartamento di cinque stanze distribuito su due piani con giardino Tipo F: appartamento di cinque stanze distribuito su tre piani con giardino e giardino pensile Tipo G: appartamento di cinque stanze distribuito su tre piani, giardino pensile Tipo H: appartamento di sette stanze distribuito su quattro piani con giardino Tipo I: appartamento di sette stanze distribuito su quattro piani con giardino pensile Schots 1+2: 149 alloggi in locazione Piante, sezioni, scala 1:2000 1 Consegne 2 Farmacia, medico 3 Supermercato, pub, edicola 4 Area pedonale 5 Deposito e deposito biciclette 6 Ingresso al garage sotterraneo 7 Specchio d’acqua 8 Giardino privato 9 Cortile semipubblico 10 Terrazza comune 11 Patio semipubblico Pagina 194 Abitare come in una casa unifamiliare? La redazione di “Detail” intervista i residenti J.L.Osborne (tipologia B) Abitare qui è ideale: non devo spalare la neve, non ci sono scale, e non devo occuparmi del giardino. Vado in garage con la mia auto, prendo l’ascensore e arrivo direttamente nel mio appartamento, tutto al coperto. La posizione migliore tra gli appartamenti è quella centrale, vicina ai negozi. L’appartamento è come un ponte, è un unico spazio con vista su entrambi i lati del fabbricato. Paghiamo un canone di locazione di 800 Euro per un appartamento di 80 mq e 90 Euro per il garage. Aida van de Poel (tipologia G) Questo appartamento era uno degli ultimi disponibili. Non avendo un giardino recintato, è risultato essere anche conveniente. Nella biblioteca al terzo piano i bambini possono giocare senza disturbare oppure lo spazio può essere usato come studio. Al terzo piano c’è anche una terrazza che però non usiamo mai: è scoperta e da noi piove spesso. Se desideriamo stare all’aria aperta ci sediamo davanti all’ingresso nel cortile comune. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 Giardino d’inverno Area pranzo e soggiorno Cucina Camera Lavori domestici Locale tecnico Porticato Cortile semipubblico Studio Terrazzo Giardino privato Pagina 196 Dalla struttura a setti portanti alla maglia strutturale dei pilastri Roel de Jong Il livello della falda (da -0,5 fino a 1 metro) rispetto alla quota del piano stradale e la presenza (-7,00 metri) di uno strato portante di fango con strato di sabbia disomogeneo ha reso necessario realizzare una fondazione su pali. Prima di iniziare la costruzione, si è dovuto provvedere a smaltire e a trattare svariati metri cubi di terreno contaminato. La palancolata usata per mettere in sicurezza lo scavo è stata utilizzata come struttura permanente per i muri perimetrali del garage interrato. Il complesso grava su 760 pali di lunghezza compresa fra i 17 e i 23 metri e 450-360 mm di diametro. Sono stati utilizzati tubolari in acciaio cavi spinti fino alla profondità desiderata ed estratti dal terreno dopo il getto tramite vibratore a martello con controllo di vibrazioni sul costruito circostante. La platea di fondazione spessa 300 mm è stata realizzata in calcestruzzo impermeabile RCK 35. I giunti edili della palancolata sono stati ermeticamente saldati, mentre per motivi estetici è stata anteposta una parete in mattoni. I pilastri del garage interrato con sezione di 450x450 mm seguono la maglia geometrica sfalsati di 7,8 x 7,8 metri. Le palazzine residenziali di due e sette piani sono state realizzate con tecnologia a setti portanti. I carichi sono portati dai muri divisori degli appartamenti e dalle strutture di distribuzione. Le differenti angolazioni dei fabbricati non hanno permesso di disporre due pilastri al piano terra e al piano interrato al di sotto di uno dei muri divisori di un appartamento e contemporaneamente di riuscire ad avere un’adeguata maglia di pilastri per i posti auto. In questo caso, l’unica soluzione è stata quella di realizzare un solaio di uno spessore tale da riuscire ad assorbire l’andamento asimmetrico dei carichi: da 1,20 metri in corrispondenza delle teste dei pilastri fino a 0,40 metri al centro della campata. Lo spessore minimo di 250 mm delle pareti divisorie degli appartamenti risponde all’elevato requisito di fonoisolamento richiesto ma soddisfa anche i requisiti statici necessari per l’elevata altezza del fabbricato. Le pareti sono state realizzate con tecnologie tradizionali gettate in opera, i solai realizzati con rete d’armatura. 1 Piano 0: garage interrato Fondazione su 760 pali. La massima sollecitazione ∂ Konzept 2006 ¥ 3 2 3 4 5 di un pilastro è di 10.000 kN; dato che un palo può assorbire al massimo 1.500 kN, sono stati necessari sette pali per ogni pilastro. Interrato realizzato a tenuta stagna con pavimento in calcestruzzo impermeabile 300 mm Pilastri 450 x 450 mm, maglia di 7,80 x 7,80 metri Piano primo: livello stradale Solaio armato con rete 250–550 mm Piano primo: superfici commerciali Pilastri Ø 550 mm, maglia 7,80 x 7,80 mm Piano secondo: cortile interno appartamenti Piastra di distribuzione dei carichi in calcestruzzo armato 400–1200 mm Piani dal secondo al nono: appartamenti Solaio armato con rete 250 mm muri in calcestruzzo armato 250 mm interasse Schot 1: 7,20 metri interasse Schot 2: 5,10 metri Pagina 198 Il progetto esecutivo Michel de Lange Siamo stati coinvolti nella progettazione dello Schots 1 e 2 dato che i progettisti vincitori del concorso non avevano mai affrontato prima d’ora un progetto di tale complessità e ordine di grandezza. Siamo stati, dunque, incaricati di curare l’aspetto tecnico e il rispetto delle normative durante l’intera progettazione e nella realizzazione della facciata. Impianti. Tutti gli appartamenti sono riscaldati da radiatori tramite caldaia centrale con le tubazioni annegate nel massetto. L’aria di alimentazione del sistema di aerazione chiuso viene aspirata a livello della copertura; preriscaldata tramite uno scambiatore di calore, viene portata negli appartamenti con i canali disposti nei solai di 25 cm di spessore. Facciate Il disegno delle facciate è impostato su un irregolare gioco di superfici aperte e chiuse che impedisce di leggere sui prospetti la fisionomia dei singoli appartamenti, nonostante la maglia costruttiva contratta. Gli architetti hanno pensato di conferire al Schot 1 con diretto affaccio sulla strada che conduce al centro storico, un carattere urbano e hanno scelto una facciata completamente vetrata. I pannelli in fibra di cemento verniciati di rosso apposti alle pareti degli spazi di distribuzione conferiscono al cortile centrale un’atmosfera calda che contrasta con il verde delle facciate in vetro. Dato che lo studio S333 auspicava una facciata in piano, al posto delle logge sono stati realizzati giardini d’inverno sul lato interno. Per le facciate del Schot 2 è stata, invece, realizzata una pelle continua in legno di cedro. Sezione orizzontale, sezione, scala 1:20 A Schot 1: edificio ponte B Schot 1: facciata con galleria C Schot 1: facciata su strada con giardini d’inverno, vetrate fisse e pannelli in vetro coibentati 1 Protezione, griglia di profili d’acciaio 40/10 mm 2 Telaio in legno 67/114 mm con profilo di copertura in alluminio Testo in italiano 3 Lamiera d’alluminio 0,7 mm su pannello di compensato 18 mm 4 Pilastro in profilo d’acciaio HEB 140 5 Vetrata fissa, float 6 mm 6 Elemento d’appoggio per prefabbricato di calcestruzzo in profilo d’acciaio T 250 mm 7 Vetrata isolante 6 + intercapedine 15 + 8 mm 8 Parete divisoria in calcestruzzo armato 250 mm 9 Copertura: pannello in calcestruzzo 500/500/40, substrato 120 mm, membrana filtrante drenaggio 10 –100 mm, guaina impermeabilizzante in pellicola EPDM termoisolante 100 mm, barriera al vapore calcestruzzo in pendenza 0-100 mm, c.a. 250 mm termoisolante 80 mm, cartongesso 15 mm 10 Pannello in calcestruzzo prefabbricato 310 mm 11 Pavimentazione 50 mm solaio armato con rete 250 mm con condotti per l’aerazione annegati nel cls. 12 Pannello in vetro coibentato 930/2550 mm/140 mm 13 Vetrata giardino d’inverno, float 6 mm 14 Elemento parete: pannello in fibra di cemento tinteggiato rosso 10 mm listelli 30/71 mm pannello a base cementizia 10 mm montante 38/140 mm alternato a termoisolante 140 mm, barriera al vapore, cartongesso 12,5 + 12,5 mm 15 Elemento in calcestruzzo prefabbricato 70 mm, guaina impermeabilizzante termoisolante 50 mm c.a. 180 mm termoisolante 50 mm rivestimento intradosso in fibre di cemento 10 mm D Schot 2: Facciata alloggi E Schot 2: facciata patio F Schot 2: Facciata sul cortile con terrazza Sezione Schot 2, appartamento tipo H, sezione 1:20 1 Copertura: guaina impermeabilizzante in pellicola EPDM termoisolante 100 mm, barriera al vapore calcestruzzo in pendenza 0-100 mm solaio in c.a. armato con rete 70 mm + 180 mm 2 Vetrata fissa 6 + intercapedine 15 + 8 mm 3 Infisso in legno di cedro verniciato grigio 4 Pavimento terrazza: cedro rigato 22/60 mm, listelli 22 mm guaina impermeabilizzante, termoisolante 50 mm, barriera al vapore, calcestruzzo in pendenza 0–50 mm c.a. 180 mm 5 Protezione in vetro di sicurezza 6 mm 6 Elemento di facciata in legno 930/2550 mm: cedro 19 mm a taglio di sega verniciato; listelli 34/71, barriera al vento in cartone pannello in fibre di legno 5 mm telaio in legno 38/140, alternato a isolante 140 mm barriera al vapore pannello di cartongesso 12,5 mm 7 Pavimentazione 50 mm: solaio armato con rete 250 mm con condotti di aerazione annegati nel cls. 8 Soffitto supermercato: pavimentazione 50 mm c.a. 100 mm, termoisolante 140 mm c.a. 400 mm, controsoffitto 9 Corpo illuminante a cassetta 10 Pilastro supermercato in c.a. Ø 550 mm 11 Soffitto garage interrato: pavimentazione 170 mm 450 mm Pagina 202 Carto regalo in facciata Il motto del concorso “Nuove idee per appartamenti a basso costo” è stato preso alla 9 lettera dai giovani architetti vincitori del bando. All’apparenza, il fabbricato non rivela che la realizzazione è stata compiuta con un budget contenuto. Negli interni, le grandi aperture definiscono gli spazi. L’estrema funzionalità della pianta, poi, consente un’ampia personalizzazione degli interni da parte dei residenti. In facciata, invece, la sperimentazione e l’intensa collaborazione tra l’impresa esecutrice e l’architetto ha trasformato la nostra idea in realtà. Pagina 204 Edilizia residenziale agevolata secondo il concetto del “Mietverkauf” Nell’area ovest di Silvertown, un quartiere di Londra nei pressi dei Docklands, si colloca un’espansione urbana di 315 ettari. La prescrizione del PRG di mantenere destinazioni miste (residenziale, commerciale, terziario e attrezzature per il tempo libero) era motivata dall’obbiettivo di realizzare una struttura socialmente solida. Attualmente il progetto comprende 241 appartamenti realizzati. La disponibilità di un paio di terreni di dimensioni contenute per la realizzazione di 16 unità abitative ci è sembrata l’occasione ideale per sperimentare un’architettura di nuova accezione. Nel concorso indetto nel 2002 auspicavamo che emergessero idee innovative associate a nuovi metodi costruttivi. Speravamo anche di ricevere proposte progettuali da architetti appartenenti a minoranze etniche, da studi diretti da donne o da architetti che lavoravano in stretta collaborazione con artisti. Entrambi i vincitori hanno guadagnato il primo posto ex-equo per le particolari soluzioni di facciata proposte. Ash Sakula Architects ha realizzato quattro appartamenti (vd. “Detail” 11/05), mentre Niall McLaughlin ha realizzato il complesso di 12 appartamenti. Con i costi di costruzione siamo rientrati pienamente nel budget. I trilocali, alloggi meno costosi ma di maggior valore, sono stati venduti preferibilmente a lavoratori con reddito annuo non inferiore a 28.759 £ per i single e a 32.644 £ per le coppie. Infatti, il progetto si basava sul Shared-Ownership-Programm, un concetto recentemente adottato in Inghilterra che consente l’acquisto graduale di un immobile. Per ricevere un mutuo bancario è necessario un reddito minimo. Si acquista in questo modo una parte dell’immobile –in questo caso dal 30 al 75 %. La parte rimanente dell’immobile viene data in locazione e contemporaneamente acquistata con rate a lunga scadenza. Il prezzo di vendita di un appartamento di 75 mq si aggira intorno ai 210.000 £, di cui almeno 63.000 £ da pagare inizialmente. Pagina 205 Una facciata scintillante come petrolio Niall Mc Laughlin Nella progettazione abbiamo considerato alcuni criteri per noi di fondamentale importanza: 10 Testo in italiano • un impianto planimetrico efficiente con un ampio, flessibile e alto spazio di soggiorno • la vista sui Docklans con l’aeroporto di Londra, i palazzi di Canary Wharf e il Millenium Dome • le particolari vicende del terreno, precedentemente occupato da un’industria chimica • la relazione con una struttura industriale prefabbricata, la struttura a telaio in legno rivestita con una pelle decorativa Ogni appartamento, dotato di piccola terrazza o giardino, possiede due camere e un bagno. La cucina, lo spazio pranzo e il soggiorno sono comunicanti e si orientano verso sud, verso il panorama e il sole. Le ampie finestre d’angolo inquadrano la vista sulla città. L’area, che visse un periodo di grande fioritura iniziato con la prima Esposizione mondiale (1851) e terminato negli anni ’70, attualmente è stata di nuovo occupata e convertita con case yuppie, un aeroporto, un hotel e un immenso centro conferenze in un “paesaggio postindustriale” di indefinibile identità. Il nome del quartiere deriva da Stephen Winkworth Silver che nel 1852 costruì nell’area una fabbrica per la lavorazione della gomma; la materia prima arrivava direttamente dalle colonie britanniche con le navi che approdavano ai docks. Considerando la trasformazione subita dal territorio nei seguenti 50 anni, è possibile riconoscere la struttura unitaria di fabbriche che producevano zucchero, marmellate, saponi, ecc. Guardando una foto del 1900 con una carrozza che trasportava petrolio, ci è venuta in mente l’immagine affascinante di una superficie scintillante di petrolio. Nel quartiere, le fabbriche si allineavano lungo il fiume, i depositi lungo i docks; nell’area intermedia si raccoglievano le abitazioni basse e semplici costruite per i lavoratori. La Evelyn Road costituiva l’interfaccia tra le abitazione e i depositi. Su questo lato si colloca il terreno con i 12 appartamenti da noi progettati. In Inghilterra, l’edilizia residenziale a basso costo, viene solitamente realizzata con una struttura in legno e un involucro in legno o in mattoni. La facciata tradizionale nasconde una struttura prefabbricata. L’edificio in progetto doveva sembrare una catasta di casse di legno collocata sulla banchina. Per l’involucro, pensavamo ad un materiale industriale. Date le particolari vicende dell’area, ritenevamo fosse importante avere qualcosa di luccicante, di dolce e di chimico. L’artista Martin Richman con cui lo studio collabora, ha proposto di utilizzare per la facciata una pellicola solitamente impiegata come carta regalo “Radiant Color Film”. La pellicola possiede proprietà dicroiche con effetto iridescente che si basa sul principio della sovrapposizione di più di 200 strati di poliestere e acrilico di spessore differenziato. Quando l’angolo d’incidenza della luce viene modificato, si modifica anche il colore per la differente riflessione posseduta da due polimeri. 2006 ¥ 3 Konzept ∂ La facciata sud dell’edificio è rivestita con carta regalo stesa in una forma di alluminio con copertura in vetro colato. Gli elementi sono spessi 200 mm e contengono due strati di lamelle in policarbonato rivestito di pellicola, distanziate tra loro e fissate al centro e alla parete di fondo. I differenti strati della facciata riflettono la luce creando, talvolta effetti luminosi perfettamente geometrici, talvolta evanescenti. Per la realizzazione, il committente aveva stipulato un Design & Build Contract; per garantire che la realizzazione fosse fedele al progetto preliminare, abbiamo prodotto il numero più elevato di particolari costruttivi, a differenza di quanto avviene in un appalto tradizionale dove la progettazione particolareggiata viene redatta in un fase più avanzata del progetto. L’impresa di costruzione Dandwood ci ha supportati durante la fase di progettazione e quella esecutiva. L’impiego di una pellicola che solitamente non viene usata in edilizia ha comportato diverse difficoltà. L’impegno da parte dell’impresa nella progettazione particolareggiata ha, però, garantito al committente la realizzazione anche dei particolari più impegnativi. Pagina 208 Una conversione low cost molto onerosa Richard Garland L’incarico era molto impegnativo e il budget minimo. Inoltre, nel terreno in precedenza ad uso industriale, abbiamo trovato amianto ed arsenico oltre ad una bomba inesplosa scoperta durante lo scavo; quindi, abbiamo dovuto decontaminarlo. L’instabilità del terreno torboso ha richiesto, poi, la formazione di fondazioni palificate su cui poggiare fondamenta continue. La platea è stata realizzata in elementi prefabbricati di calcestruzzo armato. Le pareti e i solai in tecnologia a piastra, sono stati prefabbricati a Devon e posati con l’ausilio di una gru. Anche le scale, i monoblocchi delle finestre e delle porte sono prefabbricati. La maggior difficoltà tecnica ha riguardato l’integrazione delle pesanti vetrate della facciata sud nei telai strutturali. La finitura degli interni, i pavimenti con la posa di materiale fonoisolante, il pavimento vinilico ad effetto pietra, l’isolante interno delle pareti e i lavori di cartongesso, si sono svolti in situ. La realizzazione del progetto è stata possibile solo con un’intensa collaborazione tra committente, architetto, geometra di cantiere e impresa. Piante, sezioni, scala 1:500 Pianta, scala 1.250 1 Camera 2 Cottura 3 Pranzo 4 Soggiorno 5 Loggia 1 2 Rivestimento in tavole di larice 24 mm Pannello di protezione antincendio/intercapedine aerata 50 mm barriera al vento 3 4 5 6 7 pannello OSB 10 mm montanti in legno 50/140 mm con alternato termoisolante 140 mm barriera al vapore cartongesso 12,5 + 12,5 mm Parete in clinker a vista intercapedine ventilata 52 mm barriera al vapore pannello OSB 10 mm termoisolante 90 mm barriera al vapore cartongesso 12,5 + 12,5 mm Moquette posata su compensato 18 mm pannello di protezione antincendio 19 mm isolante in espanso rigido 25 mm compensato 15 mm travi 50/235 mm termoisolante 100 mm cartongesso 12,5 + 12,5 mm Lamelle in policarbonato con pellicola iridescente incollata Pannello di facciata 2150/1100/100 mm elemento a cassetta in alluminio con lavorazione per il fissaggio delle lamelle in policarbonato 6 mm pannello frontale in vetro colato 6 mm con pellicola di protezione anti UV sul lato interno Rivestimento in resina sintetica 3 mm massetto cementizio 60 mm su pellicola PE isolante in espanso rigido 50 mm elemento solaio in c.a. 155 mm Sezioni, scala 1:10 Pagina 210 La facciata, certificazione della carta da regalo Nial McLaughlin La compagnia assicurativa aveva obbiettato che non esisteva alcun certificazione tecnica sulla facciata. La cooperativa immobiliare auspicava ad avere il consenso della compagnia assicurativa. Il produttore della pellicola dicroica non era interessato a produrre una certificazione per una quantità limitata di materiale impiegato. Ci siamo, allora, rivolti ai progettisti di facciate ed esperti di vetri Dewhurst MacFarlane che hanno dimostrato i requisiti funzionali della struttura della facciata. L’unico vero inconveniente era l’invecchiamento, dovuto all’esposizione ai raggi UV, della colla collocata tra la pellicola e le lamelle; l’azienda ha anche proposto di prevedere un filtro UV per l’elemento in vetro di facciata. Se i test non avessero dato esito positivo, avremmo dovuto provvedere alla sostituzione dell’involucro durante la fase costruttiva. Il progetto dei pannelli in vetro è stato sviluppato da un subappaltatore selezionato tra diverse aziende contattate. L’azienda ha sviluppato un elemento con una profondità tale da contenere le lamelle in policarbonato. La parete di fondo dell’elemento è stata lucidata e la chiusura realizzata in vetro colato.