Giulio Tagliavini – Massimo Regalli
Corso di Economia
degli Intermediari Finanziari
Finanziarizzazione e globalizzazione della finanza
Finanziarizzazione dell’economia
E’ un concetto complesso e non univoco:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
Si incrementa l’importanza della finanza;
L’evoluzione della finanza guida l’economia reale;
I mercati finanziari sono troppo potenti e poco democratici,
decidono loro per tutti;
La speculazione finanziaria determina, per alcuni,
sottosviluppo e povertà;
Le persone “per bene” si devono occupare di questioni
concrete, del fare, non di speculazione finanziaria;
Si afferma la propria persona nell’attività reale, non nei facili
guadagni di borsa;
Vediamo questi punti uno alla volta………..
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1 – Cresce l’importanza della finanza
Si incrementa l’importanza della finanza
E’ indubbiamente vero (crescono i mercati, le
banche sono sempre più di rilievo), tutti i dati
sono convergenti;
Non necessariamente è un aspetto negativo,
anzi di solito è un aspetto positivo, di maggiore
democrazia;
L’esempio seguente dovrebbe mostrare questo
punto……..
1 – Cresce l’importanza della finanza
Immaginate due piccole nazioni uguali in tutto, tranne
che per un particolare;
Si tratta di due paesi con ciascuno una impresa
produttiva molto importante, che crea ogni anno una
notevole ricchezza per il benessere collettivo;
Nel paese A, l’impresa A è di proprietà di una famiglia
molto ricca, che è in grado di convogliare propri
finanziamenti su di essa;
Nel paese B, l’impresa B è di proprietà di tantissimi
azionisti ed è assistita da una banca nazionale.
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Il paese più finanziarizzato ?
Quale è l’economia più finanziarizzata ? Quale è il
più grande mercato azionario ? Dove le banche
saranno più sviluppate ?
Certamente il paese B;
La distribuzione equilibrata della ricchezza tende a
rafforzare il livello di finanziarizzazione
dell’economia;
E’ possibile che nel paese B ci siano anche
ingiustizie sociali o disequilibri di vario genere. La
finanziarizzazione è comunque un segnale
favorevole.
Il paese più finanziarizzato -> + finanza +
democrazia
Impresa
Mercato
azionario
Banca
Famiglie
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Più finanziarizzazione = ricchezza più diffusa
Sistemi più finanziarizzati sono caratterizzati da una maggiore
dissociazione tra imprese e finanziatori, tra banche e
risparmiatori;
Il capitale è distribuito e deve essere drenato (dal sistema
finanziario) per essere convenientemente investito.
L’alternativa è che il capitale sia in poche mani e ciò, di solito,
viene visto come situazione peggiore, non migliore;
Poi è illogico lamentarsi della forza dei mercati finanziari.
Meglio che “comandino” i gestori dei fondi comuni e gli
analisti finanziari, piuttosto che le famiglie che detengono i
poteri sulla base di un modello di proprietà “chiusa”.
Prima conclusione
Paese ricco, con dotazione di capitale, con
distribuzione diffusa della ricchezza paese in qualche misura finanziarizzato;
In questo senso, la finanziarizzazione non
può essere criticata in modo ragionevole;
Più un sistema è finanziario, più le decisioni
sono partecipate (le decisioni sono prese da
banche, gestori, analisti e teoricamente, dai
risparmiatori).
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2 - L’evoluzione della finanza guida
l’economia reale
Molte persone di buon senso vedono con sospetto
una situazione in cui l’evoluzione dei mercati
finanziari “guida”, o sembra guidare, lo sviluppo
dell’economia reale;
Se il mercato azionario precipita, si formano
aspettative di recessione e poi la recessione arriva
davvero. Se il mercato è euforico, il Pil sale
significativamente. Ma è giusta questa relazione ?
In primo luogo, non si deve dare per scontato che
la concatenazione finanza / economia sia sempre
nel senso sopra descritto. Spesso si verifica il
contrario.
2 - L’evoluzione della finanza guida
l’economia reale
In secondo luogo, non si deve pensare che il mercato
finanziario sia guidato solo dalle “mani forti”. Il mercato
finanziario è determinato dalle aspettative di tanti investitori,
alcuni forti, altri piccoli;
Non ci sono dominatori; è uno dei sistemi più democratici che
esistano;
Se il mercato finanziario consentisse a tanti investitori a
convergere verso “un equilibrio” che rappresentasse la sintesi
complessiva dei vari punti di vista, cosa ci sarebbe di male se
indicasse in anticipo la strada dell’economia reale ?
In realtà, il problema non è che la finanza guida l’economia
reale, ma che i mercati finanziari sono spesso troppo instabili.
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Seconda conclusione
Non è di particolare rilievo il fatto che i segnali letti
sui mercati finanziari siano anticipati rispetto ai
segnali dell’economia reale…… se ciò fosse vero…
E’ invece di rilievo che in certe situazioni i mercati
finanziari sono o troppo euforici o troppo depressi
per rappresentare in via anticipata la dinamica
economica complessiva;
Sarebbe come i partecipanti ad una gita che si
affidano alle previsioni del tempo per fissare il
biglietto. Non c’è nulla di male farlo sulla base
delle previsioni, a meno che tali previsioni siano
troppo spesso troppo ottimistiche o pessimistiche.
3 - I mercati finanziari sono troppo potenti e
poco democratici, decidono loro per tutti
Questo non è vero. Neppure le mani più forti riescono ad imprimere
una tendenza;
I mercati sono in realtà molto democratici: tutti gli operatori
portano il loro contributo;
Pensate al mercato della benzina……….. pochi produttori possono
concertare una politica di mercato;
Pensate ora al mercato valutario ……… non esiste nessuno,
neppure una banca centrale, neppure il presidente degli Usa, che
possa decidere il prezzo del dollaro;
Se togliete al mercato valutario il potere di fissare il prezzo del
dollaro, provate pure ad indicare un soggetto che fissi al suo posto
il prezzo. E’ molto difficile indicare una alternativa ragionevole;
E’ uno strumento democratico un po’ particolare, votano i ricchi;
per questo il sistema deve essere temperato.
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4 - La speculazione finanziaria determina,
per alcuni, sottosviluppo e povertà
Cosa intendete per speculazione ?
Distinguete tra speculazione e trading di borsa ? O sono la
stessa cosa ?
Le posizioni speculative di borsa creano liquidità del mercato
finanziario;
Una presenza eccessiva di speculazione porta il mercato
lontano dai “fondamentali” ed è destabilizzante;
La speculazione può portare un “attacco” sul mercato dei
cambi;
Cosa c’è di vero ?
La Tobin Tax è stata pensata per affrontare il problema.
Il rimedio è efficace ?
Poca speculazione o troppa speculazione ?
Spesso si attribuisce alla speculazione la colpa di portare il
prezzo fuori equilibrio;
In qualche caso ciò accade per il fatto che il mercato è
“riflessivo” nel senso ben descritto da George Soros. Le
dinamiche tecniche sui mercati sono spinte dalle proprie
aspettative, che realizzano i fondamentali. Sui mercati dei
cambi, ad esempio, è il quadro delle convinzioni generali che
determina il risultato, più che i fondamentali;
In altri casi ciò accade perché si ha poca speculazione. La
posizione dominante sul mercato (ad esempio pochi
produttori, pochi acquirenti) consente l’allontanamento
dall’equilibrio.
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Tobin Tax e speculazione destabilizzante
Secondo i promotori, la Tobin Tax dovrebbe togliere ai
mercati finanziari il carattere di “tendenza destabilizzante”;
Si tratta di un’imposta dello 0,x % su tutte le transazioni
finanziarie, applicata a livello mondiale. Incide molto sulle
transazioni a breve termine, poco su quelle a lungo termine.
Rende poco conveniente entrare ed uscire subito dopo da
uno strumento finanziario; spinge ad investire con una
logica di medio lungo termine.
In realtà è assai dubbio che ciò possa realizzarsi
effettivamente;
E’ certo invece che la Tobin Tax potrebbe raccogliere fondi
per iniziative di rilievo.
Qualche attenzione è necessaria
Non necessariamente ……… la presenza di speculazione
significa che la ragione dei problemi sia a lei imputabile;
Non necessariamente ……… una posizione critica verso la
speculazione deve concludere che ci siano solo aspetti
negativi;
Non necessariamente ……… una posizione critica verso la
speculazione comporta l’accettazione di ogni strumento
proposto contro di essa.
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Attenzione
L’attività finanziaria viene tradizionalmente vista
con sospetto;
Ciò dipende dall’”odio” verso colui che decide il
credito verso chi ne ha necessità;
La banca amministra in modo professionale un
problema che è quasi ingestibile tra persone
fisiche;
“Speculatore” viene sentito come vocabolo vicino a
“sfruttatore”, per questo motivo è usato solo in
senso spregiativo.
Tobin Tax vs De-Tax
Tobin Tax – Tassa sui movimenti finanziari; serve per
gettare sabbia negli ingranaggi dei trasferimenti a breve
termine dei capitali;
De Tax – Tassa volontaria (?) pari all’1% del fatturato,
defiscalizzato al fine di convogliare il controvalore su
progetti di rilievo.
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5 - Le persone “per bene” si devono occupare di
questioni concrete non di speculazione finanziaria
Questo è proprio un pregiudizio basato sull’ignoranza;
L’intermediazione finanziaria è una industria di servizi che ha
il fine di allocare per il meglio il capitale disponibile
all’economia;
La banca è sempre stata, ed è tuttora, un formidabile
strumento di sviluppo per il sistema economico;
Le persone “per bene” possono benissimo occuparsi di
intermediazione finanziaria, con attenzione ai profili più critici
sotto il profilo morale (che esistono in tanti altri settori);
Anche di derivati !
Quali sono i profili critici, sotto il profilo morale,
dell’attività finanziaria ?
Il possibile aiuto al riciclaggio;
Le possibili manovre di evasione fiscale;
Il possibile aiuto alla corruzione;
La gestione del denaro senza la considerazione
di obiettivi di tipo qualitativo.
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6 - Si afferma la propria persona nell’attività
reale, non nei facili guadagni di borsa
Questa valutazione è di rilievo nei periodi di euforia
della borsa;
Basta un po’ di pazienza e si scopre che i guadagni
facili non esistono…… neppure in borsa;
Il rendimento medio dei capitali finanziari non è
superiore ai rendimenti dei capitali investiti in
attività reali.
Gli investimenti finanziari sono sempre indirizzati, dietro
qualche “schermo”, ad investimenti reali. Non tutti ne
sono convinti !
Globalizzazione della finanza
E’ sempre più accentuata per i seguenti fenomeni:
A.
B.
C.
D.
E.
Gli investimenti del risparmiatore sono sempre più diretti
all’estero;
Gli investimenti delle imprese sono sempre più globali;
Le banche sono sempre più globali;
I mercati finanziari nazionali sono sempre più
interconnessi;
I mercati finanziari sono sempre più “anonimi”.
Anche qui, vediamo punto per punto
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A - Investimenti all’estero degli investitori
Come giudicarli ?
Come manifestazione di un diritto di libertà (in
modo positivo) ?
Come mancanza di determinazione ad aiutare lo
sviluppo della propria comunità di riferimento
(in modo negativo) ?
Quindi come il venire meno di un obiettivo
sociale del risparmio ?
B - Gli investimenti delle imprese sono
sempre più globali
Come giudicarli ?
Come un’opportunità per diffondere il benessere ?
Come una opzione inevitabile per non fallire (almeno relativamente a certi
settori ? (vedi caso Fiat)
Come una minaccia per l’equilibrio sociale ed ecologico delle zone di nuova
industrializzazione ?
Come un eccessivo condizionamento culturale ? (vedi Naomi Klein, No
Logo, 2000)
C’è la necessità di nuovi strumenti “social accounting” (vedi Chiesi e altri, Il
bilancio sociale, 2000).
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Chi sostiene l’aspetto positivo propone questi dati
Paesi ricchi
Paesi poveri
32.400 $
3.400 $
imprese
nazionali
manifatturiere
22.600 %
1.700 $
A/B
1.4
2.0
A. Stipendi medi
pagati
dalle
multinazionali
B. Stipendi medi
pagati dalle
C - Le banche sono sempre più globali
Effetti positivi sulla diversificazione;
Effetti positivi sul sostegno
all’internazionalizzazione dell’impresa;
Effetti negativi sulla funzione sociale del
credito.
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D - I mercati finanziari sono sempre più
interconnessi
Wall Street è attualmente il centro del
mondo finanziario;
Gli altri mercati seguono W.S.;
Si può avere una certa nostalgia per altre
epoche, ma è sempre esistito un “centro”
del mondo finanziario.
E - I mercati finanziari sono sempre più “anonimi”
Conta sempre più la finanza che conteggia
i ritorni (di breve) degli investimenti;
Conta sempre meno la finanza che lancia
progetti di lungo periodo, prescindendo dal
ritorno immediato;
Questo è a lungo termine uno svantaggio
per le comunità locali, per i modelli culturali
autonomi e specifici, per la biodiversità, per
il pluralismo culturale.
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Capitali “anonimi” e capitali investiti con
progetti di respiro
In effetti, la critica di “short termism” dei
mercati anglosassoni è fondata, ma non
esistono evidenze conclusive;
Si tenga conto che il Giappone, dove il
“respiro” strategico del progetto di
investimento è più importante, a scapito
della valutazione di breve del ritorno, mostra
una situazione complessiva più difficile.
Globalizzazione e sviluppo
Globalizzazione e diseguaglianza
La globalizzazione dei mercati finanziari può convogliare
capitali in aree in cui parte una traiettoria di sviluppo e quindi
può essere elemento di accelerazione della lotta verso la
povertà;
La globalizzazione dei mercati finanziari favorisce però il ritiro
dei capitali nei momenti difficili, causando crisi di notevole
entità;
Si tende ad attribuire alla globalizzazione le colpe dei governi
nazionali e delle autorità sovranazionali che governano il
sistema finanziario globale (Banca Mondiale, Fondo
Monetario);
Queste istituzioni andrebbero riqualificate e rafforzate.
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Per chi ne vuole sapere di più……
Antonio Chiesi, Alberto Martinelli, Mario Pellagatta, Il
bilancio sociale – Stakeholder e responsabilità sociale
d’impresa, Il sole 24 ore, 2000.
Naomi Klein, No Logo, Baldini e Castoldi, 2001.
Amartya Sen, Globalizzazione e libertà, Mondadori, 2002.
George Soros, Globalizzazione, Ponte delle granzie, 2002.
Joseph E. Stiglitz, La globalizzazione e i suoi oppositori,
Einaudi, 2002.
Susan Strange, Denaro impazzito – I mercati finanziari:
presente e futuro, Edizioni di Comunità, 1999.
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