Dignità dell`intelligenza, verità e saggezza

Dignità dell'intelligenza, verità e saggezza
15. L'uomo ha ragione di ritenersi superiore a tutto l'universo
delle cose, a motivo della sua intelligenza, con cui partecipa della luce della mente di Dio. Con l'esercizio appassionato dell'ingegno lungo i secoli egli ha fatto certamente dei progressi nelle
scienze empiriche, nelle tecniche e nelle discipline liberali.
Nell'epoca nostra, poi, ha conseguito successi notevoli particolarmente nell'investigazione e nel dominio del mondo materiale. E tuttavia egli ha sempre cercato e trovato una verità
più profonda. L'intelligenza, infatti, non si restringe all'ambito
dei soli fenomeni, ma può conquistare con vera certezza la
realtà intelligibile, anche se, per conseguenza del peccato, si
trova in parte oscurata e debilitata.
Infine, la natura intelligente della persona umana può e
deve raggiungere la perfezione. Questa mediante la sapienza
attrae con dolcezza la mente a cercare e ad amare il vero e il
bene; l'uomo che se ne nutre è condotto attraverso il visibile
all'invisibile.
L'epoca nostra, più ancora che i secoli passati, ha bisogno
di questa sapienza per umanizzare tutte le sue nuove scoperte. È in pericolo, di fatto, il futuro del mondo, a meno che non
vengano suscitati uomini più saggi. Inoltre, va notato come
molte nazioni, economicamente più povere rispetto ad altre,
ma più ricche di saggezza, potranno aiutare potentemente le
altre.
Col dono, poi, dello Spirito Santo, l'uomo può arrivare nella
fede a contemplare e a gustare il mistero del piano divino".
Meditazione
Approfondendo il tema sull'uomo come «immagine di
Dio», il testo prosegue mostrandone anzitutto il riflesso
nell' intelligenza umana e nel suo rapporto con la sapienza e
la verità di Dio, dopodiché indugerà sui temi della Libertà(n.
17) e della morte (n. 18), conseguenza ultima del peccato,
per terminare questa prima parte, dopo un dettagliato esame della questione dell'ateismo (nn. 19-21), con l'annuncio
di Cristo, uomo nuovo (n. 22), vincitore del peccato e della
morte.
In questo numero, in effetti, colpisce la positività con cui
si guarda all'uomo e al suo rapporto con la società, quale
cercatore lungo i secoli della luce che risplende nella mente
di Dio e appassionato dominatore dei fenomeni del mondo
'Cfr. Sir 17,7-8.
materiale, affermando il suo inarrestabile desiderio di giungere alla perfezione e, quindi, alla verità.
Pare, perciò, di sentire l'eco delle parole evangeliche: «Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi» (Gv 8,32), attestanti ultimamente il dono della conoscenza della realtà del
mondo, di se stessi e di Dio, così come all'inizio Egli aveva
pensato e posto l'uomo nel giardino della creazione quale suo
rappresentante sulla terra (Cfr. Gen 2,15), ma di cui Adamo
ed Eva non furono capaci di reggere il peso (cfr. Gen 2,16).
Notiamo come il tema dell'simrnagine di Dio» si coniughi con quello della «libertà», di cui il Concilio ha dato magistrale svolgimento con l'approvazione il giorno stesso della GS della dichiarazione Dignitatis Humane, nella quale
sviluppa la concezione della Chiesa sulla dignità dell'uomo
e sui suoi diritti-doveri alla luce dell'antropologia esposta in
questi numeri.
Da quanto detto possiamo già comprendere perché dire
vocazione cristiana non significa rinunciare all'uso del dono
dell'intelligenza, ma postula semmai il dovere per l'uomo di
raggiungere la perfezione, sorretto dalla luce della Rivelazione
con la dolcezza della sapienza, in un connubio rigenerante
tra le sue facoltà conoscitive e il dono che viene dall'alto (cfr.
Gv 3,3).
Facciamo, dunque, nostre le parole di Gesù: «Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste» (Mt 5,48), aspirando a quella saggezza di chi sa che non ci può essere altra
strada di salvezza per l'uomo e la società che quella di amare
il vero e il bene, senza fermarsi a ciò che appare, lasciandosi
condurre dalla luce della fede a contemplare e a gustare il mistero del piano divino (cfr. Sir 17,7-8).
~
Preghiera
O Dio, fortezza di chi spera in te, ascolta benigno le nostre invocazioni e, poiché nella nostra debolezza nulla possiamo senza il tuo aiuto, soccorrici con la tua grazia, perché
fedeli ai tuoi comandamenti
zioni e nelle opere.
possiamo piacerti nelle inten-
(Colletta della messa, XI settimana del tempo ordinario)
~
Dal
ecc (2293)
La ricerca scientifica di base e anche la ricerca applicata
costituiscono
un'espressione significativa della signoria
dell'uomo sulla creazione. La scienza e la tecnica sono preziose risorse quando vengono messe al servizio dell'uomo e
ne promuovono lo sviluppo integrale a beneficio di tutti; non
possono tuttavia, da sole, indicare il senso dell'esistenza e del
progresso umano. La scienza e la tecnica sono ordinate all'uomo, dal quale traggono origine e sviluppo; esse, quindi, trovano nella persona e nei suoi valori morali l'indicazione del
loro fine e la coscienza dei loro limiti.