Dr.ssa Paola Scagni Medico Chirurgo Specialista in Pediatria Il Bambino e le Infezioni Respiratorie Ricorrenti Il bambino si ammala più frequentemente dell’adulto e tale fenomeno è inversamente proporzionale all’età. Diversi studi hanno dimostrato che le infezioni respiratorie sono più frequenti nei primi 5 anni di vita (fino a 6-7 episodi all’anno), soprattutto nei luoghi dove la socializzazione (inserimento al nido e alla scuola materna) è più precoce. La frequenza delle infezioni diminuisce progressivamente in età scolare. Solo una piccola quota dei bambini con frequenti infezioni delle vie respiratorie è affetto da patologie (immunodeficienze, fibrosi cistica, malattie metaboliche,..) o malformazioni (a carico del setto nasale, dell’albero bronchiale, ecc.). Uno dei problemi che più spesso il Pediatra di famiglia deve affrontare in ambulatorio è proprio quello di stabilire se la ricorrenza e/o la gravità di tali episodi possono considerarsi “normali” o espressione di una vera e propria malattia. Tale compito è delicato e complesso L’aumentata suscettibilità alle infezioni, soprattutto di tipo respiratorio, quasi mai è riconducibile ad una patologia: di solito si tratta di bambini sani. Il sistema immunitario del bambino nelle prime epoche della vita è infatti inesperto ed ancora parzialmente immaturo: ciò significa che, quando Incontra un patogeno per la prima volta, per produrre una risposta efficiente contro un’aggressione batterica o virale, impiega piu tempo di quanto farebbe in eta giovane-adulta. Il bambino presenta inoltre un calibro ridotto delle vie aeree, ciò favorisce il ristagno di secrezioni e facilita l’attecchimento di germi. Il bambino infine non è in grado di soffiare il naso e presenta un riflesso tussigeno poco valido che ne limita l’espettorazione. La causa della vulnerabilita del bambino è pertanto nel suo stesso essere bambino, organismo in crescita che impara ammalando Molteplici fattori ambientali possono però facilitare l’insorgenza delle infezioni respiratorie nei babaini. Esaminiamoli: L’inserimento in comunità: all’asilo il bambino entra in contatto con i comuni patogeni delle vie aeree e acquisisce certamente preziose esperienze immunologiche, ma il prezzo da pagare sono gli episodi di infezioni respiratorie ricorrenti. Il numero degli episodi di infezione è direttamente proporzionale al numero di bambini che frequentano la scuola. L’inquinamento ambientale: i bambini che vivono in città densamente popolate e ad alto grado di industrializzazione, contraggono più frequentemente infezioni respiratorie rispetto ai coetanei che abitano in zone rurali. Ciò è dovuto alla elevata concentrazione di sostanze che derivano dal traffico autoveicolare e da fonti energetiche per riscaldamento, che svolgono un’azione tossica sulle mucose e provocano una aumentata reattività a carico delle vie respiratorie. L’esposizione al fumo passivo: aumenta la frequenza di infezioni respiratorie. Il fumo infatti danneggia l’attività delle ciglia presenti lungo l’albero respiratorio e aumenta la reattività bronchiale Il mancato rispetto del calendario vaccinale consigliato La mancanza di allattamento materno: è stato dimostrato che l’allattamento al seno protegge il bambino dalle infezioni nelle prime epoche della vita Dr.ssa Paola Scagni Cosa fare in caso Infezioni Respiratorie Ricorrenti? Occorre naturalmente trattare il singolo episodio, ricordando che la durata di queste affezioni è in genere limitata (la febbre sparisce in 2-3 giorni, l’infiammazione di gola e naso in 5-7 giorni, mentre la tosse può persistere anche per 2 settimane) e che gli antibiotici sono spesso inutili. E’ fondamentale la pulizia del naso e l’eliminazione del muco: tenere il naso libero è la prima cosa da fare, soprattutto se il bambino è piccolo (il lattante non è in grado di respirare con la bocca e quindi per succhiare ha bisogno di respirare almeno in parte dal naso!): questa operazione può essere ripetuta più volte al giorno! In caso di febbre (oltre i 38° C), il farmaco di primo impiego è il paracetamolo (concordare con il pediatra formulazione e dosi); va incoraggiata l’assunzione abbondante di liquidi, con un’alimentazione composta da piccoli e frequenti spuntini E’ fondamentale tranquillizzare i genitori, eliminare i fattori favorenti, allontanare il piccolo dalla comunità per almeno 7-10 giorni dopo un episodio ed abolire fumo di sigaretta e altri inquinanti nell’ambiente in cui vive Per lo più non sono necessarie indagini di approfondimento diagnostico. Dr.ssa Paola Scagni Come si possono prevenire le infezioni respiratorie? Invitare il bambino a lavarsi frequentemente le mani e, per quanto possibile, impedire che le metta in bocca o nel naso Insegnare al bambino a coprirsi il naso e la bocca quando starnutisce (lo starnuto dissemina molti microbi nell’ambiente) Mantenere in casa una temperatura compresa tra 18° e 20°C; se l’aria è troppo secca, abbassare il riscaldamento, mettere vaschette d’acqua sui termosifoni, cambiare ogni due-tre ore l’aria degli ambienti Evitare il fumo di sigaretta negli ambienti dove soggiorna il bambino e non esporre il bambino al fumo passivo di genitori, nonni o altri adulti Evitare i luoghi affollati: centri commerciali, supermercati… Ritardare, se possibile, l’inserimento in comunità infantile Rispettare il calendario vaccinale Promuovere l’allattamento materno Seguire una dieta completa e salubre: consumare frutta, cereali e verdure, evitare alimenti irritanti (es fritti, salumi, cibi precotti, merendine, bevande gasste e dolcificate), dare la preferenza alle proteine del pesce, dei latticini freschi, delle carni magre e delle uova Sport e passeggiate all’aria aperta sono ottimi rimedi per migliorare la capacità del sistema immunitario di opporsi alle malattie e costituiscono un valido istema di prevenzione delle infezioni delle alte vie respiratorie…anche d’inverno! Dr.ssa Paola Scagni