Esame parziale di soteriologia. Ciclo I. Anno II. AA 2011–2012

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Esame parziale di soteriologia. Ciclo I. Anno II. A. A. 2011–2012
Esame A.
1. (3 punti) Spiega il significato di questa frase: La rivelazione di Dio trascende la domanda umana di
salvezza.
2. (3 punti) Spiega cosa intende Anselmo con questi termini: “onore di Dio”, “soddisfazione”, “atto nondovuto”.
3. (3 punti) Cristo ci ha redenti: a) con la sua vita; b) con la sua morte. Indica se le due affermazioni sono
giuste. Quale è la differenza (teologica) tra le due affermazioni?
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4. (1 punto) Il termine ebraico berît e il termine greco diathēkē hanno qualche relazione?
Prima domanda
La domanda umana di salvezza è l’aspirazione o il desiderio che l’uomo ha di avere una vita
felice, libera da tribolazione e sofferenze, e che questa vita non si perda, non sia troncata dalla
morte.
La rivelazione di Dio promette all’uomo la felicità eterna, a patto che l’uomo si sforzi di
vivere nella comunione con Dio, e di seguire al sua parola. Ma, questa felicità eterna che Dio
dona ai suoi fedeli è molto più grande di quella che l’uomo desidera o aspetta. In questo senso, la
rivelazione di Dio va al di là di la della domanda umana di salvezza (la trascende). S. Paolo disse
che nessun occhio vide o udito poté udire ciò che Dio ha preparato per coloro che lo amano. (cf.
1Cor 2, 9).
Seconda domanda
L’onore di Dio è la gloria e la maestà di Dio. Con il peccato l’uomo lesiona l’onore di Dio non
in sé stesso ma in quanto la gloria di Dio si mostra nella sua opera che è la creazione.
La soddisfazione è il compenso che l’uomo deve dare a Dio per aver leso il suo onore e che
Dio esige dell’uomo perché Egli è perfettamente giusto.
L’atto non-dovuto è l’atto di donare qualcosa. Ma soltanto si possono donare (regalare)
quelle realtà che non cadono sotto la giustizia (p. es. il padrone è obbligato a dare lo stipendio al
lavoratore, dunque non gli può donare quei soldi). Per S. Anselmo l’uomo non ha nulla che possa
regalare a Dio (non c’è nessun atto non-dovuto) come compenso per i suoi peccati, di
conseguenza deve essere Dio stesso a farsi uomo per aver qualcosa da donare come uomo e a
nome degli uomini.
Terza domanda
Le due affermazioni sono giuste. La morte può essere intesa come riassunto della vita: chi
dona la sua vita fino alla morte, offre la sua vita in quella morte. Se si intende così, le due frasi:
“Cristo ci ha redenti con la sua vita” e “Cristo di ha redenti con la sua morte” significano lo
stesso (si equivalgono).
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Ma la morte può essere intesa anche come l’atto concreto di soffrire e morire, come
passione e morte. In questo senso, dire che Cristo ci ha redenti con la sua morte significa: ci ha
redenti con ciò che ha sofferto nei giorni della pasqua.
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Abbiamo criticato questa posizione, sostenuta da autori come S. Anselmo, perché Egli
ci ha redenti anche con il resto dei suoi misteri: la sua incarnazione e nascita, la sua
vita nascosta, la predicazione pubblica, la gloria della risurrezione e dell’ascensione,
ecc.
Se non accettassimo che Gesù ci ha redenti con tutta la sua vita (e non solo con la morte),
non potremmo dire che Egli ha ricostituito in se stesso e riportato al Padre l’intera vita umana.
Quarta domanda
La parola ebraica berît (alleanza) si traduce di solito in greco per diathēkē - e non per
synthēkē - per indicare che la alleanza e un ordinamento, cioè una disposizione data di Dio e
proposta all’uomo perché aderisca ad essa e non un accordo tra due parti di simile dignità.
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Esame parziale di soteriologia. Ciclo I. Anno II. A. A. 2011-2012
Esame B.
1. (3 punti). Chi ha detto che Gesù ci salva per la “via humilitatis”? Cosa significa che Cristo è “sacramento di
salvezza”?
2. (3 punti). Quale sono le due principali novità che Gesù apporta rispetto all’Antico Testamento nella sua
predicazione del Regno di Dio?
3. (3 punti). Cristo è il Figlio eterno di Dio. Questa affermazione:
è necessaria per dire che Cristo è mediatore?
È necessaria per dire che Cristo è salvatore?
Ha importanza per la specificità della mediazione di Cristo? Ragiona le risposte.
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4. (1 punto) Indica due autori che abbiano sostenuto che Cristo si sarebbe incarnato anche se l’uomo non
avesse commesso il peccato originale.
Prima domanda
S. Agostino sottolinea che Gesù ci ha redenti per la “via humilitatis”.
Gesù è “sacramento di salvezza” perché non solo mostra il cammino verso Dio (la via
humilitatis) ma anche introduce dentro di noi questo cammino, con la sua grazia. La
redenzione non consiste solo nel buon esempio di Cristo ma anche nella sua grazia.
Gesù ha preso ciò che siamo noi (la nostra miseria) per comunicarci i beni che Lui
possiede (la grazia, la vita divina). C’è uno scambio mirabile (admirabile commercium)
tra Lui e noi. La sua bontà, la sua umiltà, ecc., non sono soltanto per noi un esempio
esteriore, ma anche agiscono interiormente in noi per la grazia.
Seconda domanda
La prima novità è che Gesù annuncia il Regno come una realtà già presente. Il regno
è già arrivato (cf. Mt 12, 28), è in mezzo a noi (Lc 17, 21), anche se rimane aperto a un
compimento o perfezione futura. Il Regno e la salvezza sono già presenti ma non sono
ancora pienamente realizzate.
La seconda novità è l’immagine del Signore di questo Regno. Gesù non presenta Dio
come un essere potente e maestoso, che governa dal suo trono celeste con mano di
ferro, ma insiste di più sul Padre sollecito e provvidente nei confronti dell’uomo, che
ama teneramente ogni figlio con un amore senza limiti.
Terza domanda
a) Non è necessario dire che Gesù è il Figlio di Dio per affermare che è mediatore.
Infatti anche nell’Antico Testamento esistono mediatori come, per esempio, Mosè, che
trasmette all’uomo le parole di Dio e lo conduce, sotto la guida di Dio, verso la terra
promessa.
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b) Soltanto Dio è in grado di salvare l’uomo e di liberarlo dalla morte, perciò è
necessario sostenere che Cristo è il Figlio eterno di Dio per dire che è Salvatore.
c) La mediazione di Cristo è intrinsecamente filiale perché Gesù è il Figlio.
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Perciò le parole e le azioni di Cristo manifestano l’amore del Padre e sono al
tempo stesso una risposta umana a quell’amore. Gesù rivela il volto del Padre
e riporta al Padre la creazione perché la sua Persona è caratterizzata dalla
filiazione.
Quarta domanda
Ruperto di Deutz, Onorio di Autun, beato Giovanni Duns Scoto.
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