Schema dei Lucidi • Scintillatori: • Proprietà fisiche di uno scintillatore • Scintillatori Organici • Scintillatori Inorganici • Linearità nei cristalli scintillatori • Fototubi • Specifiche di un fototubo • Corrente di buio • Afterpulses • Linearità nei fototubi • Un semplice conto per un rivelatore a scintillazione • Formazione dell’impulso all’anodo del fototubo • funzione di risposta del partitore - SCINTILLATORI Scintillatori Esiste una classe di materiali in cui la ionizzazione/eccitazione prodotta dalla radiazione incidente induce l’emissione di luce visibile. La luce prodotta può essere quindi misurata da un fototubo e trasformata in un segnale elettrico. Affinché questi materiali possano essere usati come scintillatori è necessario che • la conversione dell’energia cinetica in luce sia efficiente • la conversione dell’energia cinetica in luce sia lineare • Il mezzo sia trasparente alla lunghezza d’onda della luce emessa • il tempo di decadimento sia sufficientemente breve per generare impulsi veloci • Il materiale abbia buone proprietà meccaniche • l’indice di rifrazione sia vicino a quello del vetro (n=1.5) in modo da permettere un accoppiamento efficiente al fototubo Esistono due classi differenti di materiale scintillatori: - Scintillatori Organici - Scintillatori Inorganici - Altri Scintillatori Proprietà fisiche di uno scintillatore • Light Output • Decay Lifetime • Effective Atomic Number • Emission Spectrum • Material Properties • Crystal Growth Proprietà fisiche di uno scintillatore Light Output • Risoluzione spaziale: - in quante ‘celle’ virtuali posso dividere il cristallo ? • Risoluzione Energetica: - la precisione misuro l’energia depositata • Risoluzione Temporale: - la precisione misuro l’istante di interazione Light LightOutput OutputAffects AffectsTiming TimingResolution Resolution La determinazione dell’istante temporale in cui la radiazione ha interagito con il rivelatore equivale a determinare l’istante temporale in cui appare la luce di scintillazione (in cui osservo un segnale elettrico). Esiste però una soglia minima sotto la quale il mio segnale si confonde con il rumore I (t ) = I 0 e −t / τ ∞ I tot = ∫ I 0 e −t /τ = I 0τ 0 t0 I tot (t0 ) = ∫ I 0 e −t /τ = I 0τ (1 − e −t /τ ) > I thr 0 Tanto maggiore sarà I0 tanto più velocemente sarò in grado di identificare l’istante di interazione. Tanto più velocemente riesco ad identificare l’istante di interazione tanto minore sarà la mia incertezza su tale valore. • Un alto ‘Light Output’ migliora la risoluzione temporale • Timing ∝ 1 / (Light Output) (for piccoli I0) • Timing ∝ 1 / sqrt(Light Output) (for grandi I0) Decay Time Tempo Morto: - tempo necessario al rivelatore per essere in grado di misurare un secondo quanto di radiazione che interagisce nel rivelatore • Risoluzione Temporale: - la precisione misuro l’istante di interazione Decay DecayTimes TimesAffects AffectsTiming TimingResolution Resolution La determinazione dell’istante temporale in cui la radiazione ha interagito con il rivelatore equivale a determinare l’istante temporale in cui appare la luce di scintillazione (in cui osservo un segnale elettrico). Esiste però una soglia minima sotto la quale il mio segnale si confonde con il rumore A parità di I0 tanto più breve è il flash di scintillazione tanto più ∞ velocemente sarò in grado di −t / τ −t / τ I (t ) = I 0 e I tot = I 0 e = I 0τ identificare l’istante di 0 interazione. ∫ t0 I tot (t0 ) = ∫ I 0 e −t /τ = I 0τ (1 − e −t /τ ) > I thr 0 Tanto più velocemente riesco ad identificare l’istante di interazione tanto minore sarà la mia incertezza su tale valore. • Un basso ‘Decay Time’ migliora la risoluzione temporale • Timing ∝ τ (for Small I0) • Timing ∝ sqrt(τ) (for Large I0) 35 30 Itot(t) 25 20 15 10 tau = 5 tau = 10 5 tau = 30 0 0 20 40 60 Tempo 80 100 120 Il ‘Decay Time’ influenza il Tempo Morto • Un rivelatore è ‘morto’ per un periodo fisso di tempo dopo una interazione. Detector Output Dead Time • Questo ‘Tempo Morto’ è, in primis, definito dal tempo di decadimento della componente più lenta della luce di scintillazione. Event Second Event • Una interazione che avviene nel rivelatore entro il tempo morto è persa. Time Il ‘Tempo Morto’ riduce l’efficienza del rivelatore Densità & Numero Atomico Effettivo • ‘Attenuation Length’: - distanza media percorsa da un gamma all’interno di un materiale prima di interagire • Efficienza di rivelazione e di fotopicco: - la percentuale di eventi che depositano tutta la loro energia nel rivelatore Il numero Atomico Effettivo caratterizza la Frazione Fotoelettrica 0.5 Th 2 ⎡ σp ⎤ ε =⎢ ⎥ ⎣σ p +σc ⎦ 2 0.4 0.3 Bi W (511 keV) ε2 0.2 Lu Gd Ba Y 0.1 0.0 BaF2 30 40 • L’ideale è se la prima interazione è un effetto fotoelettrico LSO BGO 50 60 70 80 Atomic number (Z) • I Fotoni che scatterano Compton depositano solo parzialmente la loro energia, danno cioè una informazione sbagliata 90 100 • La probabilità dipende fortemente dal valore di Z Emission Spectrum - Caratterizza l’efficienza con cui il segnale luminoso è trasformato in un segnale elettrico - Definisce il tipo ed il costo dei fototubi da usare (vedi lucidi successivi) Proprietà fisico-chimiche del materiale - Caratterizza la facilità d’uso, il costo e le dimensioni massime degli scintillatori utilizzabili -Afterglow -Radiation hardness Modalità di crescita - Caratterizza la facilità d’uso, il costo e le dimensioni massime degli scintillatori utilizzabili Crystal Growth Methods Bridgeman Czochralski Crucible Seed Crystal Crucible Solid Material Molten Material Heater Esiste una classe di materiali in cui la ionizzazione/eccitazione prodotta dalla radiazione incidente induce l’emissione di luce visibile. La luce prodotta può essere quindi misurata da un fototubo e trasformata in un segnale elettrico. Affinché questi materiali possano essere usati come scintillatori è necessario che • la conversione dell’energia cinetica in luce sia efficiente • la conversione dell’energia cinetica in luce sia lineare • Il mezzo sia trasparente alla lunghezza d’onda della luce emessa • il tempo di decadimento sia sufficientemente breve per generare impulsi veloci • Il materiale abbia buone proprietà meccaniche • l’indice di rifrazione sia vicino a quello del vetro (n=1.5) in modo da permettere un accoppiamento efficiente al fototubo Esistono due classi differenti di materiale scintillatori: - Scintillatori Organici - Scintillatori Inorganici - Altri Scintillatori Scintillatori Organici In questi materiali, non cristallini, esiste una struttura di livelli atomici vibrazionali, ed elettronici (π electronic structure). Sono proprietà intrinseche alla molecola, non al suo stato fisico (solido, liquido o vapore) A temperatura ambiente le molecole sono nello stato S00 (infatti T = 0.025 << 0.15) Il processo di eccitazione/ionizzazione indotto dalla radiazione porta gli elettroni sui livelli S1x, S2x, S3x, … Gli stati elettronici/vibrazionali decadono velocemente (~ ps) nello stato S10 via transizioni non radiative. La radiazione pronta (prompt fluorescence) viene emessa nella transizione tra lo stato S10 e gli stati S0X con una legge di tipo esponenziale I = I 0 e − t /τ τ = lifetime stato S10 La radiazione ritardata (delayed phosphorescence) viene emessa dopo una transizione intra-bande che porte gli elettroni nello stato di tripletto (~ ms) Stati Vibrazionali (~ 0.15 eV) Stati Elettronici (~ 3-4 eV) Scintillatori Organici Questo meccanismo di decadimento impedisce alla luce di scintillazione di essere assorbita. Infatti poiché nel materiale gli elettroni occupano solo lo stato S00 (non hanno abbastanza energia termica per saltare sul primo stato vibrazionale). Solo la transizione diretta S10-S00 può essere assorbita, tutte le altre (per esempio la S10-S01) no. Efficienza di scintillazione (S): - frazione dell’energia convertita in luce visibile (è una piccola percentuale) - generalmente è data relativamente all’antracene - S (assoluta) < 5% Quenching: - fenomeno che da luogo a perdita di luce Scintillatori Organici Generalmente la risposta in luce di uno scintillatore organico dipende dalla particella incidente. In altre parole due radiazioni di natura diversa con pari energia producono un output di luce differente. Scintillatori Organici Luce di scintillazione La componente lenta dovuta alla fluorescenza ritardata (associata al decadimento degli stati di tripletto) e’ generalmente maggiore per le particelle con maggiore dE/dx Scintillatori Organici Il quenching indotto da particelle con alto dE/dx è causato dalla presenza di molecole danneggiate dalla radiazione incidente e quindi non più in grado di scintillare. L = Luce di scintillazione prodotta dE dL =S dx dx nel caso ideale ( S = efficienza di scintillazione) N = # numero di molecole danneggiate = B dE dx B = parametro empirico di proporzionalità P = % di luce persa per effetto del quenching = Nk = kB dE dx k = parametro empirico di proporzionalità P = Nk dE dL =S dx dx dL S dE S dE = = dx (1 + P) dx 1 + kB dE dx dx (1 + P) nel caso di quenching Scintillatori Organici dL S dE = dx 1 + kB dE dx dx equazione di Birks S e kB sono parametri sperimentali S kB ⇒ ⇒ Normalizzazione assoluta fit sulle curve sperimentali misurate ⎛ dL ⎞ ⎟ ⎜ dE ⎠ elect ⎝ kB = ⎛ dL ⎞ ⎟ ⎜ ⎝ dE ⎠ part In altre parole negli scintillatori inorganici NON esiste una relazione lineare tra l’energia depositata e la luce prodotta dL dE ≠ Kost dx dx Esistono anche altre relazioni empiriche, a volte specifiche per un determinato scintillatore Tipico andamento dell’equazione di Birks. L’effetto di saturazione che si osserva a grandi dE/dx si dice legge di Birks Scintillatori Organici - Riassunto Generalmente uno scintillatore organico - ha una ottima risposta temporale - il meccanismo di eccitazione e di diseccitazione degli stati elettronici/vibrazionali è molto veloce - ha una scarsa risoluzione energetica - scarsa efficienza di scintillazione - ha una emissione di luce che dipende dalla particella incidente - può quindi essere usato per identificare la particella incidente - è un composto a base di carbonio (Z=6) - non è molto efficiente per l’assorbimento totale di radiazione γ o particelle cariche energetiche Tabella scintillatori organici Scintillatori Inorganici In questi materiali, cristallini, esiste una struttura a bande Il gap di energia tra le due bande è di circa qualche decina di eV - il fotone emesso non è più nel visibile - il fotone emesso è facilmente riassorbito dalla struttura cristallina Generalmente si aggiunge un drogante (attivatore) che crea stati energetici tra la banda di valenza e di conduzione che creano una via privilegiata di decadimento per la coppia elettrone-lacuna. Se l’attivatore è scelto opportunamente e se la sua concentrazione non è eccessiva le coppie elettrone-lacuna indotte dalla radiazione incidente si annullano attraverso l’emissione di luce visibile che non può essere riassorbita all’interno dello scintillatore in quanto di energia inferiore al gap energetico La vita media di uno stato eccitato di un attivatore è ~ 10-7 s “Classical” Scintillation Mechanism – LaBr3(Ce3+) Lu Lu Energy Energy Lu Lu Ce Ce Lu Lu Lu Lu Scintillation electron electron Photon electron electron hole holehole hole Position Position • Ionic Bonding / Transitions Dominate • Transfer of Excitation from Host Ions to Activator Lattice Conduction Band Conduction Band Conduction Band (Empty Conduction Band Ce 5d Energy electron Impurity Scintillation Band (Part Full Photon electron Energy Energy Band Gap electron Valence Band Valence Band (Filled) Valence Band Ce 4f hole Position hole hole hole PositionBand Lattice Valence • • • • • Small band gap Ce 4f-5d levels in band gap, close to lattice energy Good lattice transport & lattice → Ce transport Transition is spin-parity allowed (decay lifetime is short, quenching reduced). Atomic diameter similar to heavy metal ions (“fits” into lattices of dense host compounds). • Not radioactive (no background signal). Effetto del drogaggio Drogare un cristallo scintillatore organico Significa rendere differente lo spettro della luce emessa dallo spettro della luce assorbita. La conseguenza più diretta del drogaggio quindi è la riduzione dell’autoassorbimento Lo shift tra la luce di emissione e quella di assorbimento si chiama ‘Stokes Shift’ Scintillatori Inorganici Diversamente dal caso degli scintillatori organici l’emissione di luce non è monocromatica LaBr3 Anche per gli scintillatori inorganici sono presenti fenomeni di quenching e di dipendenza dal valore di dE/dx dell’emissione di luce Scintillatori Inorganici Scintillatori Inorganici - Riassunto Generalmente uno scintillatore inorganico - ha una mediocre risposta temporale - il meccanismo di diseccitazione degli stati p-h è dell’ordine di 10-7 s - esistono tuttavia delle eccezioni (BaF2, LaBr3) - ha una buona risoluzione energetica - l’efficienza di scintillazione è superiore rispetto agli organici - ha una emissione di luce che dipende dalla particella incidente - può quindi essere usato per identificare la particella incidente - E’ possibile avere scintillatori a base di Bismuto, Bario, … - Ha una buona efficienza per l’assorbimento totale di radiazione γ o particelle cariche energetiche LINEARITA’ Da un punto di vista teorico, noto il numero di fotoni emessi da uno scintillatore per MeV di energia depositata, è possibile calcolare il valore della risoluzione energetica di un determinato scintillatore. Infatti, una volta verificata che la statistica seguita nella produzione di fotoni è Poissoniana, la risoluzione energetica di un rivelatore risulta proporzionale alla radice quadrata del numero di fotoni prodotti. FWHM = 2.35 σ σ ⇒ Deviazione standard FWHM = 2.35 K N N ⇒ Numero dei fotoni prodotti FWHM = 2.35 K En E ⇒ Energia depositata n = numero fotoni per MeV prodotti dallo scintillatori K = costante sperimentale associata al fototubo usato (nota) Purtroppo questo NON è vero ! La NON proporzionalità degrada la risoluzione energetica Scintillator Crystal Incident Gamma Ray Knock-On Electron Auger Electron Fluorescent X-Ray Delta Ray Esistono differenti meccanismi di produzione di elettroni veloci, ciascuno con un diverso valore per il fattore [photons/MeV] Che implica, a parità di energia depositata, un numero diverso di fotoni prodotti. Energy Resolution @ 662 keV (fwhm) Scintillator Light Yield Non-proportionality 12% BGO GSO BaF 10% 2 Lu Al O :Sc LSO 8% 3 5 YAlO :Ce 3 K LaCl :Ce 2 6% 5 CsI:Tl 4% 12 CaI :Eu 2 NaI:Tl RbGd Br :Ce 2 7 LaBr :Ce 3 2% LaCl :Ce Theoretical Limit (Counting Statistics) 3 0% 0 2,000 4,000 6,000 8,000 10,000 12,000 14,000 Luminosity (photoelectrons / MeV) From P. Dorenbos, “Light output and energy resolution of Ce3+ doped scintillators,” Nucl Instr Meth, A486, pp. 208-213, 2002. •• Ideally Ideallythe thescintillator scintillatorenergy energyresolution resolutionis isdetermined determinedby byits itslight lightyield yield and andstatistical statisticalvariation variation •• Widely Widelyaccepted acceptedthat thatthe thescintillator scintillatorlight-yield light-yieldnon-proportionality non-proportionalityto to electrons electronslimits limitsthe theenergy energyresolution resolution Non-Proportionality— Light Output per keV Depends on Energy 1.1 NaI:Tl CsI:Tl CsI:Na 1.3 1.0 Relative Light Output Relative Light Output 1.4 1.2 1.1 1.0 0.9 0.8 CaF2:Eu LSO YAP BGO GSO BaF2 LaCl3 0.7 0.6 0.5 0.4 0.9 1 10 100 Electron Energy (keV) 1000 1 10 100 Electron Energy (keV) Ideal IdealScintillator ScintillatorWould WouldBe BeHorizontal HorizontalLine Line • W. Mengesha, T. Taulbee, B. Rooney and J. Valentine, IEEE Trans. Nucl. Sci. NS-45, pp. 456-461, 1998. 1000 Linearità del LaBr3 Cercheremo insieme dove si trova la linea a 32 keV prodotta dai raggi X del Lantanio Linearità del NaI La NON Linearità tra 1 e 2 MeV può essere dell’ordine del 5% circa Notate che la perdita di linearità nel LaBr3 inizia sotto 30 keV mentre nel NaI inizia già sotto 2 MeV. NaI detector nonlinearity for PGNAA applications Robin P. Gardner* and Charles W. Mayo Applied Radiation and Isotopes Volume 51, Issue 2, August 1999, Pages 189-195 Tutti gli scintillatori hanno purtroppo una NON linearità intrinseca che ne modifica le caratteristiche come rivelatore. La comprensione dell’origine di questa NON linearità e di conseguenza la sua correzione è un problema non risolto nello sviluppo degli scintilltori Fototubi Ad uno scintillatore è però necessario accoppiare uno fototubo (PM), uno strumento cioè che • trasforma, linearmente, i fotoni in elettroni • amplifica il segnale elettrico cosi creato di un fattore 105-109 Fotomoltiplicatore Cristallo con cui la radiazione interagisce Fototubi La luce di scintillazione deve essere raccolta dal fotomoltiplicatore con la massima efficienza possibile. Ogni perdita si riflette nel degrado della risoluzione energetica del rivelatore - Si pone del materiale diffusivo non riflettente sulle superfici dello scintillatore per convogliare tutta la luce verso il fotomoltiplicatore PM - si recuperano i fotoni emessi non in direzione del fotomoltiplicatore - si illumina uniformemente la superficie del fotomoltiplicatore - Si pone un grasso siliconico con indice di rifrazione intermedio tra quello del fototubo e quello del cristallo - si elimina l’aria tra le due superfici a contatto (n=1) e di conseguenza si minimizzano fenomeni di riflessione sul vetro del fototubo - si fissa in modo meccanicamente stabile il fototubo al cristallo Sorgente Schema di Fototubo Fototubi Il fotomoltiplicatore può essere suddiviso in due/tre parti: - La parte che converte i fotoni in elettroni chiamati ‘fotoelettroni’ - Contatto ottico tra cristallo e finestra - Finestra a protezione del fotocatodo - Il fotocatodo, che posto in testa al fototubo raccoglie i singoli fotoni di luce e li trasforma in ‘photoelettroni’ - Il sistema di amplificazione del segnale iniziale - i dinodi che moltiplicano gli elettroni incidenti -- Il partitore di tensione -- modulo elettronico che distribuisce la differenza di potenziale all’interno del fototubo e la mantiene costante (almeno ci prova) Fototubi Ogni scintillatore ha uno spettro caratteristico di luce di scintillazione • La luce di scintillazione è il portatore di informazione per quel che riguarda la radiazione incidente • Bisogna misurare questa luce di scintillazione nel modo più accurato possibile Affinchè ciò avvenga la luce di scintillazione: Scintillatore - non deve essere auto-assorbita dal cristallo - deve poter essere completamente riflessa dalle pareti del cristallo -- non deve essere riflessa dal passaggio tra cristallo-aria-finestra PMT Aria LUCE di Scintillazione Finestra Fotocatodo - non deve essere assorbita dalla finestra - deve essere completamente assorbita dal fotocatodo -Ovviamente tutto questo NON accade mai Affinchè ciò avvenga la luce di scintillazione: • non deve essere auto-assorbita dal cristallo • Ne abbiamo già discusso prima – Stokes Shift – • deve poter essere completamente riflessa dalle pareti del cristallo • E’ necessario collocare del materiale riflettente sulle pareti dello scintillatore • Superficie non riflettente: • si rischierebbe di avere una dipendenza tra la posizione di interazione della radiazione e le zone illuminate del fotocatodo • Superficie Diffusiva: • La luce incidente viene riflessa in una direzione orientata casualmente rispetto alla direzione incidente • In questo modo il fotocatodo è sempre illuminato uniformemente indipendentemente dalla posizione di interazione della radiazione • non deve essere riflessa dal passaggio tra cristallo-aria-finestra PMT • l’aria ha indice di rifrazione n=1 un cristallo scintillatore un indice di rifrazione n > 1, questo implica che SEMPRE una certa percentuale di luce è riflessa nel passaggio tra i due materiali • maggiore tempo di raccolta • maggiore probabilità di essere persa (auto-assorbimento, mancata riflessione) • La riflettanza dipende da quanto sono differenti gli indici di rifrazione • Nel caso di incidenza normale (θ=0) la riflettanza vale ⎛ n1 − n2 ⎞ ⎟⎟ r (θ i = 0) = ⎜⎜ ⎝ n1 + n2 ⎠ • ovviamente non c’e’ modo di evitare quest’effetto se non rimuovendo l’aria tra il cristallo e la finestra del fototubo • Per fare ciò si usa un grasso siliconico (trasparente) detto grasso ottico • Ovviamente l’indice di rifrazione di questo grasso ottico deve essere intermedio tra quello del cristallo e quello della finestra per minizzare la riflettanza • non deve essere assorbita dalla finestra: • Bisogna scegliere il materiale opportuno per questa finestra affinche non assrba la luce di scintillazione • Fused Silica (quarzo) • UV glass • Lime glass • Borosilicato • deve essere completamente assorbita dal fotocatodo • Purtroppo questo è l’unico aspetto su cui, in pratica, esiste una sostanziale perdita di informazione • In altre parole NON tutti i fotoni della luce di scintillazione sono trasformati in ‘fotoelettroni’ La capacità di trasformare fotoni in elettroni è detta efficienza quantica: QE % = # elettroni prodotti dal fotocatodo # fotoni di scintillazione - l’efficienza quantica dipende da λ - i tipici valori per l’efficienza quantica oscillano tra il 20 % ed il 30% Attenzione che l’efficienza quantica non è uniforme sulla superficie del fotocatodo ci possono essere fluttuazioni fino del 20% sul valore della QE% Novità di quest’anno – NSS (Honolulu – 2007) Abbiamo uno di questi nuovissimi fototubi – possiamo veder come si comporta DINODI I dinodi moltiplicano gli elettroni iniziali prodotti dal fotocatodo amplificando il segnale affinché sia facilmente misurabile Esempio: - Gamma incidente da 1 MeV in NaI - NaI produce 38000 phot/MeV con τ = 230 ps # photoelettroni = 28000 * 0.3 # photoelettroni *1.6 10 −19 corrente misurata = 3τ corrente misurata ≈ 10 −9 A - al fotocatodo la corrente che misurerei è dell’ordine del nA - ecco la necessità di amplificare questo segnale - Per poter amplificare gli elettroni deve esistere una differenza di potenziale di 50-200 Volt tra ciascuno dinodo DINODI -gli elettroni prodotti dal fotocatodo vengono focalizzati ed accelerati ( Ee ~ 150 eV) verso un elettrodo detto dinodo -quando un elettrone urta il dinodo δ elettroni secondari vengono emessi ed accelerati verso un secondo dinodo innescando un processo a valanga il guadagno totale è dato da: G = δn ~ 106 – 109 n = numero di dinodi il guadagno totale δ = elettroni prodotti al dinodo ESEMPIO DI GEOMETRIE DI DINODI a) Linear focusing b) Venetian Blind c) Foil d) Box e) Circular Cage f) MCP Scintillatori Ciascun dinodo deve essere ad un potenziale crescente rispetto al dinodo successivo per poter mantenere il processo di amplificazione Partitore di tensione ∆V ~ 500-3000 V Fino a quando la corrente che passa nella partizione è molto superiore a quella che scorre nei dinodi tutti gli elettrodi rimangono allo stesso potenziale (IVD > 100 IA) Perche si collocano dei condensatori in serie alle resistenze di partizione ? Negli ultimi stadi di amplificazione la corrente istantanea misurata agli ultimi dinodi può superare anche di molto IVD e quindi modificare il valore della differenza di potenziale ai dinodi (e di conseguenza modificare il guadagno). Il condensatore, come in un qualsiasi circuito RC rallenta questa caduta di potenziale ai dinodi Il condensatore deve ovviamente essere in grado di erogare la carica richiesta dai dinodi e deve avere una capacità di almeno: q C= ∆V q = I At = carica massima che il dinodo deve erogare ∆V = Massima variazione di potenziale ai dinodi accettata Fototubi Tabella delle specifiche di un fototubo: Specifiche di un fototubo Key features ⇒ indica l’applicazione per cui il fototubo è ottimizzato Fast ⇒ privilegio l’uniformità del tempo di arrivo al 1 dinodo alla completa raccolta dei fotoelettroni High/Low gain ⇒ PMT con molti/pochi dinodi Good PHR ⇒ privilegio la completa raccolta dei fotoelettroni a scapito del loro tempo di arrivo Low Noise ⇒ E’ minimizzata la corrente di Buio (vedi successivamente) Etc. Etc. Sensitività ⇒ E’ la quantificazione (in diversi modi) dell’efficienza quantica del fototubo. E’ espressa con diversi coefficienti per motivi storici e per i diversi campi di applicazione • Cathode Luminous Sensitivity indica la corrente misurata al fotocatodo in risposta ad un Lumen di una lampada al Tungsteno alla temperatura T=2856 K. Si misura in µA/lm. E sostanzialmente una misura integrale dell’efficienza quantica • Cathode Blue Sensitivity indica la corrente misurata al fotocatodo in risposta ad un Lumen di una lampada al Tungsteno alla temperatura T=2856 K filtrata (400-450 nm). Si misura in µA/lmF (dove F sta per filtered) E sostanzialmente una misura dell’efficienza quantica a 400-450 nm • Cathode Radiant Sensitivity indica la corrente misurata al fotocatodo in risposta ad una potenza luminosa di un Watt alla lunghezza d’onda indicata Si misura in mA/W E sostanzialmente una misura dell’efficienza quantica relativa a λ Time Response: indica la dinamica del processo di produzione,raccolta, amplificazione e trasporto dei photoelettroni dal catodo all’anodo • Rise Time: indica il tempo necessario alla corrente anodica per passare dal 10% al 90% del valore massimo in risposta ad una ‘delta function’ di luce può variare da 1.o a 15 ns in base alla meccanica dei dinodi ed al potenziale applicato • FWHM: Indica la larghezza a metà altezza dell’impulso di corrente anodica in risposta ad una ‘delta function’ di luce • Transit Time: Indica l’intervallo di tempo tra l’arrivo dell’impulso di luce al fotocatodo e il corrispondente segnale anodico • Transit Time Spread (Time Jitter – Time Resolution): indica le fluttuazioni, evento per evento, del Transit Time. Segue la statistica di Poisson sul numero di impulsi Amplitude Response: indica la dinamica del processo di raccolta ed amplificazione dei photo-elettroni dal catodo all’anodo • PHR (Pulse Height Resolution): E’ il rapporto percentuale tra la FWHM ed il centroide misurato con uno scintillatore di riferimento ed una sorgente data. E’ una misura della risoluzione energetica ottenibile con il PMT • SER (Single Electron Resolution): Indica la larghezza a metà altezza dello spettro osservato misurando un singolo photo-elettrone alla volta Corrente di Buio: indica la corrente fornita da un fototubo anche in assenza di radiazione luminosa incidente sul fotocatodo. Le sorgenti di questa corrente sono molteplici e dipendono principalmente dalla tensione applicata al PMT • Ohmic Leakage: È dovuta alla corrente di leakage che scorre sul vetro e le superfici isolanti. E’ fortemente dipendente dalla pulizia del fototubo a dall’umidità. Domina la corrente di Buio quando si opera a basse tensioni • Thermoionic Emission: E’ l’emissione termoionica presente nel fotocatodo (dominate) e nei dinodi. Lo spettro è quello del singolo photolettrone. Un photocatodo a Bialcali emette circa 50 elettroni/cm2 s • Field Emission: E’ l’emissione dovuta ai forti campi elettrici all’interno del PMT che possono strappare elettroni. E’ ovviamente tanto più intenso tanto maggiore è la tensione applicata Lo spettro può andare da 0.1 photoelettroni a molti • Radioactivity: Le contaminazioni di 40K, 232Th possono, nel processo di decadimento, far scintillare il vetro o produrre luce Cerenkov E’ un effetto piccolo (pochi CPM) • Cathode Excitation: Se il fototubo è esposto per lungo tempo alla luce naturale possono insorgere fenomeni di fosforescenza all’interno del fotocatodo che possono aumentare la corrente di buio anche di diversi ordini di grandezza Afterpulses • Sono impulsi ‘spuri’ correlati nel tempo a quelli reali. • Possono essere una fonte di fondo difficile da identificare ed eliminare. • Possono essere fatali in misure di coincidenza o di correlazione temporale • Il fenomeno di afterpulses è originato da: • E possibile che il processo di moltiplicazione ionizzi molecole di gas residuo presenti all’interno del fototubo. Gli ioni positivi sono accelerati verso il fotocatodo e generano elettroni secondari accelerati a loro volta dal • E’ possibile che luce nello spettro visibile possa essere emessa dai dinodi quando bombardati da elettroni. Questi fotoni possono produrre fotoelettroni al fotocatodo, che a loro volta, vengono amplificati dal fototubo Linearità nei fototubi E’ il grado di proporzionalità tra il numero di elettroni raccolti all’anodo ed il numero di fotoni incidenti al fotocatodo Fattori esterni che possono influenzare la linerità: Stabilità nell’alta tensione: Una variazione nel valore dell’alta tensione applicata al fototubo implica una variazione dell’energia cinetica media degli elettroni tra i vari dinodi e quindi una possibile variazione di guadagno. • La tensione ai dinodi può fluttuare a causa di una corrente troppo elevata all’interno del fototubo. Infatti per garantire una tensione stabile ai dinodi a corrente all’interno della partizione deve essere una decina di volte superiore a quella anodica. Quando la corrente anodica è troppo alta il potenziale tra l’anodo e l’ultimo dinodo tende a scendere cambiando la partizione tra tutti i dinodi. L’effetto globale è quello (inaspettatamente) di un aumento di guadagno Ia ∆G N ≈ 0 .7 G N + 1 I partitore • Il guadagno è stabile se la corrente anodica è 50 volte inferiore quella nella partizione • Quando il rapporto è ‘solo’ 10 la linearità varia del 7% • Attenzione che si parla di corrente media, non della corrente media Carica Spaziale In presenza di eventi che hanno una corrente istantanea molto elevato, l’elevata densità di elettroni può influenzare la loro traiettoria ed al limite farne ritornare alcuni al dinodo di produzione. L’effetto globale consiste in una riduzione del guadagno all’aumentare dell’energia della radiazione gamma incidente Instabilità nel generatore di tensione 3' x 3' LaBr3 Photonics XP5300 (650 V) 100.0 80.0 100 Drift (keV) 662.7 keV line (mV) 1000 10 60.0 40.0 20.0 1 400 0.0 600 800 HV Value 1000 1200 0 2 4 Drift (Volts) 6 Un semplice conto per un rivelatore a scintillazione - Differente dallo KnollUn raggio γ da 1 MeV che deposita tutta la sua energia nello scintillatore Scintillatore: 10 % di energia in luce, 10 eV per fotone Scintillatore: τ luce di scintillazione ≈ 300 ns Fototubo: QE = 20% - Gain = 107 Obiettivo: Corrente misurata in uscita all’anodo Ipotesi: Raggio γ da 1 MeV ⇒ 106 * 1/10 * 0.10 = 104 fotoni (in 1000 ns) E * (εph)-1 * S 104 fotoni ⇒ 104 *0.2 = 2 103 elettroni (in 1000 ns) 2 103 ⇒ 2 103 * 107 ∼ 1010 elettroni (in 1000 ns) Corrente di picco ∼ (1010 * 1.6 10-19) /(1000 10-9) ∼ 1 mA L’alimentatore di un fototubo deve quindi essere in grado di fornire tensione di qualche migliaio di Volt e correnti superiori a qualche milli-Ampere Un semplice calcolo Formazione dell’impulso all’anodo del fototubo - funzione di risposta del partitore In generale il fototubo è sufficientemente veloce da non modificare sensibilmente il profilo temporale di arrivo della luce di scintillazione (costante di tempo λ). In prima approssimazione l’impulso in corrente in arrivo all’anodo può essere descritto come una funzione esponenziale con una costante di tempo pari alla costante di tempo della luce di scintillazione (costante di tempo λ). i (t ) = segnale in arrivo all ' anodo dai dinodi = i0 e − λt il valore di i o può essere estratto dalla carica misurata e da λ ∞ ∞ 0 0 Qtot = ∫ i (t )dt = ∫ i0 e dt = i0 = λQtot i (t ) = λQtot e −λt − λt i0 λ Il circuito in uscita all’anodo può essere visto come un circuito RC i (t ) = ic + ir = C dV (t ) V (t ) + dt R dV (t ) V (t ) λ Q − λt + V (t ) = e dt RC C ⇒ V ( 0) = 0 V (t ) = 1 λQ −θt e − e − λt λ −θ C ( ) θ= 1 RC Primo caso: il partitore ha una risposta ‘lenta’ λ >> θ = V (t ) = t << t >> 1 θ 1 λ 1 1 = RC τ partitore la costante di tempo del partitore è lunga rispetto a λ 1 λQ −θt −λt e −e λ −θ C 1 λQ −θt Q −θt −λt ⇒ e − e − λt e −e λ C C Q tempi molto corti = RC ⇒ θt << 1 ⇒ e −θt ≈ 1 ⇒ V (t ) = 1 − e −λt C Q >> RC ⇒ λt >> 1 ⇒ e −λt ≈ 0 ⇒ V (t ) = e −θt tempi molto lunghi C ( ) ⇒ ( ) ( ( ) ) Il fronte di salita è dato dalla costante di tempo della luce di scintillazione o del fototubo Primo caso: il partitore ha una risposta ‘veloce’ λ << θ = V (t ) = t << t >> 1 λ 1 θ 1 1 = RC τ partitore la costante di tempo del partitore è corta rispetto a λ 1 λQ −θt e − e − λt λ −θ C λ Q −θt −λt λ Q −λt −θt ( (e − e ) e −e ) ⇒ θ C θ C λQ ( tempi molto corti ⇒ λt << 1 ⇒ e −λt ≈ 1 ⇒ V (t ) = 1 − e −θt ) θ C λ Q − λt (e ) = RC θt >> 1 ⇒ e −θt ≈ 0 ⇒ V (t ) = tempi molto lunghi θ C ( ) ⇒ − λ << θ λ << 1 θ Il fronte di salita è dato dalla costante di tempo del partitore Formazione dell’impulso all’anodo del fototubo - funzione di risposta del partitore Formazione dell’impulso all’anodo del fototubo: - impulso esponenziale decrescente - Grandi costanti di tempo θ << λ - il fronte di salita è determinato dalla costante di tempo dello scintillatore o del fototubo - il fronte di discesa è determinato dalla RC del circuito - L’ampiezza del segnale è proporzionale alla carica rilasciata a meno di C - Piccole costanti di tempo θ >> λ - il fronte di salita è determinato dalla RC del circuito - il fronte di discesa è determinato dalla costante di tempo dello scintillatore o del fototubo - L’ampiezza del segnale è molto piccola λQ Ampiezza = θ C ⇒ λ << 1 θ ⇒ Q λQ << Ampiezza = θ C C