Scarica () 2,4 Mb - SISP - Viaggiatori, malattie infettive

Responsabile:
Dott.ssa Giuseppina Napoletano
[email protected] t
NEWSLETTER
N. 2 - 2015
Redazione:
Dott.ssa Emma Conti
[email protected]
Dott.ssa Chiara Postiglione
[email protected]
Dott. Oliviero Bosco
[email protected]
INFEZIONE DA
HIV/AIDS
Panoramica generale e consigli di prevenzione
Dott. Federico Gobbi
[email protected]
Recapiti:
tel. 045 8075918-5026
tel. 045 6013563
Le newsletter e gli aggiornamenti in
epidemiologia sono reperibili nel sito
della Regione del Veneto al seguente
indirizzo:
http://www.regione.veneto.it/web/sanita
/viaggiare-in-salute
L’infezione da HIV è una malattia causata dal virus dell'immunodeficienza
umana (HIV). HIV è un retrovirus del genere lentivirus (fig. 1).
In base alle conoscenze attuali, HIV è suddiviso in due ceppi: HIV-1 e HIV-2. Il
primo dei due è prevalentemente localizzato in Europa, America e Africa centrale.
HIV-2, invece, si trova per lo più in Africa occidentale.
Fig. 1. Struttura del virus HIV
Nel sito del Dipartimento di Prevenzione
ULSS 20 all’indirizzo:
http://prevenzione.ulss20.verona.it/viagn
ews.html
Supporto tecnico:
Andrea Comin
Il bersaglio principale di questo virus è costituito da un gruppo particolare di
globuli bianchi (i linfociti CD4) che hanno un ruolo particolarmente importante nel
sistema immunitario: sono infatti dei veri e propri "direttori d'orchestra" che
attivano di volta in volta settori diversi delle difese a seconda del tipo di ospite
Una finestra sul mondo
indesiderato con cui vengono a contatto (batteri, virus, protozoi, funghi, vermi,
cellule tumorali, ecc.).
Il decorso dell’infezione è molto lento e, in assenza di una terapia che ne
contrasti la progressione, le persone possono manifestare i primi sintomi di
indebolimento dopo 8 – 10 anni dal momento del contagio.
Quando una persona entra in contatto con il virus HIV diviene sieropositiva, ma
possono passare anni prima che si arrivi allo stadio conclamato della malattia,
l’AIDS (Sindrome da Immuno Deficienza Acquisita o Acquired Immune Deficiency
Syndrome).
L'infezione da HIV provoca quindi un indebolimento progressivo del sistema
immunitario (immunodepressione), aumentando il rischio sia di tumori che di
infezioni da parte di virus, batteri, protozoi e funghi, che in condizioni normali
possono essere curate.
L’AIDS si manifesta quindi, quando il sistema immunitario dell’ospite, minato
dalla presenza del virus HIV, non è più in grado di difendere efficacemente
l’organismo dagli agenti patogeni esterni (batteri, virus, funghi) per cui iniziano a
comparire diverse tipologie di infezioni (infezioni opportunistiche) o tumori.
Trasmissione
L’HIV si trasmette per contatto con sangue infetto, attraverso i rapporti sessuali
(il virus è presente nello sperma e nelle secrezioni vaginali), durante la nascita per
contatto materno-fetale o con l’allattamento (il virus è presente nel latte materno –
fig. 2).
Il virus HIV si può trasmettere solo e soltanto attraverso i seguenti liquidi
biologici:
●
sangue
●
sperma, liquido pre-eiaculatorio e secrezioni vaginali
●
latte materno
L’infezione si verifica quando uno di questi liquidi, appartenente ad una persona
sieropositiva, entra in circolazione nel sangue della persona ricevente attraverso
ferite o lesioni anche non visibili delle mucose. Quindi il virus HIV si può
trasmettere:
●
con l’ingresso di sangue nell’organismo (es. scambio di siringhe non sterili,
uso in comune di spazzolini da denti o lamette da barba, ferita con
strumenti taglienti o puntura di ago infetto)
●
attraverso rapporti sessuali non protetti dal preservativo
●
dalla madre al bambino durante la gravidanza, il parto e l’allattamento.
COME SI TRASMETTE
Trasmissione sessuale
La trasmissione sessuale è la modalità d’infezione più diffusa e riguarda circa
l’80% delle nuove diagnosi.
Comportamenti a rischio:
●
I rapporti sessuali penetrativi vaginali e anali
●
I rapporti oro-genitali sono a rischio solo per la persona che con la bocca
stimola i genitali del partner, mentre chi riceve la stimolazione non si
espone ad alcun rischio.
Trasmissione ematica
Lo scambio di siringhe può trasmettere il virus HIV. E’ meglio non assumere
sostanze stupefacenti, altrimenti utilizzare siringhe sterili o monouso. Le trasfusioni
di sangue infetto possono trasmettere l’ HIV: in Italia il pericolo non esiste perché
dal 1988 il sangue destinato a trasfusioni viene sottoposto a screening per il virus
HIV.
2 - 2015 – Infezione da HIV/AIDS
2
Una finestra sul mondo
Trasmissione verticale
La madre può trasmettere il virus HIV al figlio durante la gravidanza, al
momento del parto o durante l'allattamento. La possibilità che una madre
sieropositiva trasmetta l’HIV al proprio figlio si riduce drasticamente (<1%)
seguendo idonea terapia durante la gravidanza, partorendo con parto cesareo ed
evitando l’allattamento al seno.
Non esistono quindi “categorie a rischio”, ma solamente comportamenti (ad
esempio, i rapporti sessuali non protetti o lo scambio di materiale per sostanze di
abuso) che sono a rischio per acquisire l’infezione da HIV.
Fig. 2. Modalità di trasmissione
COME NON SI TRASMETTE
Il virus non si trasmette attraverso:
●
strette di mano, abbracci, vestiti
●
baci, saliva, morsi, graffi, tosse, lacrime, sudore, muco, urina e feci
●
bicchieri, posate, piatti, sanitari, asciugamani e lenzuola
●
punture di insetti.
Il virus non si trasmette frequentando:
●
palestre, piscine, docce, saune e gabinetti
●
scuole, asili e luoghi di lavoro
●
ristoranti, bar, cinema e locali pubblici
●
mezzi di trasporto.
L’HIV non si trasmette quindi nei contatti quotidiani e nella normale vita di
relazione. Nessun familiare di una persona sieropositiva è stato mai infettato.
Diagnosi
L’unico modo per diagnosticare o escludere l’infezione da HIV è quello di
effettuare un test specifico. Il test comunemente utilizzato è il “test ELISA
combinato”, che ricerca nel sangue la presenza degli anticorpi anti-HIV e la
proteina del virus p24.
Tali anticorpi e la presenza della proteina virale si sviluppano solo se la persona
ha contratto il virus. Il risultato del test è positivo se si rilevano gli anticorpi
(sieropositività all’HIV) e negativo se non ve ne è traccia (sieronegatività all’HIV).
2 - 2015 – Infezione da HIV/AIDS
3
Una finestra sul mondo
Il test Elisa combinato (o di 4° generazione) fornisce una risposta attendibile già
a 4/6 settimane dal comportamento a rischio. Durante questo periodo (detto
Periodo Finestra) una persona potrebbe risultare negativa al test, ma aver contratto
il virus e trasmetterlo ad altri.
In ogni caso l’esito del test si considera definitivo se sono trascorsi 3 mesi
dall’ultimo comportamento a rischio.
Cautelativamente quindi la tempistica suggerita per l’effettuazione del test è la
seguente:
1.
Un primo test viene eseguito, se possibile, subito dopo un comportamento
potenzialmente a rischio (test di base); altrimenti:
2.
Il test viene eseguito dopo un mese dal comportamento a rischio (oltre
cioè la durata media del periodo finestra): questo permette di riprendere
tranquillità in caso di esito negativo o di agire precocemente in caso di
esito positivo.
3.
Un altro test è effettuato dopo 3 mesi: un esito negativo ha valore
definitivo (conclusione del monitoraggio).
A seguito di un test Elisa positivo si procede con un test di conferma basato su
una tecnica diversa (Western Blot) e più specifico.
Il test non è obbligatorio ma, se si sono avuti comportamenti a rischio è bene
effettuarlo. Infatti, sapere di essere infetti con l’HIV consente di usufruire di
un’assistenza medica precoce e di poter effettuare tempestivamente la terapia
farmacologica che permette oggi di vivere meglio e più a lungo. Con le terapie
attualmente disponibili, una persona HIV positiva ha un’aspettativa di vita analoga
a quella di una persona HIV negativa.
Il test HIV per confermare/escludere l’infezione da HIV può essere effettuato
solo con il consenso dell’interessato (legge n 135 del giugno 1990) ed è inserito fra
quelli raccomandati in caso di gravidanza. L’identificazione precoce dello stato di
sieropositività consente, di istituire rapidamente una terapia farmacologica e di
adottare misure precauzionale per ridurre il rischio di contagio.
Nel mondo
Da quando è stata scoperta, nel 1981, ad oggi, l’infezione da HIV ha causato 40
milioni di morti. Le persone che al giorno d’oggi nel mondo convivono con il virus
HIV sono oltre 40 milioni, di cui circa 3 milioni di bambini, e quelle in cura sono
oltre 14 milioni (fig. 3 e 4). Il 70% dei casi di contagio del virus HIV si concentra
nell’Africa sub-sahariana. L’obiettivo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità è
quello di elevare la soglia delle persone in cura per ridurre progressivamente la
trasmissione del virus (soglia stimata: 70% degli infettati).
Fig. 3. Entità dell'epidemia da HIV nel mondo al 2014
2 - 2015 – Infezione da HIV/AIDS
4
Una finestra sul mondo
Fig. 4. Stima di adulti e bambini HIV positivi viventi nel 2014
In Italia
Dal 2012 i dati sulla sorveglianza delle nuove diagnosi di infezione da HIV sono
disponibili per tutte le regioni italiane. Nel periodo 1985-2013, sono state riportate
61.080 nuove diagnosi di infezione da HIV. L’incidenza delle nuove diagnosi ha
visto un picco di segnalazioni nel 1987, per poi diminuire fino al 1998 e stabilizzarsi
successivamente. In Italia, nel 2013, il Centro operativo Aids dell’Istituto Superiore
di Sanità (Coa) ha stimato in 3.806 le nuove diagnosi di HIV, con una incidenza pari
a 6,0 nuovi casi per 100.000 residenti. Negli anni si osserva un aumento dell’età
mediana alla diagnosi (39 anni, uomini; 36 anni, donne), nonché un cambiamento
delle modalità di trasmissione: diminuisce la proporzione di consumatori di sostanze
per via iniettiva, ma aumentano i casi attribuibili a trasmissione sessuale. Nel 2013
sono stati segnalati al COA 1.016 casi di AIDS, pari a un’incidenza di 1,9 nuovi casi
per 100.000 residenti. Nella fig. 5 è riportata la distribuzione delle nuove infezioni
da HIV per modalità di trasmissione e nazionalità.
Fig. 5 Distribuzione delle nuove diagnosi di infezione da HIV, per modalità di trasmissione,
anno di diagnosi e nazionalità (2010-2013)
In breve
●
Stabile il numero delle nuove diagnosi di HIV.
●
Aumenta l’età nelle nuove diagnosi di HIV.
●
Più frequenti le diagnosi in MSM (maschi che fanno sesso con maschi) tra
gli italiani e in eterosessuali femmine tra gli stranieri.
●
Più della meta delle nuove diagnosi di HIV avviene in fase avanzata (bassi
CD4 o presenza di sintomi).
●
Stabile il numero dei casi di AIDS.
●
Diminuiscono i decessi in persone con AIDS.
●
La maggior parte delle persone diagnosticate con AIDS non ha effettuato
terapia antiretrovirale.
2 - 2015 – Infezione da HIV/AIDS
5
Una finestra sul mondo
Le terapie
Nei Paesi occidentali buona parte dei successi ottenuti nel ridurre l'infezione da
HIV sono in gran parte dovuti ai risultati dalla ricerca scientifica che ha consentito
di individuare farmaci dotati di potente attività antivirale.
Il trattamento dell'infezione da HIV è mirato a inibire la riproduzione virale. A
questo scopo vengono utilizzati: inibitori nucleosidici della transcriptasi inversa,
inibitori non nucleosidici della transcriptasi inversa, inibitori dell'integrasi, inibitori
dell'ingresso e inibitori della proteasi.
Nessuno di questi farmaci è in grado di eliminare l'infezione e quindi di portare
a guarigione, ma essi mantengono sotto controllo il virus e rallentano lo sviluppo di
AIDS, anche per molto tempo.
Generalmente vengono utilizzati cocktail di farmaci (terapia combinata
altamente efficace - HAART), per aumentarne l'efficacia e prevenire lo sviluppo di
resistenze.
Attraverso l’uso del trattamento antiretrovirale, oggi un soggetto HIV positivo
ha un’aspettativa di vita vicina a quella di un soggetto non infetto, con una buona
qualità di vita.
Strategie di prevenzione
Poche semplici precauzioni possono ridurre, o addirittura annullare, il rischio di
infezione da HIV.
Per evitare la trasmissione dell’infezione per via ematica:
●
evitare l’uso in comune di siringhe, aghi e altro materiale per l’iniezione di
droghe
●
sottoporsi a iniezioni, agopuntura, mesoterapia, tatuaggi e piercing solo se
gli aghi utilizzati sono monouso.
È fondamentale ricordare che nei Paesi europei le trasfusioni di sangue e
derivati, i trapianti di organo e l’inseminazione artificiale sono sottoposti a screening
e ad accurati controlli per escludere la presenza dell'HIV.
Per evitare la trasmissione dell’infezione per via sessuale:
●
avere rapporti sessuali mutuamente monogamici con un partner non
infetto
●
astenersi dai rapporti sessuali
●
nel caso di rapporti occasionali (vaginali, orogenitali o anali), utilizzare
sempre il preservativo.
L’uso corretto del preservativo protegge dal rischio di infezione durante ogni
tipo di rapporto sessuale ed è l'unica reale barriera per difendersi dall'HIV. Non
vanno usati lubrificanti oleosi perché potrebbero alterare la struttura del
preservativo e provocarne la rottura, inoltre è necessario usare il preservativo
dall’inizio di ogni rapporto sessuale (vaginale, anale, orogenitale) e per tutta la sua
durata. Anche un solo rapporto sessuale non protetto potrebbe essere causa di
contagio.
Per un uso corretto del preservativo è importante:
●
leggere le istruzioni accluse
●
indossarlo dall’inizio alla fine del rapporto sessuale
●
usarlo una sola volta
●
srotolarlo sul pene in erezione, facendo attenzione a non danneggiarlo con
unghie o anelli
●
conservarlo con cura: lontano da fonti di calore (cruscotto dell'auto e altro)
e senza ripiegarlo (nelle tasche, nel portafoglio).
La pillola, la spirale e il diaframma sono metodi utili a prevenire gravidanze
indesiderate, ma non hanno nessuna efficacia contro il virus dell’HIV.
2 - 2015 – Infezione da HIV/AIDS
6
Una finestra sul mondo
Bibliografia e siti utili
1.
Bollettino ISS - Aggiornamento dei casi delle nuove diagnosi di infezione
da HIV e dei casi di AIDS al 31 dicembre 2013. Not Ist Super Sanità
2014;27(9) Suppl 1.
2.
http://www.who.int/entity/hiv/mediacentre/news/arv2015_csocall/en/inde
x.html
3.
http://www.unaids.org/en
4.
www.ecdc.europa.eu
5.
www.euro.who.int
6.
http://www.epicentro.iss.it/problemi/aids/aids.asp
7.
http://www.regione.veneto.it/web/sanita/malattie-infettive-popolazione
Sorveglianze speciali delle malattie infettive - Dati 2012-2013
8.
http://www.salute.gov.it/portale/salute/p1_5.jsp?
lingua=italiano&id=159&area=Malattie_sessualmente_trasmissibili
9.
ECDC - HIV/AIDS surveillance in Europe 2013
-
10. Linee Guida Italiane sull’utilizzo dei farmaci antiretrovirali 2014 – Ministero
della Salute
11. www.salute.gov.it/
2 - 2015 – Infezione da HIV/AIDS
7