Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Unione Europea Provincia e Comune di Alessandria I.T.I.S. “A. Volta” Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile Il villaggio fotovoltaico in Alessandria -1- Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria IL VILLAGGIO FOTOVOLTAICO IN ALESSANDRIA PREFAZIONE Abbiamo pensato di proporre la realizzazione del lavoro svolto ad Alessandria, come esempio di applicazione perl’energia sostenibile. Si parla sempre più spesso dei problemi legati alla produzione, all’uso razionale delle risorse energetiche e di quanto ad esse è collegato. Viviamo in un mondo in cui le scelte sono interconnesse sempre di più. Una scelta consapevole può aiutarci a riequilibrare un impatto sul pianeta che si ripercuote anche a distanze considerevoli, Il concetto della globalizzazione nelle scelte energetiche coinvolge diversi ambiti, non ultimo, il problema delle modificazioni del clima a causa dell’effetto serra, provocando alterazioni negli stili di vita e minacciando l’ esistenza di tutti gli esseri viventi. Pensiamo che questo lavoro possa indicare una strada, un metodo diverso per rispondere ad un progetto di vita non solo condizionato dalle leggi del mercato ma anche altri valori che sono fondamentali, non ultimi la gestione dell’ambiente e la qualità della vita. Ringraziamo pubblicamente tutti coloro che ci hanno aiutato nello sviluppo di questo lavoro di ricerca ad iniziare dalle Istituzioni e da chi ci ha stimolato ad effettuare questa azione di ricerca : il Centro UNESCO di Torino nella persona del Dott. Marco D’Acri. Un grazie sentito inoltre al Dirigente Scolastico del nostro Istituto, il Prof. Roberto Cresta, per la Sua disponibilità e per averci consentito l’uso delle attrezzature scolastiche. Un particolare ringraziamento all’Assessore alla Pubblica Istruzione e Formazione Professionale Massimo Barbadoro della Provincia di Alessandria per averci aiutato a stampare le copie di tale lavoro in una veste editoriale dignitosa. Mencarelli Luca Classe III AE Elettrotecnici Piccinini Matteo Classe III AE Elettrotecnici Pochettini Fabio Classe III AE Elettrotecnici Vicino Alan Classe III AE Elettrotecnici Vogogna Dario Classe III AE Elettrotecnici Piglione Daniele Classe V AE Elettrotecnici Coadiuvati dal Prof. Ing. Franco Capua docente di Elettrotecnica presso l’ITIS A.Volta in Alessandria -2- Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria INDICE Presentazione dell’ITIS A. Volta CAP. I Presentazione del progetto: il Villaggio Fotovoltaico in Alessandria CAP. II pag. 4 pag. 6 Principio di funzionamento delle celle Solari pag. 20 CAP. III Descrizione del progetto (scelte tecnologiche ) pag. 86 CAP. IV Soluzioni architettoniche per pag. 96 integrare le tecnologie CAP. V Analisi economica pag. 121 CAP. VI Valutazioni ambientali pag. 127 BIBLIOGRAFIA pag. 134 -3- Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Presentazione dell’i.t.i.s. “A. Volta” di Alessandria L’istituto tecnico industriale statale “Alessandro Volta” fu progettato dall’Architetto Ignazio Gardella ed inaugurato nel 1967 dall’allora presidente della Repubblica Giuseppe Saragat. Tra i corsi offerti dall’istituto, il corso di perito industriale per le costruzioni aeronautiche rappresenta una peculiarità rispetto all’offerta formativa presente sull’intero territorio nazionale. L’istituto Volta offre quattro percorsi industriali e un percorso scientifico-tecnologico; i quattro percorsi industriali sono, oltre al gia citato perito per le costruzioni aeronautiche, perito industriale in elettrotecnica ed automazione, perito industriale in meccanica e perito industriale in informatica. Situato sulla circonvallazione della città, in posizione intermedia fra il centro città e le principali strutture universitarie scientifiche, il distaccamento del Politecnico di Torino e la facoltà di S.M.F.N. (Matematica Fisica e Scienze Naturali) dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale “A. Avogadro”. In particolare negli ultimi anni si è intensificata la collaborazione fra l’istituto e le due sedi universitarie con l’introduzione di stage per gli studenti delle classi quinte, conferenze divulgative e scientifiche, corsi di preparazione tecnica per studenti ed adulti, esperienze di laboratorio ed orientamento in collaborazione con le realtà industriali della provincia alessandrina. I corsi industriali offerti dall’istituto sono stati pensati con particolare riferimento alla realtà lavorativa della provincia di Alessandria; infatti la maggior parte dei neo diplomati periti trovano -4- Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria facilmente lavoro nelle aziende alessandrine, anche se la tendenza attuale è per il proseguimento degli studi universitari. A titolo d’esempio la richiesta di periti elettrotecnici è superiore a tre richieste per ogni diplomato. L’istituto offre agli studenti diversi laboratori: Laboratori di misura su macchine elettriche; Laboratori di automazione, tecnologia e CAD attrezzati con computer, PLC e pannelli; Laboratori di impianti elettrici sia civile che industriali; Laboratori di macchine utensili e lavorazioni meccaniche; Laboratori di tecnologia, progettazione e CAD meccanica ed aeronautica; Laboratori con galleria del vento e dell’acqua (con turbine e macchinari sperimentali); Hangar con simulatore di volo, motori e turbine aeronautiche; Laboratori di sistemi elettrici automatici attrezzati con computer e banchi di prova; Laboratori di informatica con computer; Laboratori di elettronica e misure elettroniche; Laboratori di chimica, fisica e biologia Laboratori di disegno tecnico; Un laboratorio di cinema per il corso di teatro offerto dal POF; Un laboratorio musicale in costruzione per il progetto musicale d’istituto; La biblioteca studentesca con oltre 8000 volumi, manuali e riviste; il laboratorio per lo studio sull’idrogeno. Il nuovo laboratorio è stato realizzato nell’intenzione di rendere l’istituto partecipe di esperienze e ricerche nell’ambito dell’uso dell’idrogeno come fonte pulita di energia elettrica e termica. L’aspetto delle fonti energetiche rinnovabili è una realtà importante anche per le due facoltà universitarie e per le aziende alessandrine, quindi la collaborazione tra queste e l’istituto Volta è in aumento progressivo. . -5- Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Capitolo 1 Presentazione del progetto: Il Villaggio Fotovoltaico in Alessandria -6- Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Inaugurato nell’ottobre 2005, il villaggio fotovoltaico di Alessandria situato nel quartiere Cristo nella zona Casermette II, è un progetto fortemente voluto dall’amministrazione comunale, dall’Assessorato all’Urbanistica e all’Edilizia Residenziale e dalla Regione Piemonte. E’ inserito in un programma di monitoraggio e resocontazione scientifica finanziato dagli enti sopraccitati, al fine di sostenerne i costi sperimentali. Il progetto del “villaggio” di Alessandria si inserisce nell’obiettivo del recupero e della riqualificazione ambientale, con particolare attenzione ai criteri di bio-edilizia. Il concepimento e la realizzazione del progetto nasco da una collaborazione interistituzionale, la quale coinvolge tutte le realtà pubbliche e private del territorio nella sperimentazione e nello sviluppo di nuove iniziative. L’iniziativa risulta integrata in un complesso programma urbanistico, edilizio, ambientale e riproducibile in altri contesti con risorse ordinarie. La finalità è quella di monitorare i risultati costruttivi ottenuti al fine di pervenire alla definizione di una normativa applicabile nel prossimo futuro. L'efficacia del progetto, oltre agli effetti positivi sull'ambiente, sta infatti anche nel coinvolgere circa 800 utilizzatori residenti oltre a fruitori dei servizi pubblici, stimolando l'aggiornamento tecnico di progettisti, imprese, operatori del settore in genere. Il programma integrato relativo all’area “Casermette II” , rappresenta un intervento che fin dal 1999, con l’8° programma di edilizia agevolata è stato interessato da contributi regionali, che ne hanno sostenuto la realizzazione e hanno consentito ai cittadini di acquistare abitazioni, oltre a beneficiare di prezzi convenzionati (e quindi controllati dall’Ente Pubblico) assistiti da contributi a fondo perduto. Grazie all’accordo con il protocollo ITACA (che rappresenta il primo strumento completo di indirizzi omogenei approvati dalle Regioni, in sede di “Conferenza dei Presidenti”, in materia di bio-edilizia) si potrà utilizzare l'esperienza del "Villaggio" di Alessandria e la relativa resocontazione scientifica per la definizione della qualità degli edifici bio-ecocompatibili e nelle scelte per il risparmio energetico. La necessità di coordinare lo studio e la realizzazione dei Programmi complessi - che la normativa in materia di Edilizia Residenziale ha previsto soprattutto con gli anni ’90 - ha richiesto, agli operatori tradizionali del settore, uno sforzo innovativo anche nel modo di rapportarsi internamente e nei confronti delle istituzioni locali. Lo strumento individuato è stato quello di un'Associazione di secondo livello tra gli operatori esecutivi presenti in modo -7- Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria significativo sul territorio provinciale, affiancati dalla presenza degli enti istituzionali pubblici e privati territoriali. La Consulta Operatori Edilizia Residenziale della Provincia di Alessandria ente senza scopo di lucro - svolge, pertanto, prevalentemente il ruolo di collegamento e di coordinamento locale per favorire l'attuazione dei programmi tradizionali ed innovativi nel settore dell'Edilizia Residenziale Pubblica per i quali sono richieste pluralità di operatori con funzioni istituzionali diverse ma coincidenti. Essa si è impegnata altresì a rispondere alle nascenti esigenze connesse alle funzioni di consultazione e per fornire pareri necessari nel campo dell'attività specifica, volta per volta richieste dai Comuni della Provincia. Uno scambio di informazioni e dati è stato attivato con "AREA", Parco tecnologico scientifico di Trieste impegnato nel progetto sulla Casa bioecotecnologica. II Villaggio Fotovoltaico rappresenta un'iniziativa: innovativa e non un semplice adempimento normativo; pilota, in quanto integrata in un complesso programma urbanistico, edilizio, ambientale; disseminabile, in quanto riproducibile in altri contesti urbani anche con risorse ordinarie; partecipata, poiché costruita col dialogo, il consenso e la collaborazione attiva di vari soggetti pubblici e privati; efficace, poiché produce effetti positivi sull'ambiente, coinvolgendo circa 800 utilizzatori residenti oltre a fruitori dei servizi pubblici; stimolante, in quanto l'applicazione di una "nuova" tecnologia porta ad una ricaduta generale stimolando una crescita; didattica, poiché crea cultura intesa come aggiornamento tecnico di progettisti, imprese, operatori del settore in genere. Per il combinato di queste caratteristiche, in seguito alla partecipazione al concorso del Ministero dell'Ambiente, il "Villaggio Fotovoltaico" di Alessandria ha ottenuto il 1° Premio per le città sostenibili 2000. Il Comune di Alessandria ha avanzato la propria candidatura proponendo un intervento di Edilizia Residenziale Pubblica nell'ambito del "Programma di Intervento Integrato -8- Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria della Zona 14 - Casermette II" particolarmente originale, sia per ciò che attiene agli aspetti organizzativi di gestione e realizzazione attraverso uno strumento nuovo ed unico quale risulta essere la "Consulta Operatori Edilizia Residenziale" della Provincia di Alessandria (sono presenti operatori pubblici e privati, banche ed enti), sia per ciò che attiene all'innovazione tecnologica quale risulta essere l'applicazione non più solamente sperimentale, ma effettivamente reale del fotovoltaico. L'intervento proposto, denominato "ENERGIE RINNOVABILI IN AMBIENTE URBANO: IL FOTOVOLTAICO AD ALESSANDRIA" ha avuto uno dei sedici riconoscimenti previsti dal concorso ed è stato premiato con il I Premio utilmente destinato per: realizzazione di materiale informativo sul fotovoltaico di concerto con la "Consulta Operatori Edilizia Residenziale della Provincia di Alessandria" anche mediante convegno internazionale; acquisto di auto elettrica; esecuzione di opere varie di prevenzione e/o bonifica ambientale; realizzazione di campagne pubblicitarie sull'ambiente; contributo per favorire la metanizzazione del parco automobilistico privato; -9- Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria studio ambientale e territoriale per il miglioramento dell'impatto viabilistico nella realizzazione degli insediamenti industriali. Operatori esecutivi associati: • A.T.C., Agenzia Territoriale per la Casa della Provincia di Alessandria; • C.I.E.P.A., Consorzio Imprenditori Edili della Provincia di Alessandria; • UNI-C.A.P.I., Cooperativa di abitazione a proprietà indivisa a.r.l.; • CONSORZIO EDILIZIO UNIONE; • A.R.C.Ab. Alessandria,Associazione Regionale CooperativeAbitazione Piemonte. Enti invitati permanenti: • Comune di Alessandria; • Provincia di Alessandria; • Camera di Commercio di Alessandria; • Banca Cassa di Risparmio di Alessandria. - 10 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Il progetto Il progetto prevedeva un complesso armonico con ampi spazi verdi, zone di aggregazione e svago e circa 200 alloggi costruiti attraverso l'utilizzo di materiali e tecniche ecologiche e in particolare con l'impiego di tecnologie fotovoltaiche. Hanno aderito a questa iniziativa oltre all'ATC che ha costruito circa la meta degli alloggi anche la Cooperativa Edilizia Carlo Levi, la Cooperativa Edilizia "Aquila d'Oro", la Cooperativa UNI-CAPI, la Cooperativa Edilizia "27 Luglio", l'Impresa Pistanni Cristoforo, l'Impresa Edilnova S.r.l. e Bocchio. La parte di impiantistica fotovoltaica è stata invece curata interamente da A.N.I.T. Azienda Nuove Iniziative Tecnologiche S.p.A. - 11 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria II progetto è stato realizzato nell’ambito del programma del 2001 "10.000 tetti fotovoltaici" del Ministero dell’Ambiente, il quale ha permesso ad ogni singolo utente di usufruire di un finanziamento fino al 75% del costo complessivo. L’energia L'utilizzo delle moderne tecnologie di captazione di energia solare con trasformazione e produzione di energia elettrica, assume un particolare significato dimostrativo nell'applicazione agli edifici residenziali, oggi assai carente di esperienza nel campo specifico. Il contesto del Villaggio Fotovoltaico, localizzato all'interno di un piano per edilizia residenziale pubblica, consente di sperimentare in modo significativo la sostenibilità del programma destinato ad utenze sociali deboli o di fascia assistita. Il programma fotovoltaico del Villaggio prevede l¹utilizzo dell'energia prodotta negli edifici dell'A.T.C., delle Cooperative Indivise e in quello Comunale per abbattere i costi di funzionamento delle rispettive parti comuni. L'energia generata dagli impianti sugli edifici privati (Imprese e cooperative divise) viene destinata prevalentemente agli usi domestici dei singoli alloggi inseriti nel programma fotovoltaico. - 12 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Il programma europeo “HIP HIP” Il Progetto Integrato "Villaggio Fotovoltaico" partecipa attraverso la Consulta Edilizia al programma Europeo "HIP-HIP": House Integreted PV-Hightech In Pubblic n. NNE5/1999/430. L'obiettivo dell'intervento è stato quello di contribuire, mediante la standardizzazione internazionale e la realizzazione di numerosi impianti, alla riduzione dei costi della tecnologia fotovoltaica in Europa, oggi ancora troppo elevati. Riguardo a: Efficienza energetica: esso si propone l'ottimizzazione del bilancio energetico degli edifici sui quali saranno installati gli impianti fotovoltaici. Tale obiettivo si raggiunge anche utilizzando materiali e tecniche costruttive adeguate e attraverso una responsabilizzazione degli utenti sui consumi energetici. Qualità progettuale: particolare cura è stata dedicata all'ottimizzazione progettuale e disposizione fisica degli edifici rispetto a fattori quali: l'orientamento, l'inclinazione degli impianti, lo studio geo-climatico ed alla fisica ambientale. In questo quadro si inseriscono anche le analisi dei vincoli tecnici del sito, della integrazione architettonica e delle ombre incidenti. Ricadute sociali: è stato assunto l’incarico all'interno di HIP-HIP dal coordinamento del Programma Integrato di partecipazione ai Gruppi di Lavoro orizzontali con gli altri partners europei sui temi: Comportamento degli utenti; - 13 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Disseminazione dei risultati. La tecnologia e prospettive future Un dispositivo fotovoltaico è in grado di trasformare direttamente la luce solare in energia elettrica, sfruttando il cosiddetto effetto fotoelettrico ( vedi allegato a fine capitolo) e senza causare inquinamento acustico o atmosferico. E’ inoltre particolarmente affidabile, necessita di scarsa manutenzione, assicura un grande risparmio energetico ed è in grado di produrre qualsiasi potenza di energia sia in rete che stand-alone. Caratteristica principale degli impianti fotovoltaici e la grande versatilità grazie alla struttura modulare che ne permette l'impiego sia in ambito civile che industriale. Nei Paesi in via di sviluppo questa tecnologia è usata soprattutto in alcune strutture come scuole, ospedali dove l'alimentazione elettrica è di primaria utilità sociale. Il solare fotovoltaico è in veloce espansione in tutti i Paesi occidentali. Molti governi hanno promosso diverse iniziative ed erogato importanti contributi per la diffusione di questa fonte rinnovabile. Anche in Italia il Ministero dell'Ambiente nella primavera del 2001 ha lanciato il programma “10.000 tetti fotovoltaici” proprio nell'ottica di favorire lo sviluppo delle fonti rinnovabili. Vantaggi del fotovoltaico I vantaggi dei dispositivi fotovoltaici sono molteplici: 1. le esigenze di manutenzione ridotte in quanto non ci sono parti meccaniche in movimento; 2. vengono eliminate le perdite di distribuzione dell'energia elettrica perché vengono installati vicino all'utilizzatore finale 3. non produce inquinamento di alcun genere (acustico, atmosferico, ecc.) durante il suo funzionamento; 4. è possibile prevedere la produzione annuale di energia con un piccolo margine di errore, indipendentemente dalla variabilità di richiesta; 5. la potenza dell'impianto può essere modificata in qualsiasi momento senza problemi; - 14 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria 6. la loro integrabilità garantisce la salvaguardia dell’aspetto estetico delle costruzioni. Utilizzi degli impianti fotovoltaici I sistemi fotovoltaici sono facilmente inseribili in edifici e strutture di arredo urbano con un atto livello di integrazione architettonica. Possono essere combinati con i tradizionali materiali da costruzione o addirittura fungere da elementi costruttivi quali ad esempio tegole o mattoni. Soddisfano inoltre i requisiti di ogni buon materiale di rivestimento come la resistenza l'impermeabilità il controllo dei livelli acustici l'isolamento termico la schermatura e la protezione dal fuoco. I sistemi fotovoltaici sono particolarmente adatti - attraverso impianti stand-alone che ne consentono il funzionamento senza collegarsi alla rete - come componente costruttiva multifunzionale di varie tipologie di sistemi, per esempio parchimetri, cabine telefoniche, illuminazione stradale, pannelli informativi, segnali stradali, semafori, pensiline e parcheggi. L'impiego di sistemi fotovoltaici stand-alone permette di garantire un approvigionamento energetico anche ad edifici situati in zone isolate e lontani dalla rete elettrica. L'estrema importanza di diffondere la cultura fotovoltaica e la ferma convinzione che quella delle energie rinnovabili sia una strada da percorrere per la salvaguardia dell' ambiente, ha fatto nascere molteplici programmi a livello nazionale, regionale e comunitario per aiutare, con una politica di incentivi e finanziamenti, i progetti in ambito fotovoltaico. - 15 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria ALLEGATO : L’EFFETTO FOTOELETTRICO L’ IMPORTANZA STORICA DELL’EFFETTO FOTOELETTRICO L’effetto fotoelettrico fu osservato, inconsapevolmente, da Hertz e deve il suo nome a Righi. Valse il Premio Nobel sia a Lenard (1905) perché lo studiò che ad Einstein (1921) perché lo interpretò. Infine, aprì la discussione sull’esistenza o meno dei quanti di luce, introdotti per la prima volta da Plank, per spiegare il comportamento del corpo nero. IMPORTANZA PRATICA DELL’EFFETTO FOTOELETTRICO La tecnologia di uso quotidiano utilizza largamente l’effetto fotoelettrico, di cui siamo “inconsapevoli” spettatori ogni volta che prendiamo l’ascensore ed osserviamo il funzionamento a scorrimento delle sue porte. Un raggio luminoso, infatti, attraversa lo specchio della porta aperta; lo stesso raggio luminoso colpisce una cellula fotoelettrica per produrre elettroni che attivano il - 16 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria circuito elettrico di chiusura della porta. Il raggio luminoso viene interrotto dal nostro passaggio; in questo modo si interrompe la corrente elettrica, così da impedire che la porta si richiuda. LE PRIME OSSERVAZIONI SULL’EFFETTO FOTOELETTRICO Nel 1887 Heirich Hertz dimostra sperimentalmente sia l’esistenza delle onde elettromagnetiche, sia che la loro velocità è uguale a quella della luce (c ≈ 3,0*108 m/s), conferendo, così, validità alla teoria elettromagnetica di Maxwell. Alcuni degli stessi esperimenti, però, mettono in luce un nuovo e misterioso fenomeno, che metterà in crisi proprio la teoria elettromagnetica della luce aprendo la strada alla fisica quantistica. Infatti Hertz osserva che determinati metalli si scaricano se sottoposti ai raggi X. L’anno successivo, Augusto Righi osserva, invece, che sottoponendo a radiazione ultravioletta due elettrodi nasce un arco voltaico; battezza tale fenomeno effetto fotoelettrico. Quattro anni dopo la scoperta dell’elettrone, avvenuta nel 1895 ad opera di Thomson, il fisico tedesco Philip Lenard ipotizza che le particelle emesse dai metalli colpiti dalla luce sono proprio gli elettroni. Quando inizia ad eseguire esperimenti su questo fenomeno, scopre che le condizioni di emissione degli elettroni da parte dei metalli variano da metallo a metallo. La sorpresa maggiore consiste nel fatto che l’intensità luminosa può aumentare senza, però, produrre aumento nell’energia con cui gli elettroni sono emessi. Anzi, si scopre che per ogni metallo esiste una particolare frequenza caratteristica; se la radiazione incidente è di frequenza inferiore non si osserva nessuna emissione elettronica. La soglia “fotoelettrica” di zinco e magnesio è nell’UV, quella del sodio nella zona del visibile. DEFINIZIONE DELL’EFFETTO FOTOELETTRICO I risultati sperimentali portano all’individuazione degli elementi caratterizzanti il fenomeno fotoelettrico, che si possono così riassumere: 1) gli atomi emettono elettroni solo e solo se la frequenza della radiazione incidente è superiore al valore della soglia fotoelettrica - 17 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria 2) l’energia cinetica degli elettroni emessi dipende dalla frequenza della radiazione elettromagnetica incidente e non dalla sua intensità 3) il numero di elettroni che fuoriescono in un secondo dipende dall’intensità della radiazione elettromagnetica incidente LA LEGGE DELL’EFFETTO FOTOELETTRICO L’effetto fotoelettrico è regolato dalla relazione di Einstein. Essa lega l’energia cinetica Ecin dell’elettrone fotoemesso alla frequenza f della radiazione incidente: Ecin = hf – hf0 dove Ecin = ½ mv2max e hf0 = Lavoro di estrazione Il secondo membro deve essere, comunque, maggiore di zero; sviluppando la disequazione si ottiene che f è maggiore d f0, che rappresenta la frequenza minima che la radiazione deve possedere per estrarre l’elettrone dal metallo; f0 è la soglia fotoelettrica caratteristica di ogni metallo. Einstein formula questa relazione nel 1905 per pura intuizione. Essa si rivela il tentativo riuscito di porre in relazione l’effetto fotoelettrico con i risultati di Planck riguardo l’irraggiamento del corpo nero e la teoria dei quanti di luce. Einstein utilizza il concetto di quanto di luce ipotizzandolo come capace di comunicare la sua energia E = hf all’atomo del metallo; se l’energia comunicata è superiore al lavoro di estrazione, l’energia in eccesso si ritrova come energia cinetica dell’elettrone emesso. EINSTEIN INTERPRETA LA NATURA DELLA LUCE Gli esperimenti condotti sull’emissione di elettroni da un metallo per effetto fotoelettrico hanno messo in luce, fin dall’inizio, dei fenomeni non spiegabili con la teoria ondulatoria della luce; la luce blu, ad esempio, rende gli elettroni più veloci che non la luce gialla, mentre la luce rossa può non causare fotoemissione. - 18 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Come scritto sopra, Einstein trova la risposta applicando la teoria dei quanti formulata da Plank nel 1900, che aveva suscitato ben poco interesse nel mondo scientifico perché troppo rivoluzionaria, ma abbracciata senza preconcetti dal fisico svizzero. Secondo la teoria quantistica il raggio luminoso non è formato da onde che si propagano, ma da “proiettili di luce”, successivamente denominati fotoni. Un raggio di luce monocromatico, cioè formato da una sola frequenza, è costituito da fotoni identici che trasportano un’energia proporzionale alla frequenza (E = hf, h = costante di proporzionalità di Planck). Se si aumenta l’intensità del fascio, allora si aumenta il numero di fotoni; i fotoni, però, mantengono inalterata la propria energia. L’effetto fotoelettrico viene spiegato in modo semplice: 1. ogni elettrone viene espulso in seguito all’urto con un fotone singolo 2. il fotone comunica all’elettrone una ben determinata energia 3. l’aumento dell’intensità luminosa causa un aumento del numero di fotoni e quindi di urti, ma il fotone comunica sempre la stessa energia. Per la semplice interpretazione dell’effetto fotoelettrico Einstein ottenne il premio Nobel nel 1921.1 È da qui che si fa strada l’idea della doppia natura della luce. Questa ipotesi non deve stupire. Infatti anche l’uomo si comporta da figlio, marito, padre, uomo d’affari a seconda delle circostanze e dell’ambiente: non si comporta da marito con un cliente, eppure nessuno si stupisce di ciò. Quindi la luce manifesta proprietà corpuscolari o ondulatorie a seconda della situazione in cui si trova. Bohr sosteneva che gli esperimenti volti a provare la natura ondulatoria della luce non potevano mettere in evidenza la sua natura corpuscolare e viceversa, giungendo a formulare il principio di complementarietà. - 19 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria CAPITOLO 2 IL PROCESSO FOTOVOLTAICO. FONDAMENTI Sin dalle più antiche civiltà, l'energia solare è stata impiegata (agricoltura, riscaldamento, etc.) per il suo contenuto calorico, sfruttando soltanto una frazione dello spettro elettromagnetico della radiazione solare: quella relativa alle onde lunghe (infrarosso). Con l'approfondimento delle conoscenze sulla fisica della materia, si è compreso che la proprietà di certe sostanze di condurre elettricità deriva dal fatto di poter rendere liberi gli elettroni dei legami atomici, a spese di energia elettromagnetica di determinata lunghezza d'onda, cioè ad opera di fotoni di determinata energia. Su questo principio si basa il processo di conversione fotovoltaica, che oggi si attua mediante le celle solari. Da un punto di vista estetico, la conversione fotovoltaica - il processo mediante il quale la luce viene convertita silenziosamente e direttamente in elettricità - è assai elegante e sotto il profilo della applicazione pratica è molto promettente. Un richiamo delle cognizioni di fisica coinvolte aiuterà a comprendere il meccanismo di questo processo. LA LUCE. L'effetto fotovoltaico, consiste nel manifestarsi di un potenziale elettrico conseguente all’ assorbimento di luce da parte di una sostanza, ed è stato descritto per la prima volta - nel 1839 da E. Bequerel. Questi osservò che, quando due elettrodi identici vengono immersi in un elettrolito, tra di essi si stabilisce una differenza di potenziale se uno viene illuminato e l'altro tenuto al buio. Prima di descrivere tale effetto, è opportuno rammentare un problema che per lungo tempo ha interessato la fisica: quello della natura della luce. Vi sono fenomeni (per es. la diffrazione) che sembrano indicare una natura ondulatoria della luce ed altri che sembrano indicarne una natura corpuscolare (per es. proprio l'effetto fotovoltaico). Nel primo caso, la luce consisterebbe in una perturbazione elettromagnetica periodica propagantesi, con una velocità c = 300.000 km/s, in un misterioso ipotetico mezzo chiamato « etere ». Tale perturbazione è caratterizzata, oltre che dalla velocità di propagazione c, dal periodo T del fenomeno, ovvero dalla frequenza = 1/T e dalla lunghezza d'onda , cioè dallo spazio , in cui la perturbazione si è propagata in un periodo T . Fra le grandezze suddette vale la c = . - 20 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Al variare di varia il colore della luce. Considerando uno spettro della radiazione elettromagnetica più ampio di quello della luce, si passa, al decrescere di , dalle onde radio (km-mm) alle onde infrarosse (0,1-0,7 micrometri), visibili (0,7-0,4 micrometri), ultraviolette, raggi X (10 8 - 10-11 m), raggi (10-11- 10-13 m), raggi cosmici (10-13-10-15 m). A miglior comprensione, la fig. 4.1 presenta il quadro delle frequenze e delle lunghezze d'onda. Vi sono tuttavia esperienze in cui, come si è detto, la radiazione sembra avere una natura corpuscolare, come se fosse cioè costituita da particelle materiali che si muovono con velocità molto grande (della luce) e che quindi sarebbero dotate di una massa e di una quantità di moto. La fisica moderna ha risolto il problema, dimostrando che la radiazione elettromagnetica ha una natura duale, manifestandosi talvolta (in certe esperienze) con il suo aspetto ondulatorio, altre volte con il suo aspetto corpuscolare, cioè come se fosse costituita da particelle. Più in generale, ad ogni corpuscolo in moto va sempre associata un'onda, ma solamente in alcuni casi è possibile eseguire esperienze che mettano in evidenza ora l'aspetto corpuscolare ora quello ondulatorio. La particella associata alla natura corpuscolare di un’ onda elettromagnetica è il fotone. Il concetto di fotone fu introdotto - sotto il nome di quantum di luce - da Einstein nel 1905, appunto per spiegare le leggi dell'effetto fotoelettrico. Fig. 4.1 - frequenza e lunghezza d’onda della radiazione elettromagnetica RADIAZIONE SOLARE SULLA SUPERFICIE TERRESTRE. - 21 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria L'energia in continuità generata dal Sole, la cui superficie ha -a temperatura di circa 6.000 °C, si manifesta sotto forma di flusso continuo di fotoni, di varia energia, che partono dalla superficie de1 Sole e in circa otto minuti e mezzo raggiungono la Terra (infatti, a distanza tra il Sole e la Terra è di circa 150 milioni di km, la velocità dei fotoni è 300.000 km/s e perciò i fotoni impiegano otto minuti e mezzo per coprire la distanza). Ogni fotone che raggiunge Terra ha tutta l'energia che possedeva in partenza dal Sole. Lo spettro della radiazione solare, in vicinanza della Terra, ma di sopra dell'atmosfera, è illustrato in fig. 4.2. Il totale dell'energia in arrivo dal Sole, cioè la costante solare è pari a: 1,92 cal /cm2 min 1,35 kW/m2 - 22 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Fig. 4.2 - Lo spettro solare al di sopra della atmosfera e sul suolo terrestre Sul suolo terrestre, a livello del mare, l'energia solare disponibile è minore , a causa dell'assorbimento che la radiazione solare subisce nell'attraversamento di quella al di sopra dell’atmosfera. In fig.4.2, l'area compresa tra la curva punteggiata e la curva a tratto continuo rappresenta la porzione di radiazione assorbita dall'atmosfera terrestre. - 23 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria La radiazione solare che arriva sul suolo terrestre si compone di radiazione diretta e di radiazione diffusa. Con cielo sereno, le quantità relative di radiazione diretta e diffusa variano durante il giorno con l'angolo della posizione del Sole rispetto all'orizzonte. La proporzione tra radiazione diretta e diffusa dipende anche dal vapor acqueo, anidride carbonica (CO2) e polveri presenti nell'atmosfera. La radiazione diretta è dieci volte maggiore di quella diffusa, quando il Sole è sulla verticale del luogo, ma la radiazione diffusa eguaglia quella diretta quando il Sole è vicino all'orizzonte. Nelle giornate nuvolose la radiazione diffusa supera in intensità la radiazione diretta in ogni ora del giorno. Vapor d'acqua, polvere, etc. hanno anche notevole effetto sulla distribuzione spettrale della radiazione solare. Questa, nello spazio oltre l'atmosfera, è ben definita; viceversa, sul suolo terrestre è molto sensibile alle condizioni atmosferiche. La componente infrarossa di lunghezze d'onda maggiori di 0,8 micrometri risulta fortemente influenzata dal vapor d'acqua e dal CO2. Oltre che dalle condizioni atmosferiche, l'intensità dell'irraggiamento solare disponibile sulla Terra e la distribuzione spettrale dipendono dalla massa d'aria attraversata dalla radiazione. In condizioni atmosferiche favorevoli, la massima intensità di radiazione incidente a mezzogiorno su di una superficie orizzontale, a livello del mare è pari ad 1 chilowatt per metro quadrato. Alla altitudine di 1000 m tale valore sale a circa 1,05 kW/m2 e sulle montagne più alte è leggermente superiore a 1,1 kW/m2. Questi valori sono da confrontare con il valore della costante solare, cioè l'intensità di irraggiamento oltre l'atmosfera terrestre che, come sopradetto, è di circa 1,35 kW/m'. Quest' ultimo valore è denominato « AMO » (che sta per Air Mass 0), mentre il massimo valore sul suolo terrestre a livello del mare viene detto « AMI », che sta per Air Mass l. Vale a dire che con « Air Mass » si indica la lunghezza del percorso della radiazione nell'atmosfera, considerando unitario il percorso verticale fino al livello del mare. Perciò, in condizioni AMI, in una giornata serena, a mezzogiorno, se tutta la radiazione solare che arriva su di una superficie orizzontale di 1 m2 fosse convertibile in elettricità, si otterrebbe energia elettrica sufficiente - per esempio - per accendere 10 lampadine elettriche da 100 W cadauna: è una energia notevole. Sfortunatamente, non è fisicamente possibile convertire in elettricità neppure la metà dell'energia solare in arrivo, ma in ogni caso l'energia elettrica ricavabile dal processo fotovoltaico è economicamente attraente. LE BANDE DI ENERGIA Quasi tutti i materiali hanno struttura cristallina, cioè i loro atomi sono posizionati secondo un reticolo periodico in un solido cristallino. A titolo di esempio, la fig. 4.5 rappresenta il reticolo cristallino del rame che ha una struttura cubica a facce centrate (f.c.c.) - 24 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Fig. 4.5 - Reticolo cristallino del rame Nei cristalli, ciascun livello di energia appartiene ad una fascia di livelli di energia che prende il nome di banda di energia. Se l'elettrone può assumere qualsiasi valore di energia interno alla banda, allora la banda viene denominata permessa. L'insieme dei livelli di energia compresi tra due bande permesse si chiama invece banda proibita o, anche, gap di energia, ( Eg ) . Ogni cristallo ha quindi una serie di bande permesse e di bande proibite. La più alta banda di energia occupata da elettroni viene denominata banda di valenza. La banda permessa immediatamente superiore (che alla temperatura di zero gradi assoluti è vuota), prende il nome di banda di conduzione. Quest'ultima può essere separata dalla banda di valenza da un intervallo di energia proibita (gap) il cui valore va da qualche decimo di eV a qualche eV. - 25 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria In fig. 4.6 a sinistra è rappresentata la distribuzione non continua dei valori di energia che gli elettroni possono assumere in un atomo isolato: ad ogni valore di energia corrisponde una delle possibili orbite degli elettroni attorno al nucleo, cioè gli elettroni possono assumere soltanto valori di energia compresi nelle bande permesse, indicate ombreggiate nella figura. Fig. 4.6 – Bande di energia in un atomo isolato Per chiarire meglio il concetto di banda, supponiamo gli atomi abbastanza lontani l'uno dall'altro da non interagire; l’energia degli elettroni è allora quella degli atomi liberi e i livelli permessi, corrispondenti alle energie che un elettrone può effettivamente assumere, sono separati da zone di energia proibite. Parecchi elettroni occupano contemporaneamente lo stesso livello nei vari atomi, cioè hanno la stessa energia. Immaginiamo ora di avvicinare gli atomi: al diminuire della distanza. gli elettroni degli strati più esterni interagiscono e ciò provoca una alterazione della loro energia; i livelli singoli si « allargano », dando luogo a un intervallo di possibili livelli energetici:si è così formata una banda di energia. In queste condizioni, gli elettroni di valenza non restano legati a un singolo atomo, ma possono trasferirsi da un atomo all'altro, tanto più facilmente quanto maggiore è la larghezza della banda. - 26 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria GENERAZIONE DELLE COPPIE ELETTRONE-BUCA. Quando un fotone interagisce con un elettrone di un atomo, l'elettrone può assorbire parte dell'energia luminosa, ed accedere ad un livello energetico superiore. Nei materiali a struttura cristallina questi livelli di energia possono assumere soltanto certi valori discreti. Il concetto è illustrato in fig. 4.7, nella quale l'elettrone è rappresentato da una pallina che, ricevendo energia dall'esterno, risale il gradino di una scalinata, da A a B, guadagnando così energia potenziale. La pallina può ricadere in A, ma non può rimanere intrappolata in un punto qualsiasi tra A e B. Se riusciamo a raccogliere palline sul gradino B e a farle ritornare sul gradino A lungo un altro percorso, saremo in grado di ricuperare - sotto forma di lavoro utile - l'energia potenziale immagazzinata in B. Fig.4.7 – Trasferimento elettronico in un semiconduttore cristallino Con analogo meccanismo, attivato in un materiale adatto, si genera una differenza di potenziale che può essere utilizzata per far fluire gli elettroni lungo un circuito esterno. Per far passare un elettrone dalla banda di valenza a quella di conduzione, occorre fornirgli una energia almeno uguale a quella dell'Energy gap (Eg). Quando un elettrone assorbe, o per via termica o per via luminosa, una quantità di energia uguale o maggiore di Eg, si trasferisce da una banda all'altra, producendo una coppia elettrone-buca, come indicato in fig. 4.8 nella quale in A è - 27 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria illustrato lo spostamento di un elettrone dalla banda di valenza a quella di conduzione, mentre in B è indicato il processo di ricombinazione, cioè il ritorno dell'elettrone nella sua posizione primitiva. Fig.4.8 – Generazione di una coppia elettrone-buca (A) e ricombinazione, cioè ritorno dell’elettrone nella sua collocazione primitiva(B). Dal punto di vista della conducibilità elettrica interessano le due bande permesse associate agli elettroni più esterni, dette rispettivamente di conduzione e di valenza, separate dall'Energy -gap del materiale. I materiali definiti isolanti presentano valori elevati di Eg (per es. la silice, SiO 2,, ha un Eg pari a 8 elettronvolt) e perciò è difficile far passare un elettrone dalla banda di valenza a quella di conduzione. I materiali definiti semiconduttori sono caratterizzati da valori minori di Eg (per es. il silicio, Si, ha un Eg pari a 1,1 elettronvolt), per cui è relativamente facile spostare gli elettroni da una banda all'altra, anche soltanto per effetto termico. - 28 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria La luce incidente su un semiconduttore può provocare trasferimenti di elettroni da una banda all'altra. L'intensità del fenomeno dipende dall'energia della luce E, ovvero dalla sua lunghezza d'onda ), essendo queste due grandezze legate dalla: E=h = c/ nelle quali h è la costante di Plank, c e rappresentano rispettivamente la velocità e la frequenza della radiazione luminosa. Se h è minore di Eg, la luce non ha sufficiente energia per provocare il trasferimento di elettroni da una banda all'altra, per cui non viene assorbita ed il materiale risulta trasparente a quella particolare lunghezza d'onda. Quando, invece, h v è uguale o maggiore di Eg, la luce viene assorbita entro una certa distanza dalla superficie, generando coppie elettrone-buca. La profondità dell'assorbimento dipende dalla lunghezza d'onda della luce ed è, generalmente, di alcuni micrometri. I SEMICONDUTTORI. Come detto in precedenza, se lo strato più esterno di un atomo contiene soltanto 1 o 2 elettroni, questi sono trattenuti in quello strato da forze deboli e perciò si spostano facilmente da un atomo all'altro. Gli elementi naturali composti di atomi di questo tipo sono metallici e conducono facilmente l'elettricità, la quale non è altro che un flusso continuo di questi elettroni esterni che si muovono per effetto delle forze su di essi esercitate da un campo elettrico. (Un reoforo - cioè un conduttore metallico filiforme - può essere paragonato ad un tubo pieno di acqua: se nuovi elettroni vengono forzati ad entrare in una delle estremità del filo, gli elettroni già presenti nel filo stesso tendono a sfuggire dalla estremità opposta. Un generatore elettrico è semplicemente un dispositivo che fornisce la « spinta » agli elettroni già presenti nel filo; ciò che esso provoca è un flusso di elettroni, cioè una corrente elettrica, ma non crea nuovi elettroni). Per contro, se lo strato più esterno di un atomo contiene 6 o 7 elettroni, il materiale non è metallico, bensì isolante, perché i suoi elettroni sono trattenuti saldamente. Fra questi due estremi esistono elementi naturali i cui atomi hanno 3, 4, 5 elettroni nello strato esterno: questi elettroni possono essere resi liberi, ma a condizione che ad essi venga trasferita energia addizionale, dall'esterno. Poiché i materiali di questo tipo presentano conduttività elettrica minore, essi vengono detti semiconduttori. - 29 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria La proprietà dei semiconduttori di condurre elettricità, deriva dal fatto di poter rendere liberi gli elettroni dei loro legami atomici, a spese di energia elettromagnetica di determinata lunghezza d'onda. Il semiconduttore attualmente più usato per la conversione fotovoltaica è il silicio, il cui atomo conta 14 elettroni, dei quali i 4 nello strato esterno sono elettroni di valenza. Si dice perciò che il silicio ha valenza 4: ciò significa che dei 14 elettroni esistenti in ogni suo atomo, 4 sono disponibili per interagire con atomi di elementi differenti, così formando composti chimici, oppure con altri atomi di silicio, dando luogo, in questo caso, ad una struttura cristallina cubica. Quando un atomo di silicio è colpito da un fotone dotato di energia uguale o maggiore dell'Energy gap Eg, il fotone viene prontamente assorbito e l'energia ceduta all’atomo eccita, cioè attiva, uno dei 4 elettroni esterni e lo libera. Questo fenomeno si verifica con maggiore risalto quando gli atomi di silicio sono distribuiti nel modello regolare e riproducibile che è caratteristico dello stato cristallino. L'elettrone così liberato, scatterà attraverso il reticolo cristallino, lasciando vacante la posizione che in precedenza occupava e così creando una buca (lacuna). Come conseguenza di questo processo, l'elettrone che prima era di valenza è diventato di conduzione. Ne consegue che, nei semiconduttori, la conducibilità elettrica dipende, oltre che dagli elettroni liberi, anche dalle buche. In un semiconduttore puro il numero di elettroni liberi è uguale al numero delle buche. Perciò se con n si indica la concentrazione degli elettroni e con p quella delle buche, in ogni istante è: n = p. Questa concentrazione è detta intrinseca e si indica con n i . I semiconduttori nei quali si verifica la condizione n = p sono detti intrinseci. CELLE FOTOVOLTAICHE DI SILICIO. Idealmente, il processo fotovoltaico si può attivare con tutti i materiali semiconduttori; in pratica i semiconduttori più usati sono quelli a più alta efficienza, cioè quelli che realizzano il valore più alto del prodotto I V (cioè corrente X tensione) quando sono illuminati con luce visibile. Infatti, la maggior quantità di energia trasmessa dai raggi solari sta nella parte visibile dello spettro solare. Il semiconduttore oggi più usato per fabbricare celle solari è il sìlicio. Con il silicio, tutti i fotoni dotati di energia superiore a 1,08 elettronvolt (Eg) (corrispondente alla lunghezza d'onda di 1,15 micrometri, nell'infrarosso) sono assorbiti e liberano un elettrone dall'atomo che hanno colpito. - 30 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Dall'esame dello spettro solare sembrerebbe che quasi tutta l'energia luminosa solare possa essere convertita in elettricità; sfortunatamente non è così, poiché un fotone può liberare soltanto un elettrone. Inoltre, di ogni fotone che possiede più energia di quella richiesta per liberare un elettrone, la porzione di energia in eccesso viene convertita nel silicio in calore anziché in elettricità. Il risultato netto è che le celle solari al silicio possono convertire in elettricità non più del 23% della energia totale della radiazione luminosa. In pratica nelle celle solari si presentano altri inconvenienti che limitano ulteriormente la quantità di elettricità che può essere prodotta: di essi si dirà dopo aver descritto il funzionamento delle fotocelle. IL DROGAGGIO DEL SILICIO INTRINSECO. L'effetto fotoelettrico è illustrato in fig.4.9 nella quale gli atomi di un cristallo di silicio (in fig. 4.9 i cerchi grandi) sono allineati in una struttura cubica di cui la fig. rappresenta una sezione. Ogni atomo ha 4 elettroni esterni (in fig. i puntini neri) che l'atomo stesso condivide con un atomo adiacente, per costituire una struttura cristallina perfetta. Nella fig.4.9 è rappresentato un fotone che colpisce un elettrone e lo « libera »: al posto dell'elettrone rimane la buca , lacuna. Quando un raggio di luce investe un reticolo cristallino di silicio, milioni di elettroni vengono liberati in tal modo e simultaneamente si produce un egual numero di buche. Ogni elettrone che nel suo moto casuale raggiunge una buca, la può occupare, producendo in tale processo una piccola quantità di calore. Non appena la luce cessa di illuminare il cristallo, tutti gli - 31 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria elettroni in precedenza spostati vengono riassorbiti nelle rispettive buche: Fig. 4.9 – Effetto della luce solare su un cristallo di silicio il cristallo ritorna nelle sue condizioni iniziali, subendo un piccolo aumento di temperatura. Poiché, in questo processo, gli atomi non cambiano posizione, il cristallo rimane inalterato come dimensione, forma ed apparenza. Il normale comportamento del cristallo di silicio, può essere modificato: introducendo nel cristallo pochi atomi di una differente sostanza, che modifica l’assetto elettronico interno nel cristallo. Due elementi tipicamente usati per questo scopo sono: il boro, B, che ha 3 elettroni nello strato esterno ed il fosforo, P, che ne ha 5. La quantità addittiva di tali « impurità » deliberatamente introdotte è piccolissima: dell'ordine di una parte su un milione. Questa pratica viene denominata drogaggio e le sostanze addittive usate, droganti. Quando ad un cristallo di silicio si aggiunge un atomo di boro, si produce nel reticolo cristallino una mancanza (vacanza) di elettrone. Perciò un cristallo di silicio drogato con boro necessita di elettroni per completare il reticolo e quindi tende ad assorbirli. Viceversa, il silicio drogato con atomi di fosforo, ciascuno dei quali ha 5 elettroni nello strato esterno, avrà un eccesso di elettroni nel suo reticolo. Il silicio che si ottiene attraverso questa operazione di drogaggio viene detto drogato ovvero estrinseco. LA GIUNZIONE Si può fabbricare una fotocella mettendo un sottile strato di silicio drogato con fosforo, a contatto intimo con uno strato di silicio drogato con boro. Quando la luce illumina la cella, i fotoni in arrivo vengono assorbiti e liberano degli elettroni. Gli elettroni in eccesso si accumulano nel silicio drogato con fosforo, che viene detto silicio n, perché gli elettroni hanno carica negativa. Se una estremità di un reoforo (cioè di un filo metallico) viene messa a contatto con la faccia anteriore, fotosensibile, della cella e l'altra estremità viene messa a contatto con la faccia opposta della cella, gli elettroni abbandonano la faccia anteriore, fluiscono lungo il reoforo e raggiungono la faccia - 32 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria posteriore, dove vengono assorbiti dalla suddetta faccia di silicio drogato con boro, che viene detta silicio P, cioè positivo. Il processo suddetto è descritto nella fig. 4.10 che illustra il funzionamento di una cella solare fatta di silicio monocristallino: la luce solare incidente sul silicio libera elettroni che si concentrano nello strato di silicio n. Di qui gli elettroni fluiscono attraverso i contatti elettrici, lungo il reoforo esterno e completano il circuito ritornando verso lo strato di silicio p. Gli elettroni che fluiscono lungo il circuito elettrico esterno costituiscono una corrente elettrica utilizzabile. Rimane da spiegare come mai gli elettroni liberati dai fotoni fluiscano lungo il circuito esterno, di utilizzazione, anziché essere riassorbiti nelle buche che essi stessi hanno lasciato nel cristallo. Fig.4.10 - Schema di funzionamento di una cela solare Quando la cella viene fabbricata, in corrispondenza dell’interfaccia i due strati di silicio p e n, si verifica un fenomeno particolare: istantaneamente alcuni degli elettroni in eccesso nello strato n si diffondono per un breve tratto, attraverso l'interfaccia, nello strato p sottostante. Questi elettroni sono attirati dalle buche colà esistenti, che essi tendono ad occupare. La parziale rnigrazione di elettroni cessa allorché il campo elettrico creato dal doppio strato di carica (positiva nella zona n, negativa nella zona p ) raggiunge una intensità sufficiente a bloccare il passaggio di elettroni. Di conseguenza, lungo la zona di contatto tra i due strati di silicio n e p - zona di giunzione - si forma uno strato sottilissimo di carica elettrica statica, detta carica spaziale o, anche, zona di svuotamento, perché è priva sia di elettroni nello strato n sia di buche nello strato p dato che tutti gli elettroni sono stati assorbiti dalle buche. - 33 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Il fenomeno è illustrato in fig. 4.11 nella quale i cerchi grandi rappresentano atomi di silicio e i punti neri, gli elettroni. L'atomo neutro di fosforo, P, originariamente ha 5 elettroni; l'atomo neutro di boro, B, ne ha soltanto 3 e la mancanza di un elettrone per completare i legami del Si equivale alla presenza di una buca nel reticolo cristallino. Di conseguenza l'elettrone in eccesso dell'atomo di fosforo si sposta immediatamente per andare a riempire la buca. Perciò l'atomo dì fosforo rimane con una carica netta positiva e l'atomo di boro cattura la carica negativa dell'elettrone aggiunto. Questo processo si svolge spontaneamente, senza intervento di luce, cioè di fotoni. Fig. 4.11 – Formazione della barriera di cella o carica spaziale Lo scambio sopradescritto interseca una regione estremamente sottile nella quale sono a contatto i due strati, dello stesso materiale semiconduttore, drogati in modo opposto. ( omogiunzione ) Simile comportamento, si può stabilire anche tra due materiali semiconduttori differenti, oppure tra un semiconduttore ed un metallo; in questo caso la giunzione viene detta eterogiunzione. La presenza del doppio strato di carica origina la barriera di cella: quando si fabbrica una cella, la barriera si stabilisce istantaneamente e dura per tutta la vita della cella. Tale barriera è sottilissima: - 34 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria dell'ordine di un centomillesimo di mm. Ogni cella solare deve avere tale barriera, senza la quale non potrebbe funzionare come generatrice di elettricità. Dato che la barriera rappresenta una resistenza al passaggio di elettroni, soltanto elettroni ad alta energia (cioè dotati di grande velocità) possono penetrare in essa. Di conseguenza, la barriera funziona come un filtro che si lascia attraversare soltanto dagli elettroni ad alta energia ed arresta gli elettroni a bassa energia. UNA ANALOGIA. Per descrivere il comportamento degli elettroni in presenza della barriera, si può ricorrere ad una analogia . Una fotocella può essere paragonata a due tavole sulle quali stanno numerose palline (fig. 4.12). Queste due tavole sono congiunte l'una con l'altra mediante un piccolo dosso che le palline possono superare soltanto se hanno sufficiente velocità. La tavola A (a sinistra) viene fatta vibrare moderatamente nel piano orizzontale, cosicché le palline entrano in movimento e occasionalmente qualche pallina riesce a superare il rilievo e a trasferirsi sulla tavola B. Quest'ultima, viceversa, viene fatta vibrare energicamente cosicché molte palline avranno l'energia sufficiente per superare il dosso e raggiungere la tavola A. Di conseguenza, poiché aumenta il numero delle palline che raggiungono la tavola A e diminuisce il numero di quelle sulla tavola B, il numero di palline che attraversano mediamente il rilievo sarà il medesimo in entrambe le direzioni e si stabilirà una condizione di equilibrio. Se però le due tavole possono intercomunicare attraverso un tubo esterno, la pressione delle palline in A farà sì che qualche pallina sia spinta tubo e a raggiungere la tavola B. - 35 - a percorrere il Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Fig.4.12 – Una analogia In una cella solare (fig. 4.13 ), la giunzione p-n è l'equivalente del rilievo tra le tavole A e B: gli elettroni si comportano come le palline. Il reticolo cristallino del silicio p, che corrisponde alla tavola B di fig. 4.12, ha un eccesso di buche provocate dal drogaggio con boro e queste buche tendono ad assorbire elettroni. Il risultato finale è che vi sono pochi elettroni liberi nel silicio p, ma quelli che sono liberi si muovono con velocità elevata (accelerati dal campo attraverso la zona di svuotamento ), cioè hanno grande energia. Fig. 4.13 – Come funziona una cela solare - 36 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria L'opposto avviene nel silicio n, che corrisponde alla tavola A di fig. 4.12. Qui non vi sono abbastanza buche e vi sono troppi elettroni, cosicché l'elettrone medio ha meno energia - perché si muove più lentamente - di quelli nel silicio p. In entrambi gli strati di silicio gli elettroni si muovono a caso e per caso alcuni arrivano alla barriera. Quelli a maggior energia, dal silicio p, attraverso la barriera arrivano al silicio n, mentre gli elettroni a bassa energia nello strato n sono impediti di ritornarvi dalla direzione del campo elettrico contrario al loro passaggio. Come conseguenza di questo comportamento, fra i due strati si produce una differenza di potenziale (cioè una « pressione » di elettroni). Se un reoforo connette esternamente i due strati p ed n, gli elettroni in eccesso fluiranno prontamente lungo il reoforo stesso. Poiché gli elettroni migrano preferibilmente verso lo strato n, le buche nel reticolo cristallino sembrano « muoversi » nella direzione opposta. Gli elettroni che ritornano lungo il reoforo esterno finiscono per essere catturati dalle buche alla base dello strato p, le quali originariamente erano nate come conseguenza degli elettroni liberati. Gli elettroni si muovono così rapidamente che non appena la luce cessa, quasi istantaneamente gli elettroni liberi ritornano ad occupare le buche ed il processo subito si arresta. In condizione di illuminazione, i fotoni che arrivano mantengono attivo il processo creando continuamente nuove coppie elettrone-buca. Non ha importanza su quale lato della giunzione le nuove coppie vengono create; importa soltanto che esse vengano create in vicinanza della giunzione. Se un fotone viene assorbito nello strato n, l'elettrone che così si libera si aggiunge semplicemente agli altri elettroni già presenti su quel lato, il che è desiderabile; infine la buca migra attraverso la giunzione e gli elettroni che sopravvengono la riempiono. Se un fotone viene assorbito nello strato p, il processo si svolge nello stesso modo. Usualmente lo strato n viene fabbricato di spessore tale che la giunzione venga a trovarsi alla profondità ottimale per assorbire i fotoni. Per il silicio, tale dimensione è di circa 0,5 micrometri. Lo spessore totale della cella non deve superare gli 0,25 millimetri. Teoricamente è possibile fabbricare celle solari molto sottili e perciò di minor costo, specialmente nel caso di produzione di massa. Per descrivere il funzionamento della fotocella, si ricorre ad un diagramma del tipo di fig. 4.14, nella quale la cella è immaginata nella posizione delle due tavole A e B di fig. 4.12, con il silicio n - 37 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria sulla sinistra e la giunzione, o barriera, nel mezzo. La dimensione verticale del diagramma per rappresentare l'energia relativa degli elettroni liberi e di quelli legati in ciascuna regione della cella. Gli elettroni liberi, o di conduzione, rappresentati dalla linea superiore, si trasferiscono dalla regione di maggior energia media, nel silicio tipo p a destra, attraverso la barriera, nella regione di minor energia media nel silicio n, sulla sinistra. Simultaneamente, le buche migrano in direzione opposta. Fig. 4.14 – Moto degli elettroni attraverso la barriera Nel processo fotovoltaico gli elettroni si comportano come particelle di materia più di quanto in realtà essi non siano. Nel cristallo essi si diffondono attraverso la barriera di potenziale, altrettanto come le molecole di un gas si diffondono attraverso uno strato poroso. La teoria elettronica impiega il concetto degli elettroni e delle buche per descrivere ciò che avviene in una fotocella, poiché le vacanze nel reticolo cristallino sono luoghi di cariche positive che, nel - 38 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria conteggio, debbono eguagliare esattamente il numero di cariche negative portate dagli elettroni in moto. Ma, in termini di moto di particelle di materia, soltanto gli elettroni sono coinvolti. La sola funzione dei fotoni è quella di assicurare il continuo rifornimento di elettroni, rimuovendo elettroni dallo strato più esterno intorno al nucleo e portandoli nella banda di conduzione. La fotocella compie il resto del lavoro. In effetti, i fotoni esplicano una azione di pompaggio e l'energia che essi forniscono viene convertita in elettroni in movimento, cioè in una corrente elettrica, suscettibile di tutti gli impieghi usuali della corrente elettrica. PROPRIETÀ DELLE FOTOCELLE La intensità di corrente (misurabile in Ampère) prodotta da una cella fotovoltaica è proporzionale alla quantità di luce incidente sulla cella (cioè al numero di fotoni che penetrano nella cella stessa). Pertanto la corrente aumenta con l'area della cella e con l'intensità della luce. Viceversa la tensione dipende dal materiale semiconduttore impiegato. Tutte le celle al silicio originano circa 0,5 Volt indipendentemente dalla superficie della cella. Connettendo in serie le celle, si ottiene il voltaggio desiderato. Perciò le celle solari generano energia elettrica senza consumare materiali e senza produrne. Per questo motivo, i pannelli solari fotovoltaici possono essere delle unità sigillate, che - in linea di principio - sono durevoli come i materiali di cui sono fatti. Sotto questo importante aspetto, i dispositivi fotovoltaici sono molto differenti dalle batterie elettriche tradizionali. In queste ultime, il materiale subisce mutamenti di composizione chimica, durante i quali gli atomi, sotto forma di ioni, migrano da un elettrodo all'altro. Per es. nelle classiche batterie al piombo, quest'ultimo si scioglie nell'acido quando si eroga elettricità e ritorna al suo posto originario quando la cella viene ricaricata. La conseguenza e che, con il tempo, anche le migliori batterie si logorano. Al contrario, nelle fotocelle gli atomi non cambiano posizione; soltanto gli elettroni si muovono tra di essi. Il materiale non cambia forma né aspetto, più di quanto non subisca mutamenti un reoforo di rame che conduca elettricità per anni. E’ perciò possibile fabbricare celle solari che funzionino per 20 o 30 anni, con piccolissima degradazione di rendimento. L'energia fornita dalla luce è semplicemente convertita in energia elettrica utilizzabile esternamente. - 39 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria I CONTATTI ELETTRICI DELLA CELLA. Le cariche elettriche che i fotoni liberano nell'interno della cella debbono essere opportunamente raccolte da contatti metallici, idealmente disposti come in fig. 4.10 e in realtà realizzati nella forma schematicamente illustrata in fig. 4.15. Fig.4.15 – Griglia di contatto elettrico Sulla faccia posteriore della cella viene depositato uno strato di qualche micrometro di spessore di materiale conduttore (per es. alluminio). Il contatto ohmico frontale (ossia della parte anteriore della cella, cioè quella destinata ad essere illuminata) viene generalmente ottenuto con la tecnica della fotolitografia. Questo contatto, a differenza di quello sul lato posteriore, non può ovviamente essere costituito da uno strato continuo, ma deve avere una struttura a griglia. Per rendere minima l'energia persa per oscuramento da parte della griglia sulla faccia frontale della cella, il rapporto tra superficie della griglia (uguale alla superficie oscurata) e superficie non oscurata deve essere il più basso possibile. D'altra parte però bisogna tener presente che più piccolo è il suddetto rapporto, più grande è l'energia persa per effetto Joule all'interno della griglia. Bisogna perciò disegnare una particolare configurazione della griglia che ottimizzi l'efficienza della cella. - 40 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Fig. 4.16 rappresenta la sezione trasversale di una tipica fotocella di silicio. PRESTAZIONI DELLE CELLE SOLARI DI SILICIO. Volendo riassumere le considerazioni esposte nei paragrafi precedenti, si può dire che, per generare elettricità utilizzabile, una fotocella deve soddisfare tre requisiti: - assorbire una grande frazione di luce solare e produrre un gran numero di particelle elettricamente cariche - elettroni e buche - all'interno della cella stessa; - possedere un campo elettrico interno che costringa i portatori di cariche elettriche a separarsi, impedendo in tal modo la loro ricombinazione; - i portatori di carica cosi separati debbono poter migrare attraverso la fotocella, raggiungendo i contatti ed il circuito esterno, senza ricombinarsi né essere intrappolati da difetti nel materiale della cella. Perciò, per poter utilizzare gli elettroni e le buche come sorgenti di energia elettrica, occorre evitare la loro ricombinazione prima che essi abbiano raggiunto il circuito esterno. Si ottiene questo risultato sfruttando le proprietà del silicio p e del silicio n, che sono contrastanti. Il silicio ha valenza 4; il silicio drogato diviene semiconduttore di tipo p o di tipo n a seconda che siano state introdotte microquantità di un elemento pentavalente (fosforo, arsenico) oppure di un elemento trivalente (alluminio, boro, gallio, indio). Si definisce rendimento quantico il rapporto tra il numero di coppie elettrone-buca generate ed il numero di fotoni assorbiti. - 41 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Si definisce rendimento di conversione di una cella solare il rapporto tra la potenza elettrica sviluppata in certe condizioni di illuminamento (di solito AM1) e la potenza della radiazione incidente. Il rendimento di conversione dipende dal materiale di cella. 1 parametri importanti che condizionano il rendimento di un semiconduttore sono i valori e la natura della banda proibita e la densità di difetti nel materiale, spesso espressa in termini di lunghezza di diffusione, cioè della distanza media che un elettrone eccitato o una buca percorrono prima di essere intrappolati. La tecnologia odierna produce celle al silicio cristallino che presentano rendimenti compresi tra il 10 e il 15%. Il rendimento teorico massimo è pari al 23%; tecniche sperimentali di laboratorio hanno prodotto celle con rendimenti sino al 18%. In pratica, nelle celle di silicio si presentano inconvenienti vari che limitano la quantità di energia elettrica che può essere generata: - anzitutto, una parte della luce solare non penetra nella cella perché viene riflessa dalla superficie della cella stessa; questa perdita può essere ridotta mediante trattamento antiriflettente della superficie anteriore della cella; - in secondo luogo, la griglia metallica disposta sulla superficie anteriore della cella, allo scopo di raccogliere l'elettricità prodotta, intercetta una piccola parte della radiazione in arrivo; - in terzo luogo, in relazione al grado di purezza del silicio e al grado di perfezione del suo reticolo cristallino, si verificano perdite interne di energia; - infine, in un collettore, o pannello fotovoltaico, non tutta la superficie esposta al sole è occupata dalle celle, in quanto rimane inutilizzato il piccolo spazio tra una cella e quelle contigue. Anche se questa perdita viene minimizzata costruendo celle rettangolari anziché rotonde, rimane pur sempre una superficie inutilizzata. Va anche osservato che, per la luce visibile monocromatica, per es. gialla o verde, il rendimento teorico massimo di una cella solare -1 silicio è pari al 45-50%. Tuttavia i rendimenti ottenibili con a luce solare sono minori perché lo spettro della luce solare si estende dall'ultravioletto, attraverso il visibile, sino all'infrarosso, me illustrato in fig. 4.17; mentre le celle solari al silicio sono insensibili alla luce al di là del visibile e alla porzione infrarossa dello spettro. - 42 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Fig. 4.17- Campo di sensibilità delle celle di silicio, confrontato con lo spettro solare oltre l’atmosfera e sul suolo terrestre Questa caratteristica è evidenziata in fig. 4.18, che indica la curva di risposta spettrale di una tipica cella solare al silicio. Inoltre, sebbene l'intensità della luce solare sul suolo terrestre sia minore di quella nello spazio ultra atmosferico, la differente composizione spettrale al livello del mare ha l'effetto di concentrare una quantità maggiore dell'energia in arrivo nella parte dello spettro alla quale le celle solari sono sensibili. Si è riscontrato sperimentalmente che il rendimento delle celle di silicio al suolo è - di regola - il 20% maggiore di quello al di là dell'atmosfera. Il rendimento massimo di conversione delle celle solari al silicio, in condizioni di massima illuminazione con luce solare può perciò essere, al suolo, pari al 23 %. - 43 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Fig. 4.18 – Curva di risposta spettrale di una tipica cella solare di silicio La potenza ottenibile da una cella solare diminuisce al crescere della temperatura, come è indicato dalla fig. 4.19. In celle tipiche la perdita di rendimento ammonta a 0,35 - 0,45% per grado centigrado di aumento della temperatura. Ciò significa che a 20°C una cella al silicio produce circa il 20% in più di potenza che non a 70°C. La fig. 4.19 indica anche che tale perdita è dovuta ad una diminuzione della tensione a circuito aperto; è tipico delle celle solari il fatto che la corrente sia poco influenzata dalla temperatura. - 44 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Fig. 4.19 – Potenza, tensione a circuito aperto e corrente di corto circuito di una cella al Si di 4 cm 2 in funzione della temperatura T della cella - 45 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria LA CURVA CARATTERISTICA DELLE CELLE SOLARI. Per effetto della barriera di potenziale di cella - essenziale per ottenere l'effetto fotovoltaico - la cella solare al buio ha le caratteristiche di un diodo (fig. 4.20). La relazione tra la tensione V, ai capi del diodo, e la corrente I che lo attraversa viene detta caratteristica ed è riportata in fig. 4.21 per una cella quadrata al silicio, di 2 2 cm di lato. L'area tratteggiata rappresenta la potenza dissipata nel carico, quando il punto di lavoro è quello indicato in figura. Fig.4.20 – Simbolo grafico della cella solare equivalente ad un diodo, al buio a) e in condizioni di illuminazione b) Come si può vedere dalla fig. 4.2 1, sotto illuminazione la curva al buio (a) conserva la stessa configurazione ma si sposta lungo l'asse dei valori negativi della corrente in funzione della intensità della luce. Curva caratteristica tensione V [mV] corrente I[mA] di una tipica cella solare di Si 2 2 cm2 al buio (a) e in condizioni di illuminazione AM0 (b) Fig. 4. 21 - 46 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria La caratteristica I,V della cella solare può essere interpretata nel modo seguente. Internamente alla barriera di potenziale di cella esistono un campo elettrico ed una differenza di potenziale interamente dovuti alla differenza di drogaggio delle due facce del cristallo. Al buio questo campo interno si oppone al passaggio di una corrente elettrica. Se si applica una tensione esterna in direzione opposta, il campo si rinforza e di conseguenza si rinforza la barriera che si oppone al flusso di elettroni, cosicché la corrente non può aumentare con la tensione. Se si applica una tensione concorde, il campo si rinforza, la tensione interna viene progressivamente bilanciata dalla tensione esterna che agisce in direzione opposta. Perciò la corrente aumenta sino a che la tensione interna viene completamente superata. A questo punto la corrente non è più limitata dalla barriera. Quando il diodo viene illuminato, si liberano degli elettroni e questi sono stimolati dal campo interno che li sollecita nella sua propria direzione. Come risultato si genera una fotocorrente che fluisce in direzione opposta a quella della corrente al buio. Anche se non si applica una tensione esterna, questa fotocorrente continua a fluire ed è misurabile come corrente di corto circuito. Questa corrente dipende linearmente dalla intensità della luce, poiché con l'aumentare della illuminazione aumenta il numero degli elettroni esposti alla forza del campo interno. La fotocorrente non è influenzata dalla tensione applicata. La potenza massima ricavabile da una cella solare si ottiene ottimizzando il prodotto IV La cella solare può sviluppare la sua massima potenza applicando una tensione esterna, oppure connettendo la cella alla resistenza di un carico esterno. Per le celle al silicio funzionanti a temperatura ambiente e sotto intensità di illuminazione AMO, tipiche tensioni a circuito aperto sono 550-600 mV e le correnti di cortocircuito sono di circa 30 mA per cm2. - 47 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria CIRCUITO EQUIVALENTE DI UNA CELLA FOTOVOLTAICA. Per comprendere il funzionamento elettrico di una cella fotovoltaica, si faccia riferimento alla figura 5.1. Rs Fig. 5. 1: Circuito equivalente di una cella fotovoltaica. Iph = corrente erogata dalla cella. Ij = corrente del diodo ideale. I = corrente che fluisce in un eventuale carico. essa rappresenta il circuito equivalente della cella. Il generatore ideale dì corrente Iph, riportato in figura 5. 1, rappresenta la corrente fotovoltaica, proporzionale alla superficie S della cella esposta al flusso luminoso e alla irradiazione solare L. Iph = S L [5.1.1] con , coefficiente dipendente dal tipo di cella utilizzata. Il diodo reale D corrisponde all'effetto raddrizzante della giunzione p-n. Come è noto, la corrente diretta Ij attraverso il diodo, se Io è la corrente di saturazione inversa della giunzione ed Uj è la tensione agli estremi della giunzione, vale: Ij = Io ( e(q/kT)Uj-1) [5.1.2] dove: q = carica dell'elettrone (1.6 10-19 C) k = costante di Boltzman (1.38 10-23 J/K), T = temperatura assoluta della giunzione. - 48 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria La resistenza parallelo Rsh corrisponde alla corrente di dispersione superficiale tra piastra e griglia (attraverso la giunzione ). Rs è la resistenza dovuta ai contatti, allo strato superficiale ed al corpo semiconduttore della cella. Se U è la tensione tra i morsetti del carico e 1 è la corrente da esso assorbita, il circuito equivalente di figura 5.1 fornisce: I = Iph - Ij – Uj/Rsh U= Uj - RsI [5.1.3] [5.1.4] utilizzando le formule precedenti risulta: U =I/( q Iph (1 Rs / Rsh ) I U / Rsh 1 - Rs I ) ln kT Io [5.1.5] La [5.1.5] rappresenta la relazione tensione-corrente caratteristica della cella fotovoltaica che, è identificata, quindi, dai parametri indipendenti: Iph, Io, q, k, T, Rs e Rsh. Nelle applicazioni, essendo Rsh»Rs, si ottiene: Iph I 1 Rs I U = I / (q/kT) ln Io [5.1.6] che da la tensione U come funzione esplicita di I. A circuito aperto, cioè per I=0, la [5.1.6] fornisce la tensione a vuoto Uoc: Iph 1 U0C =I / (q/kT) ln Io [5.1.7] - 49 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria D'altra parte, sostituendo la [5.1.2] nella [5.1.3] e trascurando la corrente Ish=Uj/Rsh, si ottiene la relazione corrente-tensione: I = Iph - Io [e (q/kT)(U+RsI) - 1 ] [5.1.8] che, analogamente alla [5.1.5] non è di forma esplicita. In cortocircuito, cioè per U=0, la [5.1.8] fornisce la corrente di cortocircuito Isc: Isc = Iph -Io[e (q/kT)- 1 ] [5.1.9] per Rs = 0, dalla [5. 1. 1 ] risulta : Isc = Iph = SL [5.1.10] Ossia la corrente di corto circuito è direttamente proporzionale alla superficie S della cella e all'irradiazione solare L. Se nella [5.1.3] e [5.1.4] si trascurano i termini Uj/Rsh e Rs Is si ottiene il grafico della caratteristica I=f(U) del generatore fotovoltaico, come differenza tra la caratteristica del generatore ideale di corrente Iph e la caratteristica reale del diodo D (vedi figura 5.2a). - 50 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Fig. 5.2 – Deduzionedella caratteristica elettrica di una cella fotovoltaica. La presenza dei termini Ish e Rs I determina: Uno spostamento dei punti di intersezione della caratteristica con gli assi I=0 e U=0, come riportato in figura 5.2b e 5.2c, che individuano rispettivamente la tensione Udc e la corrente di corto circuito Isc. Un aumento dell'inclinazione della parte orizzontale e della parte verticale della caratteristica dipendente rispettivamente da Uj/Rsh e Rs I come mostrato in figura 5.2d. La figura 5.3 riporta, per una data irradiazione e temperatura la caratteristica della cella fotovoltaica funzionante da generatore. Le coordinate dei punti che la costituiscono forniscono la potenza elettrica erogabile; le coordinate (Um ,Im) del vertice Pm che individua il rettangolo di area massima sottesa, forniscono la potenza massima erogabile dal generatore. Fig.5.3 – Caratteristica di una cella fotovoltaica e coordinate Um ; Im di massima potenza estraibile - 51 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Il rapporto: Kf = Um Im Uos Isc [5.1.11] definisce il fattore di forma "fill factor" che rappresenta globalmente l’influenza di Rs e Rsh sulla caratteristica. La figura 5.4 riporta l'andamento della caratteristica completa della cella solare estesa ai quadranti Il e IV; in essi la cella funziona come utilizzatore rispettivamente a tensione inversa (U<0, I>0) e a corrente inversa (U>0, I<0). Tali modi di funzionamento sono accettabili solo se i punti di lavoro cadono dentro l'iperbole di potenza massima dissipabile Pdm della cella. Inoltre dalla caratteristica completa di figura 5.4, risulta che se la cella è sottoposta ad una tensione inversa maggiore della tensione di rottura Ub, la cella risulta irrimediabilmente danneggiata. Fig.5.4 – Caratteristica completa di una cella fotovoltaica - 52 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria L'uso del circuito equivalente di una cella fotovoltaica ora esaminato non è agevole. Infatti contiene un elemento reale, il diodo D, mentre i circuiti equivalenti di macchine e componenti elettrici sono costituiti da soli elementi ideali. Perciò è descritto dalle relazioni [5.1.5] e [5.1.8] non esplicite, che rendono difficile la determinazione dei punti di lavoro della cella solare nel funzionamento da generatore e da utilizzatore. L'uso dei circuito equivalente di una cella fotovoltaica ora esaminato non è agevole. Infatti contiene un elemento reale, il díodo D, mentre i circuiti equivalenti di macchine e componenti elettrici sono costituiti da soli elementi ideali. Perciò è descritto dalle relazioni [5.1.5] e [5.1.8] non esplicite, che rendono difficile la determinazione dei punti di lavoro della cella solare nel funzionamento da generatore e da utilizzatore. ATIPICITÀ DEI GENERATORI FOTOVOLTAICI. INFLUENZA DELLA IRRADIAZIONE E DELLA TEMPERATURA. I generatori fotovoltaici, impiegati attualmente nella applicazioni terrestri, sono costruiti con moduli di celle solari al silicio. In questa giunzione p-n, con irradiazione e carico ottimali, si genera una tensione di 0,4 0,5 V, indipendente dalla superficie illuminata. Invece, come si vede dalla [5.1.10], il valore della corrente erogata dipende proporzionalmente dalla superficie stessa, ad esempio celle con diametro di 100 mm forniscono una corrente di circa 2,1 A (densità di corrente J di 0,2 0,3 mA/mm2). Tali celle al silicio presentano un fattore di forma Kf 0,8 e una tensione inversa di rottura Ub di qualche decina di volt. Le potenze dei carichi correntemente utilizzati richiedono tensioni e correnti superiori a quelle fornite dalle singole celle, perciò si impiegano moduli fotovoltaici costituiti da più celle connesse in serie (talvolta anche in parallelo) racchiuse ermeticamente in pannelli piani anteriormente trasparenti alla luce. Con questa tecnica oltre a proteggere le celle dai danni ambientali (polvere, umidità, ecc.) si riesce a mantenere l'equilibrio termico su temperature accettabili di 40 60 °C. - 53 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Oggi, per un migliore utilizzo della superficie, quadrata o rettangolare dei moduli, anche le celle si costruiscono di forma quadrata. Un modulo fotovoltaico presenta una caratteristica I=f(U) simile a quella delle celle componenti, salvo un cambiamento di scala sull'asse delle tensioni per le celle in serie e sull'asse delle correnti per le celle in parallelo. La figura 5.5 riporta la caratteristica di un modulo in uso, sottoposto ad una irradiazione L=1000 W/m2 , alla temperatura T=28 °C. Se il generatore (o modulo) è chiuso su un carico, il punto di lavoro, individuato dall'intersezione della I=f(U) con la caratteristica del carico, può essere un punto qualsiasi della curva I=f(U) i cui estremi, nel funzionamento da generatore, sono rispettivamente la corrente di cortocircuito Isc (per U=0) e la tensione a vuoto (per I=0). Fig. 5.5: Caratteristica dì un modulo fotovoltaico formato da 40 celle al silicio policristallino connesse in serie Il funzionamento del generatore per i punti di lavoro sul tratto (Isc, P) e sul tratto (P, Uoc) si può approssimare rispettivamente a quello di un generatore reale di corrente e di un generatore reale di tensione. Per un dato valore di irradiazione e temperatura, l'area racchiusa sotto la caratteristica I=f(U) rappresenta la potenza massima utilizzabile dal carico. - 54 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Perciò la migliore utilizzazione del generatore si ottiene quando il punto di lavoro cade nel punto P della caratteristica, vertice del rettangolo di area massima sottesa. Ad esempio se il generatore è chiuso su un carico resistivo, come in figura 5.5, questo deve presentare una resistenza ottimale Ro definita dalla pendenza I/Ro della retta di carico passante per P. Nel punto P della caratteristica sì realizza la condizione generale richiesta per il trasferimento della potenza massima da un generatore ad un carico, cioè la pendenza della I=f(U) è uguale alla pendenza della retta di carico OP, ossia: dI 1 dU Ro [5.2.1] Pertanto, per sfruttare vantaggiosamente un generatore fotovoltaico , che lavora a potenza d'ingresso imposta, è necessario adattare il carico al generatore, mentre questa condizione è inaccettabile nei generatori tradizionali di potenza prevalente. A temperatura costante ed al diminuire dell'irradiazione L, la corrente di corto circuito Isc, per la [5.1.10], diminuisce proporzionalmente mentre la tensione a vuoto Uoc, per la [5.1.7] e la [5.1.1], diminuisce con legge logaritmica (per limitate variazioni di L la Uoc è sensibilmente costante), (vedi figura 5.6). - 55 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Fig. 5.6 – Caratteristica di un modulo fotovoltaico in funzione dell’irradiazione Pertanto, il luogo dei punti di massima potenza Pm fornibile dal generatore, si situa su una linea praticamente verticale. Se il carico adattato, ad una irradiazione L, si mantiene costante, ad esempio al valore Ro, quando l'irradiazione diventa 0.2 L, il punto di lavoro si sposta da A in B e la corrispondente potenza assorbita Pb risulta minore della potenza Pe che il generatore potrebbe fornire con 0,2 L. Dalla figura 5.6 risulta che per utilizzare la potenza Pc il carico deve presentare una resistenza Ro'>RO; è evidente quindi che il collegamento diretto generatore fotovoltaico - carico resistivo costante non è vantaggioso. Un carico utilizza in modo ottimale la potenza elettrica erogabile dal generatore fotovoltaico quanto più la sua caratteristica riesce a sovrapporsi alla linea luogo della potenza massima Pm. Ciò richiede che il carico sia sede di un processo fisico che, nelle varie condizioni di lavoro, presenti ai suoi estremi una tensione praticamente costante e una resistenza dinamica dU/dI minima. Queste condizioni, soddisfatte dagli accumulatori elettrici che solitamente non sono un carico, ma elementi intermedi di immagazzinamento, possono verificarsi anche nell'alimentazione di motori a corrente continua per la presenza della f.c.e.m. o nell'alimentazione di processi elettrolitici causa la f.e.m. di polarizzazione. L'andamento della caratteristica I = f(U) dipende anche dalla temperatura T . Un aumento di temperatura provoca: • un aumento della corrente fotovoltaica Iph e quindi anche della corrente di corto circuito Isc (o della densità di corrente Isc) essenzialmente perla diminuzione della larghezza della banda interdetta del materiale; • un aumento della corrente nel diodo Ij cui corrisponde una diminuzione della tensione a vuoto Uoc, come riportato in figura 5.7 L'entità di queste variazioni sono tali da provocare una diminuzione globale di potenza massima generabile. Valori tipici sono: (dJsc/dT) = 0,01 mA/cm2/°C (dUoc/dT) = -2,2 mV/°C/cella (dPm/dT) = -0,5 %/°C - 56 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Fig.5.7 – Caratteristiche di un modulo fotovoltaico in funzione della temperatura Pertanto, per estrarre la potenza massima da un generatore fotovoltaico è necessario che l'adattamento dei carico segua adeguatamente le variazioni dell'irradiazione e della temperatura. Ciò si può ottenere con specifici adattatori di carico, interfacciati tra generatore e utilizzatore, di struttura più o meno complessa, secondo che si voglia privilegiare il rendimento o la semplicità. CONFIGURAZIONE DEI GENERATORI FOTOVOLTAICI. La potenza dei moduli disponibili sul mercato varia da qualche watt a qualche decina di watt di picco. - 57 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Per ottenere potenze superiori è quindi necessario collegare più moduli in serie ed in parallelo (campo fotovoltaico). Tali collegamenti, per diversità intrinseca delle caratteristiche, per effetto di ombratura o "shading effect”, possono portare ad una riduzione della potenza erogata e alla formazione di "hot spots"; per cui è necessario impiegare adatte protezioni: diodi, collegamenti equipotenziali, ecc. Ad esempio, se N celle uguali sono connesse in serie tra loro e una di esse, perché parzialmente in ombra, presenta una caratteristica diversa da quella delle altre (espresse singolarmente dalla curva a) di figura 5.8, la caratteristica risultante rappresentata dalla curva b a tratto continuo è formata dalla somma delle N curve a . La tensione (N-l)U delle N-1 celle non oscurate è rappresentata dalla curva a tratti con la tensione della cella in ombra circa uguale a zero. Fig.5.8 – Caratteristica risultante della connessione di N celle in serie, di cui una ombrata Per un piccolo grado di ombratura è corrispondentemente piccola la diminuzione della potenza elettrica erogabile dalle N celle in serie. Tuttavia, per un valore di resistenza di carico inferiore a quello corrispondente al punto P, la cella in ombra viene a funzionare da carico con tensione inversa. Il pericolo maggiore si verifica in condizione di corto circuito agli estremi delle N celle in serie, perché agli estremi della cella in ombra agisce la sommatoria delle tensioni delle celle non oscurate (N-I)U, punto P' di figura 5.8. - 58 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Pertanto la cella parzialmente ombrata può essere costretta a dissipare una potenza maggiore di quella massima dissipabile con la formazione di "hot spots" che, dopo un tempo dipendente dalla entità del sovraccarico e dal modo di raffreddamento, possono provocare irrimediabili guasti alla cella. Se la tensione (N-l)U supera la tensione di rottura Ub, si ha poi la istantanea distruzione della cella. Invece, con un grado maggiore di ombratura della cella, ad esempio curva a') di figura 5.8, corrisponde la caratteristica risultante b'); si ottiene una maggiore riduzione della potenza elettrica erogabile e un minor pericolo di formazione di "hot spots" (punto P" invece di P'). Un diodo Dp connesso in antiparallelo alla cella in ombra, evita che la cella funzioni da utilizzatore con tensione inversa; vedi figura 5.9a), dove le singole celle sono state rappresentate con generatori di corrente. Evidentemente una tale tecnica di protezione per ogni singola cella è improponibile; potrebbe essere pensabile se fosse possibile costruire ogni singola cella con una parte a drogaggio complementare, in modo da costituire un diodo in antiparallelo. Considerazioni analoghe mostrano che, se tra N celle connesse in parallelo, una presenta una caratteristica diversa da quella delle altre, la condizione più pericolosa si ha a circuito aperto. La connessione di diodi in serie Ds (vedi figura 5.9b), dove è rappresentato il parallelo di più rami di celle in serie), può costituire una protezione efficace. Fig. 5.9 – Schemi di collegamento dei diodi di protezione: - 59 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria a) collegamento in serie b ) collegamento in parallelo Un generatore fotovoltaico è costituito da una matrice di moduli in serie e parallelo, per cui i diodi di protezione vengono connessi secondo schemi opportunamente scelti, ad esempio quello riportato in figura 5.10 in cui i moduli sono rappresentati da rettangoli. Fig. 5.10 – Diodi di protezione in una matrice di moduli fotovoltaici . La determinazione della configurazione della matrice più idonea per ottenere la protezione ottimale, pone problemi non banali ancora in fase di studio. - 60 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria COLLEGAMENTI DELLE CELLE NEL MODULO FOTOVOLTAICO. La potenza fornita da una singola cella fotovoltaica è dell'ordine di poche centinaia di mW. Per ottenere una potenza elettrica sufficiente alle esigenze desiderate e con la tensione prescritta, è necessario connettere le celle in serie e/o parallelo ottenendo quelli che sono detti moduli fotovoltaici. COLLEGAMENTO IN SERIE. Il valore di corrente che attraversa una serie di n celle è lo stesso di quella singola . La tensione ai capi del collegamento serie risulta essere uguale alla somma delle tensioni ai capì delle n singole celle. La caratteristica delle celle in serie si ottiene analiticamente, sommando le caratteristiche delle singole celle: U(I) = n [5.2.2] Ui( I ) i 1 Può essere ottenuta anche graficamente. sommando i valori di tensione di tutte le celle; la corrente di corto circuito della serie. di celle risulta prossima a quella della cella con valore più basso. - 61 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Fig.5.11 – Collegamento in serie di celle Perciò solo nel caso in cui tutte le celle sono identiche tra loro la potenza totale risulta uguale a n volte la potenza della singola cella; infatti, la potenza della serie e pari a circa n volte il valore di potenza della cella con potenza minima. Graficamente, la caratteristica può essere costruita sommando per ogni valore di corrente, i valori di tensione di tutte le celle, come riportato nella seguente figura; la corrente erogata si osserva essere la minima tra quella delle celle connesse in serie. ( Celle che non hanno mai una caratteristica perfettamente identica, pur se provenienti dallo stesso processo di fabbricazione ). - 62 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Fig 5.12 – caratteristica risultante delle celle in serie COLLEGAMENTO IN PARALLELO. La tensione ai capi di ogni cella è la stessa, mentre la corrente totale in uscita risulta essere la somma delle correnti prodotte dalle n singole celle. La caratteristica delle celle in parallelo si ottiene analiticamente sommando le caratteristiche delle singole celle: I(U) = n i 1 i [5.2.3] I (U ) Fig. 5.13 – collegamento in serie di celle - 63 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Graficamente, la caratteristica può essere costruita sommando i valori di corrente di tutte le celle. La corrente di corto circuito del parallelo di celle risulta uguale alla somma delle singole correnti di corto circuito, mentre la tensione a circuito aperto ha un valore prossimo a quello della cella con valore più basso Fig. 5.14 – Caratteristica di celle in parallelo con singola cella oscurata COLLEGAMENTO DI CELLE FOTOVOLTAICHE CON DIODI. Per utilizzare al meglio le celle fotovoltaiche e garantire la loro protezione contro danni che potrebbero risultare irreversibili, si utilizzano dei diodi collegati in due modi differenti. DIODO IN SERIE. Il diodo viene inserito in serie alla cella in modo tale che la corrente generata dalla cella per effetto fotovoltaico risulti anche la corrente diretta del diodo stesso. Esso prende il nome di diodo di - 64 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria blocco, in quanto blocca la corrente con verso opposto a quella generata, che causerebbe un funzionamento della cella non più come generatore ma come carico Ciò comporterebbe sia un calo delle prestazioni del modulo da un possibile danneggiamento della cella. Fig .5. 15 – Collegamento e caratteristica di una cella con un diodo in serie La caratteristica della serie può essere ottenuta dalla somma delle loro singole caratteristiche ( Caratteristica della cella più caratteristica di conduzione inversa del diodo ). Il problema di questo collegamento risulta essere la caduta di tensione sul diodo di blocco con conseguente riduzione della potenza utile. Il dimensionamento del diodo di blocco deve tener conto della tensione inversa che agisce ai suoi capi, prodotta dall'intera serie di celle a cui è collegato La sua tensione di rottura (tensione dì breakdown) deve essere maggiore. della tensione inversa a cui può venire sottoposto. DIODO IN ANTIPARALLELO Il diodo può essere inserito in parallelo alla cella per consentire il passaggio della corrente proveniente dall'esterno nel caso in cui la cella sia contropolarizzata Tale diodo viene detto "diodo di by-pass", perché permette il passaggio di una corrente che nel caso di contropolarizzazione verrebbe bloccata dalla cella. La caratteristica della configurazione cella-diodo in parallelo può essere ottenuta analiticamente sommando le singole caratteristiche. - 65 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Figura5.16 - Collegamento e caratteristica di un cella con un diodo in antiparallelo Le prestazioni del modulo non variano in modo significativo con questo tipo di collegamento. Naturalmente il diodo di by-pass deve essere dimensionato per la corrente diretta dall'intero gruppo di celle in cui e inserito. OSCURAMENTO PARZIALE DEL MODULO. Può verificarsi una situazione in cui l'irradiazione solare incidente sulle singole celle non risulta uniforme, per esempio a causa della presenza di nuvole che provocano un'ombreggiatura su parte del modulo oppure per il deposito di uno strato di smog distribuito irregolarmente. Il caso limite è quello in cui una cella viene completamente oscurata e può essere quindi assimilata ad un diodo normale - 66 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Fig. 5.17 – caratteristica di una cella illuminata e di una non illuminata Nel caso di collegamento in serie delle celle, la caratteristica totale presenta una corrente di corto circuito dell’ordine di quella della cella oscurata. . Fig. 5.18 – caso di oscuramento parziale con collegamento di celle in serie Figura 5.19 - Caratteristica di celle in serie con singola cella oscurata - 67 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Tale situazione determina il funzionamento con una corrente che per la cella oscurata è una corrente inversa; infatti, si stabilisce ai suoi capi una tensione inversa pari circa alla somma delle tensioni a vuoto delle altre n-1 celle. Si può andare, incontro a due tipi di inconvenienti: - rottura della cella (breakdown cell): - punto caldo (hot spot). Nel caso in cui la tensione inversa supera il valore di tensione di breakdown si ha il danneggiamento irreversibile della cella con la possibilità di corto circuito . Il corto circuito, di per se, non ha gravi conseguenze se non una piccola riduzione della tensione totale della serie di celle. Il vero problema si ha quando, a causa del forte riscaldamento della cella (hot spot), dovuto al funzionamento da carico, i contatti della cella si staccano, interrompendo il funzionamento di tutta la serie. E’ proprio per eliminare tali inconvenienti che viene inserito il diodo di by-pass in parallelo a un gruppo di celle, in modo da creare un percorso alternativo per la corrente ed evitare il degrado della caratteristica totale della serie a causa di una singola cella oscurata. Nel caso di celle collegate in parallelo, l'oscuramento di una cella fa sì che questa si comporti come carico elettrico, con una dissipazione di potenza. Figura 5.20 - Caso di oscuramento parziale con collegamento di celle in parallelo. - 68 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Figura 27 - Caratteristica di celle in parallelo con singola cella oscurata. Nel caso, invece, in cui la cella si trova in corto circuito, anche il sistema complessivo va in corto circuito dissipando tutta l'energia sulla cella guasta, causando il distacco dei contatti per surriscaldamento e aprendo il circuito che torna a funzionare con una cella in meno. E’ sufficiente inserire un diodo di blocco in serie ad ogni cella o serie di celle per evitare tali guasti. Come si può dedurre dalle considerazioni precedenti: il collegamento parallelo risulta migliore del collegamento serie. Tuttavia, con un collegamento in parallelo la tensione di uscita è pari a circa 0.6 Volt, valore inadeguato per le applicazioni che soltanto poche decine di Watt per via delle correnti troppi elevate che avrebbero (decine di Ampère). EFFETTO MISMATCH NEI MODULI FOTOVOLTAICI L'utilizzo dei diodi di by-pass riduce notevolmente il problema dei mismatch nelle serie di celle. Il termine mismatch indica la disomogeneità nelle caratteristiche esterne delle celle fotovoltaiche, le quali, sebbene abbiano subito lo stesso processo di fabbricazione, risultano leggermente differenti tra loro per esempio nelle piste di metallizzazione dei contatti, nella densità dello strato di protezione nelle resistenze dei cavi di collegamento e dei contatti; altre possibili differenze si riscontrano nei coefficienti di scambio termico e, come è già stato detto, nella distribuzione disuniforme della polvere. Tale disomogeneità tra le caratteristiche delle celle crea un effetto per cui la potenza disponibile ai capi di un modulo fotovoltaico non coincide con la somma delle potenze delle singole celle . - 69 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Per contenere questa perdita sarebbe necessario selezionare accuratamente le celle, ma per evitare un aggravio troppo elevato dei costi di realizzazione dei moduli si preferisce accettare una perdita di potenza fino al 5% di quella ottenibile con celle perfettamente uguali. Per il collegamento in parallelo, invece, le celle collegate devono avere un valore di tensione il più vicino possibile. INTRODUZIONE In questo paragrafo verrà preso in considerazione un esperimento che riguarda un modulo fotovoltaico avente le seguenti caratteristiche: 1. Ditta costruttrice Eurosolare società del Gruppo E.N.I 2. Modulo tipo P200 3. N°. seriale A001220 4. Pmax = 20,7 W potenza di picco massima 5. Vp = 16,2 V Tensione di picco 6. Ip = 1,28 A Corrente di picco 7. Isc = 1,50 A Corrente di corto circuito 8. Voc = 20,7 V Tensione a vuoto Esso è normalmente impiegato, come sorgente di alimentazione autonoma, nei sistemi elettronici informativi, presenti alle fermate degli autobus (A.T.M.) della città di Alessandria. Questi sistemi sono stati realizzati per permettere all’utenza di verificare tutte le informazioni relative ai tempi di attesa ed i percorsi dei mezzi pubblici passanti dalla relativa fermata. Uno schema a blocchi, di seguito riportato chiarisce meglio quanto sopra esposto: - 70 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Modulo fotovoltaico Regolatore di Tensione Ponte radio TX/RX Solsum 6.6X Batteria tampone Unità digitale di dialogo con l’utenza con visore a cristalli liquidi in Fig. 7.1 – Schema a blocchi del sistema informativo dell’A.T.M. presente ad ogni fermata dell’autobus DETERMINAZIONE DELLE CARATTERISTICHE ELETTRICHE DEL MODULO FOTOVOLTAICO Per determinare le caratteristiche elettriche del modulo fotovoltaico, occorre trattare lo stesso come se fosse un bipolo elettrico ( con la convenzione di segno dei generatori ) di cui si vogliano determinare le caratteristiche elettriche. A tal fine occorre effettuare una prova volt-amperometrica per determinare le caratteristiche elettriche del bipolo alle diverse condizioni di carico , passando dalle condizioni estreme di circuito aperto alla condizione di corto circuito I Carico variabile Modulo fotovoltaico V Fig. 7.2 – Il modulo fotovoltaico considerato come bipolo generatore - 71 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria ESECUZIONE DELLA MISURAZIONE E’ stata effettuata un’esperienza, utilizzando gli strumenti del laboratorio di Elettrotecnica dell’ Istituto Tecnico Industriale Statale “A. Volta”, al fine di studiare il comportamento del modulo fotovoltaico precedentemente illustrato in condizioni di cielo sereno e di cielo coperto da nuvole. Per tale motivo l’esperienza è stata condotta in due tempi successivi. Con un misuratore di intensità luminosa LUXMETRO, inoltre è stata studiata anche la variazione della differenza di potenziale e della potenza in funzione dell’inclinazione dei raggi solari incidenti partendo dalla condizione di raggi solari perpendicolari (massimo valore letto sul luxmetro), quindi variando di 45° l’inclinazione si è proceduto ad una nuova serie di misurazioni. Il sensore del luxmetro , per determinare la condizione di perpendicolarità, è stato posizionato parallelamente al piano stesso del modulo fotovoltaico. Fig. 7.3 –Esecuzione della misurazione sul pannello fotovoltaico. - 72 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria SCHEMA DI MONTAGGIO Modulo fotovoltaico Vo ltm etr o Reostato Am pe rom etr o Luxometro - 73 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria o SCHEMA ELETTRICO + A Reostato + + Modulo fotovoltaico V - Fig.7.4 – Schema elettrico della prova volt-amperometrica STRUMENTI UTILIZZATI 1. Multimetro digitale inserito come voltmetro precisione 0.5% HT Italia 2. Multimetro digitale inserito come Amperometro precisione 0.5% HT Italia 3. Multimetro digitale inserito come Ohmmetro precisione 0.5% HT Italia 4. Reostato a cursore lineare (500 0 ) I max= 2A Samar costruzioni elettromeccaniche 5. Luxmetro digitale HT Italia 6. Cavetti per il collegamento elettrico e morsetti di connessione - 74 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Particolari del regolatore di tensione e dei due strumenti (amperometro e voltmetro) utilizzati per la rilevazione dei valori. - 75 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Particolari del rilevatore di intesità luminosa (luxmetro) - 76 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria PROCEDIMENTO Dopo aver collegato la strumentazione, come mostrato nei due precedenti schemi (elettrico e di montaggio), si è proceduto con le varie misurazioni. Occorre prima di tutto dire che l’esperienza è stata effettuata in due tempi diversi per poter notare la differenza di funzionamento del modulo fotovoltaico col cambiare della situazione climatica. La prima rilevazione è stata effettuata il giorno 10-4-2007 alle ore 11.00 con cielo coperto ed una inclinazione dei raggi solari di 90°, e circa una mezz’ora dopo è stata effettuata la seconda con un’inclinazione dei raggi di 45°, ottenuta diminuendo l’inclinazione del modulo. Lo stesso lavoro è stato svolto il giorno 12-4-2007,con cielo sereno, ed alle stesse ore I risultati sono stati riportati nelle successive tabelle, e riguardano: - Resistenza di carico - Corrente erogata dal pannello - Tensione ai capi del pannello - Potenza elettrica erogata dal pannello - valori degli errori degli strumenti. La tensione e la corrente sono state misurate con voltmetro ed amperometro, i valori della potenza erogata,sono stati ricavati dal calcolo, utilizzando la relazione sotto riportata: Pe = ( Im /1000) × Vm Gli errori di misura degli strumenti sono stati stimati allo 0.5% dei vari valori misurati per quanto riguarda le tensioni e le correnti, mentre, per la potenza, essendo presenti gli errori di tutte e due gli strumenti, si è valutato l’1% del prodotto delle due misurazioni somma degli errori dei singoli strumenti. - 77 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria 10/04/2007 ore 11:00 I risultati delle misure sono stati, sono stati riportati nei grafici della tensione e corrente elettrica V = V(I), e potenza e corrente P = P(I); sono stati inoltre riportati anche gli intervalli d’incertezza dovuti agli errori degli strumenti. - 78 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Prima rilevazione dati effettuata a cielo coperto Inclinazione raggi solari 90°rispetto al piano del modulo fotovoltaico Rc Resistenza di carico I Corrente erogata dal pannello V Tensione ai capi del pannello Pe Potenza elettrica erogata dal pannello N°. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 Rc 520 477 425 335 283 261 204 180 156 126 99 80 69 49 37 31 14 12 7 3 1 Ω I 0 33,21 35,64 39,33 47,43 59,76 64,62 81,63 91,44 106,2 132,12 164,88 207 243 360 423 513 801 1071 1188 1215 1233 mA V Pe 18 17,973 17,973 17,973 17,892 17,136 16,929 16,893 16,803 16,794 16,731 16,632 16,578 16,506 16,317 15,912 15,669 14,571 11,988 7,344 2,673 0,342 V 0 0,596 0,640 0,706 0,848 1,024 1,094 1,379 1,536 1,783 2,210 2,742 3,431 4,011 5,874 6,730 8,038 11,671 12,839 8,724 3,247 0,421 W ±ΔI 0 0,332 0,356 0,393 0,474 0,597 0,646 0,816 0,914 1,062 1,321 1,648 2,07 2,43 3,6 4,23 5,13 8,01 10,71 11,88 12,15 12,33 mA TABELLE E GRAFICI - 79 - ±ΔV ± Δ Pe 0,18 0 0,179 0,011 0,179 0,012 0,179 0,014 0,178 0,017 0,171 0,020 0,169 0,021 0,168 0,027 0,168 0,030 0,167 0,035 0,167 0,044 0,166 0,054 0,165 0,068 0,165 0,080 0,163 0,117 0,159 0,134 0,156 0,160 0,145 0,233 0,119 0,256 0,073 0,174 0,026 0,065 0,003 0,008 V W Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria 10/04/2007 ore 11:30 Seconda rilevazione dati effettuata a cielo coperto Inclinazione raggi solari 45° Rc Resistenza di carico I Corrente erogata dal pannello V Tensione ai capi del pannello Pe Potenza elettrica erogata dal pannello N°. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 Rc 520 477 425 335 283 261 204 180 156 126 99 80 69 49 37 31 14 12 7 3 1 Ω I 0 29,52 31,68 34,96 42,16 53,12 57,44 72,56 81,28 94,4 117,44 146,56 184 216 320 376 456 712 952 1056 1080 1096 mA V 16 15,796 15,976 15,976 15,904 15,232 15,048 15,016 14,936 14,928 14,872 14,784 14,736 14,672 14,504 14,144 13,928 12,952 10,656 6,528 2,376 0,304 V Pe 0 0,466 0,506 0,558 0,670 0,809 0,864 1,089 1,214 1,409 1,746 2,166 2,711 3,169 4,641 5,318 6,351 9,221 10,145 6,893 2,566 0,333 W - 80 - ±ΔI 0 0,295 0,316 0,349 0,421 0,531 0,574 0,725 0,812 0,944 1,174 1,465 1,84 2,16 3,2 3,76 4,56 7,12 9,52 10,56 10,8 10,96 mA ±ΔV ± Δ Pe 0,16 0 0,158 0,009 0,159 0,010 0,159 0,011 0,159 0,013 0,152 0,016 0,150 0,017 0,150 0,021 0,149 0,024 0,149 0,028 0,148 0,034 0,147 0,043 0,147 0,054 0,146 0,063 0,145 0,092 0,141 0,106 0,139 0,127 0,129 0,184 0,106 0,202 0,065 0,137 0,023 0,051 0,003 0,007 V W Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria 12/04/2007 ore 11:00 Terza rilevazione dati effettuata a cielo sereno Inclinazione raggi solari : 90° Rc I V Pe N°. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 Resistenza di carico Corrente erogata dal pannello Tensione ai capi del pannello Potenza elettrica erogata dal pannello Rc I 520 477 425 335 283 261 204 180 156 126 99 80 69 49 37 31 14 12 7 3 1 Ω 0 36,9 39,6 43,7 52,7 66,4 71,8 90,7 101,6 118 146,8 183,2 230 270 400 470 570 890 1190 1320 1361,7 1370 mA V Pe 20 19,97 19,97 19,97 19,88 19,04 18,81 18,77 18,67 18,66 18,59 18,48 18,42 18,34 18,13 17,68 17,41 16,19 13,32 8,16 2,97 0,38 V 0 0,736 0,790 0,872 1,047 1,264 1,350 1,702 1,896 2,201 2,729 3,385 4,236 4,951 7,252 8,309 9,923 14,409 15,851 11,111 4,068 0,520 W - 81 - ±ΔI 0 0,369 0,396 0,437 0,527 0,664 0,718 0,907 1,016 1,18 1,468 1,832 2,3 2,7 4 4,7 5,7 8,9 11,9 13,2 13,617 13,7 mA ±ΔV ± Δ Pe 0,2 0 0,199 0,014 0,199 0,015 0,199 0,017 0,198 0,021 0,190 0,025 0,188 0,027 0,187 0,034 0,186 0,037 0,186 0,044 0,185 0,054 0,184 0,067 0,184 0,084 0,183 0,099 0,181 0,145 0,176 0,166 0,174 0,198 0,161 0,288 0,133 0,317 0,081 0,222 0,029 0,081 0,003 0,010 V W Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria 12/04/2007 ore 11:30 Quarta rilevazione dati effettuata a cielo sereno Inclinazione raggi solari : 45° Rc I V Pe N°. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 Resistenza di carico Corrente erogata dal pannello Tensione ai capi del pannello Potenza elettrica erogata dal pannello Rc infinito 520 477 425 335 283 261 204 180 156 126 99 80 69 49 37 31 14 12 7 3 1 Ω I 0 36,162 38,808 42,826 51,646 65,072 70,364 88,886 99,568 115,64 143,86 179,54 225,4 264,6 392 460,6 558,6 872,2 1166,2 1293,6 1335 1342,6 mA V Pe ±ΔI ± Δ V ± Δ Pe 19,6 0 0 0,196 0 19,571 0,707 0,361 0,195 0,014 19,571 0,759 0,388 0,195 0,015 19,571 0,838 0,428 0,195 0,016 19,482 1,006 0,516 0,194 0,020 18,659 1,214 0,650 0,186 0,024 18,434 1,297 0,703 0,184 0,025 18,395 1,635 0,888 0,183 0,032 18,297 1,821 0,995 0,183 0,036 18,287 2,114 1,156 0,182 0,042 18,218 2,620 1,438 0,182 0,052 18,11 3,251 1,795 0,181 0,065 18,052 4,068 2,254 0,180 0,081 17,973 4,755 2,646 0,179 0,095 17,767 6,964 3,92 0,177 0,139 17,326 7,980 4,606 0,173 0,159 17,062 9,530 5,586 0,170 0,190 15,866 13,838 8,722 0,158 0,276 13,054 15,223 11,662 0,130 0,304 7,996 10,345 12,936 0,080 0,206 2,910 3,885 13,35 0,029 0,077 0,372 0,5 13,426 0,0037 0,01 V W mA V W - 82 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Grafico Tensione/Corrente della rilevazione a cielo coperto 20 18 16 14 V [V] 12 10 8 6 4 2 0 0 200 400 600 800 1000 1200 1400 1200 1400 I [mA] inclinazione raggi 90° inclinazione raggi 45° Grafico Corrente/Potenza della rilevazione a cielo coperto 14 12 10 Pe [W] 8 6 4 2 0 0 200 400 600 800 I [mA] inclinazione raggi 90° - 83 - inclinazione raggi 45° 1000 Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Grafico Tensione/Corrente della rilevazione a cielo sereno 25 20 V [V] 15 10 5 0 0 200 400 600 800 1000 I [mA] inclinazione raggi 90° - 84 - inclinazione raggi 45° 1200 1400 1600 Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Grafico Corrente/Potenza della rilevazione a cielo sereno 18 16 14 Pe [W] 12 10 8 6 4 2 0 0 200 400 600 800 1000 1200 1400 1600 I [mA] inclinazione raggi 90° inclinazione raggi 45° OSSERVAZIONI CONCLUSIVE Dall’analisi dei grafici si è osservato che i valori delle tensioni, delle correnti e di conseguenza anche quelli delle potenze della seconda rilevazione, a cielo sereno, risultano incrementati di circa il 20% rispetto ai valori della rilevazione effettuata a cielo coperto. Nelle singole rilevazioni il decremento dovuto al cambiamento d’inclinazione dei raggi solari, raggiunge circa il 2,5 % sulla potenza massima ( dei raggi a 45° rispetto ai raggi a 90° ) in condizioni di cielo sereno e del 23% in condizioni di cielo coperto In primo luogo, quindi, è stato testato che il modulo fotovoltaico è in grado di fornire energia elettrica se colpito da raggi solari. In secondo luogo, invece, è stato mostrato che il modulo risponde alla variazione di intensità della luce, inoltre, tensioni e correnti in uscita, dipendono anche dall’inclinazione con cui i raggi solari colpiscono il pannello. - 85 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Il primo tratto delle caratteristiche V = V(I) presenta evidenti errori di misura dovuti alla scarsa sensibilità dello strumento amperometrico nella rilevazione delle correnti di valore basso ed agli errori di offset ed alle correnti di BIAS dello stesso. - 86 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Capitolo 3 Descrizione del progetto (scelte tecniche ) - 87 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria L’IMPIANTO FOTOVOLTAICO DI ALESSANDRIA L’applicazione della tecnologia fotovoltaica è stata inserita nel Programma Integrato all’interno di un progetto sperimentale di contenimento dei consumi energetici, grazie al sostegno del programma di finanziamento nazionale “Diecimila tetti fotovoltaici” realizzato dai Ministeri dell’Industria e dell’Ambiente. I pannelli fotovoltaici catturano l’energia solare e la trasformano in energia elettrica riversandola poi nella rete Enel attraverso apposite apparecchiature di inverter e di contabilizzazione, in modo tale da consentire un bilancio economicotra l’energia realmente consumata e quella prodotta che viene interamente scontata. Tutte le coperture degli edifici sono attrezzate per contenere i moduli fotovoltaici raggruppati in “stringhe” di opportune dimensioni ancorate su supporti in laterizio o in acciaio. I due fabbricati posti al centro di Piazza Grande prevedono l’applicazione di pannelli anche sulle facciate rivolte a sud, agganciati a strutture in acciaio poste a tamponamento delle scale condominiali. Negli edifici dell’A.T.C. e delle Cooperative a Proprietà indivisa la produzione di energia viene destinata al consumo di tutte le parti condominiali (luci autorimesse, scale, cortili, ascensori, ecc.), in quelli delle Cooperative a proprietà divisa e degli Operatori per l’edilizia privata convenzionata viene utilizzata per le singole unità abitative. Il proprietario di ogni impianto autoproduce circa la metà dell’energia da lui consumata.I moduli posti sul Centro Sociale e sulla Pensilina con funzione di pergola servono a ridurre iconsumi del centro stesso e alimentano le luci della pista di pattinaggio. L’irraggiamento solare sul piano orizzontale, ad Alessandria, mediato nell’anno è di 3,49 kWh per metro quadrato che, pur non raggiungendo i valori della Sicilia in cui lo stesso supera i 5 kWh, è di poco inferiore all’irraggiamento di Genova in cui è di 3,80 kWh per metro quadrato. Per la costruzione degli impianti che sfruttano l’energia del Sole si applicano ricevitori rivolti a Sud con inclinazione ottimale rispetto l’orizzontale di circa 30 gradi. Con l’inclinazione ottimale l’irraggiamento medio annuale sul piano dei moduli fotovoltaici ad Alessandria è di 3,93 kWh per metro quadrato. - 88 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Di seguito viene riportato l’andamento dell’irraggiamento medio mensile sul piano dei moduli fotovoltaici.Nel Villaggio Fotovoltaico sono stati installati 10 impianti sul tetto di altrettanti edifici e nei duefabbricati al centro di Piazza Grande sono presenti impianti sulla facciata sud. Complessivamente la potenza totale installata è di circa 160 kW di picco. La stima della produzione annua di energia elettrica, relativa a tutto il Villaggio, calcolata secondo la normativa UNI è di 160.000 kWh, questo comporta un risparmio annuo di combustibili fossili di circa 40 tonnellate e la riduzione di emissioni di CO2 di circa 100 tonnellate. Gli impianti raccolgono l’energia solare e la trasformano in energia elettrica compatibile con le caratteristiche elettriche della rete di distribuzione pubblica alla quale i singoli impianti sono allacciati. L’energia così prodotta viene misurata da un apposito contatore ed immessa in rete. Annualmente la Società distributrice di energia elettrica fa il conguaglio fra l’energia prodotta dai pannelli fotovoltaici e quella realmente consumata, fatturandone la differenza. - 89 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Di seguito è rappresentato schematicamente l’inserimento di un impianto fotovoltaico in un normale impianto di uso civile, quest’ultimo rappresentato on colore rosso. I sistemi di ancoraggio dei generatori fotovoltaici cambia per i vari edifici; in alcuni casi i moduli fotovoltaici sono fissati a infrastrutture in muratura a loro volta legate all’armatura del solaio, in altri casi sono fissati a infrastrutture zavorrate e semplicemente appoggiate al solaio; in entrambi i casi l’inclinazione dei moduli è quella ottimale tale cioè da permettere la massima raccolta di energia dal Sole nell’arco dell’anno. PROCEDURA E FORMATI PER L’ACQUISIZIONE DEI DATI La raccolta delle informazioni preliminari sulle caratteristiche degli edifici e dell’impianto fotovoltaico si è articolata nei seguenti punti: _ preparazione di schede per la raccolta delle informazioni climatiche, dimensionali, economiche; _ somministrazione delle schede per la registrazione delle informazioni; _ verifica di congruità dei dati e completamento; _ riversamento delle informazioni su supporto informatico. Le schede somministrate ai fornitori e installatori di moduli fotovoltaici, di caratteristiche simili a quelle presentate in figura. I dati costruttivi del sistema fotovoltaico forniscono nel complesso i seguenti valori: - 90 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria POTENZA COMPLESSIVA 163 kW(p) AREA IMPIANTI 3.000 m2 SUPERFICIE NETTA PANNELLI 1.600 m2 Superficie lotto 72.135 m2 Superficie residenziale 47.128 m2 Abitazioni 304 Box 264 Abitazioni dotate di fotovoltaico 192 IMPIANTO IMPRESA DESTINATO AGLI ALLOGGI MODULO Modello Dimensioni [mm] Potenza tipica [Wp] Potenza minima [Wp] Voltaggio max PW750-12V 1237x556x45 80 75.1 600 V DC IMPIANTO N° impianti Campo fotovoltaico kWpcad KWptot 14+7 16 moduli 1.28 17.92+8.96 INVERTER Modello Potenza di picco [W] Rendimento max Corrente in entrata Uscita AC SMA Sunny-boy 1100 1100 93.5% 10 A Monofase LA CAMPAGNA DI MISURAZIONE Il sistema di acquisizione dati, predisposto per la misura in continua delle variabili climatologiche è stato mantenuto per dodici mesi continuativi sulla copertura dell’edificio campione, consentendo il prelievo ininterrotto delle variabili climatiche omogenee per i diversi edifici soggetti a monitoraggio. I dati raccolti dal “data logger” sono stati elaborati e confrontati con gli andamenti climatici storicirelativi ad Alessandria, allo scopo di costruire la normalizzazione dei risultati presentata nei grafici. Radiazione solare Ammontare della radiazione solare sulla superficie di captazione, misurata in W/m2. Temperatura Temperatura ambiente istantanea, in °C e integrale giornaliera. Potenza solare Quantità di energia elettrica prodotta istantaneamente, misurata in kW. - 91 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Energia Elettrica Assorbita (da Enel) Integrale della quantità di energia elettrica prodotta dal solare fotovoltaico, convertita da corrente continua ad alternata, misurata in kWh. - 92 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria SCHEDA TECNICA DELL’INVERTER UTILIZZATO PER OGNI SINGOLA UTENZA E DEI PANNELLI SOLARI Prodotti: Sunny Boy SB 1100 Valori d'ingresso Potenza massima DC Tensione massima DC Campo di tensione d'ingresso, MPPT Corrente massima d'ingresso Ripple di tensione DC PDC, max UDC, max UPV IPV, max USS 1210 W 400 V 139 V ... 400V 10 A < 10% Numero mass. di stringhe (parallele) 2 Sezionamento DC Connettore Multi-Contact Varistori controllati termicamente si Rivelatore di dispersione a terra si Protezione contro l'inversione di polarità Diodo di corto circuito Valori d'uscita Potenza massima AC 1100 W Potenza nominale AC 1000 W Fattore di distorsione della corrente di rete < 4% Range della tensione di rete UAC programmabile da - a Range della frequenza di rete 180 V - 265 V fAC programmabile da - a Angolo di sfasamento - 93 - 198 V - 251 V 49,8 Hz - 50,2 Hz 45,5 Hz - 54,5 Hz Cos-Phi 0° Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Protezione contro i corto circuiti si, regolazione corrente Collegamento rete Connettore AC Rendimento Massimo rendimento 93 % Euro-eta 91,4 % Potenza assorbita Consumo in funzione <4W Consumo in funzione notturno 0,1 W Norme EMC EN 50081, p.1 EN 50082, p.1 Interferenza in rete EN 61000-3-2 Monitoraggio della rete Direttiva di bassa tensione DIN VDE 126 (11.94) e direttiva VDEW EN 50178; EN 60146, parte 1-1 Conformità CE si Conformità CEI 11-20 si Conformità DK 5950 si Grado di protezione secondo DIN EN 60529 IP 65 Dimensioni e peso Larghezza 322 mm Altezza 320 mm Profondità 180 mm Peso ca. 21 kg Condizioni ambientali Temperature di lavoro ammissibili -25°C bis 60°C Umidità (relativa) ammissibile 0 ... 100%, cl. 3K6 - 94 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Matrix Solar PW 750 LARGE SCALE POWER MODULE PW 750 This module is designed with an optimum configuration that fulfills the most demanding PV applications including high voltage grid support systems. Delivered Fully Configured. This new product configuration meets the high standards of the professional consumer in a lightweight, highly reliable package. The PW 750 series modules use Photowatt's multi crystalline technology. The 200 micron solar cells are individually characterized and electronically matched prior to interconnection. Encapsulation beneath high transmission tempered glass is accomplished using an advanced, UV resistant thermal setting plastic. The encapsulation, ethylene vinyl acetate, cushions the operating characteristics of the solar CHARACTERISTICS cell under virtually any climatic conditions. The rear surface of the module is completely sealed from moisture and mechanical damage by a continuous high strength polymer sheet. The glass/tedlar construction of the module minimizes weight while providing a durable, protective environment for the solar cells. A double glass version is also available upon request. This product is configured for 12 volt systems operation. PERFORMANCES Typical Voltage Current Short Open Series Power @Peak @Peak Circuit Circuit Fuse Power Power Current Voltage Rating (Vm) (Im) (Isc) (Voc) (Amps) 75 17.0 4.4 4.7 21.6 8 80 17.3 4.6 5.0 21.9 8 85 17.6 4.8 5.4 22.0 8 90 17.8 5.0 5.7 22.2 8 Noct. (0.8 kW/m2, 20 degC, 1m/s, 45degC) - 95 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria SIZE 48.7" x 21.89 "x 1.77 " (1237 mm x 556 mm x 45 mm) (depth includes junction box) 75 Watt, 80 Watt, 85 Watt & 90 Watt versions Capitolo 4 Soluzioni architettoniche per integrare l’energia solare - 96 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria CAPITOLO 4 L’INTEGRAZIONE DEI SISTEMI FOTOVOLTAICI IN ARCHITETTURA In questo capitolo analizzeremo gli interventi possibili di integrazione tra i sistemi fotovoltaici e gli edifici soffermandoci, in conclusione, a quelli adottati nel Villaggio Fotovoltaico. Gli interventi di integrazione dei sistemi fotovoltaico negli edifici si possono distinguere in tre categorie a seconda di quale è l’oggetto dell’intervento: • interventi retrofit si definiscono quando il sistema fotovoltaico è integrato nella struttura di un edificio esistente. Sono interventi complessi perché non sempre sono soddisfatti tutti i requisiti che garantiscono un’ottima collocazione della superficie dell’impianto. Inoltre tali interventi spesso - 97 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria rendono difficile l’integrazione dell’impianto con la struttura dell’edificio esistente e quindi è necessario intervenire impiegando telai autonomi da addossare all’edificio. • integrazione su nuovi edifici si definisce quando il sistema fotovoltaico è integrato alla struttura di un edificio che deve essere costruito, in questo caso è possibile curare contemporaneamente gli aspetti impiantistici ed estetici del progetto. • integrazione su elementi di arredo urbano si definisce quando il sistema fotovoltaico è integrato alla struttura di elementi che appartengono all’arredo urbano che possono essere ad esempio lampioni stradali, percorsi pedonali coperti, pensiline per il ricovero di biciclette. Particolare costruttivo di un intervento retrofit.(Illustrazione presa da F.Groppi, C.Zuccaro, Impianti solarifotovoltaici…, ed.Utet, Milano, 2002, pag.64) MODALITÀ DI INTEGRAZIONE DEL SISTEMA FOTOVOLTAICO IN ARCHITETTURA Queste tre categorie di integrazione possono essere realizzate attraverso le seguenti modalità: 1. Integrazione in facciata: questa modalità di integrazione si suddivide a sua volta in: 1a. Integrazione in facciata verticale continua 1b. Integrazione in facciata verticale non continua 1c. Integrazione con moduli inclinati su facciata verticale 1d. Integrazione su facciata inclinata 2. Integrazione in copertura: questa modalitàdi integrazione a sua volta si suddivide in: 2a. Integrazione su copertura a falde inclinate 2b. Integrazione su copertura piana - 98 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria 2c. Integrazione di stringhe inclinate su copertura piana 2d. Integrazione di shed su copertura piana 2e. Integrazione in coperture curve 3. Integrazione nei dispositivi di controllo solare 4. Integrazione in strutture per l’arredo urbano 5. Integrazione negli spazi correlati alle grandi vie di comunicazione 1a. Integrazione in facciata verticale continua •Comprende tutti gli interventi in cui il fotovoltaico è integrato su una facciata verticale in un unico piano rispetto alle parti di prospetto non interessate dall’intervento. •In questo caso si ricorre spesso a un unico sistema strutturale per la facciata, nel quale siano impiegabili sia pannelli con vetrocamera sia i moduli fotovoltaici, senza particolari gerarchie formali tra rivestimento e finestre. •Elevata flessibilità progettuale e notevoli valenze estetiche con potenziale caratterizzazione grafica della facciata. •Funzione di schermatura parziale ai raggi solari. •Diminuzione del carico termico all’interno dell’edificio. •Ampia disponibilità di superfici. •Facilità di pulizia utilizzando i sistemi di manutenzione convenzionali. •Rigidità di inclinazione e orientamento dei moduli. •Possibilità di standardizzazione degli elementi fotovoltaici. •Negli interventi retrofit che prevedano la sovrapposizione della superficie fotovoltaica all’involucro esistente occorre prevedere un’intercapedine per la retroventilazione dei moduli, indispensabile per il corretto funzionamento del sistema. - 99 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Sede principale amministrativa dellaScüco International. Fonte: catalogo Schüco International Sezione di facciata della sede principale amministrativa dellaScüco International. Le linee vengono inserite in apposite canaline. Fonte: catalogo Schüco International 1b. Integrazione in facciata verticale non continua - 100 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria • Per motivi strutturali, funzionali o estetici alcune volte non è possibile inserire in modo continuo i moduli fotovoltaici all’interno di una facciata. • Questa modalità di intervento prevede la collocazione dei moduli fotovoltaicia nastro, nelle fasce orizzontali non occupate da finestre. • L’aspetto dell’edificio è scandito dall’alternanza di finestre e moduli fotovoltaici e questo contrasto spesso si può riflettere nell’interruzione della continuità strutturale tra superficie fotovoltaica e involucro. • In questo caso i moduli sono dotati di una propria intelaiatura addossata all’involucro dell’edificio. Quest’ultima variante è tra le più usate per gli interventi retrofit o per gli edifici di nuova costruzione di tipo tradizionale. • Possibili prestazioni di tipo bioclimatico dei moduli fotovoltaici (elementi frangisole e pareti ventilate). • Limitata disponibilità di superfici. • Rigidità di inclinazione e orientamento dei moduli fotovoltaici. • Possibilità di standardizzazione degli elementi fotovoltaici. Residenze Bedzed a Sutton, Londra, Inghilterra. Fonte: rivista Costruire n.89/2002. 1c. Integrazione con moduli inclinati su facciata verticale - 101 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria • Questa modalità di intervento garantisce una buona efficienza del fotovoltaicodovuta all’inclinazione dei moduli che offrono una migliore accessibilità alla radiazione solare. • Più efficiente retroventilazione dei moduli rispetto alle soluzioni perfettamente verticali. • Funzione di frangisole. • Complessità di costruzione della facciata continua. • Potenziali problemi di pulizia. • In una facciata con esposizione favorevole e in parte o totalmente priva di finestre sarebbe ideale prevedere un sistema di facciata composto da due pareti: una interna, a perfetta tenuta dagli agenti atmosferici, ed una esterna costituita da moduli fotovoltaici opachi agganciati ad una opportuna struttura di supporto sagomata in modo tale da consentire l’inclinazione dei moduli fotovoltaicirispetto al piano orizzontale. Moduli fotovoltaici inclinati sulla facciata verticale di una abitazione in Giappone. Fonte: rivista Fotovoltaici n.3/2001 - 102 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Schema tipo di integrazione dei moduli fotovoltaici inclinati su facciata verticale. (illustrazione presa da M.Spagnolo, Il sole nella città…, ed. FrancoMuzzio, Roma, 2002, pag.79) 1d. Integrazione su facciata inclinata • I moduli fotovoltaici sono integrati nel prospetto dell’edificio, che si inclina rispetto al piano orizzontale per aumentare la superficie esposta alla captazione solare. • Quindi elevata produzione energetica dovuta all’inclinazione. • Una soluzione interessante dal punto di vista della qualità integrativa è quella della sostituzione degli elementi di rivestimento della facciata inclinata con i moduli fotovoltaici. Quando la parete non presenta aperture o impedimenti è possibile progettare l’installazione dei moduli fotovoltaici in modo omogeneo. Tutti gli elementi fotovoltaici andranno ancorati alla stessa sottostruttura concepita per sostenere il rivestimento. • Per tali ragioni questa modalità integrativa consente una possibile standardizzazione dei prodotti fotovoltaici. • Questa soluzione, di più facile realizzazione in interventi ex novo, è spesso abbinata all’uso di moduli semitrasparenti che consentono l’ingresso della luce naturale, evitando fenomeni di abbagliamento. - 103 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Solar Fabrik, veduta dell’interno. (illustrazione presa da M.Spagnolo, Il sole nella città…, ed. Franco Muzzio, Roma, 2002, pag.152) Solar Fabrik, Friburgo. Impianto fotovoltaico: potenza 56 kWp 2a. Integrazione su copertura a falde inclinate - 104 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria • Questa è una delle forme più comuni ed economiche di integrazione quando la copertura dell’edificio abbia requisiti favorevoli. • I moduli possono essere ciechi e sostituire semplicemente il manto di copertura o essere semitrasparenti, assolvendo quindi la funzione di lucernai (impianto fotovoltaicoa tetto-luce) per l’illuminazione naturale dell’interno. • Rigidità di orientamento. • Elevati standard di integrazione. • Rilevanti valenze architettoniche ed estetiche. • Discreta incidenza sul costo di costruzione. Schema tipo di integrazione di moduli fotovoltaicisu copertura a falde inclinate (illustrazione presa da M.Spagnolo, Il sole nella città…, ed. FrancoMuzzio, Roma, 2002, pag.52) - 105 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Moduli fotovoltaici integrati nella copertura a falda inclinata (Illustrazione presa da F.Groppi, C.Zuccaro, Impianti solarifotovoltaici…, ed.Utet, Milano, 2002, pag.65) 2b. Integrazione su copertura piana • Questa tipologia di integrazione consiste nella sostituzione totale o parziale della copertura piana con un telaio sul quale vengono posizionati i moduli fotovoltaici. • Si prevede l’utilizzo di moduli “doppio vetro” semitrasparenti alternati a lastre trasparenti. • Benefici dovuti alla parziale penetrazione della luce naturale del giorno • Possibilità di installazione su edifici di nuova realizzazione • Utilizzo non ottimale dell’energia solare a causa della mancanza di inclinazione dei moduli • Potenziali problemi dovuti all’eventuale accumulo di neve ed alla difficoltà di deflusso delle acque • Si richiede il requisito della tenuta stagna • Diminuzione dell’efficienza dei moduli proporzionalmente all’aumento della superficie trasparente tra le celle di silicio • Aumento dei costi di condizionamento dell’edificio dovuto alla maggiore trasmissione di calore dei moduli semitrasparenti - 106 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Academy of Further Education a Herne in Germania. (illustrazione presa da M.Spagnolo, Il sole nella città…, ed. FrancoMuzzio, Roma, 2002, pag.129) 2c. Integrazione di stringhe inclinate su copertura piana • Consiste nel collocare su coperture piane strutture metalliche o in muratura di supporto per i moduli, inclinate in modo ottimale rispetto all’orbita solare. • Questi elementi non interrompono la continuità del solaio di copertura, quindi i moduli non sostituiscono parti della copertura né possono essere utilizzati per realizzare lucernai semitrasparenti. • Questa è una delle soluzioni più economiche per le installazioni retrofit. • Indipendenza del sistema fotovoltaico dalla struttura dell’edificio. • Buona ventilazione dei moduli fotovoltaici. • Facilità di montaggio dell’impianto e costi di installazione relativamente bassi. • Utilizzo ottimale dell’energia solare grazie alla libertà di inclinazione ed orientamento dei moduli. • Modeste valenze architettoniche. - 107 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria • Potenziali limitazioni dovute alla presenza di altri impianti o parapetti sulla copertura. Schema tipo di integrazione di stringhe fotovoltaiche inclinate su copertura piana (illustrazione presa da M.Spagnolo, Il sole nella città…, ed. FrancoMuzzio, Roma, 2002, pag.55) 2d. Integrazione di shed su copertura piana • Questo tipo di integrazione consiste nel realizzare una copertura a dente di sega su cui collocare moduli semitrasparenti o opachi. • Se si utilizzano moduli fotovoltaici opachi, la superficie opposta del profilo è spesso vetrata per consentire comunque l’ingresso della luce naturale. • Questa soluzione viene scelta sia negli interventi ex-novo che retrofit. • Grande compatibilità tra la tipologia edilizia e l’installazione dell’impianto fotovoltaico. • Buona produzione energetica dovuta. all’inclinazione dei moduli. • Limitati problemi di installazione. - 108 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Particolare dell’interno della nuova sede del Fraunhofer Institute a Friburgo in Germania. Fonte: rivista Fotovoltaici n.4/2001 2e. Integrazione in coperture curve • I moduli fotovoltaici vengono integrati nel sistema strutturale di coperture a sezione curvilinea. • In questo tipo di integrazioni ogni stringa contribuisce in modo autonomo alla produzione energetica in quanto caratterizzata da diversa inclinazione e quindi diversa esposizione al sole. • Si richiede il requisito della tenuta stagna. • Rigidità di orientamento. • Discreta incidenza sul costo di costruzione. - 109 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria 3. Integrazione nei dispositivi di controllo solare • Un altro modo di integrazione dei sistemi fotovoltaici negli edifici è quello di integrare i moduli negli aggetti e dispositivi frangisole, collocati a protezione delle finestre. • I moduli in questo caso sono svincolati dalla facciata retrostante e si possono quindi predisporre secondo l’inclinazione ottimale per la captazione dell’energia solare. • Sono minori i rischi di surriscaldamento dei moduli che possono mantenere prestazioni elevate in termini di efficienza anche nei mesi estivi. • Possibilità di rotazione automatizzata dei moduli in modo da incrementare la captazione solare , soluzione difficilmente applicabile nelle integrazioni negli involucri degli edifici. • Vantaggi economici: la funzione di controllo solare e di supporto per il dispositivo solare ed eventualmente di protezione dalle intemperie vengono assolte da un unico dispositivo che può essere preassemblato in fabbrica, diminuendo i costi finali di installazione. • I dispositivi solari possono essere previsti sia in interventi di nuova costruzione sia negli interventi retrofit. • L’impatto estetico dei frangisole fotovoltaici è notevole in termini cromatici e per la dinamica delle ombre che introduce nel prospetto. Possono quindi rappresentare una possibilità di riqualificazione degli edifici su cui vengono installati. case ad Amersfoort, Amsterdam, Olanda. Fonte: rivista Costruire n.89/2001 - 110 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria 4. Integrazione in strutture per l’arredo urbano • I moduli fotovoltaici trovano applicazione anche per la realizzazione di strutture accessorie degli edifici come componenti per l’illuminazione degli spazi esterni, pensiline fotovoltaicheper il ricovero delle biciclette, in particolare nella variante semitrasparente. • I moduli fotovoltaici semitrasparenti comunicano una sensazione di leggerezza, particolarmente consona all’integrazione in strutture essenziali come zone di sosta e passaggi pedonali coperti, pur garantendo un’efficace protezione dal sole e dalle intemperie. Tipologia di pensilina fotovoltaica per il ricovero delle biciclette completa di telaio per sostenere n. 2 lampade fluorescenti per illuminazione notturna. Fonte: catalogo Eurosolare. - 111 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria 5. Integrazione negli spazi correlati alle grandi vie di comunicazione • L’unica forma di impatto ambientale dei sistemi fotovoltaici è l’occupazione di ampie porzioni di spazio, che quindi dovrebbero essere sottratte ad altre destinazioni d’uso. • Una alternativa promettente è l’utilizzo dei moduli fotovoltaicisu scala più vasta, sfruttando per l’installazione delle superfici fotovoltaiche quegli spazi asserviti alle grandi vie di comunicazione, apparentemente ridotti e privi di interesse pratico, ma che nel loro insieme potrebbero costituire una risorsa preziosa, se sfruttati per l’installazione di sistemi fotovoltaici. • Questo è il caso ad esempio della parte superiore delle barriere antirumore che costeggiano autostrade o arterie a scorrimento veloce o le fasce di rispetto dei percorsi ferroviari. Esempio di barriera antirumore fotovoltaica (Illustrazione presa da F.Groppi, C.Zuccaro, Impianti solari fotovoltaici…, ed. Utet, Milano, 2002, pag.69) - 112 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria IL VILLAGGIO FOTOVOLTAICO ED I PROBLEMI ARCHITETTONICI Un confronto sulla sostenibilità. Le prime valutazioni riguardanti le ideeguidadel Programma Integrato hanno tenuto conto delle condizioni ambientali e fisiche del luogo, delle caratteristiche di esposizione solare e di risorse energetiche, ponendosi subito come obiettivo prioritario la ricerca di una qualità ambientale in senso generale. Si è scelto di avere un approccio rispettoso dell’ambiente secondo i principi di biocompatibilità, ovvero di benessere e salubrità per i fruitori finali e di ecosostenibilità, cioè attraverso l’uso di prodotti che avessero un basso impatto sull’ambiente, con un miglioramento delle condizioni di esposizione degli ambienti abitativi, con edifici progettati nella logica di un risparmio energetico, con il ricorso a energie rinnovabili e con la conseguente diminuzione dell’immissione nell’atmosfera di inquinanti da combustione. Un complesso processo progettuale e finanziario ha consentito di lavorare su questi temi, ponendosi come risultato finale il raggiungimento del benessere ambientale degli abitanti dell’area attraverso la realizzazione di abitazioni sane con un ridotto impatto ambientale. IL PROGETTO ARCHITETTONICO La perimetrazione del Programma Integrato comprendeva due ampie aree situate a cavallo di Via Nenni; una, più piccola, di proprietà dell’A.T.C. con una superficie di mq. 11.031 e l’altra più estesa,di mq. 61.104, con terreni di proprietà pubblica e con la presenza di alcuni edifici già edificati; l'area totale del programma integrato era stimata in mq. 72.135, con una superficie residenziale di mq. 47.128. - 113 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria L’area di proprietà dell’A.T.C. era completamente libera ed aperta su tre lati che affacciavano su altrettante strade già esistenti; l’area più grande presentava una forma trapezoidale allungata, che il piano Regolatore del 1990 individuava in due blocchi separati secondo il consueto tracciamento del Piano Particolareggiato zona 14. L'unificazione delle aree e la rotazione di alcuni edifici ha consentito, invece, di avere un'esposizione solare più corretta e di destinare ad area verde una maggiore superficie di terreno datala carenza. Altrettanto evidente era la totale mancanza di punti di riferimento forti e di elementi architettonici significativi; una loro presenza all’interno del piano avrebbe caratterizzato e identificato quella parte di quartiere, garantendo ai cittadini un maggiore senso di appartenenza e di riconoscimento nei confronti dei luoghi abitati. La ripetitività delle piazze e dei rispettivi edifici costruiti sui lati, aveva generato nel tempo dei grandi cortili verdi, ma per lo più spazi non attrezzati, privi di vegetazione, senza servizi ed attrezzature, con l'aggravante di avere un'eccessiva ripetizione di tipologie e spazi aperti tutti molto simili. Il progetto ha voluto rompere lo schema planimetrico esistente e ha proposto alcune varianti volumetriche e distributive che hanno innescato diverse trasformazioni nell'area; sono stati previsti edifici con un numero di piani superiore alla normativa del Piano Particolareggiato zona 14. Gli edifici di progetto. - 114 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria I primi schizzi. Unendo le due aree si è scelto di portare le autorimesse nel piano interrato per non avere interferenza tra il traffico veicolare e i camminamenti pedonali a piano terra all’interno delle corti. Questa operazione ha consentito di ridistribuire in pianta gli edifici, garantendo loro un adeguato irraggiamento solare; l'esposizione degli ambienti secondo più corretti criteri di insolazione hanno dato una maggiore vivibilità agli spazi interni degli alloggi e hanno contribuito in parte al bilancio energetico necessario. La possibilità di intervenire con lo scomputo degli oneri di urbanizzazione ha consentito agli Operatori di realizzare direttamente i servizi e le opere pubbliche previste, cedendole poi al Comune al termine dei lavori. Le due piazze, denominate Piazza Grande e Piazza Verde, sono state collegate tra loro grazie ad una pavimentazione sopraelevata rispetto al piano stradale realizzata nell'incrocio tra Via Nenni e Via della Palazzina; questo ha consentito di avere una continuità dei passaggi pedonali senza barriere architettoniche ed un consistente rallentamento del traffico veicolare. A seguito di una significativa richiesta di posti auto, è stato inserita nel Programma Integrato un'autorimessa interrata con 72 posti e in affaccio su Via Longo, Via della Palazzina e Via Basso sono state realizzate tre aree di parcheggi destinati ad uso pubblico Il completamento di Piazza Grande, di proprietà pubblica ceduta in diritto di superficie, consisteva in 96 alloggi così suddivisi: 40 realizzati dalle Cooperative a proprietà indivisa, 24 per le Cooperative a proprietà divisa, 32 per l'edilizia privata convenzionata; la Piazza Verde prevedeva, a sua volta, 96 alloggi di edilizia pubblica, con la relativa assegnazione in locazione, realizzati dall'A.T.C. In Piazza Grande l'edificio A ha mantenuto la tipologia delle costruzioni esistenti, a tre piani abitativi con le autorimesse a piano terra, ma - 115 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria portando gli ingressi veicolari nel cortile privato interno. Gli edifici B e C all’interno dell’area sono stati organizzati con cinque piani abitativi e il De l'E, con quattro piani; tutti hanno le autorimesse nel livello interrato e un piano pilotis con gli ingressi agli alloggi. Vista prospettica con la rete dei percorsi e la rete del verde. Definizione delle proprietà. - 116 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Lo specchio d’acqua. Gli edifici in Piazza Verde sono posizionati sui tre lati di chiusura della corte con quattro livelli abitativi, con servizi e ingressi a piano terrae autorimessa sotterranea. Il Piano prevede una robusta dotazione di verde pubblico, attrezzato in modo tale da proporre situazioni diverse con zone destinate alla sosta e al riposo, all’attività fisica o ai momenti di incontro nell’area adiacente al Centro di Aggregazione o sulle gradinate di Piazza Verde. In questa piazza, la vegetazione si propone come elemento caratterizzante con l’inserimento di numerose varietà di essenze diverse e con piantumazioni già adulte; il labirinto di siepi e la gradinata in affaccio su un grande spazio pavimentato sono tra gli elementi funzionali più significativi. All’interno di Piazza Grande gli elementi principali del progetto di sistemazione ambientale sono la piazza pedonale attrezzata con la pista di pattinaggio, il traliccio in ferro con il fotovoltaico che ombreggia panchine e sedute, le rampe inclinate con struttura in ferro e rivestimento in legno dove potersi sedere o sdraiarsi al sole, il ponte pedonale in ferro con rivestimento in legno, lo specchio d’acqua, le attrezzature di arredo con le sedute e le fontanelle sistemate nelle aree verdi. All'estremo ovest di Piazza Grande, è stato realizzato il Centro Sociale, una costruzione a pianta quadrata ad un solo piano, con un volume in adiacenza destinato ad area ristoro e servizi. La costruzione è realizzata in laterizio termoisolante con il rivestimento esterno in tavole di legno, la copertura con struttura in legno lamellare e tavolato di legno, la grande vetrata continua in alluminio e, negli angoli, i pali in acciaio che sostengono i pannelli fotovoltaici, a simboleggiare quattro grandi fiori che si alzano verso il sole. Questo edificio, che sarà destinato a sede di manifestazioni e centro di incontro, potrà farsi carico di soddisfare le aspettative e le esigenze sociali presenti nell'area e di proporsi come ideale punto di riferimento e di aggregazione di tutto il quartiere. - 117 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Il centro sociale Il centro sociale - 118 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Veduta dall’alto (si noti lo specchio d’acqua ) - 119 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Capitolo 5 Analisi economica - 120 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria GLI INCENTIVI NAZIONALI: IL “CONTO ENERGIA” IL COSTO DELL’ENERGIA FOTOVOLTAICA In Italia si è passati dal programma Nazionale e Regionale d’incentivazione “Tetti fotovoltaici” (finanziamento in conto capitale per il 75%, escluso IVA, del costo di realizzazione di impianti fotovoltaici con potenza compresa tra 1 e 20 kWp collegati alla rete elettrica di distribuzione e integrati nelle strutture edilizie) al sistema delle incentivazioni in “Conto Energia” introdotto con il Decreto 28 luglio 2005 del Ministero delle Attività Produttive di concerto con il Ministero dell’ambiente e della Tutela del Territorio. A differenza del precedente, il nuovo meccanismo non prevede l’erogazione di contributi in conto capitale, ma introduce la remunerazione dell’energia prodotta dall’impianto ammesso alle agevolazioni con una “tariffa” particolarmente vantaggiosa. Le modalità di attuazione del “Conto Energia” sono definite dal Ministero delle Attività Produttive (D.M. 6 febbraio 2006 che modifica ed integra il D.M. 28 luglio 2005) e dall’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas (Delibera n. 40/06 che modifica ed integra la Delibera n. 188/05). Vediamo, in sintesi, la situazione attuale. Gli impianti che possono usufruire delle agevolazioni Possono usufruire delle agevolazioni previste dal “Conto Energia” tutti gli impianti fotovoltaici, connessi alla rete elettrica, di potenza compresa tra 1 e 1000 kWp. Quando l’energia prodotta da un impianto fotovoltaico connesso alla rete, eccede il fabbisogno dell’utilizzatore, il surplus confluisce nella rete elettrica; nel caso in cui la produzione dell’impianto solare risulti inferiore al fabbisogno dell’utilizzatore, l’energia necessaria è prelevata dalla rete. La rete elettrica è utilizzata, quindi, come un accumulatore di capacità infinita. Le agevolazioni previste dal “Conto Energia” Come anticipato, il meccanismo del “Conto Energia” non prevede l’erogazione di contributi in conto capitale per cui chi intende installare un impianto deve sostenerne la realizzazione con fondi propri. E’ prevista la remunerazione dell’energia prodotta dall’impianto per 20 anni; in pratica, gli impianti ammessi alle agevolazioni, riceveranno per 20 anni un contributo pari alla tariffa incentivante - 121 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria assegnata per ciascun kWh prodotto. Le tariffe sono aggiornate di anno in anno in base all’inflazione e diversificate in base alla potenza dell’impianto: Potenza Impianto Tariffa incentivante Durata incentivo [kWp] [€/kWh] [Anni] Da 1 a 20 0.445 20 > 20 fino a 50 0.46 20 > 50 0.49 20 Per le domande presentate a partire dal 2007, il valore della tariffa incentivante (di partenza) applicata sarà ridotto del 5% per ciascuno degli anni successivi al 2006 e, comunque, aggiornato in base al tasso d’inflazione (ad esempio: per un impianto da 10 kWp la tariffa applicata per 20 anni, da rivalutare secondo gli indici ISTAT, sarà pari a: 0.423 €/kWh per le domande presentate nel 2007, 0.400 €/kWh per le domande presentate nel 2008, etc.). Modalità di utilizzo dell’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico Impianti con potenza compresa tra 1 e 20 kWp Il D.M. 6 febbraio 2006 ha introdotto per gli impianti con potenza non superiore a 20 kWp la possibilità di optare tra: • servizio di scambio sul posto • cessione in rete dell’energia prodotta (in precedenza esclusivamente riservata agli impianti con potenze superiori a 20 kWp). Il servizio di scambio sul posto (scambio tra l’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico e immessa in rete con l’energia attinta dalla rete elettrica e utilizzata) prevede che sia remunerata, con la tariffa incentivante, soltanto l’energia prodotta e consumata in loco; in altre parole per l’eventuale surplus di energia prodotta dall’impianto e non assorbita dalle utenze non si riceverà alcuna remunerazione. Per questa ragione, è opportuno che l’impianto sia dimensionato per soddisfare gli effettivi consumi dell’utenza. - 122 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Al contrario, il servizio di cessione in rete vede incentivata tutta la produzione fotovoltaica di energia, anche se superiore ai consumi, alla tariffa di 0.46 € per kWh. L’energia prodotta potrà essere ceduta alla rete e remunerata con una tariffa di 0.095 € per kWh fino a 500 mila kWh/anno (per questa opzione è richiesto il possesso della partita IVA al titolare dell’impianto). Impianti con potenza compresa tra 20 e 50 kWp e impianti con potenza compresa tra 50 e 1000 kWp. Per tali tipologie di impianto è possibile la sola cessione in rete, per cui oltre all’incentivo ventennale sulla produzione alla tariffa specifica si avrà un risparmio per l’utenza collegata al sistema relativamente all’utilizzo dell’energia fotovoltaica prodotta-autoconsumata e un ricavo derivante dalla vendita delle eccedenze, alla rete elettrica, come da Delibera dell’Autorità. Le domande di ammissione alle agevolazioni La domanda di accesso alla tariffa incentivante dovrà essere inoltrata al GRTN (Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale definito “soggetto attuatore” dalla Delibera n. 188/05) da persone fisiche e giuridiche secondo lo schema predisposto dall’Autorità (allegato “A” della Delibera 188/05) nei giorni dell’ultimo mese di ciascun trimestre (1-30 giugno 2006, 1-30 settembre 2006, 1-31 dicembre 2006). L’aggiudicazione del contributo, per impianti di piccola taglia, avviene sulla base della data di presentazione della domanda. Per impianti di taglia superiore, con potenza oltre i 50 kWp, è previsto un meccanismo di gara a ribasso della tariffa incentivante richiesta tra i progetti ammessi a finanziamento. Altri incentivi. Incentivi stanziati a livello locale possono essere cumulati con il conto energia a condizione che non superino il 20% del costo dell'investimento. Per i nuovi impianti energetici alimentati con fonti rinnovabili l’aliquota IVA è stabilmente fissata al 10% per materiali, progettazione e installazione (Tabella A - D.P.R. 633 del 1972). Per le persone fisiche non titolari di partita Iva è possibile, anche, detrarre dalla dichiarazione dei redditi il 41% dell'importo complessivo comprese le spese di progettazione; il recupero dell’IRPEF avviene con dieci quote annuali di pari importo per un tetto massimo di spesa di 48.000 € (Legge 23 dicembre 2005 n. 266). La detrazione è parzialmente cumulabile col conto energia: le tariffe incentivanti sono ridotte del 30%(la tariffa incentivante passa da 0,445 €/kWh a 0,311 €/kWh). Gli Incentivi regionali. - 123 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Eventuali incentivi di tipo regionale sono da verificarsi caso per caso. Alcune regioni inseriscono regolarmente gli impianti fotovoltaici tra gli ammissibili a finanziamenti in conto capitale nell’ambito dei Programmi Operativi Plurifondo (POR). “Scambio sul posto” e dimensionamento dell’impianto: elementi essenziali Nel caso dello “Scambio sul posto “ la potenza dell’impianto deve essere adeguata al fabbisogno energetico del richiedente. Per dimensionare correttamente l’impianto occorre, quindi, quantizzare (in termini di kWh) il fabbisogno energetico annuo ed individuare l’impianto in grado di soddisfare tale richiesta. Concludiamo la nostra analisi dei costi , occupandoci del villaggio fotovoltaico, con alcune cifre significative sulla realizzazione e sui costi della parte relativa alle opere d’impianto. VILLAGGIO FOTOVOLTAICO DI ALESSANDRIA SUPERFICIE AREA COMPLESSIVA mq. 72.135 SUPERFICIE RESIDENZIALE mq. 47.128 ALLOGGI COMPLESSIVI AREA N° 536 NUOVE AUTORIMESSE IN DOTAZIONE N° 264 APPLICAZIONE fv. SU ALLOGGI N° 192 POTENZA COMPLESSIVA IMPIANTI 160 KWp SUPERFICIE COMPLESSIVA MODULI POSATI 3.000 MQ. UTILIZZO COPERTURA CONSUMO PARTI COMUNI EDIFICI FINO AL 100% COPERTURA SINGOLI APPARTAMENTI FINO AL 70% COSTO IMPIANTO FOTOVOLTAICO - TOTALE APPLICAZIONI : OPERATORI PRIVATI EURO 866.149,99 A.T.C. € 289.169,39 EDIFICI PUBBLICI € 47.637,00 TOTALE €1.202.956,38 FINANZIAMENTO IMPIANTI ( media villaggio % 68,84): - 124 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria OPERATORI PRIVATI EURO 580.488,80 A.T.C. € 216.681,43 EDIFICI PUBBLICI €30.964,00 TOTALE €828.134,23 CALCOLO DEL COSTO/RENDIMENTO TEORICO MEDIO PER ALLOGGIO POTENZA 3 KW - PRODUZIONE 3.200 KW/ANNO COSTO IMPIANTO MEDIO UNITARIO KWP € 7.250 COSTO ENERGIA MEDIO UNITARIO KWH €0,1517 RISPARMIO/ANNO € 485,44 CALCOLO AMMORTAMENTO IMPIANTO PER ALLOGGIO COSTO LORDO IMPIANTO/ALLOGGIO €21.750,0 CONTRIBUTO MEDIO EFFETTIVO (69%) €15.007,0 COSTO NETTO €6.743,0 DURATA AMMORTAMENTO : 6743,0 / 485,44 = 13,8 ANNUALITÀ CON “CERTIFICATI VERDI”= 6,5 ANNUALITÀ - 125 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Capitolo 6 Valutazioni ambientali - 126 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria VALUTAZIONI AMBIENTALI I vantaggi dei sistemi fotovoltaici sono la modularità, le esigenze di manutenzione ridotte (dovute all’assenza di parti in movimento), la semplicità d'utilizzo, e, soprattutto, un impatto ambientale estremamente basso. In particolare, durante la fase di esercizio, l'unico vero impatto ambientale è rappresentato dall'occupazione di superficie. Tali caratteristiche rendono la tecnologia fotovoltaica particolarmente adatta all'integrazione negli edifici in ambiente urbano. In questo caso, infatti, sfruttando superfici già utilizzate, si elimina anche l'unico impatto ambientale in fase di esercizio di questa tecnologia. I benefici ambientali ottenibili dall’adozione di sistemi FV sono proporzionali alla quantità di energia prodotta, supponendo che questa vada a sostituire dell'energia altrimenti fornita da fonti convenzionali. Per produrre un chilowattora elettrico vengono bruciati mediamente l'equivalente di 2,56 kWh sotto forma di combustibili fossili e di conseguenza emessi nell'aria circa 0,53 kg di anidride carbonica (fattore di emissione del mix elettrico italiano alla distribuzione). Si può dire quindi che ogni kWh prodotto dal sistema fotovoltaico evita l'emissione di 0,53 kg di anidride carbonica. Questo ragionamento può essere ripetuto per tutte le tipologie di inquinanti. Per quantificare il beneficio che tale sostituzione ha sull'ambiente è opportuno riferirsi ad un esempio pratico. Si considerino degli impianti fotovoltaici installati sui tetti di abitazioni a Milano, Roma e Trapani con una potenza di picco di 1 kWp (orientati a Sud con inclinazione 30°). L'emissione di anidride carbonica evitata in un anno si calcola moltiplicando il valore dell'energia elettrica prodotta dai sistemi per il fattore di emissione del mix elettrico. Per stimare l'emissione evitata nel tempo di vita dall'impianto è sufficiente moltiplicare le emissioni evitate annue per i 30 anni di vita stimata degli impianti. Finora abbiamo esposto i vantaggi economici per il singolo acquirente di un impianto fotovoltaico, aspetto fondamentale per una grande diffusione ma non l'unico. Dal punto di vista sociale. Gli impianti fotovoltaici riducono la domanda di energia da altre fonti tradizionali contribuendo alla riduzione dell'inquinamento atmosferico (emissioni di anidride carbonica generate altrimenti dalle centrali termoelettriche). L'emissione di anidride carbonica "evitata" ogni anno è facilmente calcolabile. E' sufficiente moltiplicare il valore di energia elettrica prodotta dall'impianto fotovoltaico per il fattore del mix elettrico italiano (0,531 Kg CO2/kWhel). Es. 1000 kWhel/kWp x 0,531 Kg = 531 Kg CO2 Moltiplicando poi l'anidride carbonica "evitata" ogni anno per l'intera vita dell'impianto fotovoltaico, ovvero per 30 anni, si ottiene il vantaggio sociale complessivo. Nel precedente - 127 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria esempio, l'impianto fotovoltaico durante la sua vita "evita" la produzione di 15.930 Kg di CO2 e facilita il rispetto del Protocollo di Kyoto.L'impatto sul paesaggio. La modularità dei pannelli solari consente di integrare i moduli sulle superfici esistenti delle abitazioni, normalmente sui tetti. L'impatto ambientale e paesaggistico è pertanto nullo.I sistemi fotovoltaici non producono emissioni di nessun tipo e durante la fase di esercizio non emettono gas aventi effetto serra. La produzione di un kWh di energia elettrica da fonte solare, se confrontata con pari produzione energetica da fonti fossili, consente di evitare l’emissione in atmosfera di 0,53 kg di anidride carbonica che e’ uno tra i principali gas responsabili dell’effetto serra, ma le stesse considerazioni possono essere ripetute per le altre tipologie di inquinanti. È comunque vero che, al momento attuale, la potenza installata complessiva degli impianti fotovoltaici su scala globale non e’ sufficiente per poter assicurare un abbattimento apprezzabile delle emissioni inquinanti nell’atmosfera. Perche’ ciò avvenga, e’ necessaria una maggior diffusione della tecnologia in modo da poter ottenere dei benefici concreti. Se la produzione di energia da fonte fotovoltaica presenta un impatto sull’ambiente molto basso, e che e’ limitato agli aspetti di occupazione del territorio o di impatto visivo, la fase di produzione dei pannelli fotovoltaici comporta un certo consumo energetico e l’uso di prodotti chimici. Va considerato però che la maggior parte delle aziende produttrici di componenti fotovoltaici è certificata ISO14000, quindi impegnata a recuperare e riciclare tutti i propri effluenti e residui industriali sotto un attento controllo. Nella fase di dismissione dell’impianto, i materiali di base quali l’alluminio, il silicio, o il vetro, possono essere riciclati e riutilizzati sotto altre fonti.Per quanto riguarda il consumo energetico necessario alla produzione di pannelli, quello che viene chiamato energy pay back time, ovvero il tempo richiesto dall’impianto per produrre altrettanta energia di quanta ne sia necessaria durante le fasi della loro produzione industriale, è sceso drasticamente negli ultimi anni ed è pari attualmente a circa 3 anni. Per i moduli in film sottile, l’energy pay back time scende addirittura a un anno. Questo significa che, considerando una vita utile dei pannelli fotovoltaici di circa 30 anni, per i rimanenti 29 anni l’impianto produrrà energia pulita. - 128 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria TABELLA DELLE EMISSIONI DI CO2 A KW PRODOTTO CO2 INDUSTRIA (Kg/KW) Solare fotovoltaico 0 Incenerimento dei rifiuti solidi urbani 0,94 Impianto tradizionale a carbone 0,9 Impianto a "carbone pulito" 0,8 Impianto tradizionale a gas 0,5 Impianto a ciclo combinato a gas 0,37 Impianto termoelettrico 0,65 Combustione di gas naturale 0,605 Combustione di metano 0,25 Combustione di petrolio 0,855 Olio combustibile 0,72 - 129 - PRODOTTA Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria 1 0,9 0,8 0,7 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2 0,1 0 In So la c. r d ei e fo Im rif to p. vo tra iuti so ltai di z c li Im iona di u o rb p. le an a a i Im "ca ca Im rb p. rb p. tra on one a e d ci cl izio pul o ito n " Im com ale C a p b om ia ga in at bu nto s o st t a e io ne rmo ga s C el om di et g bu as tric st o C om ion nat u ra bu e d le st i m io et ne di ano O lio p co etro m bu lio st ib ile CO2 prodotta Kg/KW GRAFICO DELLE EMISSIONI DI CO2 per KW Industria Quanta CO2 si emette per produrre un kilowattora? 940 grammi da incenerimento rifiuti solidi urbani Italia 900 grammi da impianto tradizionale a carbone 800 grammi da impianti a "carbone pulito" 720 grammi da olio combustibile 650 grammi valore medio Italia 2004 impianti termoelettrici (media da fonti fossili) 530 grammi valore medio Italia 2004 (tutte le fonti) 500 grammi da gas da impianto tradizionale 370 grammi da gas da impianto a ciclo combinato 0 grammi da eolico 0 grammi da solare fotovoltaico 0 grammi da biomasse - 130 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria Quante emissioni di CO2 provocano i vari tipi di centrale elettrica? Secondo un'indagine realizzata presso l'Istituto Paul Scherrer (PSI), ai vari tipi di centrali corrispondono le seguenti emissioni di gas a effetto serra (in g di equivalente CO2 per kWh): lignite: 1 340; carbon fossile: 1 071; petrolio: 855; gas naturale: 605; nucleare: 16; forza idrica: 4; fotovoltaico (p-Si): 193; fotovoltaico (m-Si): 121; vento: 36. Nelle centrali fossili, la maggior parte delle emissioni è provocata direttamente dall'esercizio; nelle centrali nucleari, idroelettriche, fotovoltaiche ed eoliche, invece, esclusivamente dai processi a monte e a valle. Tra questi figurano in particolare la fabbricazione o lo smaltimento degli impianti. Per le centrali nucleari sono stati considerati anche l'estrazione dell'uranio e lo smaltimento delle scorie radioattive. (fonte: axpo) Quanto CO2 emettono i vari tipi di centrali nucleari? In base a un'indagine condotta presso l'istituto Paul Scherrer (IPS), ai vari tipi di centrali elettriche corrispondono le seguenti emissioni di gas a effetto serra (in g di equivalente CO2 per kWh): lignite: 1340; carbon fossile: 1071; petrolio: 855; gas naturale: 605; energia nucleare: 16; forza idrica: 4; fotovoltaico (p-Si): 193; fotovoltaico (m-Si): 121; vento: 36. Nelle centrali fossili la maggior parte delle emissioni proviene direttamente dall'esercizio, mentre per l'energia nucleare, la forza idrica, il fotovoltaico e l'energia eolica esclusivamente dai processi a monte e a valle. Tra questi figurano in particolare la costruzione e lo smaltimento degli impianti. Per l'energia nucleare entrano in gioco anche l'estrazione dell'uranio e lo smaltimento delle scorie radioattive. (fonte: Axpo) Per la produzione netta di un kilowattora da rifiuti si emettono infatti circa 940 grammi di anidride carbonica, contro i 530 della media nazionale (che comprende anche la quota da rinnovabili) e i 650 della sola componente termoelettrica. Si tratta di emissioni più elevate di quelle delle fonti fossili: - 131 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria un impianto tradizionale a carbone emette circa 900 grammi di CO2 per kWh e uno a gas a ciclo combinato circa 370 grammi. "L’Italia, in ritardo rispetto allo sviluppo delle nuove fonti rinnovabili - eolico, solare, biomasse - e in gravi difficoltà per rispettare gli impegni di Kyoto, dovrebbe semmai tassare e non incentivare gli impianti di incenerimento, favorendo invece il riciclaggio ed il compostaggio" ricorda Rossano Ercolini, della Rete Nazionale Rifiuti zero. Da una tonnellata di rifiuti si producono circa 700 kWh e si ricevono mediamente circa 70 euro di incentivi per la produzione di elettricità. Ma una tonnellata di rifiuti incenerita emette circa 0,8 tonnellate di CO2 e riceve pure gli incentivi: se gli impianti dovessero acquistare sul mercato i permessi di emissione, dovrebbero pagare una cifra di 10-15 euro per tonnellata. QUANTA CO2 SI EMETTE PER PRODURRE UN KILOWATTORA? 940 grammi da incenerimento rifiuti solidi urbani Italia 900 grammi da impianto tradizionale a carbone 800 grammi da impianti a "carbone pulito" 720 grammi da olio combustibile 650 grammi valore medio Italia 2004 impianti termoelettrici (media da fonti fossili) 530 grammi valore medio Italia 2004 (tutte le fonti) 500 grammi da gas da impianto tradizionale 370 grammi da gas da impianto a ciclo combinato 0 grammi da eolico 0 grammi da solare fotovoltaico 0 grammi da biomasse. - 132 - Un esempio di realizzazione per l’energia sostenibile: il villaggio fotovoltaico in Alessandria BIBLIOGRAFIA 1 . Alla luce del sole Pubblicazione del Comune di Alessandria in collaborazione con la Consulta per l’edilizia residenziale e le infrastrutture della Provincia di Alessandria 2. Fondamenti teorici e sperimentali di conversione fotovoltaica applicati alle celle solari Prof. Ing. Franco Capua tesi di laurea in Fisica, presso l’università del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro 3. Impianti Solari a norme CEI Groppi, Zuccaro ed. UTET 4. Conversione diretta dell’energia solare in elettricità Robotti UTET 5. Dispositivi elettronici con circuiti integrati Boringhieri 6. Solar electricity Markvart - 133 - ed.Wiley ed. Muller Kamins ed.