INTERP_BETTELHEIM

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L'interpretazione psicoanalitica della favola di Amore e
Psiche
Lo psicoanalista austriaco Bruno Bettelheim (1903-90) nell'opera Il mondo incantato. Uso,
importanza e significati delle fiabe (Milano, Feltrinelli, 1977, pp. 280-83) analizza l'episodio di
Amore e Psiche con l'apporto dell'antropologia culturale e della psicoanalisi, per individuare i significati più reconditi celati nella forma letteraria delle fiabe, già studiata dal critico strutturalista
Vladimir Jakovlevi Propp, nel suo saggio Morfologia della fiaba (1928).
Secondo Bettelheim, la tradizione occidentale delle favole sullo sposo-animale, il cui protagonista
(spesso un'eroina) è costretta a sposarsi con un individuo dalle sembianze animalesche, ha inizio
con la storia di Cupido e Psiche, anche se Apuleio si rifà a fonti più antiche. In questo genere di
favole, il cui esempio oggi più noto è La Bella e la Bestia (pubblicata nel 1740), frequentemente
l'animale è di sesso maschile, di aspetto disgustoso e feroce, e può essere liberato dall'incantesimo
solo dall'amore di una donna. L'interpretazione psicoanalitica identifica nel racconto la
rappresentazione del cambiamento, da parte della giovane donna, del suo modo di vedere la
sessualità maschile.
«Benché in Cupido e Psiche Cupido sia un dio, la storia ha importanti elementi in comune con le storie del ciclo dello
sposo-animale. Cupido rimane invisibile a Psiche. Ingannata dalle sue malvagie sorelle maggiori, Psiche crede che il
proprio amante - e con lui il sesso - sia ripugnante [...]. Le frecce di Eros accendono incontrollabili desideri sessuali. La
fiaba di Apuleio usa il suo nome latino, Cupido, ma i due nomi alludono entrambi ai desideri sessuali. In greco Psiche
significa "anima". In Cupido e Psiche il neoplatonico Apuleio trasformò quella che probabilmente era un'antica favola
greca su un'incantevole fanciulla, sposata con un mostro serpentiforme, in un'allegoria che, secondo Robert Graves
(Apuleius Madaurensis: The transformations of Lucius, New York, Farrar, Straus & Young, 1951), simboleggia il
progresso dell'anima razionale verso l'amore intellettuale. Ciò è vero, ma quest'interpretazione manca di rendere piena
giustizia alla ricchezza della storia. In primo luogo, la predizione che Psiche sarà portata via da un orribile serpente
esprime visivamente le informi angosce sessuali della fanciulla priva di esperienza. Il corteo funebre che accompagna
Psiche al suo destino suggerisce la morte della verginità, una perdita non facilmente accettata. La prontezza con cui
Psiche si lascia convincere a uccidere Eros, con cui coabita, indica i forti sentimenti negativi che una ragazza adolescente
può provare contro colui che le ha strappato la verginità. L'essere che ha ucciso la vergine innocente, che era in lei,
merita in qualche misura di essere privato della sua virilità - così come lei è stata privata della sua verginità - e questo è
simboleggiato dal piano di Psiche di tagliare la testa di Eros».
Secondo Bettelheim la piacevole ma monotona vita nel palazzo dove Psiche era stata depositata
dal vento e dove tutti i suoi desideri erano esauditi suggerisce una vita essenzialmente narcisistica,
una dimensione ancora infantile e autoreferenziale; malgrado il significato del suo nome, nella
fanciulla l'autocoscienza non sarebbe ancora matura:
«Gli innocenti trastulli sessuali sono assai diversi dall'amore maturo basato sulla conoscenza, sull'esperienza e anche sul
dolore. La storia ammonisce che non si conquista la saggezza con una vita di facile piacere. Psiche cerca di giungere alla
conoscenza quando - ignorando l'avvertimento ricevuto - lascia cadere la luce su Eros. Ma la storia ammonisce che
cercare di conseguire la conoscenza prima di essere abbastanza maturi per essa, o tramite delle scorciatoie, ha
conseguenze di vasta portata; non è possibile ottenere la conoscenza di colpo. Desiderando una coscienza matura,
l'individuo mette a repentaglio la propria vita, come succede a Psiche quando tenta di uccidersi spinta dalla disperazione. Le incredibili avversità che Psiche deve sopportare suggeriscono le difficoltà che l'uomo incontra quando le
più nobili qualità psichiche (Psiche) devono sposarsi alla sessualità (Eros). Non è l'uomo fisico, ma quello spirituale, che
deve rinascere per diventare pronto per il matrimonio fra la sessualità e la saggezza. Ciò è rappresentato da Psiche che
deve discendere nell'oltretomba e ritornarvi; il connubio fra i due aspetti dell'uomo richiede una rinascita».
Secondo Bettelheim, il processo di maturazione non riguarda solo Psiche; anche Eros deve
crescere, superando la sua fatua leggerezza e la sua irresponsabilità: egli «raggiunge un superiore
stato di coscienza soltanto dopo essere stato ferito da Psiche, e si commuove quando viene a
conoscenza delle sue traversie». In genere lo sposo-animale ha un aspetto animalesco: è un orso (in
Biancaneve e Rosarossa), un porco (nel Re porco di G. F. Straparola), un ranocchio (nel Principe
ranocchio dei fratelli Grimm) o serpente (nella favola narrata da G. B. Basile), ed è in ogni caso
repellente. Cupido invece mantiene il suo aspetto affascinante e le sue caratteristiche divine; è
soltanto Psiche che, fuorviata dall'oracolo e dalle sue malvagie sorelle - o dalla propria angoscia
sessuale - immagina che egli sia un animale. Nella favola di Apuleio ci si imbatte, inoltre, per la
prima volta nel motivo, che avrà ampio sviluppo nella fiaba di Cenerentola, delle due sorelle
maggiori il cui perfido comportamento è determinato dalla gelosia per la sorella minore, che è più
bella e virtuosa di loro.
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