AllA3PianoIttico2011-2015

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Piano di Bacino Ittico Provinciale
2011-2015
Parte Terza: Programmazione
La Provincia esercita la gestione della fauna ittica attraverso il Piano Ittico Provinciale secondo
l’art.10 della Legge Regionale 22 febbraio 1993 n.11 e successive modifiche.
Detto Piano ripropone e specifica, a livello di bacino, i contenuti più generali del Piano Ittico
Regionale (P.I.R.) redatto in riferimento all’art..7 della Legge Regionale 22 febbraio 1993 n.11:
“Tutela e sviluppo della fauna ittica e regolazione della pesca in Emilia Romagna”, approvato con
Deliberazione dell’Assemblea Legislativa Regionale del 3 aprile 2007, n. 107.
ZONE DI GESTIONE ITTICA
Ai fini della gestione ittica, il territorio provinciale viene suddiviso in 2 Zone omogenee, l’una
corrispondente al “Parco Regionale del Delta del Po” e l’altra con la restante porzione ovvero il
bacino “Burana-Po di Volano”.
1) Bacino ittico del “Parco Regionale del Delta del Po” è il territorio entro il quale vige il
Regolamento Provinciale di cui alla Deliberazione del C.P. nn. 48/28274 del 24.05.2001 relativo alla
pesca sportiva e ricreativa e alla disciplina dei capanni da pesca, modificata con Deliberazione C.P.
nn. 69/51486 del 10/07/2002, approvato in conformità ai relativi Indirizzi emanati dal Consorzio del
Parco.
La piena applicazione della suddetta regolamentazione potrà trovare attuazione esclusivamente a
seguito dell’entrata in vigore dei Piani Particolareggiati Comunali previsti all’art.8 – punto 1 – del
Regolamento Provinciale, fatta salva l’applicazione della vigente normativa in materia.
Per quanto riguarda l’attività di pesca professionale, si rimanda agli appositi Indirizzi e Regolamenti
applicativi in materia, di competenza dell’Ente Parco stesso.
2) Bacino ittico “Burana-Po di Volano”,
meglio descritto nel paragrafo dedicato alle
caratteristiche idrauliche nella Parte Prima del presente Piano, con esclusione del territorio del Parco
Regionale del Delta del Po di cui al precedente punto 1).
SPECIE DELLE QUALI E’ CONSENTITA LA PESCA
Le specie delle quali è consentita la pesca nelle acque interne della provincia di Ferrara sono quelle
previste dalla vigente normativa regionale in materia, con particolare riferimento al Regolamento
regionale 16 agosto 1993, n. 29 modificato dal Regolamento regionale 5 aprile 1995, n. 17 e dal
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Regolamento regionale 3 aprile 1998, n. 9 e succ. mod. e int.
Nella nuova Carta Ittica Provinciale, in applicazione della normativa Comunitaria Europea sarà
espressamente vietato l’utilizzo dell’anguilla (viva o morta) come esca.
OBIETTIVI E LINEE GUIDA
Le particolari caratteristiche della rete idrica e delle zone umide ferraresi, la complessità degli aspetti
di gestione idraulica, la necessità di tutela della flora e della fauna tipiche delle nostre acque, con
particolare riferimento alle popolazioni ittiche, le problematiche connesse all’approvvigionamento
idrico dei canali di bonifica e alla qualità delle acque stesse, l’opportunità di mantenere
costantemente aggiornata la conoscenza del territorio nonché i rapporti di collaborazione con le
Autorità Idrauliche competenti, con le Associazioni Piscatorie Provinciali, con il mondo del
Volontariato e con i Pescatori locali sono tra i principali elementi che dovranno ispirare la politica
della Provincia di Ferrara per la gestione delle acque interne ai fini della pesca nei prossimi anni,
attraverso il documento programmatico di riferimento costituito dal presente Piano Ittico Provinciale,
che continua ed integra il precedente.
Il Piano Ittico di Bacino della Provincia di Ferrara del prossimo quinquennio dovrà, quindi,
perseguire i seguenti obiettivi generali:

tutela della biodiversità negli ambienti acquatici

tutela e incremento della fauna ittica autoctona

attuazione di forme di pesca sportiva e ricreativa che valorizzino il patrimonio ambientale e
culturale del territorio ferrarese

contrasto della crisi economica in atto attraverso il monitoraggio della pesca professionale

valorizzazione di tutte le forme di pesca ecocompatibili, ovvero la “Pesca per Tutti”.
Allo scopo di raggiungere tali obiettivi generali, verranno seguite le seguenti linee guida e relative
azioni:
 Studio e monitoraggio della fauna ittica, attraverso la prosecuzione della collaborazione
dell'Università degli Studi di Ferrara, al fine di basare la tutela della fauna ittica e la
gestione della pesca nelle acque interne nella provincia di Ferrara su basi rigorosamente
scientifiche.
 Monitoraggio della salute della fauna ittica, attraverso la prosecuzione della
collaborazione del Servizio Veterinario dell'AUSL di FE.
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 Tutela della fauna ittica autoctona, sia attraverso l'istituzione di idonee zone di
protezione (previa bonifica dalle specie alloctone invasive), di zone di “cath & release”,
sia attraverso appositi mirati ripopolamenti ittici, certificati dal punto di vista igienicosanitario, con specie autoctone effettuati su basi scientifiche (puntando in particolare
sull'anguilla, specie dichiarata in via di estinzione in ambito comunitario).
 Controllo e limitazione delle specie ittiche alloctone invasive, attraverso la prosecuzione
degli appositi piani provinciali, la collaborazione dei pescatori di mestiere (previa
organizzazione di appositi corsi di formazione gratuiti), l'individuazione di bacini di
stoccaggio ittico in acque idonee, in cui favorire forme di pesca sportiva alle singole specie
alloctone.
 Monitoraggio della pesca di mestiere, soprattutto nell'ambito del mondo giovanile, anche
per far fronte alla crisi economica in atto e al conseguente aumento delle licenze di pesca
nel settore.
 Collaborazione con il Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara, attraverso la
prosecuzione del “Protocollo d'Intesa” sottoscritto nel 2008, per assicurare nei canali un
livello minimo vitale per la vita dei pesci.
 Collaborazione con l'Associazionismo Ittico, attraverso l'aggiornamento annuale delle
convenzioni con le Associazioni Piscatorie Provinciali riconosciute, dando maggiore
visibilità esterna e corretta informazione pubblica relativamente all'opera dei volontari, ed
attivando tutte le forme di pesca sportiva e ricreativa sostenibili nei vari ecosistemi
acquatici (carpfishing, catfishing, spinning, bilancella, ecc.)
 Collaborazione con il Consorzio del Parco del Delta del Po Regione Emilia-Romagna,
per la piena applicazione del “Regolamento per la Pesca Sportiva e Ricreativa nel Parco
Regionale del Delta del Po ed aree limitrofe”, con particolare riferimento alla tutela della
risalita del novellame dal mare alle valli interne attraverso i canali adduttori, con la
collaborazione dell'Università di FE e l'Associazione Italiana Pesca Sportiva e Ricreativa di
RA.
 Realizzazione di iniziative didattiche di educazione ambientale sul campo, soprattutto
rivolte agli studenti, ai bambini e loro famiglie, ai giovani e alle persone diversamente abili
(realizzazione di Campi di Gara per ragazzi sul modello della Fossa Lavezzola di Berra, di
tratti riservati alla pesca da parte di persone diversamente abili sul modello del Canale
Nuovo di Baura, ecc.).
 Rilancio a livello nazionale ed internazionale del Campo di Gara permanente sul
Canale Circondariale, al termine degli interventi di ripristino idraulico e della viabilità, in
collaborazione con i Comuni di Ostellato e di Portomaggiore, anche in previsione dei
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Campionati Mondiali di Pesca nel Ferrarese previsti nell’agosto 2011.
 Informazione e comunicazione in forma permanente su tutte le attività nel settore della
pesca nelle acque interne (studi, monitoraggi, recuperi e ripopolamenti ittici, iniziative,
ecc.), utilizzando su larga scala gli strumenti informatici (Web, Sito Istituzionale della
Provincia, ecc.), nonché sfruttando appositi spazi delle emittenti televisive locali e
dell'Ente.
 Promozione del territorio ferrarese, del suo patrimonio ambientale, architettonico,
eno-gastronomico, storico-culturale, attraverso lo sviluppo di adeguate forme di
“pescaturismo” nelle antiche “vie d'acqua” (Fiume Po, Po di Volano, Primaro, Canale di
Burana, Canale Boicelli, ecc.), da organizzare in collaborazione e sinergia con i Servizi
Provinciali Agricoltura e Turismo nonché con i Comuni, e da candidare sui finanziamenti
della Regione Emilia-Romagna nell'ambito dei “Progetti Finalizzati Pesca”.
Il nuovo Piano Ittico Provinciale sarà all'insegna dello slogan “Pesca per Tutti”, per la corretta
regolamentazione e idonea valorizzazione di tutte le forme di pesca che appassionano e interessano i
18.000 pescatori che frequentano le acque ferraresi: Pesca al colpo e con la Bilancella, Spinning,
Carp fishing, Cat fishing, Pesca di mestiere, Pesca per diversamente abili, Pesca da Bilancione fisso,
Pesca per bambini, studenti e famiglie, Pescaturismo in senso lato e in tutte le sue forme.
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AZIONI PROGRAMMATE
Favorire la presenza di idonei livelli di acqua nei canali
Il primo e, ovviamente, principale aspetto da affrontare per impostare correttamente una
programmazione concretamente mirata alla tutela della fauna ittica e alla gestione della pesca nel
Ferrarese è certamente rappresentato dall’esigenza irrinunciabile di avere presenza di acqua nei
canali: ciò, nel nostro territorio, è tanto banale ad enunciarsi, quanto drammatico nella realtà!
La capillare rete idraulica è, infatti, costituita da canali di bonifica che assolvono le primarie funzioni
pubbliche di scolo e di irrigazione dei terreni. Tali fondamentali finalità primarie hanno come effetto
la “messa in asciutta”, a partire dal periodo tardo estivo- autunnale, della maggior parte dei canali da
parte del Consorzio di Bonifica, con conseguente sofferenza (e purtroppo, talvolta, scomparsa) della
fauna ittica che in essi vive e si riproduce.
Negli ultimi anni, ingenti sono stati gli sforzi della Provincia, con la collaborazione dei Volontari
dell’ARCI Pesca di Ferrara attraverso apposita convenzione, per il recupero della fauna ittica in
difficoltà ed il successivo rilascio in zone non interessate dal fenomeno. Contemporaneamente la
Provincia ha intensificato i rapporti di collaborazione con tutti i Consorzi di Bonifica (ancora prima
che essi venissero fusi nell’attuale unico Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara) che, sempre più
sensibili al problema della tutela della fauna ittica (seppure non rientrante nelle proprie attività
istituzionali), hanno dapprima migliorato le forme di informazione preventiva sui tratti interessati
alle operazioni idrauliche necessarie, impegnandosi poi, attraverso la stipula di apposite convenzioni,
trasformate successivamente in specifico “Protocollo d’Intesa”, anche a mantenere in alcuni canali
idonei livelli idrici minimi, adatti a consentire la sopravvivenza della fauna ittica anche durante i
periodi invernali.
Si è provveduto, sempre grazie alla collaborazione dei Consorzi di Bonifica, all’aggiornamento
dell’elenco dei corsi d’acqua del territorio provinciale non soggetti ad operazioni di “messa in
asciutta”, punto di riferimento irrinunciabile per la successiva individuazione dei vincoli di
protezione, dei tratti da adibire ai ripopolamenti ittici (rigorosamente non vengono, infatti, effettuati
ripopolamenti ittici se non in corsi d’acqua che non vanno mai in asciutta!) e alle varie forme di
pesca sportiva, ricreativa e di mestiere. La “Carta dei corsi d’acqua non soggetti a messa in asciutta”
è il principale punto di riferimento per la programmazione in materia, e dovrà costantemente essere
monitorata ed aggiornata ai fini della definizione e successiva modifica di tutti i vincoli in materia di
pesca nelle acque interne. Contestualmente si è avviata, sempre con la collaborazione dei Consorzi di
Bonifica, l’individuazione di altri canali, interessati ad operazioni di messa in asciutta che, attraverso
l’attuazione di appositi interventi, da finanziarsi anche su esercizi di bilancio pluriennali, potranno
evitare in futuro tali manovre idrauliche.
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E’ evidente che la questione è di vitale importanza, e che il principale obiettivo da perseguire per
affrontare correttamente il problema attraverso il rinnovo del Protocollo d’Intesa con l’attuale
Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara, sarà quello di incrementare il numero dei corsi d’acqua nei
quali le caratteristiche ambientali siano favorevoli alla vita della fauna ittica, come previsto dalla
normativa regionale secondo la quale la conservazione, l’incremento e il riequilibrio biologico delle
specie ittiche d’interesse ambientale e piscatorio deve avvenire in primo luogo tramite “la
salvaguardia delle caratteristiche fisico-chimiche delle acque, anche in riferimento alle direttive
CEE vigenti in materia”.
Il Piano di Tutela delle Acque attivato dalla Regione Emilia-Romagna è lo strumento di
pianificazione volto al raggiungimento degli obiettivi di quantità e di qualità ambientale delle acque
fissati dalle Direttive Europee (Dir. 2000/60/CE, integrate nella normativa italiana col Decreto Lgs.
152/99 e successive modifiche), secondo un approccio integrato che consideri non solo gli aspetti di
carattere tipicamente qualitativo, ma anche quelli quantitativi come appunto il minimo deflusso
vitale.
Mantenere costante l’attenzione sulla qualità dell’acqua
Un altro fattore di evidente, ovvia importanza per la vita della fauna ittica è la qualità delle acque.
Anche se il miglioramento e il controllo della qualità delle acque non è materia del presente Piano
Ittico, è comunque incontrovertibile che l’attenzione costante su tale parametro sarà uno dei
principali elementi su cui fondare gli sforzi di tutela della fauna ittica e le scelte per la gestione della
pesca.
Negli anni passati sono state avviate campagne di monitoraggio con la collaborazione dell’ARPASezione di Ferrara, al fine di mettere a punto idonei “test di ittiotossicità”, anche con l’utilizzo del
metodo dei “Pesci sentinella” in alcuni corsi d’acqua particolarmente significativi, che hanno messo
in evidenza le interrelazioni tra le popolazioni ittiche e la qualità delle acque.
Sarà, quindi, opportuno rapportarsi costantemente alle attività dei Servizi competenti della Provincia
per quanto riguarda il Piano di Tutela delle Acque, soprattutto dal punto di vista della qualità delle
acque e dei livelli minimi vitali per la vita dei pesci.
Va comunque sottolineato che lo stato di grave squilibrio che caratterizza la comunità ittica delle
nostre acque, al contrario di quanto si potrebbe ipotizzare, non deriva tanto da un peggioramento
della qualità chimica delle acque, che negli ultimi quindici anni si è mantenuta presumibilmente
stabile nella maggior parte dei canali, se non addirittura migliorata (dati ARPA 2003), quanto
piuttosto da interventi e dalla gestione idraulica dei canali in relazione all’aumento del rischio di
piena, dall’eliminazione di ogni elemento naturale dagli stessi, dal diserbo e dal taglio sistematico
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della vegetazione che hanno favorito la colonizzazione delle specie alloctone in grado di adattarsi
divenendo invasive e causato la quasi totale scomparsa di molte autoctone come la Tinca, la
Scardola, il Luccio e l’Alborella.
Il miglioramento delle condizioni ambientali dei corsi d’acqua dipende quindi anche dalla presenza
di vegetazione acquatica, che con le proprie capacità di depurazione, può contribuire in maniera
significativa alla riduzione degli inquinanti, senza tralasciare il fatto che essa costituisce l’habitat di
deposizione, di rifugio dai predatori e di alimentazione per molte specie di fauna ittica. Per tale
motivo uno dei principali obiettivi sarà quello di adeguare il Protocollo d’Intesa con il Consorzio di
Bonifica Pianura di Ferrara e gli altri Enti coinvolti nel governo idraulico, inserendo l’impegno di
mantenere e favorire, in tratti di canali di particolare interesse ambientale e ittico e
compatibilmente con le esigenze idrauliche, la naturale vegetazione spontanea palustre, arbustiva e
arborea, nonché di favorire interventi di ingegneria naturalistica e di riforestazione, adatti a
migliorare le caratteristiche ambientali della rete idrica a fini di tutela e incremento della fauna ittica
pregiata autoctona. Un ulteriore elemento per favorire la crescita spontanea della vegetazione
acquatica sarà un attento monitoraggio della Carpa erbivora, evitandone l’ulteriore diffusione nelle
acque pubbliche.
Favorire la conoscenza della fauna ittica
Per tutelare e gestire correttamente un patrimonio è innanzitutto necessario conoscerlo a fondo e
mantenere costante il monitoraggio della sua consistenza e della sua evoluzione. Tali princìpi
dovranno ispirare anche in futuro qualsiasi forma di tutela e gestione del patrimonio ittico
provinciale, proseguendo nella positiva esperienza intrapresa da decenni dalla Provincia, attraverso
la stipula di apposita convenzione con l’Università degli Studi di Ferrara che, approfondendo gli
studi e le ricerche condotti dagli Esperti del Dipartimento di Biologia Evolutiva, hanno permesso di
mantenere costante l’aggiornamento dell’elenco delle specie ittiche presenti nelle acque interne del
territorio ferrarese, nonché fornire un quadro relativo alla dinamica delle varie popolazioni.
Da tali basilari informazioni sono state, pertanto, ricavare le linee guida di tutela delle specie più rare
(quali la Tinca, ormai scomparsa, e il Luccio, in timida ma documentata ripresa in alcuni siti
particolarmente idonei) o in pericolo di estinzione (come lo Storione e l’Anguilla, nell’intero bacino
europeo), gli interventi per la loro reintroduzione od incremento, la delimitazione dei tratti di
protezione ittica e dei periodi di divieto temporaneo di pesca, l’attivazione di tecniche efficaci e
mirate per i ripopolamenti ittici e quelle per contrastare l’invasione delle specie alloctone, nonché
tutte le attività specifiche di progettazione finalizzata alla pesca. Anche negli anni futuri sarà,
pertanto, mantenuta la convenzione con l’Università per lo studio, la ricerca e il monitoraggio
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continuo della fauna ittica in rapporto alla qualità delle acque.
Oltre alle classiche linee di ricerca e monitoraggio ormai consolidatesi nei decenni, si intende
approfondire il tema della risalita del novellame dal mare alle zone umide dell’entroterra, per
l’importanza che esso riveste nell’ambito della salvaguardia delle popolazioni di alcune specie,
nonché nell’indirizzo delle scelte della Provincia che annualmente deve individuare i periodi e le
modalità del “fermo pesca temporaneo” nel comprensorio del Parco del Delta del Po.
Nel campo della conoscenza della fauna ittica in rapporto alle acque del Ferrarese è sempre
determinante la raccolta e l’elaborazione di informazioni e segnalazioni fornite dai pescatori stessi,
attraverso le Associazioni Ittiche, che saranno realizzate, come già avvenuto in diverse occasioni,
attraverso la predisposizione e la distribuzione capillare di apposite schede tecniche che, una volta
riconsegnate al personale incaricato, permetteranno di fornire utili segnalazioni e riferimenti
specifici.
Parimenti sarà favorito anche il monitoraggio della salute della fauna ittica, attraverso la
prosecuzione della collaborazione del Servizio Veterinario Provinciale dell'AUSL di FE e
dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia di Cassana.
Il controllo e la limitazione delle specie ittiche alloctone
Il costante monitoraggio della fauna ittica condotto nel corso degli anni attraverso la collaborazione
con l’Università degli Studi di Ferrara ha permesso di avere a disposizione un quadro dettagliato
delle presenze e della consistenza delle varie specie di pesci in rapporto alle nostre acque interne, dal
quale emerge chiaramente l’incremento costante di specie “non autoctone” o “alloctone”, le quali
entrano in competizione con le specie autoctone e più “pregiate”, arrecando squilibri negli ecosistemi
acquatici. Delle 36 specie di pesci che attualmente si registrano nelle nostre acque, solamente 13
sono autoctone, mentre le restanti 23 sono di origine alloctona. Nella rete idrica dei canali di
bonifica il 96% della biomassa totale della comunità è costituito da specie alloctone introdotte in
tempi più o meno recenti.
La Legge Regionale n. 11/’93, art. 13, comma 3 prevede, tra l’altro, la possibilità per le Province di
organizzare interventi volti alla cattura di specie ittiche anche al fine di ridurre le presenze che
determinano situazioni di squilibrio biologico; parimenti il Piano Ittico Regionale vigente attribuisce
particolare rilevanza, ai fini della tutela e del ripristino delle specie ittiche tipiche delle acque
regionali, al controllo delle specie alloctone con maggiore incidenza sull’ecosistema, ed in
particolare del Siluro d’Europa; la Deliberazione della Giunta della Regione Emilia-Romagna n.
1574 del 3/7/1996 adotta specifici provvedimenti tesi a limitare e contenere la presenza del Siluro
d’Europa nelle acque interne regionali.
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Anche nel corso dell’ultima Assemblea Nazionale dell’A.N.M.I. (Associazione Nazionale Musei
Scientifici Italiani), svoltasi a Ferrara dal 17 al 19 novembre 2010 tutti gli esperti del settore hanno
concordato senza eccezioni e fermamente nel riconoscere nell’invasione delle specie alloctone la
principale causa di perdita della biodivestità negli ambienti naturali di tutto il mondo,
raccomandando con forza a chi ha a cuore la salvaguardia della biodiversità (nell’Anno
Internazionale della Biodiversità proclamato per il 2010 a livello mondiale dall’ONU) di mettere in
atto tutte le strategie possibili per arginare tale “disastro ecologico”, anche se la loro eradicazione
definitiva dalle aree non di origine appare ormai impossibile da attuare.
L’obiettivo di limitare comunque le specie maggiormente invasive, come il Siluro europeo e il
Gambero rosso della Louisiana, dovrà quindi essere perseguito mediante l’intensificazione delle
azioni di cattura e controllo e il successivo allontanamento dalle nostre acque, favorendo anche la
costituzione di apposite squadre di “pescatori volontari – coadiutori” che, sotto il coordinamento
delle Associazioni Ittiche Provinciali e la vigilanza delle Guardie Provinciali e Volontarie, attuino la
limitazione di queste specie.
Pertanto le attività di limitazione e contenimento suddette saranno quelle elencate dalla normativa
regionale in vigore, che attualmente prevede per il Siluro d’Europa:
a) divieto assoluto di reimmissione del pescato nelle acque pubbliche (attualmente in provincia
di Ferrara i Siluri pescati e/o recuperati possono essere recapitati esclusivamente negli
appositi bacini di raccolta e stoccaggio di proprietà della Provincia e situati nei pressi delle
Anse Vallive di Ostellato);
b) assenza di limitazioni di misure e di quantitativi giornalieri e stagionali;
c) le Province possono individuare e delimitare zone di corsi d’acqua ove sia accertata una
particolare infestazione di siluro, nelle quali autorizzare, mediante appositi accordi con i
pescatori professionali e con le Associazioni Piscatorie, l’uso della rete a strascico, ed altri
attrezzi tecnicamente idonei per tale pesca, con esclusione dei periodi in cui si realizza la
riproduzione naturale delle specie autoctone;
d) le Province indicano altresì, oltre ai campi di gara permanenti e temporanei istituiti,
ulteriori corpi idrici nei quali favorire e consentire, con la collaborazione delle Associazioni
Piscatorie, gare di pesca al Siluro (vengono individuati idonei a tal fine i suddetti bacini di
raccolta e stoccaggio dei Siluri di proprietà della Provincia e situati nei pressi delle Anse
Vallive di Ostellato, oltre ad altri che potranno essere individuati dalla Provincia purché non
assimilabili ad “acque pubbliche” nelle quali vige il divieto di cui alla precedente lettera a);
e) i Siluri prelevati secondo le varie modalità sopra illustrate non possono essere reimmessi. A
tal fine le Province acquisiscono bacini per la raccolta e lo stoccaggio del Siluro (oltrechè
del Carassio e del Carassio dorato), in modo tale da consentirne la commercializzazione, in
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caso di richiesta del mercato, e in caso di mancata richiesta, provvedono allo smaltimento a
norma di legge;
f) divieto di immissione del Siluro negli allevamenti e nei laghetti di pesca a pagamento.
Per quanto riguarda il Gambero rosso della Louisiana, nella nostra provincia questa specie
(diffusasi in Europa a partire dalla Spagna e giunta nel Delta del Po intorno agli anni ’80 del
secolo scorso) cresce e si riproduce con successo per tutto l’arco dell’anno, presentando
popolazioni stabili e ben strutturate, praticamente diffuse nella maggior parte del territorio; le
preferenze vanno proprio per i canali di bonifica sottoposti a secca stagionale, le cui condizioni
idrologiche sono paragonabili a quelle delle piane alluvionali del fiume Mississipi, da cui
proviene. Recenti studi (Aquaprogram s.r.l. Ecologia Applicata e Gestione dell’Ambiente,
2009), volti ad indagare gli effetti della pesca sulla densità di popolazione di questo crostaceo
in un canale di bonifica (scelto a titolo sperimentale nella Fossa Masi), nonché finalizzati a
individuare canali di mercato efficaci a smaltirne la biomassa (la sua raccolta è sostenibile
come metodo di controllo solamente se si avvera la possibilità di sfruttare commercialmente gli
esemplari catturati per rivenderli nei mercati ittici), hanno portato alle seguenti conclusioni:
-
tra aprile e luglio si registra un aumento complessivo di densità e biomassa, un calo
repentino in agosto e una ripresa molto intensa a settembre;
-
a causa della notevole capacità di movimento della specie non si notano differenze
significative relativamente agli effetti della pesca dovuti ai diversi sforzi: ciò porta a
dedurre che se si vuole avere un impatto significativo sui popolamenti andranno
esercitati sforzi prolungati e che interessino aree molto estese e contigue dei canali;
-
la specie può essere controllata demograficamente se sottoposta a forte pressione di
pesca;
-
i mercati ittici della nostra zona deltizia non si occupano della commercializzazione del
Gambero rosso della Louisiana;
-
la specie è piuttosto richiesta nel Centro (lago di Massaciuccoli in Toscana, lago
Trasimeno in Umbria) e Sud Italia;
-
alcune richieste del mercato si registrano anche nella zona di Parma e Modena e in
alcune località lungo il corso del fiume Po.
Facendo tesoro di queste considerazioni, e poiché nella zona d’origine le carni del Gambero rosso
della Louisiana sono considerate di pregio e molto apprezzate per il caratteristico gusto delicato, sarà
opportuno favorire la pesca della specie, anche da parte dei pescatori di professione, indirizzandoli
sui mercati ove si registra un’apprezzabile richiesta, favorendo la sua diffusione anche nella nostra
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zona nelle pescherie, nei mercati settimanali e, perché no?, anche nelle sagre paesane, al fine di
sfruttare appieno la buona qualità e gli ottimi valori nutrizionali delle carni (la “Sagra del Gambero
rosso” ancora manca nel seppur vastissimo panorama ferrarese!).
Le indagini su questo crostaceo condotte anche dall’Università degli Studi di Ferrara hanno messo in
evidenza come il Pesce gatto sia un predatore naturale molto efficace nel contenimento della
diffusione del Gambero rosso, tanto dannoso ed infestante soprattutto nelle nostre risaie.
La tutela della fauna ittica tipica delle acque interne del Ferrarese
Ai fini della tutela e incremento della tipica fauna ittica del territorio ferrarese, oltre che la
continuazione degli interventi di limitazione delle specie alloctone come prevede la normativa
vigente, andranno favoriti anche quegli interventi volti alla conservazione, alla reintroduzione, al
ripopolamento delle specie autoctone più interessanti delle nostre acque. La conservazione delle
varie specie sarà attuata con l’istituzione di zone di tutela o di zone speciali di pesca nei corsi
d’acqua rivelatisi più idonei a seguito di apposite indagini scientifiche, nonché con l’approvazione di
misure, anche temporanee, di divieto di pesca, come nel caso del periodo di “risalita” del novellame
nei canali adduttori dal mare alle valli o come nel caso del periodo di risalita della Cheppia, che
verranno adottati di anno in anno in base agli andamenti climatici che determinano i flussi migratori
e ai risultati delle apposite ricerche condotte dall’Università.
I ripopolamenti di fauna ittica, che dovranno seguire i criteri e i metodi scientifici rivelatisi più
efficaci nel corso delle campagne di studio e monitoraggio dell’Università, avranno come obiettivo
l’incremento delle popolazioni naturali o la reintroduzione di specie in forte pericolo di estinzione,
come nel caso dell’Anguilla. Nell’ambito della tutela della fauna ittica, fondamentale è l’attività di
Vigilanza, sia d’Istituto che Volontaria, da favorire attraverso l’organizzazione di appositi corsi ed
esami di abilitazione, e da coordinare attraverso la stipula di apposite convenzioni, come già avviene
negli ultimi anni sotto il coordinamento del Corpo di Polizia Provinciale.
Zone di Protezione della Fauna Ittica
La fondamentale questione della salvaguardia delle specie ittiche autoctone impone, tra le varie
misure da adottarsi, l’istituzione di zone soggette a particolari restrizioni finalizzate a impedire o
limitare la pressione di pesca sulle varie specie. Tali vincoli saranno individuati in dettaglio nella
apposita “Carta Ittica Provinciale”, da approvarsi da parte della Giunta Provinciale successivamente
al presente Piano.
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Le Zone di Ripopolamento e Frega (Z.R.F.) sono da considerare aree di fondamentale importanza
per le specie ittiche autoctone, in quanto sono istituite con lo scopo fondamentale di consentire
l’acclimatazione, la crescita e la riproduzione degli individui immessi a sostegno delle popolazioni
locali e fornire poi soggetti per il ripopolamento di altri tratti. La soluzione più auspicabile in questo
senso consiste nell’utilizzo degli individui nati in loco per la costituzione di uno stock di riproduttori
da utilizzare a fini di ripopolamento. Sono pertanto da salvaguardare in termini di qualità
dell’ambiente per evitare il deterioramento e la scomparsa di quelle caratteristiche di naturalità che
ne hanno determinato l’istituzione. Nelle Zone di Ripopolamento e Frega (Z.R.F.) sono vietate sia la
pesca sia le attività che arrechino danno o disturbo alla fauna ittica.
Le Zone di Protezione Integrale (Z.P.I.), implicano invece la salvaguardia di ecosistemi di
particolare interesse per la loro valenza ecologica e didattica.
Le Zone di Protezione delle Specie Ittiche di pregio (Z.P.S.I.), si propongono la tutela di specie di
particolare interesse e in declino, per le quali è vietata la pesca. Tra queste ricordiamo in particolare
il Luccio e l’Anguilla, tra le più significative della nostra ittiofauna; si ricorda che, comunque, in tali
zone di protezione, la pesca alle altre specie è consentita nelle modalità e nei termini di legge.
Nelle suddette zone di protezione della fauna ittica andranno prioritariamente indirizzati gli sforzi e
le azioni di controllo e limitazione delle specie alloctone.
Zone a Regime Speciale di Pesca
La diffusa sensibilità nei confronti dell’ambiente e della necessità di salvaguardia e benessere della
fauna ittica autoctona, ha portato negli ultimi anni alla pratica del metodo del “catch & release” o
“no kill” che prevede il rilascio immediato del pesce catturato. Tale forma di pesca, a basso impatto
sia sull’animale che sull’ambiente, permette di mantenere pressoché inalterate le presenze numeriche
delle specie autoctone presenti all’interno del corpo idrico.
Poiché l’integrità fisica dell’animale è comunque una prerogativa indispensabile alla sua
sopravvivenza dopo la reimmissione nel corso d’acqua, la pratica suggerisce alcune misure
preventive, quali:
. l’utilizzo di amo senza ardiglione ( no kill) od eventualmente con micro- ardiglione;
. l’utilizzo di accorgimenti atti a prevenire ferite o lesioni cutanee durante le operazioni di slamatura
(materassini di slamatura);
. l’utilizzo di guadino per salpare il pesce di dimensioni adeguate;
. l’utilizzo di retini e sacche per la detenzione temporanea del pesce adeguati al quantitativo
pescato;
. una pasturazione ridotta al minimo con l’utilizzo di composti naturali facilmente biodegradabili e
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facilmente digeribili da parte dei pesci che se ne cibano.
L’istituzione di tali zone sarà attuata in tratti di pregio, sia per la fauna ittica presente che per le
condizioni ambientali. Una delle specie che si presta a questo tipo di pesca è quella al Luccio;
pertanto, nella nuova Carta Ittica Provinciale si darà ampio spazio alla pesca “no kill” al Luccio.
Il Piano Ittico Provinciale propone pertanto l’individuazione di Zone a Regime Speciale di Pesca
(Z.R.S.P.) in funzione del “catch and release” e “no kill” per le specie autoctone (quali Carpa e
Luccio) con l’obiettivo di salvaguardare la componente autoctona, soggetta a maggior prelievo
alieutico, pur consentendo l’esercizio della pesca anche se non con tutti gli attrezzi. L’istituzione di
tali zone, oltre a incoraggiare la reale protezione della fauna ittica autoctona, assume un preciso
valore didattico in direzione della conservazione degli ambienti e della diffusione di una profonda
coscienza ecologica: si ritiene infatti opportuno intervenire alla diffusione di una corretta conoscenza
ecologica sia nei pescasportivi, per garantire l’effettiva gestione di tali zone, che nelle giovani
generazioni, per avvicinarle ad una condotta consapevole della pesca.
Zone a Regime Speciale di Pesca e nuove tecniche di pesca
Una forma di regime speciale di pesca che nel precedente Piano Ittico Provinciale è stata
ampiamente favorita, è il “Carp fishing”, da quando con Deliberazione n°1786 del 22.09.2003 la
Giunta Regionale Emilia-Romagna lo ha di fatto consentito; tale provvedimento figura come
integrazione alla Deliberazione della Giunta Regionale n°3544 del 27/07/93’, e demanda comunque
alle Province la facoltà di individuare i tratti e le modalità di pesca con la tecnica in oggetto.
Nel reticolo idrografico del Ferrarese la Carpa è la specie predominante: l’elevata disponibilità di
alimenti soddisfa abbondantemente le necessità trofiche della specie che ha modo di accrescersi in
condizioni particolarmente favorevoli, consolidando la presenza con popolazioni demograficamente
dominanti in quasi tutti i corsi d’acqua e qualitativamente ben strutturate, con una tendenza
all’aumento delle taglie. Ciò rende le nostre acque particolarmente vocate alla pratica di questa
tecnica e predilette dagli appassionati del settore.
Pure la tecnica dello “Spinning” viene considerata a basso impatto (“catch & releas” con massima
cura del pescato); il pescatore di “Spinning” necessita dell’utilizzo di piccole imbarcazioni con
motore elettrico o a remi; per tale motivo, su richiesta delle Associazioni, la Provincia ha autorizzato
la “pesca sportiva da natante non ancorato” in tratti idonei con deliberazione di Giunta Provinciale n.
378 del 26/08/2003 ampliando così le possibilità di fruizione dei corsi interessati per la pesca a
Spinning. Tali tecniche saranno quindi mantenute ed ulteriormente sviluppate nella nuova Carta
Ittica Provinciale, grazie al loro basso impatto sulla fauna ittica.
Per favorire la tecnica del Cat fishing (divenuta negli ultimissimi anni una passione in continua
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diffusione in Italia) nel rispetto della già citata normativa regionale che vieta la reimmissione dei
Siluri pescati nelle acque pubbliche, e della Deliberazione della Giunta della Regione EmiliaRomagna n. 1574 del 3/7/1996, la Provincia … omissis … con la collaborazione delle Associazioni
Piscatorie … potrà individuare … oltre ai campi di gara permanenti e temporanei istituiti, ulteriori
corpi idrici nei quali favorire e consentire gare di pesca al Siluro … purché si tratti di bacini
isolati, ovvero non collegati con le acque pubbliche, da gestire anche tramite apposite convenzioni.
Ripopolamenti ittici su basi scientifiche
Il monitoraggio costante della fauna ittica in rapporto agli ambienti acquatici maturata nei decenni
unitamente alla conoscenza dei corsi d’acqua che non vanno mai in asciutta sono gli elementi
fondamentali sui quali si devono basare i ripopolamenti.
Le attività di ripopolamento ittico hanno il duplice scopo di favorire e incrementare le popolazioni
nell’ambiente naturale da un lato, e di soddisfare le esigenze sportive e ricreative di cattura dei
pescatori dall’altro. Preliminarmente alla predisposizione dei programmi di ripopolamento, andranno
individuati, per le varie specie autoctone che si intende favorire, i tratti dei corsi d’acqua e i periodi
più idonei per le operazioni di ripopolamento. I materiali ittici, corredati della prevista
documentazione veterinaria, dovranno possedere tutte le garanzie di idoneità, soprattutto per quanto
riguarda la provenienza, in modo da evitare l’immissione di esemplari stranieri, principale causa di
inquinamento genetico delle popolazioni locali.
Per quanto riguarda le tecniche, i siti e la scelta delle specie oggetto di ripopolamento si rimanda
integralmente al relativo paragrafo nella Parte Seconda del presente Piano.
Riassumendo i dati scientifici, si sottolinea che si proseguirà prevalentemente secondo le seguenti
azioni:
Luccio – prosecuzione dei ripopolamenti esclusivamente in isolati corsi d’acqua caratterizzati dalla
presenza della specie e della vegetazione acquatica sommersa, ove sarà possibile mantenere
bassa/nulla la presenza del Siluro e della Carpa erbivora;
Anguilla – prosecuzione e intensificazione dei ripopolamenti nei siti idonei con questa specie che le
Direttive Comunitarie indicano in pericolo di estinzione;
Pesce gatto – prosecuzione dei ripopolamenti esclusivamente presso i tratti classificati come Campi
Gara permanenti o temporanei, come impone la normativa vigente; si auspica, tuttavia, che la
Regione Emilia-Romagna estenda le possibilità di ripopolamento di questa specie ampiamente
naturalizzata ed apprezzata, anche in considerazione del fatto che essa si è rivelata un predatore
naturale eccellente antagonista del Gambero rosso della Louisiana.
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La collaborazione dell’Associazionismo Ittico
L’ottenimento di risultati soddisfacenti nel campo della tutela della fauna ittica e della gestione della
pesca nelle acque interne non può prescindere dalla collaborazione del mondo dell’Associazionismo
Piscatorio, così come prevede la stessa Legge Regionale all’art. 3. In Provincia di Ferrara, da anni
sono in atto numerose forme di collaborazione con le Associazioni Ittiche Provinciali, che attraverso
apposite convenzioni hanno permesso di realizzare numerosi interventi gestionali, altrimenti
irrealizzabili: recupero della fauna ittica in difficoltà durante i periodi di messa in asciutta dei canali,
tabellamento dei corsi d’acqua, partecipazione alle ricerche, ai monitoraggi e alle Commissioni
Ittiche, vigilanza volontaria, gestione dei campi di gara, informazione dei pescatori, ecc.
Solo per portare due esempi concreti a dimostrazione dell’importanza di tale collaborazione, basti
citare l’encomiabile attività di recupero della fauna ittica dai canali posti in asciutta svolta dai
Volontari dell’ARCI Pesca Provinciale: centinaia di interventi all’anno effettuati, per un totale di
biomassa media annua recuperata di circa 350 quintali! Oppure la gestione dei Campi di gara svolta
dalla FIPSAS Provinciale, che nel 2011 porterà nel Ferrarese i Campionati Mondiali di Pesca al
colpo!
Alla luce della positiva e pluriennale esperienza maturata, tali forme di collaborazione tramite
convenzioni saranno rinnovate e rinsaldate, nella ricerca delle più proficue forme di lavoro congiunto
per lo scopo comune: la tutela dell’ambiente e della fauna ittica, la più corretta gestione congiunta
delle varie forme di pesca, la partecipazione e la soddisfazione dei pescatori.
Valorizzazione della pesca sportiva e ricreativa, dell’associazionismo e del volontariato
L’attività alieutica è sicuramente una componente culturale radicata da secoli nella popolazione
ferrarese, insediata su un territorio da sempre dominato dalle acque.
La media di licenze di pesca sportiva annue (2006/2010) rilasciate dai Comuni della provincia di
Ferrara negli ultimi anni è di n. 3.064 ( per un totale di 18.891 Pescatori totali presenti in provincia),
mostrando una flessione rispetto al precedente Piano. A queste presenze si aggiungono i Pescatori di
altre province e regioni che si riversano nel territorio ferrarese, ricco di corsi d’acqua estesi e
differenziati. Accanto alla pesca sportiva, che coinvolge cittadini di tutte le classi sociali, è inoltre
tuttora in vigore la pesca di professione, a testimonianza dell’importanza rivestita da sempre da
questa attività per il sostentamento delle popolazioni locali e successivamente come fonte di reddito.
Proprio in direzione soprattutto della pesca sportiva si è sviluppato negli ultimi decenni
l’Associazionismo.
Le due Associazioni presenti a livello provinciale, ARCI-PESCA-FISA e F.I.P.S.A.S., sono state in
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grado in questi anni di sviluppare attività integrate sul territorio consentendo una partecipazione
diretta dei Pescatori nella gestione della fauna ittica. L’ARCI-PESCA-FISA si è posta come primari
obiettivi la tutela dei diritti di libera pesca sportiva e la salvaguardia ambientale delle acque,
prendendo parte alla gestione ittica complessiva delle zone omogenee, mentre la F.I.P.S.A.S. è
intervenuta principalmente nella gestione diretta dei campi di gara di pesca sportiva e agonistica.
Tali attività sono state svolte in stretto contatto e sinergia con la Provincia di Ferrara, grazie alle
convenzioni stipulate, come più sopra già sottolineato.
Le Associazioni svolgono dunque l’importante compito di fungere da collante tra i singoli
appassionati e le pubbliche amministrazioni, per una migliore e corretta fruizione della risorsa pesca.
Si programma pertanto di continuare il fattivo rapporto con le associazioni volontarie e gruppi di
volontariato locale, coinvolgendoli nelle attività di tutela della fauna ittica in generale e di quella in
difficoltà in particolare, di gestione dei campi di gara, di ripopolamento e smaltimento degli
alloctoni.
L’importante ruolo che i Pescatori sono chiamati a svolgere è dunque quello di presenza e controllo
diretto del territorio, a garanzia di una frequenza d’intervento quotidiana. Le Associazioni possono
giocare un ruolo decisivo anche nello stimolare i pescasportivi all’uso di prodotti per la pasturazione
più sani e nel ridurre le quantità impiegate, ai fini di un maggiore rispetto delle condizioni chimico –
fisico – biologiche delle acque.
Valorizzazione delle varie forme di pesca sportiva e di Pescaturismo
Negli ultimi anni si sono andate sviluppando nella nostra provincia nuove forme e tecniche di pesca,
praticate soprattutto da giovani, che hanno come elementi comuni il benessere della fauna ittica con
la liberazione del pescato e la tutela dell’ambiente naturale. La particolare vocazione delle acque
interne del Ferrarese per gli appassionati di “Carp Fishing”, di “Spinning”, di pesca da natante non
ancorato al Siluro d’Europa e al Persico trota, che hanno registrato un numero sempre crescente di
pescatori sportivi sui nostri corsi d’acqua, ha indotto la Provincia di Ferrara ad intraprendere nei
confronti della Regione Emilia-Romagna proposte di modifica della legislazione, al fine di
opportunamente normare tali nuove attività di pesca, anziché proibirle e sanzionarle. L’obiettivo di
regolamentare queste discipline sportive, compatibili con la tutela dell’ambiente e della fauna, è
assolutamente in linea con gli obiettivi più generali di valorizzare il sistema idrico delle acque
interne, intrapreso dalla Provincia di Ferrara in questi ultimi anni attraverso l’attivazione di
numerose iniziative legate a forme alternative di turismo lento rurale e naturalistico, quali le piste
ciclabili, gli agriturismi, il turismo nautico e fluviale. I principali obiettivi da realizzare nei prossimi
anni, saranno quindi l’individuazione e la messa a regime di un sistema di canali idonei e vocati a
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tali forme di pesca, da valorizzare a livello nazionale, per promuovere soprattutto nel mondo dei
giovani, insieme alla tutela della natura, nuove forme di fruizione dell’ambiente e la valorizzazione
dei corsi d’acqua dolce interni del Ferrarese.
Il Pescaturismo è definito dell’art.1 del D.Lgs. n. 293/1999 e dall’art. 3 del D.Lgs. n. 226/2001
“l’insieme di tutte quelle attività che possono essere svolte dal pescatore di professione che imbarca,
sulla propria unità di pesca, persone diverse dall’equipaggio e che accompagna per un’attività
turistico – ricreativa”.
Trascorrere una giornata a bordo di una imbarcazione, accanto ai pescatori, conoscere l’ambiente
costiero, o lagunare, o di valle o di fiume, osservare la flora e la fauna locale, partecipare alla pesca e
alla cattura del pesce locale, preparare e gustare il pesce appena pescato, visitare posti inaccessibili
ed inoltrarsi tra il silenzio dei canneti, tutto questo è “Pescaturismo”.
Il D.Lgs. n. 293 precisa le iniziative turistico – ricreative ammissibili, fissa il numero massimo di
persone imbarcabili, definisce le caratteristiche e le dotazioni delle imbarcazioni destinate all’attività
pescaturismo, chiarisce, inoltre, le modalità di navigazione.
Il Pescaturismo nelle acque interne del Ferrarese
La particolarità e la varietà degli ambienti che offre il nostro Po e il suo Delta si prestano
enormemente a questa forma di turismo; gli scenari che si presentano ai visitatori offrono infiniti
spunti naturalistici sia a quelli più esperti sia a chi semplicemente voglia immergersi nella natura
conoscendo i suoi molteplici risvolti.
Già oggi molte agenzie di viaggio, non soltanto ferraresi, propongono ed offrono, al turista
interessato, escursioni in barca nel Delta non riuscendo a soddisfare la domanda, una domanda che è
molto più articolata e che oltre all’uscita in barca, si allarga all’esperienza di pesca, al soggiorno
nelle valli e alla ristorazione tipica.
Vi sono già parecchie infrastrutture che danno supporto all’attività attuale e futura, come attracchi e
posti barca, punti di sbarco, musei, percorsi naturalistico–sportivi, alberghi, ostelli della gioventù,
aziende agrituristiche, bed & brekfast, casoni di valle, uffici del turismo, aziende di servizio per
escursioni nautiche.
Il Pescaturismo può essere considerato anche come attività che diversifica l’offerta turistica di un
territorio che si presta enormemente, vista la vocazione piscatoria, ad accogliere, con varie forme e
soluzioni, quanti chiedano vita all’aperto, contatto con la natura praticando la pesca.
Nella definizione di “Pescaturismo”, per quanto riguarda le acque interne della provincia di Ferrara,
si possono far rientrare le due discipline alieutiche della Carpa e del Siluro, Carpfishing e Catfishing.
Questi due tipi di pesca, con la loro particolare filosofia, richiamano nelle nostre acque un numero
elevato di appassionati, provenienti dalle province limitrofe e da altre regioni d’Italia. La loro
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permanenza lungo i corsi d’acqua spazia, naturalmente dove è consentito, da un giorno fino ad una
settimana e più. Il pescatore tipo di tali tecniche staziona nella postazione di pesca facendo uso di
tende e quindi praticando una sorta di campeggio.
Entrando nello specifico del Carp fishing e del Cat fishing si può dire che pur essendo due tecniche
di pesca indirizzate a pesci totalmente diversi, Carpa e Siluro, si possono accomunare per quanto
riguarda la similarità delle attrezzature e la filosofia seguita: entrambe mirano alla ricerca dei record;
in ragione di questo, molti pescatori di Carpe praticano anche la pesca dei Siluri e viceversa.
Un appunto doveroso merita la disciplina del Carp fishing, la quale nei suoi principi di base impone
il “catch & release” con il massimo rispetto del pescato onde favorirne la reimmissione nel corso in
cui è stato pescato.
Un discorso a parte merita la tecnica di pesca denominata Spinning, che negli ultimi anni ha
beneficiato di una crescita esponenziale dei praticanti nel territorio ferrarese; essa richiede l’utilizzo
di esche artificiali, quindi senza l’uso di pasturazioni, si rivela così estremamente compatibile con
l’ambiente, permettendo un rapporto diretto con la natura, tanto da renderla un’attività più simile al
turismo fluviale che non alla pesca tradizionalmente intesa.
Nel nostro territorio questa tecnica è indirizzata essenzialmente alla cattura del Luccio e del Persico
Trota nella filosofia del “catch & release”.
Le associazioni e i numerosi club, a livello nazionale organizzano frequentemente corsi, raduni e
iniziative; anche il nostro territorio è interessato da alcune importanti competizioni.
Le manifestazioni suddette richiamano appassionati da svariate parti d’Italia sottoponendoli a lunghe
trasferte per potere esercitare la loro attività; anche per tale motivo lo Spinning può essere
considerato Pescaturismo.
Divulgazione delle informazioni in materia di fauna ittica e di gestione della pesca
Una corretta politica di tutela della fauna ittica e di gestione della pesca deve necessariamente
programmare iniziative e produrre materiali volti alla capillare informazione e divulgazione dei
pescatori. Tale obiettivo, che comunque compete principalmente alle Associazioni Ittiche, sarà
perseguito compatibilmente alle risorse finanziarie disponibili attraverso la predisposizione, la
pubblicazione e la diffusione capillare da parte della Provincia di appositi materiali divulgativi,
didattico-scientifici e promozionali, da veicolare principalmente attraverso le vie informatiche e
sfruttando il sito della Provincia di Ferrara.
Per la divulgazione dei regimi e dei divieti di pesca andrà applicato l’art 22 della L.R. n. 11/’93 che
recita “La Provincia, qualora valuti tecnicamente inattuabile il tabellamento, rende pubblico
l’elenco dei divieti vigenti nel bacino di bonifica mediante manifesti”. I motivi che rendono
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inattuabile il tabellamento sono rappresentati dagli elevatissimi costi di acquisto e messa a dimora
delle tabelle, ma anche e soprattutto dai continui furti e distruzione delle tabelle stesse per
vandalismo. La pubblicazione di appositi manifesti, anche sul sito della Provincia, si rende pertanto
opportuna ed adeguata allo scopo informativo.
Monitoraggio della Pesca di Mestiere
Rispetto al precedente Piano Ittico Provinciale si assiste attualmente ad un aumentato interesse per la
pesca in forma professionale: sono, infatti, cresciute a 452 unità le licenze di tipo A che si registrano
attraverso i dati forniti dai Comuni che le rilasciano.
Tra i fattori che incidono sulla ripresa di questa attività a livello provinciale, va innanzitutto
individuata la crisi in atto che investe altre attività lavorative, per cui molti, anche giovani, si
riversano su questo tipo di lavoro che hanno riscoperto anche per il suo forte legame con l’ambiente.
Inoltre, un altro motivo dell’accresciuto interesse per la pesca di mestiere nelle acque interne, va
certamente assegnato al fatto che la pesca al Siluro d’Europa negli ultimi anni ha trovato un proprio
mercato: la specie, che al momento della comparsa in qualità di alloctona era disprezzata, oggi al
contrario trova collocazione nei mercati ittici, rendendo maggiormente remunerativa questa forma di
professione.
Tale fenomeno rende opportuno un particolare riguardo alla categoria, nell’ambito delle politiche di
contrasto della crisi occupazionale in atto e di aiuto soprattutto dei giovani nell’inserimento e nella
difesa del posto di lavoro.
A ciò aggiungasi il fatto che i pescatori di mestiere, proprio in virtù di quanto sopra evidenziato,
possono divenire preziosi collaboratori nel campo del contenimento degli alloctoni, mediante il loro
coinvolgimento nelle attività di bonifica delle popolazioni alloctone e di monitoraggio delle
comunità ittiche. A tale proposito si rammenta che la già menzionata normativa regionale prevede
che “le Province possono individuare e delimitare zone di corsi d’acqua ove sia accertata una
particolare infestazione di siluro, nelle quali autorizzare, mediante appositi accordi con i pescatori
professionali e con le Associazioni Piscatorie, l’uso della rete a strascico, ed altri attrezzi
tecnicamente idonei per tale pesca, con esclusione dei periodi in cui si realizza la riproduzione
naturale delle specie autoctone”. Qualora tali “accordi” venissero formalizzati, la Provincia potrebbe
rilasciare tali autorizzazioni.
I pescatori di mestiere possono, inoltre, fornire importanti informazioni sulla struttura ed evoluzione
della comunità ittica, grazie alla loro frequente presenza sui corsi d’acqua e agli attrezzi impiegati,
caratterizzati da una capacità di cattura superiore a quella dei pescasportivi.
Per tali motivi si intende mantenere monitorato questo settore in espansione, al quale andranno
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riservati ulteriori tratti nel panorama delle acque dolci interne.
PROGETTI FINALIZZATI IN MATERIA DI PESCA
Premesso che il Progetto Finalizzato in materia di pesca della Provincia di Ferrara relativo al 2011
sarà interamente dedicato ai lavori di valorizzazione dei Campi di Gara di Ostellato, sui quali si
svolgeranno i Campionati Mondiali di Pesca al Colpo previsti dal 28 agosto al 4 settembre 2011, per
le annate successive si intende concentrare queste risorse regionali per la valorizzazione del
pescaturismo nelle acque interne.
Progetto pluriennale per la valorizzazione delle vie d'acqua del Ferrarese attraverso attività di
pescaturismo
Il territorio ferrarese è caratterizzato dalla presenza di numerose zone umide che ne
connotano la geografia, la storia, le tradizioni e la cultura.
Si tratta di valli e lagune salmastre costiere, di paludi di acqua dolce interne, di maceri
disseminati nelle campagne, ma anche di corsi d'acqua quali fiumi e canali di bonifica che solcano
tutto il territorio.
In particolare è a quest'ultima tipologia legata alle antiche “vie d'acqua” che si intende
dedicare attenzione progettuale nei prossimi anni, nell'ambito dell'utilizzo dei finanziamenti della
Regione Emilia-Romagna relativi ai “Progetti finalizzati in materia di pesca”.
Il fiume Po, che con le proprie alluvioni ha generato il territorio ferrarese, segna oggi il
confine nord della provincia, e rappresenta la conseguenza di una disastrosa serie di “rotte” che nella
seconda metà del 1100 ne deviarono il corso originario verso settentrione; di questi eventi rimane
traccia nell'odierno placido Canale di Burana che discende da Bondeno verso Ferrara, senza
mantenere nulla dell'antico splendore che prima dell'anno mille segnò l'origine della Città proprio
sulle rive di quell'antico Po. E proprio nella località d'origine del centro urbano che sarebbe divenuto
nei secoli successivi la celebre potenza dei Duchi d'Este, ovvero nei pressi della Cattedrale di San
Giorgio, ancora oggi si può osservare la biforcazione del fiume che da un lato con il Po di Volano lo
porta lentamente verso est al mare, e dall'altro con il Po di Primaro che lo incanala verso sud, per
dirigersi verso il fiume Reno in località Traghetto.
Su queste acque e relative sponde è narrata la storia del Ferrarese e delle sue genti, dalle
origini nel Quaternario fino ai giorni nostri: storia legata a queste “vie d'acqua”, nei cui pressi
vennero costruite le fortificazioni di difesa dai nemici (come la Rocca Possente di Stellata), le celebri
“Delizie Estensi” (come il Castello di Mesola), le residenze di villeggiatura del Clero (come Villa
Mensa di Sabbioncello), venne dato impulso allo sviluppo industriale della Città (come il Canale
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Boicelli che collega Ferrara al Po), e venne realizzata all'inizio di questo secolo la nota pista ciclabile
paneuropea “destra Po”, solo per fare alcuni significativi esempi.
Ancora oggi i rami antichi e recenti del Po sono luogo prediletto per l'organizzazione di
eventi culturali (come la rievocazione storica del bacchelliano mulino nei pressi di Ro Ferrarese) o di
iniziative sportive e di quelle legate al tempo libero (come la Società Canottieri di Pontelagoscuro e i
numerosi agriturismi che sorgono lungo le rive), senza dimenticare lo sviluppo di attività legate alla
pesca sportiva come il “cat-fishing” e il “carp-fishing” per rimanere al nostro tema.
Per non trascurare l'importanza paesaggistica e naturalistica di questi rami fluviali, si
sottolinea che essi sono tutti compresi nei siti della Rete Natura 2000 della Regione EmiliaRomagna, e molti ambiti ad essi adiacenti sono stati istituiti in “Oasi di protezione della fauna” dalla
Provincia di Ferrara, come il Bosco di Porporana, l'Isola Bianca, la Garzaia di Codigoro, per citarne
soltanto alcune.
Negli ultimi anni molte iniziative sono state dedicate alla riscoperta di questi luoghi, che
meritano tutela e valorizzazione attraverso sapienti forme di turismo culturale e naturalistico di
nuova generazione.
Il progetto che si propone, pertanto, ha lo scopo di sviluppare forme di “pescaturismo”,
inteso secondo le definizioni del vigente Piano Ittico Regionale, con funzioni didattiche soprattutto
rivolte alle scuole, ma anche culturali in genere rivolte a tutti i cittadini, mediante l'apprestamento di
particolari siti attrezzati sulle “vie d'acqua” fluviali dove i ragazzi e gli interessati potranno
conoscere l'evoluzione del territorio, la fauna ittica e tutte le caratteristiche ambientali, storiche,
architettoniche e (perché no?) anche eno-gastronomiche di questo comparto altrimenti non
pienamente valorizzato e fruito.
RISORSE FINANZIARIE
Per l’attuazione del presente Piano si farà riferimento alle seguenti risorse finanziarie:
-
Fondi propri dell’Ente nell’ambito dei Bilanci Annuali Provinciali;
-
Fondi Regionali in materia di tutela della fauna ittica ed esercizio della pesca nelle
acque interne, trasferiti annualmente alla Provincia di Ferrara;
-
Altri eventuali finanziamenti Regionali, Nazionali e Comunitari in materia di tutela
ambientale, valorizzazione dei corsi d’acqua e zone ad essi collegati, incremento della
fauna ittica, valorizzazione delle forme di prelievo alieutico ecocompatibili.
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