INGEGNERIA E TECNOLOGIE DEI SISTEMI DI CONTROLLO Laurea Specialistica in Ingegneria Meccatronica SPECIFICHE DI PROGETTO DI SISTEMI DI CONTROLLO Ing. Cristian Secchi Tel. 0522 522235 e-mail: [email protected] http://www.dismi.unimo.it/Members/csecchi Tipi di Specifiche Nel progetto di un sistema di controllo, il progettista cerca di far sì che il sistema in retroazione complessivo abbia alcune caratteristiche statiche e/o dinamiche desiderate. Queste caratteristiche vengono usualmente assegnate come specifiche che il sistema deve soddisfare in condizioni statiche (o di regime) e durante i transitori. Tali specifiche possono essere definite sia nel dominio temporale che nel dominio frequenziale e riguardano in generale: • precisione a regime: capacità di un sistema di seguire alcuni segnali di riferimento con il minimo errore. • risposta nel transitorio: andamento per tempi finiti dell’uscita del sistema in retroazione in risposta a tipici segnali in ingresso. • stabilità relativa: rifacendosi ai diagrammi di Nyquist, è possibile valutare il “grado” di stabilità di un sistema osservando la “distanza” del diagramma polare dal punto critico −1 + j0. Si possono quindi definire parametri che permettono di valutare la stabilità relativa di un sistema discreto, in modo analogo a quanto fatto per quelli continui (margini di stabilità); Cristian Secchi 2005-2006 ITSC05 – p. 2/30 Tipi di specifiche • sensitività parametrica: si desidera che le prestazioni del sistema non vengano alterate da variazioni dei parametri rispetto ai valori nominali. • reiezione di disturbi: capacità del sistema controllato di ridurre al minimo l’influenza sull’uscita di eventuali disturbi che entrano nell’anello di controllo, quali errori di misura, variazioni di carico, rumore sulle variabili acquisite, ecc.; • azione di controllo: vincoli sull’ampiezza massima della variabile manipolabile v(t). Cristian Secchi 2005-2006 ITSC05 – p. 3/30 Errori a regime R(s) E(s) - j - D(s) - G(s) C(s) - - 6 • Dato il sistema G(s) = K(1 + sq1 )(1 + sq2 ) . . . (1 + sqm ) sN (1 + sp1 )(1 + sp2 ) . . . (1 + spp ) si definisce tipo del sistema il numero N di poli di G(s) presenti nell’origine. • Il tipo indica il numero di integratori presenti nel sistema. Un sistema di tipo 0 non presenta integratori puri tra ingresso ed uscita, un sistema di tipo 1 ne presenta uno ... • Nel caso discreto la definizione di tipo fa riferimento al numero di poli nel punto z = 1. Cristian Secchi 2005-2006 ITSC05 – p. 4/30 Errori a regime Si consideri il seguente sistema di controllo digitale a retroazione unitaria: HP (z) R(z) E(z) - j - D(z) - Hold - P (s) C(z) - - 6 La funzione di trasferimento discreta del ramo diretto è G(z) = D(z)HP (z) con (nel caso di ricostruttore di ordine 0) HP (z) = (1 − z −1 )Z Cristian Secchi 2005-2006 P (s) s ITSC05 – p. 5/30 Errori a regime E(z) = R(z) − G(z)E(z) 1 R(z) E(z) = 1 + G(z) Assumendo che il sistema stabile, é possibile calcolare l’errore a regime mediante il teorema del valore finale: ereg = limk→∞ e(k) = −1 limz→1 (1 − z )E(z) = limz→1 (1 − z = Cristian Secchi limz→1 2005-2006 −1 1 ) 1+G(z) R(z) z−1 1 z 1+G(z) R(z) ITSC05 – p. 6/30 Errore di posizione Si consideri come riferimento un gradino di ampiezza r0 : r0 R(z) = 1 − z −1 L’errore a regime vale: ep = lim (1 − z −1 ) z→1 r0 r0 1 = lim z→1 1 + G(z) 1 + G(z) 1 − z −1 Definendo la costante di posizione (o costante di guadagno) come kp = lim G(z) z→1 (1) L’errore a regime ep diventa ep = r0 1 + kp (2) Per valori finiti di kp l’errore a regime è sempre non nullo, mentre si ha ep = 0 solo nel caso in cui kp = ∞. La condizione kp = ∞ è verificata per sistemi di tipo 1, 2, . . . Cristian Secchi 2005-2006 ITSC05 – p. 7/30 Errore di velocità Si consideri come riferimento un segnale a rampa: T z −1 r0 R(z) = (1 − z −1 )2 L’errore a regime vale ev = lim (1 − z −1 ) z→1 −1 T z r0 T r0 1 = lim z→1 (1 − z −1 )G(z) 1 + G(z) (1 − z −1 )2 Definendo la costante di velocità come (1 − z −1 )G(z) kv = lim z→1 T l’errore a regime diventa ev = Cristian Secchi r0 kv 2005-2006 ITSC05 – p. 8/30 Errore di velocità Per valori finiti di kv l’errore a regime per ingresso a rampa assume valori non nulli, mentre si ha ev = 0 solo per kv = ∞. Questa condizione è verificata per sistemi di tipo 2,3, . . . , mentre non lo è per sistemi di tipo 0 e 1. Si noti infine che per sistemi di tipo 0, si ha kv = 0 e quindi l’errore diverge. Cristian Secchi 2005-2006 ITSC05 – p. 9/30 Errore di accelerazione Si consideri come riferimento un segnale parabolico: T 2 z −1 (1 + z −1 )r0 R(z) = 2(1 − z −1 )3 Applicando il teorema del valore finale, l’errore a regime vale ea = lim (1 − z −1 ) z→1 2 −1 −1 2 T z (1 + z )r0 T r0 1 = lim z→1 (1 − z −1 )2 G(z) 1 + G(z) 2(1 − z −1 )3 Definendo la costante di accelerazione come (1 − z −1 )2 G(z) ka = lim z→1 T2 l’errore a regime per ingresso a parabola vale ea = Cristian Secchi r0 ka 2005-2006 ITSC05 – p. 10/30 Errore di accelerazione Per valori finiti di ka risulta ea = 0, mentre ea = 0 solo per ka = ∞, condizione verificata per sistemi di tipo 3, 4, . . . . Per sistemi di tipo 0 e 1 si ha ka = 0 e quindi l’errore diverge. Per trovare l’errore a regime nel caso di segnali canonici di grado superiore (cubici, ...) si prosegue esattamente nello stesso modo. Cristian Secchi 2005-2006 ITSC05 – p. 11/30 Esempio: sistema di tipo 0 z −1 G(z) = 1 − 0.5z −1 con T = 0.25 s. Le costanti di errore di posizione, velocità ed accelerazione si ottiene: kp kv ka = lim G(z) = 2 z→1 (1 − z −1 )G(z) = lim = 0 z→1 T (1 − z −1 )G(z) = lim = 0 2 z→1 T e quindi gli errori per ingresso a gradino, rampa e parabola sono rispettivamente (r0 = 1): 1 = 0.333, ep = 1+2 Cristian Secchi 1 ev = = ∞, 0 2005-2006 1 ea = = ∞ 0 ITSC05 – p. 12/30 Esempio: sistema di tipo 0 Sistema di ordine 0 con ingresso a gradino 1.2 Errore 1 0.9 1 0.8 0.7 0.8 y 0.6 0.6 0.5 0.4 0.4 0.3 0.2 0.2 0.1 0 0 0.5 1 1.5 2 2.5 3 3.5 4 Sistema di ordine 0 con ingresso a rampa 4 0 0 0.5 1 1.5 2 2.5 3 3.5 4 2.5 3 3.5 4 2.5 3 3.5 4 Errore 2 1.8 3.5 1.6 3 1.4 y 2.5 1.2 2 1 0.8 1.5 0.6 1 0.4 0.5 0.2 0 0 0.5 y 1.5 2 2.5 3 3.5 4 Sistema di ordine 0 con ingresso a parabola 8 0 0 3.5 6 3 5 2.5 4 2 3 1.5 2 1 1 0.5 0 0.5 1 1.5 2 s 2.5 3 0.5 1 1.5 3.5 4 0 0 2 Errore 4 7 0 Cristian Secchi 1 0.5 1 2005-2006 1.5 2 s ITSC05 – p. 13/30 Esempio: sistema di tipo 1 0.3z −2 0.3z −2 G(z) = = −1 −2 1 − 1.2z + 0.2z (1 − z −1 )(1 − 0.2z −1 ) con T = 0.5 s. Le costanti di errore di posizione, velocità ed accelerazione sono: kp kv ka = lim G(z) = ∞ z→1 (1 − z −1 )G(z) = lim = 0.75 z→1 T (1 − z −1 )G(z) = lim = 0 2 z→1 T e quindi gli errori per ingresso a gradino, rampa e parabola sono rispettivamente (r0 = 1): ev = 1.333, ea = ∞ ep = 0, Cristian Secchi 2005-2006 ITSC05 – p. 14/30 Esempio: sistema di tipo 1 Sistema di ordine 1 con ingresso a gradino y 1.2 1 1.5 0.8 1 0.6 0.5 0.4 0 0.2 -0.5 0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Sistema di ordine 1 con ingresso a rampa 10 y Errore 2 -1 0 1.8 8 1.6 7 1.4 6 1.2 5 1 4 0.8 3 0.6 2 0.4 1 0.2 0 1 2 3 4 5 6 7 2 3 4 8 9 10 0 0 1 2 3 4 Sistema di ordine 1 con ingresso a parabola 50 5 6 7 8 9 10 6 7 8 9 10 6 7 8 9 10 Errore 2 9 0 1 5 Errore 14 45 40 12 35 10 y 30 8 25 20 6 15 4 10 2 5 0 0 Cristian Secchi 1 2 3 4 5 s 6 7 8 9 10 0 0 1 2 2005-2006 3 4 5 s ITSC05 – p. 15/30 Specifiche sul transitorio • Il comportamento di un sistema dinamico stabile a partire da certe condizioni iniziali (tipicamente di quiete) in risposta a sollecitazioni esterne può essere distinto in una fase di evoluzione transitoria, di durata limitata, ed una fase a regime, che viene raggiunta in pratica per t sufficientemente grande. Le caratteristiche del transitorio sono di particolare interesse per il progetto del sistema di controllo. • Solitamente, le specifiche che il sistema in retroazione deve soddisfare nel transitorio sono riferite alla risposta del sistema al segnale a gradino. Cristian Secchi 2005-2006 ITSC05 – p. 16/30 Specifiche sul transitorio Nel caso tempo-continuo, si definiscono le seguenti caratteristiche temporali della risposta a gradino: • tempo di salita Ts : tempo impiegato dall’uscita per passare dal 10% al 90% (o anche dal 5% al 95%) del valore finale; • tempo di assestamento Ta : tempo oltre il quale l’uscita si discosta meno del 5% rispetto al valore finale (si può considerare, con specifiche più restrittive, anche lo scostamento del 2%); • tempo di ritardo Tr : tempo richiesto perché l’uscita raggiunga il 50% del valore finale; • istante di massima sovraelongazione Tm : istante di tempo in cui si ha la massima sovraelongazione; • massimo sorpasso o massima sovraelongazione S: valore del massimo scostamento dell’uscita rispetto al valore di regime c(∞). Solitamente S è definito in valore percentuale rispetto al valore di regime: c(Tm ) − c(∞) 100 S= c(∞) Cristian Secchi 2005-2006 ITSC05 – p. 17/30 Specifiche sul transitorio 1.6 1.4 1.2 S 0.05 c(t) 1 0.8 0.6 0.4 Ts 0.2 0 0 Cristian Secchi | Tr 1 | 2 Tm 3 4 | 5 Ta t 6 2005-2006 7 8 9 10 ITSC05 – p. 18/30 Specifiche sul transitorio per sistemi del 2o ordine • Queste grandezze sono quantificate in rapporto a sistemi del secondo ordine, e sono direttamente collegate alla posizione nel piano s della coppia di poli del sistema. • Nel caso di sistemi di ordine superiore, nella quasi totalità dei casi di interesse pratico, è presente una coppia di poli dominanti, cioè di una coppia di poli a parte reale (negativa) in modulo molto minore della parte reale di altri poli eventualmente presenti nel sistema. In tal caso, le stesse formule valide per i sistemi del secondo ordine continuano ad essere adottate in modo approssimato. Cristian Secchi 2005-2006 ITSC05 – p. 19/30 Specifiche sul transitorio per sistemi del 2o ordine Si consideri un sistema del secondo ordine: ωn2 G(s) = 2 s + 2δωn + ωn2 dove δ è il coefficiente di smorzamento e ωn la pulsazione naturale del sistema. La posizione della coppia di poli nel piano s è data da: jω 6 √ f jωn 1 − δ 2 S Sωn S αSS σ −δωn 0 f Cristian Secchi 2005-2006 ITSC05 – p. 20/30 Specifiche sul transitorio per sistemi del 2o ordine • tempo di salita (da 0% a 100%): π−α √ Tr = ωn 1 − δ 2 • istante di massimo sorpasso: Tm π √ = ωn 1 − δ 2 • massimo sorpasso percentuale: − √ δπ S = 100 [c(Tm ) − 1] = 100e 1−δ 2 • tempo di assestamento 3 Ta = δωn Cristian Secchi (al 5 %), oppure 2005-2006 4 Ta = δωn (al 2 %) ITSC05 – p. 21/30 Specifiche sul transitorio per sistemi del 2o ordine • La massima sovraelongazione percentuale dipende unicamente dal parametro δ. • Data una specifica sulla sovraelongazione percentuale S% < S̄, è possibile trovare un δ = δ̄ tale per cui − √ δ̄π S̄ = 100e 1−δ̄ 2 • É possibile costruire sul piano s un luogo di punti a δ costante (δ = δ̄) entro cui devono stare i poli del sistema affinchè la specifica sulla massima sovraelongazione percentuale sia soddisfatta Cristian Secchi 2005-2006 ITSC05 – p. 22/30 Specifiche sul transitorio per sistemi del 2o ordine • Il tempo di assestamento dipende dal parametro δωn = −σ = −Re(pi ). • Data una specifica sul tempo di assestamento Ta < T̄ , è possibile trovare un valore δωn = δ̄ ω̄n tale per cui 3 T̄ = δ̄ ω̄n • É possibile costruire sul piano s un luogo di punti a δωn costante (δωn = δ̄ ω̄n ) a sinistra del quale evono stare i poli del sistema affinchè la specifica sul massimo tempo di assestamento sia soddisfatta. Cristian Secchi 2005-2006 ITSC05 – p. 23/30 Specifiche sul transitorio per sistemi del 2o ordine • Tutte queste specifiche hanno ovviamente la loro corrispondenza nel caso discreto. Le definizioni rimangono le stesse, anche considerando il fatto che solitamente il sistema controllato (da un controllore digitale) è un sistema continuo, la cui uscita è quindi qualitativamente simile a quella di un sistema del 2o ordine. • Considerando la Z-trasformata della funzione G(s), si possono fare alcune interessanti considerazioni sull’andamento della risposta in funzione della posizione dei poli sul piano z, giungendo, come nel caso tempo-continuo, alla definizione di luoghi a δ costante e a δωn costante sul piano z. Cristian Secchi 2005-2006 ITSC05 – p. 24/30 Specifiche sul transitorio per sistemi del 2o ordine Nella figura a sinistra è evidenziata la regione entro la quale devono stare i poli di un sistema del secondo ordine per soddisfare le specifiche su tempo di assestamento, massima sovraelongazione percentuale e massimo ωn (legato alla massima banda passante). Nella figura a sinistra è evidenziata la regione corrispondente sul piano z. Cristian Secchi 2005-2006 ITSC05 – p. 25/30 Specifiche frequenziali Un modo alternativo per esprimere le specifiche dinamiche è quello tramite specifiche frequenziali, ossia legate ai parametri della funzione di risposta armonica. • I tipici parametri considerati sono: • margini di stabilità (di fase e ampiezza); • picco di risonanza; • banda della funzione di risposta armonica in anello chiuso. • Tramite il prototipo del sistema di secondo ordine, possono sempre essere legati (in modo approssimato se il sistema è di ordine superiore) ai parametri della risposta temporale al gradino. • Nel campo discreto i parametri considerati sono definiti in modo del tutto analogo. Cristian Secchi 2005-2006 ITSC05 – p. 26/30 Specifiche frequenziali • Margine di fase MF : detto −φ l’argomento di G(ejωT ) in corrispondenza della pulsazione ω0 che fornisce |G(ejω0 T )| = 1, il margine di fase MF è il complemento a π di φ, cioè MF = π − φ Tipici valori di specifica sono 45o ÷ 60o . • Margine di ampiezza MA : è l’inverso del guadagno di anello alla pulsazione ω a cui corrisponde la fase π: MA = 1 |G(ejω T )| dove arg{G(ejω T )} = π. Valori usuali di specifica per questo parametro sono 4-6 (12-16 db). Cristian Secchi 2005-2006 ITSC05 – p. 27/30 Specifiche frequenziali • Il margine di fase e il margine di ampiezza rappresentano il “grado di stabilità” del sistema, cioè quanto il sistema è “lontano” dall’instabilità. • Questo può essere formalmente dimostrato tramite il criterio di Nyquist. • Imporre un certo valore di questi parametri significa imporre una certa robustezza al sistema. Questo è utile nel caso il sistema presenti incertezze oppure dinamiche non modellate. Cristian Secchi 2005-2006 ITSC05 – p. 28/30 Specifiche frequenziali • Picco di risonanza |G|r : massimo valore che assume il modulo di |G(ejωT )| al variare di ω. Esso è funzione del coefficiente di smorzamento secondo la relazione 1 |G|r = √ 2δ 1 − δ 2 Espresso solitamente in decibel, ha valori tipici di 2-3 db. 45 40 35 |G|r (db) 30 25 20 15 10 5 0 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 delta Cristian Secchi 2005-2006 ITSC05 – p. 29/30 Specifiche frequenziali • Pulsazione di risonanza ωr : pulsazione alla quale si verifica il picco di risonanza ωr = ωn 1 − 2δ 2 • Banda passante ωb : pulsazione alla quale il modulo della funzione di risposta armonica si riduce di 3 db rispetto al valore del modulo per ω = 0. Cristian Secchi 2005-2006 ITSC05 – p. 30/30 INGEGNERIA E TECNOLOGIE DEI SISTEMI DI CONTROLLO Laurea Specialistica in Ingegneria Meccatronica SPECIFICHE DI PROGETTO DI SISTEMI DI CONTROLLO Ing. Cristian Secchi Tel. 0522 522235 e-mail: [email protected] http://www.dismi.unimo.it/Members/csecchi