“FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO”
Qui si intende costruire un sistema filosofico
PREFAZIONE
Nella prefazione vengono esposti i capisaldi del pensiero hegeliano. Il filosofo ribadisce la
critica al romanticismo filosofico aggiungendo, però, nuove argomentazioni. Questa volta,
infatti, la critica di Hegel non è solo a Jacobi ma si spinge oltre; infatti, oltre a dire che il
romanticismo filosofico è autodistruttivo, lo ritiene una semplice retorica. I romantici parlano
come se avessero la scienza infusa: “come c’è uno spazio vuoto c’è anche una profondità
vuota”. Il motivo è che non c’è argomentazione e, quindi, il loro atteggiarsi a profeti non cela
nulla. Per Hegel, Schelling ha concepito una realtà dove non si comprende nulla. Tutto è
confuso, pastrocchiato. Tale critica, però, non annulla il merito attribuito a Schelling nelle
opere minori; resta la brillantezza di Schelling nell’aver ideato un noumeno intero e
conoscibile; tuttavia, egli vi era giunto in maniera sbagliata e confusa, attraverso l’intuizione
senza argomentazioni.
La contraddizione e il pregiudizio fanno parte della verità in quanto essa è il percorso che si
fa per giungere a sé stessa. Viene criticato, quindi, sia l’irrazionalismo romantico sia il
razionalismo classico che distingueva verità ed errore. In proposito Galvano della Volpe
scrisse Hegel: romantico e mistico.
A fronte del fatto che Hegel critichi il romanticismo egli stesso, forse, vi aderisce. In realtà,
Hegel sicuramente non ripudia il romanticismo completamente ma lo apprezza per il ruolo
dato alla storia; cioè che viene criticato è l’irrazionalismo. La storia, infatti, è indispensabile
perché la razionalità è una meta ma non è una pura astrazione: passa attraverso errori e
pregiudizi.
Di contro, però, Hegel riconosce l’importanza della ragione per fare filosofia ma non
condivide l’estremo razionalismo illuminista. Per cui del romanticismo prende la visione
storicistica e rifiuta l’irrazionalismo; dell’illuminismo prende l’importanza della ragione ma
rifiuta il razionalismo esasperato. I capisaldi della filosofia hegeliana sono:
1. La filosofia è dialettica, la sua epistemologia è dialettica, ovvero, procede attraverso
contraddizioni e attraverso tre momenti: tesi, antitesi e Aufhebung (superare e conservare).
La dialettica Hegeliana, però, giunge a compimento (diversamente da quella fichtiana)
2. La conoscenza è intesa in maniera olicistica (da ολος): non c’è conoscenza se non
dell’intero. La conoscenza parziale non è veritiera. Bisogna, però, fare una distinzione fra
Verstand (intelletto) e Vernunft (ragione). Per Kant, il primo dava la conoscenza certa e il
secondo era la tendenza ad andare oltre l’esperienza. Per Hegel, le cose sono diverse:
l’intelletto non dà da solo la conoscenza in quanto esso si ferma alle dimostrazioni rigide
della realtà, alle sue categorie, mostra concetti separati, usa gli strumenti che ha e relega ad
una visione parziale. L’approccio intellettuale è, quindi, quello matematico-scientifico. Per
una vera conoscenza bisogna usare la ragione che compone le parti, analizza le differenze e
le connette con la totalità. La visione è olicistica, come lo era quella della Schelling, ma molto
meno confusa in quanto la conoscenza è, sì, dell’intero ma di esso se ne distinguono
chiaramente le parti.
3. Hegel ha una visione storicistica della conoscenza: la verità non è un oggetto che si può
avere o meno: è il percorso di appropriazione della conoscenza stessa. La verità, più che un
concetto, è la storia della verità. Ergo, la filosofia è la storia del pensiero umano che contiene
anche il falso, le contraddizioni e i pregiudizi del percorso.
“STORIA ROMANZATA DELLA CONOSCEZA”
La Fenomenologia dello spirito è una storia romanzata (di cui si raccontano le parti
importanti al fine della storia) della coscienza (lo spirito umano). La storia romanzata è della
coscienza che ha riconosciuto e pensato sé stessa, è la storia della filosofia. La storia
romanzata, più in particolare, è lo spirito umano che prende coscienza di sé e descrive questo
la storia di questo processo.
La storia della filosofia ha una logica che la attraversa ed Hegel vuole trovare i nessi, benché
con una prospettiva eurocentrica, al punto da definire l’oriente come un mondo antiquato e
immobile.
La storia ha un punto di vista interno perché è narrata dallo stesso protagonista della storia:
lo spirito umano, la cultura umana.
L’opera è articolata in sei sezioni:
-I La coscienza: in questa sezione Hegel analizza le filosofie che hanno concepito la verità
come oggetto fuori dall’uomo, come semplice oggetto. Sono incluse tutte le filosofie precartesiane che non hanno ancora scoperto la peculiarità del soggetto. La narrazione non è
cronologica per cui anche nella filosofia antica si possono ravvisare pensatori più avanti di
altri (Socrate, Agostino ecc…)
-II L’autocoscienza: si mettono a tema tutte le filosofie che hanno come fulcro il pensiero
cartesiano. Hegel ritiene che centrale ed irrinunciabile come spartiacque Cartesio. Con lui la
filosofia subisce un importante cambiamento perché supera la sua precedente condizione
di adeguatio ingenii ad rem. Cartesio ha scoperto l’io penso e la necessità di basarsi su di
esso. Questa tappa, però, non sarebbe mai potuto essere possibile se non avesse avuto
l’esperienza della tappa precedente. Tuttavia, tale sezione non è sufficiente perché presenta
alcuni problemi. Dopo Cartesio si è verificata la grande rivoluzione copernicana di Kant che
non si è fermato all’ich thanke ma ha asserito che è il soggetto il protagonista, che il soggetto
è il più importante.
-III La ragione: qui si celebra Kant come spartiacque. Lo spirito umano è il protagonista che
struttura la realtà tramite le categorie della mente
-IV Lo spirito: Kant ha aperto la strada all’idealismo ma essa si è interrotta e ripresa dai filosofi
successivi. Viene celebrato il movimento idealista che sostiene che il soggetto non solo
conosce e struttura la realtà ma la pone in essere e la conosce nella sua parte noumenica.
-V La religione: in questa sezione si celebra la svolta di Hegel che ha scoperto che il percorso
dello spirito umano è nella storia, è unitario, che unisce il presente col proprio passato.
Conoscere la verità è il percorso attraverso cui l’uomo l’ha scoperta. La filosofia è la storia
della filosofia.
-VI Il sapere assoluto: la tappa ulteriore serve semplicemente per esplicitare che si è giunti
al sapere assoluto che è un voltarsi indietro dello spirito umano e prendere coscienza del
percorso fatto. Ora non c’è più nulla da scoprire.
LA COSCIENZA
Ogni sezione è divisa in tre tappe: tesi, antitesi e Aufhebung. Per la prima sezione le tappe
sono:
-I: certezza sensibile
-II: percezione
-III: intelletto
Le filosofie della certezza sensibile sono quelle che hanno inteso la verità come il dato
esterno, ciò che si percepisce con i sensi: sono le filosofie dell’ecceità che danno una
conoscenza alquanto ingenua. Tale tappa viene superata dalla filosofia della percezione,
ovvero di coloro che hanno scoperto che la verità non è un dato ma un insieme di percezioni
e di verità sensibili. Questa contraddizione sfocia nella tappa successiva dell’intelletto, ovvero
di quelle filosofie che sostengono che è l’uomo che mette in relazione la molteplicità dei
dati sintetizzandoli in un giudizio. Le filosofie dell’intelletto, che sono le ultime di questa
sezione, non rigettano l’esperienza nel percorso conoscitivo ma prendono ciò che di buono
vi è nelle filosofie precedenti (l’esperienza) tralasciando gli elementi di negatività e
aggiungendo ciò che manca.
L’AUTOCOSCIENZA
L’uomo scopre il soggetto, che ha un privilegio epistemologico.
-I: signoria e servitù
-II: stoicismo e scetticismo
-III: coscienza infelice
Nella prima tappa, Hegel intende dire che l’uomo non può ritenersi tale se non
relazionandosi con le altre intelligenze, con gli altri soggetti; lo scontro serve a permettere
al soggetto di prendere coscienza di sé. Lo scontro si chiama “servo-padrone”: il padrone è
colui che mette a repentaglio la sua vita senza paura del combattimento e, perciò, diventa
padrone; il servo è tale perché non lotta per farsi riconoscere come soggetto. Questo
processo di autocoscienza non è facile, è rischioso.
Questa figura ha una contraddizione: laddove il servo non ha lottato (e il padrone si), il
padrone, nell’essere divenuto tale, smette di lottare perché pensa di essere già arrivato
mentre il servo è costretto a lavorare e il lavoro lo riscatta della condizione servile. C’è, quindi,
il ribaltamento della situazione iniziale. Quindi, la consapevolezza del soggetto è si rischiosa
ma è un lavoro che non smette mai. La prima tappa identifica le filosofie che hanno dato
importanza alla comunità e ad essa si contrappone la seconda tappa: il servo si disciplina
con il lavoro come il padrone lo aveva fatto con la lotta. Si arriva quindi allo scetticismo,
ovvero alla filosofia della lotta della propria libertà. Essa è la filosofia che riconosce l’essere
soggetto nello sforzo di essere tale.
Nel tentativo di liberarsi dell’oggetto, l’uomo finisce per smarrire con l’oggetto la verità
stessa. Questa è la seconda dialettica che porta dallo stoicismo allo scetticismo, ovvero, quel
percorso che va dalla rinuncia all’oggetto alla negazione della verità. Lo scetticismo provoca
una coscienza infelice (che era propria dell’uomo medievale). Nel tentativo di dire che
l’oggetto non è più esistente, l’uomo giunge all’infelicità proprio perché ha ritenuto la verità
inaccessibile.
LA RAGIONE
Se l’uomo non avesse sperimentato l’infelicità non sarebbe andato avanti. Lo spirito umano
nella seconda sezione sperimenta la scissione tra sé e la verità. In questa sezione, Kant è il
grande pioniere; è la sezione che prende coscienza non solo di sé ma anche di strutturare la
realtà. E’ la sezione che vede nell’idealismo una filosofia di rinascimento dopo l’infelicità della
coscienza. Si ripropone di ricercare la verità e ricostruire la metafisica. La scissione uomoverità è ricomposta ma non come nella prima tappa.
I: naturalismo
II: empirismo
III: legge del cuore
Queste due prime tappe sono assimilate al Faust di Goethe
[Faust era un giovane di grandi speranze con una grande sete di conoscenza; sente il
desiderio di raggiungere la verità attraverso la ricerca naturalistica e
l’osservazione/sperimentazione della natura. Faust ad un certo punto, visto che tali ricerche
non lo hanno soddisfatto, vende l’anima al demonio]
In questa prima fase Hegel ha la disillusione nei confronti delle scienze naturali che possono
dare solo la certezza del dato, ma non la verità intera. La prima tappa è la scienza e ciò che
essa ha prodotto. Tuttavia, la fiducia nella ragione osservativa, porta ad una grande
delusione; infatti, la terza sezione sfocia nell’irrazionale, nel sentimento. Frutto della scienza
è il Romanticismo: l’arrendersi di fronte alla delusione della scienza. Per Hegel, però, il
Romanticismo è un delirio intriso di presunzione. Tuttavia, il Romanticismo, benché
insufficiente, è stato indispensabile per abbattere l’approccio unilaterale della scienza.
SPIRITO
Tratta le filosofie idealiste che usano la ragione come strumento ma in modo che guardi
all’intero (e quindi al vero), che non si basa solo sul fenomeno ma si spinge al noumeno.
Hegel concepisce che lo spirito umano può conoscere la realtà quando esso si rende conto
che la conoscenza è nella storia.
I: Antigone (o etica del mondo etico)
II: l’Illuminismo e il terrore
III: Restaurazione.
Antigone era un’eroina dell’età del antica che viveva a Tebe ed era dilaniata dalla volontà di
obbedire alle leggi di Tebe o al suo cuore. Il tiranno non voleva che i fratelli di Antigone
fossero seppelliti. Tipico del mondo antico, per Hegel, è la concezione della collettività e
Antigone rappresenta l’etica antica, cioè che da preminenza alla comunità anziché al singolo.
L’etica degli antichi è quella del bene comune che sovrasta il bene singolo; la libertà del
singolo rientra in quella collettività. Questa figura viene superata della seconda tappa: alla
comunità si oppone il concetto di libertà assoluta illuministica. Essa è talmente assoluto che
è astratta perché sciolta da esperienza e storia. Infatti, l’Illuminismo si è poi tradotto nel
periodo del Terrore. La libertà illuminista è astorica e tutto ciò che viene visto di ostacolo
viene annientato. Il processo è poi imploso.
Se, quindi, l’etica antica imbriglia la sfera personale, quella moderna svuota completamente
la libertà del suo proprio significato.
L’ultima tappa è la Restaurazione: non è, per Hegel, un ritorno al passato ma un ritorno al
passato con il superamento delle contraddizioni. Restaurare vuol dire non riportare le cose
a come erano un tempo ma l’aver compreso che la libertà non butta via il passato come se
fosse una zavorra. Per cui, la Restaurazione rende veri e concreti i principi che l’Illuminismo
aveva espresso solo in teoria ma che non aveva saputo attuare.
RELIGIONE
Hegel recupera il legame della filosofia con la storia: lo spirito umano si è manifestato nel
tempo. Qui Hegel ripercorre le più importanti forme della cultura umana: arte, religione e
filosofia.
Nel 1816, abbandonata Iena, Hegel andò ad Heisenberg e qui lavorò ad un’organizzazione
sistematica del suo pensiero. Due anni dopo, nel 1818, Hegel andò a Berlino dove diventò
docente all’università e molto famoso.
Diversi filosofi erano accademici e quando insegnavano filosofia non insegnavano la storia
della filosofia ma il proprio pensiero, confrontandolo con i filosofi precedenti. Quindi, Hegel
insegnava le sue considerazioni filosofiche come le aveva espresse nelle sue opere.
L’insegnamento Hegeliano fu lo stesso della Fenomenologia dello spirito ma con una
differenza di metodo: i contenuti erano gli stessi ma con un diverso approccio espositivo.
Nel 1812 furono pubblicate diverse opere (come Scienza della logica o Enciclopedia delle
scienze in compendio) basate sugli appunti per le elezioni di Hegel.
L’approccio usato nella Fenomenologia dello spirito è fenomenologico, cioè “a parte
subiecti”, dalla parte del soggetto che l’ha vissuto. Infatti, nella Fenomenologia Hegel
racconta lo sviluppo umano dalla dimensione più semplice a quella più complessa come
l’uomo l’ha vista nel tempo.
Ora, la verità olistica è presentata “a parte obiecti”, dal punto di vista della verità, come essa
è.