Susanna Rossi In geologia il termine orogenesi indica il processo di formazione di un qualsiasi rilievo. Nel linguaggio geologico, il termine si riferisce alla formazione degli orogeni, derivanti da masse rocciose, che hanno subito una deformazione tettonica per prevalenza di spinte laterali, arrivando quindi ad impilarsi creando una catena montuosa. Le rocce che compongono la crosta non possono essere subdotte nel mantello data la loro densità inferiore; per questo motivo, durante uno scontro fra placche, sono deformate ed impilate sulla superficie a formare le catene rocciose. Gli elementi strutturali caratteristici della crosta terrestre sono: i cratoni, gli orogeni, le grandi fosse tettoniche e i margini continentali. I cratoni sono i nuclei più antichi dei continenti. Essi comprendono: Gli scudi che sono prevalentemente composti da rocce metamorfiche e secondariamente rocce magmatiche. Su uno scudo i rilievi orografici non sono molto accentuati a causa dei lunghi processi di erosione a cui sono stati sottoposti e la copertura sedimentaria è scarsa o assente. L'attività sismica è pressoché nulla. I tavolati che si estendono intorno agli scudi e presentano una copertura sedimentaria. Le fasce orogeniche (dette anche orogeni) sono quelle in cui l'orogenesi si è verificata in tempi meno antichi (in genere entro gli ultimi 500 milioni di anni) e si estendono intorno ai cratoni; queste fasce presentano un’intensa attività magmatica e metamorfica e si formano ai margini dei cratoni quando questi sono coinvolti in fenomeni di collisione tra placche. L'orogenesi più recente (denominata Alpino-Himalayana) non si è ancora conclusa e le fasce di crosta in cui si è manifestata mostrano le tracce di un'intesa attività geologica, come vulcanismo, sismicità, rilievi accentuati e in forte erosione. Le fosse tettoniche sono depressioni allungate prodotte da movimenti di distensione che provocano la formazione di sistemi di faglie parallele e l’abbassamento del blocchi di crosta fra esse compresi. Susanna Rossi I margini continentali possono essere passivi o attivi. Quelli attivi coincidono con i margini di una placca tettonica e sono altamente instabili perché sottoposti a compressione o subduzione; quelli passivi sono lontani dai margini di placca e segnano il limite tra un continente ed un oceano appartenenti alla stessa placca. L'analisi di un orogeno, permette di riconoscere una determinata zonazione della crosta terrestre in funzione della posizione del settore crostale analizzato rispetto alla catena montuosa; questa zonazione è normalmente indicata come sistema catena (montuosa)-avanfossa-avampaese. L'avanfossa [1] è un'area depressa antistante la catena montuosa e verso cui convergono le pieghe o falde delle rocce deformate costituenti la catena montuosa; costituisce una zona subsidente, di forte accumulo sedimentario sin-post orogenetico, spesso indicato col termine di sedimenti "molassici" derivanti dallo smantellamento per veloce erosione delle rocce della catena montuosa in fase di innalzamento. L'avanpaese è l' area indisturbata dal corrugamento orogenico; si trova in posizione antistante l'avanfossa ed è costituita dalla medesima successione, o dalla sua naturale transizione laterale, delle rocce che nell'avanfossa costituiscono il basamento su cui si depongono i sedimenti molassici. Talora nella descrizione del sistema viene anche introdotta l'area di retrocatena, indicando l'area vicina alla catena montuosa e simmetricamente opposta all'avanfossa; solitamente la zona di retrocatena è caratterizzata da tettonica distensiva con possibili eventi vulcanici