ALCHIMIEONLINE Il Bosco dei Poeti - Marzo 2011 J’ACCUSE… di Gianni Iasimone e mentre vivo ancora un istante si muore veramente con uno scarpone sulla faccia una scheggia di granata una pallottola sparata per errore che trafigge un giovane cuore un rantolo di tosse tossica nei recinti della disperazione nei ghetti della distruzione nel terzo mondo della sperimentazione delle nostre scoperte del cazzo in nome del progresso loro regresso se si distrugge si ricostruisce se si muore si rinasce ma una mano monca rimane monca anche se verrà riattaccata dalla nostra misericordia un occhio che ha perso la luce si perderà nella nebbia delle nostre speculazioni un bambino che ha perso i suoi anni chiederà il conto agli altri bimbi ai suoi figli o a se stesso anche senza saperlo da: Il mondo che credevo, un poema metà-fisico, Mobydick editore (www.mobydickeditore.it)