Carpe Diem Le grandi mostre Dal 19 gennaio al 26 maggio 2013, Palazzo Zabarella di Padova sarà teatro di un eccezionale evento dedicato a Giuseppe De Nittis (1846-1884). La statura internazionale di De Nittis, il più grande insieme a Boldini degli Italiens de Paris, si deve al fatto che ha saputo reggere il confronto con Manet, Degas e con gli Impressionisti con cui ha condiviso, pur nella diversità del linguaggio pittorico, l’aspirazione a rivoluzionare l’idea stessa della pittura, scardinando una volta per sempre la gerarchia dei generi, nel raggiungimento di quell’autonomia dell’arte che sta alla base della modernità. E come i francesi, ha affrontato gli stessi temi: il paesaggio, il ritratto e la rappresentazione della vita moderna, catturata nel caso di De Nittis nelle strade delle due metropoli che erano in quegli anni le grandi capitali dell’arte e della mondanità: Parigi e Londra. Giuseppe De Nittis 8 Carpe Diem S ono 120 i capolavori provenienti dai più prestigiosi musei e collezioni pubbliche italiane e francesi che costituiranno il percorso espositivo della più importante mostra mai realizzata su uno dei protagonisti assoluti della pittura dell’Ottocento europeo. La rassegna è un’ulteriore tappa del progetto decennale sulla pittura dell’Ottocento italiano, che in passato ha già rivolto l’attenzione, tra gli altri, su Hayez, Boldini, Signorini, i Macchiaioli, il Simbolismo in Italia. La mostra è una nuova occasione per comunicare, ancora una volta, al grande pubblico i risultati più aggiornati della ricognizione storica e critica dell’Ottocento. Le opere arriveranno dalle maggiori istituzioni francesi, tra cui il Petit Palais di Parigi, il Musée Carnavalet di Parigi, il Musée des Beaux-Arts di Reims, e dai più importanti musei e gallerie pubbliche italiane: oltre alla Pinacoteca De Nittis di Barletta, che possiede la straordinaria raccolta di dipinti rimasti nell’atelier dell’artista dopo la sua morte precoce, l’elenco dei prestatori può contare sull’apporto della Pinacoteca Provinciale C. Giaquinto di Bari, della Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti di Firenze, delle Raccolte Frugone di Genova, della Galleria d’Arte Moderna di Milano, del Museo di Capodimonte di Napoli, della Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza, del Civico Museo Revoltella – Galleria d’Arte Moderna di Trieste, della Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro di Venezia. Incisivo è stato il contributo di prestigiose raccolte private da cui provengono i dipinti meno noti, capolavori assoluti riproposti al pubblico in questa occasione. * G iuseppe De Nittis nacque a Barletta il 25 febbraio del 1846, da una famiglia di ricchi proprietari terrieri. La sua infanzia, tutt’altro che serena, fu segnata dalla morte dei suoi genitori. Così, fu educato dai suoi nonni, prima, e da suo fratello Vincenzo, poi. A Barletta, ancora giovane, De Nittis iniziò a prendere lezioni di pittura da Giambattista Calò, maestro di scuola napoletana, il quale da subito notò le straordinarie doti dell’allievo, e non mancò mai d’incoraggiarlo. I suoi fratelli, invece, ed in particolare il maggiore, Vincenzo, tentarono d’opporsi al desiderio del piccolo Giuseppe di coltivare le proprie doti artistiche, affermando che la vita dell’artista lo avrebbe condannato ad un’endemica condizione d’indigenza. Ma, gli ammonimenti dei fratelli poterono davvero poco. A 15 anni si recò a Napoli e s’iscrisse all’Accademia di Belle Arti. Tuttavia si scoprì poco interessato alle nozioni ed esercitazioni accademiche, legate ad una concezione dell’arte che egli considerava “retriva e conformista”. L’attitudine di De Nittis nei confronti della Tradizione, arrivò a costargli l’espulsione dall’Accademia per indisciplina. L’amore per la pittura en plein air, ad esempio, fece sì che, nel 1864, a soli 17 anni, De Nittis fondasse la “Scuola di Portici” assieme ad altri giovani pittori. Il 1867 fu un anno importantissimo per De Nittis. Incoraggiato dal suo fraterno amico, lo scultore Adriano Cecioni, presentò alcune opere (Una traversata negli Appennini e Nevicata) alla Promotrice di Firenze, che suscitarono profonda ammirazione tra i Macchiaioli. A 21 anni, De Nittis si trasferì a Parigi. In Francia trovò fortuna ed amore. In Francia fece preziose conoscenze con mercanti d’arte del calibro di Adolphe Goupil, il quale curò il “commercio” delle sue opere. Il bisogno di denaro fu un’urgenza costante per il pittore barlettano. Non che le sue opere venissero pagate poco dai compratori, tuttavia la vita edonistica che De Nittis conduceva aveva dei costi estremamente elevati. Per far fronte alle proprie velleità, De Nittis arrivò a piegarsi alla realizzazione di quadri che incontravano il gusto del grande pubblico, seguendo l’esempio del Meisonnier. Tuttavia, egli non indugiò a lungo in questa pratica, veramente contraria alla sua indole. Grazie al Cecioni, presto si ravvide e riprese a dipingere soggetti tratti dalla vita reale. A 9 Parigi, De Nittis divenne “lo storico del costume del suo tempo”. Egli volle ritrarre i luoghi in cui si svolgeva la vita di quella società dinamica ed in crescita, nonché i volti dei suoi protagonisti. Fra i soggetti preferiti delle sue opere parigine, le donne. Donne che egli osservò, conobbe ed amò. Fra esse Léontine Gruville, sua futura sposa, che De Nittis ritrasse più volte ed alla quale la città di Barletta resterà per sempre riconoscente. Infatti, è grazie alla sua sensibilità ed al suo profondo amore per il marito, che gran parte della produzione artistica di De Nittis si trova nel suo paese natale. A Londra ebbe importanti e fruttuosi contatti con alcuni uomini d’affari, che divennero suoi mecenati e gli consentirono di esprimere la sua arte in tutta libertà. De Nittis diede vita ad una produzione pittorica unica, lontana dalle correnti dominanti sia in ambito accademico che anticonformistico L’arte pittorica, l’espressione essenziale ed intelligente della vita, dei suoi colori e dei suoi attori, sono state le ragioni fondamentali dell’esistenza terrena di Giuseppe De Nittis. “Se un giorno mio figlio dovesse domandarmi dove trovare la felicità, io gli risponderei: sii pittore ma sillo come me”, il che significava esserlo pienamente, senza compromessi con l’opinione dominante, senza diventare schiavo delle lusinghe della fama. Come un eroe antico, De Nittis morì nel 1884, a soli 38 anni, stroncato da una congestione celebrale. Lasciò un ricordo straordinario di sé in chi lo conobbe, ed un immenso patrimonio artistico che continua ad affascinare chi si accosta alla sua pittura, per conoscerla, studiarla o semplicemente per farsi incantare da essa. *