Lo sbiancamento dentale
In Italia è da circa un decennio che gli sbiancamenti dentali hanno iniziato a farsi largo tra la gente. In altri paesi (in testa gli Stati Uniti) vengono
praticati da molto più tempo.
Perché sbiancare i denti?
Avere un sorriso con i denti bianchi e luminosi aiuta senza dubbio a migliorare e rendere più gradevole l'aspetto generale di una persona, sia nei
confronti di se stessa a sé migliorando l'autostima, che di fronte agli altri.
Il sorriso e i denti di una persona sono tra le prime cose che vengono notate quando si interagisce con gli altri, è come un biglietto da visita che
contribuisce sulla prima impressione che gli altri si fanno di noi.
Un bel sorriso da subito un'idea di ordine e pulizia e contribuisce a valorizzare l'intera persona. Al contrario denti gialli, sporchi, con tartaro danno
l'idea di una persona poco curata.
Tante persone infatti sono sempre più stanche di avere i denti macchiati e gialli (si stima un 50%), e si sta diffondendo l'idea che anche il colore
dei denti naturali, che ognuno di noi ha diverso dagli altri e che è determinato geneticamente, sia troppo scuro di come lo vorrebbero.
La pubblicità che ci mostra modelle dai denti splendidi, i sorrisi splendenti degli attori , il cambiamento dei canoni della bellezza, hanno fatto si
che sempre più persone, di tutte le età, si sottopongano a trattamenti di sbiancamento. La gente vuole denti sempre più bianchi e anche tante
persone giovani con denti già naturalmente bianchi si sottopongono a trattamenti sbiancanti per migliorare ulteriormente il proprio sorriso.
Il colore dei denti è l'espressione più importante della salute e della bellezza della bocca. Denti bianchi come la porcellana non esistono in natura, il colore dei
denti è personale e geneticamente determinato. Il "bianco naturale" dei denti incorpora lievi sfumature sui toni del giallo e del grigio, del bruno o del rossiccio,
più o meno accentuate.
Al contrario di quanto si possa pensare non è lo smalto che determina il colore dei denti. Lo smalto è infatti traslucido e non possiede un colore proprio; dalla
sua superfic ie traspare il colore della dentina sottostante. Col passare del tempo però lo smalto può colorarsi assorbendo pigmenti da cibi e bevande (cause
di colorazione esterne), mentre la dentina tende a ispessirsi nella camera interna presente nella corona dei denti. Ciò fa sì che con l'invecchiamento i denti si
scuriscano e perdano la loro originaria brillantezza.
Esistono molte altre cause di colorazione dei denti. Tra quelle dette intrinseche, quella maggiormente conosciuta è dovuta alle tetracic line,vasto gruppo di
antibiotici a largo spettro. Introdotte in medicina nel 1948, nel 1956 per la prima volta fu riportato che la loro assunzione induceva una colorazione nei denti
gialla, giallo-marrone, marrone, grigia o blu, con la formazione possibile di strisce. La colorazione è spesso bilaterale e interessa molti denti in entrambe le
arcate.Un'altra causa di colorazione è la fluorosi che è dovuta a un eccesso di fluoro durante la formazione dello smalto e della calc if icazione. Conduce a
formazione di "white spot"(macchie bianco gessose). Spesso è possibile persino osservare fessure pronunciate nello smalto.
Esistono numerose altre possibili cause di scolorimento dei denti come i batteri cromogenici che si trovano nella saliv a, la fenilchetonuria, l'eritroblastosi fetale
l'anemia mediterranea, o amelogenesi e dentinogenesi imperfette, ecc.
La maggior parte dei pazienti che richiedono lo sbiancamento dei denti hanno problemi di colorazione dovuti principalmente a cause estrinseche o naturali. A
seconda della metodologia scelta, questo tipo di trattamento richiede solitamente una o al massimo due sedute. Il trattamento delle macchie intrinseche può
richiedere un numero maggiore di sedute a seconda della gravità e del grado di colorazione. Lo sbiancamento dentale comprende l'insieme dei prodotti,
processi o procedure la cui azione porta un dente ad apparire più bianco nel colore. La ricerca di più effettive possibilità nel trattamento delle macchie dei
denti non è una novità. Nei secoli si osserva un crescente interesse nel ricercare soluzioni per rendere i denti bianchi. Gli antichi egiz i e i fenic i ottenevano lo
sbiancamento dei tessuti combinando un trattamento di alcalino con carbonato di potassio e luce solare. I Romani erano soliti lavare i denti con sostanze
naturali. Durante il XIV secolo, lo sbiancamento dei denti era il trattamento più richiesto dopo l'estrazione, e veniva realizzato attraverso l'uso combinato di fili
metallici e di acido nitrico. Nel tardo XIX secolo si usava una combinazione di acqua ossigenata (perossido di idrogeno - H2O2), etere ed elettric ità. Più tardi
sono stati impiegati gli stessi ingredienti utilizzando però il calore al posto dell'elettric ità. L'acido cloridrico (HCl) è stato usato a partire dal 1916, e nel 1966 in
combinazione con H2O2. Nel 1970 è stato stabilito che il perossido di idrogeno era l'agente decolorante più efficace.
Metodi di sbiancamento dentale
Le metodiche e i prodotti per sbiancare i denti attualmente in commercio hanno diverse caratteristiche e vanno scelte in base al risultato
che si vuole ottenere. Il prodotto ideale dovrebbe rispondere a una serie di requisiti quali la facilità d'uso e applicazione, i costi
possibilmente contenuti, la durata dei risultati ottenuti, l'assenza di effetti collaterali, l'efficacia e il tempo d'azione, la facile
collaborazione da parte del paziente.
Un prodotto o una tecnica che possieda tutti i requisiti su elencati non esiste, per cui la scelta deve essere fatta cercando quanto più
possibile di andare incontro alle aspettative del paziente.
Prodotti per lo sbiancamento dentale
Tutti i prodotti sbiancanti sia professionali che ad uso “fai da te” hanno gli stessi principi attivi: il perossido di idrogeno (acqua
ossigenata) o il perossido di carbammide (che comunque si trasforma in perossido di idrogeno). I dentifrici sbiancanti e le gomme da
masticare non utilizzano tali principi attivi.
Naturalmente i sistemi sbiancanti "fai da te" hanno caratteristiche diverse da quelli professionali.
• PROFESSIONALI
• “FAI DA TE”
Applicato e controllato da uno specialista medico
Mancanza di supervisione del dentista
Maggiore efficacia sbiancante (% elevata di principio attivo)
Minore efficacia sbiancante (% non elevata di principio attivo)
Applicazioni individuali, massima efficacia e minimi effetti
collaterali
Applicazione non individuale ma metodiche standard (strisce,
prodotti da banco)
Durata dei risultati più lunga (2-5 anni)
Minor durata dei risultati (4-12 mesi)
Minor tempo necessario per lo sbiancamento con maggiori
garanzie di risultato
Tempi più lunghi per ottenere buoni risultati
Costi più alti
Costi più bassi
Sbiancamenti fatti in studio con l'utilizzo del gel fotoattivato dal LASER a diodo
I metodi di sbiancamento professionale svolti in studio utilizzano gel con concentrazioni di perossido di idrogeno fino al
35%.
Il gel viene posizionato sui denti dal dentista e lasciato agire per circa 30 minuti e fotoattivato da una sorgwente
luminosa LASER.
In questo modo la reazione viene accelerata (non potenziata)
In base alla sorgente luminosa e al tipo di discolorazione il gel è applicato 1 o 2 volte e sottoposto alla sorgente LASER
per circa 1-2 minuti a dente
Per evitare il contatto del gel con le gengive viene applicata una protezione (diga) in gomma.
Nei casi di colorazioni più intense o particolari può essere fatto un trattamento personalizzato, ripetendo la seduta in
studio più di una volta.
Vantaggi
• Sbiancamento efficace in meno di un'ora
• Collaborazione del paziente minima (una sola seduta)
• Durata dell'effetto sbiancante da 2 a 4 anni
Svantaggi
• Possibile sensibilità dentale dovuta all'alta concentrazione di perossido di idrogeno
• Costi più elevati se rapportati alle metodiche domiciliari.