TITOLO: RISCHIO DA AGENTI BIOLOGICI nei LABORATORI

annuncio pubblicitario
Livello 2: giallo
Addetti (laureati, diplomati) di Laboratori di Analisi chimico cliniche, di Anatomia e
Istologia Patologica, di Microbiologia e Parassitologia, di ricerca,
[Dell’elenco Dott.ssa Cappiello verificare secondo gli ultimi codici assegnati]
TITOLO: RISCHIO DA AGENTI BIOLOGICI nei LABORATORI
FINALITA’:
Esistono numerose tipologie di agenti biologici (quali i batteri, virus, funghi, etc) che
sono comunemente presenti nell’ambiente e in taluni casi possono provocare l’insorgenza
di malattie nell’uomo.
Tale possibilità dipende da molti fattori legati alle caratteristiche del singolo agente
biologico, alle condizioni del soggetto esposto, alle condizioni ambientali ed alle modalità
di esposizione o contatto.
In genere, nell’ambito delle attività svolte nelle Azienda Sanitarie, con maggior probabilità
può avvenire la insorgenza di:
 malattie che si trasmettono con il
sangue o altri liquidi biologici (es.
epatiti, AIDS), in conseguenza di
infortuni da puntura o ferita con
strumenti contaminati o come
conseguenza di contaminazione,
con fluidi contenenti sangue,
delle mucose (es. occhi, naso,
bocca)
 malattie che si trasmettono per
via aerea (es. Tubercolosi,
morbillo) o per aerosol (es.
meningite), nel caso di contatto
molto ravvicinato e/o prolungato con un malato in fase contagiosa (per lo più quindi ha
scarso significato un contatto occasionale o fugace).
Il rischio di esposizione ad agenti biologici deve quindi essere considerato, valutato,
prevenuto.
La probabilità che avvenga trasmissione di malattia, ad esempio in conseguenza di una
puntura con ago proveniente da paziente sicuramente infettante ad esempio da epatite C,
sono inferiori all’ 1% così come nel caso di malattie trasmesse per via aerea il contatto
stretto con malati non significa affatto in modo automatico la trasmissione di malattia; ciò
rende ragione del fatto che per fortuna sia molto raro il verificarsi di malattie in
conseguenza di infortuni a rischio biologico. Nelle attività di LABORATORIO è necessario
raggiungere sufficienti livelli di conoscenza sul rischio biologico affinché ciascuno assuma
coscientemente comportamenti adeguati al fine di prevenire tale rischio e cioè possa con
motivazione adottare ed applicare le regole destinate a minimizzare il rischio da agenti
biologici.
OBIETTIVI:
Alla fine del percorso formativo si dovrà:





sapere cosa si intende per rischio da agenti biologici
conoscere le principali occasioni di rischio che si possono presentare
acquisire le principali regole ed i comportamenti finalizzati a minimizzare tale rischio in
generale
acquisire le principali regole ed i comportamenti finalizzati a minimizzare tale rischio in
laboratorio
conoscere le procedure aziendali da adottare in caso di infortunio a rischio biologico.
CONTENUTI:
 Definizione di agente biologico e rischio biologico
 Meccanismi di difesa dalle infezioni
 Classificazione degli agenti biologici dannosi per l’uomo
 Vie di trasmissione delle malattie da agenti biologici
 Definizione del livello di rischio per le attività considerate
 Regole elementari di comportamento nei confronti del rischio biologico
 Cosa fare in caso di incidente
 Classificazione dei livelli di contenimento
 Esempi e indicazioni di misure di protezione da adottare in laboratorio
 Vaccinazioni raccomandate
SVILUPPO DEI CONTENUTI DEL LIVELLO
2 di approfondimento
 Il rischio biologico è la possibilità di contrarre una malattia infettiva nel corso di attività
lavorative che comportano esposizione ad agenti biologici.
 La norma definisce Agente biologico qualsiasi microrganismo anche se geneticamente
modificato, coltura cellulare ed endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni,
allergie o intossicazioni.
 Gli agenti biologici possono essere batteri (es. le salmonelle che provocano il tifo, il
micobatterio della Tubercolosi), virus (es. i virus delle epatiti, dell’influenza, dell’AIDS),
funghi (es. i miceti che provocano la candidosi o l’aspergillosi), microrganismi
formati da più cellule (es. gli acari della scabbia o alcuni parassiti intestinali) che,
relativamente agli esempi sopra citati, possono infettare l’uomo, ma sono rappresentati
anche da moltissime altre “specie” che non costituiscono necessariamente pericolo
per l’uomo.
 Gli agenti biologici così definiti esistono da molto prima che esistesse l’uomo; sono
presenti in enorme quantità e varietà nell’ambiente in cui viviamo, sulla nostra
superficie corporea ed all’interno del nostro organismo. Gli uomini nella loro
evoluzione si sono sviluppati tenendo conto di questa realtà. Ciò vuol dire che non
siamo destinati a vivere in un ambiente sterile e cioè privo di agenti biologici, ma siamo
naturalmente attrezzati per convivere con essi e per difenderci da essi se
necessario
 Il rapporto che abbiamo con gli agenti biologici presenti nel nostro mondo è così stretto
che non ne potremmo fare a meno: gran parte delle vitamine che ci servono sono
prodotte dai batteri che colonizzano il nostro intestino; se non fossimo colonizzati da
batteri “buoni” sulla superficie del nostro corpo saremmo più facilmente preda di
infezioni che a partire dalla pelle potrebbero invadere tutto il nostro organismo; senza
agenti biologici specifici non esisterebbe il pane lievitato, il vino, la birra, i formaggi, i
salumi, lo yogurt, etc etc.
 “Generalmente” gli agenti biologici “pericolosi” per l’uomo sono suoi ospiti stretti e
cioè vivono bene all’interno dell’organismo in condizioni per loro ideali di temperatura,
umidità, ossigenazione, nutrimento, etc. Ciò vuol dire che al di fuori di esso (ad
esempio negli ambienti di vita o di lavoro, pavimenti, filtri dei fan coil, tubature, etc)
quasi tutti sopravvivono con difficoltà e, se sopravvivono, stentano a moltiplicarsi e
possono perdere gran parte delle loro capacità aggressive.
 Oltre che per queste criticità “ambientali”, il contatto fra uomo ed agenti biologici in
grado di provocare infezione non comporta automaticamente che si verifichi la
malattia anche in considerazione del fatto che, come abbiamo già visto, siamo
naturalmente in grado di difenderci. Perché l’evento malattia si verifichi è necessario
che si verifichi una o più delle seguenti condizioni:
o Vengano saltate le difese naturali (es. ferita che produca una lesione di
continuità o leda le difese della pelle);
o Sia presente un grande numero di agenti infettanti (come di norma accade
nei servizi di laboratorio a conseguenza delle attività svolte)
o L’agente biologico sia particolarmente aggressivo (es. forme batteriche
resistenti agli antibiotici o in grado di produrre sostanze tossiche, virus
particolarmente attivi, etc.)
o Le difese dell’organismo siano significativamente indebolite (es. malattie che
immuno-deprimono come l’AIDS o il diabete, oppure a seguito di: cure con
cortisone o immuno-soppressori per prevenire il rigetto, grandi traumi,
interventi chirurgici, etc)
In questo caso l’agente biologico pericoloso può prendere il sopravvento sulle naturali
difese dell’organismo e possiamo ammalarci.
 Va comunque precisato che la pelle integra costituisce una difesa ottima contro gli
agenti biologici e rappresenta per loro un ostacolo sostanzialmente insormontabile.
La cute deve essere integra in quanto bastano anche minime lesioni di continuo perché
la penetrazione possa avvenire. In particolare è bene conoscere la azione protettiva
del film cutaneo che deve quindi essere preservato quanto più possibile evitando l’uso
eccessivo di saponi aggressivi verso questa difesa naturale.
 Gli agenti biologici in grado di provocare, in alcune condizioni, malattie nell’uomo
sono classificati dal D.Lgs 626/94 in 4 gruppi:
o GRUPPO 1: poche probabilità di causare
malattie negli uomini
o GRUPPO 2: può causare malattia agli uomini e
costituisce rischio per i lavoratori; poco probabile
diffusione in comunità; disponibili misure
profilattiche/ terapeutiche. Es. Stafilococchi,
Salmonelle (non typhi), Epatite A
o GRUPPO 3: può causare grave malattia agli
uomini e costituisce rischio per i lavoratori; può
propagarsi in comunità; possibili misure profilattiche/terapeutiche. Es. TBC,
AIDS, Epatite B, Epatite C, Rickettsia, brucella
o GRUPPO 4: può causare gravi malattie a uomini e lavoratori. Elevato rischio di
propagazione in comunità, non disponibili misure profilattiche e/o terapeutiche.
Es. virus Lassa, Ebola
 Per poter conoscere quale può essere il rischio di ammalare è sicuramente necessario
sapere se ci si trova a contatto con un microrganismo pericoloso, se tale agente
biologico sia in “sufficiente stato di salute” e capacità di moltiplicarsi ed aggredire, e se
le difese del nostro organismo siano in non ideali condizioni, ma è necessario sapere
inoltre che ogni microrganismo ha un meccanismo proprio per penetrare nel nostro
corpo e produrre i danni di cui è capace (meccanismi di trasmissione). Il
meccanismo di trasmissione delle malattie infettive ha, come intuitivamente si può
capire, grande importanza per comprendere quali rischi si possono correre e quali
misure di prevenzione e protezione adottare. I meccanismi di trasmissione delle
malattie infettive possono essere:
1. Per via parenterale: trasmissione degli agenti biologici in grado di provocare
malattie (d’ora in poi chiamati agenti patogeni) attraverso il sangue o liquidi
biologici contenenti sangue. Ad esempio pungendosi con un ago usato su un
paziente infetto, o ferendosi con oggetti contaminati da sangue altrui, o
contaminandosi le mucose (occhi, naso,bocca) con tali fluidi. Malattie
trasmesse con questo meccanismo sono ad esempio l’AIDS, l’epatite B,
l’epatite C.
2. Per via aerea: gli agenti patogeni sono emessi in piccolissime particelle in
grado di restare a lungo sospese nell’aria che possono quindi essere rirespirate da soggetti recettivi. Malattie trasmesse con questo meccanismo
sono ad esempio la Tubercolosi, il morbillo, la varicella.
3. Per contatto: gli agenti patogeni presenti sulla superficie corporea
dell’organismo infetto, possono infettare la superficie corporea di un soggetto
suscettibile. Malattie trasmesse con questo meccanismo sono ad esempio
l’herpes, la scabbia. Il meccanismo descritto riguarda le malattie trasmesse
per contatto diretto. Esiste anche la possibilità che alcuni agenti patogeni
possono sopravvivere nell’ambiente ed essere veicolati da vettori (insetti,
come ad es. nel caso della malaria, o altro) o da veicoli in quanto persistono
sulle superfici degli ambienti o su oggetti ( ad es. vestiti, strumenti usati per
l’attività di laboratorio, etc). Il meccanismo di trasmissione per mezzo di
vettori o veicoli riguarda le malattie trasmesse per contatto indiretto. In
alcuni casi questi meccanismi sono obbligati: ad esempio non si trasmette la
malaria senza il “vettore” zanzara anofele, la legionellosi si trasmette
generalmente per aria o acqua contaminate in impianti o dispositivi di
laboratorio non bene manutenuti.
4. Per via orofecale: eventuali oggetti, cibi, o altro contaminati con le feci di
malati infetti portati alla bocca di soggetti recettivi possono comportare in
questi ultimi infezione. Ad esempio mancanza di igiene nella preparazione
dei cibi da parte di operatori che non si lavano sufficientemente le mani dopo
aver espletato le proprie funzioni corporali. Malattie trasmesse con questo
meccanismo sono ad esempio le salmonellosi compreso il tifo.
5. Per via sessuale: trasmissione attraverso il contatto sessuale.
Generalmente per agenti patogeni estremamente delicati che non
sopravvivono all’ambiente esterno nemmeno per brevi periodi. Malattie
trasmesse con questo meccanismo sono ad esempio l’epatite virale B,
l’AIDS ; identico meccanismo di trasmissione hanno altre patologie quali la
sifilide e la gonorrea.
Per gli addetti ai laboratori si possono evidenziare ulteriori vie di trasmissione che saranno
descritte successivamente.
 Il
simbolo
indica la presenza di rischio da agenti biologici
potenzialmente pericolosi in ambienti (laboratori, cabine di
sicurezza,
etc.) o apparecchiature. Fare riferimento a procedure
aziendali per
il corretto comportamento operativo in queste aree di
lavoro. Va precisato che il simbolo non è presente generalmente fuori dalle stanze di
degenza.
 In funzione delle attività, nei laboratori si può definire in termini generali che si è può
esere in presenza di MEDIO/ALTO rischio da agenti biologici.
Questo tipo di classificazione è demandato al Sistema aziendale della sicurezza.
 In ambiente ospedaliero, vanno comunque osservate delle semplici regole di
comportamento di “buon senso” :
 In ambiente di lavoro vanno usati abiti da lavoro a manica lunga diversi da quelli
della vita civile
 È vietato bere, mangiare, fumare in ambiente di lavoro; meglio anche evitare di
truccarsi, indossare monili/anelli
 In caso di possibile contaminazione delle mani
usare guanti protettivi in vinile o lattice per le mani
(quelli in polietilene, quelli grossi da lavoro non
sono idonei allo scopo)
 In caso di possibile contaminazione delle mucose
usare visiera protettiva o, se questa non è
disponibile, proteggere gli occhi con occhiali
protettivi e contemporaneamente la bocca ed il
naso con filtrante facciale o mascherina.
 Lavarsi sempre le mani quando ci si tolgono i
guanti, quando si esce dal lavoro, prima di andare a mensa o al bar (NON in
abiti da lavoro !!),quando ci si è sporcati le mani, dopo aver utilizzato i servizi
igienici, in caso di contatto accidentale con liquidi biologici
 I Dispositivi di protezione personale vanno indossati correttamente ed anche tolti
secondo una opportuna sequenza.
 Lavarsi le mani è una operazione semplice, ma deve
avvenire secondo alcune regole (non si tratta di lavaggio
antisettico o chirurgico):
 togliere bracciali, anelli, orologio
 insaponare la mani accuratamente (dita, palme, dorso,
polsi, unghie) per almeno 10 secondi sciacquare con
acqua corrente in modo completo
 solo in casi particolari (dopo imbrattamento con liquidi
organici, in caso di lesione dei guanti in manovre a rischio o altro), dopo essersi
lavati con il sapone e risciacquati, bagnare le mani con liquido antisettico in
modo completo (dita, palme, dorso, polsi, unghie) per almeno 30 secondi
 sciacquare con acqua corrente in modo completo
 asciugarsi con carta a perdere
 chiudere i rubinetti con la carta a perdere per asciugarsi se non presenti i
dispositivi di azionamento a leva o a pedale.
 In caso di evento accidentale che possa comportare il rischio di infezione
rivolgersi al proprio responsabile di unità operativa (persona a cui si chiedono le ferie).
 La vaccinazione antiepatite B non è obbligatoria, ma è utile e fortemente
raccomandata Tale vaccinazione è offerta gratuitamente ed è necessario rivolgersi
alla struttura aziendale preposta.
I laboratori ospedalieri sono
sostituirei con possono essere
luoghi a significativo rischio
infettivo
per
gli
operatori.
Eliminerei le frasi in grigetto:
Tuttavia, anche se nei laboratori di
microbiologia
(deputati
alla
diagnosi batteriologica o virologica
di malattie infettive) vengono
convogliati materiali patologici
frequentemente
infetti,
comunemente i laboratori a rischio
più elevato sono da considerare
quelli di ematologia o di analisi
chimico-cliniche.
Questo apparente paradosso è dovuto al fatto che il microbiologo è conscio che
qualunque materiale biologico su cui opera è potenzialmente patogeno. Ciò rende ragione
dell’importanza di una adeguata formazione per tutti gli operatori di queste aree.
Eliminerei le frasi in rigetto. Inoltre gli addetti al laboratorio di microbiologia lavorano in
sterilità (il che non si verifica negli altri tipi di laboratori) e le modalità operative comportano
un'estrema attenzione anche al fine di non contaminare il materiale in esame per non
alterarne il valore diagnostico.
Negli ultimi anni, con le migliorate conoscenze sui processi di diffusione dei virus
dell'epatite B e dell'AIDS, le probabilità di contrarre infezioni in laboratorio sono diminuite
in quanto l'operatore pone maggiore attenzione alla manipolazione dei campioni rispetto al
passato.
Nelle infezioni contratte in laboratorio, a volte, le vie di penetrazione dell'agente patogeno
sono diverse da quelle naturali.
È noto infatti che la popolazione può contrarre la brucellosi per ingestione di alimenti
contaminati.
Nei laboratoristi (così come nei veterinari), il germe penetra viceversa per via
transcutanea, attraverso irrilevanti soluzioni di continuità della cute o addirittura la cute
integra.
I microrganismi possono penetrare nell'organismo dell'operatore sanitario per via
digestiva, come nel caso di ingestione accidentale di batteri. È questo il caso dei
microrganismi responsabili dell’ileotifo o delle salmonellosi (anche se le cariche microbiche
infettanti, cioè le quantità di batteri indispensabili per superare le barriere difensive
dell'organismo, sono relativamente alte, nell'ordine di 105-109 microrganismi). Questa
modalità di trasmissione è legata spesso, specialmente nei piccoli laboratori, alla
conservazione di bevande o alimenti nei frigoriferi dei laboratori stessi o alla
consumazione di cibi e bevande o al fumare nei locali di lavoro. Tale pratica deve
assolutamente essere bandita in un laboratorio attento al contenimento del rischio
infettivo !
La terza modalità di trasmissione è l'inalazione. In molte pratiche di laboratorio si
producono degli aerosol come conseguenza dell'uso improprio dell'ansa. Un'ansa troppo
lunga o con un occhiello troppo grande, in certe manovre, tende a disperdere
nell'ambiente piccole goccioline contaminate da batteri. Anche un flambaggio non corretto
può comportare lo stesso fenomeno. Il germe più frequentemente responsabile di eventi
infettivi a seguito delle suddette manovre è sicuramente il Mycobacterium tuberculosis in
quanto, come è noto, questo germe dà origine a colonie secche che facilmente si
disperdono nell'aria degli ambienti di analisi se non si usano idonei accorgimenti, quali
l'utilizzo di apposite camere di sterilizzazione per l'ansa.
Nei laboratori devono essere rispettate tutte le misure procedurali (Precauzioni universali)
che sono state descritte in precedenza a cominciare dal fatto che il sangue, le sue frazioni
o altri liquidi biologici devono essere considerati infetti.
Ciò evita di dover etichettare in modo particolare i campioni provenienti da pazienti con
infezioni accertate o sospette.
Le frasi dei due capoversi sopra in grigetto le sostituirei con:
Nei laboratori devono essere rispettate tutte le misure procedurali costituite dalle
precauzioni standard e quelle accennate in precedenza; in ogni caso tutti i campioni
biologici, indipendentemente dalla conoscenza sulla loro provenienza, devono essere
trattati come fossero campioni infetti.
Di seguito sono riportate una serie di indicazioni strutturali, comportamentali ed
organizzative utili al contenimento del rischio nelle attività di Laboratorio, fermo
restando che ogni laboratorio ha peculiarità proprie che devono essere messe in
evidenza dai preposti alla sicurezza e/o dai responsabili delle unità operative:
a) Il laboratorio dovrebbe essere dotato di spazi sufficientemente ampi in
modo da poter operare riducendo la possibilità di urti accidentali tra le
persone e contro le apparecchiature;
b) Muri, soffitti (anche i soffitti? – non lo metterei) e pavimenti
dovrebbero essere lisci e di facile pulizia;
c) Tubazioni e condotte esterne dovrebbero essere separate dalle pareti
o meglio non essere presenti nell’area di laboratorio;
d) Le superfici dei banconi da lavoro
dovrebbero
essere
continui,
impermeabili,
resistenti
ai
disinfettanti, agli acidi, ai solventi
e)
f)
g)
h)
i)
j)
k)
l)
m)
n)
o)
p)
q)
organici,agli alcali e con alto grado di resistenza al fuoco; i piani di
lavoro debbono essere decontaminati con germicidi se si
producono schizzi o spandimenti e al termine dell’attività lavorativa;
L’arredo, saldamente ancorato, dovrebbe essere facilmente
accessibile per le operazioni di pulizia;
Bisogna evitare disordine di materiali sui banconi e nelle zone di
passaggio;
Dovrebbe essere presente almeno un lavabo azionabile tramite il
piede o il gomito, preferibilmente vicino all’uscita;
Dovrebbe essere presente almeno un apparato lavaocchi;
Gli indumenti personali dovrebbero essere riposti in ambienti separati
da quelli dove vengono riposti gli indumenti di lavoro; (almeno
armadietti doppi)
Le porte dovrebbero avere adeguata resistenza al fuoco,
possibilmente con pannelli trasparenti e rimanere sempre chiuse;
Nelle procedure in cui vi è elevata probabilità di creare aerosol o
droplet (ad esempio mescolare, scuotere, agitare) e per tutte le
manipolazioni di colture infette vanno utilizzate apposite cabine di
sicurezza biologica, con livello di contenimento 2, 3 o 4 in funzione
della tipologia di attività che devono essere svolte;
Non deve essere eseguito pipettamento a bocca dei liquidi ma
solo pipettamento meccanico;
I materiali contaminati usati per gli esami di laboratorio debbono
essere decontaminati prima del trattamento o posti in sacchi ed
eliminati secondo le procedure di
smaltimento dei rifiuti infetti in uso
nell’azienda;
Deve essere disponibile un’autoclave;
tutta la vetreria di laboratorio, il
materiale monouso e i rifiuti,
sicuramente infetti, debbono essere
decontaminati,
preferibilmente
in
autoclave, prima del lavaggio o
dell’eliminazione;
Le apparecchiature scientifiche
contaminate da sangue o altri
liquidi biologici devono essere
decontaminate e pulite prima di
essere riparate a cura del personale
di laboratorio
Partecipare alle attività di informazione
e formazione sulla sicurezza biologica
organizzate per il personale di
laboratorio
Adottare un manuale di sicurezza o un protocollo operativo che
identifichi rischi noti o potenziali e che specifiche le pratiche e
procedure da seguire in caso di incidente; (il manuale di lavoro sicuro
del laboratorio deve essere elaborato dal responsabile dell’unità
operativa)
r) Coprire la superficie di lavoro con carta assorbente plastificata; non
sono d’accordo: i piani di lavoro vanno mantenuti sgombri per essere
facilmente puliti e non ricoperti con carta di qualsiasi tipo o lenzuolini
s) Indossare occhiali, schermi protettivi od
altri mezzi di protezione per schizzi di
materiali od oggetti contundenti;
t) Indossare sempre guanti di protezione;
u) Evitare, quando possibile, l’uso di siringhe
ed aghi, soprattutto pera azioni non
congrue (ad esempio il rimescolare);
evitare anche l’uso di forbici a punte vive,
oggetti taglienti, e limitare per quanto
possibile la vetreria
v) Usare sempre la cappa quando si lavora
con agenti infettivi, colture cellulari o
tessuti potenzialmente contaminati;
w) Preparare le piastre batteriche sotto
cappa;
x) Preferibilmente usare siringhe ad ago
autobloccante, riempire la siringa lentamente per evitare la
formazione di bolle d’aria o di schiuma;
y) Avvolgere l’ago ed il suo sistema di bloccaggio in un batuffolo di
cotone inumidito con idoneo disinfettante prima di estrarre l’ago da un
tappo di gomma.
z) Opportuno che le centrifughe usate per materiali biologici
potenzialmente infetti siano dotate di coperchio trasparente di
ispezione per verificare prima dell’apertura eventuali rotture o
spandimenti
aa) Attenersi alle procedure presenti in laboratorio ed in particolare porre
assoluto rispetto alla divisione fra le aree”sporche” e “pulite” (per
evitare di contaminare queste ultime)
bb) Fare in modo che eventuali addetti esterni alle pulizie non siano
esposti ad inutili rischi: le pulizie da parte di operatori esterni potranno
riguardare solo aree comuni/pavimenti comunque non contaminati;
attrezzature o aree contaminate potranno essere pulite solo dopo
decontaminazione da parte del personale di laboratorio
I livelli di contenimento, cui si è fatto cenno, corrispondono ai diversi requisiti strutturali che
devono possedere i laboratori.
A ciascun livello corrispondono procedure di gestione e manipolazione dei campioni
analizzati, e le apparecchiature di contenimento.
Livello di contenimento 2 è indicato quando si compiono operazioni che presentano
basso rischio per la salute umana e per l’ambiente e prevede che:


sia presente una cappa di sicurezza biologica di classe I o II ; le attività nel corso
delle quali si producono aerosol infetti vengano svolte in cappe di sicurezza
biologica;
il personale che manipola agenti patogeni sia adeguatamente formato sul rischio e
sulle procedure di prevenzione;


sia limitato l’accesso al laboratorio nel corso delle fasi di lavoro e segnalato il rischio
biologico con il cartello specifico;
Deve ? essere presente un’autoclave nel laboratorio o nell’edificio che lo ospita.
Il livello di contenimento 3 è indicato quando si compiono operazioni che presentano
rischio per la salute umana e per l’ambiente e prevede che:

La presenza delle misure del livello 2, ma con l’accesso strettamente controllato e
segnalato; presenza di zona filtro con porte autobloccanti interbloccate ed impianti
doccia;
 Devono essere adottate procedure che
consentano il trasferimento sicuro del
materiale in autoclave, se posta al di fuori
dell’area del laboratorio;
 All’interno del laboratorio la pressione
atmosferica deve essere negativa e l’aria
emessa deve essere sottoposta a
filtrazione assoluta con filtri HEPA
 La zona di lavoro dovrebbe essere
sigillabile in modo da consentire la
fumigazione;
 Si applica in genere a strutture cliniche e
diagnostiche dove si utilizzano agenti
biologici che possono causare malattie gravi e/o letali in caso di esposizione per
inalazione.
Il livello di contenimento 4 è indicato quando si compiono operazioni che presentano
alto rischio per la salute umana e per l’ambiente e prevede :








La presenza delle misure del livello 3, con inoltre la separazione del laboratorio da
altre zone o in edificio separato;
Presenza di cappa di livello III
L’accesso strettamente controllato e segnalato; presenza di zona filtro con porte
autobloccanti interbloccate ed impianti doccia di decontaminazione;
Devono essere adottate procedure che consentano il trasferimento sicuro del
materiale in autoclave, se posta al di fuori dell’area del laboratorio;
All’interno del laboratorio la pressione atmosferica deve essere negativa e l’aria
emessa deve essere sottoposta a filtrazione assoluta con filtri HEPA
La zona di lavoro dovrebbe essere sigillabile in modo da consentire la fumigazione;
Si applica in genere a strutture cliniche e diagnostiche dove si utilizzano agenti
biologici che possono causare malattie gravi e/o letali in caso di esposizione per
inalazione;
In genere trova applicazione solo per materiali biologici estremamente pericolosi,
che, di norma, non vengono trattati in ambiente ospedaliero ma solo in ambito di
ricerca.
Per quanto riguarda il corretto uso delle cappe di sicurezza biologica si
suggeriscono le seguenti indicazioni e misure di protezione:








Accendere la cappa e la lampada UV almeno 15 minuti prima dell’inizio delle
operazioni;
Evitare quanto possibile movimenti d’aria all’interno della stanza ove è posizionata
la cappa a flusso laminare (passaggio di molte persone, apertura di porte, etc)
Accertarsi che il saliscendi, se presente, non permetta un’apertua superiore ai 20
cm, salvo particolari disposizioni della casa produttrice;
Ridurre al minimo gli strumenti ed i reagenti sotto cappa;
Posizionare piccoli contenitori per rifiuti biologici sotto cappa e trasferirli
ermeticamente chiusi in contenitori di maggiori dimensioni;
Non usare Bunsen o altri tipi di bruciatori sotto le cappe di tipo II o III in quanto l’aria
calda indotta può deviare il flusso d’aria e provocare contaminazione dell’ambiente
esterno alla cappa;
Evitare di coprire la superficie del piano di lavoro (forellinato) con materiale o
peggio telini in modo da non limitare l’efficienza dei flussi laminari all’interno della
cappa
Pulire sempre con cura alla fine di ogni operazione il ripiano della cappa con
disinfettante adeguato.
 Devono essere presenti procedure scritte da seguire in caso di infortunio a rischio
biologico. Tali procedure devono prevedere almeno i seguenti contenuti:
 Definizione di infortunio a rischio per contatto parenterale (puntura da ago
contaminato o tagliente e per contatto mucoso o imbrattamenti di cute non
integra (non comprendere gli imbrattamenti di cute integra)
 Definizione delle procedure per l’indagine rapida per HIV nel paziente fonte,
se identificabile, oltre che la sierologia per HCV ed HBV che può essere
eseguita anche in un secondo tempo
 In caso di positività (o dubbio) per HIV nel paziente fonte assicurare la
possibilità di chemioprofilassi entro 4 ore dall’incidente;
 nell’operatore vittima di infortunio al momento zero, va indagato lo stato
vaccinale HBV, la copertura anticorpale anti HBV per eventuali
provvedimenti conseguenti (vaccinazione anti HBV con schedula “rapida”, ev
immunoglobuline, etc.), la sierologia per HCV ed HIV
 Dopo il momento zero, va assicurato per l’operatore vittima dell’infortunio
follow up almeno fino a 6 mesi dall’infortunio
 Definizione delle pratiche assicurative e medico-legali
 Individuazione del percorso da seguire in caso di mancata adesione al
protocollo da parte degli operatori (es. violazione art 5 D.Lgs 626/94,
richiamo disciplinare, o altro)
SINTESI OPERATIVA: (ciò che è importante che “rimanga” e che sarà oggetto dei test di
valutazione)
 Coscienza del fatto che con gli agenti biologici l’organismo umano ha rapporti molto
stretti ed è provvisto di difese naturali anche contro quelli per lui dannosi; solo in alcune
situazioni può esistere il rischio che gli agenti biologici dannosi prendano il sopravvento
e ci si ammali (vie di trasmissione/classificazione)
 Coscienza del fatto che tali situazioni sono rappresentate nell’ambito delle attività
lavorative svolte dai destinatari del livello di approfondimento 2 e possono essere
genericamente classificate anche come attività di rischio medio-alto.


Conoscenza delle regole elementari di comportamento e di protezione personale
sufficienti a minimizzare il rischio sia generali che proprie dell’attività di laboratorio
Conoscenza dei comportamenti da adottare in caso di incidente con rischio di infezione
 TEST DI VALUTAZIONE PER IL LIVELLO
(le risposte corrette in neretto)
2 Laboratori
1) - Si vivrebbe meglio in un mondo sterile cioè privo di agenti biologici:
 vero
 falso
 indifferente
2) - Se ci si contamina la cute integra ad esempio con materiale contaminato da virus dell’
epatite C:
 non è possibile contrarre l’infezione perché la cute integra è un ostacolo
sostanzialmente insormontabile per gli agenti biologici
 è possibile contrarre l’infezione perché la cute integra può essere oltrepassata dal virus
 dipende dalla capacità aggressiva del virus e quindi in ogni caso si corre rischio di
infezione
3) – Il livello di contenimento 3 non prevede l’obbligo di:



doccia di decontaminazione
accesso riservato e controllato
presenza di cappa di livello III
4) – Per malattie a trasmissione parenterale (es. AIDS, Epatite B) è necessario prevenire:



le punture e/o le ferite con materiali infetti
le contaminazioni mucose da fluidi corporei specie se contaminati con sangue
ambedue le fattispecie di cui sopra
6) – In laboratorio esistono procedure diversificate in base alle attività svolte. Quale dei
seguenti suggerimenti è sicuramente errato:



porre un piccolo contenitore per rifiuti infetti da agenti biologici sotto cappa
in casi particolari è ammesso il pipettamento orale
provvedere alla pulizia di piani di lavoro con carta assorbente
7) – In mensa o al bar si può andare
 così come si lavora in quanto una volta fuori dall’ambiente di lavoro il rischio si annulla
 in ogni caso non con gli abiti da lavoro ed essendosi lavati le mani
 è sufficiente e necessario lavarsi le mani prima
8) – Per asciugarsi le mani dopo essersele lavate è opportuno usare:



asciugamani in stoffa anche di uso promiscuo che in ogni caso sono sempre
opportunamente lavati
asciugamani in stoffa anche di uso promiscuo a condizione siano periodicamente
sterilizzati
asciugamani di carta a perdere
9) – La vaccinazione contro l’epatite B è:



obbligatoria
non obbligatoria,ma fortemente raccomandata
non esiste
10) – Quale fra questi è il simbolo attribuito al rischio da agenti biologici:
o
A
B
C
11) – Quale tra le seguenti affermazioni non è corretta ? Il saliscendi della cappa….:



…deve consentire il facile accesso delle mani
…durante le operazioni deve essere completamente sollevato
…è un dispositivo di protezione
12) – Il virus dell’AIDS è classificato attualmente nel seguente gruppo di agenti biologici:



…quarto
…terzo
…secondo
Bibliografia essenziale
J.S., Garner et.al. Linee guida per le misure di isolamento in ospedale. Giornale Italiano
delle Infezioni Ospedaliere 4, 3; 1997 127-151
Jagger J et al. Occupational exposure to lood-borne pathogens : epidemiology and
prevention. Da: Prevention and Control of nosocomial Infections di Wenzel RP. Ed Lippicot
Williams & Wilkins fouth edition 2004: 430-466
Puro V. et al. Raccomandazioni per la gestione delle esposizioni occupazionali da virus
dell’epatite B e C negli operatori sanitari. Giornale Italiano delle Infezioni Ospedaliere 10,
3; 2003 102-112
Documento ISPESL / SIMLII rischio biologico
CDC – NIH Biosafety in Microbiological and Biomedical Laboratories. US Department of
Health and Human Services. Eds Richmond Y and McKinney R.W (1999)
Rodricks J.V. Calculated risks. Cambridge University Press (1994)
Richmond Y. Anthology of Biosafety.II. Facility Design Considerations. American Biological
Safety association, Richmond Y, PhD, ed. (2000)
Manuale di biosicurezza in laboratorio , II ed. , Annali dell’Istituto Superiore di Sanità, ISS
(1995)
Link: manuale sicurezza laboratori Università di Padova: www.bio.unipd.it/safety/man/
Linee guida ISPESL / SIMLII per rischio di trasmissione Operatore vs pazienti
Contributi:
procedura De Cassan su pulizia dei laboratori in caso di sversamento(vedi sito airespsa)
Scarica