Formazione Specifica Rischio Biologico
FORMAZIONE SPECIFICA RISCHIO BIOLOGICO
Ai sensi dell’art. 36/37 D. Lgs 81/08 e s.m.i
INDICE
1. PREMESSA ............................................................................................. 2
2. DEFINIZIONI ............................................................................................ 2
3. AGENTI BIOLOGICI ................................................................................ 2
4. CLASSIFICAZIONE AGENTI BIOLOGICI ............................................... 3
5. VIE DI ESPOSIZIONE .............................................................................. 3
6. MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE .......................................... 4
7. DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE......................................... 4
8. SEGNALETICA ....................................................................................... 4
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1. PREMESSA
Il rischio biologico è spesso poco conosciuto e presumibilmente sottostimato in molti
luoghi di lavoro. Distinguiamo le attività lavorative che espongono al rischio biologico in :
a)
attività che fanno uso deliberato di agenti biologici quali ad esempio:
 istituti di ricerca;
 industrie farmaceutiche.
b)
attività che hanno una potenziale esposizione ad agenti biologici quali ad
esempio:
 servizi sanitari;
 macellazione,lavorazioni delle carni;
 allevamento del bestiame;
 ristorazione;
 saloni estetici, parrucchieri;
 asili;
 attività di pulizie;
 ...
2. DEFINIZIONI
Il D.Lgs. 81 / 2008 al titolo X " ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI " definisce il
concetto di:
 agente biologico come qualsiasi microrganismo che potrebbe provocare infezioni,
allergie o intossicazioni;
 microrganismo come qualsiasi entità microbiologica, in grado di riprodursi o
trasferire materiale genetico;
 coltura cellulare come il risultato della crescita in vitro di cellule derivate da
organismi pluricellulari.
3. AGENTI BIOLOGICI
I batteri sono organismi unicellulari privi di nucleo, che a differenza dei virus posso
svilupparsi anche in assenza di un organismo ospite. In base al grado di patogenicità
distinguiamo i batteri in:
 patogeni cioè in grado di produrre sostanze dotate di proprietà tossiche per gli
animali e per l’uomo. (Esempio: Salmonella typhi, Escherichia coli)
 non patogeni ( Esempio: latte bacillus, streptococcus aureus )
I virus sono le più piccole forme di vita conosciute, dal diametro estremamente piccolo, e
che per il loro sviluppo necessitano di una cellula ospite. (Esempio Virus Epatite C)
I parassiti sono microrganismi in grado di svolgere le funzioni vitali di riproduzione e
metabolismo, associandosi ad un “ ospite “. (Esempio: Taenia solium)
Le micotossine sono dei prodotti metabolici delle muffe, presenti in:
 magazzini,
 luoghi seminterrati
 abitazioni poco soleggiate
 zone umide
 impianti di condizionamento
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4. CLASSIFICAZIONE AGENTI BIOLOGICI
Gli agenti biologici a seconda del rischio di infezione vengono classificati in quattro gruppi:
a) gruppo 1: agente che presenta poche probabilità di causare malattie in soggetti umani.
Ad esempio la Saccaromys cerevisiae, un organismo unicellulare appartenente al regno
dei funghi, presente nel lievito, impiegato nella panificazione, nella produzione del vino e
della birra.
b) gruppo 2: agente che può causare malattie in soggetti umani e costituire un rischio per
i lavoratori; è poco probabile che si propaghi nella comunità; sono di norma disponibili
efficaci misure profilattiche o terapeutiche.
Ad esempio la Listeria monocytogenes, un agente biologico responsabile di tossinfezioni
alimentari, comunemente presente negli alimenti come latte non pastorizzato, formaggi e
carne fredda. Tuttavia se gli alimenti vengono trattatati attraverso dei processi di
pastorizzazione o di cottura, la Listeria viene inattivata e dunque non è in grado di
provocare alcun danno all'uomo.
c) gruppo 3: agente che può causare malattie gravi in soggetti umani e costituisce un
serio rischio per i lavoratori; l’agente biologico può propagarsi nella comunità, ma di norma
sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche.
Ad esempio il virus dell' epatite C, estremamente virulento e asintomatico (circa nell'80%
dei casi), una volta penetrato nel fegato cronicizza, rendendo impossibile qualsiasi forma
di cura.
d) gruppo 4: agente biologico che può provocare malattie gravi in soggetti umani,
costituisce un serio rischio per i lavoratori e può presentare un elevato rischio di
propagazione nella comunità; non sono disponibili, di norma, efficaci misure profilattiche o
terapeutiche.
Ad esempio il virus dell'ebola, estremamente aggressivo per l’uomo data la facilità di
trasmissione, si trasmette tramite contatto con il sangue e i fluidi infetti. I sintomi più
comuni sono: febbre, vomito, diarrea, dolore o malessere generalizzato e a volte anche
emorragia interna o esterna.
Il Datore di Lavoro che intende esercitare attività che comportano uso di agenti biologici
dei gruppi di rischio 2 o 3, deve comunicare all’organo di vigilanza territorialmente
competente, almeno trenta giorni prima dell’inizio dei lavori, le seguenti informazioni:
 il nome e l’indirizzo dell’azienda e del suo titolare;
 il documento riportante la valutazione del rischio.
Il Datore di Lavoro che intende utilizzare, nella propria attività, un agente biologico del
gruppo 4 deve richiedere un' autorizzazione al Ministero della Salute, dove si specifica
il nome, l’indirizzo dell’azienda e il suo titolare, la valutazione del rischio, l’elenco degli
agenti che si intende utilizzare.
5. VIE DI ESPOSIZIONE
La contaminazione può avvenire per:
 contatto diretto con agenti infetti vivi o morti, con tessuti, secrezioni
 contatto con cibo, acqua, attrezzi, superfici di lavoro, veicoli e vestiti contaminati
 contatto accidentale delle mucose di occhi e naso con schizzi e gocce contaminate
 inalazione di bioaerosol contaminato;
 inoculazione tramite vettore, ad esempio morso di zecche, puntura di insetti
ematofagi;
 ingestione accidentale, ad esempio mani sporche, goccioline aerodisperse sulle
labbra
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Le infezioni causate da microrganismi patogeni possono essere :
 infezioni localizzate o superficiali come arrossamenti, gonfiore, edema ecc.;
 infezioni sistemiche, che coinvolgono l'intero organismo come setticemie (infezioni
al sangue).
6. MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
Nelle attività per le quali la valutazione del rischio evidenzia rischi per la salute dei
lavoratori, il datore di lavoro fornisce ai lavoratori, sulla base delle conoscenze disponibili,
informazioni ed istruzioni, in particolare per quanto riguarda :
 i rischi per la salute dovuti agli agenti biologici utilizzati
 le precauzioni da prendere per evitare l’esposizione
 le misure igieniche da osservare
 la consegna e dei dispositivi di protezione individuale e il loro corretto impiego
 le procedure da seguire per la manipolazione di agenti biologici del gruppo di
rischio 4 (in modo da adottare provvedimenti per ridurre al minimo le conseguenze).
7. DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE
Per Dispositivi di protezione individuale si intendono tutti quei dispositivi utilizzati dal
datore di lavoro,
la cui funzione principale è quella di proteggerlo da rischi per la salute e la sicurezza.
I DPI utilizzati per proteggere il lavoratore da un eventuale rischio biologico, variano a
seconda della mansione lavorativa, della tipologia e patogenicità dell'agente eziologico.
Elenchiamo di seguito i DPI maggiormente utilizzati:
 maschera facciale, la cui funzione è proteggere le vie respiratorie dall' aria
inquinata da contaminanti (protezione da agenti biologici trasmissibili per via
respiratoria ).
 occhiali a maschera utilizzato per proteggere gli occhi del lavoratore da goccioline
e/o spruzzi di liquidi biologici
 guanti protettivi, il cui scopo è quello di isolare le mani e le braccia del lavoratore
dal contatto diretto con un microrganismo.
 tuta da lavoro, il cui scopo è quello di proteggere la cute da spruzzi o goccioline di
materiale biologico.
8. SEGNALETICA
La segnaletica si ritiene necessaria quando i rischi non possono essere evitati o
sufficientemente limitati.
Il datore di lavoro deve far ricorso alla segnaletica di sicurezza
per:
 avvertire del rischio biologico alle persone esposte
 vietare comportamenti pericolosi
 prescrivere i comportamenti necessari ai fini della
sicurezza
 fornire indicazioni relative alle uscite di sicurezza o ai
mezzi di soccorso o di salvataggio
 fornire altre indicazioni in materia di prevenzione e
sicurezza
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