Bollettino 337 del 16-04-2014

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OSSERVATORIO ASTRONOMICO GALILEO
GALILEI
28019 SUNO (NO) - Tel. 032285210 – 335 275538
apansuno @ tiscalinet.it
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BOLLETTINO N. 337
Mercoledì 16 aprile 2014, dopo le ore 21, in osservatorio, per i tradizionali incontri del terzo mercoledì
di ogni mese si parlerà di 1972, l’asteroide che mancò la Terra a cura di Silvano Minuto. Al termine,
se il cielo sarà sereno, si potranno fare delle osservazioni al telescopio.
La Luna sarà di un giorno dopo il plenilunio. Sarà molto luminosa. Data la sua presenza sarà
difficoltoso riuscire a vedere nebulose e galassie; però sarà bassa all’orizzonte est.
Giove sarà visibile nei Gemelli. Marte sarà visibile ad est molto luminoso nella Vergine. Saturno sarà
visibile a tarda nella la Bilancia. Venere sarà visibile all’alba in Acquario, molto luminoso sopra
l’orizzonte est. e Mercurio sorgeranno poco prima del Sole nella Balena.
RECENSIONI
I CARLO ROVELL
LA REALTÀ NON È COME CI APPARE
La struttura elementare delle cose
Raffaello Cortina Editore 2014 - Pag. 214 - € 22.00
Tempo, spazio e materia appaiono generati d un pullulare di eventi
quantistici elementari. Comprendere questa tessitura profonda della
realtà è l’obiettivo della ricerca in gravità quantistica, la sfida della
scienza contemporanea dove tutto il nostro sapere sulla natura viene
rimesso in questione. Carlo Rovelli, uno dei principali protagonisti di
questa avventura, conduce il lettore al cuore dell’indagine in modo
semplice e avvincente. Racconta come sia cambiata la nostra
immagine del mondo dall’Antichità alle scoperte più recenti:
l’evaporazione dei buchi neri, l’Universo prima del big bang, la
struttura granulare dello spazio, il ruolo dell’informazione e l’assenza
del tempo in fisica fondamentale. L’autore disegna un vasto affresco
della visione fisica del mondo, chiarisce il contenuto di teorie come la
relatività generale e la meccanica quantistica, ci porta al bordo del sapere attuale e offre una versione
originale e articolata delle principali questioni oggi aperte. Soprattutto, comunica il fascino di questa
ricerca, la passione che la anima e la bellezza della nuova prospettiva sul mondo che la scienza svela
ai nostri occhi.
L’autore è il creatore di una delle principali linee di ricerca in gravità quantistica, è tra i fisici teorici più
attenti alle implicazioni filosofiche dell’indagine scientifica. Membro dell’Istituto universitario di Francia
e dell’Accademia internazionale di filosofia delle scienze, dirige il gruppo di ricerca in gravità
quantistica dell’Università di Aix-Marsiglia.
A cura di Silvano Minuto
MERIDIANE E QUADRANTI SOLARI
Continuiamo dal numero precedente l’esame dell’orologio della cattedrale di Messina
9. LA MADONNA DELLA SACRA LETTERA
L’ultimo e più grandioso episodio si svolge poco dopo le ore 12,10 ed è quello che rievoca la
tradizione della Madonna della Sacra Lettera. Secondo la tradizione il Cristianesimo fu portato a
Messina dall’apostolo Paolo. Entusiasmati dalla sua ardente parola i Messinesi inviarono a
Gerusalemme una ambasceria per rendere o-maggio alla Madre di Gesù, ancora vivente. La Vergine
ne rimase commossa e consegnò agli ambasciatori una lettera, destinata a tutti i Messinesi, nella
quale prometteva la sua perenne pro-tezione alla città e la benediceva. Nell’orologio gli ambasciatori
sono sei. Per primo compare un angelo, che consegna alla Madonna la pergamena con il testo della
lettera. Segue S. Paolo che presenta alla Madonna gli ambasciatori. Questi avanzano l’uno dietro
l’altro e ciascuno giunto innanzi alla Madonna si volge verso di Lei, facendole un profondo inchino e
ricevendone la benedizione. L’ultimo pren-de anche in consegna la lettera, che porta seco. La scena
si chiude con la benedizione della Ma-donna a tutti gli spettatori della piazza, ed è commovente
l’ingenua fede di tanti messinesi che, a quel gesto di benedizione, si segnano devotamente.
10. IL CALENDARIO PERPETUO
Il fronte del Campanile che guarda la facciata del Duomo, benché sia la parte meno appari-scente, è
tuttavia la più importante dal punto di vista scientifico. Il quadrante più basso è il calendario perpetuo,
costituito da un gran disco del diametro di m 3,50, su cui sono segnati i mesi, i giorni, gli anni e le feste
mobili. Una figura marmorea di an-gelo segna con una freccia il giorno. È mirabile come
automaticamente avvenga ogni mezzanot-te il cambio della data, anche negli anni bisestili, e la
perfetta indicazione delle feste mobili.
11. IL PLANETARIO
Il quadrante superiore raffigura il nostro sistema solare. Al centro è il sole e attorno, collocati a
distanza proporzionale alla reale distanza dei pianeti, nove sfere che ruotano intorno ad esso: i nove
pianeti. Il tempo di rivoluzione non è uguale per tutti i pianeti, ma perfettamente sincroni-co a quello
reale, con una approssimazione fino al centesimo di secondo. Ecco infatti i tempi di questo
meraviglioso planetario, perfettamente uguali a quelli reali:
Pianeta
MERCURIO
VENERE
TERRA
MARTE
GIOVE
SATURNO
URANO
NETTUNO
PLUTONE
giorni
87
224
365
686
4.330
10.746
30.705
59.875
119.751
ore
minuti
23
16
5
22
14
22
12
19
14
14
41
48
18
14
30
51
4
9
secondi
35,79
25,68
48
43,87
23,5
2,15
36
37,2
14,4
12. LA LUNA
Al di sopra del planetario, tra le due finestre, è collocato un globo di m 1,20 di diametro, raffigurante la
Luna. Un emisfero è dorato e l’altro nero per raffigurare l’uno la parte visibile dalla terra nelle varie fasi
lunari e l’altro la parte invisibile. La luna ruota intorno al proprio asse e impiega per fare un giro
completo 29 giorni, 12 ore, 44 minuti e 3 secondi, esattamente quanto impiega la luna per la sua
rotazione, che, come si sa, coincide con il tempo di rivoluzione. Avviene così che il globo mostra
alternativamente le due facce in perfetta sincronia con i movimenti e le conseguenti fasi lunari.
(continua)
A cura di Salvatore Trani
CONSIGLI PER L’OSSERVAZIONE
BILANCIA (Libra - Librae - Lib)
Culmina al meridiano intorno alle ore 22 del 10 giugno.
Copre 538 gradi quadrati e contiene 50 stelle più brillanti della sesta magnitudine.
Alfa α - Zuben ed genubi o Kiffa Australis
AR 14h 51m – D. – 16° 02’
Separazione 231” – mag. 2.8 e 5.2 – AP° 314
Il nome in arabo significa “chela meridionale” dello “Scorpione”. Non è la stella più brillante. Coppia
ottica; basta un binocolo per separarle, i colori sono bianco e giallastro.
Beta β - Zuben Elschemali
AR 15h 17 m – D. – 09° 23’
Mag. 2.6 – Spettro B(
E’ l’astro più luminoso della Bilancia. Il colore è blu-bianco ma alcuni osservatori segnalano di vederla
decisamente verde. Questo accade probabilmente per effetto della scintillazione dovuta agli strati
bassi dell’atmosfera. Si trova 1 160 anni luce di distanza e brilla come 181 Soli.
Delta δ
AR 15h 01m – D. – 08° 31’
Mag. Da 4.9 a 5.9 – periodo 2.32gg
Variabile tipo Algol
Può essere agevolmente seguita con un piccolo binocolo. Si trova 4° ad ovest di Beta.
Iota ι
AR 15h 12m – D. – 19° 47’
Separazione 57.8” – 1.9” – Mag. 5.1, 9.4 e 11.1 – AP° 111 e 17
E’ un sistema multiplo, la stella più debole è a sua volta una doppia con compagna di magnitudine
11.1, separata da 1.9”. I colori sono bianco per la principale, giallo e rosso porpora per le altre due.
Con un binocolo si fa fatica a distinguere le due stelle principali a causa del forte contrasto di
luminosità.
Mu μ
AR 14h 49m – D. – 14° 09’
Separazione 1.8” – mag. 5.8 e 6.7 – AP° 355
Stella doppia con componenti bianche. Data la ridotta distanza, occorre uno strumento di almeno 10
cm per separarle.
48 Librae
AR 15h 58m – D. – 14° 15’
Mag. 4.9 – Spettro B3
E’ una stella leggermente variabile, con oscillazione molto debole, non osservabile con strumenti
amatoriali. Se si dispone di un cielo veramente buio e di uno strumento molto luminoso è possibile
vedere nei suoi dintorni una tenue luminosità (simile a quella che circonda le stelle più brillanti delle
Pleiadi e Gamma Cas). 48 Lib è una gigante blu in forte rotazione che emette materia intorno al suo
equatore.
Si trova a 513 anni luce d distanza e brilla come 513 soli. Per la sua variabilità è conosciuta anche
come FX Lib. Forma un triangolo che ha come base le stelle Theta e 49 Lib; il vertice è appunto 48
Lib.
S Librae
AR 15h 21m – D. – 20° 23’
Mag. Da 7.5 a 13.0 – periodo 192 gg
Variabile tipo Mira
E’ sempre sotto la soglia di visibilità ,ad occhio nudo; si trova pèerò vicino a NGC 5897, precisamente
a 1.1° a nord est e quindi, quando si va alla ricerca dell’ammasso globulare vale la pena di dare
un’occhiata anche a questa variabile di colore rosso.
RS Librae
AR 15h 24m – D. – 22° 55’
Mag. Da 7.5 a 13.2 – periodo 217 gg
Variabile tipo Mira
Anche questa stella si trova nei pressi di NGC 5897, per trovare la variabile occorre inquadrare
l’ammasso globulare, scendere di 1.8° verso sud e poi spostarsi ai 1.6° verso est.
NGC 5897
AR 15h 17m – D. – 21° 01’
Dimensioni 12.6’ – Mag. 8.6
Ammasso globulare
Ammasso molto esteso, con stelle
disperse. Con strumenti medi si
osservano solo le più brillanti di
magnitudine a partire dalla 12^ che
formano una specie di lettera “V”. Si
trova a 45.000 anni luce di distanza.
GIOVAN BATTISTA AMICO
Giovan Battista Amico o Amici o anche d'Amico (in latino: Ioannes Baptista Amicus Cosentinus)
(Cosenza, 1511 o 1512 – Padova, 1538)
E’ stato un astronomo, matematico e filosofo italiano.
Fu insigne studioso di astronomia, brillante nella conoscenza
del latino, del greco e dell'ebraico, abbracciò la scuola di
pensiero dell'aristotelismo padovano del XVI secolo. Fu
autore dell'operetta De motibus corporum coelestium iuxta
principia peripatetica sine eccentrici set epicyclis, pubblicata a
Venezia nel 1536 e nel 1537 e a Parigi nel 1549. Le sue
osservazioni furono una delle fonti per il lavoro di Niccolò
Copernico.
Contemporaneo di Bernardino Telesio, frequentò lo Studium
dei Domenicani, università aperta a tutti e non solo all'ordine
dei Padri Predicatori. Per il resto della sua biografia si
conosce ben poco se non quanto trapela dalla sua maggiore
opera, il De motibus corporum coelestium iuxta principia
peripatetica sine eccentricis et epicyclis, pubblicato nel 1536 a
Venezia per i tipi di Giovanni Patavino e Venturino Roffinelli.
Dalla sua opera si traggono le uniche scarne notizie relative
alla sua vita, ovvero, come da lui stesso riportato nell'opera,
che Amico fosse cosentino di nascita e che all'epoca della
pubblicazione avesse la giovane età di 24 anni. Questo
farebbe collocare la nascita dell'Amico a Cosenza forse
Copertina dell’opera di Amico –
nell'anno 1512, seppure alcuni studiosi propendano per il 1511.
Venezia 1536
Tuttavia la nascita dell'astronomo risulta di difficile datazione non essendo noto in quale mese del
1536 il De motibus fu pubblicato e in quale periodo esso venne compilato dall'autore.
Sempre all'interno del De motibus, nel proemio, l'Amico riferisce di essere stato allievo di Vincenzo
Maggi (1498-1564), Marco Antonio Passeri detto il Gènua (1491-1563) e di Federico Delfino (14771547), professori all'Ateneo di Padova negli anni precedenti la pubblicazione del De motibus e anche
professori del Telesio; queste informazioni porrebbero l'Amico nel filone di pensiero dell'aristotelismo
padovano rinascimentale e dimostra che l'astronomo cosentino avesse frequentato l'Università di
Padova, una delle più prestigiose dell'epoca, dalla quale tuttavia non si ha certezza se si fosse
licenziato con una laurea, dato che il suo nome non risulta in nessuna lista di laureati di quell'ateneo.
Dopo la frequentazione dei corsi di Padova parrebbe, ma anche qui non vi è certezza alcuna, che
l'Amico fosse stato ammesso all'Accademia cosentina forse nell' anno 1537, ovvero un anno dopo la
prima pubblicazione a stampa del De motibus e un anno prima della morte del giovane astronomo che
avrebbe avuto fra i 26 e i 27 anni. Va detto che il De motibus fu la prima operetta a mettere in
discussione il modello tolemaico e che l'opera si concludeva anticipando per sommi capi alcuni dati
oggetto di una futura pubblicazione e che promettevano di essere assolutamente rivoluzionari. Da
questa considerazione gli studiosi tendono a pensare che la prematura morte per assassinio di Amico
fosse stata provocata dall'invidia della sua dottrina, così come suggerito da un anonimo che compose
l'epitaffio del giovane astronomo nel quale si leggeva:
« IOAN. BAPTISTÆ AMICO Cosentino, qui cum omnes omnium liberalium artium disciplinas miro
ingenio, solerti industria, incredibili studio, Latine Grece atque etiam Hebraice percurrisset feliciter,
ipsa adolescentia suorumque laborum & vigilarum cursu pene confecto, a sicario ignoto, literarum, ut
putatur, virtutisque, invidia, interfectus est MDXXXVIII. » (Monumentorum Italiae, quae hoc nostro
saeculo & a Christianis posita sunt, libri 4, pag.11) ovvero "ammazzato da ignoto sicario si pensa per
invidia della sua scienza e delle sue virtù".
Nel 1538 Amici venne assalito, derubato e ucciso mentre camminava nei vicoli di Padova. Il processo
contro ignoti che seguì accertò che era scomparsa una borsa contenente alcuni documenti, che forse
erano proprio le carte con quelle rivoluzionarie osservazioni che aveva promesso l'autore, o almeno
così sembrava credere l'Inquisizione nel processo postumo per eresia che subito dopo istituì contro lo
studioso defunto. Dell'Amico fa menzione nella sua orazione in morte di Telesio, Giovanni Paolo
d'Aquino, filosofo e oratore calabrese nato a Cosenza e morto intorno al 1612, che definisce l'Amico
"così grande astrologo e filosofo" e nulla aggiunge alla sua biografia rispetto a quanto già noto.
Cinque anni dopo la sua morte, Copernico pubblicò il suo De revolutionibus orbium coelestium.
TARTRUGA
Le costellazioni hanno subito variazioni e modifiche nel corso dei secoli, alcune sono nate in epoche
medioevale e altre sono definitivamente scomparse nei secoli successivi.
Emisfero BOREALE
TARTARUGA
L'origine di questa costellazione è incerta; probabilmente fu
l'astronomo inglese Smyth a proporla nel 18° secolo. Era costituita da
deboli stelle comprese tra la coda della Balena e il nastro che lega i
Pesci tra loro.
Da non confondersi con la rappresentazione come Testuggine della
costellazione della Lira che si riferisce allo strumento come costruito
dal dio Ermes con un guscio di tartaruga
Fonte UAI
LA LEGGE, NON LEGGE, DI BODE
La legge di Bode, Giovanni Bode ( 1747-1826), non è propriamente una legge, ma una curiosa
relazione aritmetica tra le distanze dei pianeti del Sistema Solare.
Nel 1772 il giovane astronomo tedesco Bode pose l' attenzione sulla relazione fra queste distanze,
relazione che era stata prima ipotizzata da Giovanni Titius (1729-1796).
Prendiamo la serie dei numeri: 0, 3, 6, 12, 24, 48, 96, 192, 384 e a ciascuno aggiungiamo 4, così da
avere. 4, 7, 10, 16, 28, 52, 100, 196, 388, 772.
Ora dividiamo per 10 ciascuno di essi e otteniamo : 0.4, 0.7, 1.0, 1.6, 2.8, 5.2, 10.0, 19.6, 38.8, 77.2.
Ecco il risultato della legge di Bode.
Prendiamo la distanza media fra il Sole e la Terra come unità di misura, che è l'Unità Astronomica
(con sigla internazionale di AU ) pari a 149.597.870,700 chilometri (Pechino 2012) e scriviamo le
distanze effettive media dei pianeti dal Sole, otterremo così: Mercurio 0.4, Venere 0.7, Terra 1.0,
Marte 1.5, Giove 5.2, Saturno 9.5, Urano 19.2, Nettuno 30.1, Plutone 39.4.
Come si può osservare, le distanze effettive dei pianeti corrispondono, fino ad Urano, con buona
approssimazione al valore delle distanze secondo la legge, non legge, di Bode , tranne che per un
vuoto alla distanza 2.8, dove non sembrava esistere alcun pianeta.
Quando Bode enunciò questa successione di numeri elaborati, Urano (1781) non era ancora stato
scoperto .La scoperta appunto di Urano fu una conferma pressoché perfetta dell'esattezza della
sequenza di Bode. Il posto vuoto nella serie delle distanze sconcertò però gli astronomi del tempo.
Tale legge di Bode era considerata più fondamentale dagli astronomi del XVIII secolo di quanto non
lo sia adesso.
Nel frattempo Giuseppe Piazzi ( 1746-1826) scoprì un piccolo pianeta, Cerere, posto quasi
esattamente a quella distanza di 2.8.
Aggiungiamo che Nettuno scoperto successivamente nel 1846 non rispetta la legge di Bode, così
come Plutone scoperto solamente nel 1930, declassato a pianeta nano.
A completamento della nota è giusto segnalare che anche il nostro astronomo Giuseppe Armellini
(1887-1958) elaborò questa legge empirica con un risultato leggermente diverso nei numeri ,ma
uguale nella sostanza.
Uranio
CONGRESSO UAI 2014
XLVII congresso UAI
9 - 11 Maggio 2014 Castiglione dei Pepoli (BO)
Il più importante appuntamento degli appassionati astronomia in Italia
Programma preliminare al 20 Febbraio 2014
Il Congresso annuale dell’Unione Astrofili Italiani (UAI) è ormai dal 1968 il più atteso momento di
incontro, approfondimento e socializzazione degli appassionati di astronomia e di scienza in Italia,
nonché un’occasione di condivisione di esperienze tra le associazioni, gli osservatori, i planetari e i
musei a tema astronomico-scientifico sul territorio.
Il XLVII Congresso dell’UAI si svolgerà da venerdì 9 a domenica 11 Maggio 2014, presso la Città di
Castiglione dei Pepoli (BO) sotto le cure del Gruppo M1 Astrofili Castiglionesi.
Anche quest’anno il Congresso sarà particolarmente ricco di iniziative e appuntamenti per scoprire, riscoprire o approfondire la passione per l’osservazione del cielo e per la scienza.
Sarà anche un’eccellente occasione per conoscere un territorio interessante ed ospitale come quello
dell’Appennino Bolognese e di Castiglione dei Pepoli, in particolare.
Il programma del Congresso sarà suddiviso in diversi momenti:
Le sessioni scientifico-culturali, che ospitano i lavori specialistici realizzati dagli astrofili e dai
professionisti partecipanti al Congresso, nei diversi settori di attività dell’UAI, compresi la didattica e
divulgazione scientifica.
Gli eventi pubblici, come momenti di condivisione con il pubblico più vasto, quali:
la Lectio Magistralis, venerdì 9 Maggio alle ore 18.30, di Giampaolo Vettolani (Direttore Scientifico
INAF) a cui farà seguito lo star party pubblico – notte stellata UAI, sabato 10 Maggio, dalle 21.30.
la premiazione e la conferenza legata al “premio Lacchini”, sabato 10 Maggio alle ore 17.30.
Quest’anno il premio verrà conferito a Walter Ferreri, figura storica per la divulgazione dell’astronomia
e per l’editoria di settore in Italia.
Gli eventi sociali, rivolti ai soci ed ai loro accompagnatori. Quest’anno sarà proposta una Visita al
Santuario della Beata Vergine delle Grazie di Boccadirio e al Museo della Terra di Castiglione dei
Pepoli.
Le sessioni scientifiche di quest’anno, in numero ridotto anche per consentire un compattamento del
programma ed agevolare così la partecipazione a tutto il congresso, saranno le seguenti:
Venerdì 9 maggio: la Sessione Astrocultura & Didattica e la Sessione Divulgazione
Sabato 10 maggio: la Sessione Sistema Solare e la Sessione Inquinamento Luminoso
Domenica 10 maggio: Sessione Strumentazione, Astrofotografia e Tecnica e la Sessione Astronomia
Galattica ed Extragalattica
Per ulteriori dettagli si rimanda al sito UAI Congresso
SCOPERTO IL PRIMO ASTEROIDE CON GLI ANELLI: CHARIKLO
Un gruppo internazionale di astronomi, diretto dal brasiliano Felipe Braga-Ribas, ha annunciato di
aver scoperto il primo sistema di anelli attorno a un asteroide.
L'asteroide, situato fra Saturno e Urano, fu scoperto già nel 1997 e denominato Chariklo. Si tratta di
un corpo roccioso con un diametro di circa 150 km, il più grande corpo celeste localizzato in questa
zona. La novità risiede nel fatto che gli astronomi, utilizzando sette telescopi posizionati in regioni
diverse del Sud America, fra cui il telescopio europeo situato a La Silla (Cile), hanno scoperto la
presenza di un sistema di anelli che lo circonda.
Si tratta quindi del quinto corpo celeste del Sistema Solare (dopo Giove, Saturno, Urano e Nettuno) a
possedere un sistema stabile di anelli, di gran lunga l'oggetto più piccolo ad averli. Il sistema è
composto da due anelli, il più spesso con una larghezza di circa 6 chilometri e il più sottile di circa 3
chilometri.
Tutti questi sistemi di anelli, compresi quelli meravigliosi che circondano Saturno, sono composti da
una miriade di piccoli sassi e pezzi di ghiaccio, dalle dimensioni molto variabili, approssimativamente
comprese fra un granello di polvere e una automobile.
Probabilmente, l'origine di questo sistema di anelli attorno al "piccolo" Chariklo è da ricondursi a uno
scontro planetario con un altro oggetto più piccolo, che avrebbe innalzato una grande quantità di
detriti rocciosi. Questi sarebbero rimasti in orbita attorno a Chariklo e, progressivamente, si sarebbero
organizzati in un sistema ad anello, come quello osservabile oggi.
Questa nuova scoperta contribuirà sicuramente gettare una nuova luce sul meccanismo di
formazione di queste affascinanti e romantiche strutture planetarie
Fonte: UAI
FLY ME TO THE MOON
Il cratere Bianchini
Al bordo nord nord-ovest della Luna possiamo osservare il cratere "Bianchini", una formazione
circolare di 39Km situata sulla linea di creste dei Montes Swore con versanti scoscesi su cui si trova
Bianchini P a nord. Il fondo è piatto con piccola montagna centrale . La sua formazione risale al
periodo Imbriano Superiore (da -3.8 miliardi di anni a -3.2 miliardi di anni). Il periodo migliore per la
sua osservazione è 3 giorni dopo il primo quarto oppure 2 giorno dopo l'ultimo quarto.
Alcuni dati:
Longitudine: 34.374° West
Latitudine: 48.781° North
Faccia: Nearside
Quadrante: nord-ovest
Area: bordo nord-nord-ovest della Luna
Origine del nome:
Dettagli: Francesco Bianchini
Astronomo italiano del 17° secolo nato in Italia
Nato nel 1662
Morto nel 1729
Autore del nome: Schröter (1802)
Nome dato da Langrenus: Claramontii
Nelle foto una ripresa amatoriale del cratere "Bianchini" e un ritratto dell'epoca di Francesco Bianchini
mentre prepara il suo telescopio. Lo strumento minimo per poter osservare questo cratere è un
rifrattore da 60mm.
Davide Crespi
LA LUNA IL 9 APRILE 2014
Il polo nord ed il polo sud della Luna ripresi da Giuseppe Bianchi il 09/04/2013
LA GALASSIA M51
La galassia M51 ripresa la sera del 6 aprile 2014 da Alessandro Segantin in osservatorio ripresa con
Canon EOS 350D montata su telescopio C8N-GT 200/1000 corredata da filtro anti inquinamento CLS
Tecnosky e correttore di coma Skywatcher
Immagini guidate con camera Magzero su telescopio guida Tecnosky 80/600
Somma di 20 pose da 3 minuti + 5 dark da 3 minuti + 5 Flat 1/30 sec + 5 Bias da 1/4000
OSSERVATORIO DI SUNO
Le coordinate dell’osservatorio sono:
45° 36’ 16” Nord
08° 34’ 25” Est
Hanno collaborato:
Silvano Minuto
Salvatore Trani
Davide Crespi
Sandro Baroni
Oreste Lesca
Giuseppe Bianchi
Alessandro Segantin
Vittorio Sacco
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