CAPITOLO 2 La seconda guerra mondiale Dopo l’annessione dell’Austria, Hitler intimò alla repubblica Cecoslovacchia la cessione del territorio dei Sudeti, con il pretesto che in quella regione prevaleva la popolazione tedesca. La Cecoslovacchia non accettò. Per evitare la guerra il governo inglese tentò una mediazione con Mussolini nel corso di una conferenza internazionale a Monaco nel 1938, dove si riuscì a salvare la pace, acconsentendo alle richieste di Hitler. Hitler invase tutta la Cecoslovacchia nel 1939 occupando Praga. Mussolini il 7/4/39 attaccò senza giustificazione l’Albania, occupandola. Hitler intimò ai polacchi la cessione del corridoio di Danzica (ottenuto dai polacchi alla fine della prima guerra mondiale) e Francia e Inghilterra si opposero assicurando protezione alla Polonia. Il 22 maggio 1939 il ministro degli esteri italiano Ciano firmò con la Germania un trattato di alleanza militare detto Patto d’acciaio che impegnava le due potenze a prestarsi aiuto in caso di guerra. Tre mesi dopo, la Germania sottoscrisse un patto di non aggressione con l’Unione Sovietica, in vista della spartizione della Polonia. Hitler voleva proteggersi le spalle nella sua lotta contro i Francesi e Stalin voleva ottenere alcuni vantaggi territoriali. Cosi il 1° settembre Hitler invase il territorio polacco. Nonostante gli inviti alla pace del papa Pio XII e del presidente americano Roosevelt il 3 settembre Francia e Inghilterra dichiararono guerra dando inizio alla seconda guerra mondiale. Mentre sul fronte occidentale gli eserciti francese e tedesco si fronteggiavano dietro le opposte linee di fortificazione Maginot e Sigfrido, la macchina bellica nazista mosse contro la Polonia una massa di aerei e mezzi corazzati secondo la tattica della guerra lampo. Con l’attacco della Russia da oriente l’esercito polacco capitolò dopo meno di un mese. Il territorio polacco fu diviso tra Germania e Russia. L’esercito sovietico occupò anche le repubbliche baltiche (Estonia, Lettonia e Lituania) e la Finlandia. Hitler invece attaccò prima la Danimarca e la Norvegia, poi violando la neutralità di Olanda e Belgio, penetrò in Francia aggirando la linea Maginot. Cosi in giro di pochi giorni tutta la costa della manica fu in mano ai tedeschi e il corpo di spedizione britannico sbarcato sul continente fu costretto alla ritirata a Dunkerque. Nel frattempo il consiglio dei ministri italiano proclamava la non belligeranza, ma Mussolini, di fronte alle vittorie di Hitlere non seppe resistere alla tentazione e il 10/6/40 dichiarò guerra a Francia e Inghilterra. Il 22 giugno il capo del governo francese chiese l’armistizio ai tedeschi, dopo che Parigi era già occupata da 8 giorni. La Francia atlantica passava sotto il controllo tedesco, mentre nella parte centromeridionale veniva creato il governo di Vichy (dal nome della capitale). Il 24 giugno anche l’Italia firmava l’armistizio con la Francia, mentre il generale De Gaulle raggiungeva l’Inghilterra e si proclamava da Londra capo della Francia Libera dando inizio ai primi movimenti di resistenza. I ripetuti tentativi fatti da Hitler per ottenere la pace con l’Inghilterra restarono senza risposta da parte del primo ministro inglese Churchill. Allora la Germania progettò un piano per sbarcare in Inghilterra (piano detto leone marino) che prevedeva innanzitutto la completa paralisi della aviazione britannica. L’8 agosto del 40 Hitler iniziò la battaglia di Inghilterra, ma la RAF, l’aviazione inglese, nonostante gravi perdite riuscì a respingere l’attacco nemico grazie anche all’uso dei radar. Già solo dopo 2 mesi la battaglia di Inghilterra poteva definirsi fallita. Intanto nel Mediterraneo e in Africa ebbe inizio l’offensiva Italiana mirante a colpire le linee di navigazione inglesi. Si ebbero così scontri a Malta e nell’Africa Orientale che si conclusero con la conquista Italiana della Somalia Britannica. Nel frattempo il patto d’Acciaio venne estero al Giappone con la firma del Patto Tripartito 27/10/40. Il patto tripartito aveva lo scopo di formare un predominio dei 3 paesi sull’Europa, sul bacino del mediterraneo e sull’Asia. Mussolini il 28/10 attaccò la Grecia, ma l’offensiva, malpreparata e insufficientemente equipaggiava fu respinta dai greci riforniti dagli inglesi. Tra il 40 e il 41 la flotta italiana subì gravi perdite a Taranto e a capo Matapan ad opera degli Inglesi. Le sorti della guerra in africa vennero cosi rovesciate, dato che l’Inghilterra rioccupo le posizione perse all’inizio della guerra. Nella primavera del 41 ci fu una grande offensiva dell’asse: in Africa, Il generale tedesco Rommel con le truppe italiane riconquistarono territori inglese; la Iugoslavia, dove c’era stato un improvviso cambio di governo che ora era ostile alla Germania, venne occupata dalle truppe italo - tedesche; i Tedeschi costrinsero alla resa anche la Grecia e sottrassero l’isola di Creta agli Inglesi. Hitler tuttavia guardava con apprensione verso l’Est Europeo dove c’era il potente esercito russo. Ecco perché il 22/6/41 attaccò la Russia con l’operazione Barbarossa. L’avanzata delle truppe tedesche fu veloce (come quella napoleonica), ma l’esercito russo aveva subito poche perdite e aspettava i tedeschi a Mosca. Inoltre il sopraggiungere di un inverno precoce fece fallire la guerra lampo tedesca che si fermò a Mosca dove la Russia si preparava alla riscossa. © Federico Ferranti S.T.A. www.quintof.com Nel frattempo mezza Europa era sotto il dominio tedesco che controllava le risorse agricole e industriale, eliminava tutti gli oppositori, deportava civili, come forza lavoro in Germania e deportava e sterminava gli Ebrei mediante esecuzioni di massa nei campi di concentramento. Il 14 agosto del 41 si incontrarono il presidente Americano e il primo ministro inglese (Roosevelt e Churchill) e firmarono la Carta Atlantica, una dichiarazione congiunta dove venivano fissati alcuni principi fondati sull libertà da realizzare dopo la caduta della tirannia nazista. Venne firmata il 1/1/42 da Stati Uniti, Gran Bretagna, Unione Sovietica e Cina e altre venti nazioni libere la Dichiarazione delle Nazioni Unite. Il 7/12/41 ci fu l’attacco a sorpresa da parte dei Giapponesi alla base navale americana di Pearl Harbour, che causò l’entrata in guerra degli USA a fianco degli alleati. L’obiettivo dei giapponesi era quello di assicurarsi il controllo dell’Asia, ma nella zona c’erano basi navali americane e occorreva distruggerle cogliendole di sorpresa. Nella primavera del 42 le potenze dell’asse (Ita Ger Giap) ripresero l’iniziativa: il Giappone occupò molti territori importanti in Asia, in Africa le truppe italo – tedesche conquistarono terreni in Egitto arrivando fino a El-Alamein e i Tedeschi avanzarono in Russia arrivando fino a Stalingrado. Ma l’allargamento del fronte e l’allontanamento delle truppe dalla base di partenza avevano reso lunghe le linee di rifornimento e diventava più difficile l’invio di uomini e materiali al fronte. Si preparava cosi un rovesciamento delle sorti del conflitto con la controffensiva americana nel Pacifico e quella britannica in Africa, che portò allo sfondamento del fronte italo-tedesco, mentre nel novembre del 42 gli americani sbarcavano in Marocco e Algeria sotto la guida del generale Eisenhower. Dopo la decisiva sconfitta di Stalingrado, a partire dal mese di marzo tutte le armate germaniche in URSS iniziarono una disastrosa ritirata che segnò il crollo delle ambizioni imperiali tedesche. Intanto nell’Europa occupata si verificarono diversi episodi di resistenza: uno dei più famosi fu quello del ghetto di Varsavia. Il rientro di Rommel in Germania portò alla disfatta delle truppe italo tedesche rimaste in Africa del Nord: da allora tutta l’africa del Nord era in mano degli alleati (USA Ingh Rus). Nel gennaio 43 Roosevelt e Churchill si erano incontrati in Marocco e nella conferenza di Casablanca decisero di aprire un secondo fronte in occidente: partendo dall’africa scelsero come obiettivo l’Italia. Il 20 luglio dopo aver occupato Lampedusa e Pantelleria tredici divisioni anglo-americane sbarcarono in Sicilia. Con lo sbarco in Sicilia ebbe inizio il periodo più tragico di tutto il conflitto per l’Italia. Mentre le truppe alleate avevano la meglio sui reparti siciliani, l’aviazione bombardava Roma e Frascati sede del comando tedesco in Italia. Nella notte tra il 24 e il 25 luglio 43 il Gran Consiglio del fascismo al termine di una riunione straordinaria sanciva la fine del regime. Nel pomeriggio Vittorio Emanuele III convocava Mussolini obbligandolo alle dimissioni e arrestandolo. Il nuovo governo italiano affidato a Badoglio annunciò la continuazione della guerra, intavolando però trattative con gli alleati per una pace separata. Il 3 settembre venne firmato a Cassibile l’armistizio che fu reso noto solo l’8 settembre. Il 9 settembre il re e Badoglio lasciarono Roma per trasferirsi a Brindisi lasciando senza disposizioni le truppe italiane. I tedeschi fecero scattare il piano Alarico per prendere Roma che era difesa da pochi ufficiali in attesa degli alleati. L’esercito che oramai era abbandonato a se stesso perse e i Tedeschi entrarono a Roma. Il 12 settembre un gruppo di paracadutisti tedeschi liberarono Mussolini che proclamò l’istituzione della Repubblica Sociale Italiana o di Salò dal nome della città sul Garda sede del nuovo governo. Aveva inizio anche in Italia la resistenza ad opera di partigiani. L’Italia era cosi divisa: al nord i tedeschi e il governo di salò e al sud gli alleati e il re legittimo. La guerra di liberazione si trasformò in guerra civile. Il governo legittimo di Badoglio dichiarò guerra alla Germania il 13/10/43 dando cosi inizio alla partecipazione di truppe regolari alla guerra. L’Italia divenne cobelligerante e non alleata degli anglo-americani. Nel frattempo gli alleati risalivano la penisola e trovarono una Napoli già liberata da un’insurrezione spontanea durata 4 giorni. Gli alleati si fermarono lungo la linea di difesa tedesca Gustav che aveva come caposaldo la città di Cassino. Questo successe anche perché gli alleati preferirono puntare di più sulla Francia per stringere i tedeschi su due fronti: decisione presa alla conferenza di Teheran tra americani, inglesi e russi. Intanto gli alleati erano sbarcati ad Anzio per aggirare la linea Gustav ma erano stati fermati dalle truppe tedesche. Intanto era tornato dalla Russia il leader comunista Togliatti che adottò una linea moderata appoggiando Badoglio. Inoltre il re si impegnò a nominare il figlio Umberto I luogotenente del regno al momento della liberazione di Roma e rimandava la scelta fra monarchia e repubblica ad un referendum popolare da tenersi al termine della guerra. Nel frattempo nell’Italian nazifascista vennero compiute esecuzioni di massa come quella delle Fosse Ardeatine 24/3/44 dove furono uccisi 335 cittadini per vendicare un attentato partigiano contro i tedeschi dove erano morti 32 soldati. Nella primavera del 44 riprese l’avanzata alleata e il 4/6 gli alleati entrarono a Roma: Umberto I venne nominato luogotenente e Badoglio venne sostituito da Bonomi. Intanto le truppe angloamericane e Italiane raggiungevano Firenze. La risalita fu bloccata di nuovo quando venne raggiunta la linea Gotica nel settembre. © Federico Ferranti S.T.A. www.quintof.com Il 6/6/44 gli alleati sbarcavano presso Cherbourg in Normandia e infrangevano la difesa Tedesca lungo la Manica (Vallo Atlantico), grazie all’organizzazione militare e alla quantità di mezzi e uomini impiegati. Nel mese di agosto, un altro sbarco, in Provenza contribuì a far crollare la resistenza tedesca. Nel settembre 1944 la Francia era liberata e affidata al generale De Gauille. Quasi contemporaneamente l’Armata Rossa (Russi) rioccuparono la Polonia, mentr e la Romania, l’Ungheria e la Bulgaria si arrendevano e la Iugoslavia riacquistava la libertà nell’ottobre del 44 grazie all’azione partigiana comandata da Tito. Tuttavia Hitler continuava a sperare di capovolgere le sorti del conflitto grazie all’utilizzo di nuove armi segrete come la bomba atomica e i nuovi missili V1 e V2. Una speranza destinata a rivelarsi illusoria. Nella primavera del 45 gli alleati passarono il Reno e dopo aver sottoposto le città tedesche a pesanti bombardamenti si congiunsero il 25 aprile con le truppe russe che avevano occupato la Prussia ed erano arrivate fino all’Elba. Contemporaneamente gli alleati superavano la linea gotica e entravano nella pianura padana e affiancate dai partigiani liberavano dai nazisti le maggiori città del Nord. Il 27 aprile Mussolini che fuggiva venne riconosciuto e assassinato presso Dongo. Hitler invece si suicidava nei sotterranei della cancelleria del Reich e il 7 maggio la Germania firmava una resa incondizionata. Resisteva però ancora il Giappone che però era stato colpito da numerose sconfitte da parte degli USA. Gli americani conquistarono le isole Marshall, le Marianne, e le Filippine per poter attaccare la base di Okinawa. Ciò nonostante l’esercito giapponese era ancora molto potente e per anticipare la fine del conflitto i tre grandi (Roosevelt, Churchill e Stalin) si riunirono a Yalta per decidere le sorti del conflitto e della Germania. Il nuovo presidente americano, il democratico Truman decise di accelerare i tempi usando la bomba atomica. Il 6 agosto del 45 nelle prime ore dell’alba un aereo sganciava una bomba su Hiroshima provocandone la distruzione totale con 70000 morti e 100000 feriti. Il 9 agosto venne sganciata un’altra bomba atomica su Nagasaki. Il 1° settembre il Giappone firmava la resa. La seconda guerra mondiale sancì la fine del predominio politico dell’Europa: si ergevano due nuove potenze USA e URSS. Il futuro della Germania fu il problema principale affrontato nella conferenza di Yalta. I grandi decisero di dividere il paese e la città di Berlino in zone di occupazione e di imporre alla Germania ingenti riparazioni. Per quanto riguardava la Polonia, la nazione venne spostata notevolmente ad ovest ai danni della Germania. © Federico Ferranti S.T.A. www.quintof.com