donne di Vrindavan, l`essere vedove in India

Un mostra di fotografie e una raccolta di liriche raccontano i momenti di vita
e di sofferenza dedicati all’amore per Krishna.
Donne di Vrindavan,
l’essere vedove in India
V
rindavan si trova
nella regione indiana dell'Uttar
Pradesh e nel distretto
di Mathura. Conta circa
57000 anime e dista circa
130 km da Nuova Delhi
e 50 km da Agra (la città
sede del Taj Mahal).
Secondo la tradizione
hindu tra Vrindavan e
Mathura, separate da circa 15 km, nacque e crebbe Krishna. Per questo
motivo la zona è ricca di
templi e meta di pellegrinaggi da tutta l'India.
Ma Vrindavan è anche
nota come la "città delle
vedove" per via del gran
numero di donne che
vi trovano rifugio dopo
avere perso i loro mariti.
Una mostra di fotografie allestita, nel corso del
Festival dell’Economia di
Trento a Palazzo Festi, ha
mostrato ai trentini un
aspetto ignoto della condizione femminile in India. Secondo i testi sacri,
la donna non ha più alcun
valore senza un uomo accanto, che sia padre, fratello o marito. La vedova
viene anche considerata
portatrice di sfortuna. Le
viene tolta ogni proprietà
e diritto. Alcune vagano
per le strade chiedendo
l’elemosina, altre dedicano la vita alla memoria
del marito, altre ancora
raggiungono la città sacra
di Vrindavan.
L’autrice, la fotografa Tamara Farnetani, ha trascorso mesi nel villaggio
di Vrindavan, ed ha documentato una situazione che per molte di noi è
una violazione dei diritti
umani, poiché a queste
donne è negato il diritto
a una vita normale perché
non hanno più uno spo-
L'assessore Berasi, con la fotografa Tamara Farnetani all'inaugurazione della mostra.
Occhi che brillano in terra come schegge di cielo.
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TRENTINO
EMIGRAZIONE
so. Si ritirano dalla vita
mondana spogliandosi da
ogni forma di materialismo, volontariamente o
spinte dai familiari, per
dedicare la loro vita alla
preghiera e a Krishna, il
Dio hindu. Ma fra loro ci
sono anche mogli abbandonate, spesso con i loro
bambini, o donne nubili.
Immagini che suscitano
forti emozioni, ma che
– come scrive la stessa
Tamara Farnetani, nell’introduzione al catalogo – devono essere lette
anche attraverso aspetti
più profondi come la loro
personalità, la loro grande
fede e amore per Krishna,
la fierezza di essere Hindu, l’accettare con serenità
e dignità la propria sorte
per liberarsi per sempre
dal “Sansar” (ciclo delle
rinascite) e così dal loro
Karma (le conseguenze
delle azioni presenti e
passate che determinano
il loro destino presente e
futuro).
Le donne di Vrindavan
non vanno viste dunque
semplicemente come
delle emarginate. Molte
di loro, con i loro sguardi,
i loro gesti, le loro rughe,
i visi talvolta inespressivi
talvolta orgogliosi e fieri, la loro storia regalano
anche un grande insegnamento di vita. Le fotografie erano accompagnate
dalle liriche di Daniele
Passerini che ha aggiunto
un’ elegante interpretazione dell’immagine.
Tra bocconi nel sole e bottiglie per terra, tra clamore o silenzi, ci s'incontra al bazar della vita a
scambiare racconti o lamenti. E siffatta nostra comunione è la pentola dove scaldiamo la forza e
l'audacia di vivere.
Stella che dai la rotta, ingannami, ch'io possa ritrovar la vera casa. Vento che mi riempi, portami,
ovunque sia, purché con te.
Con un sorriso stendiamo un filo da un cuore all'altro ad asciugare lacrime brune dentro la luce.
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