Scoperto il metano “pesante” I libri di testo sulla chimica degli idrocarburi naturali dovranno essere aggiornati: un gas particolarissimo, contenente una forma di metano mai individuata fino ad ora, è stato scoperto nel bacino della Transilvania, in Romania. Si tratta di metano “pesante”, ovvero arricchito di deuterio (come l’acqua pesante utilizzata nelle centrali nucleari), un metano straordinario mai rinvenuto sulla Terra. Principale autore della scoperta, pubblicata sulla rivista scientifica Chemical Geology, è Giuseppe Etiope, geologo del petrolio dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, autore di numerosi studi sull’origine e migrazione degli idrocarburi. La molecola del metano è composta da carbonio e idrogeno. L’idrogeno che lo compone è una miscela dei due isotopi, 1H o idrogeno leggero e 2H o idrogeno pesante noto anche come deuterio. Il metano che conosciamo ha una composizione caratteristica di questi due atomi che viene espressa con un numero (rapporto isotopico 2H/H) che in natura varia da -16 a -531 (più precisamente si parla di delta-D da -16 a -531 per mille). Tutto il metano che è stato finora scoperto sulla Terra ha un rapporto compreso tra questi due valori estremi. Il metano scoperto in Transilvania ha invece un rapporto positivo, pari a +124, che equivale ad una superconcentrazione di deuterio. “Questo valore è incredibilmente elevato” – spiega Etiope – “un assurdo della natura. Quando abbiamo visto i risultati dell’analisi fatta in uno dei migliori laboratori al mondo per gli idrocarburi, negli Stati Uniti, non volevamo crederci; gli stessi tecnici del laboratorio, che analizzano ogni anno migliaia di campioni di gas da tutto il mondo, non avevano mai visto nulla del genere. Abbiamo perciò ripetuto i campionamenti più volte, e siamo riusciti a capire i motivi di questa stranezza solo dopo aver usato complesse tecniche interpretative esaminando anche altri gas che erano insieme al metano, come l’azoto, l’elio, e l’anidride carbonica. E’ una forma di metano unica al mondo e potrebbe essere la chiave per spiegare l’origine del metano scoperto su Marte”. La straordinaria concentrazione di deuterio in questo metano, infatti, sembra essere il prodotto di una particolare ossidazione di tipo abiogenico, ovvero non dovuta a batteri, come in genere accade, che potrebbe verificarsi abbondantemente sul pianeta rosso. In pratica, è possibile che su Marte le future missioni esplorative possano imbattersi in un metano particolarmente ricco di deuterio: gli strumenti dovranno essere pronti a rilevare questo tipo di metano altrimenti sarà tutto inutile – spiega Martin Schoell, coautore del lavoro insieme al Prof. Baciu dell’Università romena di Cluj-Napoca. Schoell è uno dei maggiori geochimici viventi, ed è stato il padre delle teorie sull’origine del metano terrestre: “rimasi esterrefatto quando Etiope mi mostrò i risultati”. Schoell e Etiope presenteranno ora la scoperta al congresso annuale dell’American Geophysical Union di San Francisco. Fonte: Ingv di G.G. Copyright © - Riproduzione riservata