SETTIMANA DEL DIRITTO ALLA FAMIGLIA – 9/15 MAGGIO 2011 “La famiglia: una risorsa sociale” di don SILVIO LONGOBARDI Negli anni ‟60 alcuni profeti di sventura preconizzavano la morte della famiglia, ritenevano ormai esaurito il ruolo sociale che questa istituzione ha sempre avuto lungo i secoli, in tutte le civiltà. A distanza di alcuni decenni, e nonostante l‟evidente crisi che investe la famiglia, anzi proprio per questo, l‟importanza della famiglia e il suo ruolo sociale emergono con sempre maggiore chiarezza. La memoria di Giovanni Paolo II che in questi giorni riempie i media passa in rassegna tante pagine della vita del grande Pontefice, pochi però ricorderanno il suo strenuo impegno a favore della famiglia. Eppure questo era uno dei suoi cavalli di battaglia, uno dei temi che gli stava particolarmente a cuore. È stato lui a dire che “l‟avvenire dell‟umanità dipende dalla famiglia”. Lo scrive nella Familiaris consortio, un documento pubblicato nel 1981, agli inizi del suo ministero sulla cattedra di Pietro. Il giudizio del Papa sulla cultura contemporanea è molto severo: “Nell‟epoca contemporanea, la vita della società (forse soprattutto nei Paesi ricchi e sviluppati) è costellata di episodi e di eventi che testimoniano l‟opposizione a Dio, ai suoi piani di amore e di santità, ai suoi comandamenti, per quanto concerne la sfera del matrimonio e della famiglia” (Alle famiglie riunite per celebrare il Giubileo, 25.3.1984). Era il 1984. L‟anno dopo, parlando al Consiglio delle Conferenze episcopali d‟Europa (11.10.1985) ritorna sull‟argomento: “Siamo coscienti dei conflitti e delle tensioni che esistono tra il modello di famiglia e di morale familiare proposto dal vangelo e quello invalso nella società moderna”. Le citazioni potrebbero continuare, mi limito a ricordarne solo un‟altra: “Privilegiando un soggettivismo e un individualismo teso solo alla ricerca della propria egoistica autorealizzazione, il matrimonio è stato privato del suo intimo e naturale significato e valore” (n. 9). La crisi della famiglia dipende in buona parte dal contesto socio-culturale. I mass media contribuiscono non poco ad alimentare una visione in cui la famiglia appare come il luogo di una esasperata conflittualità. Vi sono talk-show, fiction e spot che esaltano l‟amore emozionale e banalizzano la famiglia. Un attento osservatore della vita culturale e politica italiana, Ernesto Galli della Loggia, ha scritto tempo fa sul Corriere che la famiglia appare agli occhi dei più come la quintessenza della mediocrità. Ed è vero, ha aggiunto, che spesso al suo interno nascono drammi che pesano per tutta la vita. “Eppure, continua il professore, nei grandi disastri delle biografie personali e della storia collettiva, in tutti gli 8 settembre della vita, è a quella zattera sconnessa che finiamo ogni volta per aggrapparci disperatamente, inevitabilmente, per cercarvi un momento di respiro o l'ultimo aiuto possibile”. 42 La difesa d‟ufficio della famiglia potrebbe sembrare scontata da parte del mondo cattolico. Scontata e perdente perché la storia cammina in tutt‟altra direzione. Ma l‟impegno per la famiglia non nasce dall‟intenzione di difendere un patrimonio della tradizione, come se la famiglia fosse un reperto da museo da custodire; nasce invece dalla certezza che essa è garanzia di futuro, di un futuro vivibile per tutti, di una società in cui l‟attenzione alla persona, alla singola persona, resta la pietra miliare di ogni progettualità. La famiglia ha un ruolo sociale. In primo luogo quello che svolge all‟interno del nucleo domestico, la cui valenza spesso viene sottovalutata perché, come spesso avviene, conosciamo più quelli che operano per la guarigione altrui che non quelli che con un‟intelligente opera di prevenzione, impediscono la malattia. La famiglia continua ad avere un ruolo educativo. Ma c‟è un altro aspetto del ruolo sociale della famiglia ed è quello che vogliamo evidenziare oggi. Questo compito è rimasto nell‟ombra perché da un lato perché non sappiamo cogliere la rilevanza sociale della vita coniugale e familiare, anche quella più ordinaria; e dall‟altro perché gli stessi sposi non hanno ancora preso coscienza che la famiglia come istituzione ha una specifica soggettività sociale e politica. Nonostante i segni della crisi, la famiglia rimane la più viva fra le istituzioni sociali, quella più carica di risorse e capace perciò di dare un proprio originale contributo al cambiamento e alla crescita della società. L‟immagine della famiglia che emerge dagli anni „80, secondo P. Donati, è quella di una “famiglia autopoietica”. Una famiglia che ritrova la sua autonomia, che non si lascia totalmente condizionare dai meccanismi sociali (politici, legislativi o di mercato), che è capace di generare una propria dinamica. Oggi gli studi più qualificati mostrano che la famiglie tiene: è un soggetto vivo e trainante, soprattutto sul piano economico; è una risorsa per l‟intera collettività La famiglia non può rimanere chiusa in se stessa: è lo stesso amore coniugale, coerentemente vissuto, che la sollecita a farsi carico dei problemi sociali, a rispondere generosamente alle domande che emergono nella società. La famiglia non è una specie di “nicchia ecologica” in un mondo degradato; e non deve assumere il ruolo dello spazzino. Ma è evidente che non può chiudere gli occhi di fronte alle ferite di una società malata. Tra le forme più urgenti di carità emerge oggi quello dell‟affido: migliaia di bambini e ragazzi, vittime del degrado sociale, vivono senza famiglia, rischiano di arrivare all‟età matura portando per sempre i segni del disagio e del disadattamento. Ad essi bisogna dare il calore di una famiglia. 43