In Puglia l’Homo Sapiens più antico d’Europa. I primi uomini moderni arrivarono in Europa già 45 mila anni fa: lo rivelano due studi pubblicati su Nature Il dentino da latte. [In Puglia l’ Homo Sapiens più antico d’Europa] Sono state scoperte in Puglia le più antiche testimonianze dell’uomo moderno in Europa. La Grotta del Cavallo già 45 mila anni fa era frequentata dai primi sapiens europei, e non dai Neanderthal come si era creduto finora. Un team di ricercatori, guidato da Stefano Benazzi del Dipartimento di Antropologia dell’Università di Vienna, ha riesaminato due molari scoperti negli anni Sessanta nella Grotta del Cavallo, una cavità carsica che si affaccia sulla Baia di Uluzzo, in Puglia. Lo studio della morfologia dei due denti, effettuato attraverso una micro tomografia computerizzata, ha rivelato che essi appartengono a Homo Sapiens e non sono quindi neanderthaliani, come si era invece sempre creduto. I ricercatori hanno inoltre sottoposto alcune conchiglie ornamentali, ritrovate insieme ai due molari, a una nuova datazione al radiocarbonio, utilizzando una nuova metodologia messa a punto dall’Oxford Radiocarbon Accelerator Unit. I risultati ottenuti hanno svelato che i due denti hanno 45 mila anni. I resti fossili della Grotta del Cavallo rappresentano quindi i più antichi resti di Homo Sapiens in Europa. La ricerca, pubblicata sulla rivista Nature, ha coinvolto ben 13 università ed istituzioni europee già dal 2011, tra le quali anche l’Università di Pisa e l’Università di Siena. L’Uluzziano della Grotta del Cavallo Questi resti fossili, ritrovati insieme ad alcuni manufatti di tipo uluzziano, furono inizialmente attribuiti a Homo neanderthalensis. L’Uluzziano, che per questo motivo è stato a lungo associato agli ultimi neanderthaliani, è una particolare cultura materiale che viene definita “complesso di transizione” e risale cronologicamente al passaggio avvenuto circa 40 mila anni fa dal Paleolitico Medio al Paleolitico Superiore. È un periodo in cui si assiste, in Europa, alla scomparsa dei Neanderthal e alla diffusione dei sapiens in tutto il continente. Secondo molti studiosi l’Uluzziano, in cui compaiono elementi di innovazione come strumenti in osso, oggetti ornamentali e decorativi, rappresenterebbe la prova diretta che gli ultimi Neanderthal europei avrebbero raggiunto elevate capacità cognitive e assunto comportamenti simbolici del tutto simili a quelli dell’uomo moderno, ben prima però dell’arrivo dei sapiens in Europa e in maniera indipendente. Lo studio dei due molari ribalta completamente questa teoria e dimostra invece che la cultura uluzziana della Grotta del Cavallo non è un’espressione degli ultimi Neanderthal, ma al contrario, fu prodotta dai primi sapiens d’Europa. (Vedi anche: Le penne dei Neandertal e Il pifferaio di Neandertal) Nuovi orizzonti Un secondo studio, pubblicato sempre su Nature, conferma che i sapiens arrivarono in Europa molto tempo prima di quanto creduto finora. Un gruppo di ricerca inglese, guidato da Thomas Higham dell’Università di Oxford, ha sottoposto a nuovi esami un frammento di mascella umana proveniente da una grotta inglese, la Kents Cavern. La mascella è stata datata a circa 44 mila anni fa e, in base all’esame morfologico effettuato, appartiene a Homo sapiens. Queste due ricerche aprono ora nuovi scenari sulle dinamiche del popolamento europeo da parte dei sapiens nel periodo di transizione tra il loro arrivo e la scomparsa dei Neandertal. Marco Peresani, paleo antropologo dell’Università di Ferrara, spiega che “queste nuove ricerche scardinano completamente i modelli precedenti sul popolamento europeo e aprono nuovi orizzonti. La Grotta del Cavallo a Porto Selvaggio in Puglia In particolare, la ricerca italiana ridimensiona la presunta evoluzione delle capacità cognitive e tecnologiche dei Neandertal. Inoltre, retrodata di alcune migliaia di anni l’arrivo dei primi sapiens, che giunti probabilmente in Europa meridionale almeno 45 mila anni fa, da lì si diffusero in tutti il continente in pochissimi secoli, come dimostra il reperto inglese”.