IL CULT MAGAZINE DELLA DJ CULTURE MONDIALE Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n.46)art.1 comma 1, Aut.C/RM/29/2012 LIVING AND BREATHING DANCE MUSIC INTERVISTE ESCLUSIVE DISCLOSURE I DUKE DUMONT AXEL BOMAN I CASH CASH SHLOHMO I DETROIT SWINDLE ELITA 2014 A MILANO SCENDE IN PISTA LA DESIGN CULTURE TECH PIONEER DDJ SZ I VESTAX VCI 400 DJ KRK ROKIT 5 G3 I MAGMA RIOT PACK 9 772037 549005 40039 APRILE 2014 NUMERO 39 EURO 3,90 DJMAGITALIA.COM DJMag edizione italiana | Mensile | numero#39 Direttore Responsabile Paolo Corciulo | [email protected] Direttore Artistico Marco Mazzi | [email protected] Coordinamento editoriale Giulia Mazzi | [email protected] Traduzioni e adattamento Gaia Negroni Grafica Cecilia Giorda Pubblicità Maurizio Massarotti mobile 335.76.03.234 [email protected] Hanno collaborato a questo numero: Mirko Avanzi | Luka Bernaskone | Andrea Camerino | Alberto Campo Davide Cucchi | Edgard Davids | Antonio Di Gioia | Giosuè Impellizzeri Luca Marano | Dan Mc Sword | Pierfrancesco Pacoda | Andrea Pomini Stefano Rapisardi | Marco Ricompensa | Riccardo Sada | Alberto Scotti Daniele Spadaro | Giorgio Valletta | Vivien Bass Island | Mick Wilson Direzione, Redazione e Amministrazione Casella Postale 18340 - Roma Bravetta Tel. 06.44.70.26.11 | Fax 06.44.70.26.12 | www.djmagitalia.com Abbonamenti e diffusione [email protected] Arretrati [email protected] Amministrazione Maria Grazia Concutelli [email protected] Distributore per l’Italia Press-di Distribuzione Stampa e Multimedia S.r.l. 20134 Milano TO BE BRO TODAY “Suonano sempre i soliti”, “Se non conosci non suoni”, “Suoni solo se porti gente”. Quante volte abbiamo ascoltato queste parole? Quante volte abbiamo sentito parlare di meritocrazia negata e di sfiducia? Ci facciamo tanto paladini della meritocrazia ma allo stesso tempo cerchiamo scorciatoie (spesso poco edificanti) che ci spianino la strada o che perlomeno ce la rendano più veloce. Che ci faccia rabbia negli altri ciò che non accettiamo di noi, rientra nella branca della psicologia delle chiacchiere da bar, ma è una teoria molto vicina alla realtà. Le reti sociali hanno accelerato ogni forma di comunicazione, hanno abbattuto barriere e accorciato la catena dell’informazione. Oggi sei tu a decidere chi essere, chiunque tu sia. Tanti invocano una meritocrazia che stride con questa politica dell’autocelebrazione insita nel sistema così com’è stato concepito e per come si è evoluto. Ed è così che non basta più essere, ma bisogna che il tuo essere venga mutuato, certificato da qualcuno che stia più in alto di te, che abbia più “likes” e “followers” di te. E poi bisogna essere amici, non tanto amici, ma avere tanti amici; famosi, in vista, esclusivi, trend setter. E poi anche questo non basta più. Bisogna diventare grandi amici, fratelli, grandi fratelli, super fratelli, meglio se questi fratelli sono importanti, molto importanti, non più V.I.P., ma V.I.B.: Very Important Brothers. Il punto è che di questo passo non riesco più a immaginare un domani migliore; se non decidiamo di cambiare l’oggi, quello che abbiamo scelto fino ad ora, sarà quello che sceglieremo domani. Dobbiamo diventare responsabili, felici a prescindere, ma soprattutto consapevoli. Ecco, ci vuole consapevolezza, quella consapevolezza la cui mancanza ci ha spinto a crederci meritevoli senza meriti, credibili senza credibilità, autorevoli senza autorevolezza. Quella mancanza di consapevolezza che ci ha allontanato dalla realtà e dall’obiettività. Non lasciamo che ci rubino la speranza. Non lasciamoci rubare un sogno. PAOLO CORCIULO Stampa Arti Grafiche Boccia | Via Tiberio Claudio Felice 7 84131 Salerno Tel. 089.30.33.11 | Fax 089.77.10.17 [email protected] DJMag edizione italianat3FH5SJC3PNBOEFM è una pubblicazione Direttore editoriale Paolo Corciulo ISSN 2037 - 5492 dj (Roma) © VARIEDEVENTUALI Manoscritti, foto e originali, anche se non pubblicati, non si restituiscono. È vietata la riproduzione, anche parziale, di testi, documenti e fotografie senza l’autorizzazione scritta dell’Editore. Finito di stampare nel mese di marzo 2014. DJMAG ITALIA published under license of Thrust Publishing Ltd. ...vi manda a pagina 11 5 Contents 20 Benny Benassi Benny and Friends 28 Duke Dumont Il duca della House e delle classifiche 32 Axel Boman Qualità svedese 34 Cash Cash I bancomat dell’EDM 36 Disclosure The rookies of the year 40 Shlohmo Shlohmo spacca 42 Detroit Swindle La grande truffa house 44 Miss Djax La forza della Techno 46 Speciale grafica Groove in the (graphic) art 50 Electro funk L’alba del futuro 96 Off the Club Eno “ambientale” upfront 08 Top 100 Clubs preview 10 The Italian DJ Contest 11 News 12 Laura Jones 14 60” with... Zomboy 16 60” with... Uner 18 Fashion 34 on the floor 54 Sensation 40 56 Festival 58 Design Week Festival music 64 Killers 66 Wax lyrical 67 Singoli 76 Album 80 Compilation tech 82 Tech News: Pioneer DDJ-SZ e Remix Station 500 86 A moment of your time 88 Vestax VCI-400 DJ 90 In the studio with... Gigi Barocco 92 Magma Riot Backpack 94 Tech Producer 42 44 20 6 www.djmagitalia.com UPFRONT I FANTASTICI Sono stati selezionati i dieci finalisti. Il pubblico potrà ancora una volta esprimere la propria preferenza per fare arrivare il migliore sul podio dei vincitori. Ma conosciamoli meglio. DI RICCARDO SADA L a terza edizione di The Italian Dj Contest di Pioneer riserva ancora sorprese. Arrivato alla seconda attesissima fase, quella in cui anche il pubblico vota, il concorso per aspiranti dj più atteso a livello nazionale, attraverso le preferenze, contribuirà a questo punto a individuare i magnifici 10 che si sfideranno durante la finalissima. E questo grazie anche alla selezione curata dalla Giuria tecnica. La fase di selezione è durata un mese e ha raggiunto un numero elevatissimo di iscritti (più di 500): giovani di tutta Italia appassionati di musica dance, che hanno voluto dimostrare la loro abilità impegnandosi con entusiasmo e determinazione a superare la prima selezione (a cura della Giuria tecnica di Pioneer). “Ancora una volta una scelta non semplice, considerando l'abilità dimostrata alla consolle da questi ragazzi che, seppur molto giovani, hanno sfoderato grinta e capacità davvero inaspettate”, ha commentato Roberta Bontempi, Responsabile Marketing e Communication di Pioneer Italia. Amici, parenti, fan o semplicemente appassionati di musica adesso sostengono il proprio dj preferito (votando direttamente sul sito www.theitaliandjcontest.it). Tutti i voti raccolti online si sommeranno a quelli della giuria, che come sempre esprime il proprio giudizio durante le semifinali. I migliori tre dj, secondo i tradizionali parametri (quali: genere musicale, mixaggio, preparazione tecnica, creatività, qualità della produzione e presenza scenica) verranno annunciati a breve dal sito di Piooner e da quello di DJ Mag Italia. Itanto vi presentiamo i “Fantastici 10”: Giacomo Bernini (Jack Bernini) Da Parma, 20 anni. Obiettivo: trovare i propri limiti e superarli. Suona perché... “solo così è possibile riuscire a esprimere quello che si ha nella testa”. Nicola Boi (Nicostyle) Vive (“con orgoglio”) a Iglesias (“una città mineraria”) e ha 25 anni. Ha iniziato cinque anni fa con il vinile per poi passare ai CDJ. Lavora in diversi locali. Ha già partecipato a contest classificandosi sempre nelle prime posizioni. Sogna di avere uno studio di registrazione. Varia tra diversi generi: hip-hop, funky e house. Ama fare scratch. Michelangelo Fasano (Michi Fasano) Da Putignano (Bari), ha 30 anni. Nasce con la dance anni ‘90 e fa il dj da 15 anni. Inizia con il vinile e poi passa ai lettori cd. Dj producer per la Net’s Work Record, con cui ha diverse produzioni all’attivo, ama la musica e il confronto con il pubblico. Pietro Loi (Dj Loi) Da Pozzomaggiore (Sassari), ha 28 anni. Fa il dj da quando ne ha 16. A 18 la sua prima performance in discoteca. Ha lavorato come resident in vari locali della sua zona. Nel 2012 vince un contest in Sardegna. Tra i generi musicali preferiti, la commerciale e la electro house. Ma è pronto a spaziare anche in altri territori sonori. In rigoroso ordine alfabetico… Elia Baldi (DJ Elia) Da Porto Cesareo (Lecce), 19 anni. Dj e producer, non ha mai suonato in un club ma nel 2009 ha creato uno show in giro per le piazze del Salento. Fa il dj dal 2008 e si è classificato tra i primi 10 alle semifinali di The Italian Dj Contest 2012. 10 Dante Marco Lupi (DJL) Da Piombino (Livorno), 28 anni. Suona nei principali locali della zona, punta su tecnica e creatività. Le sue serate sono vere e proprie performance con scracth, loop e mash-up. Ha un programma su Radio Piombino, “Only Remix”. Ha iniziato a 16 anni con l'hip-hop e i vinili e dal 2006 si è appassionati di house ed elettronica. www.djmagitalia.com Marco Patrizi 18 anni da Colleferro (RM). A 6 anni suona la chitarra elettrica e a 11 si appassiona di musica elettronica e dance. Fa il dj da 3 anni e ora anche il producer. Studia ingegneria del suono. Vuole vivere di musica. Divide il set in... “momenti”: quello emotivo e quello euforico. Nicola Pigini Da Castelfidardo (AN), ha 22 anni. Studia comunicazione di massa. Inizia con la chitarra classica che gli regala il nonno. Alle scuole superiori si innamora della musica elettronica e si avvicina al djing. Va a ballare e si piazza dietro la consolle a scoprire i trucchi del mestiere. Inizia a fare il dj la domenica pomeriggio”. Lavora in una radio regionale e ama la professione dello speaker radiofonico. Dario Profeta (Dario Profeta DJ) Da Osio Sotto (BG), ha 24 anni. Il padre gli ha trasmesso la passione per la musica. A 14 anni fa il dj in Sicilia (dove è nato) nelle feste private. A 19 si trasferisce a Bergamo e frequenta un corso per perfezionare la sua tecnica. Studia pianoforte per iniziare a produrre brani. Luciano Trenta (Lucio Marchegiano) Da Genova, 28 anni. Si è classificato 3° alla scorsa edizione di The Italian Dj Contest. Quasi non si ricorda più il suo nome all’anagrafe, perché ormai tutti lo conoscono come Lucio Marchegiano. Studia musica e pianoforte. Sperimenta un nuovo stile che unisce musica live e dj set. La sonorità è progressive e trance. Website www.theitaliandjcontest.it In studio suonate, componete e producete. Poi? Masterizziamo. E questo è utile perché a volte solo due vanno in tour mentre uno resta in studio a lavorare a dei remix o a della nuova musica o al nostro radio show, il Royalty Radio, e la cosa ci aiuta a essere più efficienti e indipendenti. Remixare è una parte molto importante del nostro lavoro e se fossimo tutti in tour sarebbe impossibile portarla a termine. E inoltre tre persone in consolle forse sarebbero troppe. Troppi gomiti. Bagnata dallo champagne e della gloria, la band di Paul Makhlouf, Alex Makhlouf e Samuel Frisch, i Cash Cash, vive di musica e live, risultando una delle più prolifiche in circolazione. Incassa, crea business. E avverte: “nella vita bisogna solo osare” DI RICCARDO SADA D opo i remix per Nicky Romero (‘Symphonica’), Capital Cities (‘Safe And Sound’), Vicetone (‘Heartbeat’) e Krewella (‘Alive’), e saliti alla ribalta per le rielaborazioni di ‘Treasure’ di Bruno Mars, ‘Let’s Go’ di Calvin Harris e ‘Reason’ di Nervo & Hook N Sling, via Big Beat, il gruppo dei Cash Cash va alla conquista dell'Europa già con ‘Take Me Home’, singolo interpretato da Bebe Rexha. Jean Paul Makhlouf, Alex Makhlouf e Samuel Frisch sono amanti dell'EDM. tutto dalla produzione, dalla grandezza della location e dalle limitazioni relative ai trasporti. In ogni caso, dovunque siamo, c’è sempre da divertirsi e c’è sempre la possibilità di ritrovarvi spruzzati con dello champagne. Siete sempre alla ricerca del giusto mix in tutto. Anche nei live. Cerchiamo di avere sempre un giusto equilibrio fra tracce nuovissime e meno nuove, così come tracce più up tempo e altre più lente. Se suoni in un set solo tracce super tirate, la gente inizia a stancarsi a metà, per questo noi amiamo che i bpm crescano col set. Ci piace anche mischiare vocal di vecchi pezzi su nuovi beat o viceversa. Sta tutto nel provare nuove cose. Bisogna assumersi dei rischi. Non è facile mettere in piedi band nel settore della musica dance. Non è facile far andar d'accordo tutti. Siamo fortunati, noi, perché siamo parenti e Sam è come un terzo fratello, lo conosciamo da una vita. Ovviamente litighiamo anche noi, ma abbiamo imparato a conoscerci bene. Siamo complementari. E molto uniti. Siamo insieme da anni, fin da quando non avevamo nulla. Abbiamo imparato a stare insieme e a tirare fuori il meglio di noi, per questo facciamo musica insieme da un decennio. Vi considerate un gruppo di produttori o una band live? Tutti noi suoniamo degli strumenti e cantiamo e questo è fantastico perché la cosa ci dà sia una base musicale in studio che un aiuto negli show dal vivo. Siamo sostanzialmente un gruppo di dj produttori che usa il djing come spazio live. Quando siamo nei club suoniamo solo con i cdj, così è anche tutto più facile negli spostamenti. Il nostro live sta tutto nella scelta musicale, nell’interazione con la gente, le luci, i visual e tutto quello che rende la notte energica. Ci divertiamo anche a fare dei mash-up o bootleg in diretta aggiungendo le versioni acappella. Quando invece suoniamo in location più ampie, aggiungiamo alla performance anche tastiere, talk box, sampler e altro. Dipende Non è comunque facile riprodurre il suono da studio in un contesto live. In realtà siamo dei dj e suoniamo delle tracce. Ci piace comunque fare delle edit inedite dal vivo e creare mix unici per rendere le cose più eccitanti e personali. A volte iniziamo a mettere una traccia nella versione originale, poi la mashuppiamo con un remix e poi torniamo all’originale o aggiungiamo un’altra traccia o una vocal diversa sopra. Dipende da come ci sentiamo, dobbiamo andare e suonare per capire veramente cosa ci va di fare. È Jean Paul che parla a nome del trio. Conosco Sam dai tempi della scuola e Alex è mio fratello minore. Produciamo musica insieme da tantissimi anni. Ammiriamo i Daft Punk, e non solo per la musica ('One More Time' è la nostra preferita), hanno sempre fatto cose incredibili da un punto di vista creativo e anche il modo in cui si gestiscono e si presentano al mondo è geniale, certamente ci hanno ispirato nel nostro cammino. 34 www.djmagitalia.com Quando siete entrati in studio per la prima volta? Abbiamo iniziato molti anni fa per registrare dei demo con il nostro vecchio PC con programmi come Tonos TC8, Acid Pro e SoundForge. Suonavano malissimo ma ci hanno aiutato a cominciare, abbiamo lavorato come pazzi per risparmiare e comprarci attrezzatura da studio, poi abbiamo lavorato anche come stagisti in alcuni studi e questo ci ha aiutato, anche se le cose più importanti le abbiamo imparate con le nostra ricerca e una costante sperimentazione. Dove vivete? Nel New Jersey, qui c'è sempre stata una scena dance fantastica. Siamo vicini a New York e ci sono un sacco di club e locali per suonare. È facile così trovare tra il pubblico nuovi fan. E dell'Italia, che immagine avete? Quella di Benny Benassi, che è un incredibile produttore, lo consideriamo un pioniere della dance. Io e Alex poi siamo italiani d’origine, per metà, e non vediamo l’ora di venire a suonare da voi. E l'EDM? Una bolla pronta a esplodere? La community dance è veramente forte, più forte di ogni altra, il supporto e l’entusiasmo fra i dj è unico. Nel rock ognuno si fa i fatti suoi, nell’indie sono super presuntuosi e il pop è come una confraternita. La scena dance è divertente: tutti si scambiano remix, bootleg, tutti vanno in studio con tutti, anche i fan sono attivi, i commenti che lasciano sono pertinenti, è meraviglioso. Credo che il futuro sia nelle mani dei produttori. Il pubblico della dance ha bisogno di cose fresche e nuove, questo aiuta la scena a evolversi. Guardate Avicii che cose incredibili ha fatto mixando differenti stili e generi. C’è molta collaborazione e questo aiuta a mantenere la scena giovane e vivace. I festival sono un altro dei fattori che rendono la musica elettronica viva. Ma siete al lavoro su un album? Abbiamo pubblicato un e.p. dal titolo 'Overtime' e un altro uscirà il 24 maggio, in cui ci sarà un nuovo singolo, 'Lightning', con la voce di John Rzeznik dei Goo Goo Dolls. Seguiranno dei remix. Lavoreremo a un album vero e proprio a giorni, quando finiremo il tour. Settimane fa abbiamo finito un pezzo con Christina Perri e iniziato una collaborazione con Capital Cities. Quindi siamo in dirittura di un dopo ‘Take Me Home’? Abbiamo uploadato sulla nostra pagina di Souncloud l'appena citato ‘Lightning’ e siamo molto contenti della reazione. Siamo cresciuti come fan dei Goo Goo Dolls e quindi fare un pezzo con il loro cantante per noi non ha prezzo. Abbiamo anche fatto una traccia club col nostro amico Adrian Lux che si chiama 'Bullet' e remixato 'Dare You' di Hardwell. Avete firmato un contratto in esclusiva con Big Beat e Atlantic Records esattamente un anno fa. Avete già fatto un bilancio? Siamo stati in svariate label prima, dalle indie alle major, e ora abbiamo capito di aver fatto la scelta giusta. Big Beat e Atlantic ci supportano nelle nostre scelte e non cercano mai di forzarci. Sono come una famiglia. Alcune delle più belle tracce sono spesso figlie di collaborazioni fra produttori dance e popstar. Prendiamo David Guetta e Calvin Harris e le loro collaborazioni fantastiche. Bene, noi vorremmo collaborare con Adam Levine, Katy Perry, o Kelly Clarkson nel pop. E nella dance ci piacerebbe fare delle cose con Dillon Francis, Zedd, Hardwell, Calvin Harris e con uno dei ragazzi della Swedish House Mafia (…). Ma perché Cash Cash? Siamo cresciuti suonando in gruppi diversi senza avere un nome, poi nel 2008 abbiamo firmato il primo contratto e non avere un nome era un vero problema. Avevamo un vecchio agente che cercava di rubarci soldi e poi abbiamo incontrato gente che cercava di incastrarci con contratti terribili. Quando abbiamo pensato a un nome, ho detto: perché non ci chiamiamo Cash Cash? Tutti cercano i nostri soldi anche se ancora non li abbiamo. Ci siamo guardati e abbiamo riso. Era fatta. Ma descrivere il vostro sound in due righe? Proviamo. Facciamo electronic dance pop music. Abbiamo una forte influenza house ma non vogliamo limitarci a un genere preciso, cerchiamo sempre di fare cose nuove e collaborare con vari generi musicali e provare nuovi stili. www.djmagitalia.com 35 Pier Galliani DI RICCARDO SADA P ier Galliani col suo studio sta sopra la Lito Poliglotta Srl, una società specializzata in stampa di volantini e flyer per discoteche. Dice: “È una tipografia storica, qui mezza Milano veniva a ritirare gli inviti delle discoteche. Oggi ormai è tutto web”. Pier abbozza, rielabora, crea e impagina ad hoc giornali che vanno dalla moda alla musica. C'è la sua mano dietro alla copertina del Papa su DJ Mag Italia dello scorso dicembre. I lavori per riviste come Tendence, Kult, JMag lo hanno particolarmente ispirato. “Ultimamente sto lavorando per il Fashion Cafè, un locale che fa parecchie one-night. Qui da me sono venuti Frankie Knuckles, David Morales, Killer Faber, per il quale ogni tanto lavoro ancora oggi. Faccio ancora flyer, ma meno di una volta”. Il mercato è cambiato. È stato stravolto prima dai computer e poi dalla rete. “Prima i personaggi erano di nicchia e i protagonisti nella grafica sui volantini erano ben altri. Il mondo era totalmente underground, la distribuzione era massiccia e localizzata in alcuni dei quartieri più in delle città, come corso Como a Milano. Ho la sensazione che oggi la grafica sia diventata fine a se stessa”. Ma cosa è cambiato? Sicuro: l'identità. “La grafica dei locali era più riconoscibile perché affidata a singoli creativi. Le immagini erano tutte trafugate da qualcosa, da riviste straniere soprattutto, e si tendeva a stare alla larga da personaggi conosciuti, volti noti che avrebbero impedito la pubblicazione della loro faccia su un volantino che non gli apparteneva. Con le banche immagini invece oggigiorno hai tutto. Con i programmi di fotoritocco poi puoi fare l'impossibile. È tutto uniformato e non emergono stili e look nuovi. È aumentata la qualità ma solo a livello tipografico”. La crisi ha tarpato le ali allo sviluppo dell'immagine. “Che avrebbe potuto evolversi. Oggi quelli che (mi) commissionano i flyer, intendo ovviamente quelli cartacei, sono solo i discobar”. E il flyer nasce quasi d'istinto. “È un mondo che viaggia a mille all’ora, questo. Ti chiama il pr, quello che ben sa a chi è indirizzato il lavoro. Dopo lo speciale su font e immagini dei dj internazionali e non, l’indagine prosegue negli studi di grafica. Alla scoperta dello stile che si rinnova. E che dà un volto alle colonne sonore più di tendenza. SPECIALE GRAFICA 50 www.djmagitalia.com Altrimage Deep Service conoscerlo a fondo e instaurare con lui un feeling che va oltre al normale rapporto lavorativo. Vogliamo entrare nella sua testa e capire le sue idee, per poi trasformarle in grafica”. E la concorrenza? E i grafici improvvisati? “Sono sempre più numerosi e sempre più economici e il lavoro, di conseguenza, non potrà che essere, nella migliore delle ipotesi, di scarso impatto. Affidarsi a dei professionisti conviene sempre”. Just Entertainment È tutta una questione legata al target: locale, età, pubblico, musica. Locale commerciale o ‘pettinato’, dipende, poi una bella donna in primo piano e il nome del dj. Old Fashion, De Sade, Hollywood, per loro ne realizzo ancora. Nell’underground invece si deve essere più trasgressivi. Solitamente al cliente sottopongo 2-3 soluzioni”. L'idea di Sergio Cerruti della Just Entertainment è semplice, l'esigenza era quella di cominciare a progettare il restyling del logo da associare al nuovo payoff: music, passion, ideas. Di musica e passione Cerruti ne ha sempre messa nel settore. Mancava la grande idea ed è arrivata dalla grafica. “Per fare tutto questo, abbiamo cercato di soddisfare due requisiti fondamentali”, spiega. “Primo: 'rinfrescare' l'immagine aziendale rendendola più accattivante e al passo con i tempi, in concomitanza anche con il decimo compleanno che cadrà tra qualche mese. Secondo, rivedere il nostro vecchio logo, che era composto da un lettering non scomponibile e che ci limitava in parecchi utilizzi (soprattutto nei gadget e nel merchandising). Il nuovo logo invece è formato anche da un logotipo e può essere scomposto adattandosi meglio ai diversi impieghi e versioni”. C'è anche un'adorazione nei confronti del marchio del Ministry Of Sound. “MOS, quello è un marchio davvero versatile, ottimo per qualsiasi utilizzo. Tra i dj faccio il nome di deadmau5. Mi auguro sempre che dietro l'ideazione di un logo ci sia un processo più ampio, fatto di idee e creatività oltre che di marketing puro. Ogni logo credo dovrebbe avere una propria anima e una propria identità. Spesso però non è così e ci troviamo di fronte a compitini eseguiti alla gelida perfezione. Credo che ormai, come nella musica, ci si sieda a tavolino cercando di decodificare il successo di altri tradendo così il principio base dell'ispirazione e dell'originalità”. Il logo JE e tutto il suo studio, nonché la “guideline”, sono stati concepiti e realizzati all'interno di casa JE. “Sono il frutto della collaborazione di tutti. Ma per dovere di cronaca dico che l'esecutore materiale è il nostro creativo, Stefano Savi, nonché RD della JE”. Un'agenzia che si occupa di grafica e pubblicità a 360 gradi, la Deep Service. “Lavoriamo in tutti i settori, quindi non ci occupiamo prettamente di design e comunicazione riguardante il mondo della notte. Da qualche anno c'è stato anche un buon incremento di lavoro”, dicono da Trevi. Qui apprezzano molto lo stile grafico dei flyer del Djoon Club di Parigi. Ma anche quello del Cocoricò di Riccione. “L'idea è semplice ma geniale e d'impatto allo stesso tempo”. Alla Deep Service piace lavorare a stretto contatto con il cliente. “Dobbiamo prima is in the www.djmagitalia.com Grafica e comunicazione per il mondo della notte, interior e lighting design. Serena Raso e Feliciano Musillo, i ragazzi di Altrimage, non si fermano mai. “Cerchiamo di offrire ai club e ai promoter o etichette discografiche di musica elettronica un servizio professionale a 360 gradi. Siamo un’agenzia giovane e stiamo vivendo un trend positivo. Di anno in anno il nostro lavoro è sempre più apprezzato e abbiamo nuovi clienti, non saprei dire se questo sia legato all’esplosione della musica EDM oppure a un nostro trend di crescita”. Ci sono molti eventi in circolazione. “Sopravvivrà chi saprà investire anche in un progetto di comunicazione valido e affidare questa parte a persone competenti e qualificate che possano valorizzare l’iniziativa stessa”. Non è facile trovare un progetto grafico continuativo e dagli importanti contenuti. “La nostra visione è studiare per i nostri clienti una linea grafica personalizzata, che sviluppi un tema ed esprima dei concetti e dei contenuti. Pensiamo che la linea grafica di Music On, per il party a Ibiza, sia stata ad esempio studiata veramente bene”. Il logo più bello di una discoteca? “Quello del Fabric di Londra. Mentre come immaginario e 51 DJ Emir importanza storica, pensiamo che le ciliegine del Pacha rimarranno immortali”. Interfacciandosi con un nuovo cliente si prova a capire sempre più il suo gusto. “Il più delle volte è un lavoro psicologico: infatti il cliente quasi mai sa cosa vuole fin quando non lo vede realizzato. Quindi sta al professionista capace trovare la strada più veloce per arrivare al risultato desiderato. Preferiamo comunque, se possibile, incontrare il cliente e parlare del progetto che si deve realizzare”. Spesso accade che anche gli stessi promoter di eventi o club si affidino a dilettanti. “Lo fanno solo per risparmiare. Non pensano al fatto che la comunicazione è un tassello fondamentale della buona riuscita di un evento. C’è anche capitato di lavorare con un promoter solito pagare i lavori di grafica in free drink e ingressi”. Avete lavorato per anni con Amnesia Milano curando la grafica per i party dell’etichetta Memento, di Idriss D e Fabrizio Maurizi, e per Loud Ltd, la onenight del Macarena Club di Barcellona. “Lavoriamo con Only300, una crew di Milano che organizza party sia in città che a Barcellona durante la settimana del Sonar. Curiamo anche la comunicazione web per Föhn, stabile al Tunnel di Milano. Inoltre, abbiamo sviluppato un progetto grafico con immagine coordinata per un nuovo party nella città di Mantova, il Qloom”. Slaven Kosanovic da dj è passato a fare il grafico. Si fa chiamare Lunar, è un esperto di musica elettronica e vicino all'universo della band virtuale e mini etichetta Yammat, che gestisce il progetto Nipplepeople. “Sono tutte opere molto coraggiose, come se fossero state create quasi per un bordello parigino: sposano uno stile coerente, in linea con la grafica più innovativa. La mia più grande ispirazione proviene da quello che fa Flemming Dalum, un artista che viene dalla Danimarca”, spiega Kosanovic. Che tra l'altro ama sound e visual della prima Italodisco. In fondo la musica elettronica, con le copertine dei suoi vinili, non è mai stata popolare tra i Balcani. “Solo un minimo numero di persone è riuscito a gradire il genere Italodisco e le sue correlazioni. Io ho intenzione di includere, in alcuni degli eventi che sto andando ad allestire, anche qualche frammento di quel passato.”. L'azienda marchiata Lunar è una piccola e artigianale realtà creata da un solo uomo che dedica Lunar ore e ore alla ricerca. “Lunar fa progettazione grafica, illustrazione e pittura su qualsiasi superficie possibile. Io ho cominciato da ragazzo, amavo disegnare. Ho scoperto le bombolette spray nell'89. Da quell'istante tutto è cambiato, per me. Avevo intuito le potenzialità dello strumento prima del pieno degli anni '90. Così mi sono buttato nella grafica e nell'illustrazione più underground. La musica è sempre stata una delle mie priorità. I miei clienti sono spesso giovani e creativi, di mentalità aperta. Ho prodotto una certa quantità di materiale, spesso per la scena hip-hop croata, negli anni '90. Non sono molto vicino al settore dell'EDM”. I materiali lavorati più belli Kosanovic li ha visti in alcuni club di Amsterdam. “C'è un dj da seguire ed è un artista a tutto tondo, si chiama Dadara. Ha uno stile unico”. Il pensiero poi è quello di creare qualcosa di fuori dal comune per i clienti. Magari facendosi influenzare quando si bazzica nelle gallerie d'arte. “D'altra parte, conoscendo gli artisti, si tratta solo di avere l'idea giusta al momento giusto. Gli approcci sono così tanti e diversi. In questo campo c'è di tutto. Tranne le regole, fortunatamente”. E il talento? È qualcosa che punta dritto verso l'olimpo della genialità. “Ma ti rende un artista al 5 per cento: il restante 95 per cento è lavoro duro, costante. Io ho iniziato come dj e sono finito per fare il grafico. Non tornerei indietro. Il mio animo da musicista non è morto: alimenta l'artista visivo che è in me. Amare la musica ed esserne dipendenti mi ha solo portato a collezionare delle compilation. Un'invasione Daniels Studio 52 www.djmagitalia.com maniacale che mi ha stravolto la casa. E la vita”. DJ Emir non è solo un dj ma anche il proprietario di un'importante agenzia specializzata in grafica e nella realizzazione di flyer e loghi per discoteche, eventi e disc jockey. Da Denver, ecco lavori eseguiti in modo veloce e professionale a partire da 150 dollari. Lo staff di DJ Emir, che si dichiara mago di Photoshop, sviluppa creazioni in seguito a interviste ai clienti, includendo da due a tre revisioni a lavoro. Ogni stile grafico può essere sviluppato in un'immagine coordinata e integrato a siti internet e quanto altro (poster, banner, striscioni). Daniels Studio lavora a stretto contatto con eventi, locali e artisti. Si occupano soprattutto di pubblicità e dello sviluppo di brand, in questa moderna realtà del Bellunese. Nina Daniels, titolare del marchio, parlando di flyer dice di essere “rimasta molto colpita dai lavori di Erik Johansson, un fotografo svedese che vive in Germania e che utilizza la tecnica del fotomontaggio (per realizzare immagini fuori dal comune e di impatto)”. Degno di menzione è anche Martijn Van Dam, grafico olandese conosciuto anche come Super Silo. Ma come fanno al Daniels Studio a capire e catturare il gusto del cliente? “La diffusione di internet ha permesso di accorciare le distanze e lavorare con persone all’altro capo del mondo, spesso quindi non è possibile incontrarle di persona. Ma prima di iniziare un progetto vogliamo arrivare a intuire l’immagine adatta. D’altronde un marchio rappresenta quello che l’azienda è. E sappiamo che le immagini suscitano punti di vista, emozioni e ricordi. Senza poi tralasciare le tendenze del momento”. Spesso, nei periodi di crisi, si è tentati d tagliare sulle spese legate alla di p propria immagine e alla pubblicità. “Q “Questo però si rivela solitamente un boomerang, in quanto si perde il con contatto diretto col proprio target di pub pubblico. Non è un caso se le grandi azie aziende di successo spendono milioni do di dollari in pubblicità cercando sempre proge progettisti creativi che li aiutano a farsi notar notare dal mercato”. TRANCE / PROGRESSIVE REVIEWS [email protected] QUICKIES Nicologik #ATD2014 Jordan Suckley & Paul Webster Graygoo Purple 8.5 Se piace a uno dai gusti difficili come Ferry Corsten, significa che questo pezzo del dj e produttore italiano ha davvero colpito nel segno. Ripresa una sua vecchia traccia, intitolata ‘After The Dawn’, Nicologik l’ha rivista e corretta per il mercato odierno tirandoci fuori addirittura due versioni. Nasce da qui l’acronimo ‘#ATD2014’. La Original Mix ha una visione più moderna (cassa e basso... gommosi, pad d’atmosfera e suoni plucked; ripartenza secca e decisa), poi c’è una rivisitazione in chiave uplifting, la Up Mix, che è veloce, aggressiva, esplosiva e non dà tregua. Tenete d’occhio questo produttore. Riccardo Sada Help! Damaged Records 7.0 La terza uscita della Damaged Records finisce dritta nella puntata 650 di A State Of Trance. Si tratta di una psytrance che strizza l’occhio alla tech-trance. Energia e devastazione per una ritmica davvero indiavolata. R.S. IKO Heart Of Stone Fatum with Natalie Peris Words Magik Muzik 7.5 Nei pezzi Black Hole magari a volte manca un gap. A volte manca un’idea. La garanzia di un suono devastante però risiede in ogni uscita. Quando arrivano i vocal, i dj della casa discografica olandese si motivano e prendono il volo. È il caso dei Fatum, che hanno collaborato con la croato-canadese Natalie Peris, capace con la sua voce di infondere un’atmosfera molto deep anche ai pezzoni più trance e progressivi. Energia, sequencer, suoni devastanti e pause epiche per mettere in risalto una melodia che cattura al primo ascolto. Riccardo Sada Fabio Xb & Liuck feat. Christina Novelli Back To You DS-R / Enhanced Music 8.0 Che bello assegnare con disinvoltura un voto alto a un italiano. E che bello sapere che nel nostro Paese c’è ancora qualcuno che va... controcorrente: non si converte all’EDM, crea sante alleanze e sceglie cantanti di spessore internazionale. Fabio “XB” Carrara per il suo nuovo singolo non solo ha collaborato con il prode Liuck ma ha anche portato in studio una fuoriclasse come Christina Novelli. Così è nato ‘Back To You’, suonato da Armin van Buuren nel suo A State Of Trance. In fase di remix ha poi detto la sua Wach, dj che dalla Tunisia punta tutto su una ritmica perforante. Riccardo Sada Rank 1 & Dennis Sheperd Freudenrausch High Contrast Recordings 6.5 Benno De Goeij e Piet Bervoets 74 amano fare pezzi pazzi. Acrobati dell’audio, dopo il loro ‘13.11.11’ i due olandesi hanno mandato una mail al collega tedesco Dennis Sheperd per dare un’impronta indie rock alla produzione. Ora, dire che questa è trance è davvero dura. Forse sarebbe meglio dire indietrancerockprog. La scelta è coraggiosa. La trance è quel genere che accetta meno le sperimentazione, è conservatrice e raramente si fa contaminare da generi e stili. Tuttavia, la High Contrast non ha preconcetti e punta tutto su questa release davvero atipica. Riccardo Sada Carlo Calabro Cereal Killer In Charge Recordings 6.5 Sulla label di Marco V, distribuita Be Yourself Music, il produttore polacco di origini italiane mette insieme suoni e ritmiche per quella che è la nuova deep trance tanto in voga in certi club. Suoni strappati dalle big room e ritmica quasi da aperitivo. Ma c’è uno spessore epico che porta dritto verso il clubbing. Insomma, è come prendere della uplifting e rallentarla sino a farla diventare qualcosa di nuovo, di diverso e comunque di raffinato. Sono 124 i bpm, eppure è trance, slow trance. Niente è lasciato al caso, dagli arpeggi ai suoni di synth e lead. Riccardo Sada SHato & Paul Rockseek Whispering Vandit 7.0 Uno è ceco e l’altro è slovacco. Con la progressive trance di ‘Deer Friends’ SHato e Paul Rockseek avevano fatto bene su Vandit l’anno scorso. Ora, rieccoli con un follow-up davvero degno di nota, ‘Whispering’, in cui sembra ci sia lo zampino di Alex M.O.R.P.H., Maarten de Jong, Claudia Cazacu e tanti altri. Con i suoi loop percussivi filtrati, con un ritmo in cui si incastrano archi che sembrano strappati da una sessione a La Scala, il brano dimostra di avere un’atmosfera davvero particolare. Riccardo Sada Driftmoon & Andy Blueman feat. Dsharp Leviticus Italian Groove Connection feat. Sash! Mysterious Times 2k14 Dancetool Records 6.0 Nato da una idea di Italian Groove Connection (Fabio Lenzi e Charlie Dee), questo rifacimento è stato inviato direttamente a Sash! che ha voluto apparire nella release come artista. Due le versioni, una più pop e l’altra più prog. R.S. Pure Trance Recordings Ari Kyle vs Koka 6.5 Magari è un già sentito. Ma piacevole. Sana uplifting da Iko che proviene anche da produzioni di colonne sonore. Effettivamente il pezzo suona cinematico. Solarstone ama questa traccia e infatti l’ha presa per la sua label. R.S. Rule Magic Island Records 7.5 Dalla California ecco Ari Kyle. Spesso lavora nei Pyramind Studios di San Francisco. Con l’amico marocchino Koka ha realizzato un pezzo pure trance condito da una ritmica molto techno. R.S. A State Of Trance 6.5 La label dell’Armada accusa degli alti e bassi. Dove sono finiti i fenomeni? Tutti a fare EDM? Van Buuren e Pyron facciano un po’ d’ordine, tamponino le cose più deep e pensino che il core business sta ancora qui, in mezzo alla trance vera, quella che ha consacrato il marchio olandese grazie all’ASOT e ai dj che credono in un suono che non morirà mai. Pertanto, viva Driftmoon e viva Andy Blueman che con il violino D-Sharp hanno messo in piedi una traccia davvero ricca di magia. Riccardo Sada Korean & Vini Feel The Wife Vibe Perfecto 7.5 Uno dei migliori A&R in circolazione? Senza dubbio Paul Oakenfold, che non si fa mai prendere dal panico e che ascolta con dovizia ogni mp3 finito nella sua posta elettronica. Ivi compreso quello di DJ Korean, che non è un disc jockey che arriva dall’Estremo Oriente bensì un produttore competente moscovita. Si tratta in realtà di Pavel Loginov, che grazie all’apporto dell’amico Vini ha realizzato un pezzo davvero melodico. Vecchio di cinque mesi, il brano è stato remixato proprio da Oakenfold che ha sfruttato al meglio ogni frammento sonoro originale. Riccardo Sada www.djmagitalia.com NICOLA MADDALONI FUTURE FOCUS 01. NICOLA MADDALONI ‘Limbus (Farzam Remix)’ Silver Waves 02. NICOLA MADDALONI ‘Freedom’ Future Focus 138 03. T4L FEAT PLASTER ‘BACK IN TIME (NICOLA MADDALONI REWORK)’ In Trance We Trust 04. T4L ‘Good Nightmare’ In Trance We Trust 05. DRIFTMOON ‘Bittersweet’ Always Alive 06. DARREN PORTER ‘Terraforming’ Monster Digital 07. MHAMMED EL ALAMI & ILLITHEAS & JOHANNES FISCHER ‘Breath Of Life’ Abora Skies 08. HARMONIC RUSH ‘Complicated’ Dark Soho 09. INDECENT NOISE ‘Warsaw 2.0’ Mental Asylum 10. ARMIN VAN BUUREN ‘Ping Pong (Simon Patterson Remix)’ A State Of Trance ALBUMS REVIEWS [email protected] Kassem Mosse Workshop 19 Workshop La Mosse del giaguaro 9.0 In tempi di uffici stampa assatanati e PR che vengono (spesso, purtroppo) prima della musica, qualcosa di piacevolmente inaudito: uno dei creatori di techno e house più venerati della scena underground, attivo da otto anni con uscite sempre più affascinanti, debutta su album dando un peso quasi nullo a concetti come marketing, promozione, visibilità, immagine. Il titolo è il numero di catalogo, i titoli dei nove pezzi non esistono, i comunicati stampa trionfanti diffusi due mesi prima nemmeno, la musica è tutto. Ma quando si ha musica di questo livello a disposizione, forse fottersene viene più facile: il solo primo lato del doppio vinile manda a casa più o meno chiunque per creatività, passione, cura dei dettagli, inventiva, sorprese. Il suono è notturno e vibrante, sa di tutto quello che di buono Detroit e il vecchio continente hanno detto, ma con gusto nuovo. Combina l’energia dei quattro quarti, la ricerca dell’avanguardia e lo spirito del jazz senza curarsi delle convenzioni, in tracce capaci di far sognare sia in pista sia in cuffia. In una parola: essenziale. Andrea Pomini 6th Borough Project Chet Faker Christian Löffler Dillon Borough 2 Borough Built On Glass Young Alaska The Unknown Delusions of Grandeur Downtown/Future Classic Ki-Records Bpitch Control di quartiere in quartiere soul-pop sotto vetro passaggio a nordovest profondo nord 8.5 Graeme Clark (ovvero The Revenge) e Craig Smith tornano a farsi vivi con un album a tre anni da ‘One Night In The Borough’, e le undici tracce (più un’’Intro’, un ‘Interlude’ e una ‘Outro’) del loro secondo lavoro sulla lunga distanza riescono egregiamente nell’arte dell’ipnotismo a mezzo di groove dalla battuta lenta e concentrici nel loro svolgimento. La loro disco-house minimalista conosce maggior respiro melodico in episodi come la sensuale ‘The Call Back’, nel languido sax di ‘Walk Away’ oppure in una ‘Think It Over’ che non sfigurerebbe nel repertorio di Tiger & Woods. Se a questo aggiungiamo la destrutturazione electro-disco geniale di ‘F.E.E.L.’ e il boogie-funk sintetico di ‘Back To Black’, con un appeal che potrebbe piacere a una platea di dj e clubber davvero trasversale, il risultato è decisamente positivo e si colloca senza dubbio fra le migliori uscite di questa prima parte del 2014. Giorgio Valletta 7.5 C’entrano molto il mini album di debutto Thinking in Textures (2012) e Lockjaw, EP firmato a quattro mani con Flume lo scorso anno, nell’attesa enorme che circonda il primo album dell’australiano Nicholas James Murphy. Ma c’entrano anche i tempi fattisi nuovamente propizi per il matrimonio fra elettronica e soul, e la sempre maggior attenzione del pubblico. Chet Faker è indubbiamente uno che nel campo ci sa fare: canta bene, produce bene e sa scrivere belle canzoni. Come ‘Gold’ o ‘Blush’, che uniscono la potenza serena di certo pop pianistico anni ‘70 e il fascino del migliore trip hop. O come ‘Melt’, sistemata su cadenze hip hop e splendidamente cantata in coppia con Milo Kish, con un tocco di gospel. O come ‘1998’, che spinge sui quattro quarti di un gommoso ritmo disco/ garage. Tutto molto radiofonico, e meno personale di altri suoi colleghi. Ma non lamentiamocene troppo. Andrea Pomini 7.5 ‘A Forest’ del tedesco Christian Löffler era stato una delle sorprese del 2012. Un debutto che colpiva nella sua maturità di essere album, di raccontare una storia emotiva ed emozionale attraverso scenari elettronici perturbati da melodie melanconiche (‘Notes’). Come prima di lui avevano fatto gente come Trentemøller e Moby, Löffler era riuscito a conquistare una platea più ampia, oltre il pubblico dei club. Una ricetta che viene riproposta in questo secondo LP. Nulla di male in questo, soprattutto quando il risultato assume la dolorosa bellezza di ‘Beirut’, o la giocosa sofferenza pop di ‘All Comes’ (purtroppo uno dei pochi numeri vocali). La sensazione, però, è che Löffler abbia voluto giocare sul sicuro, tipo far vibrare gli arpeggiatori e dilatare i campioni vocali (‘Mt.Grace’), prendendosi pochi rischi. Il risultato è un album delizioso, ma che poco aggiunge a ciò che già apprezziamo. Marco Ricompensa 7.0 È sempre difficile trovare un equilibrio tra voce e suoni che non risulti meccanico in maniera ineluttabile. Un risultato che l’album di Dillon raggiunge sia con levità che con discrezione, con quelle atmosfere sempre un po’ malinconiche che caratterizzano le produzioni che arrivano dal Nord Europa, come nel caso di questo album che esce con Bpitch Control. Il tutto viene reso un poco più hot dalla voce della brasiliana Dillon, autrice in gran parte dei testi di quasi tutte le tracce di ‘The Unknown’. Le emozioni più intense arrivano con ‘You Cover Me’, al punto di sentirsi quasi trasportarsi all’interno di un’aurora boreale, così come i primi beat veri e propri spuntano in ‘Forward’. La scena indie è pronta per la nuova erede di Bjork? Riparliamone almeno tra un paio d’album, ma l’esame di ammissione alla ardua contesa può dirsi superato. Dan Mc Sword 76 www.djmagitalia.com ALBUMS REVIEWS [email protected] Downliners Sekt Efdemin Silent Ascent Decay InFiné Dial Records Enfasi post-dubstep altro che decadenza 8.0 Senza dubbio uno degli album più attesi, a giudicare dai numerosi e crescenti consensi intorno al duo di Barcellona. ‘Silent Ascent’ non delude, già a partire da ‘Soul Débris’ e dalla title track, che si dimostrano esemplari nella sintesi e nella divulgazione del suono del duo, delineandone le caratteristiche principali: tessiture dalle sottili trame ambient sospinte dalla continua ricerca ritmica che, oltre a distinguersi per soluzioni e originalità, si rivela il vero motore dei dodici brani che formano un album contraddistinto dall’impeccabile accuratezza formale degli arrangiamenti. In altri casi affiorano dall’oscurità voci ricorrenti, come in ‘Eiger Dreams’, mentre in episodi quali ‘Junior High’ e ‘Etern’ lo slancio ritmico diminuisce, lasciando spazio a una sorta di piacevole ambient d’atmosfera. Isolazionismo post-dubstep a tinte scure, ma comunicativo e dalla forte emotività. Antonio Di Gioia 7.5 Terzo album per il tedesco Phillip Sollmann che si rilancia dal cul de sac post minimale in cui si era un po’ incagliato. Il ritorno è strettamente legato alla deep techno anni ‘90 – si ascolti a riguardo la millsiana ‘Solaris’ – e a solide strutture ritmiche imbevute nel dub su cui si schiudono piano piccole melodie sonore (‘Transducer’). Anche un certo amore per i droni – che il Nostro aveva coltivato in alcune uscite a suo nome – traspare (‘Parallaxis’), così come non manca una puntata a Chicago, reminiscenza del precedente album, nell’ottima ‘Track 93’. Una tensione creata dalle rigide strutture geometriche (post)minimali del groove contrapposte alla bellezza, quasi naturalistica, delle melodie (quelle invernali e abbacinanti della title). Ipnotico, trascendentale, coinvolgente. Marco Ricompensa Moodymann Moodymann KDJ musica maestro First State Luke Vibert Full Circle Ridmik Magik Muzik / Black Hole Hypercolour la musica da camera incontra la trance 303 fuori dagli schemi 8,5 All’olandese Sander van der Waal piace collaborare con cantanti e autori di spessore. Questo perché ogni professionista dà il proprio personalissimo contribuito alle canzoni. In questo album ci sono personaggi come Fenja, Eric Lumiere, Sarah Howells, Relyk, Tyler Sherritt e altri ancora, che hanno portato davvero un importante stile artistico. In complesso, ‘Full Circe’ è un progetto composto da brani ricercati ma nello stesso tempo facili nei quali si avverte molto la mano del dj, sempre molto aggiornato su cosa va o no in ambito radiofonico e club. La trance presente pertanto è contaminata da quel fenomeno chiamato EDM che vuole tanta energia alternata a intervalli ricchi di atmosfera. Lo si nota sia nelle tracce cantate (‘Seeing Stars’) che in quelle strumentali (‘Anunnaki’). Riccardo Sada 8.5 7.5 Luke Vibert ha rappresentato senza dubbio l’ala più avventurosa, ma non priva di sense of humour, dell’elettronica inglese degli anni novanta. A suo nome, così come Wagon Christ e Plug, ha scritto pagine importanti assecondando con entusiasmo la propria vena creativa. Sorprende, dunque, ritrovarlo su una delle più brillanti etichette house inglesi, ma solo fino a un certo punto, poiché si rivela intatta la sua visione fuori dagli schemi. A partire da ‘Stabs Of Regret’, gli incastri ritmici di Vibert prendono il sopravvento, vero marchio di fabbrica della casa, che proseguono nelle simmetrie geometriche di ‘Six Eight’ e nelle onnipresenti deviazioni acid che si palesano in ‘Acrobot. E l’incedere funk di ‘Acid Jaker’ dimostra una volta di più l’abilità innata di Vibert a coniugare un’attitudine prettamente sperimentale con una significativa predisposizione al dialogo con l’ascoltatore. Antonio Di Gioia Kenny Dixon Jr. tira le fila del lavoro degli ultimi tre anni coronandolo con un album che riassume il moodymann-pensiero, un distillato di musica black che va dal soul e jazz fino alla house e techno. Piccolo inciso sulle versioni perché da quando Moodymann ha fondato la sua KDJ è stato tutto un florilegio di vinili a tiratura limitata (che sono diventati costosi oggetti da collezione), riedizioni e ristampe. Per i fan hardcore del nostro l’edizione di riferimento per questo album è il doppio vinile: 12 tracce per una densissima mezzora di musica inedita. Per gli altri, il CD contiene 27 tracce ottenute presentando singoli già pubblicati in vinile (il tormentone ‘Freeki Muthafucka’, la rarefazione elettronica di www.djmagitalia.com ‘IGuessuneverbeenlonely’ cantata da Jeremy Greenspan dei Junior Boys), abbozzi, reprise, campioni vocali della durata di qualche secondo e pure il viscerale remix di ‘Born 2 Die’ di Lana Del Rey. E poi il mondo. ‘Lyk U Used 2’ con Andres potrebbe essere un pezzo degli OutKast più ispirati,‘Ulooklykicecre aminthesummertyme’ è la traccia jazzy-house definitiva per l’estate, la desolazione analogica di ‘Radio’ viene controbilanciata dalla dolcezza di ‘Watchin U’, fino alle propaggini techy di ‘No’, uno dei vertici dell’LP. E poi la chiusa che è una rilettura di 11 minuti di ‘Cosmic Slop’ dei Funkadelic, suonata insieme ad alcuni membri della band, che tira le fila del discorso. It’s a Detroit thing. Marco Ricompensa 77 QUICKIES ALBUMS REVIEWS Chopstick & Johnjon DJ 3000 Wide Illogical Directions Still Vor Talent Twelve Motech Delsin Intacto maneggiare con cura Suol technocolour mutazioni techno cromatismo musicale pop is the new house 7.0 Secondo album su Delsin e secondo nel vero senso del termine, dopo la serie uscita solo in digitale, per il produttore berlinese. ‘Lichtbedingt’ lo mostra in evoluzione, concentrato sul formato album, appunto, e al lavoro su spazi e profondità, come appare evidente già in ‘Construction’, dove si appoggiano funzionali voci trattate e dove predomina la visione futuristica che avvolge il lavoro. E se in ‘Emlo’ il riferimento prossimo pare essere Detroit, in altri episodi, come ‘Channeled’ e ‘Single Action’, la cassa dritta detta le linee guida creando monoliti enfatici e coinvolgenti. Non mancano esperimenti in ‘Movement’, che si accentuano negli incastri asimmetrici di ‘Remove’, ma sono numeri ‘ibridi’ come ‘Espace’ e ‘En Outre’ a esercitare il fascino maggiore e che, oltre ad allontanarsi dai suoni del precedente ‘Framework’, si dimostrano interessanti anche in chiave futura. Antonio Di Gioia 6.5 Un mix pastoso di tracce strumentali e cantate, che fanno presupporre un’attitudine ed un anelito smaccati per l’universo pop, che non per quello dance o elettronico che dir si voglia. Alla prova decisiva del terzo album, l’olandese Shinedoe mostra di muoversi con perizia consumata tra techno e sfumature jazz, tra funky e dub. Ci si disimpegna con gusto ascoltando il brano ‘Discourse My New Romance’, che si avvale del featuring di Karin Dreijer e che merita lo scettro di miglior pezzo di tutto l’album, così come God’s love sa molto di marcetta anni novanta, giudizio da intendersi senza alcun briciolo di involontaria ironia. Con ‘Intacto’, Shinedoe completa idealmente e concretamente una trilogia che la colloca molto distante dall’effimero e dal virtuale che troppo spesso contrassegna il mondo nel quale siamo abituati a vivere e convivere. Dan Mc Sword 7.0 Siamo sicuri che Trainer per il suo album di debutto abbia avuto modo di ispirarsi a Claudio Simonetti e i Goblin: brani introdotti dai canti lodolai come ‘The Walk’ fanno pensare ai film gialli, quando si attende in maniera spasmodica l’incedere degli eventi. Il ricorso alle chitarre acustiche in “Come Alone” regala atmosfere più rilassate. Un giusto mix. D. Mc S. 7.0 Esordio su lunga distanza per i boss dell’etichetta con una collezione di potenziali hit dalle pregevoli rifiniture, complice la voce di Chris James che si rivela protagonista e filo conduttore dell’album. Momenti di ripiego si alternano ad altri dalle dinamiche maggiormente orientate al dancefloor, pur senza mai pestare sull’acceleratore. A. Di G. 7.0 Di origini albanesi ma nato a Detroit, nel suo quarto album (a quattro anni da ‘Galactic Caravan’) Franki Juncaj enfatizza in maniera appropriata l’elemento melodico nella sua techno, alludendo al retaggio Underground Resistance con personalità e sfoggio di suoni acustici, fra percussioni e occasionali chitarre chill out. G. V. Franco Cinelli Lewis Fautzi Groove Squared All Frequencys The Gare Album Aaron Esperanza Soma Coffy Rec. i tempi che furono stazione techno di lotta e di governo 6.5 Cinelli punta deciso sui beats e su una techno di difficile posizionamento, senza per questo trascurare un metodico utilizzo di filtri e di sintetizzatori dal fiero sapore quasi analogico: valga per tutti il brano ‘Chi-Trax’, mentre ‘Cargo’ sembra riportare il tutto agli scenari più anarchici dei rave. Avrà più successo in Europa che non nel resto del mondo. D. Mc S. 7.5 Intitolato in omaggio al club di Porto (The Gare, appunto) che è stato la sua palestra in fatto di techno, l’album di debutto del produttore lusitano si muove su groove scuri e industriali, con le ossessive ‘Sick’ e ‘Range’ in primo piano, insieme alle cruente “guerre stellari” di ‘Binary’. Un lavoro senza compromessi che farà felici molti. G. V. 7.0 Secondo album per Paco Terio, nove tracce che si ispirano all’elettronica nordica, senza per questo rinunciare ad intensi contributi vocali e a suoni e richiami analogici. Valga per tutte la canzone ‘Chemistry’, autentico manifesto musicale riassuntivo dell’intero progetto. Il tutto con una serie di spruzzate soul e funk che non guastano. D. Mc S. Mike Dehnert Shinedoe Lichtbedingt Animal Trainer STL Zedd At Disconnected Moments Clarity (Deluxe Edition) Smallville Interscope momenti di noia perché gli ultimi saranno sempre i primi 6.5 Primo album di Stephan Laubner (anche noto come Lunatik Sound System) per un’etichetta che non sia la sua Something, e sette lunghe tracce di techno dalle fattezze dub. Musica che riesce nella mediazione fra il suono house morbido ed espansivo della casa di Amburgo e l’approccio sporco, analogico e old school dello schivo e semi-misterioso produttore di montagna. Che regala grandi soddisfazioni, tipo i quasi dodici minuti con violini ed echi della nebbiosa ‘Ghostly Ambit’ o i dieci sognanti ma spediti di ‘Amelie’s Dub’, ma che totalizzando un’ora e venti minuti di durata -nella versione cd, che è integrata da due tracce vecchie (‘Neurotransmitting Clouds on the Secret Freeway’ e ‘Silent State’, entrambe del 2009), mentre il doppio vinile ha un loop inedito alla fine di ciascun lato- mette davvero a dura prova la resistenza di chi ascolta. Andrea Pomini 78 9.0 Esce finalmente anche in Italia, in modo ufficiale e non più solo di importazione, quello che è l’album (in versione deluxe) dal quale si stanno strappando singoli spaccaclassifiche. L’EDM di Zedd va alla conquista delle radio ma proviene dall’underground e dalla passione del produttore per tutto quello che confina tra dubstep e pop dance. Dopo le melodie di ‘Stay The Night’ e ‘Spectrum’ e il lancio di Matthew Koma, e dopo ‘Clarity’ con la voce di Foxes, si attendono altri singoli tormentoni con interpretazioni illustri (Lucky Date e Ellie Goulding a breve con ‘Fall Into The Sky’). L’album include i remix per Empire Of The Sun (‘Alive’) e Skrillex and The Doors (‘Breakn’ A Sweat’). Per il proprio suono, Zedd resta il produttore più seguito dai colleghi di tutto il mondo. Un riferimento per ogni animale da studio. Riccardo Sada Besa REPEATTHE LPS WE CAN’T LEAVE ALONE... Katy B Untold Neneh Cherry Little Red Black Light Spiral Blank Project Rinse/Columbia Hemlock Smalltown Supersound Il suo secondo album inquadra con mirabile accessibilità e con un salutare approccio pop il presente del suono dance britannico. Ha ben poco di ballabile e suona piuttosto come un’esplorazione ulteriore, fra techno di frontiera, rumorismo e rimasugli dub, densa e astratta. La musica è a cura dei RocketNumberNine; la produzione di Four Tet. Ne risulta un suono tagliato alla perfezione per il cantato fragile e grintoso di Neneh. www.djmagitalia.com COMPILATIONS REVIEWS [email protected] AA.VV. Dirtybird BBQ Dirtybird stagione da barbecue 8.0 Sei mesi di tracce raccolte da Claude VonStroke per la sua etichetta, basata nella sua San Francisco ma dall’attitudine sempre più internazionale, in una compilation che prende spunto da un party all’aperto che da fenomeno cittadino si è trasformato in evento itinerante e che è ancora una volta esplosiva. Fra questi undici brani c’è un riempipista da dancefloor già consolidato quale ‘Okay’, firmato dalla misteriosa rivelazione francese Shiba San. Ma anche altrove si trovano piacevole conferme e motivi di interesse, dalla ‘dj version’ di ‘Buggin’ per 80 l’inossidabile Justin Martin al neogarage dei lanciatissimi inglesi SecondCity, qui con Tyler Rowe in una ‘I Enter’ carica di bassi profondi e risonanti. Gli appassionati dei bassi sub più oscillanti troveranno pane per i loro denti anche in ‘Da Noyz’, firmata da Nick Olivetti e Alli Borem, mentre il duo Cause & Affect rispolvera ritmi spezzati electro in ‘Tickle’, Justin Jay va sul versante più morbido con il funk melodico e rilassato di ‘Le Voyou’ e l’iraniano (ma californiano d’adozione) Ardalan chiude la scaletta con la misteriosa ma dinamica ‘No Excuses’. Giorgio Valletta AA.VV. AA.VV. 5 Years Of No. 19 Music Best of Ladies and Gentlemen No. 19 Music Ladies and Gentlemen punto e a capo (Deep) house is the answer 7.0 Anche l’etichetta fondata dal canadese Jonny White, spesso in grado di scovare nuovi e interessanti talenti, celebra i suoi cinque anni di attività con una compilation che assembla tredici tracce nuove ed esclusive. In apertura ci sono ovviamente gli Art Department, progetto che White condivide con Kenny Glasgow, che insieme a BLUD firmano l’epica ‘Who Is Jake Holmes’, oltre ad esser protagonisti di ‘Insomniac’, qui in un magico remix realizzato dall’emergente Eric Volta. Ma fra gli highlight di quest’album ci sono anche le prime prove firmate per questa label da Oskar Offermann e Maher Daniel (più convincente quest’ultimo con la deep house di ‘Emotional Content’), la competente house di Jakkin Rabbit in ‘Moving’ e il contributo di Aquarius Heaven (già vocalist con Wolf + Lamb) insieme ai dOP nell’hip hop malato di ‘Nasty Boys’. Ora la sfida è quella di rilanciare verso il futuro. Giorgio Valletta 6.5 Nuova compilation digitale, a distanza di sette anni dalla sua nascita, per l’etichetta di Phonique che, pur rimanendo entro parametri stilistici che si muovono essenzialmente tra house e deep, seleziona alcuni tra i picchi degni di nota. Partendo da Phonique stesso, intanto, che si conferma campione di deep house raffinata e di atmosfera, sia in compagnia di Sharam Jey che in veste di remixer, o ancora remixato a sua volta da Manuel Tur e Dplay, abili a mettere le mani su ‘The Passion’, una collaborazione tra il produttore tedesco e Kiloo nonché uno dei primi numeri di catalogo dell’etichetta. Altre vette si rivelano i suoni gentili di Vincenzo in ‘Return Of Sha’, già prescelta per aprire la prima raccolta digitale nel 2009, l’house orchestrale dell’onnipresente Tigerskin e l’avvincente deriva balearica di Gorje Hewek & Izhevski. Antonio Di Gioia Andy Daniell Jack Beats Bargrooves Disco Fabriclive 74 Defected Fabric gli ultimi immortali I’d rather Jack 7.5 Lunga vita alla label anglosassone Defected, che si è ascritta il nobile compito di salvaguardare il meglio della house passata, presente e futura, in tutte le sue declinazioni. Con questa compilation Bargrooves, ad esempio, si concentrano due sessioni mixate di Andy Daniell ed una autentica collection di tracce evergreen, con il coinvolgimento di icone assolute quali Arthur Baker e Jimmy Sommerville e la loro ‘I Believe in Love’, che viene riproposta in anteprima assoluta con un nuovo re-edit. E vengono sempre i brividi quando si ascoltano ‘Thinking of You’ delle Sister Sledge remixata da Dimitri From Paris, oppure la stessa ‘Love Saves The Day’ di Kaine featuring Kathy Diamond. Groove e liriche che non stancano mai, perfette per ricordarci da dove provenga la house music. Dan Mc Sword 7.5 Una di quelle crew che fanno storcere il naso ai puristi/snob della musica dance “intelligente a tutti i costi” ma che in realtà fanno il loro mestiere egregiamente. In questa tracklist, efficacemente assemblata e mixata, si può trovare molta della musica da dancefloor più significativa degli ultimi mesi, dalla deep house a suoni più mainstream ma non per questo automaticamente disprezzabili: dal capolavoro dei Ten Walls intitolato ‘Requiem’ ai Dusky di ‘Careless’, dal suono neo-garage di Lxury alla deriva ghetto in ‘Booty Bounce’ di GTA, dal nu-rave di Panteros666 in ‘Hyper Reality’ fino all’esplosiva electro nella fase finale del mix, con i vari Destructo e Flux Pavilion. A completare il tutto, quattro tracce firmate dagli stessi Jack Beats e alcuni remix, fra cui la rilettura di ‘Free’ dei Rudimental con Emeli Sandé. Nulla di straordinario, ma sicuramente un mix album all’altezza. Giorgio Valletta www.djmagitalia.com COMPILATIONS QUICKIES [email protected] AA.VV. AA.VV. AA.VV. 3 Years Of Fiakun Desolat X-Sampler hfn presents dock1 Tracks Volume 5 Fiakun Desolat HFN Music Moda Black Get Physical basco disco ex factor la Moda del futuro Ci vuole un fisico bestiale 7.0 Come Moda Black, anche il marchio di DJ T. mette insieme un po’ di esclusive di produttori poco noti, pescando per la quinta volta dai demo ricevuti in ufficio. Tutto di seguito l’ascolto risulta un poco monocorde, con la totalità delle dodici tracce sintonizzate su coordinate house abbastanza simili. Ma un pezzo alla volta vengono fuori dei bei colpi: la scura atmosfera new wave della potente ‘Sexual Strap’ (Jepe & Antonio Bastos), la tensione erotizzante di ‘Boyz ‘N Girlz (7 a.m. Mix)’ (Anton X), le rimembranze deep classiche di ‘Adore’ (Julien Sandre & Ivo Toscano), i minimalismi con svisate di synth in libertà di ‘Splendid’ (Aaron), le morbidezze cosmic di ‘Infinity Strange’ (FreakMe). Meno riusciti l’insolito connubio piano/acid di ‘Impressionism’ (Satoshi Fumi), o i vocioni trattati da Art Department di seconda mano di ‘This Is It’ (Ordep Zerep & Alberto Garanton). Andrea Pomini 6.5 12 brani per tre generazioni di produttori nella nuova compilation pubblicata dall’etichetta di Loco Dice e Martin Buttrich. A rappresentare la vecchia scuola house, c’è Eddie Fowlkes qui in buona forma con una ‘I’m Telling You’ dal gusto contemporaneo. Non male i brani di Argy e il percussivo Joeski di ‘Beware Of The Drum’, mentre il resto rimane nella routine. G. V. promesse amburghesi (e non) 7.5 Una compilata non se la negano nemmeno Jaymo ed Andy George. Otto tracce esclusive su doppio 12”, e un’ora di quella tech-house energica dal taglio deep per cui l’etichetta britannica è nota ed apprezzata. Non di totali sconosciuti si tratta: Fauvrelle pubblica dalla fine dei ‘90, Lrusse & Bleecker altri non sono che Behling & Simpson, mentre Sidney Charles, Dudley Strangeways o Roberto Palmero hanno già un bel po’ di 12” all’attivo. Ma tutti suonano freschi e al meglio delle possibilità: Elias Tzikas nella potente house filtrata con incroci vocali da diva soul di ‘What Am I’; Palmero nell’essenziale e old school ‘This Is Inside’, hi-hat indiavolato in primo piano e bassline incalzante; Lrusse & Bleecker con le oscurità dubbate di ‘Hats And Nuts’. Ma soprattutto, Javi Bora e Le Vinyl nelle propulsioni tribali di ‘Memories Of A Great Night’, inno da sorgere del sole con il suo organo funky psichedelico in libertà. Andrea Pomini 7.0 L’etichetta basca mette un punto sui suoi primi tre anni di attività in attesa del secondo album di El_Txef_A, qui presente con ben tre tracce che ne confermano la competenza nell’area fra house e nu-disco. Interessanti anche i contributi di Robin Masters Orchestra e James Duncan. G. V. AA.VV. Dj Radhu AA.VV. AA.VV. Futurists Neun - mixed by Chris On Decks 2 Tietjen Bbe youAND:THEMACHINES Don’t Be Leftout ‘Behind’ Reshaped Leftroom Ornaments in fondo a sinistra variazioni sul tema 6.5 Il boss di casa Leftroom e un quarto del team Visionquest, insieme per mixare un’ora abbondante di sole esclusive, comprese tracce inedite dello stesso Crosson da solo (‘Two One Three’) o con Merveille come Sweatshop Boys (‘Wanna Be More’), più edit e remix firmati da Tolfrey (il Lil’ Mark molto acid d’annata di ‘1994’, Haze e Villalobos accennati in ‘The Darkest Disco’). O da nientemeno che Larry Heard/Mr Fingers, ipnotico e sognante su ‘Distant Story’ di Tolfrey. Una scaletta che si assesta in zona deep, e da lì non si schioda se non oltre la metà, con la pazienza messa a dura prova. E quando lo fa, dura poco: le citate ‘1994’ e ‘Distant Story’, l’acidissima ‘Psycho Babble’ di Luke Solomon, le movenze funk di Geddes in ‘Run For Your Money’, qualche puntata più minimale. In pista anche Huxley con Sam Russo, Pezzner, Benedetto & Farina con Jaw dei dOP, H-Foundation con Blakkat, Gavin Herlihy. Andrea Pomini 7.5 youAND:THEMACHINES è il progetto solista di Martin Müller, metà del duo berlinese youANDme. A quasi un anno di distanza, i tredici brani del suo album di debutto vengono affidati a quindici remixer d’eccezione che ne rielaborano le linee guida, in origine influenzate da ambient house e dub techno di matrice ambient. Tra le diverse interpretazioni, spiccano per il lavoro di rifinitura la continuità ritmica di Marko Fürstenberg & Luke Hess e di Sascha Dive, l’ipnosi di Boo Williams, l’infallibile originalità di Matthew Herbert, le tessiture futuristiche di Legowelt e dello stesso Müller a nome youANDme insieme al sodale Daniel Ströter. Per la gioia dei collezionisti, la raccolta esce in edizione limitata e numerata con artwork decorato a mano, sia in vinile limitato a 333 copie che in cassetta (contenente un ulteriore mix del duo Freund Der Familie). Antonio Di Gioia Drumcell Reconnected 4 CLR e nove! lezioni di black music riconnessione in corso 6.5 Chris Tietjen ha ora il compito di fotografare l’attuale suono Cocoon in questo nuovo mix album per l’omonima etichetta. Aperto dalle atmosferiche tracce di Matt John e Minilogue, il viaggio si sposta poi verso un suono più da club e la fase finale giunge a una chiusura “psichedelica” con Uner e la ‘Argo’ di Mind Against. G. V. 7.5 Basterà ascoltare la voce di Stephanie Nicole in ‘Diligence’ per capire quali vette musicali possano essere ascese, e in certi momenti sembra sentir riecheggiare un riverbero in stile Daft Punk. Per tacere delle rullate di batteria in “Shangri LA”, dove si capisce che andare a tempo, senza computer e controller, richiede classe e ricerca. D. Mc S. 7.0 Il losangelino Moe Espinoza confeziona per l’etichetta di Chris Liebing un viaggione techno senza compromessi, scuro e martellante il giusto, con prestigiose presenze (Speedy J, Tommy Four Seven, Terence Fixmer) oltre ai brani firmati dai succitati. G. V. Cocoon Matt Tolfrey & Ryan Crosson 7.0 L’etichetta di Amburgo celebra un lustro di attività con un minialbum che raccoglie sette tracce inedite da suoi promettenti artisti come lo svedese Ebb o talenti locali quali Gry e Small Mountain, fra elettronica intimista e contaminazioni jazz o blues. Ad aprire il tutto invece è il consolidato Kasper Bjørke con la soffice ‘Kalopsia’. G. V. REPEATTHE LPS WE CAN’T LEAVE ALONE... Sean Brosnan AA.VV. Future Disco 7 Elaste 04 Brandt Brauer Frick Needwant Compost DJ-Kicks Una compilation ideale sia per le prime ore della sera che per arrivare alle luci dell’alba. Dompteur Mooner mette insieme una raccolta di “futurismo vintage” andando a pescare in quella zona d’ombra fra post-disco e protohouse. !K7 www.djmagitalia.com Tre musicisti tedeschi noti per la loro via “suonata” alla techno in una selezione eclettica e piena di piacevoli sorprese. 81 DI RICCARDO SADA TECH In The Studio With… Gigi Barocco Esperto in mix, mastering e additional production, Gigi Barocco, genio catanese, cura personalmente ogni trattamento sonoro. Non fa il fonico per terzi. Agisce invece da produttore. E fa spesso la differenza. ERUZIONI SONORE E RITORNO ALLE ORIGINI igi Barocco è un po’ come un Vincenzo Bellini dei giorni nostri, un perfezionista (del suono) dai modi garbati che mai ti aspetteresti di incontrare in una via nascosta dell’operosa Milano. Ci fa accomodare nel suo ovattato e quasi anecoico Studio 104 (“perché quando era a Catania era a questo civico”), parla subito di quanto suonino bene “le Barefoot Micromain con quel doppio sub che ti cambia la vita perché senti tutto”. Tuttavia, anche le sue Focal gli “hanno cambiato la vita”. Racconta che il progetto di insonorizzazione della stanza è opera di TeetoLeevio. Il resto? Tutta farina del sacco di questo barbuto campione della tecnologia applicata al mix e alla registrazione sonora. “Ho fatto dei rilevamenti, ho comprato materiali: lana di roccia da 12 centimetri e inserti in legno realizzati per rendere più naturale l’acustica della stanza”. Tutto qui. Come il sale: quanto basta. Quanto occorre per far suonare bene o più che bene brani che vanno dall’EDM alla indie dance, passano per l’electro e arrivando al pop sanremese di Raphael Gualazzi e The Bloody Beetroots. Perché ormai la vita di Gigi è stata stravolta (nell’accezione positiva del termine) dall’incontro con Bob Rifo. G 90 Gigi, sei un noto produttore della dance. Starai mica tornano al pop? Ho iniziato a Catania a 6 anni a studiare chitarra classica e nel periodo adolescenziale sono arrivato ai live. Dal ‘99 ho iniziato a scoprire ogni faccia di Cubase: ricordo che lo installai nel computer di mia mamma, che era un 133 Mhz. Venne fuori un casino. Allora vendetti la batteria e comprai un computer tutto mio, che misi nella mia stanzetta insieme a una Soundblaster. Con quello feci ‘Trustlab’ e usai il mio vero nome, Luigi Barone. Era un cd autoprodotto e autodistribuito. Vendendo la batteria, dovetti rifare la ritmica con il computer. Poi, con un annuncio sul giornale, cercai un trombettista. la trance, il drum’n’bass, e questo mi spinse ad andare oltre. Nel 2005 ci fu l’addio a Catania. Virlinzi, produttore di Carmen Consoli, mi chiamò per delle collaborazioni. In studio da lui venivano Paola Turci, Max Gazzè, Carmen Consoli. Con il progetto CTLab ci organizzammo per dei live, c’era tanta gente, tutta da coordinare. In quel periodo facevo tante cose suonate dal vivo. Un giorno dissi a me stesso: sono sette anni che faccio questo lavoro, voglio uscire con un’etichetta. Feci il progetto Break The Box. Capii che riuscivo a fare della musica ‘breaks’ in modo naturale ma anche che ci sono dei generi che non si evolvono mai, come il breakbeat, Ritieni che la musica dance sia superficiale? Molte tracce hanno poco da dire, finiscono lì. Mi riferisco all’EDM usa e getta, ovvio. Ma gente come Zedd o deadmau5 hanno sempre una canzone dietro. www.djmagitalia.com Date come se piovesse? Feci i Breakspoll. Misi la cassa in quattro e iniziai ad ascoltare i Crookers. Era il 2009, il tempo della fidget. La cosa andò oltre le aspettative. Su Cheap Thrills uscì ‘Puah’: era la prima volta che usavo il sidechain. Mi chiamò Congorock e mi passò Bob Rifo. Mi chiesero successivamente un remix di RedMan e poi mi ha chiamato Steve Aoki di ‘I’m In a House’. Lui ha creduto in me. E ora continuo a fare date. Suono con l’accappatoio e la corona. Dei ragazzi a carnevale si sono vestiti... da me. Fai anche l’insegnante. Quando sono venuto a Milano ho continuato ad insegnare chitarra in scuole private dando anche lezioni di Logic, dopo aver fatto la Sae. Ora faccio delle masterclass qui in studio, di mix, mastering e Logic. Non divulgare il proprio bagaglio secondo me In The Studio With… Gigi Barocco TECH è una cazzata. Amo condividere. E comunque una cosa è ‘sapere’ e una cosa è ‘saper fare’. E ancora: una cosa è ‘saper fare’ e un’altra è... ‘fare bene’. Hai parlato di mix, mastering e addictional production. Questo è il trattamento che faccio: io non faccio il fonico per terzi, agisco da produttore. Facciamo l’esempio di una qualsiasi produzione: se avverto che una cassa non va, la riscrivo. Sei anche un ghost producer? Certamente. È un argomento che è diventato molto hot ultimamente, ma la music industry ha sempre funzionato in questo modo. Ci sono autori ed esecutori. Naturalmente è più romantico pensare che il proprio artista faccia tutto da solo, ma spesso invece ci sono dietro dei meccanismi molto meno romantici. Ma oggi un brano che suona male ed è geniale potrebbe funzionare, in questa era di clubbing loudness war? Un brano vive di vita propria, ha una personalità. Mi è successo tante volte di fare un pezzo che non suonasse benissimo ma che funzionasse più che bene. Girare il mondo è bello? Quando sei un ventenne pensi alla fama e a tutte queste cose qui; adesso per me non è importante essere famoso ma avere successo in quello che faccio, che è molto diverso. Come si fa un basso alla Gigi Barocco? Me lo chiedono tutti, è uscito anche un articolo su Future Music UK. Occorre seguire alcuni passi. Venite a una mia master class. Ma il tuo studio è aperto anche a terzi? Se uno ha un budget e gli piace quello che faccio, la porta è aperta. HARDWARE BASILARE Scheda Prism Orpheus Maselec Prism MLA3 Monitor Focal Avid Artist controller SOFTWARE BASILARE Logic X Massive Overdrive di Logic I BRANI USATI IN STUDIO COME RIFERIMENTO “Cambiano col passare del tempo. Ma ormai questa cartella non la uso più. Magari delle cose di Skrillex come ‘Holdin On’ in versione remix, Katy Perry ‘Part Of Me’, Zedd ‘Sperctrum’ e ‘Clarity’”. LE PRODUZIONI DALLO STILE PIÙ MODERNO SECONDO GIGI BAROCCO Flume Ta-Ku deadmau5 Madeon SITO INTERNET www.studio104.pro Come nasce una tua produzione? Dipende se un brano è commissionato. Lasceresti mai l’Italia? Se fossi insoddisfatto della mia vita, forse sì. Ma a Milano mi trovo bene, faccio mille cose, ultimamente mi sono appassionato alla nutrigenomica. Hai appena cambiato banco (un Allen & Heath bellissimo degli anni Ottanta): perché? Sono cambiate le tempistiche di lavorazione dei brani, ho la necessità di essere veloce. Ma ci sono vari modi per riprodurre il suono analogico: sul master ora uso il Maselec, e per la gestione del mix Avid Artist 30 canali. Io sono veloce e il risultato comunque il cliente lo sente. www.djmagitalia.com Quali sono i tuoi collaboratori? Da gennaio ho una mole di lavoro incredibile e ho preso un assistente di studio (Ercole Ghiozzi), addetto alla ‘preparazione progetti’ e apprendista, e anche altri tre collaboratori esterni. C’è uno strumento che non è ancora stato inventato? Come plug-in c’è tutto. Ma su Logic quello che mi cambierebbe la vita è uno short sulla channel strip. Servirebbe una flag, dei plug-in preferiti in modo da poterli richiamare con un click. Cosa rispondi a coloro, soprattutto giovanissimi, che dicono che basta un buon mastering per sistemare una traccia? Parliamo di gente che è entrata da poco nel mondo dell’audio. Il mastering esalta le caratteristiche del mix, se hai fatto un buon mix avrai un buon risultato, ma se il mix è fatto male il mastering non è un viaggio a Lourdes: la chiavetta usb con l’mp3 non finisce nell’acqua santa. Il brano alla fine deve suonare dinamico, equilibrato, aperto stereofonicamente. Esiste uno standard commerciale che deve essere rispettato. Cosa usi per fare mastering? Uso Brainworx, iZoptope, Waves, API, Nomad Factory, URS. Suggerisco di fare uno ‘stem mastering’ perché si riescono a correggere eventuali errori di mix. E in una traccia? Schiacci a manetta? Spesso uso saturatori e i compressori nativi di Logic. 91