Università “Sapienza” - Azienda Policlinico Umberto I - Centro Retinite Pigmentosa Medici responsabili: Prof. Romualdo Malagola, Dott. Nicola Iozzo Viale del Policlinico, 155 Roma - Clinica Oculistica II piano tel. 06 49975390 [email protected] - [email protected] Università Cattolica Sacro Cuore - Policlinico A. Gemelli Medici responsabili: Prof. Aldo Caporossi, Prof. Benedetto Falsini Largo Agostino Gemelli 8 - Roma tel. 06 30155228 [email protected] - [email protected] Ospedale Pediatrico IRCCS Bambino Gesù Medici responsabili: Prof. Luca Buzzonetti, Dr Giancarlo Iarossi Tel 0668593362 [email protected] Via Torre di Palidoro, snc - Passoscuro (Roma) DISTROFIE RETINICHE PERCORSO DIAGNOSTICO TERAPEUTICO ASSISTENZIALE (elaborato nel mese di marzo 2015 a cura dei Centri del Policlinico Umberto I, della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli e dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù) 1. Inquadramento della malattia ……………….…………………………………………………..………… 2. Strumenti per la diagnosi …………………………..………………………………………….…………… 3. Terapia ………………………………………………………………………………………..……………… 4. Controlli di salute …………………………………………………..……………………..………….……… 5. Modalità di accesso al Centro e servizi offerti ………………………………………………..………… 6. Collaborazioni del Centro con altri Centri nazionali e internazionali…………………………..…… 7. Rapporti con le Associazioni……………………………………………………..……….……...….…..… 2 4 5 6 7 9 9 PDTA Distrofie retiniche ___________________________________ Pol. Umberto I, Fond. Pol. Univ. A. Gemelli, OPBG 1. Inquadramento della malattia Le distrofie retiniche ereditarie rappresentano un vasto gruppo di patologie che possono coinvolgere primariamente la retina periferica (come la retinite pigmentosa tipica) o la retina centrale (distrofie maculari). 1.1 Retinite pigmentosa La retinite pigmentosa (RP) comprende un gruppo di patologie geneticamente trasmesse caratterizzate da una progressiva degenerazione e conseguente morte dei fororecettori. La retinite pigmentosa rappresenta una delle maggiori cause di cecità ed ha una prevalenza di circa 1 soggetto affetto ogni 3500 nascite. Per circa il 50 % dei casi è stato scoperto il difetto genetico causa della patologia e finora circa 90 mutazioni genetiche sono state identificate. Geni che controllano i componenti della cascata della fototrasduzione (in primo luogo la rodopsina), le proteine coinvolte nel meccanismo del retinolo e dell’interazione intercellulare, le proteine strutturali dei fotorecettori ed i fattori di trascrizione, le proteine di trasporto intracellulari ed i fattori genetici di congiunzione ed inserzione sono stati implicati nella patogenesi della retinite pigmentosa (Ryan S ed., 2001; RetNet, http://www.sph.uth.tmc.edu/RetNet/). Studi su modelli animali hanno evidenziato che la morte fotorecettoriale avviene con un meccanismo di apoptosi. La retinite pigmentosa può presentarsi in forma primaria o sindromica cioè associata ad altre manifestazioni cliniche sistemiche. Sintomi iniziali caratteristici della patologia sono l’emeralopia (deficit della visione notturna), il progressivo restringimento del campo visivo e il successivo calo della visione centrale. Tipici segni clinici sono rappresentati dalla presenza di accumuli retinici pigmentari ad osteoblasti, assottigliamento dei vasi, pallore papillare, atrofia dell’EPR nelle media-estrema periferia retinica ed alterazioni elettrofunzionali che evidenziano un coinvolgimento precoce del sistema scotopico. Spesso si associano quadri di edema maculare cistoide e cataratta sottocapsulare posteriore Forme atipiche di retinite pigmentosa includono la RP inversa con un primario interessamento della retina centrale, la RP sine pigmento caratterizzata dall’assenza della tipica pigmentazione retinica, la R.P. a settore con un coinvolgimento parziale della retina, la retinite punctata albescente caratterizzata dalla presenza di piccole chiazze retiniche biancastre e la RP Coat’s like in cui alle caratteristiche della retinite pigmentosa si associano anche aspetti essudativi simili a quelli presenti nella malattia di Coat’s. Una forma precoce e severa di R.P. è la cosiddetta amaurosi congenita di Leber caratterizzata da severa ipovisione o cecità già presenti alla nascita o ad esordio nei primi sei mesi di vita. 1.2 Principali distrofie maculari Malattia di Stargardt La malattia di Stargardt è la più frequente distrofia maculare ereditaria ad esordio giovanile con una prevalenza di circa 1:8000-10.000. La forma prevalente è a trasmissione autosomica recessiva, dovuta alla mutazione del gene ABCR. Altri geni possono essere coinvolti soprattutto nella forma dominante. E’ caratterizzata da una progressiva atrofia bilaterale dell'epitelio pigmentato retinico (EPR) maculare e del neuro epitelio associata frequentemente alla comparsa di multiple macchie bianco-giallastre ("fleks") rotonde o pisciformi distribuite intorno alla macula. Una variante è costituita dal fundo flavimaculato. Si manifesta con un progressivo calo del visus generalmente nella prima-seconda decade con valori di acuità compresi tra 1/10 e 4/10. Malattia di Best o distrofia vitelliforme Malattia rara ereditata in modo solitamente dominante, con età di insorgenza variabile. La forma giovanile rappresenta la seconda più comune causa di maculopatia. Il gene prevalentemente coinvolto è chiamato VDM2 o BEST1, ma mutazioni di altri geni possono essere responsabili della patologia. L’espressione clinica è caratterizzata da tipiche alterazioni retiniche evolutive. Distrofia dei coni Rappresenta una distrofia retinica ereditaria con primario interessamento del sistema fotopico caratterizzato da calo del visus, fotofobia, discromatopsia con insorgenza generalmente nella prima-seconda decade di vita. Si stima che questa condizione abbia una prevalenza di circa 1/40000. L’aspetto del fondo oculare è estremamente variabile. Al momento circa 20 geni causativi sono stati identificati. Retinoschisi giovanile X-linked Rara patologia il cui gene coinvolto mappa sul braccio corto del cromosoma X e come tale coinvolge quasi esclusivamente i maschi. Sono state riportati casi di femmine affette per fenomeni di lyonizzazione o di omozigosi per consanguineità. Il gene responsabile è RS1 Xp22.2 (OMIM*300839), che codifica per la retinoschisina, una proteina di 2 PDTA Distrofie retiniche ___________________________________ Pol. Umberto I, Fond. Pol. Univ. A. Gemelli, OPBG adesione che si ritiene partecipi al mantenimento dell'integrità strutturale e funzionale della retina. Aspetto tipico è una schisi intraretinica maculare (“maculopatia stellata”) a livello dello strato delle fibre nervose associate nel 50% dei casi a delle schisi anche a livello periferico. Col passare del tempo questa schisi maculare può evolvere verso una maculopatia atrofica con calo del visus che dai 34/10 si stabilizza intorno ad 1/10. Malattia di Goldmann-Favre o distrofia ialina della retina Malattia a trasmissione autosomica recessiva a decorso progressivo caratterizzata da: - Retinoschisi periferica - Atrofia corioretinica - Degenerazione vitreale e membrane epiretiniche - Edema maculare cistoide - Emeralopia - Cataratta precoce - Tendenza a sviluppare distacchi di retina - ERG estinto precocemente Portale delle malattie rare – www.orphanet-italia.it 3 PDTA Distrofie retiniche ___________________________________ Pol. Umberto I, Fond. Pol. Univ. A. Gemelli, OPBG 2. Strumenti per la diagnosi I. ANAMNESI Albero genealogico II. STUDIO MORFOLOGICO E FUNZIONALE Esami di primo livello: o Esame del visus o Esame oculistico completo o Studio del campo visivo o Elettroretinogramma (ERG) Esami di secondo livello o Senso cromatico e sensibilità al contrasto o Tomografia a coerenza ottica (OCT) o Elettroretinogramma multifocale (M-ERG) o Elettrooculogramma (EOG) o Retinografia o Autofluorescenza o Fluorangiografia o Microperimetria o Diagnosi molecolare Una corretta diagnosi non può prescindere da un’accurata anamnesi che miri a studiare l’insorgenza del disturbo non solo nel singolo soggetto in questione ma con elaborazione dell’albero genealogico dell’intera famiglia (supporto del genetista). Gli esami di primo livello rappresentano lo step di base utile per fare una diagnosi di retinite pigmentosa e sono in genere sufficienti in particolare quando si tratta della forma tipica. Di fronte a forme atipiche o a forme di difficile inquadramento diagnostico si ricorre ad indagini di secondo livello. Lo studio del senso cromatico è importante nelle fasi iniziali delle maculopatie giovanili e nelle patologie con primario interessamento del sistema fotopico. L’OCT è un esame non invasivo essenziale nella diagnosi/follow-up sia delle forme di retinite pigmentosa, sia nei vari quadri di distrofie maculari ereditarie. Risulta a tutt’oggi fondamentale nella gestione dell’edema maculare cistoide (EMC). L’elettroretinogramma multifocale (MERG) è particolarmente utile nelle maculopatie in cui essendoci una primaria disfunzione della retina centrale l’ERG full-field può essere pressoché normale. L’elettrooculogramma (EOG) può essere di aiuto essenzialmente nella diagnosi della Malattia di Best L’OCT è un esame non invasivo molto utile nella diagnosi/follow-up sia delle forme di retinite pigmentosa, sia nei vari quadri di distrofie maculari ereditarie. Risulta a tutt’oggi fondamentale nella gestione dell’edema maculare cistoide (EMC). L’autofluorescenza è in alcuni casi utilissima in quanto fornisce informazioni sullo stato fisiologico e morfologico dell’epitelio pigmentato retinico. Permette di visualizzare la distribuzione di lipofuscina anche in quelle fasi in cui non si evidenziano alterazioni all’oftalmoscopia e per la facilità di esecuzione può essere usato anche nei bambini nella diagnosi differenziale e nel follow-up delle distrofie retiniche ereditarie. La microperimetria è utile per la localizzazione e la stabilità della fissazione del locus retinico preferenziale al fine di esaminare la sensibilità maculare e valutare la possibilità di specifiche terapie di supporto in caso di severa ipovisione. La diagnosi molecolare mediante estrazione del DNA e ricerca della mutazione genetica risulta fondamentale per la corretta caratterizzazione genotipo-fenotipo della patologia ed offre la prospettiva di nuovi approcci terapeutici, in primis la terapia genica che punta a correggere direttamente il difetto genetico responsabile della malattia attraverso l’inoculazione nella retina della copia corretta del gene malato attraverso un vettore virale. 4 PDTA Distrofie retiniche ___________________________________ Pol. Umberto I, Fond. Pol. Univ. A. Gemelli, OPBG 3. Terapia Diverse strategie terapeutiche per la retinite pigmentosa e per le cosiddette patologie associate sono attualmente in corso: la terapia genica su modelli animali e su pazienti, l’impianto intraoculare di ausili elettronici fotosensibili in grado di mimare la funzione dei fotorecettori, il trapianto sottoretinico di fotocettori o EPR per proteggere i fotorecettori e la somministrazione di fattori trofici per rallentare l’evoluzione della malattia, in particolare della morte dei coni ai quali è deputata la funzione visiva residua. Tutte queste procedure terapeutiche hanno raggiunto adesso la fase di sperimentazione sull’uomo ma i risultati seppur incoraggianti non sono tali da poter definire al momento le distrofie ereditarie retiniche clinicamente curabili. Le terapie al momento disponibili sono rivolte essenzialmente al preservare e sfruttare al meglio la funzione retinica residua ed al trattamento dei segni clinici associati. Studi clinici hanno evidenziato che la Vitamina A palmitato ad alti dosaggi (15.000 U.I./die) somministrata in modo continuativo sembra stabilizzare, in alcuni pazienti affetti da R.P., la progressione del deficit campimetrico e il quadro dell’ERG. Considerata la possibile epatotossicità è necessario che la terapia venga effettuata sotto stretto controllo degli indici di funzionalità epatica e, in caso di valori alterati, deve essere prontamente sospesa. L’acido docosaesaenoico, DHA, è un acido grasso della classe omega 3 che al dosaggio di 1200 mg/die sembra rafforzare, in alcuni pazienti, l’attività stabilizzatrice della vitamina A palmitato. Alcuni centri hanno sperimentato l’ossigeno-terapia iperbarica (O.T.I.) ipotizzando che una supplementazione di ossigeno potesse rallentare il decorso naturale della R.P. L’acetazolamide ed il deflazacort, risultano in alcuni casi efficaci nella gestione dell’edema maculare cistoide in pazienti con RP. Le iniezioni Intravitreali di Anti-VEGF o di cortisonici si sono dimostrate in alcuni casi efficaci nella gestione dell’edema maculare cistoide. Le iniezioni Intravitreali di Anti-VEGF sono indicate nel trattamento delle complicazioni neovascolari che spesso compaiono in prossimità delle vecchie lesioni in pazienti affetti da Malattia di Best. I filtri anti-fototossici a nanometri controllati sono utili in quanto diminuiscono l’effetto tossico a livello retinico sia delle radiazioni ultraviolette ( λ 280-400 nanometri) che della luce blu ad alta energia ( λ 400-500 nanometri) migliorando nei pazienti affetti la sensibilità al contrasto e la fotofobia. L’estrazione della cataratta, del tipo sottocapsulare posteriore, è un intervento chirurgico frequente e precoce in questi pazienti; tutti dovrebbero essere sottoposti prima dell’intervento ad esame OCT per valutare la presenza o meno di un edema maculare cistoide che potrebbe peggiorare ulteriormente dopo l’intervento. Pertanto si rende utile in questi pazienti l’introduzione di un protocollo preventivo a base di deflazacort, indometacina o acetazolamide sia nel pre- che nel postoperatorio. Inoltre i pazienti potrebbero trarre giovamento dall’impianto di IOL parzialmente filtranti le radiazioni ultraviolette e la luce blu ad alta energia. In alcuni centri vengono adottate tecniche di riabilitazione visiva mediante biofeedback per tentare di migliorare le performances visive in particolare nei pazienti con maculopatia e scotoma centrale. 5 PDTA Distrofie retiniche ___________________________________ Pol. Umberto I, Fond. Pol. Univ. A. Gemelli, OPBG 4. Controlli di salute 4.1 Follow-up Il monitoraggio clinico-strumentale dei pazienti affetti dalle varie forme di retinite pigmentosa o distrofia maculare ereditaria prevede: - Controllo clinico oculistico generale ogni 4-6 mesi comprendente: esame del visus, esame completo dell’occhio (segmento anteriore e posteriore), tonometria; - Controllo strumentale ogni 6-12 mesi: esame del campo visivo, esami elettrofunzionali, OCT, fluorangiografia; - Monitoraggio annuale ORL in pazienti con associata compromissione uditiva; 4.2 Diagnosi Elenco degli specialisti coinvolti: - Otorinolaringoiatra - Psicologo - Genetista - Neurologo - Endocrinologo - Nefrologo 3. Terapia 6 PDTA Distrofie retiniche ___________________________________ Pol. Umberto I, Fond. Pol. Univ. A. Gemelli, OPBG 5. Modalità di accesso al Centro e servizi offerti 5.1 Policlinico Umberto I Centro Retinite Pigmentosa Accesso al percorso Alla base vi è il paziente il quale o lamentando dei sintomi specifici (campo visivo ristretto, emeralopia, abbagliamento, calo del visus), o in virtù della familiarità per degenerazioni tapeto-retiniche si rivolge o al proprio medico di famiglia (che in questo caso prescriverà una visita oculistica) oppure direttamente allo specialista oculista (ambulatoriale, ospedaliero…). Verrà pertanto effettuata una prima visita, di primo livello, in cui potrà essere formulata una diagnosi (casi tipici) oppure in presenza di segni e sintomi sospetti verranno richiesti ulteriori approfondimenti. Sia che venga fatta una diagnosi che in presenza di sospetto per eredo-degenerazioni retiniche il paziente dovrà essere indirizzato, per un approfondito esame clinico-strumentale-genetico, presso il Centro di Riferimento per la Retinite Pigmentosa del Policlinico Umberto I di Roma con accesso diretto mediante Sportello delle Malattie Rare (0649976914 attivo dal lunedì al venerdì ore 9.00 -14.00; martedì e giovedì dalle 15 alle 17.00) oppure tramite prenotazione mediante CUP regionale 80.33.33. Percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale Presso il Centro Retinite Pigmentosa il paziente verrà innanzi tutto sottoposto ad approfondita visita oculistica completa integrata ad esami di primo livello (CV, ERG, OCT in caso di maculopatie) al fine di arrivare ad una diagnosi di malattia rara. In questo caso la presa in carico del paziente verrà sancita dal suo inserimento nel Registro Lazio delle Malattie Rare e dal rilascio del relativo certificato di esenzione (codice RGF110) che rende il paziente esente dal pagamento del ticket sanitario per tutte le prestazioni oculistiche diagnostico-terapeutiche erogate dal SSN. Nei casi più complessi e controversi il paziente verrà indirizzato verso esami di approfondimento quali ad esempio FAG, PEV, MERG, EOG, autofluorescenza, microperimetria ecc… Tutti i pazienti con diagnosi di eredo-degenerazione retinica dovranno essere sottoposti a valutazione da parte di un medico genetista al fine di studiare l’albero genealogico, stabilire il modello di trasmissione e quindi il rischio di ricorrenza tra i discendenti. Successivamente, previo consenso, i pazienti verranno sottoposti a prelievo ematico al fine di poter ottenere una diagnosi molecolare, ovvero la ricerca in ogni singolo paziente del gene responsabile della patologia; questo soprattutto alla luce delle nuove frontiere terapeutiche, in primis la terapia genica. Il Centro dovrà garantire, quando necessario, consulenze specialistiche in particolare in presenza di forme sindromi che (ORL, neurologo, endocrinologo…). Concluso l’iter diagnostico al paziente dovrà essere proposto un trattamento terapeutico che potrà essere di tipo dietetico (integratori di vit A e omega 3), farmacologico (deflazacort,acetazolamide) in presenza di edema maculare cistoide, O.T.I., riabilitativo ( stimolazione mediante biofeedback con MP, ausili ottici), chirurgico (estrazione della cataratta, vitrectomia in presenza di membrane epiretiniche), utilizzo di filtri medicali. Il monitoraggio di questi pazienti prevede controlli oculistici periodici corredati da esami strumentali in particolare CV, ERG ed OCT.4. Ambulatori e numeri di telefono utili Centro Retinite Pigmentosa: attivo nei giorni di martedì e mercoledì con orario 8-14 Clinica Oculistica Policlinico Umberto I, secondo piano, stanza n°6 (accettazione) e n° 14 (visite) tel. 0649975390 – 0649975384; email. [email protected] Ambulatorio Elettrofisiologia: Clinica Oculistica Policlinico Umberto I, quarto piano, tel. 0649975422. Centro Ipovisione e Riabilitazione Visiva: Clinica Oculistica Policlinico Umberto I, terzo piano, tel. 0649975376 Ambulatorio Fluorangiografia: Clinica Oculistica Policlinico Umberto I, secondo piano, tel. 0649975385 OCT: Clinica Oculistica Policlinico Umberto I, secondo piano, U.O.S. Patologia Vitreo-Retinica Ambulatorio Perimetria: Clinica Oculistica Policlinico Umberto I, piano terra 5.2 Policlinico Gemelli Accesso al percorso Alla base vi è il paziente il quale o lamentando dei sintomi specifici (campo visivo ristretto, emeralopia, abbagliamento, calo del visus), o in virtù della familiarità per degenerazioni tapeto-retiniche si rivolge o al proprio medico di famiglia (che 7 PDTA Distrofie retiniche ___________________________________ Pol. Umberto I, Fond. Pol. Univ. A. Gemelli, OPBG in questo caso prescriverà una visita oculistica) oppure direttamente allo specialista oculista (ambulatoriale, ospedaliero…). Verrà pertanto effettuata una prima visita, di primo livello, in cui potrà essere formulata una diagnosi (casi tipici) oppure in presenza di segni e sintomi sospetti verranno richiesti ulteriori approfondimenti. Sia che venga fatta una diagnosi che in presenza di sospetto per eredo-degenerazioni retiniche il paziente dovrà essere indirizzato, per un approfondito esame clinico-strumentale-genetico, presso il Centro di Riferimento per la Retinite Pigmentosa del Policlinico Gemelli di Roma con accesso diretto mediante Sportello delle Malattie Rare (vedi sito web) Percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale Presso il Centro Retinite Pigmentosa il paziente verrà innanzi tutto sottoposto ad approfondita visita oculistica completa integrata ad esami di primo livello (CV, ERG, OCT in caso di maculopatie) al fine di arrivare ad una diagnosi di malattia rara. In questo caso la presa in carico del paziente verrà sancita dal suo inserimento nel Registro Lazio delle Malattie Rare e dal rilascio del relativo certificato di esenzione (codice RGF110) che rende il paziente esente dal pagamento del ticket sanitario per tutte le prestazioni oculistiche diagnostico-terapeutiche erogate dal SSN. Nei casi più complessi e controversi il paziente verrà indirizzato verso esami di approfondimento quali ad esempio FAG, PEV, MERG, EOG, autofluorescenza, microperimetria ecc… Tutti i pazienti con diagnosi di eredo-degenerazione retinica dovranno essere sottoposti a valutazione da parte di un medico genetista al fine di studiare l’albero genealogico, stabilire il modello di trasmissione e quindi il rischio di ricorrenza tra i discendenti. Maggiore attenzione dovrebbe essere rivolta verso la diagnosi molecolare, ovvero la ricerca in ogni singolo paziente del gene responsabile della patologia soprattutto alla luce delle nuove frontiere terapeutiche, in primis la terapia genica. Il Centro dovrà garantire, quando necessario, consulenze specialistiche in particolare in presenza di forme sindromi che (ORL, neurologo, endocrinologo…). Concluso l’iter diagnostico al paziente dovrà essere proposto un trattamento terapeutico che potrà essere di tipo dietetico (integratori di vit A e omega 3), farmacologico (deflazacort,acetazolamide) in presenza di edema maculare cistoide, , chirurgico (estrazione della cataratta, vitrectomia in presenza di membrane epiretiniche), utilizzo di filtri medicali. Il monitoraggio di questi pazienti prevede controlli oculistici periodici corredati da esami strumentali in particolare CV, ERG ed OCT.4. Implementazione 5.3 Ospedale Pediatrico Bambino Gesù L’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù è in grado di offrire diversi percorsi diagnostici ai pazienti affetti da distrofie retiniche in funzione dell’età del singolo soggetto. Il primo passaggio prevede una visita oculistica sia per pazienti adulti che bambini presso l’ambulatorio generale ove verrà posto un sospetto diagnostico in funzione dei segni clinici evidenziati durante la visita o dei sintomi riferiti dal paziente. Prenotazione via CUP (0668181). Successivamente il paziente sarà indirizzato presso il centro di retina pediatrica (aperto anche a pazienti adulti) ove verranno eseguiti, contestualmente alla visita, gli esami strumentali idonei alla corretta diagnosi. Tali esami comprendono i test elettrofisiologici più appropriati (ERG, M-ERG, EOG) al sospetto diagnostico, l’OCT e l’autofluorescenza. Posta la diagnosi di una malattia rara la presa in carico del paziente verrà sancita dal suo inserimento nel Registro Lazio delle Malattie Rare e dal rilascio del relativo certificato di esenzione (codice RGF110) che rende il paziente esente dal pagamento del ticket sanitario per tutte le prestazioni oculistiche diagnostico-terapeutiche erogate dal SSN. Nel caso di quadri clinici complessi che necessitano di ulteriore approfondimento diagnostico potranno esser programmati altri esami (C.V., FAG) in sedute successive. In caso di pazienti in possesso di precedenti esami effettuati presso altre strutture si potrà accedere direttamente al centro di retina pediatrico e all’ambulatorio di elettrofisiologia oculare tramite prenotazione al CUP, previa impegnativa del medico curante. Nel caso di bambini particolarmente piccoli si procederà successivamente alla programmazione di una visita in narcosi per l’effettuazione degli esami diagnostici e strumentali appropriati al sospetto diagnostico. Nel caso di diagnosi clinica di distrofia retinica si procederà, previo consenso del paziente o genitore in caso di minore, al prelievo di sangue per l’indagine di genetica molecolare al fine di caratterizzare il genotipo del paziente, correlarlo all’espressione clinica fenotipica ed aprire la strada alle possibili future terapie geniche . Tale indagine verrà effettuata per alcune patologie retiniche dal laboratorio di genetica medica dell’OPBG e per altre dall’Istituto Magi di Rovereto-Bolzano con il quale l’ospedale ha stabilito una convenzione. L’esame genetico sia in caso di positività al test che di temporanea negatività sarà seguito da una consulenza genetica per il chiarimento del quadro genetico evidenziatosi e per le sue implicazioni all’interno della 8 PDTA Distrofie retiniche ___________________________________ Pol. Umberto I, Fond. Pol. Univ. A. Gemelli, OPBG famiglia del paziente. In sospetti quadri sindromici verranno richieste le consulenze degli specialisti adeguati al singolo caso clinico. Appropriate possibili terapie verranno indicate in funzione della singola patologia e dell’età del paziente alla luce delle attuali conoscenze. Nel caso di situazioni funzionali particolarmente compromesse il paziente verrà indirizzato presso il centro di riabilitazione visiva pediatrica dell’OPBG di Santa Marinella per un programma atto al recupero ed al potenziamento delle funzioni sensoriali residue. 6. Collaborazioni del Centro con altri centri nazionali ed internazionali 6.1 Policlinico Umberto I Il Centro Retinite Pigmentosa collabora con il Laboratorio di Genetica Molecolare della Fondazione S. Lucia IRCCS Roma, responsabile Dr. E. Giardina. 6.2 Policlinico Gemelli National Institute of Health, National Eye Institute, Bethesda MD, USA 6.3 Ospedale Pediatrico Bambino Gesù Il Centro di retina pediatrica dell’OPBG collabora, nell’ambito delle patologie degenerative retiniche a trasmissione ereditaria, con il Policlinico Gemelli e con l’Istituto di genetica Magi di Rovereto-Bolzano. 7. Rapporti con le Associazioni 7.1 Policlinico Umberto I Il Centro Retinite Pigmentosa del Policlinico Umberto I di Roma collabora con diverse associazioni dei malati, quali M.I.R. (Movimento Italiano Malati Rari), LAVORARE ONLUS, A.I.R.P.I (Associazione Italiana per la Retinite Pigmentosa e l’Ipovisione) le quali svolgono importanti funzioni di sensibilizzazione ed informazione in particolare organizzando convegni e seminari. 7.2 Policlinico Gemelli Il Prof. Benedetto Falsini e’ membro del Comitato Scientifico di Retina Italia Onlus ed e’ in stretto contatto con questa associazione, la piu’ importante ora in Italia, dei pazienti affetti da retinite pigmentosa o distrofie retiniche ereditarie. 7.3 Ospedale Pediatrico Bambino Gesù L’Unità Operativa di Oculistica collabora da anni con l’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Italia onlus con la quale gestisce il centro di riabilitazione visiva pediatrica di Santa Marinella. 9