una prima ricognizione del fondo dei dischi in vinile

Grazia Carbonella
I documenti sonori: prime considerazioni
sulle registrazioni musicali
di Grazia Carbonella
Alla fine dell’Ottocento il pensiero europeo ha avviato una riflessione generale sui fenomeni musicali e sui loro presupposti che, congiuntamente al rapido
sviluppo delle scienze, ha generato nuove discipline, nuove scoperte scientifiche e
nuove applicazioni tecnologiche. Con l’avvento del fonografo, nel 1887, nasce infatti una nuova tecnologia capace di captare, fissare e riprodurre i suoni: la registrazione, uno degli eventi capitali nella storia della musica del XX secolo. “La registrazione ha fornito alla musica un supporto materiale per trascendere il tempo e ha
abolito i confini spazio-temporali che la limitavano”,1 ha aperto la strada alla fondazione e allo sviluppo dell’etnomusicologia come scienza,2 ha influenzato l’ascolto,3 la composizione,4 l’apprendimento, la ricerca.
La registrazione come documento5 quindi; per questo la Biblioteca Provinciale sin dal suo atto di nascita ha contemplato una sezione dedicata alla conservazione dei documenti sonori. La collezione comprende circa 6829 dischi, di cui 4689
1
Jacques HAINS, Dal rullo di cera al CD, in Jean-Jacques NATTIEZ (a cura di), Enciclopedia della musica,
Torino, Einaudi, 2001, 3 voll.: I vol., Il Novecento, pp. 783.
2
“Prima dell’introduzione dei mezzi meccanici e poi elettrici e magnetici per la fissazione della parola e del
suono e dei mezzi di fissazione visiva, gli etnologi e gli etnomusicologi erano, di fatto, non già operatori che
cercavano, raccoglievano e interpretavano documenti preesistenti (come gli storici), ma ‘creatori’ delle loro
stesse fonti documentarie. Infatti, osservavano sul campo i fenomeni e ne fissavano, con un’operazione
inevitabilmente selettiva, i tratti per loro salienti e caratterizzanti in notazione grafica (scrittura o notazione
musicale o disegno). Quando poi affrontavano lo studio del materiale raccolto e operavano (come gli storici)
una scelta attingendo agli appunti presi sul campo, si trovavano di fronte a un duplice problema: quei documenti
erano stati da loro stessi composti (non soltanto scelti), e quanto avessero scartato sarebbe stato perduto”; cfr.
Roberto LEYDI, L’altra musica, Milano, Giunti-Ricordi, 1991, p. 25.
3
“Il concerto è un luogo d’incontro dove si celebra un rituale sociale e magico, dove l’ascoltatore partecipa
ad un avvenimento […] in comunione con l’interprete e col resto del pubblico; mentre allorché appoggia un
disco sul piatto attua un comportamento individuale, come quando legge un libro”; cfr. J. HAINS, Dal rullo di
cera al CD…, cit., p. 816.
4
Pensiamo nel secondo dopoguerra alla musica sperimentale; cfr. Ugo DUSE, Per una storia della musica nel
Novecento e altri saggi, Torino, EDT/Musica, 1981, pp. 100-107.
5
“Con il termine documento intendiamo ogni insieme di informazioni e di conoscenza fissato materialmente
e suscettibile di essere utilizzato per la consultazione, per lo studio, oppure come prova di un fatto”; cfr.
Nicola TANGARI, Standard e documenti musicali, Milano, Editrice Bibliografica, 2002, p. 53; la citazione riportata
è di Édith WEBER, La recherche musicologique. Objet, méthodologie, normes de prèsentation, Paris, Beauchense,
1980, p. 47.
89
I documenti sonori: prime considerazioni sulle registrazioni musicali
in vinile e 2140 CD. Tra i dischi in vinile è compreso anche il fondo Amilcare Volpe
acquistato nel 1987 e costituito da 400 78 giri.
Da ottobre 2002 è partito un progetto di catalogazione dei documenti sonori
attraverso procedure informatiche: utilizzando standard internazionali sono stati
inseriti nel catalogo generale della Biblioteca - consultabile attraverso il suo OPAC
- i record relativi ai singoli dischi.
Da una rapida ricognizione il fondo in vinile appare costituito da due nuclei
principali: una collezione di 33 giri di musica classica e una di musica jazz. A questi
due nuclei si aggiungono le incisioni di musica classica su 78 giri e, su 33 giri, un
altro piccolo gruppo di musica etnica, di canti politici e della resistenza. Il lavoro di
recupero è partito dai 33 giri di musica classica; a tutt’oggi sono stati catalogati
mille dischi*.
Poiché il lavoro di catalogazione è ancora in corso, non è possibile esprimere
valutazioni definitive, ma dai documenti finora visionati è evidente una preminenza quantitativa della musica strumentale su quella vocale, del repertorio classicoromantico su quello barocco e rinascimentale. Di questo non c’è da stupirsi: sono
spesso i cataloghi delle case discografiche a condizionare gli acquisti6 e, nel caso di
questo fondo, per la sezione fin’ora analizzata, le incisioni più numerose appartengono all’etichetta Deutsche Grammophon e alla EMI. Si tratta di due colossi del
panorama discografico internazionale, dalla storia lunga e finanziariamente travagliata.
La EMI - Electrict and Musical Industries Ltd.- nasce nel 1931 dalla fusione
intersocietaria della Gramophon Company- proprietaria della celebre etichetta His
Master’s Voice - e della Columbia inglese.7 Il fondo in questione contiene 300 unità
discografiche che afferiscono al gruppo EMI:8 la EMI Electrola (marchio della divisione tedesca), la EMI italiana e La voce del padrone, marchio italiano dell’inglese
His Master’s Voice. Si tratta in gran parte di registrazioni storiche - Karajan che
dirige Wagner per la EMI Electrola - e di collezioni celebri, come la “Seraphim”
(nelle sue sezioni “Concerto”, “Musica da camera”, “Recital” e “Sinfonia”) e la
*
I dati riportati in questo studio sono relativi al mese di febbraio 2004.
A riguardo sono interessanti le riflessioni di Paolo PRATO, La musica nell’era della globalizzazione, in
«Musica/Realtà», 2002, 69 (novembre), pp. 127-134.
7
La Columbia Phonograph Company viene fondata negli Stati Uniti nel 1888 dall’imprenditore Jesse
Lippincott, unitamente alla North American Phonograph Company. Le due società commercializzavano
apparecchi realizzati con i brevetti acquisiti da Thomas Alva Edison e da Chichester Bell e Charles Sumner
Tainter, le cosiddette talching machines. Delle due società solo la Columbia è sopravvissuta a lungo sfruttando
quella che è stata l’idea vincente del suo fondatore: creare una rete commerciale su larga scala con una serie di
compagnie locali licenziatarie della società madre. La National Gramophone Company nasce invece in
Inghilterra nel 1897 dalle ceneri della Berliner Gramophon Company americana. Il suo fondatore, lo stesso
Berliner, fu costretto da una serie di azioni legali intraprese contro di lui a ritirarsi dagli Stati Uniti confluendo
nella Victor Talking Machines di Eldridge Johnson. Al momento della fusione il gruppo EMI acquisì il controllo
del mercato europeo, poiché la Columbia aveva già assorbito nel 1925 la tedesca Lindström e nel 1928 la
francese Pathè. Cfr. Luca CERCHIARI, Il disco. Musica, tecnologia mercato, Milano, Sansoni, 2001, pp. 19 e 36.
8
Dopo le prime esperienze pionieristiche e con lo sviluppo dell’impresa discografica è ormai sempre più
diffusa la distinzione tra denominazione sociale della casa madre e marchi discografici (label); cfr. L. CERCHIARI, Il disco…, cit., p. 73.
6
90
Grazia Carbonella
“Discoteca classica” (di cui si conservano incisioni di Arturo Benedetto Michelangeli, Sviatoslav Richter, Alirio Diaz, Yehudi Menuhin, Walter Gieseking, Artur
Rubinstein). Un discorso a sé meritano le registrazioni de La voce del padrone,
anche per la consistenza quantità dei dischi posseduti, pari a 258 documenti. Dal
prestigioso catalogo della corrispondente etichetta inglese His Master’s Voice, passata alla storia per aver utilizzato come logo il cagnolino Nipper - fox terrier intento ad ascoltare i suoni da una tromba di un grammofono - sono state riproposte
dalla EMI nella collezione “Historical Archives” numerose incisioni storiche. Si
tratta di incisioni di celebri cantanti italiani: da Enrico Caruso a Beniamino Gigli,
da Giacomo Lauri Volpi a Rosetta Pampanini, da Tancredi Pasero a Giulietta Simionato, per citarne solo alcuni. Il Teatro alla Scala di Milano era per l’Italia la
principale sede d’incontro tra il mondo del melodramma e quello dell’industria
discografica: nasceva in quegli anni il divismo canoro, di cui questi dischi sono
testimonianza. Tra le incisioni di voci illustri non mancano anche quelle di Maria
Callas e di Giuseppe Di Stefano con la direzione di Nicola Rescigno, Dino Olivieri
e di Tullio Serafin. Accanto a queste registrazioni è interessante sottolineare la presenza nel fondo di una serie di incisioni dell’etichetta russa Melodiya10 acquisite ed
edite in Italia dalla stessa EMI. Si tratta di registrazioni di autori nazionali - Glinka,
Sostakovic, Prokof’ev - eseguite dall’Orchestra Sinfonica del Ministero diretta da
Svetlanov e da Rozhdestvensky tra cui il Concerto per violino e orchestra in re minore di Kachaturian eseguito da David Oistrakh e dall’Orchestra Sinfonica della
Radio di Mosca sotto la direzione dello stesso autore. A questo gruppo appartengono anche sei dischi contenenti canzoni classiche napoletane: si tratta di incisioni
di Giuseppe Di Stefano, di Tito Schipa e di Beniamino Gigli. Le canzoni sono quelle della tradizione classica che tanta fortuna hanno avuto in Italia e all’estero: da
Marchiare a Torna a Surriento, da Funesta che lucive a Funiculì, funiculà, per citarne solo alcune.
Il secondo gruppo di dischi, quantitativamente rilevante, è quello della
Deutsche Grammophon. La storica etichetta tedesca nasce come fabbrica per il
pressaggio dei dischi le cui matrici venivano realizzate a Londra dalla consociata
Grammophon di Emile Berliner. Diventata autonoma nel 1917, ha vissuto il perio-
9
Questa immagine fu realizzata dal pittore londinese Francis James Barraud, ex studente alla Royal Academy
School inglese. Il dipinto, offerto in un primo momento e senza successo ad Edison, è stato poi acquistato da
William Berry Owen, amministratore delegato della Grammophon - che chiese all’autore di sostituire il
fonografo della prima versione con un grammofono - pagando 100 sterline per la cessione dei relativi diritti,
acquisiti poi nel 1900 da Emile Berliner per gli Stati Uniti e per il Canada. L’immagine, trasferita poi alla
Victor Talking Machine Company, ha fatto il giro del mondo, finendo per identificare un’epoca della storia
del disco, relativa al formato 78 giri. Cfr. CERCHIARI, op. cit., p. 51.
10
L’etichetta nasce nel 1964 come società unica di produzione discografica, da un provvedimento del
Ministero della Cultura. Inglobando diverse realtà presenti sul territorio la nuova label, ben presto tra le
principali sei etichette discografiche del mondo, ha potuto incrementare la sua produzione, modernizzando i
suoi impianti attraverso l’acquisto di attrezzature dai Paesi Occidentali. Il suo catalogo, grazie anche all’alta
professionalità delle interpretazioni vocali e strumentali, è stato ben presto oggetto di esportazione. Cfr. ibid.,
p. 166.
91
I documenti sonori: prime considerazioni sulle registrazioni musicali
do di maggiore crescita a partire dagli anni ‘50, e soprattutto ‘60.11 Per la celebre
etichetta tedesca è stata centrale la figura di Herbert von Karajan, personaggio carismatico attorno al quale è nato un vero e proprio culto, alla cui attività, relativa al
prestigioso Festival di Salisburgo, la casa discografica ha legato molte celebri incisioni.12 La Biblioteca Provinciale possiede 185 dischi della Deutsche Grammophon
tra cui registrazioni di Karl Richter, Dieter Fischer-Dieskau, e tredici registrazioni
di Wilhelm Kempff. Non mancano anche interpreti italiani tra cui Arturo Benedetti Michelangeli - che suona Debussy e Chopin - e Maurizio Pollini - che suona tra
l’altro Stravinskij e Prokof’ev. Alcune tra le incisioni conservate appartengono alle
collezioni “Préstige”, “Privilege”, “Resonance” e “Omaggio all’opera”.13 Della
Deutsche Grammophon è anche Metropolitan opera gala honoring sir Rudolf Bing,
disco registrato dal vivo al Metropolitan Opera Hause il 22 aprile del 1922.14 Alcune interessanti registrazioni DGG sono state riproposte sul mercato italiano anche
dall’Istituto Geografico de Agostini con I grandi compositori: ascoltare e capire la
loro musica, un progetto editoriale che ha previsto la pubblicazione in fascicoli di
testi - per un totale di 5 monografie - e di 26 audiocassette15 a sostegno di un catalogo di 102 incisioni discografiche. Tra queste l’Eroica di Beethoven eseguita dalla
Wiener Philharmoniker diretta Leonard Bernstein, la Pastorale diretta da Carl Böhm
e la Quinta Sinfonia, sempre di Beethoven, eseguita dai Berliner Philharmoniker
con la direzione di Wilhelm Furtwängler. Il piano dell’opera – interamente posseduto dalla Biblioteca - comprende anche una serie di registrazioni della Philips.
Legata alla Deutsche Grammophon è l’etichetta Archiv Produktion, nata nel
1948 per documentare il repertorio rinascimentale e barocco.16 La Biblioteca possiede 11 dischi di questa etichetta. Si tratta di pubblicazioni estremamente curate in
cui le registrazioni, che si avvalgono dell’uso di strumenti originali e si prefiggono
esecuzioni filologicamente corrette, sono corredate di un ricco apparato esplicativo, con note storiche sul periodo delle composizioni nelle quattro lingue, italiano,
francese, tedesco e inglese. Sono inoltre puntualmente indicate le fonti impiegate
per le esecuzioni e, se manoscritte, dove sono conservate. Insomma un impianto
11
Il successo mondiale della Deutsche Grammophon è dovuto alla eccellente qualità della resa sonora delle
sue incisioni, all’intransigente selezione degli interpreti e ad un’attenta scelta dei repertori del XIX e del XX
secolo. Ma oltre a tutto questo il grande successo di questa etichetta è dovuto a una fedele presenza del
pubblico tedesco, che più di ogni altro ha una forte inclinazione all’ascolto e al consumo della produzione
musicale eurocolta, in particolare strumentale. Cfr. CERCHIARI, op.cit., p. 171.
12
La Biblioteca conserva 22 dischi che testimoniano questo connubio.
13
Di questa serie si conserva solo un disco - il n. 10 - che contiene un’incisione del Rigoletto di Verdi con
Orchestra e Coro del Teatro alla Scala sotto la direzione di Kubelik, con Renata Scotto, Mirella Fiorentini,
Carlo Bergonzi, Dietrich Fischer-Dieskau (phonogram 1964).
14
Si tratta di un memorabile concerto che coinvolse grandi interpreti tra cui Martina Arroyo, Montserrat
Caballé, Birgit Nilsson, Leontyne Price, Franco Corelli con la Metropolitan Opera Orchestra diretta da Richard
Bonynge, James Levine, Carl Böhm, Francesco Molinari-Pradelli, Kurt Adler.
15
Un’audioguida all’ascolto con testi di Carlo Delfrati, con la consulenza discografica di Gaetano Santangelo
e con la voce di Giancarlo Dettori.
16
Si legge sui dischi: Musikhistorisches studio der Deutsche Grammophon Gesellschaft.
92
Grazia Carbonella
informativo di taglio musicologico, chiaramente rivolto ad un pubblico specialistico. Ne è un esempio la registrazione del dramma allegorico Rappresentatione di
Anima et di Corpo di Emilio de’ Cavalieri.17 Le note musicologiche sono di Claude
V. Palisca, Theophil Antonicek, Suzanne Clercx, E.H. Hiss e sono relative alla musica
italiana del Seicento e alla strumentazione del dramma, le cui indicazioni sono contenute nell’avvertimento Ai lettori, riproposto in versione fac-simile e nelle relative
traduzioni.
Dell’etichetta inglese Decca sono invece conservati 35 dischi. La Decca nasce
su iniziativa dell’imprenditore inglese Edward Lewis nel 1929. Pochi anni più tardi,
nel 1934, invertendo una tendenza largamente radicata, la casa inglese ha aperto una
filiale negli Stati Uniti, destinata tra l’altro ad un maggior successo della casa madre.18 La politica da subito adottata è stata quella di contenimento dei prezzi, mettendo sul mercato dischi a prezzi economici, quasi la metà del costo dei dischi EMI.19
Tra gli esemplari conservati ci sono alcune riedizioni delle prime registrazioni effettuate dalla casa inglese e dedicate al direttore d’orchestra svizzero Ernest Ansermet
alla testa de L’Orchestre de la Suisse Romande, e alcune incisioni appartenenti alla
serie “Eclipse” e “Ace of Clubs” - tra cui alcune del Quartetto Italiano.20 Sono
dedicate al repertorio strumentale invece le incisioni degli Études d’execution transcendante di Liszt eseguiti da Vladimir Ashkenazy, che con la Moscow Philharmonic Orchestra diretta da Kyrill Kondrashin esegue anche musiche di Rachmaninov.
Di questa etichetta sono conservate anche due registrazioni di un giovanissimo
Abbado che dirige la London Symphony Orchestra in musiche di Mendelsshon e
Prokof’ev e di Luciano Pavarotti in una raccolta di arie con la Vienna State Opera
Orchestra and Chorus e la New Philharmonia Orchestra and Chorus. Sono ancora
Decca le Sonate di Galuppi e di Scarlatti eseguite da Arturo Benedetti Michelangeli
e le Sinfonie di Mozart eseguite dalla New Philharmonia Orchestra con la direzione di Carlo Maria Giulini.21
17
Composto per “recitar cantando” e messo in scena ad opera dei padri filippini di Roma nel 1600, fu un
grande evento mondano e rappresenta una tappa importante nella storia del melodramma, proponendo uno
stile atto “a diversi affetti muovere gli spettatori”. In realtà sarà l’Euridice di Ottavio Rinuccini, messa in scena
a Firenze nel 1600, il primo dramma interamente cantato di cui possediamo la partitura completa nelle due
edizioni di Jacopo Peri e di Giulio Caccini. Cfr. Renato DI BENEDETTO, Poetiche e polemiche, in Lorenzo
BIANCONI-Giorgio PESTELLI (a cura di), Storia dell’opera italiana, Torino, EDT/Musica, 1988, 6 voll.: vol. VI,
Teorie e tecniche. Immagini e fantasmi, pp. 5-7 e Lorenzo BIANCONI, Il Seicento, Torino, EDT/Musica, 1991,
p. 176.
18
Una larga fetta della produzione negli Stati Uniti era infatti destinata ai juke-box. Negli anni ‘30 il ‘fonografo
meccanico’, comparso già nel 1889, era largamente diffuso in tutti i locali pubblici con il modello “Orchestrope”
di Homer E. Capehart, funzionante con ben 56 selezioni. Nel 1939, 40 milioni di dischi prodotti dall’industria
discografica erano assorbiti dai juke-box, di cui 19 della Decca. Dietro questa situazione c’erano ragioni d’ordine
giuridico: il caso juke-box, infatti, non veniva riferito alla legge del 1909 sul copyright, per questo i locali dove
si ascoltavano dischi non erano tenuti a pagare i relativi diritti d’autore. Cfr. CERCHIARI, op. cit., p. 101.
19
Ibid., p. 96.
20
La formazione comprendeva Paolo Borciani, Elisa Pegreffi, Piero Farulli, Franco Rossi.
21
Entrambi i dischi riportano il phonogram del 1965.
93
I documenti sonori: prime considerazioni sulle registrazioni musicali
Novantatre sono invece i dischi della CBS - Columbia Broadcasting
System - nata negli Stati Uniti come stazione radiofonica.22 Il fondo comprende incisioni storiche pubblicate nella serie “Odissea. Esecuzioni Leggendarie”,
“Odissea. Musica del nostro tempo”, “International Masterworks”, “Classics”23
e “Grand interprètes”. Sono riproposte esecuzioni della Columbia Symphony
Orchestra diretta da Bruno Walter, della Philadelphia Orchestra diretta da
Eugene Ormandy, della Cleveland Orchestra diretta da George Szell. Accanto
alla produzione americana sono conservate anche produzioni della CBS italiana. Al periodo compreso tra gli anni ’60 e ’70 rimandano i phonogram delle
incisioni di E. P. Biggs, Isaac Stern e Glenn Gould (che esegue Schoenberg e le
Variazioni Goldberg di Bach), ma anche del celebre concerto del 18 maggio
1976 alla Carnegie Hall allestito per festeggiare l’ottantacinquesimo anniversario della sua apertura. La CBS ha realizzato anche una serie di registrazioni di
Igor Stravinskij dirette dall’autore stesso: la biblioteca possiede cinque dischi
che contengono tra l’altro Petrushka - nella sua versione integrale del 1947 - il
Monumentum pro Gesualdo, L’historire du suldat, l’Epitaphium per flauto, clarinetto e arpa. Di Stravinskij è anche la Firebird-suite eseguita, con Music for
strings, percussion and celesta di Bartók, dalla BBC Sympony Orchestra sotto la
direzione di Pierre Boulez. Tra le molte incisioni spiccano anche concerti tenuti
alla Carnegie Hall nel 1966 da Horowitz24 e l’esecuzione del Concerto per due
pianoforti, percussione e orchestra di Bartók diretto da Bernstein e inciso per la
prima volta dalla CBS. Prima registrazione è anche il Concerto per violino e
orchestra, opera postuma dello stesso Bartók, eseguito da Isaac Stern e dalla
Philadelphia Orchestra con la direzione di E. Ormandy.
Americana è anche l’echitetta RCA - Radio Corporation of America - che
nasce negli Stati Uniti nel 1919 per intervento dello stesso Governo preoccupato di
riportare ordine nello scenario di guerre incrociate tra le società promotrici della
radio, all’indomani del suo avvento. Si trattava quindi di una corporazione delle
principali emittenti radiofoniche,25 ma ben presto la forte concorrenza del sistema
22
L’avvento della radio, brevettata da Guglielmo Marconi nel 1895, ha minacciato profondamente l’industria
discografica dei 78 giri: diversamente dal grammofono, infatti, offriva un servizio gratuito, compresa molta
musica, e gli apparecchi radiofonici disponevano di altoparlanti e di una manopola di regolazione del volume, il
che consentiva di sonorizzare un’intera stanza. L’industria discografica per ovviare alla temibile concorrenza ha
risposto facendo propria la principale innovazione tecnologica introdotta dalla radio, cioè la dimensione elettrica.
Sono nati così i radio-grammofoni che, utilizzando in una sola soluzione l’altoparlante e il sistema elettrico,
collegato sia al giradischi che alla radio, hanno sancito il primo passo del processo di fusione tra produzione
discografica e radiofonica destinato a svilupparsi ulteriormente negli anni a venire. Cfr. Ibid., pp. 85-87.
23
La busta che contiene il disco, all’interno della custodia rigida, è graziosamente decorata con motivi retrò
e contiene l’elenco delle registrazioni della serie “Classics”, richiamando un po’ la veste grafica degli antichi
78 giri.
24
Dopo dodici anni di assenza dal palcoscenico, il maestro ritornò a suonare dal vivo alla Carnegie Hall nel
1965. Nel primo periodo della sua carriera artistica Horowitz aveva inciso sempre per la RCA e solo nel 1962
passò alla Columbia, così il suo ritorno alle scene fu felicemente accolto dalla casa discografica per rilanciare
le sue incisioni. Cfr. Piero RATTALINO, dalle note di copertina del disco Vladimir Horowitz interpreta Chopin.
25
Cfr. CERCHIARI, op. cit., p. 84.
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Grazia Carbonella
spinse gli investitori a fondere la RCA con la Victor Talking Machines,26 dando vita
alla RCA Victor Co. La Biblioteca possiede 11 dischi di questa etichetta. Si tratta di
registrazioni realizzate dalla RCA italiana27 tra cui alcune relative alla serie “LineaTre” e pubblicate sotto il marchio RCA Victrola.28 A quest’ultimo gruppo appartengono due dischi che contengono incisioni della NBC Symphony Orchestra sotto la direzione di Arturo Toscanini.29 Si tratta di registrazioni appartenenti al periodo americano del grande direttore che diresse per ben diciassette anni la NBC
Symphony Orchestra.30
Il fondo contiene anche un gruppo di dischi, per la precisione 112, pubblicati
dalla Fabbri in un duplice progetto editoriale: “I grandi musicisti” e “I grandi interpreti della musica”. Le collane, entrambe dirette da Edoardo Rescigno, presentano
un’analoga impostazione editoriale. I cofanetti, dalla veste grafica molto curata, si
aprono a libro e contengono diverse pagine con lunghe note storiche relative ai
brani e al periodo storico - per “I grandi musicisti” - e note biografiche - per “I
grandi interpreti” - oltre ad un ricco impianto iconografico, con foto d’epoca,
facsimili di pagine manoscritte e locandine di concerti. Segue una scheda musicale
contenente gli incipit dei singoli movimenti, l’indicazione del periodo di composizione dei brani, la dedica, il luogo di conservazione del manoscritto autografo, l’anno della prima edizione e il titolo originale dell’opera. Chiude il cofanetto una
discografia ragionata, curata da Renato Garavaglia, relativa al contenuto di ciascun
disco con qualche suggerimento di ascolto. Le registrazioni sono tratte da diversi
cataloghi e sono riproposte sotto concessione dalla Vox, MMG, Polyband, Vanguard
Recording Society. Particolarmente interessanti sono i diciotto dischi di natura
monografica della collana “I grandi interpreti” anche per la pregnanza delle note
biografiche firmate da noti musicologici: tra questi Giuseppe Pugliese che firma
Karajan, Luigi Fait per Gazzelloni, Rostropovic e Richter, Piero Rattalino per
26
La Victor nasce nel 1900 dalla filiazione della United State Gramophon Company di Berliner ad opera di
Jesse Johnson. Per una serie di azioni legali, la Gramophon sarà costretta ben bresto a confluire nella Victor
(che per questo motivo poté impiegare l’immagine del cagnolino Nipper). Cfr. ibid., p. 30
27
La multinazionale americana era sbarcata in Italia già nel 1953 interessata soprattutto a stabilire rapporti
con il mondo della televisione e del cinema. Cfr. ibid., p. 161.
28
Il Victrola era un mobile grammofono realizzato dalla Victor nel laboratorio di Cadmen. Si distingueva
per la linea elegante e l’altezza media, offrendo per la prima volta una spazio per riporre i dischi. Cfr. ibid., p.
103.
29
Si conservano registrazioni de I pini di Roma di Ottorino Respighi, di brani tratti da Psyche di Cesar
Franck e da Iberia di Debussy.
30
Tutte le incisioni realizzate in questo periodo nello studio 8H sono conservate su dischi campione. “Si
tratta di dischi di acetato di 16 e 17 pollici prodotti a 33 giri e 1/3, ma con un solco largo quanto quello dei
dischi a 78 giri. Non destinati alla distribuzione commerciale, tali dischi avevano termini di frequenza e di
gamma dinamica molto più ampie di quanto gli apparecchi per uso domestico non siano in grado di riprodurre.
L’aspetto più importante è che, essendo i concerti del Maestro con la NBC ben conservati su dischi campione,
abbiamo la documentazione relativa agli ultimi 17 anni della sua attività americana. Il lavoro di nessun altro
direttore di questo periodo è così ben documentato”. Cfr. Mortimer H. FRANCK, Toscanini in esilio: gli anni
americani, in Toscanini, Atti del Convegno “Bologna per Toscanini” (Bologna 14 maggio 1991), Bologna,
Clueb, 1992, pp. 149-150.
95
I documenti sonori: prime considerazioni sulle registrazioni musicali
Gieseking e Horowitz, Lorenzo Arruga per I Solisti Veneti, Romano Giacchetti
per Stokowski, per citarne solo alcuni.
La più giovane tra le etichette possedute è la Philips nata in Olanda nel 1929
come Philips Gloeilompenfrabrieken, originariamente compagnia elettrica. Il fondo contiene 190 unità discografiche distribuite nelle collane “Universo series”,
“Trésor Classiques” e nel “Colin Davis Berlioz cycles”, registrazioni storiche queste ultime, dirette da Colin Davis in occasione del centenario della morte del celebre compositore. A questa etichetta appartengono incisioni di Claudio Arrau, del
Quartetto Italiano, del Concertgebouw-Orchester Amsterdam con la direzione
Bernard Haitink, che esegue le sinfonie di Mahler e di Bruckner, e dell’Academy of
St. Martin-in-the-Fields con la direzione di Neville Marriner. Durante gli anni ‘60
la casa discografica ha avviato un progetto di registrazione del catalogo di Vivaldi e
di Albinoni. Il successo è stato enorme, soprattutto per le Quattro stagioni eseguite
da I Musici, tanto da favorire un vero recupero di tutto il repertorio barocco, trascurato a lungo dall’industria discografica.31 La Biblioteca conserva 28 dischi contenenti registrazioni di questo ensemble.
Durante il lavoro di catalogazione è apparso subito evidente come nel corso degli anni gli acquisti siano stati fatti più per cataloghi editoriali che per aree
tematiche o per periodi storici, ad eccezione di un gruppo di undici dischi di
musica elettronica. Si tratta di registrazioni degli anni Sessanta, ma la sperimentazione musicale per la composizione di nuova musica era già partita dagli anni ’20
con l’allestimento dei primi laboratori.32 I dischi di musica elettronica conservati
nel fondo sono pubblicazioni della Deutsche Grammophon, della TurnaboutVox e della Compagnia Generale del Disco - in collaborazione con le Edizioni
Suvini Zerboni. Tra queste registrazioni si conservano Le voyage di Pierre Henry, 33 Gesang der Jünglinge di Karlheinz Stockhausen, Thema (Omaggio a Joyce)
31
Cfr. James CHATER, Philips, in The New Grove Dictionary of Music and Musicians, edited by Stansley
Sadie, London, Macmillan, 2001, 20 voll.: vol. XIX, pp. 587-589.
32
Attraverso l’intervento diretto sulle onde sinusoidali, con l’acquisizione del rumore bianco e con
l’applicazione dei filtri, il musicista non creava più con i suoni, ma ‘creava’ i suoni. Queste prospettive di
ricerca sono state affrontate nell’ambito della musica elettronica, per l’appunto, e negli studi di fonologia di
Colonia e di Parigi. Lo Studio di Fonologia della RAI di Milano , dove sono state realizzate le registrazioni di
alcuni dischi contenuti nel fondo, nasce invece nel 1955 per volontà di Bruno Maderna e di Luciano Berio che,
insieme ad Alfredo Lietti e Marino Zuccheri, hanno cercato di operare una sintesi tra le due opposte tendenze
espresse dagli studi di Parigi e di Colonia: da un lato c’era la poetica della musique concrète, legata alle esperienze
di Pierre Schaeffer, e dall’altro il principio della Klangerzeugnis, ovvero della produzione mediante la sintesi.
L’orientamento che perseguì lo Studio di Fonologia di Milano fu proprio quello di utilizzare il mezzo elettronico
per arricchire e trasformare le sonorità prodotte dalle voci e dagli strumenti. Cfr. U. DUSE, Per una storia della
musica…, cit., p. 101 e Enzo RESTAGNO, Ritratto dell’artista da giovane, in Enzo RESTAGNO (a cura di), Berio,
Torino, EDT/Musica, 1995, p. 11.
33
Pierre Henry nel 1951 ha collaborato con Pierre Schaffaer all’interno del “Groupe de recherches de
musique concrète” (GRMC) presso lo Studio d’Essai della RTF (Radiodiffusion Télévision Française) per
classificare i suoni. Cfr. Marc BATTIER, Laboratori, in J.J. NATTIEZ, Enciclopedia della musica..., cit., vol. I, p.
406.
96
Grazia Carbonella
di Luciano Berio.34 Dell’etichetta Turnabout-Vox sono anche le registrazioni del
Bolero35 di Maurice Ravel che dirige personalmente la Lamoureux Orchestra e della
Sonata for two pianos and percussion36 di Béla Bartók che suona in compagnia di
Ditta Pasztory Bartók.
Per completare il panorama delle etichette presenti nel fondo fin’ora visionato
non possiamo non citare la Cetra e la Fonit-Cetra. La Compagnia per Edizioni,
Teatro, Registrazione e Affini, nasce nel 1932 come antagonista de La voce del padrone/Columbia connotandosi subito come ‘interfaccia’ discografica della radio
pubblica EIAR e diventando lo sbocco naturale su 78 giri degli artisti legati alle
orchestre della radio. Con l’inizio della seconda guerra mondiale si fonda con la
Fonit, Fonodisco Italiano Trevisan fondata nel 1911: da questa fusione nasce la
Fonit-Cetra.37 A questo gruppo di dischi appartengono soprattutto incisioni di repertori operistici, antologie di arie e di celebri cori del melodramma italiano. Piuttosto divulgativo anche il catalogo della casa discografica Fontana di cui si conservano una quarantina di dischi di natura per lo più antologica (melodie classicoleggere, celebri valzer, concerti di Natale) oltre ai Concerti grossi di Händel e al
Clavicembalo ben temperato di Bach. Tra le etichette straniere si conservano anche
12 dischi dell’Hungaroton: sono registrazioni prevalentemente degli anni ’70 tra
cui alcuni dischi dell’edizione integrale delle opere di Béla Bartók, e musiche di
Bach dirette da Otto Klemperer.
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Gesang der Jünglinge di Stockhausen, è il primo capolavoro in linea con quel processo di destrutturazione
della parola, diffuso nel secondo dopoguerra, che ha portato i compositori ad indagare gli elementi fonologici
della voce e a manipolarli per i propri progetti sonori. “[…] le parole, tratte dal testo biblico ‘Canto dei
giovani alla fornace’, in parte cantate e in parte recitate dalla voce di un fanciullo, una volta registrate su nastro
vengono poi trasformate magneticamente e mescolate con suoni prodotti dalla macchina fino a ottenere un
continuum ordinato secondo ‘famiglie sonore’. Su analoghi principi due anni dopo Berio compone Thema
(Omaggio a Joyce) avvalendosi esclusivamente della voce di Cathy Berberian e di un brano tratto da Ulysse di
Joyce. Le parole, in sé fortemente onomatopeiche e musicali all’inizio, dove sembra che venga esposto, appunto,
il tema su cui si svolgerà il pezzo, indi si dilatano e si trasformano allo scopo di raggiungere una “nuova
possibilità d’incontro tra lettura di un testo poetico e la musica”. All’estremo limite dell’elaborazione elettronica
la voce umana scompare ed è sostituita dalla sua riproduzione attraverso sintetizzatori e modulatori di
frequenza”. Cfr. Rossana DALMONTE, Voci, in NATTIEZ, op. cit., p. 303. La citazione contenuta è di Luciano
BERIO, Poesia e musica-un’esperienza, in «Incontri Musicali», 1959, 3, p. 99.
35
Il disco contiene anche La Vallée des cloches, da Miroirs, Chansons madécasses e Pavane pour une infante
défunte.
36
Il disco contiene anche una scelta di brani da For Children, Evening in Transilvania, Bear’s dance.
37
Cfr, CERCHIARI, op. cit., p. 119 e Eliot B. LEVIN, Cetra, in The New Grove Dictionary…, cit., vol. V, p. 402.
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