Vento largo (69)
Le vicende degli uomini, famosi e oscuri, rifluiscono in quelle delle
Venpiogge e nevicate, in quelle degli animali e delle
stagioni con le loro
piante, degli oggetti con la loro tenacia e la loro consunzione.
(Claudio Magris, Microcosmi)
(libri) Marcello Fois
La Sardegna, il mare, il Mediterraneo con tutti i suoi legami di migranti, conflitti, mercanti, viaggi e
speranze raccontati con lo spirito di un testimone oculare e prezioso e l’attenzione di chi sa leggere
L’importanza dei luoghi comuni. Come scriveva in Un altro mondo (Einaudi), nella sua scrittura “tutto sembra
diventare via via piú pesante e avvolgente”. Vale per i paesaggi, le storie, i caratteri e quei frammenti di
vita che vagano nell’aria. Tra i migliori scrittori italiani di oggi, senza dubbio.
(dischi) Fabrizio De André
Fabrizio De André è stato qualcosa in più di quello straordinario cantautore (il più grande) che tutti
conoscono: è stato un profondo e acuto testimone nel nostro tempo, capace di interpretarne, attraverso
la poesia e la musica, le contraddizioni, le assurdità, ma anche la bellezza. Non è un caso che il suo
viaggio reale, dai vicoli di Genova alle alture della Sardegna sia stato sottolineato dall’altro viaggio
(altrettanto reale) confluito nel capovaloro di Creuza De Ma. Il mare, una frontiera sempre aperta.
(libri) Francesco Biamonti
Un personaggio schivo, timido, quasi misterioso, che si divideva tra la passione per la pittura e la vita
sulle frontiere: tra Italia e Francia, tra terra e mare, tra giorno e notte. I suoi romanzi (tutti bellissimi, a
partire da Attesa sul mare) pur costruiti con un linguaggio vicinissimo alla poesia (e spesso intriso di altre
lingue e di dialetti) e pur ambientati nell’affascinante microcosmo dell'entroterra ligure dell'estremo
Ponente, abbracciano tematiche universali, attuali e pungenti.
(dischi) The Gang
Dai tempi di Le radici e le ali, senza dubbio uno dei dischi di musica italiana più importanti di sempre, i
Gang hanno continuato il loro viaggio verso la terra, le proprie origini: una ricerca che li ha portati a
confrontarsi con la musica tradizionale, senza perdere di vista il rock’n’roll. Un po’ contadini, un po’
briganti, ormai vivono la musica come moderni cantastorie, viandanti che tutti gli anni attraversano il
nostro sgangherato paese in cambio di un tozzo di pane e di un pieno di benzina. Unici.
(libri) Dino Buzzati
Basterebbe Il deserto dei tartari, a renderlo indispensabile: il mistero di un’attesa, l’infinita solitudine, una
fortezza che è una prigione perché ci arrivano per “l’ora miracolosa che almeno una volta tocca a
ciascuno. Per questa eventualità vaga, che pareva farsi sempre più incerta col tempo, uomini fatti
consumavano lassù la migliore parte della vita”. Uno scrittore fondamentale come ha scoperto, non
ultimo, anche J. M. Coetzee (premio Nobel 2003, non uno qualsiasi) che a lui si è ispirato.
(dischi) Gianmaria Testa
Quando le sue prime Montgolfières decollarono in cerca di Altre latitudini lasciando la terra delle Langhe
per cieli più ampi, Gianmaria Testa accudiva i treni, e come un viaggiatore in una notte d’inverno, ne
trasformava le traiettorie in canzoni destinate, prima o poi, a incrociarsi con il jazz, con gli chansonnier
francesi, con tutto quel mondo raffinato e ombroso che ha raccontato in oltre vent’anni di carriera. E’
un artista che sta Da questa parte del mare, dove la musica suona sempre un po’ più dolce.
(libri) Cesare Pavese
Un raffinatissimo osservatore, capace di leggere negli occhi le colline piemontesi così come gli
amatissimi mondi americani, convogliandone la percezione in una scrittura puntuale, concreta, elegante
che, come scriveva in Il mestiere di vivere "nasce non dall’our life’s work, dalla normalità delle nostre
occupazioni, ma dagli istanti in cui leviamo il capo e scopriamo con stupore la vita". Qualcosa che va
oltre le quotidiane contingenze e ci rende più umani. Da leggere e rileggere.
(dischi) Francesco Guccini
Sono stati tanti, I giorni cantati di Francesco Guccini: è stato la voce (baritonale) più ascoltata e profonda
in anni e anni dove era facile confondere le canzoni con le rivoluzioni, è stato l’anfitrione di una
Bologna il cui cuore batteva per tutta una nazione, e alla fine, perché poi si torna sempre lì, L’ultima
Thule l’ha trovata sull’Appennino dove l’amore, la morte e altre sciocchezze suonano come un eco
lontano. Poi, le rivoluzioni passano, sono le canzoni che restano. Sincero, onesto, coerente fino in fondo.
(libri) Mario Rigoni Stern
Le Stagioni di Mario Rigoni Stern ci hanno insegnato a guardare attraverso la neve, intravedendo
l’indicibile eredità della guerra e poi la suprema magia della natura nel suo svolgersi. Pochi hanno letto
nel legame con il bosco, il sentiero, l’inverno, la montagna quel senso di appartenenza che chiamiamo
memoria. Solo lui è stato capace di descrive lo smarrimento, con una metafora infinita: “Dove abbiamo
camminato quella notte? Su una cometa o sull'oceano? Niente finiva più”. Da ricordare, spesso.
(dischi) Paolo Conte
Come Gianmaria Testa, suo vicino di casa, o Francesco Biamonti, anche Paolo Conte ha trovato la
destinazione del suo viaggio varcando le colline verso la Francia. Paris milonga è stata generosa con il
nostro miglior chansonnier e da allora, Paolo Conte si è ritagliato un angolo originalissimo nella musica
d’autore italiana, rivelandosi anche un performer eccezionale e istrionico. Dote, quest’ultima, che deve
anche alle sue passioni per il jazz e per il cinema che, tutto sommato, condividiamo.
(promemoria)
Il (69) di Vento largo è speciale perché ricorda
artisti che hanno un rapporto privilegiato con la
natura, e non a caso: vi aspettiamo sabato
25/01, alle 17.30 per iniziare un nuovo anno
insieme, parlando di Cormac McCarthy.
Vento largo è la newsletter di Zig Zag, via
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