Una pagina dolce e di sorridente malinconia (W. A. Mozart, Trio per

www.fondazionegraziottin.org, Area divulgativa - Strategie per stare meglio 10/01/17
Una pagina dolce e di sorridente malinconia (W. A. Mozart,
Trio per clarinetto "Kegelstatt-Trio", K. 498)
Proposte di ascolto di Pino Pignatta
Wolfgang Amadeus Mozart
Trio per clarinetto “Kegelstatt-Trio” (Trio dei birilli), K. 498
Andante – Minuetto - Rondò. Allegretto
Martin Fröst, clarinetto; Roland Pöntinen, pianoforte; Maxim Rysanov, viola
Due giganteschi mazzi di fiori sul palcoscenico e al centro Mozart. I colori e la vita della natura
che incastonano le gemme vere, i timbri e la luce, vividi e insieme nostalgici, del compositore
austriaco, morto cinque anni dopo aver scritto questa pagina nella più fredda indifferenza della
Vienna imperiale. Quanto ci piacerebbe che anche la televisione pubblica italiana, la Rai,
trasmettesse questi gioielli in prima serata, come fa con regolarità l’emittente olandese Avatros.
Ed è con uno di questi concerti che vogliamo iniziare il nostro 2017. Tre anni appena separano
questo meraviglioso Trio per clarinetto, viola e pianoforte KV 498, composto nell’agosto del
1786, dall’altro gioiello cameristico del Mozart trentatreenne, il Quintetto per clarinetto e
quartetto d'archi K. 581, scritto nel 1789; e pochi anni di più lo separano da un terzo capolavoro
pensato per le sonorità del clarinetto, il Concerto KV 622, messo sul pentagramma nell’ottobre
1791, l’ultima composizione per strumento solista della sua vita. Mozart morirà due mesi dopo, a
35 anni.
Il Quintetto e il Concerto abbiamo già avuto l’occasione di raccontarli. Ora è la volta del Trio, una
delle opere mozartiane più interessanti composte durante il periodo fecondo che coincide con il
successo operistico delle “Nozze di Figaro”. Immaginati come piccole musiche da eseguire in
famiglia, sono di questi anni i Trii per pianoforte violino e violoncello, e l’assai popolare, già ai
tempi di Mozart, Trio per pianoforte KV 498, che ascoltiamo qui nella bella interpretazione al
clarinetto di Martin Fröst e del russo Maxim Rysanov alla viola, anche se con qualche sbavatura
pianistica, soprattutto nei trilli, dello svedese Roland Pöntinen. «Una pagina dolce, cantabile,
piena di magiche sonorità e sorridente malinconia che, secondo una tradizione non
confermata, Mozart avrebbe scritto per gli amici fra la chiassosa allegria di una partita a birilli»,
scrive Bernhardt Paumgartner nella sua biografia. Ed è per questo che la composizione è passata
alla storia con il titolo di “Kegelstatt-Trio”, cioè Trio dei birilli.
Condivide con le due straordinarie pagine successive – soprattutto con il Quintetto, che fu il
modello formale e poetico al quale s’ispirò Johannes Brahms per il suo Quintetto con clarinetto –
il
timbro
carezzevole
e
nostalgico,
la
mezza
tinta
estremamente
versatile
ed
espressiva, di questo strumento a fiato. Una sensazione rafforzata qui dalla viola, l’altra mezza
tinta malinconica nella famiglia degli archi, come se Mozart avesse voluto lasciare al solo
pianoforte le emozioni e i registri dell’anima più allegri e spensierati, affidando ai due strumenti
coprotagonisti, con il clarinetto per lunghi tratti assoluto dominatore, le sue inquietudini più
“brunite”, le ombre della vita, il mal di vivere. L’altra caratteristica che accomuna i tre lavori
clarinettistici è, infatti, la parte dell’esistenza del compositore che va dal 1780 circa alla morte:
anni di malattia, di amarezze per non essere del tutto compreso e apprezzato nella spinta
rivoluzionaria della sua musica rispetto alle convenzioni artistiche dell’epoca, con conseguenti
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Una pagina dolce e di sorridente malinconia (W. A. Mozart, Trio per clarinetto "Kegelstatt-Trio", K. 498)
difficoltà economiche dovute alla scarsezza delle entrate, che obbligavano Mozart a dare lezioni
private o a scrivere pagine di facile ascolto popolare (come tanti suoi Concerti per pianoforte e
orchestra eseguiti a Vienna dallo stesso autore, all’aperto, pur di guadagnare, anche se il tempo
ha fatto giustizia e sappiamo che sono capolavori).
E anche questo Trio KV 498, che sfodera una nobiltà cameristica e una fitta trama armonica non
certo pensate per “fare cassetta”, ma per lasciare sul pentagramma un’alternanza di stati
d’animo tipicamente mozartiani, appartiene al periodo non felice per le condizioni del
compositore. Con tutta probabilità Mozart lo dedica agli amici Anton Stadler, celebre clarinettista
dell’epoca, al barone Gottfried von Janquin, e a Micheal Puchberg, un ricco viennese
commerciante di tessuti, i quali non mancheranno di soccorrere il compositore nei momenti di
più grave difficoltà economica e sofferenza. Appena qualche anno dopo questo Trio, e a
proposito di un altro Trio, il Divertimento KV 563, Mozart scrive a Puchberg: «Il Conte Hadik mi
ha pregato di fargli sentire domani la pagina che ho scritto per Lei. Mi prendo la libertà di
invitarla. Sarei venuto io stesso, ma a causa di dolori reumatici ho un cerchio alla testa che
rende ancora più penosa la mia situazione. Ancora una volta: mi aiuti in misura delle Sue
possibilità, soltanto per questo momento, e mi perdoni. Eternamente Suo, Wolfgang Amadeus
Mozart».
Siamo quasi all’umiliazione, se pensiamo a chi scriveva questa lettera. Ma il riscatto musicale
e morale del compositore è già tutto nell’attacco del Trio, nell’Andante che apre questa pagina
meravigliosa. Nei primi due minuti di musica, nell’innovativa funzione assegnata al clarinetto, e
nel dialogo timbrico con viola e pianoforte, nel loro alternarsi nell’esposizione dell’idea melodica
principale, c’è tutto il Mozart di questi anni: la malinconia (nonostante l’intero Trio sia in tonalità
maggiore, a parte struggenti modulazioni in minore), l’estrema cantabilità (vi diventerà
spontaneo accompagnare con il canto i suoi fraseggi), la luce degli innesti melodici, il ripiegarsi
della tristezza negli angoli più bui del timbro clarinettistico e nella morbidezza della viola. Con il
tema principale che sentite all’inizio a dominare incontrastato anche nella coda dell’Andante,
delineando una chiusa altamente poetica.
Segue un secondo movimento, il Minuetto, che mostra la sua arte più seducente nei giochi di
imitazione dei tre strumenti. E poi arriva il finale, un Rondò Allegretto, con un’autentica fioritura
di purissime invenzioni, e con un incantevole tema-ritornello delineato dal clarinetto. Ha scritto il
musicologo Giovanni Carli Ballola a proposito di questo terzo movimento: «Poche altre cose nella
musica di Mozart, come questo Rondò, sono paragonabili al pullulare inesausto delle sue
melodie».
Buon ascolto.
Per approfondire l'ascolto
1) Wolfgang Amadeus Mozart
Clarinet Trio “Kegelstatt” KV 498 – Piano Trios KV 502 & 542
Andras Schiff, pianoforte (Elatus, disponibile anche su Apple Music e Google Play)
2) Wolfgang Amadeus Mozart
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Una pagina dolce e di sorridente malinconia (W. A. Mozart, Trio per clarinetto "Kegelstatt-Trio", K. 498)
The complete Trios – The Clarinet Trio “Kegelstatt” KV 498
Beaux Arts Trio (Philips, disponibile anche su Apple Music e Google Play)
3) Mozart & Brahms
Clarinet Quintets
David Shifrin & Emerson String Quartet (Deutsche Grammophon, disponibile anche su Apple Music
e Google Play)
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