Una scelta di qualità: la correlazione scolasticamente intesa

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IDENTITÀ DELL’IRC
Una scelta di qualità:
la correlazione
scolasticamente intesa
Premessa
Oggi si parla tanto del «principio di correlazione» (C) sia nell’insegnamento della religione (IRC) come e più ancora nella catechesi.
La patria «didattica» di questo fenomeno è la
Germania con il suo Religionsunterricht (che
non coincide, per sé, con il nostro insegnamento della Religione).1 Si sa che sono state
fatte delle critiche a una comprensione ingenua di tale «principio»;2 d’altra parte se ne
ammette l’indispensabilità per un insegnamento che voglia essere formativo.
Di fatto il principio di C è alla base del Documento conclusivo della sperimentazione nazionale sull’IRC per la formazione dei docenti di religione (2001; DocSper); segnatamente in riferimento alle «matrici progettuali».
Qui, sotto forma di brevi affermazioni, si intende «divulgare pedagogicamente» il senso e
l’applicazione di tale principio nel contesto
della scuola di Religione.3
1. Qualità della correlazione
■ La C. poggia sul fatto che ogni persona vive di relazioni che si manifestano in uno
scambio reciproco interpersonale, giacché tra
le persone sussiste radicalmente una comune
Per la riflessione
e il confronto
Cesare Bissoli
piattaforma umana (= humanum, esistenziale). Se tale relazione è vista e voluta nel suo
profilo autentico, ossia come relazione genuinamente «umana», tra soggetti liberi e intelligenti, la correlazione diventa positiva arricchente; altrimenti si deteriora, creando giustapposizione superficiale (socializzazione
estrinseca), indifferenza, conflitto.
Essendo la vita normalmente interpellata da
problemi, la correlazione trova spazio privilegiato attorno a nodi significativi. Concretamente la correlazione vive di «domande-risposte» nell’area della vita che ogni partner si
dà confrontandosi con quelle degli altri.
La connessione può essere diretta, o remota
(ad es. la conoscenza delle fonti bibliche).
■
■ Ecco due applicazioni concrete:
• Solo dove c’è un convincimento sul valore
Cf come modello esemplare, La didattica dell’IRC in
Germania. Il “Grundlagenplan”. Un libro per un confronto, Elledici, Leumann (Torino) 1990.
2
Cf HILGER G., Korrelationsdidaktik, in Lexikon der
Religionspaedagogik, Bd.1, Neukirchener, NeukirchenVluyn 2001.
3
Faccio riferimento allo studio di R. FINAMORE TESTA apparso in «Religione e Scuola», nn. 5 e 6, 1991-1992 (La
correlazione nell’IRC.Un’indagine e una ricerca), e n. 2,
1992-1993 (Quale profilo dell’ IdR nella didattica della
correlazione?); cf TORIELLO F., Per una didattica dell’insegnamento della religione. Orientamenti, proposte,
metodi, Elledici, Leumann (Torino) 2001, 128-176 (l’A.
si richiama al pensiero di J. Gevaert).
1
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MAG. 3
umanizzante di questo processo e come tale
viene svolto (e non come un gioco ad incastro
meccanico), si legittima e trova incidenza la C
in ambito religioso (cristiano) così tipicamente spinto sulla vita.
• L’allenamento sul rapporto «domanda-risposta» intorno alla vita, diventa momento
preliminare e pervasivo del processo di C.
volto, ma non nella maniera della catechesi,
pur avendo lo stesso oggetto: viene invece
coinvolto secondo le modalità della scuola (=
correlazione scolasticamente intesa).
2. Correlazione
in ambito religioso
■ La correlazione in ambito cristiano si realizza in una dinamica di reciproca interpellazione, tra mondo dell’uomo e mondo di Dio,
sugli esistenziali umani in chiave religiosa.
• Ciò richiede che i due poli della correlazione (alunno e testo biblico) vengano stimolati come soggetti personali, pronti ad un incontro significativo (res tua agitur), e nello
stesso tempo avvertiti della asimmetria inestirpabile che c’è tra loro («Dio non è un semplice uomo»; «Dio dà risposte secondo Dio»:
risposte che suscitano nuove domande, sfide
ulteriori).
• Si nota, inoltre, che nel fatto o testo o problema si realizza il tema; di esso, si colgono
gli «esistenziali» comuni dei due poli (essere
agli altri, al mondo, alla vita, all’assoluto):
di qui i valori di amore, odio, vita, morte, futuro, lavoro, speranza, religione..., con la loro
presenza e deficienza. Entrano in gioco le
personali riflessioni, ma anche quelle altrui,
dalle mode ai sistemi di significato (filosofie). Sono i codici di espressione culturale
(storia, filosofia, arte, poesia...).
■ La C tanto più si propone quanto più l’emergenza dell’humanum si fa forte e intenzionale. Ivi la relazione tra persone è esplicita e finalistica. Tale è il mondo dell’amore,
della religione, della scuola, dell’educazione.
Il dialogo (confronto, ricerca) ne è la prima
forma «leggera», elementare, comune. Lì le
domande-risposte che partono da istanze vitali
devono poter mantenere la loro vitalità secondo i servizi specifici di ciascuna agenzia.
■ Eminente è il caso del mondo religioso
(cristiano), dove l’uomo è considerato dal
punto di vista di Dio, vive di domande-risposte su misura di Dio. Ivi la C ha il suo luogo
storico e tecnico di attuazione, nel confronto
fra il mondo dell’uomo (esperienze umane) e
il mondo di Dio (testificato da esperienze bibliche e postbibliche cristiane). La C è diventata termine della comunicazione religiosa efficace.4 Ivi il rapporto «domanda-risposta» infatti raggiunge il livello delle domande
e risposte trascendenti e decisive.
La correlazione – che è un metodo di comunicazione, nel mondo cristiano religioso
– a livello educativo riconosce:
• la via classica, tradizionale della catechesi:
correlazione tra umanità dell’uomo ed umanità di Dio (Gesù, la Bibbia, i testimoni postbiblici) in maniera intenzionale, liberamente
scelta e vissuta come esperienza di fede (=
correlazione catechisticamente intesa);
• la via dell’IRC: anch’esso ne viene coin-
■
3. Dinamica
della correlazione
Distinguiamo:
A) livello di fondazione od ontologico («nessun uomo
è un’isola», «ci permettiamo di esistere a vicenda»):
– esperienziale primario: i dati di fatto del comune scambio, positivo o negativo, nella vita (dialogo, giornale,
predica...);
– filosofico: la intrinseca relazionalità-reciprocità della
natura umana (da Aristotile a Levinas);
– teologico: la reciprocità Dio ed uomo e tra le persone
nella Rivelazione (antropoteologia: P. Tillich, K. Rahner,
E. Schillebeeckx).
B) livello di attuazione o pedagogico-didattico (dialogo,
insegnamento, educazione, quindi famiglia, scuola, chiesa).
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• In concreto si profila un intreccio di domanda-risposta di senso a cui i due poli in due
colonne ideali pervengono con i loro codici:
che risposta dona l’uomo (di ieri, di oggi) alla domanda, ad es., sul dolore? quale invece
viene data da Gesù, dai testimoni cristiani...?
• Si stabilisce un confronto dialettico fra i
due poli, in termini di convergenza, di divergenza, di proposta. E viene prestata particolare
attenzione al polo religioso (si è nell’ora di religione!), in modo da vedere quale «umanità»
nuova ne scaturisce.
• Si integra la relazione (domanda-risposta)
dell’uomo di oggi con l’uomo biblico (= le radici, Gesù Cristo), introducendo voci postbibliche (testimoni) come forma di attualizzazione positiva (o negativa).
4. Correlazione
nell’IRC e nella catechesi
nome della ragione e quindi nell’indagine
culturale. Si fa leva sulle ragioni (obiettivi) del
processo di C (una promozione umanizzante,
una produzione storica culturale) e sul modo
di farlo (attraverso documentazione e riflessione razionale). Ciò non toglie l’esposizione
al coinvolgimento personale, anzi, trattandosi di domanda umana seria, la crescita di coscienza e della problematica inerente è segno
di apprendimento maturo. La fede, senza essere praticata, trova qui la sua preparazione
migliore.
■ L’IRC aiuta a cogliere le regole del gioco,
la catechesi a realizzarlo. O come dice R. Finamore Testa, l’IRC è la grammatica (le regole) della C, la catechesi ne è il «linguaggio», l’esperienza. L’IRC non è un gioco d’ artificio che prescinde dall’esperienza, ma piuttosto aiuta la catechesi a rendersi capace di
una C completa (cf articoli sopra citati: terzo
articolo, pp. 43-44).
■ Nell’IRC la C non avviene in nome della fede, anche nel caso di alunni credenti, ma in
REALIZZAZIONE
Il processo di correlazione
Matrice progettuale (DocSper)
L’humanum
(esperienza/dato della fede)
Unità tematica
(antropologica, teologica, biblica)
Esplorazione esistenziale:
la domanda di senso
La vita e le sue domande
Esplorazione esistenziale:
le risposte (umane e cristiane)
(livello esperienza, Bibbia, postbibbia)
Riferimenti ad altri ambiti
Contenuti specifici e discipline
Confronto dialettico
(avviene durante l’insegnamento)
La proposta
Sintesi fondamentale
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MAG. 3
ESERCIZIO
Rileggere con le informazioni ricevute una
matrice progettuale.
Per la scuola media
I grandi perché della vita aprono alla
scoperta di Dio che per i cristiani è il
Dio rivelato in Cristo.
(v. Sc elem./media, III livello 10-12 anni,
scuola di base, DocSper, p. 46).
Per la secondaria superiore
La morte e la vita nell’aldilà: teorie, convinzioni religiose e opinioni a confronto
con il cristianesimo.
(SS1C6, DocSper, p. 79).
1. Cogliere il problema umano che sta
sotto (= la vita e le sue domande) e vedere di perfezionarlo.
2. Attendendo alla colonna «Riferimenti
ad altri ambiti e discipline» sintetizzare le
domande-risposte dell’uomo, denominando i codici (esperienza, storia, arte...) e
apportando il proprio contributo.
3. Attendendo alla colonna «Contenuti
specifici» sintetizzare le domande-risposte della Bibbia, integrando con apporti
postbiblici (storia, testimonianze...).
4. Realizzare un confronto dialettico evidenziando cosa vi è di comune tra la posizione umana e cristiana, quali carenze
presenta la posizione umana, quale novità propone quella cristiana.
5. Leggere la sintesi fondamentale e vedere di perfezionarla (dice la pienezza della proposta cristiana? Come renderla comprensibile per gli alunni?).
6. Se volessi dare un titolo alla matrice
curricolare che risponda di più al tema proposto, quale daresti?
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TEMPO DI SINCRETISMI
Sette latino-americane, New Age, il fascino dell’Oriente.
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TECNICHE RIPRODUTTIVE
Dall’inseminazione artificiale alla fecondazione
in vitro.
Il problema è analizzato con attenzione alle indicazioni del magistero della Chiesa.
CARLO FIORE
SFIDA ECOLOGICA
L’ecologismo riformista, l’ecologismo fondamentalista, la deep ecology.
CARLO FIORE - G. GOZZELINO - M. INTROVIGNE
IL REVIVAL DEL SATANISMO
Il satanismo contemporaneo.
CARLO FIORE
EVANGELIZZARE LA CULTURA
La cultura radical-libertaria. Il «progetto culturale» dei vescovi. Cattolici e laici in dialogo.
CARLO FIORE
SÌ ALL’EVOLUZIONISMO
No alla lettura materialista. Dopo il «caso Galileo» il Papa chiude un altro conflitto storico.
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PER LA SCUOLA MEDIA
I grandi perché nella vita aprono alla scoperta di Dio
che per i cristiani è il Dio rivelato in Cristo
La vita e le sue domande
Come viviamo nella realtà che ci circonda? Noi siamo in relazione a...
Le grandi domande sull’esistenza interpellano in modo nuovo e più profondo il ragazzo
sulla complessità della realtà che lo circonda; religioni e tradizioni offrono alcune risposte significative.
I cristiani trovano nella Rivelazione divina il senso del loro esistere in relazione.
Riferimenti ad altri ambiti e discipline
Contenuti specifici
L’attuale società coni suoi aspetti, con le
sue opinioni e i suoi comportamenti (consumismo, efficientismo, tecnologismo,
razzismo) propone modelli di vita che,
veicolati dal linguaggio dei media, spesso
condizionano le domande-risposte di senso proprie della persona umana.
Il confronto con i diversi modelli di comportamento evidenzia come la visione
cristiana della vita apra alla progettazione
operosa della propria vita.
Con la parabola dei talenti (cf Mt 25,1430) Gesù si presenta come un vero modello di vita:
– nell’attenzione agli altri;
– nell’apprezzamento di chi si impegna
con le proprie forze;
– nel premiare chi mette a servizio del
prossimo le risorse personali.
Le religioni nelle loro diverse espressioni,
offrono risposte alle domande che toccano i problemi dell’esistenza e provocano la persona alla ricerca dell’Essere
trascendente, riconosciuto fonte e scopo ultimo dell’esistenza.
Le grandi religioni, con i loro libri sacri, offrono proposte di stili di vita.
Ebrei e cristiani trovano nella Scrittura,
secondo la loro esperienza di fede, il punto di riferimento della loro ricerca di senso.
Il cristiano incontra nella Rivelazione un
Dio Padre che in Cristo Gesù lo cerca, lo
accoglie e gli comunica la sua benevolenza (cf ad es: Is 49,15; Os 11,1-4); lo invita per una missione con uno stile di vita aperto al Regno di Dio e al servizio dei
più bisognosi.
La risposta della fede cristiana agli interrogativi dell’esistenza provoca i credenti
ad un dialogo con tutti gli uomini religiosi,
senza pregiudizi, finalizzato alla ricerca
del bene comune, nella salvaguardia del
creato, nella giustizia e nella pace.
Sintesi fondamentale
I cristiani trovano il significato pieno dell’esistenza di ogni persona nella Rivelazione divina che culmina in Gesù Cristo, compimento del progetto di amore di Dio per l’umanità.
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PER LA SECONDARIA SUPERIORE
La morte e la vita nell’aldilà:
teorie, convinzioni religiose e opinioni a confronto con il cristianesimo
La vita e le sue domande
La coscienza di dover morire ha portato l’uomo di ogni epoca a riflettere sul senso della vita e sull’esistenza di un aldilà. La morte e la sofferenza, soprattutto di quella innocente, scuote in modo particolare l’adolescente, che si apre a progetti di vita per il suo futuro.
Come può l’uomo vivere felicemente se la morte limita o può annullare i suoi progetti? Che senso
ha la vita, se si deve morire? Che senso ha la sofferenza? E dopo la morte, che succede? C’è qualcosa? Eventualmente che cosa?
Riferimenti ad altri ambiti e discipline
Contenuti specifici
I fatti dolorosi di ogni giorno che riguardano la
sofferenza e la morte, in modo particolare
quando coinvolgono giovani, portano l’adolescente ad interrogarsi.
Nella concezione cristiana il credente, non meno di ogni uomo, di fronte alla morte e alla
sofferenza prova un senso di ribellione e si interroga sul ruolo di Dio (cfr. il Libro di Giobbe).
Da sempre l’uomo si interroga di fronte alla
morte, si ribella a essa e cerca di darsi risposte religiose o filosofiche (cfr. ad es. documenti
della preistoria; antichi miti legati alla ricerca
dell’immortalità, come Ghilgamesh; lo Sheol
per gli ebrei, l’Ade per i Greci, l’Averno per i
Romani, una nuova incarnazione o l’attesa
della risurrezione...).
Riflettendo sulla storia della salvezza comprende che:
– Dio è buono e non può aver creato l’uomo
per la sofferenza e per il fallimento della vita;
– la morte e la sofferenza sono conseguenza
del mistero del peccato (cf Gn 2-3);
La letteratura italiana presenta diversi autori
che hanno riflettuto su questi temi offrendo
stimoli interessanti (da «La divina commedia»
di Dante, a «I promessi sposi» di Manzoni,
...alle poesie della trincea di Ungaretti...).
– tutta la storia della salvezza documenta l’impegno di Dio alla ricerca dell’uomo e la solidarietà con lui per liberarlo dalla sofferenza e
dalla morte (è vicino al popolo di Israele, sente il suo lamento, interviene in molti modi, ...).
Alcuni cenni semplici alla filosofia possono
completare il quadro di un’analisi interpretativa con posizioni diverse. Ad esempio le riflessioni di Agostino nelle «Confessioni» di fronte
alla morte di un amico o le riflessioni dei contemporanei come Heidegger e Sartre.
Gesù Cristo, Verbo incarnato, assume su di sé
la condizione umana ed il peccato dell’umanità
(cf ad es. Is 52,19; 53,12, Carmi del Servo di
Jahvé).
Con la sua passione morte e risurrezione dona all’uomo la vita eterna, liberandolo definitivamente da ogni schiavitù (cf ad es Fil 2,5ss;
Ef 1,3ss).
L’uomo moderno, non meno di quello antico,
cerca in tutti i modi di esorcizzare la morte, a
volte usando tutti i mezzi delle tecnologie avanzate per prolungare la vita, a volte occultando
la morte stessa.
Sintesi fondamentale
Di fronte allo scacco della morte e della sofferenza il cristiano si interroga, invoca Dio e a lui
si affida.
Nella passione, morte e risurrezione di Cristo, Dio libera definitivamente l’uomo dalla sofferenza
e dalla morte, donandogli la vita eterna.
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