Dr.ssa Federica Sozio U.O. Malattie Infettive ASL Pescara L’osso è un tessuto connettivo (cellule immerse in una matrice) Cellule Cellule osteoprogenitrici (cellule pluripotenti che, in seguito allo stimolo appropriato, si dividono e si differenziano in osteoblasti); Osteoblasti (sulla superficie ossea e sintetizzano e dispongono proteine di matrice. Possiedono recettori ormonali , per VitD e citochine. Diventano osteociti quando circondati dalla matrice); Osteociti: Cellule più numerose, funzione strutturale, di trasduzione di forze meccaniche e segnali biologici, con rilascio di mediatori chimici. Osteoclasti: cellule del riassorbimento osseo, derivanti dai monociti del midollo emopoietico. L’osteoclasta libera proteasi, enzimi litici, che degradano le proteine di matrice, creando lacune ossee (di Howship). Matrice di collagene con funzione di sostegno e trama Anatomicamente l’osso è costituito da una superficie esterna compatta (corticale), molto dura e resistente, e da un interno spugnoso contenente tessuto molle detto midollo. La parte superficiale dura è formata da un materiale composito di cristalli di idrossiapatite immersi in una matrice di collagene L’osso corticale non è però un tessuto omogeneo e compatto, ma un sistema di tubuli e lamine di materiale osseo di cui l’osteone rappresenta l’unità funzionale Nonostante siano in parte costituite da minerali, le ossa sono organi a tutti gli effetti: la loro parte minerale viene costantemente rinnovata da due tipi di cellule al loro interno, gli osteoclasti che distruggono l'idrossiapatite e gli osteoblasti che invece generano nuovi cristalli per rimpiazzare i vecchi (processo di rimaneggiamento osseo). La sollecitazione meccanica (il movimento cioè) è uno stimolo fondamentale al rinnovamento osseo. Sollecitazioni meccaniche stimolazione produzione ossea (pat:allettamento prolungato) Ipocalcemia produzione di PTH dalle Paratiroidi rilascio di Ca dall’osso Esternamente, le ossa hanno una superficie liscia e sono ricoperte da una membrana, il periostio che manca solo nei punti in cui le ossa si articolano tra loro per lasciar posto alla cartilagine protettiva e ad altre strutture (capsula sinoviale, dischi intervertebrali..) o nei punti di inserzione della muscolatura, in cui la superficie dell'osso si fa ruvida per favorire l'adesione delle fibre dei tendini. ossa lunghe, composte da una diafisi e due estremità dette epifisi con una zona intermedia di accrescimento nell'adolescenza detta metafisi. L’interno della diafisi è occupato interamente da midollo osseo giallo, per lo più adiposo, che non concorre all'emopoiesi. All‘interno delle epifisi si trova il midollo osseo rosso, responsabile dell'emopoiesi. ossa corte, costituite da tessuto osseo spugnoso circondato da uno strato sottile di tessuto osseo compatto; non contengono perciò midollo osseo ossa piatte, costituite da uno strato di tessuto spugnoso frapposto tra 2 lamine di tessuto compatto. Il tessuto spugnoso può presentare delle lacune più grosse contenenti residui di tessuto emopoietico. epifisi diafisi epifisi Il midollo osseo occupa il canale delle ossa lunghe e gli spazi intertrabecolari delle ossa piatte e delle epifisi. Nell’adulto, solo il midollo del tessuto spugnoso mantiene le caratteristiche ematopoietiche, mentre il midollo della cavità diafisaria assume un colore giallognolo quando sostituito da tessuto ricco di sostanze lipidiche. Contiene cell staminali che daranno origine a tutte le cellule del sangue. 206 ossa distinte in Assile : cranio e colonna Appendicolare: gli arti Meccanica: Supporto della struttura corporea Punto di azione dei muscoli Protezione: organi vitali (SNC, cuore, polmoni..) Metabolica e di riserva : riserva di ioni minerali (Ca e P) Midollo osseo Ossa piatte unite da suture (fisse) Articolazione temporomandibolare Frontale Parietali Temporali Occipitale Mascellari Mandibolare nasali Zigomatici Vomere Etmoide Sfenoide 33-34 Vertebre 7 cervicali 12 toraciche 5 lombari 5 sacrali fuse insieme 4 o 5 nel coccige Curvature fisiologiche per i carichi: Lordosi cervicale e lombare Cifosi dorsale vertebre Funzione di protezione di MS Corpo vertebrale Faccette articolari Processo spinoso Fori vertebrali x passaggio a vertebr Funzione di ammortizzatore di urti Nutritizia dell’osso Le ernie del disco vengono distinte in base al livello del disco il cui nucleo è erniato(ad es. L4-L5), alla posizione dell’ernia all’interno del canale vertebrale (mediana, paramediana etc.), alla fuoriuscita dai limiti dell’anulus (espulsa) o meno (contenuta), alla rottura del legamento longitudinale posteriore( retrolegamentosa) e in base alla migrazione in senso caudale o craniale. Le ernie del disco L4-L5 ed L5-S1 sono di gran lunga le ernie più comuni. Viene definita mediana un’ernia sita centralmente all’interno del canale vertebrale, paramediana un’ernia che risulta all’interno del canale vertebrale ma spostata più lateralmente, posterolaterale un’ernia sita all’origine del forame intervertebrale, intraforaminale un’ernia che occupa il forame intervertebrale e extraforaminale un’ernia al di fuori del forame Impoverimento componente minerale ossea => osteopenia => indebolimento e semplicità a fratture anche spontanee o per traumi lievi (spondilo)Listesi: scivolamento per lassità ligamentosa o traumi. Infiammazione (spondilite in corso di patologie reumatologiche come AR, M di Crohn..) Infezione (spondilite o discite da piogeni o BK, in seguito ad interventi o infezioni sistemiche) Tumori (primari: mieloma multiplo o secondari: K prostata) Arti pari collegati come un “cingolo” come arto clavicolasterno-clavicola arto controlaterale Braccio + avambraccio= arto superiore Movimenti di abduzione (o allontanamento) Adduzione (o avvicinamento) Torsione (radio su ulna) Sindrome dolorosa della spalla,"sindrome degenerativa della cuffia dei rotatori". La "cuffia dei rotatori" è costituita dai tendini dei muscoli sopraspinoso, sottospinoso, sottoscapolare e piccolo rotondo; tali muscoli consentono la rotazione esterna e interna della spalla. Queste strutture, insieme al capo lungo del bicipite brachiale e alla borsa sottoacromion-deltoidea, sono comprese tra la testa dell'omero e un arco osseo soprastante Nelle fasi più avanzate il dolore si manifesta anche nel sonno e durante piccoli movimenti della spalla, per cui il paziente, per sentire meno dolore, tende a muoverla sempre meno. Con questo meccanismo "vizioso" la spalla tenderà a bloccarsi progressivamente, tanto che, in assenza di una terapia adeguata, si arriverà alla cosiddetta "spalla congelata". Fondamentale è la precisa diagnosi: esame obiettivo e accertamenti strumentali ( rx, risonanza magnetica). Nel caso di un'infiammazione della cuffia dei rotatori si deve procedere con un protocollo di fisioterapia, rappresentato da ultrasuoni; sarà utile anche qualche seduta di mesoterapia. Periartite scapolo omerale Gomito del tennista Sindrome del tunnel carpale (intrappolamento del nervo mediano nelle guaine dei flessori ed estensori delle dita) Trattamento antiinfiammatorio (FANS) + Riposo Microchirurgia Anca Femore Tibia Pèrone pinza malleolare Tarso Metatarso Calcagno ed astragalo piede Le articolazioni sono dispositivi giunzionali tra capi ossei, interconnessi tramite i tessuti connettivi. A seconda della loro differente mobilità, cioè della loro escursione, possono essere di tipo mobile (ad esempio l'articolazione della spalla), semimobile (fra le vertebre) o fisso (ossa del cranio). Si dividono in sinartrosi e diartrosi. Sinartrosi (dispositivi giunzionali tra due capi ossei continui): -sinfibrosi (suture tra le ossa del cranio) -sincodrosi (sottile strato cartilagineo che nel tempo ossifica) -sinfisi (disco fibro-cartilagineo) Diartrosi (tra capi ossei NON contigui): Ampi movimenti, superficie jalina, legamenti a distanza, liquido sinoviale ENartrosi: capi ossei sono "sferici", uno concavo e l'altro convesso che compiono movimenti angolari su tutti i piani, inclusa la rotazione CONDILOartrosi: I due capi ossei sono ellissoidali uno concavo (cavità glenoidea) e l'altro convesso (condilo) e permettono un movimento angolare su due piani A SELLA: I due corpi sono biassiali concavi e convessi a incastro reciproco e permettono una rotazione assiale GINGLIMO: capi ossei sono cilindri, uno cavo e uno pieno, con l'asse del corpo parallelo o perpendicolare all'asse longitudinale delle ossa. Il movimento è rotatorio La cartilagine articolare agisce come un cuscino, permettendo il movimento di una superficie contro l’altra in modo fluido Esami ematochimici: Calcemia, fosforemia, PTH RX per fratture o infrazioni (radiotrasparenza, artrosi) TC per fratture (studio componente ossea) Ecografia (per strutture molli, capsule articolari..) RMN (per tessuti molli) Tessuto specializzato, deputato alla contrazione. Prefisso “mio-” Muscolatura volontaria (striata) Muscolatura involontaria (liscia + miocardica) Muscoli striati scheletrici, che presentano caratteristiche striature trasversali visibili anche ad occhio nudo, meglio ancora al microscopio ottico. Tali striature sono dovute alla disposizione regolare degli elementi contrattili. I muscoli striati scheletrici si contraggono in seguito a impulsi nervosi provenienti dai motoneuroni del SNC a livello cosciente. Sono connessi a segmenti scheletrici. Muscoli lisci, in quanto non presentano striature trasversali, essendo disposti in essi disordinatamente gli elementi contrattili. Si presentano in genere di colore più chiaro rispetto alla muscolatura striata. Sono questi a costituire la componente muscolare dei visceri. Sono involontari, cioè la contrazione di questi avviene in maniera indipendente dalla volontà: sotto il controllo di ormoni, stimoli esterni o in seguito a impulsi provenienti dal sistema nervoso autonomo Muscolo striato miocardico che costituisce la componente muscolare del cuore (il miocardio). Microscopicamente rispetto alle fibre muscolari scheletriche oltre alle strie trasversali note, posseggono altre striature trasversali ben evidenti, chiamate strie intercalari (zone di giunzione tra le distinte cellule muscolari). Le cellule miocardiche si contraggono all’unisono come un sincizio (come se fossero una cellula unica). Il muscolo cardiaco si contrae indipendentemente dalla volontà. Un muscolo scheletrico di media grandezza è formato da centinaia di migliaia di fibre muscolari, tenute insieme da tessuto connettivo e riunite in gruppi più minuti e di diverso ordine (primario, secondario, ecc.) detti “fasci muscolari”. Le singole fibre dei muscoli scheletrici, arrivano quindi ad essere isolate e indipendenti le une dalle altre. Ogni fibra muscolare è costituita da una cellula polinucleata molto allungata anche fino a diversi centimetri, in rapporto al tipo di muscolo, all’età, all’esercizio, alle condizioni di nutrizione. La membrana cellulare delle fibre muscolari si chiama “sarcolemma”. All’interno di ogni cellula muscolare troviamo le miofibrille, sottili filamenti che, riducendo la loro lunghezza in risposta ad uno stimolo nervoso, sono responsabili della contrazione dell’intera fibra e quindi del muscolo il sarcomero è costituito da due tipi di “miofilamenti proteici”. Uno più spesso, detto “miosina” e da uno più sottile detto “actina”. I filamenti di miosina sono disposti in parallelo secondo la lunghezza della miofibrilla, su tutta l’altezza del disco A, a distanza regolare l’uno dall’altro e secondo un perfetto disegno esagonale. Contrazione: ha inizio quando il segnale elettrico, proveniente dai motoneuroni del SNC (nuclei dei nervi cranici con componente motoria o neuroni motori delle corna anteriori del midollo spinale), arriva ai bottoni sinaptici. Questi liberano nel citoplasma delle fibre muscolari acetilcolina, neurotrasmettitore che agisce sui recettori della placca neuro muscolare determinando il potenziale d'azione. Il potenziale d'azione, che si propaga lungo il sarcolemma va a colpire canali voltaggio dipendenti che comunicano con un complesso proteico, il recettore per la rianodina, che determina l'apertura dei canali Ca+2 contenuti nel reticolo sarcoplasmatico. La comparsa del calcio in prossimità della subunità Tn-C della troponina provoca la liberazione del sito attivo sull'actina e la conseguente formazione dei ponti actomiosinici. Una volta generato, il potenziale l’azione determina la contrazione SINCRONA e MASSIMALE di tutte le cellule innervate da quel motoneurone (obbedisce alla legge del tutto o nulla). Rilassamento: si “estingue” l’impulso e la contrazione smette. Una pompa ionica riporta gli ioni calcio all'interno del reticolo sarcoplasmatico. Quando la concentrazione citoplasmatica di Ca2+ libero scende, lo ione si stacca dalla troponina, ripristinando l'effetto inibitorio del sistema troponinatropomiosina. Fase latente: il muscolo non è più eccitabile, è elettricamente “scarico”. Si ripristina in questa fase la differenza di potenziale transmembrana Contrazione Rilassamento Fase latente L’acetilcolina agisce inoltre sulle membrane che racchiudono i fasci di miofibrille, rendendole così permeabili agli ioni Ca+2, che hanno una fondamentale azione catalizzatrice per importanti reazioni chimiche. La liberazione di Ca+2 induce un processo di feedback positivo con amplificazione della concentrazione citoplasmatica di calcio: ioni Ca+2 stimolano pompe per l'estrusione di altro calcio. Dai mitocondri della fibra muscolare, viene poi liberato ATP, e da altri organuli viene liberata la troponina. Tale sostanza andrà ad agire sui filamenti sottili, infatti avverrà una reazione catalizzata dagli ioni Ca+2, che permetterà alla troponina di legarsi alla tropomiosina, che lascerà libero il sito di attacco per la miosina. L’ATP agirà invece sui filamenti spessi: mediante una reazione di fosforilazione l’ATP diventa ADP, libera un gruppo fosfato, una grande quantità di energia, e si lega alla testa di miosina, la quale sfrutta tale energia per saltare dal suo loco, e andare ad occupare il sito di attacco nel filamento sottile, lasciato libero dalla tropomiosina. Durante lo scorrimento le teste di miosina si legano a quelle di actina. Degenarativa: distrofia muscolare (Duchenne..) Rabdomiolisi (tossica, infettiva..) Tumori (rabdosarcoma) Infiammazione e traumi Esami di lab: CPK, LDH, AST Ecografia RMN TC