Struttura delle ossa - " Galileo Galilei" Catania

annuncio pubblicitario
Struttura delle ossa
L'osso, visto dall'esterno, si presenta come una struttura compatta.
All'interno invece, presenta una struttura spugnosa che contiene del
tessuto molle: il midollo osseo.
La parte dura è costituita da minerali di
calcio annegati in una matrice di cartilagine.
La parte di minerale viene continuamente rinnovata dall'azione di due tipi
di cellule, gli:


osteoclasti, il cui compito è di distruggere l'osso;
osteoblasti, i quali generano nuovi cristalli di minerale per
rimpiazzare i vecchi, dando vita al processo di rimaneggiamento
osseo. In tutti i tipi di ossa la superficie esterna é rivestita da
tessuto osseo compatto ricco di vasi sanguigni e terminazioni
nervose. Il tessuto osseo spugnoso, format da una ricca rete di
cellette o trabecole, lo ritroviamo nelle epifisi delle ossa lunghe e
nelle ossa corte e piatte.
Esternamente le ossa presentano una superficie liscia, in quanto sono
ricoperte dal periostio che ha una funzione fondamentale nella crescita e
riparazione dell’osso in seguito a frattura. In alcuni punti però, il
periostio è mancante., questi punti si trovano:
• in prossimità delle articolazioni (dove al posto del periostio è presente
della cartilagine, la quale ha scopo protettivo);
• nelle inserzioni dei tendini (per favorirne la presa sulle ossa)cie esterna
•
In tutti i tipi di ossa la superficie esterna é rivestita da tessuto osseo
compatto ricco di vasi sanguigni; il tessuto osseo spugnoso, formato da
una fitta rete di cellette dette trabecole, lo troviamo invece nelle epifisi
delle ossa lunghe e nelle ossa corte e piatte.
Il midollo osseo occupa il canale delle ossa lunghe e gli spazi
intertrabecolari delle ossa piatte e delle epifisi. Nella fase embrionale
funge da organo emopoietico (cioé produce le cellule del sangue) ed è di
colore rosso vivo. Nell'adulto, solo il midollo del tessuto spugnoso (midollo
osseo rosso) mantiene tali caratteristiche, mentre il midollo della cavità
diafisaria assume un colore giallognolo perché sostituito da tessuto ricco
di sostanze lipidiche.
Colonna Vertebrale
La colonna vertebrale costituisce la parte più importante dello scheletro,
in quanto ne rappresenta l'asse portante al quale si collegano le altre
strutture scheletriche. Nella parte anteriore è collegato il cranio; su di
essa si articolano, inoltre, i cinti (o cingoli) scapolare e pelvico, ai quali si
collegano, rispettivamente, gli arti superiori e quelli inferiori, e le coste
che formano la gabbia toracica.
La colonna vertebrale si compone di
diversi segmenti: cervicale (C1-C7),
toracico o dorsale (D1- D12),
lombare(L1-L5), sacrale (S1-S5) e
coccigeo.
La colonna vertebrale è formata di
solito da 33 vertebre articolate fra
loro, con l’interposizione fra l’una e
l’altra di un cuscinetto
fibrocartilagineo detto “disco
intervertebrale”.
Le vertebre del tratto sacrale e di
quello coccigeo sono, però, fuse
insieme.
Nelle vertebre si distinguono il
corpo, l’arco, due sporgenze laterali o "apofisi trasverse" e una sporgenza
posteriore o "apofisi spinosa"; nell’anello formate dall’arco vertebrale
passa il midollo spinale.
CURVE FISIOLOGICHE. Se osserviamo una persona di schiena, la colonna
vertebrale ha un andamento pressochè verticale; se osserviamo invece la
stessa persona di profilo, scopriamo che la colonna vertebrale è
caratterizzata dalla presenza di quattro curve, alternativamente a
convessità anteriore o posteriore che corrispondono alle quattro porzioni
principali della colonna stessa. Le due curve convesse anteriormente
(lordosi) si trovano a livello cervicale e lombare, mentre le due curve
convesse posteriormente (cifosi) corrispondono alla colonna dorsale e al
sacro.
L’entità di queste curve può essere notevolmente diversa da individuo a
individuo e dipende da fattori ereditari, sesso, etnia, ecc. ma in tutti gli
individui esse subiscono modificazioni in rapporto all’età e possono essere
notevolmente influenzate dalle attività sportive e/o dalle abitudini
postural.
Le quattro curve della colonna vertebrale sopra descritte, sono definite
“fisiologiche” in quanto “normali”, cioè proprie della nostra specie e
biomeccanicamente vantaggiose: la loro funzione, infatti, è quella di
distribuire adeguatamente il carico tra le vertebre, di aumentare la
capacità della nostra colonna a contrastare la forza di gravità,
ammortizzando le forze di compressione cui siamo costantemente
sottoposti e consentire inoltre una maggiore espansione del torace.
Scarica